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Localizzazione della funzione d’onda

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Academic year: 2021

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(1)

Localizzazione della funzione d’onda

Voglio studiare il comportamento nello spazio delle coordinate di funzioni d’onda di cui sia noto il comportamento nello spazio dei numeri d’onda. Denoto con ϕ(k) e ψ(x) rispettiva- mente le relative funzioni d’onda normalizzate, tra le quali c’` e la relazione

ψ(x) = 1

Z +∞

−∞

ϕ(k)e

ikx

dk

Un esempio tipico ` e la distribuzione gaussiana

ϕ(k) = 1

π

1/4

exp

µ

1 2 k

2

il cui corrispondente ` e ψ(x) = 1

π

1/4

1

Z +∞

−∞

e

12k2+ikx

dk = 1

π

1/4

e

−x2/2

Si pu` o facilmente verificare che

Z +∞

−∞

|ϕ(k)|

2

dk =

Z +∞

−∞

|ψ(x)|

2

dx = 1

(2)

Test

Un possibile esercizio ` e quello di ottenere ψ(x) a partire da ϕ(k) mediante trasformata di Fourier numerica. Per verificare l’esattezza del proce- dimento conviene considerare il caso speciale in cui

ϕ(k) = 1

π

1/4

exp(−k

2

/2) dato che in questo caso

ψ(x) = 1

π

1/4

exp(−x

2

/2)

e quindi si pu` o usare come test della cor- rettezza della subroutine per la trasformata.

Vanno anche scelti oculatamente i punti k

1

, k

2

, . . . , k

N

in cui valutare ϕ(k

i

) e i corrispondenti x

1

, x

2

, . . . , x

N

.

(3)

Fast Fourier Transform secondo le librerie gsl

Per fare la trasformata di Fourier si pu` o usare la routine fornita con le gsl (anche una rou- tine per l’integrazione numerica funziona, ma ` e molto pi` u lenta e poco educativa). Le routine preconfezionate per la FFT hanno un modo particolare di immagazzinare dati in entrata e risultati in uscita. Considero un esempio parti- colare (maggiori informazioni con info gsl-ref):

i dati in entrata devono essere impacchettati secondo la seguente logica in un array D di di- mensione 2N se faccio la FFT di una funzione f (x)

D

0

= <(f

0

) D

1

= =(f

0

) D

2

= <(f

1

) D

3

= =(f

1

)

D

4

= <(f

2

) D

5

= =(f

2

) D

6

= <(f

3

) D

7

= =(f

3

) . . . dove f

i

= f (i∆). In entrata quindi i valori della funzione consecutivi corrispondono a

f (0), f (∆), f (2∆), f (3∆) . . .

In uscita nello stesso array si trovano i valori della trasformata nella sequenza (per N pari)

F (0), F (1/(N ∆)), . . . , F ((N/2)/(N ∆) = 1/(2∆))

(4)

seguiti da

F (−1/(2∆)), . . . , F (−1/(N ∆))

L’array ` e di 2N elementi, ogni intero indica la parte reale subito seguita da quella immagina- ria.

Per usare la FFT nelle gsl bisogna includere il file hgsl/gsl fft complex.hi o simile (esistono pi` u file diversi da includere a seconda della trasformata che si vuole fare) e poi usare la funzione gsl fft complex radix2 transform(array, 1, size t N,±1) dove il segno positivo o negati- vo dipende dalla trasformata, diretta o inversa, che si vuole fare; attenzione al fattore di nor- malizzazione 1/N che c’` e solo in uno dei due casi!

Un altro test consigliabile ` e fare la trasformata

diretta seguita da quella inversa e vedere se si

ottiene la funzione di partenza.

(5)

Pacchetto d’onde

con numero d’onda in un intervallo

Ora si pu` o procedere a fare la trasformata di Fourier del problema che interessa, cio` e un pacchetto d’onda definito da

ϕ(k) = 1

k

2

− k

1

k

1

≤ k ≤ k

2

e zero altrove. In questo modo il pacchetto ` e normalizzato in modo appropriato. Calcolo la trasformata di Fourier analiticamente

ψ(x) = 1

q

2π(k

2

− k

1

)

Z k

2

k1

exp(ikx)dk

= 1

q

2π(k

2

− k

1

)

(exp(ik

2

x) − exp(ik

1

x)) ix

Ponendo

K = k

1

+ k

2

2 q = k

2

− k

1

(6)

Ottengo

ψ(x) =

s

2

πq exp(iKx) sin(

qx2

) x

Si verifica facilmente che questa funzione d’onda

` e correttamente normalizzata

Fissato k

1

si calcoli ora, in funzione di q = k

2

−k

1

lo scarto quadratico medio per il numero d’onda ∆k e le coordinate ∆x. Dato che il principio di incertezza dice che per l’impulso

∆x∆p ≈ ¯ h avr` o che

∆x∆k ≈ 1

Si faccia anche un grafico della densit` a di pro-

babilit` a |ψ(x)|

2

per diversi valori di q

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