LA FANTASCIENZA
LE ORIGINI DELLA FANTASCIENZA
Nascita della science fiction ← positivismo ottocentesco
Centralità della scienza → aspirazione all’onniscienza (sogno faustiano)
Origini più lontane della science fiction: “viaggi meravigliosi”
(Odissea di Omero)
Luciano di Samosata: Come si deve scrivere la storia,
esortazione ad una storiografia fondata sull’obiettività, e Storia vera (180 ca.), racconto di viaggi al di là delle
colonne d’Ercole
Scoperta dell’America → Somnium (1634) di Johannes Kepler, The Man in the Moon (1638) di Francis Godwin, Viaggio sulla Luna (1650) di Cyrano de Bergerac
IL ROMANZO UTOPICO
Platone: mito di Atlantide nel Timeo e in Crizia, e stato ideale in Repubblica (prima metà del IV secolo aC)
Invenzione del termine “utopia”: romanzo fantastico Utopia di Thomas More (1515-16)
Satira fantascientifica: Gulliver’s Travels (1726) di Jonathan Swift → “utopie negative”, o distopie
“Romanzo nero”, o gothic romance: The Castle of
Otranto (1764) di Horace Walpole, The Monk di
Matthew Gregory Lewis (1796)
LA FANTASCIENZA MODERNA
Primo romanzo di fantascienza vera e propria: Frankenstein (1818) di Mary Wollstonecraft Shelley (personaggio dello scienziato pazzo, poi riproposto in The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde
(1886) di Robert Louis Stevenson
Edgar Allan Poe, The Narrative of Arthur Gordon Pym (1838): primo romanzo di fantascienza di scoperta; “A Tale of the Ragged
Mountains” (1844): viaggio nel tempo
Jules Verne: eliminazione di ogni elemento soprannaturale
Herbert George Wells: scientific romances – Time Machine (1895), Anticipations (1905), The War of the Worlds (1898), The Island of Dr. Moreau (1896) The Invisible Man (1897), A Modern Utopia (1905)
Distopia: The Iron Heel (1908) di Jack London, Noi (1921) di Eugenij Zamjatin, Brave New World (1932) di Aldous Huxley, Nineteen Eighty-Four (1949) di George Orwell
LA FANTASCIENZA NEL NOVECENTO
Amazing Stories (1926) , pulp magazine fondato da Hugo Gernsback, che conia il termine
science fiction (1929), a sostituzione del precedente scientifiction
Sense of wonder della space opera
Autori “maturi”: Theodore Sturgeon, Clifford
Simak, Isaac Asimov, Ray Bradbury (The
Martian Chronicles, 1950)
UTOPIA E FANTASCIENZA
Prima science fiction: proiezione verso l’utopia, l’immaginazione di nuove scoperte scientifiche, la paura dell’ignoto
Utopia = superamento dei confini che limitano l’essere umano (Ernst Bloch, Il principio speranza, 1953-59), orientamento che trascende l’esistente (Karl Mannheim,
Ideologia e utopia, 1929)
Darko Suvin: utopia = “località alternativa radicalmente diversa, quanto a condizioni socio-politiche, dal mondo storico in cui vive l’autore”; “l’organizzazione delle
relazioni umane è più perfetta che nella comunità dell’autore”
Utopia cinetica vs. utopia statica (A Modern Utopia) Ogni utopia deve essere:
i) un locus isolato, delimitato in modo circolare (valle, isola, pianeta – più tardi, epoca storica)
ii) le categorie sotto cui l’autore e il suo tempo sussumono tali relazioni (governo, economia, religione, organizzazione militare) devono articolate in movimento panoramico
iii) “un sistema gerarchico formale
iv) una strategia drammatica esplicita o implicita nella sua visione panoramica che è in conflitto con le aspettative “normali” del lettore
IL MUNDUS INVERSUS
L’utopia assume e rimette in funzione l’antico topos del mundus inversus
Mondo straniato
Mito = determinazione soprannaturale ed eterna dei rapporti umani (vs. storia = determinazione terrena e temporale) Fiaba e fantasy = discendenti frammentati e privi di valore
religioso del mito
Paese della Cuccagna = terra di pace, abbondanza e riposo, ma anch’essa priva di valori trascendentali
Paradiso terrestre = para-utopia, dove non esistono conflitti perché il mondo non è più/ancora caduto, ed è quindi
naturalmente perfetto
IL NOVUM
La fantascienza “si distingue attraverso il dominio o egemonia narrativa di un
‘novum’ (novità, innovazione) funzionale convalidato dalla logica cognitiva”; il novum, o “innovazione cognitiva”, “è un fenomeno o
relazione totalizzante che devìa dalla norma della realtà dell’autore e del lettore implicito”; nella fantascienza questa “novità è ‘totalizzante’ nel senso che implica un cambiamento dell’intero universo del racconto, o per lo meno di aspetti cruciali di esso”: il novum plasma il cronotopo (Suvin) Hard science fiction: conforme a una “possibilità reale”
Ma ogni racconto di fantascienza deve conformarsi a una “possibilità ideale”
Il novum (cognitivo o para-cognitivo) “intensifica e radicalizza quel
movimento attraverso il confine del campo semantico (definito dalla
norma culturale dell’autore) che sempre costituisce l’evento narrativo. […]
Nella fantascienza […] il confine non è iconico ma allomorfico; la
trasgressione della norma culturale è rappresentata dalla trasgressione di una norma più che culturale, una norma ontologica, da un mutamento ontico nella realtà dell’agente” (Suvin)
I MONDI DELLA FANTASCIENZA
• La fantascienza costruisce un movimento oscillatorio tra novum e norma della realtà dell’autore: “è un’oscillazione di ritorno (di feedback) che muove ora dalla norma della
realtà dell’autore e del lettore implicito verso io novum attualizzato dalla narrativa, in nodo da rendere
comprensibili gli eventi dell’intreccio; ora invece muove da quelle novità e quell’intreccio alla realtà dell’autore, in
modo da farla risaltare dal nuovo punto prospettico raggiunto” (Suvin)
• “L’oscillazione tra il ‘mondo zero’ dell’autore e la nuova
realtà provoca la necessità narrativa di introdurre un mezzo di dislocazione della realtà”; due possibili procedimenti; “il
‘viaggio’ verso un nuovo locus, e il ‘catalizzatore’ che
trasforma l’ambiente dell’autore in un nuovo locus” (Suvin)