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Parte prima 1 1.INTRODUZIONE

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Academic year: 2021

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1.INTRODUZIONE

Tutto si può far partire dalla domanda: “Nell’era della digitalizzazione informatica dove l’accesso alle notizie da diverse fonti dell’informazione può avvenire comodamente dalla propria abitazione, ha ancora senso investire risorse economiche e spazi urbani che potrebbero, soprattutto nella realtà di un piccolo comune come Camaiore, essere destinati ad altri scopi con un rientro economico più immediato?”

Proprio la risposta affermativa a questa domanda significa il successo per il tipo di lavoro che è stato affrontato in questa tesi; dietro a tutto ci sono investimenti economici che devono essere sostenuti affinché quello che seguirà non rimanga solo un idea ma si concretizzi in forma.

Si potrebbe semplicemente rispondere che una costruzione storica come quella di Palazzo Tori-Massoni di Camaiore, attuale sede della biblioteca comunale Michele Rosi, non può essere lasciata al degrado e che quindi necessita comunque una manutenzione, ma si può andare oltre.

Investire su beni, se pur mutevoli, come la cultura, l’informazione, la conoscenza e la creatività porterà prima i singoli individui poi la collettività anche ad uno sviluppo economico.

Una Biblioteca può crescere fino a diventare il caposaldo socio-culturale della città, passando dal semplice luogo dove si conservano libri, ad uno spazio urbano di eccellenza, veicolo di crescita e di comunicazione politico-culturale. Se questo passo non viene fatto allora sì che la biblioteca rischierà di sparire nell’arretratezza e non avrà più senso investire sulla costruzione o il recupero di questo luogo.

Anche se non si tratta di una progettazione ex-novo ma di un rilievo seguito dalla riqualificazione e ridistribuzione di spazio e contenuto trasposti in un palazzo di interesse storico e quindi doppiamente limitato, si è cercato di dare a questi ambienti caratteristiche come flessibilità e plasmabilità per l’evoluzione del sapere e delle sue forme.

La definizione di “Biblioteca Glocale”, un termine incontrato durante la fase di ricerca, che unisce la dimensione globale della società della conoscenza e la dimensione locale legata alle esigenze dell’utenza cittadina, si cala perfettamente in questo lavoro.

L’iter metodologico seguito è stato quello di partire dal luogo, dall’informazione e dalla memoria, attraverso una fase di conoscenza e studio che si è poi concretizzata in un progetto.

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Lo scopo è quello di creare un luogo vivo, frequentato di continuo da diverse categorie di utenti, che diventi anche polo di aggregazione per la vita cittadina operando nel rispetto dell’ambiente.

2.PERCORSO CONOSCITIVO

2.1La città di Camaiore.

Camaiore si estende dalle Alpi Apuane a est, alle pendici dei monti Prana, Matanna e Gabberi, fino alla pianura e al litorale della Versilia a ovest, presso il fiume Camaiore e i torrenti Lombricese e Lucese. Il territorio comunale confina con quello di Lucca. Camaiore è gemellata con Rovigno (Croazia), dal gennaio 1990, Überherrn (Saar-Lorena - Germania), dal maggio 2000 e L'Hôpital (dipartimento della Mosella, regione della Lorena, Francia), dal maggio 2000.

Fa parte del territorio della Versilia di cui è testimonianza d’arte, storia e bellezze naturali; dove in pochi chilometri si passa dalle vette montane, oltre i mille metri, a colli olivati, alla pianura e poi al mare.

Ha una popolazione di 32518 abitanti. Fig.1: Vista dall'alto della città di Camaiore

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La terra di Camaiore è stata abitata fin dalla Preistoria, come documentato da ritrovamenti di insediamenti nei luoghi di Grotta all’Onda, Grotta del Tambugione, di Buca del Tasso, Grotta di Penna Buia ed altri casi di località ancora mete turistiche.

Gli Apuani, tribù di razza ligure popolarono la nostra valle successivamente; resisterono alla penetrazione etrusca ma non a quella romana. A quest'epoca risale la costruzione di alcune fortificazioni sulle alture circostanti la valle di Camaiore, a presidio delle quali furono messi manipoli di legionari romani.

Fra queste opere militari è di rilievo il “castrum” di Montecastrese, un munito fortilizio costruito su una propaggine del monte Prana, in una eccellente posizione naturale.

La vittoria romana fu completa e gli Apuani ripiegarono nelle ardue alture a contendere metro per metro l'avanzata dei legionari di Roma che, una volta battuta la resistenza degli Apuani, creò quelle condizioni di sicurezza militare indispensabili per assicurarsi il dominio ed il controllo delle terre conquistate ed iniziò un'organica opera di fondazione di colonie. Lucca, ad esempio, fu una colonia latina dedotta nel 180 a.C. sul territorio ceduto dai pisani, furono colonie latine anche le città interne che conservarono l'uso delle proprie leggi ed istituzioni.

L'attuale territorio del comune di Camaiore fu incluso amministrativamente nell'ambito della nuova colonia “lucensis” ma solo per quello che riguarda la zona collinare e pedemontana.

La parte pianeggiante, essendo Lucca esclusa dal possesso della costa, venne incorporata nell' “ager pisanus” che costituiva una delle più grandi unità territoriali in cui si divideva la pianura costiera.

Successivamente all'occupazione romana ci fu un lento e graduale processo di valorizzazione della valle camaiorese che prese l'avvio dai primi stanziamenti. Quest'ultimi furono rappresentati in prevalenza da famiglie di coloni lucchesi ai quali venne fatta l'assegnazione dei poderi o “fundi”. Ai coloni si deve l'introduzione delle prime coltivazioni della vite e dell'ulivo fino ad allora sconosciute.

Ricerche storiche dimostrano che fin dal I sec. a.C. esisteva in Camaiore un nucleo abitato da identificarsi con una delle “mansiones” romane, poste lungo la via Francigena, dove gli ufficiali pubblici e i viaggiatori trovavano asilo per la notte.

Nei primi secoli dell'impero (II-III sec. d.C.), quando gli stanziamenti agricoli avevano ormai raggiunto un definitivo assestamento, la valle fu un importate centro di mercati di generi agricoli, di olio, di farro, di canape e di capi di bestiame.

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Gran parte della prosperità economica goduta da questo territorio era dovuta dai benefici che esso traeva dalla presenza della via romana, Aemilia Scauri, che, da Lucca fino a Capezzano, lo attraversava e lo metteva in comunicazione con l'Italia del Sud, con quella del Nord e con la Gallia.

Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente (476 d.C.) la storia di questi luoghi presenta una profonda lacuna.

Le notizie dei primordi del Medio Evo ritengono che questi luoghi seguirono la sorte della vicina Lucca, come questa, subirono l'invasione e l'occupazione delle popolazioni barbariche che da nord si abbatterono nella nostra penisola.

Nelle campagne si sentirono maggiormente gli effetti della dominazione gotica (476-553 d.C.) prima, e di quella bizantina (553-570 d.C.) poi.

La confisca di buona parte delle terre non fece che acuire la crisi dell’organizzazione patrimoniale agricola che già negli ultimi secoli di vita dell'Impero aveva risentito i danni della cattiva amministrazione dello stato.

Iniziò, così, il disgregamento della piccola proprietà terriera che si rivelò, nell'epoca romana, un sano e valido elemento di progresso economico.

Con l'ascesa al trono di Autari, terzo monarca longobardo (584-590 d.C.), anche per Lucca ed il suo territorio cominciò il periodo della rinascita. Autari sostituì alle devastazioni e ai saccheggi della terra, la loro valorizzazione con effettiva e proficua cooperazione nella riconosciuta comunità degli interessi e della produzione.

Col rifiorire di Lucca sotto la dominazione longobarda quale sede abituale del re e quindi città capitale della “Tuscia” anche il territorio camaiorese si ripopolò.

Dalla fusione dell'elemento germanico con l'elemento latino sopravvissuto alle lunghe stragi scaturì quella linfa vitale cui si rigenerò la popolazione.

Giurisdizionalmente la valle di Camaiore venne a far parte del vasto ducato lucchese; quanto poi al nuovo ordinamento fondiario attuato dai longobardi in questi luoghi, non si ebbe alcuna profonda alterazione delle linee fondamentali di quello romano.

I “fundi” mantennero invariati i loro toponimi ma i longobardi provvidero a raggrupparli in grosse concentrazioni terriere chiamate “massae” di cui rimangono nel vicino territorio di Massarosa gli esempi tipici di Massa-Grausi e Massa-Ciuccoli.

Al centro della “massae” era posta la fattoria, corrispondente alla latina “villa”, i cui proprietari erano militari di origine longobarda (arimanni) mentre la popolazione romana (aldii) lavorava la terra alle loro dipendenze, che possedeva la libertà personale ma era sottoposta al “mundio”, cioè alla tutela dell'arimanno.

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I longobardi mostrarono rispetto nei confronti della toponomastica romana, infatti, nel territorio camaiorese, come del resto in tutta la Versilia, i toponimi di origine longobarda sono scarsissimi.

Anche se l’etimologia del nome Camaiore non è da ricercarsi come creduto da diversi sostenitori nel significato romano di “Castra maiora” (accampamento maggiore), per diversi motivi che non stiamo qui ad elencare ma nella definizione di “campus major” cioè “grande pianura”.

Dal IV al VI secolo si diffonde il Cristianesimo anche nelle terre più lontane della diocesi di Lucca, con l’erezione delle pievi ad opera del Vescovo San Frediano morto nel 588 d.C. La pieve di Santa Maria e di S. Stefano di Camaiore fu una delle cinque della cosiddetta “Versilia antiqua”, chiesa madre dotata di fonte battesimale e cimitero per tutta la valle di Camaiore.

Dal 761 si hanno notizie della Abbazia di San Pietro di Camaiore e dei monaci benedettini; gli abitanti dei villaggi vicini all’ abbazia costruirono le prime case nei pressi della strada romana. Gli stessi monaci costruirono nel Borgo Vecchio la chiesa di San Michele nel 1180, l’ ”Hopitale “ per i pellegrini e i viandanti che percorrevano la via Romea o Francigena che collegava il Nord Europa a Roma passando per Camp Maior, ricordata come “XXVII statio” nell’itinerario dell’arcivescovo inglese Sigerico che ritornava da Roma a Canterbury nel 990.

Transitarono sulla Romea per Camp Maior tra gli altri: San Willibald, l’adato Nikulas di Munkathvera, re Filippo Augusto di Francia, re Giovanna di Boemia.

La valle camaiorese, appartenne quindi alla Versilia antiqua, sulla quale dominavano i Cattani o Capitanei o Versilienses, potenti signori feudali. Quando Lucca “libero comune”, mosse alla conquista di uno sbocco al mare, si scontrò con questi feudatari. I loro castelli caddero sotto le armi lucchesi, ultimo quello di Monte Castrese (1226).

Alla fine del secolo XIII, Lucca riconosceva dieci comuni in Versilia, otto dei quali facevano parte della vicaria di Camaiore.

Non esiste, allo stato attuale, una documentazione d’archivio che ci segnali le deliberazioni adottate dalla magistratura lucchese per la fondazione o ampliamento di Camaiore insieme con la vicina Pietrasanta, ma è opinione diffusa che ciò sia avvenuto mentre era Podestà il milanese Guiscardo da Pietrasanta (1255-1256). Lo stesso possiamo dire riguardo alla paternità progettuale dei due nuovi centri, affidandoci al pensiero di uno storico locale, Luca Santini, che ci indirizza in maestri di cattedrali o architetti al servizio delle città-repubbliche.

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Viene invece accettata quasi con certezza la tesi secondo cui sia Camaiore che Pietrasanta, per la conformazione generale dell’impianto urbanistico, per il numero e la disposizione delle strade principali e delle troncatoie trasversali che determinano la partizione dell’impianto in 12 isolati rettangolari, siano entrambe opera dello stesso progettista.

Questa ipotesi viene avvalorata anche da altre analogie come la scelta del sito, la larghezza delle strade principali e secondarie, la posizione d’angolo del duomo nella piazza centrale, la disposizione delle antiche mura castellane erette dopo l’edificazione del borgo.

Ad oggi di tutto questo sono rimasti ben pochi tratti, così come della loro memoria stessa. Fondati contemporaneamente, questi due similari impianti medievali rispondenti entrambi ad una precisa programmazione urbanistica condotta a tavolino, sono da considerare come opere precorritrici di quella che sarà una nuova problematica dell’urbanistica ovvero “la città ideale”.

Notevole è l’importanza che i due esempi toscani ricoprono come primo modello di urbanistica programmata, caratterizzata da un impianto a schema ortogonale e sviluppo chiuso che rimangono subordinati al capoluogo.

La ricostruzione del modello geometrico di attuazione del primitivo tessuto urbano definisce sia i rapporti interni che il dimensionamento delle singole componenti reali. Fig.2: Schema di Pietrasanta e Camaiore, E. Guidoni, Arte e Urbanistica in Toscana, 1000-1315, Roma 1970, p.153

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Ulteriori studi fatti definiscono anche uno spazio modulo chiamato “casalino”, adibito a orto o a frutteto di una larghezza di circa 6,5 metri sul fronte strada. Questa è stata la misura base sia per la divisione particellare che per l’organizzazione generale dell’impianto urbanistico camaiorese.

Fig.3: Camaiore, ricostruzione della planimetria originale, modello teorico

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Come si vede dalle immagini soprariportate, il progetto era rigidamente impostato su una pianta rettangolare, e prevedeva per l’edificazione delle nuove abitazioni, lotti uguali di 1 modulo di larghezza fronte strada e di 3 in profondità.

La tipologia degli isolati, conseguente alla suddivisione viaria, risulta alquanto varia, a causa delle posizioni di diverse tipologie di aperture lasciate tra i casalini, come le già citate troncatoie, della cosiddetta “chiavica”, usata per il deflusso delle acque piovane e dei liquami ma anche di un altro spazio chiamato “chiasso” pensato invece per l’areazione. In base a quanto detto si vengono a determinare nuovi spazi sempre legati da proporzioni geometriche che potrebbero essere approfondite in altro momento.

Per la difesa fu edificato uno steccato con porte circondato da un fossato.

Divenuta Camaiore capoluogo di Vicaria nel 1308, il comune di Lucca ne potenziò le difese. Castruccio Castracani degli Antelminelli divenuto signore di Lucca ebbe grande interesse per la Versilia: fortificò Motrone e Monteggiori e nominò un illustre camaiorese, Ser Tolomeo Vicario generale della Versilia. L’improvvisa morte di Castruccio nel 1328 determinò l’inizio di un triste periodo per Lucca, che culminò con la conquista e la dominazione pisana dal 1342 al 1369. Nel 1329 Camaiore, malgrado l’eroica difesa di Federigo Lemmetti, fu messa a sacco ed incendiata dai mercenari tedeschi al seguito di Marco Visconti.

Nel 1369 l’imperatore Carlo IV di Boemia restituì la libertà a Lucca e Camaiore con la Vicaria ritornò sotto il governo lucchese. Nel 1374 gli Anziani di Lucca decretarono la costruzione delle mura di Camaiore che furono ultimate nel 1381 e di cui ai giorni nostri restano ben pochi ruderi. Furono costruite in pietra grigia calcarea, alte nove metri, larghe fino a due e coronate da una merlatura guelfa con 13 torrette.

Il pontefice Urbano VI Prignano, che nel 1386 passò da Camaiore, concesse alla chiesa di Santa Maria Assunta il fonte battesimale distaccandola dalla giurisdizione della Pieve. Con l’avvento della Signoria di Paolo Guinigi nel 1400, Camaiore ebbe un periodo di tranquillità e benessere e poté redigere il suo primo statuto nel 1402. Alla caduta dei Guinigi, Lucca si trovò di fronte alle mire espansionistiche di Firenze e nel 1430 le truppe di Nicolò Piccinino inviate da Genova transitavano per Camaiore in difesa di Lucca assediata dai fiorentini.

Nel 1437 il castello camaiorese si arrese a Francesco Sforza condottiero al soldo di Firenze, la guerra si concluse con una tregua e Camaiore restò sotto Firenze fino al 1442.

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In questa metà del secolo XV, S. Bernardino da Siena predicò sul territorio diffondendo il culto del Nome di Gesù ed è per questo che sulle porte delle case ancora oggi è visibile o viene comunque riportato il monogramma JHS.

Dopo il ritorno sotto il governo lucchese, Camaiore ebbe prosperità e pace malgrado i problemi sui confini con la vicina Pietrasanta. Il Marchese Ludovico Gonzaga di Mantova, arbitro tra i contendenti, fissò il confine nel 1487 tra Camaiore e Pietrasanta, quello che divenne in seguito il confine tra la Repubblica di Lucca e il Capitanato fiorentino di Pietrasanta. Nel 1494 Carlo VIII re di Francia passò per Camaiore e Lucca approfittò dell’appoggio per comperare Pietrasanta e Motrone.

Nel 1513 Leone X Medici, arbitro non imparziale tra Lucca e Firenze, assegnò Pietrasanta a Firenze che la conservò fino al 1859.

La peste del 1528 infierì duramente su Lucca e il suo territorio. Proprio per questo in quell’anno il Consiglio Comunale di Camaiore decretò il primo giugno festa solenne del nome di Gesù, tradizione che si è mantenuta fino ai giorni nostri.

Nel 1532 Camaiore dette prova della sua fedeltà al governo lucchese accorrendo con proprie milizie a sedare la rivolta degli Straccioni; la repubblica grata, eresse l’arco di trionfo fuori porta Lombricese nel 1574. In questo periodo l’Italia era sotto dominio spagnolo, in Toscana dominavano i Medici, Lucca invece, grazie alla protezione della Spagna e alle sue floride finanze poté conservare l’indipendenza. Camaiore si ampliò con nuovi insediamenti. Nel 1617 Lucca creava Viareggio capoluogo di Vicaria con non poche ripercussioni negative su Camaiore che perdeva molte terre.

Nel 1774 fu stabilito di porre la sede del comune nel palazzo in piazza San Bernardino dove risiede tuttora.

Nel 1801 per volere del Primo Console Napoleone Bonaparte, si costituì la nuova Repubblica Lucchese, indipendente dal Regno di Etruria. Proclamato l’Impero Napoleonico, Lucca divenne “principato” sotto il governo di Felice Baciocchi principe di Piombino e della moglie Maria Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone.

Nel 1815, dopo il crollo napoleonico, il Congresso di Vienna assegnò Lucca a Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna, che governò dal 1817 al 1824 col titolo di Duchessa. Alla sua morte successe il figlio Carolo Lodovico, sotto il quale ci furono diversi benefici per la politica moderata e riformatrice. Il 22 dicembre 1836 Carlo Lodovico proclamava Città il castello di Camaiore. Nel 1847 Camaiore passò al granducato di Toscana sotto Leopoldo II d’Asburgo Lorena, finché nel 1860 con il plebiscito ci fu l’unione della Toscana alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II di Savoia. Il legame con i Borbone

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continuò e nel 1888 Roberto duca di Borbone di Parma fece costruire la nuova villa in località “le Pianore” a Capezzano, e donò la fontana che si trova al centro di piazza San Bernardino.

Nello scorso secolo Camaiore è stata partecipe dei grandi eventi nazionali ed internazionali. Bisogna ricordare il contributo di molte vite sia nella prima guerra mondiale, le tristi vicende del ventennio fascista con il sacrificio di molti caduti nella seconda guerra mondiale.

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2.2.Palazzo Tori

Fare una ricostruzione storico-costruttiva dettagliata del palazzo dalla sua origine di casalino ai giorni nostri è veramente difficile.

La ricerca è stata condotta attraverso gli archivi di stato della provincia di Lucca, consultando antichi estimi catastali, atti notarili e i volumi dei gentilizi ma con scarso risultato.

Maggiori informazioni sono state reperite proprio attraverso l’archivio fondi del Comune situato nello stesso palazzo.

Le prime notizie si hanno dall’estimo dell’anno 1410, dove l’area attuale era occupata da tre abitazioni, la prima di proprietà di Piero Francesco Pardi, che confinava con la piazzetta San Michele e le altre due confinanti “solariate” che appartenevano a Ser Nicolao Petri. Si passa poi all’estimo dell’anno 1541 dove la prima casetta confinante con la piazzetta era estimata a Michele di Bernardo Orsucci e confinava con la casa di Bartolomeo di Ser Michele Orsucci. Quest’ultima era valutata ducati 90,si elevava a 3 “solara” e sul retro aveva un ampio orto.

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Dall’ estimo del 1700 si apprende che la proprietà del palazzo Orsucci fu ceduta da Carlo Orsucci a prete Alessandro e Giuseppe di Messer Giovanni Neri per ducati 150.

Si legge: “[…..]per il palazzo acquistato dalli eredi del sig. Carlo Orsucci in Sesto Lucchese e rimessa et orto in Sesto Lucchese[…..]”.

Si passa poi all’Ottocento quando nelle bozze per le Stime si trova descritto in Sesto Lucchese un palazzo o una casa di proprietà di Paulino e nipote Cerù che si potrebbe pensare essere il palazzo stesso per il valore attribuitogli di 230lire.

Una data certa è il 28 novembre 1928, giorno della determina del Podestà del Comune di Camaiore che autorizza l’amministrazione comunale a poter acquistare dal Marchese Paolo Massoni il palazzo Tori, costituito da un fabbricato a tre piani compreso il terrestre più uno scantinato con pavimento più basso del livello del corso e un vasto cortile per poterlo destinare ad uso di aule scolastiche e per private e pubbliche riunioni, mediante una permuta con un terreno arenile fabbricativo in una zona marina del comune. In questo periodo vengono abbattuti i muri che recintavano il cortile posto sulla via IV Novembre per dare la possibilità di mercato e vendita degli erbaggi.

Troviamo ancora una determina datata 2 dicembre 1928 dove fu stabilito il valore del palazzo corrispondente a Lire 40000.

Infine con un contratto registrato a Viareggio il 20 giugno 1929 il sig. Marchese Paolo Massoni domiciliato a Lucca, permutava con il comune di Camaiore il pieno dominio del

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palazzo. Probabilmente possiamo attribuire la ricostruzione di Palazzo Tori, dagli elementi architettonici visibili, al XVII secolo, quando si provvide ad unire la tre case citate nell’estimo dell’anno 1541 tutte della proprietà della famiglia Orsucci.

2.3.La biblioteca “MICHELE ROSI”

Sempre grazie a fonti di storici locali, Antonelli Roberta, è possibile risalire alla storia della biblioteca comunale.

Il suo primo nucleo risale al 1969, quando la giunta municipale di Camaiore decise di istituire la biblioteca intitolandola ad un illustre concittadino: Michele Rosi (1864-1934). Noto storico, insegnante ed in seguito incaricato di storia del Risorgimento nell'università di Roma; dopo essersi occupato di storia letteraria e di storia medievale, fu attratto dalla storia del Risorgimento Italiano, alla quale dedicò i suoi studi migliori (A. Mordini, 1906; I Cairoli, 1908; La storia contemporanea d'Italia, 1914; L'Italia odierna, 1916;Vittorio Emanuele II, 1930; Garibaldi, 1932; ecc.), contribuendo alla revisione della storiografia patriottica tradizionale. Fu direttore di un Dizionario del Risorgimento nazionale (4 voll., 1930-37).

In un primo momento la piccola biblioteca, che di fatto costituiva l’embrione della futura struttura, fu ospitata al primo piano dei locali del palazzo comunale.

Successivamente fu trasferita presso i locali dell’ex caserma dei carabinieri in via Vittorio Emanuele.

Solo nel 1979 la biblioteca fu dotata di un funzionario, dott. Cecchini Paolo, attuale responsabile, con il compito esclusivo di tecnico addetto, e venne inoltre istituita una commissione di gestione.

Nel 1982 l’Amministrazione comunale provvide all’acquisto della biblioteca risorgimentale di Michele Rosi, per l’importanza culturale del personaggio locale e perché di fatto a lui era intitolata sia la biblioteca civica che la scuola media statale.

Il 12 luglio, il nipote di Michele Rosi, comunicò la sua disponibilità alla cessione, ponendo due condizioni: la prima, che la biblioteca stessa, da lui continuamente incrementata con pubblicazioni sul Risorgimento Italiano, venisse continuamente arricchita con opere riguardanti quel periodo così da farne centro vivo di riferimento culturale.

La seconda che la biblioteca risorgimentale di Michele Rosi, potesse essere ubicata, con il tempo, in un locale che per dignità e capienza fosse idoneo ad ospitare anche convegni e studi di storia risorgimentale.

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Così il 12 febbraio 1982 arrivò a Camaiore una prima parte dei volumi divisa in dieci pacchi e il 23 dello stesso mese ulteriori dodici pacchi, superando il numero dei tremila pezzi che comprendevano: tesi di laurea, riviste storiche, monografie e opuscoli.

La biblioteca di Michele Rosi trovò una sua prima sistemazione nei locali della biblioteca civica nella ex caserma dei carabinieri nella centrale via Vittorio Emanuele.

Nel 1994 questa fu trasferita presso palazzo Tori, dapprima a piano terra e successivamente al primo piano dove tutt’ora ha sede ma la biblioteca di Michele Rosi rimase inscatolata fino al 1998/99.

Il fondo in questo periodo fu trasferita in altri locali denominati “scuderie dei Borbone” in via Vittorio Emanuele per farne un centro di produzione culturale fino all’anno 2002, in cui con il cambio dell’amministrazione non vi fu più interesse nel rinnovare l’affitto.

Così il fondo Rosi venne di nuovo scatolato e collocato presso un altro palazzo comunale, palazzo Littorio, dove fu collocato in diversi scaffali raccolti qua e là dai diversi uffici comunali, solamente la parte riguardante le tesi di laurea si trova nella stanza di deposito della biblioteca comunale.

Dal 2002 di tutti i volumi di Michele Rosi non ci fu notizia fino al 2004 quando fu organizzata una giornata presso le scuole medie di Lido di Camaiore in occasione del 70° anniversario della morte. Poi di nuovo nell’oblio fino al 150° anniversario dell’Unità d’Italia che fu l’occasione di ricordare un concittadino che era stato il primo professore di storia del Risorgimento presso l’Università di Roma.

Al momento solamente alcuni volumi sono esposti presso l’Ufficio Cultura e la Biblioteca Comunale a testimonianza del valore culturale di questo patrimonio.

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3.STATO ATTUALE

Al momento la biblioteca comunale è situata al primo piano di Palazzo Tori, di cui occupa solamente una piccola parte.

Vi si può accedere dall’ampio vano scale del palazzo stesso ma anche dal vano ascensore di cui da qualche anno è stata fornita.

Nel tempo il suo patrimonio librario è notevolmente accresciuto sia per gli acquisti che ogni anno vengono fatti che grazie al contributo di non poche donazioni di privati.

Avvicinandosi alla porta di ingresso (fig.6) si trovano i primi tavoli a disposizione degli utenti che a causa dello scarso confort termico solo in qualche periodo dell’anno sono occupati.

Da una piccola porta a due ante si accede alla sala principale di circa 40mq (fig.7a) Fig.6: Biblioteca “ M.Rosi”: Vista dell'entrata dal cortile di Palazzo Tori.

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Intuitivamente ci si avvicina al bancone principale dove si trovano uno o due addetti del personale che danno un primo aiuto a seconda di quello che è stato il motivo di ingresso. Questa è la stessa sala dotata di due tavoli standard dove si trovano i quotidiani, di cui c’è larga consultazione, ma anche quella dove questi vengono consultati, dove si trovano le enciclopedie, le novità, i supporti multimediali, le due postazioni internet, una piccola area per i bambini ed infine la postazione per le fotocopie (fig7b). Senza dimenticare che due volta alla settimana è qui che viene effettuato il servizio “Informagiovani”, che fornisce informazioni a livello locale, nazionale e internazionale riguardo a diversi settori quali: studio, lavoro, educazione permanente, viaggi e vacanze, studio e lavoro all’estero, tempo libero, e vita sociale.

E’ evidente di come le numerose funzioni svolte contemporaneamente, non riescano sempre a coesistere senza piccoli disagi ed ecco allora che su uno dei due tavoli presenti si trova l’ennesima petizione popolare per richiedere un piccolo servizio o la soluzione ad un certo tipo di disagio.

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Fig.7b: Sala ingresso, vista area bambini, fotocopiatrice, espositore multimedia e postazione pc

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Da questa sala si può accedere a quella chiamata “aula studio” (fig.8) dove di solito trovano posto gli studenti di ogni età, dove si fanno i corsi serali di lingue, corsi di scrittura espressiva, dove eventualmente il sabato pomeriggio trovano spazio le letture per i bambini più piccoli in ambito del progetto nazionale “Nati per Leggere”, presentazioni con gli autori

e incontri ricreativi.

Questa sala è anche l’unico accesso all’unico servizio igienico di cui è dotata la biblioteca (fig.9).

Dall’ ingresso si accede alla seconda sala completamente riempita di instabili e sovraccariche scaffalature di libri (fig.10). Dalle immagine si può ben capire la situazione attuale.

Fig.9: Unico locale servizi igienici

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3.1Indici di qualità della biblioteca.

L’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) mette a disposizione uno strumento di lavoro per determinare il grado della qualità delle biblioteche pubbliche sul territorio.

Al fine di capire se il possibile ampliamento con la nuova distribuzione degli spazi abbia effettivamente dei risvolti positivi sulla situazione attuale è stato fatto un lavoro che va a calcolare quelli che si chiamano “indici di qualità” di strutture e servizi che sono stati poi paragonati con quelli definiti “standard” a livello nazionale, regionale e provinciale. Questi dati analizzano diverse sezioni come sede, personale, orari di apertura, dotazione documentaria, acquisizioni annue, utenza, servizio di prestito.

Il primo risultato è l’autovalutazione al momento attuale, e ma da questo si capisce quali servizi si possono migliorare per avvicinarsi a quegli standards che non sono stati raggiunti e quindi dove è possibile andare a progettare nell’ottica di questo miglioramento.

3.2.Elaborazione dei dati.

In questa fase sono stati usati e calcolati diversi “indicatori” seguendo le linee guida fornite dall’ AIB. Per indicatore si intende il risultato di un'operazione matematica tra due dati disomogenei, in modo tale da ottenere un dato diverso dai primi due e capace di fornire un'informazione ulteriore, che non a caso spesso ha una propria denominazione distinta.

1. Indice di Superficie

Mette in relazione la superficie dell’area dei servizi pubblico con la popolazione; serve e verificare l’adeguatezza delle sede della biblioteca a contenere documenti, servizi e spazi per gli utenti proporzionati all’utenza potenziale.

Indice di superficie = Mq della superficie complessiva della biblioteca / popolazione x 10 Indice di superficie prima dell’intervento = 0.07

Indice di superficie dopo l’intervento = 0.165

Un valore basso è un indice negativo che indica l’inadeguatezza di una risorsa strategica fondamentale per l’efficienza dei servizi bibliotecari.

Sicuramente si tratta dell’indice più importante per il lavoro di questa tesi in quanto da una prima e certa valutazione per la sufficienza degli spazi.

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Rileva quante ore in media in una settimana la biblioteca è aperta nelle fasce orarie più accessibili al pubblico; serve a verificare l’accessibilità effettiva della biblioteca da parte della popolazione e a valorizzare gli orari d’apertura settimanale di quelle biblioteche che concentrano il maggior numero di ore d’apertura nei momenti della giornata durante i quali l’utenza è più propensa ad utilizzare i servizi della biblioteca.

Indice di Apertura = Ore di apertura mattutina (escluso il sabato) / 3 + ore del pomeriggio del sabato

Indice di Apertura = 25.8

3. Indice di Dotazione di Personale

Mette in relazione il numero del personale in FTE (Full time equivalent) con la popolazione; serve a verificare l’adeguatezza del numero del personale nel suo complesso rispetto alla popolazione.

Indice di dotazione di personale = Numero del personale in FTE / popolazione x 2.000. Indice di dotazione di personale = 0.28

4. Indice Di Spesa

Mette in relazione la spesa corrente della biblioteca con la popolazione; verifica l’adeguatezza delle risorse economiche per la spesa corrente della biblioteca rispetto alla popolazione.

Indice Di Spesa = Spese correnti per la biblioteca / popolazione. Indice Di Spesa = 6.1 Euro

5. Indice Della dotazione documentaria

Mette in relazione la dotazione documentaria recente posseduta dalla biblioteca con la popolazione; serve a verificare l’adeguatezza delle raccolte della biblioteca in proporzione alla popolazione e a valorizzare il patrimonio recente, che è quello che maggiormente incide sui servizi della biblioteca pubblica.

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Indice Della dotazione documentaria = dotazione documentaria / popolazione Indice Della dotazione documentaria = 0.93

Il rispetto del valore standard di questo indice è di per sé positivo perché rispecchia un patrimonio ricco con un offerta adeguata. Il risultato ottenuto può essere migliorato, senza ulteriori acquisti, semplicemente potendo inserire tutti quei volumi che sono stati donati da privati ma che per mancanza di spazio si trovano inscatolati e non ancora catalogati in una sala a disposizione del comune in un'altra località distante circa 40 minuti di automobile.

6. Indice Della dotazione dei Periodici

Mette in relazione il numero dei periodici correnti con la popolazione; serve a verificare l’adeguatezza del patrimonio di periodici correnti messo a disposizione della biblioteca in proporzione alla popolazione da servire.

Indice Della dotazione dei Periodici = Periodici correnti / popolazione x 1.000. Indice Della dotazione dei Periodici = 0.92

7. Indice di Incremento della dotazione documentaria

Mette in relazione gli acquisti della biblioteca con la popolazione; serve a verificare l’impegno profuso dalla biblioteca per aumentare l’offerta documentaria e per mantenerla aggiornata.

Indice di Incremento della dotazione documentaria = acquisti / popolazione x 1000 Indice di Incremento della dotazione documentaria = 42.2

Evidentemente un indice alto è da interpretare positivamente perché esprime la capacità della biblioteca di incrementare e/o aggiornare le proprie raccolte documentarie e quindi adeguarsi costantemente alle esigenze dell’utenza tipica della biblioteca. Ma questo tipo di indice dipende da altri tipi di investimenti finanziari.

(22)

8. Indice di Impatto

Individua la percentuale degli iscritti annuali al prestito sul totale della popolazione da servire; serve a verificare l'impatto della biblioteca sui suoi utenti primari, cioè il suo radicamento nel tessuto cittadino di riferimento

Indice di impatto = iscritti annuali al prestito / popolazione x 100 Indice di impatto = 4.03

Questo è un indice che può essere migliorato conseguentemente al miglioramento globale della struttura. Una biblioteca che soddisfa i bisogni di tutti i cittadini che utilizzano i servizi non solo per obbligo derivato da attività scolastiche e studio ma per libera scelta avrà un indice alto. Migliorarne l’attrattività con risorse, adeguatezza della sede e confort vorrà dire aumentare questo indice.

9. Indice di Prestito

Rileva il numero totale dei prestiti annuali proporzionati alla popolazione; serve a verificare il tasso di uso della biblioteca rispetto al servizio di prestito e contemporaneamente a valutare la qualità delle collezioni e la capacità delle biblioteche di promuovere l'uso delle raccolte.

Indice di impatto = prestiti / popolazione Indice di impatto = 0.25

Ovviamente un valore alto si avrà con un elevato numero di prestiti che essendo uno dei servizi più rappresentativi di una biblioteca pubblica è molto importante. Questo è un altro indice legato sicuramente ad accessibilità e orario di apertura ma sicuramente anche alla quantità e qualità del patrimonio qualità che possono migliorare con la riqualificazione.

10. Indice di Circolazione

Mette in relazione il numero totale dei prestiti con la dotazione documentaria della biblioteca; serve a verificare da un lato il tasso d'uso della collezione (e quindi la disponibilità dei documenti) e dall’altro la qualità delle raccolte.

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Indice di Circolazione = prestiti / dotazione documentaria Indice di Circolazione = 0.28

Precedentemente è stato spiegato come migliorare queste due voci che e conseguentemente questo indice grazie all’intervento di progetto.

11. Indice di Fidealizzazione

Mette in relazione il numero dei prestiti con il numero degli iscritti annuali al prestito; serve a verificare l'uso del servizio di prestito rispetto agli utenti reali della biblioteca ed anche a valutare la qualità delle collezioni e la capacità delle biblioteche di promuovere l'uso delle raccolte.

Indice di Fidelizzazione = prestiti / iscritti al prestito annuali Indice di Fidelizzazione = 6.34

Questo indice ci descrive la fedeltà degli utenti che soddisfatti di come la biblioteca organizza e gestisce il servizio ritornano più volte nell’arco dell’anno ritenendo che l’offerta documentaria corrisponda alle loro esigenze. Un indice alto si registra nelle biblioteche ben organizzate e con un elevato numero di prestiti e solo in situazioni nelle quali si è operato per anni con costanza per promuovere la lettura, il libro e i servizi della biblioteca per bambini, ragazzi ed adulti diffondendo e incrementando il piacere del luogo. Un indice basso, contestualmente ad altri due valori bassi dei due indici di prestito e impatto, potrebbe significare che la biblioteca fa parte di un circolo chiuso, ossia è molto attenta a soddisfare i pochi utenti che la frequentano ma non fa niente o fa molto poco per avvicinare il resto della popolazione ossia l’utenza potenziale non ancora raggiunta.

12. Indice di Frequentazione

Rileva il numero totale delle visite annuali in biblioteca rapportato alla popolazione; è utile per verificare l’attrativa che la biblioteca nel suo insieme esercita sui cittadini.

Indice di frequentazione = visite annuali / popolazione Indice di frequentazione = 0

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Anche questo è un indice importante perché deriva da un buon livello di qualità complessiva dei servizi bibliotecari.

Purtroppo la raccolta del numero delle visite è imprecisa in quanto non è obbligatoria la firma di presenza sul registro cartaceo. Questo comporta il valore nullo di questo indicatore e dei tre seguenti.

3.3.Valutazione.

Gli indicatori calcolati, compresi quelli non calcolati, si possono divider in due categorie. I primi sette, si riferiscono alle risorse di cui la biblioteca dispone e alla loro adeguatezza rispetto alla popolazione o meglio l’utenza potenziale che la biblioteca è chiamata a servire. I restanti otto, esprimono il risultato delle prestazioni e testimoniano l’orientamento al servizio della biblioteca, l’efficacia della sua azione e la sua efficienza.

Il processo valutativo si avvale dell’interpretazione di quanto ci dicono questi indicatori e della correlazione tra essi con lo scopo di ricavarne suggerimenti di carattere operativo per ottenere un livello di qualità più alto.

Anche se le due classi sembrano separate, in realtà queste devono combinarsi armonicamente all’interno del sistema biblioteca, ecco perché non si è limitato il calcolo a quelli più “spazialmente sensibili” ma anche agli altri.

Infatti un livello di qualità alta si ha con un miglioramento tra il rapporto di risorse disponibili e servizi erogati. Quando si parla di biblioteca è necessario riferirsi ad un patrimonio documentario organizzato in funzione di un’utenza che abbia a disposizione spazi, orari di apertura, personale adeguato e un impegno di spesa che configuri la biblioteca come organismo in crescita.

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M IG L IO R A B IL E C O N L ’I N T E R V E N T O X X X X X X X X C A M A IO R E 0 .0 7 2 5 .8 0 .2 8 6 .1 0 .9 3 0 .9 2 4 2 .4 4 .0 3 0 .2 5 0 .2 8 6 .3 4 L U C C A 0 .2 9 2 6 .3 0 .2 7 5 .7 0 .7 4 1 .1 2 3 6 .9 2 .9 0 .2 4 0 .2 1 8 .1 T O S C A N A 0 .2 3 2 3 .1 0 .3 9 8 .9 1 .1 1 2 .1 8 5 1 .2 8 .8 0 .6 6 0 .4 3 7 .5 IT A L IA 0 .3 5 2 2 0 .4 7 7 .3 1 .4 4 .7 8 3 .8 1 2 0 .9 0 .5 5 7 .3 S T A N D A R D d a 0 .5 a 0 .7 m q d a 4 0 a 6 0 D a 0 .7 a 1 .2 D a 1 2 a 2 5 eu ro D a 2 a 3 v o lu m i D a 1 0 a 1 5 te st at e D a 2 0 0 a 2 5 0 2 5 % a 4 0 % D a 1 .5 a 2 .5 D a 0 .7 a 1 .5 N o n o r is u lt a IN D IC A T O R E d i S u p er fi ci e d i A p er tu ra d el la d o ta zi o n e d i P er so n al e d i S p es a d el la D o ta zi o n e d o cu m en ta ri a d el la D o ta zi o n e p er io d ic i d i In cr em en to d o ta zi o n e d i Im p at to d i P re st it o d i C ir co la zi o n e d i F id el iz za zi o n e

(26)

Osservando la tabella riepilogativa (tab.1) che confronta i dati di Camaiore con quelli della nazione della regione e della provincia si possono fare delle osservazioni aggiuntive a quelle fatte precedentemente voce per voce.

I servizi che in un certo qual modo è possibile definire “classici” ovvero le operazioni legate al prestito locale o interbibliotecario, all’orario di apertura, e comunque al servizio in qualche modo filtrato dal personale, sono quelli positivi che si avvicinano e a volte superano altre biblioteche provinciali.

La stessa cosa non può essere detta per l’altro tipo di servizi, quelli “fisici”, legati a misure spaziali, distributive, confort e scelta dei supporti. L’esempio più evidente è quello legato all’indice di superficie.

A questo punto è possibile dire che un lavoro come quello previsto in questa tesi è necessario affinché la biblioteca passi il confine da luogo di conservazione dei documenti a centro attrattivo per la comunità.

Perché questo sia possibile è doverosa la partecipazione di chi ogni giorno o almeno spesso nell’arco dell’anno, vive in questa realtà: gli utenti.

Questo ci porterà ad avere più sicurezza nelle scelte e minor rischio di critiche a fine lavoro.

4.DAL PUNTO DI VISTA DEGLI UTENTI.

Una volta giustificato che l’intervento è necessario bisogna decidere la direzione in cui muoversi. E vero che l’obbiettivo del progetto saranno funzionalità, accessibilità, confort e contenimento delle spese ma non basterà studiare a tavolino spazi minimi e fare calcoli. Per questo motivo è stato elaborato e distribuito un questionario per gli utenti.

Attraverso la risposta a poche domande è stato possibile individuare la classe d’utenza, il motivo per cui le persone sono chiamate ad andare in biblioteca e una piccola valutazione dei servizi offerti. In ultimo è stata lasciata una domanda a risposta libera per avere suggerimenti

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Valutazione Utenti BIBLIOTECA MICHELE ROSI

Camaiore

Gentile utente, Le chiediamo di dedicare alcuni minuti del Suo tempo per rispondere alle domande proposte e per formulare, se lo ritiene opportuno, suggerimenti e osservazioni. Le Sue opinioni costituiranno spunti preziosi per migliorare qualità ed efficacia dei servizi offerti.

Precisiamo anche che il questionario è anonimo e che le risposte pervenute saranno utilizzate per migliorare i servizi.

La ringraziamo vivamente per la sua collaborazione.

-Sesso: o F o M

-Cittadinanza: o Italiana o Altra (quale Paese_________)

-Fascia d’età: o 16-25 anni o 16-25 anni o 26-35 anni o 36-50 anni o oltre i 50 anni

-Titolo di studio: o Licenza media o Diploma di scuola media superiore

o Laurea o Dottorato o Altro

-Ambito di attività: o Studente scuole medie superiori o Studente universitario

o Dottorando o Borsista o Docente universitario

o Docente scolastico o Studioso per interessi

propri

o Lettore comune o Altro___________

-Qual è il motivo principale che la spinge a frequentare questa Biblioteca o È sufficientemente fornita

o Offre la possibilità di fare una ricerca bibliografica completa ed esauriente o Non ha trovato altrove il materiale cercato

o È facile da raggiungere o C’è sempre posto

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o Le è stata consigliata dai docenti o Ha un buon orario di servizio o Le è stata consigliata da altri o Altro ___________________

-Da quanto tempo frequenta questa Biblioteca?

o Da 0 a 3 mesi o Da 3 mesi a 1 anno

o Da 1 a 3 anni o Oltre 3 anni

-Con quale frequenza?

o Regolarmente (almeno una volta la settimana) o Saltuariamente

o Raramente (non più di due volte l’anno)

-Frequenta altre Biblioteche?

o Sì o No

-Se sì, quali prevalentemente?

o Biblioteche universitarie o Biblioteche comunali

o Biblioteche specialistiche o Altre biblioteche o Biblioteche generali

Di quale servizio si avvale prevalentemente?

o Consultazione di libri, periodici, materiale multimediale della Biblioteca o Studio su documentazione propria

o Prestito locale

o Prestito interbibliotecario

o Riproduzioni (fotocopie, riproduzioni digitali) o Assistenza alla ricerca bibliografica

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o Navigazione in internet

o Altro ___________________

- Quali settori frequenta prevalentemente? o Sala di Consultazione

o Sezione Periodici o Sala Studio o Emeroteca

o Servizi informatici

VALUTAZIONE DEI SERVIZI DELLA BIBLIOTECA

Le chiediamo di dare una valutazione dei servizi erogati dalla Biblioteca, assegnando un punteggio da 1 a 5, dove 1 esprime la valutazione più bassa e 5 quella più alta.

Come valuta:

1. L’orario di apertura 1 2 3 4 5

2. La segnaletica orientativa interna 1 2 3 4 5

3. L’accesso facilitato per utenti con ridotta

capacità motoria 1 2 3 4 5

4. Il numero posti per la consultazione 1 2 3 4 5

5. Il numero dei posti studio 1 2 3 4 5

5. Il numero e la dislocazione delle

postazioni informatiche 1 2 3 4 5

6. L'accessibilità dei documenti consultabili

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VALUTAZIONE DEL CONFORT E DEI SERVIZI DI ASSISTENZA E OSPITALITA’ AL PUBBLICO

Come valuta:

1. La tranquillità degli ambienti 1 2 3 4 5

2. La luminosità degli ambienti 1 2 3 4 5

4. La climatizzazione degli ambienti 1 2 3 4 5

7. L’adeguatezza dei servizi igienici

al numero degli utenti 1 2 3 4 5

9. Il punto ristoro 1 2 3 4 5

4. Le iniziative culturali promosse dalla biblioteca

(corsi formativi, mostre, convegni, seminari…) 1 2 3 4 5

SUGGERIMENTI

La invitiamo ad esprimere i suoi suggerimenti per migliorare i nostri servizi:

________________________________________________________________

_______________________________________________________________

________________________________________________________________

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Una volta raccolti i questionari si sono analizzati i risultati ottenuti ottenendo i seguenti grafici.

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A questo punto si sono aggiunti alcuni obiettivi a quelli prefissati o si sono meglio delineati quelli già esistenti che saranno descritti nel paragrafo dedicato al progetto.

E possibile comunque affermare che qualsiasi tipo di scelta dovrà muoversi nell’ottica di garantire la massima compatibilità tra le diverse esigenze degli utenti che quotidianamente frequentano la biblioteca, cercando quindi di salvaguardare e conciliare in maniera ottimale l’organizzazione funzionale degli spazi, la necessità di studio individuale insieme con quelle di laboratorio o di consultazione della sezione bambini.

(33)

5.LE BIBLIOTECHE PUBBLICHE

Prima di passare alla progettazione è necessario conoscere come si sviluppa il sistema delle biblioteche, lo scenario di riferimento, le caratteristiche e il ruolo della biblioteca pubblica oggi attraverso gli attuali strumenti di progettazione.

Sicuramente le biblioteche vivono un periodo di cambiamenti dovuto alla diffusione delle nuove tecnologie di informazione e ai fenomeni di globalizzazione che non hanno precedenti nella storia. Nella sua storia plurimillenaria, la biblioteca ha infatti mantenuto sostanzialmente immutate le sue tre principali funzioni di conservazione, mediazione, e diffusione della conoscenza. Infatti si è trattato sempre di conservare, organizzare e rendere consultabili documenti e informazioni: fossero essi rotoli, codici, manoscritti, libri stampati, microfilm o audiovisivi. All’ evoluzione storica e tecnologica delle funzioni ha corrisposto l’evoluzione delle forme di organizzazione degli spazi, attraverso lentissimi mutamenti e improvvisi salti in avanti, con fenomeni di permanenza delle medesime forme di organizzazione in soluzioni tipologiche anche molto differenti, secondo una logica di continua ibridazione.

Ma cosa succede se è possibile avere accesso immediato a milioni di documenti direttamente via Internet?

Il cambiamento avviene sia sul piano della conservazione dei documenti digitalizzati ma soprattutto con la richiesta di nuovi servizi, nuovi contenuti, nuove richieste di conoscenza e informazione, differenti forme di mediazione e consultazione e un diverso tipo di approccio tra utente e biblioteca.

Già le linee guida IFLA 2007 per la progettazione di edifici bibliotecari, curate dall’International Federation of Library Association, sottolineano quanto la modifica dei supporti, lo sviluppo di Internet e delle possibilità di accesso alla Rete, l’automazione del lavoro bibliotecario e la diffusione di nuove e avanzate competenze tra gli utenti stessi, stiano incidendo in tutto il mondo nel rinnovamento dei servizi e dell’architettura della biblioteca. L’accento passa dalla modalità di organizzazione a quella di mediazione e comunicazione ed accesso.

Si deve attuare, anche nel nostro caso, il passaggio dalla biblioteca del passato, centrata sulla conservazione, accessibile solo in parte, in determinati orari e condizioni, caratterizzata dal silenzio e dal rapporto individuale con il libro e il testo scritto, alla biblioteca del presente che accoglie ancora i libri, consente consultazione e prestito anche di video, musica, giornali, e promuove l’accesso ad Internet e al mondo digitale in modo sempre accessibile.

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6.IL RUOLO E GLI SCOPI DELLA BIBLIOTECA PUBBLICA SECONDO LE LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO DI IFLA/UNESCO

La biblioteca pubblica, via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una condizione essenziale per l’apprendimento permanente, l’indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali. (Manifesto IFLA/Unesco sulle biblioteche pubbliche, 1994)

6.1.Definizione della biblioteca pubblica

Le biblioteche pubbliche sono un fenomeno su scala mondiale che si incontra in società e culture differenti e a diversi livelli di sviluppo. Anche se i diversi contesti in cui operano si rispecchiano inevitabilmente in differenze nei loro servizi e nelle maniere in cui questi vengono offerti, le biblioteche hanno generalmente alcune caratteristiche in comune, che possono essere così definite: una biblioteca pubblica è un’organizzazione istituita, sostenuta e finanziata dalla comunità, tramite l’amministrazione locale, regionale o nazionale, oppure tramite altre forme di organizzazione collettiva. La biblioteca fornisce l’accesso alla conoscenza, all’informazione e alle opere dell’immaginazione tramite una gamma di risorse e di servizi ed è aperta equamente a tutti i membri della comunità senza distinzione di razza, nazionalità, età, genere, religione, lingua, disabilità, condizione economica e lavorativa e grado di istruzione

6.2.Gli scopi della biblioteca pubblica

Compito primario della biblioteca pubblica è offrire risorse e servizi, con una varietà di mezzi di comunicazione, per soddisfare le esigenze individuali e collettive di istruzione, informazione e sviluppo personale, compreso lo svago e l’impiego del tempo libero. Le biblioteche svolgono un ruolo importante nello sviluppo e nel consolidamento di una società democratica permettendo a ciascuno di avere accesso a un’ampia e variegata gamma di conoscenze, idee e opinioni.

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6.3.L’istruzione

Sostenere sia l’educazione individuale e l’autoistruzione, sia l’istruzione formale a tutti i livelli. (Manifesto)

Il bisogno di un’agenzia aperta a tutti che desse accesso al sapere a stampa o in altre forme per sostenere l’istruzione formale e informale è stata la ragione sottesa all’istituzione e al mantenimento della maggior parte delle biblioteche pubbliche e ne costituisce ancora una funzione fondamentale. Lungo tutto l’arco della vita le persone hanno bisogno di istruzione, presso istituzioni come le scuole e le università o in contesti meno formali collegati al loro lavoro e alla vita quotidiana. L’apprendimento non termina con il completamento dell’istruzione vera e propria ma rappresenta, per la maggior parte delle persone, un’attività che prosegue per tutta la vita.

In una società sempre più complessa le persone avranno bisogno di acquisire nuove capacità in vari momenti della loro vita e la biblioteca pubblica ha un ruolo importante nel favorire questo processo. E’ questa che dovrebbe fornire il materiale, nelle forme più appropriate, per sostenere i processi di apprendimento formali e informali. Dovrebbe, inoltre, aiutare gli utenti a utilizzare efficacemente queste risorse per l’apprendimento e offrire strutture e attrezzature per lo studio. La capacità di procurarsi informazioni e di utilizzarle efficacemente è determinante per la riuscita nell’istruzione e, dove possibile, le biblioteche pubbliche dovrebbero cooperare con altre istituzioni formative per insegnare l’uso delle risorse informative. Uno scopo aggiuntivo è appoggiare attivamente i programmi di alfabetizzazione, perché questa è la chiave di accesso all’istruzione, alla conoscenza e all’uso delle biblioteche e dei servizi di informazione. Chi ha appena raggiunto l’alfabetismo ha bisogno di un facile accesso a letture appropriate per mantenere e sviluppare le proprie capacità, lo stesso per chi ha da poco imparato una nuova lingua.

6.4.L’informazione

La biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione. (Manifesto)

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L’accesso all’ informazione e la sua comprensione sono un diritto umano fondamentale e mai come ora nella storia umana la disponibilità di informazioni è stata così vasta. In quanto servizio aperto a tutti, il ruolo delle biblioteca pubblica è decisivo nel raccogliere, organizzare e sfruttare l’informazione, così come nel garantire l’accesso a un’ampia gamma di risorse informative. La sua è una responsabilità specifica per la raccolta e la pronta disponibilità dell’informazione locale. Opera anche come memoria del passato raccogliendo, conservando e mettendo a disposizione il materiale che riguarda la storia della comunità e degli individui. Offrendo un ampio ventaglio di informazioni la biblioteca pubblica aiuta la collettività a discutere e decidere in maniera documentata su questioni più importanti.

L’informazione è molto importante per lo sviluppo individuale e sociale e le tecnologie dell’informazione offrono grandi opportunità a chi sa accedervi e usarla. Ma l’informazione, nonostante la sua rapida crescita, non è alla portata della maggioranza della popolazione del mondo e il divario tra i “ricchi” e i “poveri” di informazione continua ad allargarsi. La biblioteca pubblica ha un ruolo decisivo nel colmare questo divario fornendo sia l’accesso pubblico a Internet sia l’informazione su supporti tradizionali.

6.5.Lo sviluppo personale

Offrire opportunità per lo sviluppo creativo della persona. (Manifesto)

L’opportunità di accrescere la creatività personale e di coltivare nuovi interessi è importante per lo sviluppo umano. Ma per questo c’è bisogno dell’accesso al sapere e alle opere dell’immaginazione quindi è importante mettere a disposizione, attraverso una varietà di strumenti e supporti diversi, un ricco e variegato patrimonio di conoscenze e di realizzazioni creative che nessun individuo potrebbe acquisire per conto proprio. L’offerta di grandi raccolte della letteratura e del sapere di tutto il mondo, compresa la letteratura locale, è stata un contributo importantissimo della biblioteca pubblica e costituisce tuttora una sua funzione indispensabile. La fruizione di opere dell’immaginazione e del sapere contribuisce grandemente all’educazione della persona e a uno svago che sia ricco di significato.

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6.6.Bambini, giovani, adulti e gruppi

Creare e rafforzare nei ragazzi l’abitudine alla lettura fin dalla tenera età. (Manifesto)

Sicuramente uno dei compiti più importanti della biblioteca pubblica è venire incontro ai bisogni di tutti i gruppi che compongono la comunità indipendentemente dall’età e dalle condizioni fisiche, economiche o sociali. Tuttavia, ha una particolare responsabilità per la soddisfazione delle esigenze dei bambini e dei giovani. Se i bambini possono essere stimolati fin dalla più tenera età dalla conoscenza e dalle opere dell’immaginazione, è probabile che beneficino per tutto l’arco della vita di questi elementi essenziali per lo sviluppo personale, che li arricchiscono e permettono loro di dare un maggiore contributo alla società.

Da quindici anni sul territorio nazionale esiste un progetto chiamato Nati per Leggere il cui scopo è proteggere il bambino dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo attraverso.

Dal 1999, il progetto ha l'obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. Recenti ricerche scientifiche dimostrano come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (è una opportunità di relazione tra bambino e genitori), che cognitivo (si sviluppano meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura). Inoltre si consolida nel bambino l'abitudine a leggere che si protrae nelle età successive grazie all'approccio precoce legato alla relazione. L’importanza del progetto è tale che si avvale della collaborazione tra biblioteche, pediatrie, educatori, enti pubblici, associazioni culturali e di volontariato.

I giovani che si trovano a metà strada tra l’infanzia e l’età adulta crescono come membri della società con un proprio bagaglio culturale. Le biblioteche pubbliche devono capire anche i loro bisogni e fornire servizi che li soddisfino. I materiali a loro disposizione, incluse le risorse di informazione elettronica, dovrebbero riflettere i loro interessi e la loro cultura. In alcuni casi ciò implicherà l’acquisto di una serie di materiali che tradizionalmente non fanno parte delle collezioni delle biblioteche ma che rappresentano la cultura giovanile, per esempio romanzi di consumo, serie televisive e narrative, musica, dvd, riviste per ragazzi, poster, giochi elettronici, fumetti. È importante avvalersi dell’aiuto dei giovani nella scelta del materiale, per essere sicuri che rifletta i loro interessi. Nelle biblioteche più grandi questo materiale, con arredi appropriati,

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può costituire una sezione speciale della biblioteca: ciò aiuterà i ragazzi a sentire che la biblioteca è per loro e a superare quel senso di estraneità alla biblioteca che non è raro in questa fascia d’età. Si dovrebbero prevedere anche programmi appositi e conversazioni rivolte a loro.

Anche per gli adulti le esigenze di servizi informativi e bibliotecari varieranno a seconda delle differenti condizioni in cui si troveranno nel corso dei loro studi, nel lavoro e nella vita privata. Anche le loro esigenze dovrebbero essere analizzate e i servizi per loro sviluppati sulla base dei risultati di quest’analisi. In generale si dovrebbe garantire un sostegno a:

• formazione per tutto l’arco della vita; • interessi del tempo libero;

• bisogni informativi; • attività collettive; • attività culturali; • lettura a fini di svago.

La biblioteca pubblica sostiene la formazione per tutto l’arco della vita, cooperando con le scuole e con le altre istituzioni educative per aiutare gli studenti di tutte le età nel loro percorso di studi. Il sostegno all’istruzione è una sfida che offre alle biblioteche pubbliche l’opportunità di interagire e collaborare con gli insegnanti e con quanti operano nel settore dell’educazione. La biblioteca dovrebbe anche offrire una gamma di materiali sui più svariati argomenti così da permettere agli individui di coltivare i loro interessi e sostenere la loro istruzione informale e formale. Dovrebbe anche fornire materiali a sostegno dell’alfabetizzazione e dello sviluppo delle conoscenze di base. Inoltre, la biblioteca deve mettere a disposizione degli studenti che non ne abbiano adeguata disponibilità a casa attrezzature per lo studio.

Le persone hanno bisogno di informazione per soddisfare i propri interessi del tempo libero e un’altra funzione chiave della biblioteca pubblica è quella di rispondere a queste esigenze con una molteplicità di risorse su vari supporti. Le biblioteche pubbliche devono essere consapevoli dei cambiamenti culturali, sociali ed economici della comunità e sviluppare servizi che siano sufficientemente flessibili da adeguarsi a questi cambiamenti. La biblioteca pubblica dovrebbe incoraggiare la crescita artistica e culturale delle persone di ogni età organizzando varie attività. La biblioteca pubblica dovrebbe porsi al centro della comunità se vuole giocare un ruolo importante nelle sue attività. Dovrebbe perciò lavorare assieme agli altri gruppi e alle altre organizzazioni della comunità, come gli uffici statali e dell’amministrazione locale, la comunità

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imprenditoriale e le associazioni di volontariato. Si dovrebbe condurre uno studio sui bisogni informativi di questi soggetti e offrire servizi che li soddisfino. In questo modo non solo si aiuteranno le organizzazioni coinvolte ma si dimostrerà praticamente il valore della biblioteca pubblica a persone che probabilmente avranno una certa influenza sul futuro del servizio bibliotecario. Molte biblioteche pubbliche, per esempio, forniscono un servizio di informazione ai politici e ai funzionari dell’amministrazione locale, dando così una prova concreta del valore della biblioteca pubblica.

7.IL RUOLO SOCIALE DELLA BIBLIOTECA PUBBLICA

Uno dei ruoli più importanti rivestito dalla biblioteca pubblica è quello di spazio pubblico e di incontro, soprattutto nelle comunità che dispongono di pochi luoghi di aggregazione. Qualche volta è considerata il "salotto" della comunità. Recarsi in biblioteca per ricerche o per informazioni legate ai propri studi o interessi personali porta le persone a entrare in contatto informale con altri membri della comunità. Usare la biblioteca pubblica può quindi rivelarsi un’esperienza sociale positiva, anche quando può sembrare una routine non rimane mai tale. Non dimentichiamo che le biblioteche pubbliche sono a beneficio della comunità locale e dovrebbero fornire servizi di informazione di comunità in base alle esigenze degli utenti rilevate con regolarità. Questo è un compito che sottolinea l’importanza dei bibliotecari che devono essere consapevoli ed attenti ai cambiamenti sociali che derivano da fattori come lo sviluppo socio-economico, i mutamenti demografici e le variazioni nelle fasce d’età, i livelli di istruzione, i profili dell’occupazione e l’emergere di offerte educative e culturali alternative. La cultura locale dovrebbe essere molto curata non solo con documenti ma anche con raccolte di storia locale, con mostre, narrazioni di storie, pubblicazioni di interesse locale e programmi interattivi su tematiche territoriali.

7.1.La soddisfazione dei bisogni degli utenti

I servizi della biblioteca pubblica sono forniti sulla base dell’uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità o condizione sociale. Per assicurare cooperazione e coordinamento a livello nazionale, la legislazione e i programmi strategici devono anche definire e promuovere una rete bibliotecaria nazionale basata su

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standard di servizio accettati. La rete bibliotecaria pubblica deve essere progettata tenendo conto delle biblioteche nazionali, regionali, di ricerca e speciali, così come delle biblioteche scolastiche e universitarie. I servizi devono essere fisicamente accessibili a tutti i membri della comunità. Ciò comporta una buona localizzazione degli edifici, attrezzature adatte per la lettura e lo studio, le tecnologie necessarie e orari di apertura sufficienti e comodi per gli utenti. Analogamente comporta servizi esterni per coloro che non sono in grado di frequentare la biblioteca. I servizi bibliotecari devono essere adattati ai diversi bisogni delle comunità rurali e di quelle urbane. (Manifesto IFLA/Unesco sulle biblioteche pubbliche, 1994)

Per raggiungere con successo i suoi obiettivi il servizio bibliotecario pubblico deve essere pienamente accessibile a tutti i suoi potenziali utenti. Qualsiasi limitazione nell’accesso, voluta o accidentale, ridurrà la capacità della biblioteca pubblica di svolgere appieno la sua funzione primaria di soddisfare i bisogni bibliotecari e informativi della comunità che serve. Alcuni elementi importanti per offrire un servizio bibliotecario pubblico efficace sono:

• identificare l’utenza potenziale; • analizzare i bisogni degli utenti;

• sviluppare servizi per i gruppi e per i singoli;

• introdurre politiche di “attenzione al cliente” (customer care); • promuovere l’educazione dell’utente;

• cooperare e condividere le risorse; • sviluppare reti elettroniche; • garantire l’accesso ai servizi; • fornire spazi idonei alla biblioteca.

La biblioteca pubblica deve aspirare a servire tutti i cittadini e i gruppi sociali. Una persona non è mai troppo giovane o troppo anziana per usufruire di una biblioteca. Interessante è osservare i destinatari potenziali della biblioteca pubblica:

• persone di qualsiasi età e in qualsiasi fase della vita: – bambini

– giovani adulti – adulti

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– persone di diverse culture e gruppi etnici, incluse le popolazioni autoctone – disabili, per esempio i non vedenti e coloro che hanno difficoltà nella vista e

nell’udito

– persone impossibilitate a muoversi di casa

• organizzazioni all’interno della rete complessiva della comunità:

• organizzazioni e gruppi con finalità educative, culturali e di volontariato • la comunità imprenditoriale

• gli organi di governo dell’ente a cui appartiene la biblioteca, per esempio l’amministrazione locale.

Poiché le risorse sono limitate persino nelle società più agiate, non sempre è possibile soddisfare tutti gli utenti allo stesso livello. Stabilire delle priorità fondate sull’analisi dei bisogni degli utenti e sulla loro possibilità di accesso può essere un aiuto, infatti è importante sapere chi usufruisce del servizio bibliotecario e chi no, raccogliere e analizzare i dati che individuano quei bisogni individuali e di gruppi della comunità che la biblioteca pubblica può soddisfare e fornire i servizi in base all’analisi dei bisogni bibliotecari e informativi della comunità locale. I servizi della biblioteca pubblica non devono essere soggetti ad alcuna forma di pressione ideologica, politica, religiosa o commerciale, si devono adattare e sviluppare in relazione ai cambiamenti nella società, quali per esempio variazioni nelle strutture familiari, nelle modalità dei profili occupazionali, nell’evoluzione demografica, nella diversità culturale e nei metodi di comunicazione. I servizi dovrebbero tenere in considerazione sia le culture tradizionali sia le nuove tecnologie, per esempio con il sostegno alle forme di comunicazione orali e l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In alcuni paesi i servizi che la biblioteca pubblica deve fornire vengono definiti nella legislazione bibliotecaria. La loro varietà e il loro approfondimento dipenderanno dalle dimensioni della biblioteca e della comunità da servire ma tutte le biblioteche dovrebbero cercare di partecipare attivamente a una o più reti, così che gli utenti possano accedere a una vasta gamma di materiali, per quanto piccolo sia il punto di servizio.

7.2.La figura dell’utente

Le politiche e le procedure della biblioteca dovrebbero dipendere dalle esigenze degli utenti e da ciò che è più comodo per loro, non da ciò che conviene all’organizzazione e al personale della biblioteca. Si possono offrire servizi di qualità solo se la biblioteca è sensibile alle esigenze

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