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«Nel romanzo Before she met me, Julian Barnes racconta le vicende di un certo Graham Hendrick, professore universitario di storia che ha lasciato la moglie e iniziato una relazione con un’altra donna. Ad apertura del romanzo Graham ha circa quant’anni, è sposato da 15, si trova “a metà strada nella vita” e ne percepisce già “la discesa”. Durante una festa per altri versi banale, Graham incontro Ann, che dirige l’ufficio acquisti di una casa di moda dopo essere stata un’attrice cinematografica in ruoli secondari. Per qualche ragione il loro incontro risveglia in lui speranze e un senso di eccitazione quasi del tutto dimenticati. Graham sente “come se avesse ristabilito una linea di comunicazione a lungo interrotta con l’essere che era stato vent’anni prima” e si scopre ancora una volta capace di “follie ideali”.
Dopo una seria di appuntamenti clandestini la loro diventa una storia seria. Graham lascia la moglie e figlia per mettere su casa con Ann e appena ottenuto il divorzio la sposa. Il nucleo del romanzo è la progressiva scoperta da parte di Graham degli amanti avuti da Ann prima che lui entrasse nella sua vita. Lei non gli nasconde granché ma nemmeno fornisce spontaneamente dei dettagli se non le vengono richiesti in maniera diretta. Graham viene gradualmente ossessionato dal bisogno di svelare i particolari sessuali del passato di Ann. Guarda e riguarda sullo schermo le scene da lei Interpretate cercando di cogliere uno scambio di sguardi o qualche altro indizio che provi che lei e il suo eventuale compagno di scena sono stati amanti. A volte lei ammette di avere avuto rapporti sessuali con qualche suo collega ma più spesso nega decisamente.
L’ulteriore sviluppo della storia è brutale e la conclusione sconvolge quasi completamente il tono di freddo umorismo che caratterizza la maggior parte del libro. Inseguito ad approfondite ricerche Graham scopre che anche Jack, il suo migliore amico al quale aveva confidato i dubbi circa la vita di Ann “prima di incontrarmi” ha avuto rapporti sessuali con lei alcuni anni addietro. Graham va a trovare l’amico con il pretesto di riprendere il racconto delle sue confidenze. Ma arriva all’appuntamento portando con sé un coltello “ con la lama lunga sei pollici e larga uno, dalla punta acuminata”. A un certo punto, mentre Jack è voltato di schiena per sbrigare una qualche faccenda Graham lo colpisce. Jack si gira stupito e Graham gli infila più volte il coltello “fra il cuore e gli organi genitali”. Poi si mette un cerotto sul taglio che si è fatto al dito durate l’aggressione, e quindi si accascia su una sedia tenendo in mano in mano i resti della tazza di caffè che Jack gli aveva preparato.
Intanto Ann è sempre più preoccupata dall’assenza di Graham, che si è protratta tutta la notte. Dopo aver telefonato alla polizia e agli ospedali locali nel vano tentativo di rintracciarlo, incomincia a frugare nella scrivania del marito. Così trova i documenti che
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testimoniano delle ricerche ossessive svolte da Grahm sul suo passato e scopre che egli è a conoscenza della sua storia con Jack, l’unica relazione che Ann ha tenuto deliberatamente nascosta. Ann va a casa di Jack e vi trova Graham accanto al corpo insanguinato dell’amico. Senza ben capire quanto è successo, Ann si lascia calmare da Graham, il quale riesce a legarli le braccia con alcuni metri di corda calcolando che ciò gli darà il tempo necessario per realizzare il suo obiettivo prima che lei possa correre al telefono per chiedere aiuto. “Niente sipario, niente melodramma”, pensa Graham mentre riprende il coltello caduco e si procura dei tagli profondi su entrambi i lati della gola. Per quanto riguarda Ann (“lui l’amava, su questi non c’erano dubbi”), Graham ha sbagliato i calcoli: lei si scaglierà urlando contro i vetri dalla finestra. Quando arriverà la polizia, troverà che la poltrona è irrimediabilmente imbevuta di sangue e che Graham è morto. Gli ultimi paragrafi del romanzo lasciano intuire che Ann si è ammazzata, ma non sappiamo se intenzionalmente o meno.»
(GIDDENS A., La trasformazione dell’intimità: sessualità, amore ed erotismo nelle società, Il Mulino, Bologna, 1995, p. 11 e ss.)