• Non ci sono risultati.

POLITECNICO DI TORINO Repository ISTITUZIONALE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "POLITECNICO DI TORINO Repository ISTITUZIONALE"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

13 November 2021

POLITECNICO DI TORINO Repository ISTITUZIONALE

Biblioteche in mostra alla 53. Biennale d'Arte / Morriello R.. - In: BIBLIOTECHE OGGI. - ISSN 0392-8586. - STAMPA. - 27:8(2009), pp. 66-67.

Original

Biblioteche in mostra alla 53. Biennale d'Arte

Publisher:

Published DOI:

Terms of use:

openAccess

Publisher copyright

(Article begins on next page)

This article is made available under terms and conditions as specified in the corresponding bibliographic description in the repository

Availability:

This version is available at: 11583/2576743 since:

Editrice Bibliografica

(2)

66

Biblioteche oggi – ottobre 2009

Artifici a cura di Rossana Morriello

costruiscono relazioni e con- nessioni e agiscono come ca- talizzatori o laboratori per il pensiero creativo. Il progetto di Chun è ispirato in parte dal celebrato testo di Jorge Luis Borges La biblioteca di Babele che paragona la bi- blioteca all’universo con la grande idea che sia un de- posito per tutta la conoscen- za e la verità individuale.

L’universo è governato da un ordine che noi percepia- mo solo parzialmente ma che evoca l’idea dell’infinito e dell’eterno – come materia né creata né distrutta – ma che solo è. L’“esagono cremi- si” nella biblioteca di Borges è un libro contenente la co- noscenza universale che in- vestirà il lettore di un potere divino. Il solo problema è che questo libro non può es- sere trovato sebbene esista in qualche luogo nella bibliote- ca. La ricerca continua del bibliotecario per la fonte del- la saggezza universale è qualcosa di parallelo alla stessa condizione umana – una richiesta che inevitabil- mente rimarrà incompiuta.2

La biblioteca di Chun viene quindi rappresentata come il luogo in cui si compie que- sta incessante ricerca, il cui oggetto sono le verità per definizione inconoscibili, teo- rie irrisolte, narrazioni inspie- gate, domande incomplete e senza risposta, e i dibattiti fi- losofici di cui non si è venu- ti a capo. La biblioteca, scri- veva Borges, è interminabi- le. Gli scaffali antropomorfi di Chun non contengono li- bri, ma evocano gli strumen- ti, le idee, i testi che hanno permesso all’uomo nel cor- so della storia della cultura di raggiungere le conoscen- ze scientifiche, filosofiche, ar- tistiche che oggi fanno par- te del nostro patrimonio culturale. Gli scaffali sono disposti in una forma borge-

N

egli ultimi anni le varie e- dizioni della Biennale d’Arte di Venezia si sono caratteriz- zate per una presenza sem- pre maggiore di installazioni video e performance artisti- che riprodotte da immagini in movimento, riflesso evi- dente di una tendenza, quel- la alla “vita sullo schermo”, tipica della società attuale, ma allo stesso tempo mani- festazione di quella propen- sione alla “fluidità” che è ca- ratteristica della cultura con- temporanea. Di conseguen- za, in questa importante ma- nifestazione artistica, che rac- coglie le espressioni anche più estreme dell’arte contem- poranea, ma che proprio per questo difficilmente si ha oc- casione di vedere in altri con- testi, aumentano di anno in anno i filmati, i video, oltre all’arte digitale. Molti filmati, ci sembra in misura crescen- te, hanno per oggetto luo- ghi, spesso spazi freddi e vuoti, e persone, di prefe- renza intente a compiere ge- sti ripetitivi e ossessivi. Non fa eccezione l’edizione del 2009, la 53. Esposizione In- ternazionale d’Arte, nella qua- le semmai l’alienazione tra- smessa da tali installazioni è ancora più percettibile, in par- ticolare tra le opere degli ar- tisti dei paesi occidentali. In questo contesto tendenzial- mente di desolazione, spic- cano come residuali barlumi di speranza le poche icone del nostro tempo, sopra tut- te Barack Obama, ritratto da diversi artisti, fin anche co- me novello San Giorgio che avvolto in una bandiera a stelle e strisce trafigge, pro- prio davanti alla Casa Bian- ca, il suo drago (il titolo del

dipinto è Yes, We Can) e so- no peraltro due artisti russi, Vladimir Dubossarsky e Ale- xander Vinogradov, gli au- tori dell’opera che fa parte della mostra Danger! Museum esposta a Palazzo Bollani.

Dunque ci si potrebbe aspet- tare di non trovare tracce di quelle forme di cultura, ap- parentemente fissa e immo- dificabile, che il libro invece rappresenta. Ma ovviamente non è così. Come già si po- teva notare nelle precedenti edizioni,1 il libro è quanto mai presente alla Biennale, come soggetto di installazio- ni, soprattutto tra gli artisti che operano al di fuori dei paesi occidentali. Un’intera

location, quella della Fonda- zione Gervasuti, che ospita la presenza nazionale della Corea, è occupata da un’in- stallazione dal titolo “Libra- ry”, creata dall’artista di ori- gine coreana, ma londinese di adozione, Woojung Chun e curata da James Putnam.

Partendo dall’ispirazione del- le parole di Borges nell’inci- pit del racconto La bibliote- ca di Babele, l’artista corea- na costruisce una biblioteca immaginaria con scaffali, ta- voli, stipi e altri oggetti facil- mente “riconoscibili come simboli della conoscenza cer- ta e organizzata”.

Scrive il curatore della mo- stra, James Putnam, nel co- municato stampa ufficiale:

La biblioteca è una potente metafora della conoscenza che evoca immagini di or- ganizzazione, studio, ricer- ca e scoperta. Le biblioteche

Biblioteche in mostra alla 53. Biennale d’Arte

Due immagini di “Library”, installazione di Woojung Chun alla 53. Biennale d’Arte di Venezia

66-67 artifici.qxd 21-10-2009 9:33 Pagina 66

(3)

67

Biblioteche oggi – ottobre 2009

sianamente esagonale attor- no a due globi, quasi a vo- ler simbolizzare il tentativo della cultura, della bibliote- ca, di racchiudere e quindi controllare tramite la cono- scenza “certa e organizzata”

il mondo. L’ambiente è ca- ratterizzato da una luce sof- fusa che lascia gli scaffali e gli oggetti in una semioscu- rità simbolo dell’impossibili- tà di raggiungere tutte le ri- sposte e quindi di poter ave- re la piena luce, ma che e- voca anche la descrizione borgesiana della biblioteca di Babele dove la luce che emettono le lampade “è in- sufficiente, incessante”. L’ef- fetto complessivo dell’instal- lazione è particolarmente sug- gestivo.

Il tema della Biennale, Ma- king worlds, “Fare mondi”, sembra tutto racchiuso in questa installazione in cui i mondi vengono “fatti” con la cultura. Come scrive il cu- ratore della 53. Biennale, Da- niel Birnbaum, “un’opera d’arte è una visione del mon- do e, se presa seriamente, può essere vista come un modo di fare mondi”.3Dun- que la visione del mondo di Woojung Chun è forte- mente influenzata dal pote- re della biblioteca e del bi- bliotecario di costruire un ordine all’interno del mon- do, perlomeno di quello cul- turale.

Ma l’artista coreana non è l’unica ad essere stata ispira- ta dalla biblioteca per “fare mondi”. È ancora da Orien- te, da Hong Kong, che arri- va un’altra suggestione bi- bliotecaria. L’artista in mo- stra, il trentaduenne Pak Sheung Chuen, ha cercato di costruire il suo mondo

“perfetto” a partire dalla bi- blioteca, nello specifico la New York Public Library. Nel padiglione “Making (perfect) world”, in Campo della Ta- na all’Arsenale, vi è infatti

un’istallazione intitolata Mea- suring the Size of the Sea Storing in a Library, che è la rappresentazione di una por- zione di mare racchiusa da libri disposti lungo la circon- ferenza. Nel catalogo dell’e- sposizione, l’autore spiega:

Ho trascorso un paio di gior- ni in una biblioteca e ho let- to tutti i suoi volumi, al fine di misurare la grandezza del mare immagazzinato nella biblioteca. Vediamo come ho fatto! È stato quan- do ho trovato per caso un li- bro con un’immagine del mare che riempie la coperti- na o la pagina interna sen- za rispettare i margini, vole- vo prenderlo in prestito quel libro. Poi ho collegato ogni livello dei libri del mare fin- ché non hanno creato la forma del mare. Il concetto di questa opera d’arte deri- va dal nostro immaginario sulla nozione di “un unico”

mare. Quando guardiamo il mare, non possiamo mai scorgere la fine. Non impor- ta da dove lo si osserva, ge- neralmente tutti vedono la stessa cosa. Questa opera

d’arte è stata eseguita presso la Filiale della Biblioteca Pub- blica di Ottendorfer, New York, che conta circa 6.000 libri nella sua collezione, 68 dei quali hanno un’im- magine del mare che non rispetta i margini, e di que- sti 56 sono sulla copertina.4 Questo mare “immagazzina- to nella biblioteca” non può che far pensare alla cono- scenza, anch’essa senza mar- gini e senza fine, tanto che si parla spesso del mare del- la conoscenza. Il tentativo di quest’opera non è dissi- mile da quello di Woojung Chun: racchiudere qualcosa di infinito come il mare, co- me la conoscenza, in uno schema ordinato e organiz- zato rappresentato dalla bi- blioteca. Nell’installazione di Chuen il mare diventa uno spazio delimitato dai libri, dalla forma regolare, la for- ma più simbolicamente per- fetta, il cerchio. L’installazio- ne oltretutto è collocata nel- la New York Public Library dove l’artista ha una sua e- sposizione personale perma- nente intitolata Page 22.

Sono queste le opere più emblematiche di interesse bi- bliotecario in mostra alla Bien- nale, ma non sono le uni- che che hanno a che fare con libri e biblioteche. I libri sono oggetto di diverse in- stallazioni, appesi al soffitto come una sorta di costella- zione oppure disposti alle pareti e sui tavoli o dentro teche. In apparente concor- renza con altre forme di frui- zione dell’informazione e del- la cultura, a cominciare da Google che è oggetto del- l’installazione dell’irlandese Kennedy Browne nella Chie- sa e Istituto di Santa Maria della Pietà, dal titolo Milton Friedman on the Wonder of the Free Market Pencil, co- stituita da 42 pagine stam- pate con le traduzioni di Google “in 41 lingue in or- dine alfabetico in loop con- tinuo, che iniziano e finisco- no in inglese”.

L’arte in movimento e digi- tale si alterna alle forme cul- turali più tradizionali, e non solo per quanto riguarda il libro, ma questa sembra es- sere la caratteristica della cultura odierna e del futuro.

Per “fare mondi” oggi servo- no entrambe, tradizione e modernità, o forse, come re- cita un’iscrizione nell’espo- sizione dell’Arsenale, sem- plicemente la questione è che “più le cose cambiano, più rimangono le stesse, so- lo il passo è differente”.

1Si veda ROSSANAMORRIELLO, Lo spazio sociale della biblioteca.

Appunti sulla 10. Mostra Inter- nazionale di Architettura di Venezia, “Biblioteche oggi”, 25 (2007), 6, p. 13-17.

2 La traduzione dall’inglese è mia.

3<http://www.labiennale.org/

it/arte/esposizione/53_eia.html>.

4 Artist from Hong Kong. Ma- king (Perfect) World, a cura di Tobias Berger, catalogo della mo- stra alla 53. Biennale d’Arte di Venezia, p. 31.

Artifici

66-67 artifici.qxd 21-10-2009 9:33 Pagina 67

Riferimenti

Documenti correlati

Abstract—This paper presents a sensorless control technique based on direct flux vector control (DFVC) method for synchronous reluctance (SyR) motor drives fed by a three-phase

This study shows that the proposed approach may be quite effective in treating cancer patients, giving results similar to (or perhaps slightly better than) those provided by

To this aim, the coating reaction to heat or flame application is reported in Figure 7 where a FE-SEM micrograph of coating (5% APP/MTM)) before combustion (Figure 7a), SEM

The articles presented in the issue, sixteen in number, can be thematically categorized into seven titles which span an extended part of the multi-particle research discipline and

This paper develops a new technique where individual judgments – which are expressed in the form of partial preference orderings, including the more/less

Fatigue fracture surfaces of horizontal stress relieved and HIPped Ti-6Al-4V specimens (low oxygen content) observed by stereomicroscopy (a,b) and FESEM analysis (c,d): (a)

We perform the described analysis on three network scenarios (see Fig.1). Links are supposed to be bidirectional, uniform and uncompensated fiber-pairs. We first consider

La riduzione dei valori di trasmittanza termica determina la dimi- nuzione del fabbisogno di energia termica del fabbricato per la climatizzazione invernale; al contrario,