MECCANICA RAZIONALE ING. MECCANICA prof. Daniele Andreucci Prova a distanza del 19/01/2023
1. Un punto materiale (X, m) è vincolato alla curva regolare ψ(s), s ∈ R, con s ascissa curvilinea. Si assuma k(s) > 0 per ogni s. Si rappresenta il moto come X(t) = ψ(s(t)).
Sul punto agisce una forza F = F (s, ˙s, t), F ∈ C∞(R3).
01 Si assuma che il vincolo sia liscio e che ˙s 6= 0.
aLa reazione vincolare fvin è sempre non nulla.
b La reazione vincolare fvin è sempre nulla.
cNessuna delle precedenti.
02 Si assuma che il vincolo sia scabro secondo la legge di Coulomb-Morin di attrito dinamico con coefficiente di attrito µ > 0, e che ˙s 6= 0.
aSi ha sempre che fvin· T ≤ 0.
b Anche se F è conservativa di potenziale U , l’energia meccanica T − U in genere non si conserva lungo il moto.
cNessuna delle precedenti.
03 Si assuma che il vincolo sia scabro secondo la legge di Coulomb-Morin di attrito statico.
aA parità di altre condizioni, se F è ammissibile per l’equilibrio con coeffi- ciente di attrito µs> 0, lo è anche con coefficiente 2µs.
bA parità di altre condizioni, se F è ammissibile per l’equilibrio con coeffi- ciente di attrito µs> 0, lo è anche con coefficiente µs/2.
cNessuna delle precedenti.
Soluzione I: c
Per esempio nel caso del moto circolare in cui ψ(s) = R cos s
Re1+ R sin s Re2,
con forza F = −cX, c > 0 costante, possono presentarsi sia i casi a che b in dipendenza dei valori di c, R, m e ˙s(0).
II: b
La a non vale, perché si ha fvin· v ≤ 0, ma v = ˙sT e si può avere ˙s < 0. Invece la b è vera, ogni volta che fnorvin 6= 0, perché allora compare un termine di attrito diverso da 0 nell’equazione di moto.
III: a
Infatti se vale |Ftan| ≤ µs|Fnor|, vale anche |Ftan| ≤ 2µs|Fnor|, mentre non vale ovviamente l’analoga implicazione che darebbe b.
2. Il corpo rigido non degenere C si muova di moto polare per inerzia di polo O. Si assuma che ω(0) 6= 0.
04 Supponiamo che il moto non sia una rotazione.
aL’ellissoide d’inerzia in O può essere di rotazione, ma non una sfera.
b L’ellissoide d’inerzia in O può essere di rotazione, ma il corpo non può essere omogeneo.
cNessuna delle precedenti.
05 La velocità angolare ω può soddisfare:
a
t→+∞lim |ω(t)| = 0 . b
t→+∞lim |ω(t)| = +∞ . cNessuna delle precedenti.
06 Denotiamo con I11 ≤ I22 ≤ I33 i momenti principali d’inerzia in O.
Allora per ogni t > 0:
a
|LO(t)|2 ≤ 2I33T (0) . b
|LO(0)|2 = (2T (t))2. cNessuna delle precedenti.
Soluzione I: a
Infatti se l’ellissoide d’inerzia è una sfera tutti i moti polari per inerzia sono rota- zioni. Inoltre l’ellissoide può o meno essere una sfera indipendentemente dal fatto che il corpo sia omogeneo o no.
II: c Infatti
2T (t) = σOω(t) · ω(t) = 2T (0) > 0 , e
|ω(t)|2max
h Ihh≥ σOω(t) · ω(t) ≥ |ω(t)|2min
h Ihh. III: a
Infatti
|LO(t)|2=
3
X
h=1
Ihh2 ωh(t)2≤ I33 3
X
h=1
Ihhωh(t)2= 2I33T (t) = 2I33T (0) .
3. Un sistema di corpi rigidi è vincolato da vincoli olonomi regolari. Le coordinate lagrangiane sono indicate da q ∈ Q ⊂ Rℓ, e indichiamo con Qh(q, ˙q, t) le componenti lagrangiane delle forze. Valga l’ipotesi dei lavori virtuali.
07 I vincoli siano fissi.
aLa lagrangiana è indipendente dal tempo.
bSe la funzione costante q(t) = q0, t ∈ R, risolve le equazioni di Lagrange, allora
Qh(q0,0, t) = 0 , per ogni t ∈ R.
cNessuna delle precedenti.
08 Le forze direttamente applicate siano conservative.
aSicuramente si può definire la funzione lagrangiana.
b Sicuramente le Qh sono indipendenti dal tempo, ossia Qh= Qh(q, ˙q).
cNessuna delle precedenti.
09 Supponiamo che esista il potenziale lagrangiano Ul e che esso sia indi- pendente dal tempo, ossia Ul = Ul(q).
aVale la conservazione dell’energia.
b I vincoli sono fissi.
cNessuna delle precedenti.
Soluzione I: b
Infatti se i vincoli sono fissi Tlè una forma quadratica nelle ˙q e quindi essa e le sue derivate rispetto alle ˙qh si annullano identicamente nel moto costante. La funzione lagrangiana non è necessariamente definita in questo caso.
II: a
Infatti il potenziale lagrangiano esiste e si può calcolare componendo quello tra- dizionale con la parametrizzazione lagrangiana. Tuttavia, per esempio se i vincoli sono mobili, non necessariamente vale b.
III: c
Un controesempio sia ad a che a b è dato da un punto materiale vincolato a un piano che si muove di moto accelerato normalmente a sé stesso, nel sistema fisso, in assenza di forze direttamente applicate.
4. In ciascuno dei casi seguenti determinare ove i vincoli olonomi fissi pre- sentati siano regolari, all’interno di A ∩ Zf, ove A è il dominio di definizione del vincolo.
In ciascun caso nc = 5 e le coordinate locali sono z = (z1, . . . , z5).
10 Il vincolo definito in A = R5 è dato da:
f1(z) = z12+ z22+ z32 = 0 , f2(z) = z4−π
4 = 0 . aIl vincolo è regolare in ogni z ∈ A ∩ Zf.
b Il vincolo non è regolare per nessun z ∈ A ∩ Zf. cNessuna delle precedenti.
11 Il vincolo definito in
A = {z ∈ R5| z5∈ (0, π)} , è dato da:
f1(z) = z3 = 0 ,
f2(z) = (sin z4)(cos z5) = 0 .
aIl vincolo è regolare in ogni z ∈ A ∩ Zf.
b Il vincolo non è regolare per nessun z ∈ A ∩ Zf. cNessuna delle precedenti.
12 Il vincolo definito in
A = {z ∈ R5| z3 > 0} , è dato da
f1(z) = z3− az1z2 = 0 , f2(z) = z3− b(z21+ z22) = 0 ,
con a > 0, b > 0 costanti. Si assuma a e b siano tali che A ∩ Zf 6= ∅, e che a 6= 2b.
aIl vincolo è regolare in ogni z ∈ A ∩ Zf.
b Il vincolo non è regolare per nessun z ∈ A ∩ Zf. cNessuna delle precedenti.
Soluzione I: b
Infatti la matrice iacobiana è
2z1 2z2 2z3 0 0
0 0 0 1 0
,
in cui la prima riga si annulla identicamente se zh = 0 h = 1, 2, 3, come richiesto dal vincolo.
II: c
Infatti la matrice iacobiana è
0 0 1 0 0
0 0 0 (cos z4)(cos z5) −(sin z4)(sin z5)
,
in cui la seconda riga si annulla per esempio nelle posizioni compatibili con z4= π, z5= π/2, ma non in quelle con z4= π/2, z5= π/2.
III: a
Infatti la matrice iacobiana è
−az2 −az1 1 0 0
−2bz1 −2bz2 1 0 0
. I determinanti dei 3 minori significativi sono
2ab(z22− z21) , −az2+ 2bz1, −az1+ 2bz2.
Si noti che per i vincoli si deve avere z1z2 > 0. Dunque se i 3 determinanti si annullano tutti, si ha z1= z2e quindi a = 2b.
5. Sia C un corpo rigido non degenere; sia XZ un moto solidale al rigido.
13 La matrice d’inerzia in XZ, rispetto a una qualunque terna ortonormale positiva solidale, è:
aDiagonale.
b Costante nel tempo.
cNessuna delle precedenti.
14 Supponiamo che la matrice d’inerzia nel centro di massa abbia i 3 momenti principali uguali.
aIl corpo C non può essere una lamina (cioè essere contenuto in un piano).
b Il corpo C deve avere densità costante, cioè essere omogeneo.
cNessuna delle precedenti.
15 Supponiamo che il corpo si muova di moto polare e che l’energia cinetica del corpo si mantenga costante durante il moto.
a|ω(t)| si mantiene costante.
b Il moto è una rotazione.
cNessuna delle precedenti.
Soluzione I: b
Infatti i momenti d’inerzia e deviatori sono dati da integrali indipendenti dal tempo.
La a vale solo se la terna è principale.
II: a
Infatti se fosse una lamina il centro di massa apparterrebbe al suo piano, e si sa che in ogni punto del suo piano, uno dei momenti d’inerzia principali di una lamina è somma degli altri due.
Una sfera non omogenea ma con densità dipendente solo dalla distanza dal centro ha i 3 momenti principali nel centro (che è anche il centro di massa) uguali.
III: c
I moti polari per inerzia non rotatori sono controesempi sia ad a che a b.
6. Consideriamo il sistema formato dall’asta rigida AB di lunghezza R e massa M , e dal punto materiale (XP, m). L’asta è vincolata a giacere sul piano x3= 0 con l’estremo A nell’origine O del sistema di riferimento fisso, e XP è vincolato alla circonferenza
x21+ x22 = R2, x3= 0 . I vincoli sono lisci.
Sull’asta agisce la distribuzione di forze
dF = cse1ds − k(XB− XP) dδB,
ove s ∈ [0, R] è l’ascissa sull’asta misurata da A. Qui c, k sono costanti positive assegnate; dδB indica che la forza è applicata in B. Su P agisce la forza
FP = −k(XP − XB) .
Si usino come coordinate lagrangiane (ϕ, θ) ∈ (−π/2,3π/2) × (−π/2,3π/2), tali che
XlP(ϕ) = R cos ϕe1+ R sin ϕe2, XlB(θ) = R cos θe1+ R sin θe2.
1) Si determini l’energia cinetica lagrangiana del sistema.
2) Si determini il potenziale lagrangiano delle forze direttamente applicate all’asta.
3) Si dimostri che le equazioni di Lagrange sono:
d
dt[mR2ϕ] = kR˙ 2sin(θ − ϕ) , d
dt[I ˙θ] = −kR2sin(θ − ϕ) −cR3 3 sin θ .
4) Si determinino le posizioni di equilibrio del sistema e se ne studi la stabi- lità.
5) Assegnate le condizioni iniziali
ϕ(0) = 0 , θ(0) = 0 , ϕ(0) = ˙˙ ϕ0, ˙θ(0) = ˙θ0,
si determini una limitazione su ˙ϕ0, ˙θ0 in termini di m, M , R e dei momenti di inerzia di AB che garantisca
|θ(t)| ≤ π
3 , per ogni t.
6) Usando come coordinate locali del sistema
x1A, x2A, x3A, x1B, x3B, x1P , x2P, x3P , si esprimano i vincoli dati come vincoli olonomi regolari.
Soluzione 1) Si ha
vlP = R ˙ϕ(− sin ϕe1+ cos ϕe2) . Quindi
TPl = m 2R2ϕ˙2.
Usando la formula dell’energia cinetica per moti polari di corpi rigidi si ha TABl =1
2σAω· ω =1 2I ˙θ2,
con I momento d’inerzia dell’asta rispetto a un asse ortogonale in A.
2) Per quanto riguarda la forza elastica si ha Uel= −k
2|XB− XP|2, quindi
Uell = −k
2R2[(cos ϕ − cos θ)2+ (sin ϕ − sin θ)2] = −kR2[1 − cos(θ − ϕ)] . La distribuzione dF ha potenziale
dUd= csx1ds .
Quindi
Udl=
R
Z
0
csx1ds =
R
Z
0
cs2cos θ ds = cR3 3 cos θ .
3) Il potenziale UABl calcolato nel punto 2) è in realtà il potenziale lagrangiano completo, perché Uel è il potenziale del sistema di forze elastiche applicate in B e in P . Pertanto le equazioni di Lagrange sono
d
dt[mR2ϕ] = kR˙ 2sin(θ − ϕ) , d
dt[I ˙θ] = −kR2sin(θ − ϕ) − cR3 3 sin θ . 4) Il sistema del gradiente del potenziale è
kR2sin(θ − ϕ) = 0 ,
−kR2sin(θ − ϕ) −cR3
3 sin θ = 0 , che equivale a
sin(θ − ϕ) = 0 , sin θ = 0 . Perciò si ha equilibrio se e solo se
θ ∈ {0, π} , θ − ϕ = nπ , n ∈ Z , naturalmente per (ϕ, θ) ∈ Q. Dato che appunto
−2π < θ − ϕ < 2π ,
si deve avere n ∈ {0,1, −1}. Quindi le posizioni di equilibrio (ϕ, θ) ∈ Q sono (0,0) , (π,0) , (0, π) , (π, π) .
Per studiare la stabilità, calcoliamo l’hessiana di Ul:
D2Ul(ϕ, θ) =−kR2cos(θ − ϕ) kR2cos(θ − ϕ) kR2cos(θ − ϕ) −kR2cos(θ − ϕ) − cR33cos θ
.
Si vede che l’hessiana è definita negativa in (0,0), definita positiva in (0, π), indefi- nita in (π,0) e in (π, π).
5) Usiamo la conservazione dell’energia, scritta in coordinate lagrangiane
Tl− Ul= m
2R2ϕ˙2+1
2I ˙θ2+ kR2[1 − cos(θ − ϕ)] − cR3 3 cos θ
≥ kR2[1 − cos(θ − ϕ)] −cR3 3 cos θ . Quindi per le condizioni iniziali indicate si ha
m
2R2ϕ˙20+1
2I ˙θ20− kR2−cR3
3 ≥ −kR2cos(θ − ϕ) − cR3 3 cos θ ,
che conduce a m
2R2ϕ˙20+1
2I ˙θ20≥ kR2[1 − cos(θ − ϕ)] +cR3
3 [1 − cos θ] ≥cR3
3 [1 − cos θ] . Poiché l’ultimo membro è strettamente crescente in (0, π/2), la limitazione deside- rata si ottiene sostituendo θ = π/3.
6) I vincoli sono m = 6 e sono dati da
x1A= 0 , x2A= 0 , x3A= 0 , x3B = 0 , x21P + x22P− R2= 0 , x3P = 0 . R. 1)
Tl=m
2R2ϕ˙2+1 2I ˙θ2. 2)
UABl = −kR2[1 − cos(θ − ϕ)] +cR3 3 cos θ . 3)
mR2ϕ = kR¨ 2sin(θ − ϕ) , I ¨θ = −kR2sin(θ − ϕ) −cR3
3 sin θ . 4)
(0,0) , stabile; (π,0) , (0, π) , (π, π) , instabile.
5)
mR2ϕ˙20+ I ˙θ02≤ cR3 3 . 6)
x1A= 0 , x2A= 0 , x3A= 0 , x3B = 0 , x21P + x22P − R2= 0 , x3P = 0 .