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MASSONERIA E NON SOLO

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Academic year: 2022

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AVVERTENZA: Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario indipendente, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno dei massoni, dall'addetto alla redazione Fr Alb.

Vac. (E mail serenamenteluf@gmail.com). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l'autore, l'editore, la fonte ecc., ci impegniamo a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. Tutti gli articoli dei quali non è citato l'autore sono riconducibili ad Alberto Vacca, in quanto sua creazione e/o suo lavoro di reperimento su stampa, libri e/o Internet. Gli articoli pubblicati sono per uso interno e non vanno diffusi all'esterno senza il consenso esplicito dell'autore o dell'addetto alla redazione.

sere nam MASSONERIA E NON SOLO ente

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

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Evento LUF Italia

Convegno della Serenissima a Scalea

Il culto di Mitra e la via del Libero Muratore

Il R.S.A.A. da Charleston ai giorni nostri

Simboli, riti e tradizioni. Il filo sottile tra il crisitanesimo e il paganesimo

Angitia, Signora del segreto Iniziatico, del Silenzio e della Luce salvifica

UFL 1905: l’Italiano Benetti Presidente mondiale

Paganesimo e neo paganesimo culturale

Il mitreo italiano più antico

Massone eplulso reintegrato dal Giudice Due novembre: onoranze funebri

Ahinoi Stefano...

Il melograno, un frutto austero all’esterno e altrentanto ricco all’interno

sommario:

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inter nos

pensieri in libertà

TAVOLE E RIFLESSIONI

Evento LUF Italia

Convegno della Serenissima a Scalea

Il culto di Mitra e la via del Libero Muratore

La LUF Italia organizza per martedì 25 novembre p.v., ore 20, al Rist. Cecilia Metella via Appia Antica 127 - Roma, la conferenza sull'architettura romana “La misura di Roma tra cielo e terra”.

Relatore il noto studioso Arch. Piero Meogrossi.

Seguirà una cena conviviale (costo 35 Euro).

L'aperitivo sarà servito dalle 19,30.

L'incontro è aperto a simpatizzanti ed amici.

La Serenissima Gran Loggia Nazionale d'Italia – Palazzo del Sacramento, ha svolto a Scalea, dal 24 al 26 ottobre il convegno: Il ruolo della donna nella Massoneria Universale”.

Molti i relatori alcuni dei quali provenienti da Brasile, Francia, Messico e Stati Uniti.

Il programma ha previsto anche un corso di riallineamento dei chakra.

Il Venmo e Potmo Fratello Luc. Gra. 33 ha svolto l'intervento di apertura.

Tavola incisa dai Fratelli Purusha e Akira tratta da “La voce dell'Apprendista n. 5/2012”

«Una società iniziatica non può essere antireligiosa; ha la funzione di procurare alla élite l'accesso alla conoscenza metafisica integrale (esoterismo) mentre la religione dispensa a tutti quel minimo di verità

indispensabile alla salvezza (exoterismo)» - René Guénon

Maestro Venerabile, Fratelli tutti, all'onore che ci avete fatto richiedendoci una Tavola di tracciamento per questa sera si è subito affiancato in noi il senso di responsabilità per la delicatezza dell'argomento, potenzialmente in grado di collidere sia con le regole che come Massoni ci siamo dati secoli fa, sia con la sensibilità dei singoli Fratelli.

La scelta di un culto ormai estinto non risponde peraltro alla logica del politically correct (che in quanto liberi pensatori ci ripugna alquanto): ci è anzi sembrata una valutazione opportuna perché dà la misura di come tutte le esperienze esoterico- religiose, che pure sono legate dal filo rosso della Tradizione, sono destinate ad essere inghiottite dalla polvere dei secoli.

Ma questo non vuol dire che siano avvenute invano, e che il loro passaggio non abbia lasciato traccia nell'inconscio collettivo junghiano o – come appunto preferiamo dire noi – nella Tradizione.

Siamo anzi convinti sostenitori del contrario: la Tradizione si serve dei contesti esoterico- sacrali come veicolo per le epoche future, e ciò spiega il perché della nostra apparente fissazione per l'ortodossia e per la regolarità, unici baluardi contro l'altrimenti inevitabile degenerazione della Sapienza che ci venne dall'Alto.

Questa è la chiave di lettura attraverso cui vogliamo avvicinarci al culto mitraico, che ebbe grande fortuna a partire dalla fine del I secolo d.C. e raggiunse il periodo di massima diffusione al tempo degli imperatori Severi, per godere di un effimero splendore sotto l'imperatore Giuliano detto l'apostata.

Il Mitraismo occidentale è il risultato di una lunga e complessa evoluzione dell'antico culto iranico (filtrato dalla cultura greca) e come molti altri culti di origine orientale, anch'esso aveva le caratteristiche della religione iniziatica e segreta.

Questo è uno dei motivi per cui i santuari (mitrei) furono sempre ricavati in ambienti sotterranei - che in qualche modo rappresentavano l'universo nel suo complesso, mentre gli oggetti in esso posizionati ne rappresentavano simbolicamente gli elementi e le parti - ove solo i fedeli erano ammessi in ragione del grado iniziatico da loro posseduto (cui corrispondeva il livello di conoscenze esoteriche acquisite) e severamente interdetti ai profani.

Come in tutti i misteri, anche a quello mitraico si era ammessi attraverso una iniziazione riservata ai soli uomini; il progresso nei vari gradi (corvo, ninfo, soldato, leone, persiano, corriere del sole, padre) prevedeva il passaggio attraverso prove simboliche; i fedeli erano disposti sui due lati del mitreo, il soffitto riproduceva il cielo stellato.

In forza di quanto si è detto sopra, non devono stupire le numerose analogie strutturali con la Libera Muratoria, erede designata in questa nostra epoca della Tradizione misterica e dell'iniziazione solare-osiridea. Mitra è infatti strettamente associato al Sole (tanto che lo inizia ai propri misteri), è affiancato a Varuna (insieme al quale personifica i due aspetti del cielo, diurno e notturno, l'ordine cosmico e umano e la dualità in genere) oppure ai dadofori (portatori di fiaccole), in una sorta di trinità che richiama il sole dell'aurora, del mezzogiorno e del tramonto, ovvero la primavera, l'estate e l'autunno,

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ovvero ancora le Luci della Loggia.

Oltre agli aspetti celesti e solari la sua originaria personalità connessa con la giustizia assunse via via una connotazione cosmogonica e soteriologica, mirante cioè alla salvezza dell'uomo. Sul primo versante, l'uccisione da parte di Mitra del Toro (inteso come segno zodiacale legato al fiorire della Terra con la benedizione di Venere) traspone sul piano cosmogonico l'annuale risveglio primaverile della natura ed il riavvio del ciclo della vita: molto sarebbe da dire – ma non è questa la sede – sulle analogie con l'acacia e col motto alchemico putrescat ut resurgat. Questo su un piano squisitamente esoterico.

Sul piano religioso, è soprattutto l'aspetto soteriologico che ci permette di gettare un ponte tra la tradizione mitraica e quella cristiana.

Secondo le due leggende tradizionali, Mitra nasce alternativamente o dalla roccia (Terra) fornito di elmo, spada e fiaccola (simboli di Fuoco) oppure dal ventre di una vergine, nel quale egli decide di incarnarsi. È interessante evidenziare che i festeggiamenti per la sua nascita avvenivano il 25 dicembre; Mitra secondo la tradizione sarebbe morto a trentatré anni per risorgere dopo tre giorni ed essere assurto in cielo, da dove continuerebbe a proteggere gli esseri umani.

Ad abundantiam, si rileva poi che il culmine del cerimoniale era un banchetto a base di pane (prodotto a partire dal grano, cioè dal midollo del toro) ed acqua (o forse vino, prodotto dall'uva, cioè dal sangue del toro).

Non è nostro interesse – né nostro compito – tentate di stabilire una qualche primogenitura di una tradizione rispetto all'altra: era però essenziale sottolineare qui l'esistenza di molteplici punti di contatto non solo tra Mitraismo e Massoneria ma anche tra questo ed il Cristianesimo.

Viene da chiedersi allora: c'è una ragione particolare per cui la massoneria a differenza del mitraismo non si è evoluta come religione? La risposta è sì.

Nella sua forma ortodossa, che trova piena reificazione nelle Costituzioni andersoniane del 1723, cui da sempre affianchiamo gli antichi Landmarks, la Libera Muratoria emerge quale scuola di perfezionamento morale e di crescita spirituale, un peculiare sistema di morale, dunque, come afferma la sua definizione più nota. Eppure, sarebbe ipocrita nasconderci un'evidenza: nella massoneria di tipo latino, e di derivazione francese in particolare, non è raro trovare forme più o meno palesi di religiosità muratoria; cosa sono altrimenti i rituali che disciplinano il matrimonio massonico ed il funerale massonico?

Non ci addentreremo oltre nel trattare un tema che è on the edge, ci limitiamo a rilevare che tali esempi sono senz'altro calzanti, ed inducono a generare un equivoco tra i massoni stessi, influenzati più o meno pesantemente al punto da far ipotizzare, in casi simili, l'insorgere di una sorta di religiosità massonica, antitradizionale ed in contrasto con le regole del Craft: la Via della Conoscenza, che è propria del Libero Muratore, è una Via iniziatica e non un culto religioso pubblico, e dunque non è per tutti, anzi: “molti sono i chiamati, pochi gli eletti”.

Pertanto il riconoscimento coniugale ed il funerale massonico sono accettabili purché siano rettamente intesi: non sacramenti, ma condivisione dei momenti più felici -e dei più dolorosi- dell'esistenza con i nostri Fratelli, che dopo anni ed anni di Massoneria sono ormai una famiglia allargata, la nostra comunità.

Possiamo e dobbiamo segnalare quanto sopra all'attenzione della Loggia, come spunto di riflessione tra le nostre colonne, ma anche come memento su quanto è profonda la differenza tra massonerie, e su quant'è diversa la percezione che di uno stesso sostantivo hanno coloro i quali ne fanno parte.

Accolgo molto volentieri l'invito di “Serenamente” a presentare questo mio lavoro sulla Genesi del Rito Scozzese Antico e Accettato.

Una premessa doverosa è quella di evidenziare intanto che non sono uno scrittore, né uno storico e vi confesso che la costruzione di questo lavoro è stata abbastanza impegnativa, non tanto per i contenuti, frutto di molti anni di ricerche, quanto il dare a questi contenuti una forma semplice, facilmente fruibile, scorrevole nella lettura e possibilmente non noiosa nonostante l'elencazione di date, riferimenti e presentazione di documenti integrali. Spero di essere riuscito a raggiungere questo obiettivo.

Ma veniamo al libro. Nasce da una serie di tavole, tracciate su specifica richiesta del Presidente del Concistoro della

di tutto un pò

LEGGIAMO INSIEME

Il Rito Scozzese Antico e Accettato da Charleston ai nostri giorni

Un recente libro del Potmo Fratello Franco Cenni 33 all'Obbedienza di Palazzo Vitelleschi, che ho potuto conoscere in anteprima ed il cui acquisto (10 Euro) consiglio a tutti coloro che amano

approfondire la loro conoscenza della Massoneria.

Ringrazio l'amico Franco, vecchio compagno di gioventù ed ora di Massoneria, per l'articolo sotto riportato, da lui inviatomi, e per avermi donato una copia del libro arricchita da una

bellissima dedica.

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Regione Lazio, poi collegate fra loro, e infine, divenute appunto un libro, stampato in proprio ed in economia.

Noi tutti sappiamo che la Massoneria è un'Istituzione antica, che si è tramandata nei secoli, unitamente ai suoi segreti, soprattutto con il metodo del bocca-orecchio.

Alcuni erroneamente credono che la Massoneria sia nata il 24 giugno del 1717; in effetti in quella data vi fu una grande

“intuizione” da parte di alcuni Fratelli inglesi che decisero di fondare ed istituire la “Gran Loggia di Londra” unendo le fila di quattro Logge fino ad allora in competizione tra loro. Ancora in quei tempi la Massoneria operativa inglese lavorava solo su due Gradi, come ben si può immaginare quelli di Apprendista (Accepted Prentice) e Compagno d'Arte (Fellow of the Craft). Le Logge erano dirette da un solo Maestro, il Maestro Venerabile.

La trasformazione delle Logge da operative a speculative consentì l'ingresso di nuovi Fratelli che poco o nulla avevano a che fare con l'arte della costruzione. Questi nuovi inserimenti provenivano da ogni scansione della società civile di allora;

inevitabilmente cominciarono ad aumentare le aspettative di questi nuovi Fratelli e nel volgere di pochissimi anni si cominciarono ad effettuare elevazioni al grado moderno di Maestro. Questo avvenne non solo in Inghilterra ma anche e soprattutto in Europa. In questo lavoro ho posto sotto la lente d'ingrandimento soprattutto la Massoneria francese, che nel XVIII secolo, era quella che diede segni di maggiore vivacità, più nelle province che non nella capitale.

Ma l'appetito vien mangiando dice il proverbio, e così anche il Grado di Maestro non bastò più a contenere le aspirazioni di questa nuova generazione di Massoni: un'Istituzione, come quella del Maestro Venerabile “ad vitam”, venne agilmente superata; ma le “personalità emergenti” cominciarono ad aspirare a qualcosa di più importante, di più solleticante per il proprio orgoglio (e presunzione), e cominciarono a pullulare, qua e là, in particolare nella provincia francese, Gradi di

“Perfezionamento” che vennero a formare un dedalo di Gradi sempre più altisonanti, e con la pretesa di essere più importanti dei precedenti.

In poco meno di trent'anni (1730-1760), si arrivò così alla formulazione di un elenco di 25 gradi del Rito Scozzese (1763);

questo venne approvato e promulgato dalle autorità imperiali dell'epoca, ed esportato nel nuovo mondo, dove si sviluppò ulteriormente, fino a giungere alla fondazione a Charleston nel 1801, del primo “Supremo Consiglio”, posto a capo del Rito Scozzese Antico e Accettato, che si sviluppò definitivamente su 33 gradi.

Sin da allora venne stabilito che ogni Nazione del mondo poteva essere rappresentata da un solo “Supremo Consiglio”.

Uno e uno solo.

Vorrei terminare questa mia breve presentazione, proponendo ai lettori di “Serenamente” quella che è stata, a mio avviso, la più grande e meravigliosa sorpresa nel constatare come la vivacità e la fantasia, anche, riscontrata nel XVIII secolo in quanto a creazione di nuovi Gradi, abbia poi prodotto, appunto nel 1801, uno schema in 33 gradi che da allora nessuno ha mai più modificato, né osato farlo. Viste le premesse, un vero miracolo.

Vi sono poi tutta una serie di capitoli che ci conducono dalla fondazione del “Supremo Consiglio” del R.S.A.A. per l'Italia nel 1805, passando attraverso tutti i travagli del XX secolo, dalla dolorosa scissione ferana, ai drammi del periodo fascista, alla faticosa riemersione e via via fino ai nostri giorni. Da sottolineare il capitolo fondamentale dell'accettazione della Donna in Massoneria, abbattendo quel tabù dell'Iniziazione solare, tanto caro alle Obbedienze di matrice anglosassone, e ormai decisamente anacronistico.

Concludo, Inviando a tutti i lettori di “Serenamente”, che seguono il Sentiero Scozzese, un fraterno abbraccio nei NNN.SSS.NNN.

Fr. Franco Cenni 33°

Articolo di Dario Coglitore pubblicato il 25 luglio u.s. sul sito Resapubblica.it

Intorno alla metà del XVIII sec. la Massoneria in Europa era divenuta una tale potenza occulta che, Papa Benedetto XIV, temendo potesse adombrare la Chiesa Romana, si vide costretto a confermare e ad estendere, nella sua enciclica del 18 maggio 1751 “Providas Romanorum pontificum”, la bolla di scomunica “In eminenti” già emanata contro i Liberi Muratori da Clemente XII nel 1538.

Le corti di Spagna e di Napoli, gli stati di Manheim, l'Austria, la Savoia, Milano, Genova, Venezia, persino Costantinopoli e i territori ottomani si unirono alla crociata papale.

Solo la Francia mostrò una certa neutralità. Questa intolleranza demagogica per tutte le tradizioni iniziatiche estranee al Cattolicesimo origina dal rifiuto dei primi cristiani della sapienza e della morale pagana. I Liberi Muratori e i loro simboli furono, pertanto, ritenuti eretici. Ma come spiegare la squadra col compasso nella figura dei quattro Santi coronati, in bella mostra a San Michele a Firenze? Come spiegare simboli, formule e riti di carattere prevalentemente misterico.

Come spiegare il rito della “Benedictio Fontis,” discesa dello Spirito Santo sull'acqua, con il rito dell'Acqua Eterna di origine pagana nei trattati di alchimia greca del I sec.? (In Iside, la profetessa, al figlio Oro).

La verità è che tutte le tradizioni esoteriche, Cristianesimo compreso, affondavano le loro radici in un'unica fonte. Il rito stesso della comunione con il pane ed il vino, simboleggianti il “Corpo ed il Sangue” del Dio era già in uso presso gli

Simboli, riti e tradizioni. Il filo sottile tra il cristianesimo e il paganesimo

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verso l'arcano

NELLO SPIRITO, PERCORRENDO LA TRADIZIONE...

i Etruschi e i Romani, nella celebrazione del Sacro Matrimonio: la “Confarreatio.” Anche nelle cerimonie degli antichi Misteri, si ritrova la Sacra Bevanda: il Nama, acqua di vita. Unita alla parola cunctis significa “bevanda della comunione”

analoga al “Soma” indù. Già ai tempi di san Cipriano e di sant'Ambrogio, vescovo di Milano (397 e.v.) l'Eucarestia era spesso celebrata ancora con l'acqua.

Ciò indica, secondo Jung, che ai primi cristiani premeva soprattutto il simbolismo dei misteri più che l'osservanza letterale delle parole istitutive della messa. Quelli di Samotracia poi, iniziavano dalla purificazione e dalla “confessione dei peccati” innanzi a un sacerdote uditore, come si rileva da Plutarco nella vita di Alessandro. Lo stesso Platone riferisce che tali istituzioni liberavano dai delitti commessi in vita, anche dopo la morte.

Non di meno furono quelli di Creta, e della Frigia, che precedettero i Piccoli e Grandi Misteri di Eleusi, fondati sul culto di

“Cerere e Bacco-Dionisio.” Diodoro Siculo ci assicura che essi erano identici nella loro “segreta dottrina” a quelli d'Egitto, e che Cerere differiva da Iside solo nel nome.

Per quanto afferma Eusebio, inoltre, Clemente Alessandrino li conosceva di fatto. Origine, confessa Porfirio, ne conosceva il senso. Lo stesso dicasi per Teodoreto ed altri. Narra poi il mito che dal corpo smembrato di Osiride, Principio Generativo della Natura, virtù spermatica dell'universo, siano germogliati l'uva e il farro da cui derivò il pasto sacro, che sotto forma di una piccola ostia rotonda sollevata in alto si può osservare sul noto dipinto nella tomba degli sposi a Tarquinia. Notizia riportata da Pincherle.

I semi contenuti poi, nella spiga e nell'acino, simbolizzanti le due sostanze maschile e femminile indicavano l'androginia del Dio. Un concetto già noto alla dottrina pagana. Come spiegare inoltre la quasi perfetta analogia del rito azteco del

“teoqualo”, “mangiare il dio”, trasmessoci da frate Bernardino da Sahagùn agli inizi del XVI sec.? Una pasta ottenuta col seme tritato del papavero aculteato formava il corpo del dio Uitzilopochtli che, trafitto da una lancia e smembrato, veniva assunto sotto forma di minutissimi pezzetti.

Nel corso dei secoli, dunque, l'opposizione alla chiesa di certe correnti eretiche non fu dovuta alla presunta corruzione del clero, ma al fatto che la si riteneva usurpatrice della effettiva gerarchia iniziatica e imperiale.

“Cuius regio eius religio” ovvero “I sudditi seguano la religione del proprio re” (importante principio sancito dalla Pace di Augusta nel 1555)

Silio Italico la dice figlia di Aete, la collega all'arte di estrarre i veleni dalle erbe e le assegna il potere di formulare gli incantesimi:

Ae<e>tae prolem Angitiam mala gramina primam monstrauisse ferunt tactuque domare uenena et lunam excussisse polo,stridoribus amnes frenantem,ac siluis montes nudasse uocatis. (3)

Karol Kerenyi, ricostruendone la genealogia, la considera figlia del Sole, sorella di Circe e Medea e, assimilandola pertanto alla già citata Anahita, dea mesopotamica del solstizio d'inverno, le assegna l'attributo mediterraneo di Mater Matuta. (4)

Aurea genitrice spirituale è legata al ciclo lunare, in cui asseconda il ritmo della fecondità vegetativa ed animale, e al tempo del sole nascosto, quali sono la notte ed il solstizio d'inverno. In questo senso è detentrice di un inviolabile segreto che non è lecito svelare, e su questo attributo fonda il valore fascinatorio delle sue azioni, sempre in bilico tra la Morte e il mistero delle rinascite.

Tavola della Sorella Mar. Con. Nic. 30 Potentissimo della Camera del 4° grado Angizia allo Zenit di Pescara all'Obbedienza del R.S.A.A. - Giurisdizione Italiana

La Loggia di Perfezionamento dei Maestri Segreti, istituita a Spoltore, nella Valle del Tavo, sotto gli auspici del Supremo Consiglio d'Italia del 33° e ultimo grado, porta il titolo distintivo di Angizia, misteriosa divinità di origine indo-europea, particolarmente invocata in area italica, osco-umbra e latina sotto diversi nomi che però la riconducono al medesimo lemma accadico: an > accanto e ahitu > fianco, (colei che aiuta stando a fianco) appellativo della iranica Anahita o Anchita compagna di Mitra, nome sumero del Sole. (1) Per i Peligni era Anaceta, per i Sanniti Anagtia, per i Latini Angerona, per i Marsi Angitia.

Per tutti era la signora dei passaggi stretti, la consolatrice delle angosce e la rappresentazione mitica del silenzio iniziatico. (2)

Angitia, signora del segreto iniziatico, del silenzio e della luce salvifica

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Assimilata alla terra con l'attributo di Keria (dall'accadico kerû) è citata, per riportare solo gli esempi più conosciuti, nella tavola sacrata dell'Orto di Agnone (5), in quella della Grotta di Rapino, nel bosco dei Marsi che da lei prende il nome (Lucus Angitiae), in vari culti ad Ostia, Preneste e nella stessa Roma.

Di lei non possediamo una iconografia certa, anche se più di un elemento induce ad ipotizzare che in età arcaica il suo simbolo fosse la chimera funeraria raffigurata sui dischi corazza di produzione fucense. (6)

Macrobio, ricorrendo alle fonti antiche (Verrio Flacco, Masurio e Giulio Modesto) ci informa che a Roma il simulacro della dea, collocato sull'ara di Volupia, sul lato occidentale del Palatino, si presentava con “ore obligato atque signato”, ovvero con l'indice della mano destra posto sulle labbra ad indicare l'obbligo del silenzio. (7)

Lo stesso gesto è attribuito ad Ascelpio a cui Ermete Trismegisto ricorda l'impossibilità di rappresentare a parole l'essenza di Dio:

Concepire Dio è difficile e, anche per chi sia in grado di concepirlo, descriverlo è impossibile. È impossibile, infatti, per un essere corporeo esprimere l'incorporeo; e non è possibile, per un essere imperfetto, cogliere il perfetto; ed è difficile, per un essere destinato a durare poco tempo, entrare in compagnia con l'eterno. (...). Io intuisco, o Tat, intuisco; quello che è impossibile esprimere è Dio. (8)

Al pari del dio di Epidauro con cui condivide il serpente, infatti Angizia ha funzioni salutari, consolatorie ed iniziatiche che affondano nel nebuloso (agli uomini) potere di Dioniso padrone delle rinascite agli stadi della coscienza superiore.

La latinità, fino ad una epoca tarda, come riportano Plinio e Caio Giulio Solino, le dedicava, il 21dicembre, la celebrazione del silenzio, come parte determinante nella evocatio (pratica di evidente funzione magica), del nome segreto di Roma. (9)

La dea, quindi rappresentava simbolicamente il valore morale del segreto custodito: Non alienum videtur inserere hoc loco exemplum religioni santiquae ob hoc maxime silentium institutae. Namque diva Angerona, cui sacrificatur a.d. XII kal. Ian., ore obligato obsignatoque simulacrum habet. (10)

A differenza della dea Tacita Muta, punita per il suo eccessivo ciarlare, ma anche a differenza di Ascelpio il cui la mancanza di parola rimanda alla catalessi provocata per motivi anestetici, quello di Angerona è un silenzio consapevole ed autoimposto. (11)

Solo lei, infatti, in qualità di Madre che vede entro l'oscurità (non di poco conto è al riguardo che il bosco sacro in cui vive si dica “ lucus a non lucendo) (12) conosce i segreti del Sole che, giunto al punto estremo del suo corso, sembra destinato a scomparire. Solo lei conosce la fragilità dell'astro e le inquietanti pratiche dello smembramento del vecchio ariete entro il caldaio d'oro di Medea, a cui forse segue una ierogamia ancora più segreta.

Per questo Angerona è la “regina notturna presso la quale Helios ritrova e raccoglie per una nuova nascita la sua aurea essenza sperperata in una notte che forse non è d'amore, ma di morte”. (13)

Ma su tutto si impone il silenzio che rimanda, nel suo significato più profondo, all'archetipo di ogni pratica iniziatica, compreso quella inerente il nome nascosto entro il pomerio sacro di Roma. Non a caso, per arrivare a questa conclusione Kerenyi deve associare Angerona agli insegnamenti pitagorici della Scuola italica e fermarsi a ricercare l'Afrodite sotteranea di Taranto.

Meno espliciti sono i documenti che riguardano il Santuario nazionale dei Marsi posto sulle rive del lago fucense.

Nonostante i recenti ritrovamenti di tre simulacri femminili in un'area contigua al sacello, è ancora la coroplastica anatomica della stipe votiva a parlarci della virtù guaritrice di Angitia; ma la Gorgone salvifica apposta sui kardiophilahes aufinati, in epoca certamente anteriore ai materiali archeologici restituiti dal deposito, rimanda tuttavia ad un concetto più complesso ed ambiguo di salvezza che non solo non esclude la morte fisica, ma a volte passa simbolicamente attraverso di essa.

Medusa, come è noto appartiene alla stirpe di Pontos e come tale rimanda all'abisso acquatico e ad una indistinta entità delle origini in cui il serpente ha la medesima mostruosità demiurgica di Echidna, di Erittonio e del drago delle storie tebane di Cadmo. (14)

In questa ottica Angitia si pone in tutta la sua alterità ambivalente: da un lato riacquista la funzione di regina della oscurità angosciante da cui trae il serpente, le qualità divinatorie, incantatrici e salvifiche; dall'altro quella di figlia della luce solare che conferma la sua autorità sulle tenebre sulle quali si staglia il solstizio d'inverno.15 ***

Riassumendo gli attributi di Angizia, in specie quelli individuabili nel culto fucense, e confrontandoli con i caratteri morali e simbolici della Camera di perfezionamento dei Maestri Segreti, è parso ai Fratelli di poter trovare alcuni punti di convergenza tra il mito della Figlia del Sole e il rito costruito sugli sviluppi della leggenda hiramica. In particolare si è individuato un parallelo tra gli aspetti indicati nel sottostante schema:

1) La figura di Angizia evoca l'angoscia psichica derivante dai passaggi stretti, quali possono essere intesi la morte e il passaggio esoterico di status.

1) Nella Camera di perfezionamento dei Maestri segreti aleggia l'angoscia derivante dalla morte di Hiram, assassinato dai tre perfidi compagni.

1) 2) L'oscurità del lucus rimanda ad una condizione ctonia e di morte.

(7)

2) La Camera è posta in una oscurità mortuaria di cui le lacrime sono il simbolo.

3) Angizia custodisce un segreto indicibile. Tace poiché non vi è parola che ne possa esprimerne i contenuti e in tal modo umanamente violarlo.

3) I Maestri segreti custodiscono un'urna misteriosa che contiene un segreto indicibile poiché la chiave che potrebbe aprirla è spezzata e la parola è perduta.

1)

1) 4) Nonostante viva nell'ombra di un bosco Angizia è figlia del Sole e, al pari di Arianna, le si addice l'epiteto di Regina luminosa.

4) Nonostante i segni di morte, il lavoro dei Maestri segreti è luminoso come ricordala lettera Zeta (ziza – lo splendore) posta all'interno della stella fiammeggiante.

5) Angizia conosce e dispensa le virtù delle piante, tra cui spicca l'alloro il cui legno costituisce la verga di Ascelpio.

5) I Maestri segreti sono coronati di alloro e di olivo a cui riconoscono una simbologia salvifica.

6) Il silenzio di Angizia ha carattere 6) Il silenzio e il gesto simbolico dei

archetipale. Maestri segreti è il portato di un

archetipo iniziatico. Tanto detto a conforto della scelta che ha indirizzato i Maestri segreti ad intitolare la Camera di perfezione ad Angitia, occorre infine aggiungere che, benché la Massoneria storica ha fatto tesoro di tutta la Tradizione iniziatica che per millenni ha attraversato la cultura antropologica, riassumendone i vari aspetti all'interno della propria filosofia, tuttavia si è consapevoli che nello specifico il mito solare di Angizia non ha concorso in nessun modo alla formulazione della ritualità dei Maestri segreti. I paralleli che si sono rilevati sono il frutto di una idea originaria che “rappresenta perfettamente gli archetipi, da cui la mente suppone siano stati tratti”. (16)

A chiusura infine è d'obbligo chiarire che questa riflessione, messa in chiare lettere da chi scrive e si firma, corrisponde nelle linee generali al pensiero individualmente espresso dai singoli Maestri segreti che compongono la Camera di perfezione.

nota bene: l'immagine che apre la riflessione rappresenta un particolare dei si- mulacri ritrovati nel sacello del Luco di Angitia

note e bibliografia:

1 Giovanni Semeraro, Le origini della cultura europea, Olschki, Firenze 1984.

2 Giacomo Devoto, Gli Antichi Italici, Vallecchi, Firenze 1951.

3 Angitia figlia di Eeta, per prima scoprì le male erbe, così dicono, e maneggiava da padrona i veleni e traeva giù la luna dal cielo; con le grida i fiumi tratteneva e, chiamandole, spogliava i monti delle selve. Silio Italico, Punicae, libro VIII, vv. 495- 50.

4 Karol Kerenyi, Le Figlie del Sole, Bollati Boringhieri, Torino 1991.

5 Per il culto di Agnone si veda: Loretta Del Tutto Palma, La tavola di Agnone nel contesto italico, Olschki, Firenze 1996. Per quello di Rapino e di Luco dei Marsi: Luisa Franchi dell'Orto-Adriano La Regina, Culture adriatiche antiche, d'Abruzzo e Molise, De Luca, Roma 1978; per Preneste: Micol Perfigli, Divinità funzionali e funzionalità divine nella religione romana, ed. Ets. Pisa 2004.

6 Raffaella Papi: I dischi corazza abruzzesi, Giorgio Bretscneider Editore, Città di Castello 1990.

7 Macrobio, Saturnalia, 1.10.7.9. Per Verrio Flacco, Masurio e Giulio Modesto si rimanda ad Ettore Paratore, Storia della letteratura latina, Sansoni, Firenze 1979.

8 Corpus hermeticum (a cura di Ilaria Ramelli), Bompiani, Milano 2005.

9 Plinio, Naturalis historia, 3.5.65. Caio Giulio Solino, Collectanea rerum memorabilium 1.6.

10 Non mi sembra fuori luogo inserire a questo punto l'esempio di un antico dio religioso istituito proprio per esortare a tale silenzio: la dea Angerona infatti, la cui festa ricorre il 21 dicembre, ha una statua con la bocca chiusa e sigillata. Plinio op.

citata

11 Per il mito di Tacita Muta, la cui festa cadeva dopo le idi di febbraio, si rimanda ad Ovidio. Fasti, II, vv. 585-616; e ad Eva Cantarella, Passato prossimo, Feltrinelli, Milano 2009.

12 Varrone, De Lingua latina.

13 Karol Kerenyi, op. cit.

14 Per una interpretazione del serpente come demiurgo si veda, ad vocem, Hans Biedermann, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, Milano 199.

15 Per il suo valore iniziatico delle divinità femminili ctonie si rimanda a Roberto Tresoldi, Enciclopedia dell'esoterismo, De Vecchi. Milano, 2009.

16 John Locke, Saggio sull'intelletto umano, (II,31,§1), Bompiani, Milano 2004.

(8)

ipse dixit

UFL 1905: l'italiano Benetti Presidente mondiale

Nei giorni 4 e 5 ottobre si è tenuta in Roma, presso il Grand Hotel Tiberio, l'Assemblea Generale della Universala Framasona Ligo-1905 nel corso della quale le varie Delegazioni Nazionali hanno eletto come Presidente mondiale il Fr Luigi Benetti.

Il Presidente uscente, il Fr Serge Lubin, ha evidenziato l'alto onore riconosciuto, per la prima volta dall'ultimo dopoguerra, ad un italiano.

Riportiamo nel seguito il discorso che nell'occasione il Fr Benetti ha rivolto all'Assemblea.

I lavori sono stati allietati da un'agape fraterna cui ha fatto seguito un saggio musicale al piano del Fr:. Manuel Quesada.

Domenica mattina è stato organizzato, come omaggio agli ospiti stranieri, un giro turistico in Roma con pullman riservato che si è concluso all'elegante ristorante "Parco Massimi" situato all'interno di quella che fu la splendida limonaia degli omonimi principi.

Discorso del F Luigi Benetti Cari SS\e FF\

Ringrazio il Consiglio Amministrativo e l'Assemblea Generale per la fiducia dimostratami con l'elezione a Presidente Internazionale di questa antica e importante Associazione massonica che è la UFL-1905.

Ringrazio il nostro Presidente Emerito Raymond Ekchian e il Presidente Serge Lubin che durante il loro mandato hanno saputo far regnare e circolare la fraternità. E' stato fatto molto lavoro sia in Europa, sia nelle Americhe, sia in Africa, ma rimane ancora molto da fare.

La UFL-1905 al momento del suo massimo splendore contava una settantina di paesi e circa 12.000 affiliati in tutto il mondo. Poi lo sviluppo dell'Associazione s'interruppe a causa delle guerre mondiali. Avemmo momenti di grande crisi e oggi, per certi aspetti, ci ritroviamo quasi nella stessa situazione del secolo scorso.

La Lega non è né un club, né un'Obbedienza e ancora meno una Loggia. Non è neppure da confondere con una confraternita. Fino ad oggi, è la sola e unica associazione di massoni regolari di tutte le Obbedienze e di tutti i gradi, che si riuniscono per discutere di questioni massoniche. Fratelli di tutti paesi, con usi, costumi, tradizioni, storie diverse, ma che hanno un unico obiettivo: l'UNIVERSALISMO in tutte le sue dimensioni esistenziali, culturali, artistiche.

La UFL-1905 nacque a Boulogne Sur Mer (Francia) nel 1905 durante un congresso di esperanto. Vi era la necessità di una lingua comune affinché i Massoni potessero capirsi, dialogare e spiegarsi. Il Fr\ Zamenhof, un odontoiatra, fu il grande ideatore dell'esperanto, e con l'apporto di altri valenti Massoni, come Sebastiao de Megalhoas, scrittore e ministro, nacque la UFL. Sul tema vi invito a leggere il libro di Theo Marti dal titolo “Des Hérésies Maçonniques a l'histoire de la Ligue Universelle de Franc-Maçon”.

Oggi occorre dire che se la UFL non esistesse, bisognerebbe fondarla, anche se dopo la seconda guerra mondiale sono sorte altre organizzazioni come CLIPSAS, SIMAS, Chaine d'Union, Associazione Massonica Mediterranea e altre. E' infatti la sola istituzione massonica che permette di praticare una vera catena universale di Massoni di tutte le Obbedienze, di tutti i Riti, di tutte le nazionalità; i suoi componenti non portano decorazioni né titoli altisonanti né, cosa molto importante, interferiscono nelle questioni delle Obbedienze dei vari stati.

Ma veniamo al giorno d'oggi: davanti agli squilibri esistenziali e filosofici, in un contesto di povertà dilagante, dove dominano valori economici e materiali, l'uomo rischia lo smarrimento globale. Bisogna ritornare alla Filantropia.

Riprendendo il significato del termine Filantropia, che deriva dal greco “filos” amico o amante e “ànthropos”

uomo, vediamo che esso indica un sentimento d'amore nei confronti degli esseri umani. Esistono altri termini per indicare lo stesso concetto (vedi ad es. il pensiero cattolico, quello illuministico di Kant, di Diderot e d'Alembert, il “Discorso” del Fratello Andrew Ramsay) ma tutti parlano di uno slancio amoroso verso il prossimo.

Purtroppo quello che l'uomo comune apprende oggi dalla realtà diventa per lui l'unica ed autentica Verità, per quanto triste. Non possiamo più permetterci di ignorare, di rimanere sordi alle voci dei popoli più lontani, di parcheggiare le Grandi Culture del passato e dell'Oriente dietro la doppia barriera che fu sempre insormontabile a causa delle distanze e del nostro rifiuto di CAPIRE.

Mi direte, con ironia, che il problema non è nuovo. Indubbiamente, ma mai la diversità, la complessità, la ricchezza dell'Universo sono stati così accessibili, e al tempo stesso così pericolose per l'ordine tradizionale di ogni tipo di Società.

Mai il contrasto è stato così brutale fra le qualità della vita quotidiana, le diversità di culture, i valori di riferimento.

E' un mondo nel quale ognuno di noi, conoscendo apparentemente i propria limiti, rischia di essere superficiale o di abbandonarsi ad una stanchezza esistenziale. Deve quindi aggrapparsi a tutto ciò che lo circonda, a tutto ciò che sa, a tutto ciò che può fare, ai suoi amici, al suo amore, con il rischio di perdersi nella Confusione Universale, di non conoscere più NULLA, di non più Amare e di non più Dare.

E' anche un mondo nel quale non esistono più scuse per l'ignoranza, l'insensibilità e l'indifferenza. Quando un Uomo

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ci propone la concezione di un tipo di Vita che non è la nostra, quando giudica bello quello che noi percepiamo orribile, se ci limitiamo a non ASCOLTARLO cadiamo nel LASSISMO individuale e collettivo.

Dobbiamo ormai abituarci a vivere con il “sentimento” permanente di appartenere ad un mondo troppo grande per noi, ad un'umanità troppo diversa; però dobbiamo perseguire il criterio virtuoso di una Saggezza che dimostreremo agli altri attraverso la scelta di un'esistenza, di un lavoro, di un'ascesa verso l'essenza di noi stessi e di un altruismo.

L'EQUILIBRIO, straordinariamente difficile, che dobbiamo mantenere fra la Superficialità e la Profondità è senza dubbio quel che c'è di più autenticamente NUOVO nella condizione umana dell'UOMO in questo XXI° Secolo. Negare ciò sarebbe inutile. Dobbiamo prendere atto di questo problema esistenziale e adoperare tutte le nostre capacità per risolvere tale “situazione vitale”.

Comune a tutti gli Uomini, questo problema è essenziale e meno angoscioso per gli Scienziati e gli Artisti. Infatti, ambedue lavorano alle frontiere del MISTERO. La loro missione stessa è di armonizzare il progresso con l'Alta Tradizione, di trovare la sintesi fra il rivoluzionario ed il conservatore. Con il loro lavoro possono aiutarsi ed aiutarci, mettendo ordine nel Caos permanente che ci circonda e tracciando SENTIERI che ci uniranno in un'Autentica Comunità Umana.

Il nostro futuro non sarà facile. Bisognerà imparare a partecipare alla vita della nostra collettività senza dimenticare mai quella della nostra Terra, a coltivare il nostro senso personale di Bellezza e di Armonia, rimanendo capaci di percepirLe sempre e dovunque; dobbiamo imparare a proteggere i fiori dei nostri giardini dai grandi venti che spazzano la superficie di una Terra senza frontiere. Tale è la condizione del Vero Uomo Filantropico Moderno.

In questo contesto la LUF si propone come un laboratorio d'idee e di cultura, un posto dove di tutto si può parlare tranne che di politica, di religione o d'affari, un posto che lascia largo spazio alle arti come linguaggio universale.

Fratelli e sorelle di ogni paese, qui presenti e uniti, cerchiamo di contribuire ad un NUOVO RINASCIMENTO culturale nel mondo, con un umanesimo capace di difendere le virtù della Massoneria, che vada oltre i litigi fra le obbedienze spesso fratricide e che ci allontanano dall'Universalismo.

Tutti i sentieri conducono a Roma; v'invito a ritornarvi arricchiti di tutti i lavori che compieremo a nome e per conto della LUF.

Ho detto.

articolo tratto da “La Voce dell'Apprendista n. 5/2012”

Con la cristianizzazione dell'Europa, e in seguito anche delle altre aree pagane, la religione cristiana assorbì molti elementi preesistenti, tutt'oggi riscontrabili in particolare nel Cattolicesimo.

Esempi di queste influenza sono il culto dei Santi, alcuni dei quali furono letteralmente sovrapposti ad una corrispondente divinità pagana; il culto della Madonna, che molti studiosi identificano come una continuazione del culto della Dea Madre, influenzato in particolare dalla figura della dea kemetica Iside, soprattutto nell'iconografia; le aureole, che molti vedono come una riproduzione dei dischi solari che contraddistinguevano le divinità egizie (sebbene l'elemento dell'aureola fosse già diffuso in tutto il mondo indoeuropeo, anche nelle religioni orientali); la figura di Satana, che secondo molti è frutto della fusione tra le caratteristiche di alcune divinità pagane delle foreste, come Pan e la figura del satiro; e molte altre caratteristiche simboliche.

Un ridestato interesse per la cultura classica cominciò a farsi sentire nell'Alto Medioevo, in particolare grazie alla filosofia scolastica. Tommaso d'Aquino tentò già in precedenza una fusione tra la teologia e la cosmologia pagane con la dottrina cristiana.

Nel Rinascimento la mitologia antica iniziò ad essere studiata, sebbene questo studio fosse ancora di carattere interpretativo a base cristiana, e tendesse a non ricercare nei miti il loro significato allegorico originario.

Parallelamente iniziò a svilupparsi una filosofia naturalistica, basata sulla percezione mistica della natura, e che attingeva parecchi elementi dai millenari sistemi teologici indoeuropei, come ad esempio il concetto di immanentismo della Divinità.

Questa filosofia nacque anche grazie ad una diffusione di correnti magiche ed esoteriche, oltre che a nuovi modi di concepire l'universo e la sua natura. Molti esponenti di questa corrente filosofica, come il monaco Giordano Bruno, furono spesso condannati al rogo, poiché si opponevano all'oscurantismo della Chiesa cattolica e alla sua dottrina.

Le prime forme di Neopaganesimo propriamente detto, fecero la loro apparizione nel periodo del Romanticismo, con una riscoperta in particolare del Paganesimo nordico e di quello celtico (sebbene un'organizzazione di quest'ultimo fosse già nata nel 1792).

La culla della lenta riscoperta pagana fu il nord Europa, con una certa concentrazione in Inghilterra. Quest'epoca fu contrassegnata dalla comparsa di molte organizzazioni di carattere occultistico, che non si proponevano come vere e proprie nuove religioni ma piuttosto come congreghe di iniziati. A questi gruppi contribuirono personaggi come William Butler Yeats, Maud Gonne, Arthur Edward Waite, e Aleister Crowley.

Paganesimo e Neopaganesimo culturale

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Già negli anni venti, Margaret Murray ritenne di avere le prove dell'esistenza di un'antica religione ancora praticata, scampata dalle persecuzioni della Chiesa. Bisogna aspettare gli anni quaranta per assistere alla nascita di una nuova religione, la Wicca, che oggi riscontra una diffusione sempre più capillare in America.

La Wicca attinge solo in parte dalle tradizioni precristiane, fondandosi maggiormente sulla filosofia del suo fondatore, Gerald Gardner, il quale sostenne di essere stato iniziato a questa religione da un gruppo segreto, guidato da una donna che si faceva chiamare Vecchia Dorothy, che molti ritengono trattarsi di Dorothy Clutterback, di ritorno dalle colonie in India.

La rinascita alla luce del sole degli antichi culti seguì a ruota, negli anni sessanta e settanta rinacquero il Druidismo e l'Odinismo, negli anni ottanta e novanta toccò al Kemetismo, al Dodecateismo, alla Via Romana agli Dèi e all'Olimpianesimo.

Attiva invece durante tutto il Novecento è stata la rinascita dello Slavismo. Tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo il Paganesimo moderno inizia ad incrementare in popolarità e a diffondersi tra le nuove generazioni.

“Religio mater superstitionum” ovvero “La religione è la madre delle superstizioni” (Lucrezio)

Il mitreo italiano più antico

Massone espulso reintegrato dal Giudice

2 Novembre: onoranze funebri…

Un mitreo del 1° sec. a.C., il più antico mai trovato in Italia, è stato recentemente scoperto ad Anguillara Sabazia, nei pressi di Roma. Si trova all'interno dello stabilimento di imbottigliamento dell'Acqua Claudia e non è fruibile al pubblico.

E' stata rinvenuta anche la “fossa sanguinis”, il posto in cui veniva sacrificato il toro, ma anche animali più piccoli, con il cui sangue veniva iniziato l'adepto al culto del dio Meithras / Mitra).

La giustizia civile annulla la Giustizia massonica. Non so se è una buona notizia: certamente lo è in tutti quei casi nei quali la Giustizia massonica è più asservita all'ossequio che alla verità. “Obsequium amicos, veritas odium parit”.

(Terenzio)

ANSA 4 ottobre 2014 << Allontanato dalla massoneria per non aver pagato la quota associativa alla loggia Heredom 1224 del Grande Oriente d'Italia, è stata reintegrato per ordine del giudice del Tribunale civile di Cagliari, una delle rare pronunce in Italia sul mondo dei massoni.

Protagonista il Maestro muratore Mario Stevelli. Lui si è appellato alla giustizia accusando la loggia di condotta persecutoria e ora il giudice ha riconosciuto che "non sussiste la morosità superiore ai 12 mesi che porta all'esclusione".

>>

Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza per i defunti andare al Cimitero.

Ognuno ll'adda fà chesta crianza;

ognuno adda tené chistu penziero.

Ogn'anno, puntualmente, in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza,

anch'io ci vado, e con dei fiori adorno il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza. (Totò)

Sono le prime due strofe della notissima poesia “La Livella” che il Fratello Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, Altezza Imperiale, conte Palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo (tutti titoli riconosciuti dal Tribunale di Napoli nel 1946), artisticamente conosciuto come Totò, dedicò a questa commemorazione che è nella tradizione italiana e cristiana.

Con questa poesia l'autore “insegnò” che tutti i defunti hanno la stessa dignità, indipendentemente da ciò che furono.

Anche la storiella trasmessa dal Potentissimo Fratello Mar. Gla. 33 che riporto appresso, ci insegna che non solo i

brevi note

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defunti, ma anche le diverse tradizioni funebri hanno la stessa dignità e devono quindi godere dello stesso rispetto.

“Un uomo stava posando dei fiori sulla tomba della moglie, quando vide un cinese mettere un piatto di riso sulla tomba accanto.

L'uomo si rivolse al cinese e con sarcasmo gli chiese: “Mi scusi lei pensa davvero che il suo defunto verrà a mangiare il riso?”

Rispose il cinese, “Si. Quando il suo verrà ad odorare i fiori”.

Morale. Rispettare le tradizioni altrui è una delle più grandi virtù che un essere umano possa possedere. Le persone sono diverse e pertanto, agiscono in modo diverso.

Non giudicare. Semplicemente comprendi.

“Ignoro tutto quello che so

E non so proprio nulla di tutto quello che ignoro.

Come credere dunque alla morte

Se so che un giorno tu morirai”. (Jacques Prevert, Fatras, Guanda Editore)

La stampa riferisce dell'indagine Time Out, legata al fallimento della società sportiva senese Mens Sana, nella quale è stato iscritto nel Registro degli Indagati anche il Fr Stefano Bisi, Serenissimo Gran Maestro del G.O.I.

Tutti ovviamente sono innocenti fino a prova contraria e proprio noi, che abbiamo indirettamente subito sulla pelle di alcuni Fratelli, le “violenze legittime” del cosiddetto Processo Hiram, sappiamo come a volte i sospetti si rivelino inconsistenti o addirittura infondati.

Nel nostro caso ci furono alcuni nostri Fratelli rinviati a giudizio ed uno addirittura, sospettato di reati mafiosi, incarcerato in attesa di giudizio per circa due anni. Alcuni profani furono condannati, ma I NOSTRI FRATELLI FURONO ASSOLTI, però le loro vite profane e massoniche subirono un grave e direi irreparabile danno.

Molti collegarono, more solito, i presunti reati individuali a tutta la Massoneria, ma almeno oggi non si è ripetuto il solito trito andazzo anzi noto con compiaciuto stupore molta ed opportuna cautela.

Sono vicino al Fratello Bisi e gli auguro che l'indagine possa evidenziare presto la sua innocenza in modo che la sua vita profana e massonica si confermi “a piombo”.

Non giudicate e non sarete giudicati (Vangelo di Luca 36,38)

Ahinoi Stefano…

Il melograno, un frutto austero all'esterno e altrettanto ricco all'interno

U n a r t i c o l o d e l l ' a m i c o g i o r n a l i s t a D o t t . P i e t r o Vi t a l e d i r e t t o r e d e l b l o g i n t e r n a z i o n a l e :

Siamo abituati a riflettere sul simbolo della melagrana interpretandolo, com'è ovvio, in chiave massonica. L'articolo ci suggerisce ulteriori riflessioni anche sulla credenza, diffusa anche in Italia,

che la melagrana sia propiziatrice di buoni auspici.

<< Questo frutto dal colore rosso e intenso è il simbolo stesso di tutta l'Armenia ed è spesso rappresentato negli antichi manoscritti, oltre ad essere raffigurato nei khackar insieme all'uva e ai suoi tralci. Frutto unico nel suo genere, rosseggia fra le fronde verdi dell'albero maestoso e regale.

Secondo una credenza diffusa, il frutto contiene esattamente 365 chicchi, uno per ogni giorno dell'anno- Il melograno, frutto proibito del paradiso, è l'emblema dell'Armenia (nour).

Il melograno in armeno si dice “nur”.

Il melograno è un simbolo di speranza, di rigenerazione e di abbondanza in tutto il mondo, che risale all'antichità- E' un simbolo universale, che attraversa molte culture e religioni.

E' citata nel Corano due volte, con riferimento alle “cose buone che Dio crea”. E' spesso disegno simbolico nei motivi religiosi cristiani, per esempio nei dipinti di Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci. Nella Torah ebraica, i semi del melograno possono rappresentare i 613 mitzvot o “comandamenti”.

Il melograno è citato nella mitologia greca e rappresenta abbondanza e buona fortuna nella cultura greca odierna. E' pure il simbolo araldico della città spagnola di Granada, e utilizzato in molti siti delle citta turche. In India, tutte le parti

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abbecedario

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del frutto sono usate nella medicina ayurvedica, In Vietnam, i fiori del frutto sono il simbolo dell'estate e in tutta l'Asia è il frutto più popolare nella coltivazione bonsai per la saggezza e la bellezza implicita dell'invecchiamento della sua corteccia.

Per gli armeni, il melograno è uno dei simboli più riconoscibili del paese, Nella mitologia armena simboleggia fertilità e buona fortuna. E' stato un guardiano contro il malocchio. Ai matrimoni in Armenia occidentale, una sposa può gettare una melagra e romperla in pezzi. I suoi semi sparsi assicurano alla sposa certezza di figli. A Van, le donne armene che volevano avere un figlio mangiavano pane di pasta mista con semi di melograno.

La sua importanza è attestata nei manoscritti armeni e in storiche sculture in pietra, dove è stato utilizzato come un ornamento popolare. Uno dei più iconici film d'arte armena è quello di Sergey Parajanov denominato “il colore del melograno”.

Nel film, il melograno rosso su un tavolo con la sua pelle rugosa e la polpa fresca si distingue come l'incarnazione dell'anima invincibile dell'Armenia.

“Fino al giorno del melograno” è un tema comunemente usato in arte armena e nella cultura tra cui la cucina.

In realtà, si è trasformato in un luogo comune nazionale. Andate a qualsiasi mostra d'arte, e sarete sicuri di vedere due o tre (o più) dipinti che raffigura il melograno. Negozi di souvenir sono pieni di ceramica, metallo, e manufatti dove il melograno assume la forma di soprammobili.

Durante i matrimoni a Yerevan un piccolo melograno secco chiamato taratosik viene offerto da una sposa agli ospiti non sposati come una benedizione.

Dopo gli eventi orribili del genocidio armeno molti artisti armeni hanno usato melograni come tema nei loro testi e poesie per descrivere una vasta gamma di emozioni, dalla sofferenza alla speranza, rinascita e la sopravvivenza di una nazione.

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è stato ideato e fondato nel 2002 E. .V. . dal Fratello Alberto Vacca

ed è stato rimpaginato dal Fratello Giuseppe Cimmino dalla Sorella Alessandra De Pasquale

impaginazione grafica del Fratello Giuseppe Cimmino nel 2012 E. . V. .

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