Prescrizione tributi locali
written by Redazione | 31/05/2019
Imu, Tasi, Tari, bollo auto, Ipt, addizionali Irpef, Icp, Tosap, tassa di soggiorno, tassa sulle affissioni e relative cartelle esattoriali: quando si prescrivono?
Cosa sono i tributi locali e quando si prescrivono? Non tutte le tasse che paghiamo vanno a finire nelle casse dello Stato. Buona parte di queste invece sono di competenza degli enti locali, ossia le Regioni, le Province e i Comuni. Questi ultimi infatti hanno un’autonomia fiscale che consente loro di riscuotere tributi per autofinanziarsi. Tutto ciò finisce per arricchire e complicare il quadro degli adempimenti tributari cui il contribuente è soggetto: da un lato perché ciascun tributo ha una propria disciplina, dall’altro perché ogni ente locale è libero di adottare delle proprie aliquote ed agevolazioni (il tutto entro una cornice prefissata dalla legge statale). Ecco che allora a mutare sono anche i termini di prescrizione dei tributi locali.
Di tanto parleremo qui di seguito. Elencheremo innanzitutto quali sono le tasse da pagare a Comuni, Province e Regioni e poi spiegheremo quando vanno in prescrizione ossia quando “scadono” per via del decorso del tempo e dell’inerzia
dell’amministrazione nel procedimento di riscossione. Ma procediamo con ordine.
Imposte sugli immobili
Il capitolo più noto – e sicuramente più inviso al contribuente – relativo alle tasse degli enti locali è quello delle imposte sugli immobili. Con riferimento all’ex Ici, oggi tradotta in Imu e Tasi, e alla Tari ossia l’imposta sui rifiuti (un tempo chiamata Tia e Tarsu).
Queste imposte, come noto, sono dovute dal titolare di un immobile. Ad oggi la legge statale stabilisce l’esenzione dall’Imu e dalla Tasi solo per la cosiddetta
«abitazione principale», quella cioè ove il contribuente è residente ed ha fissato il domicilio abituale proprio e della propria famiglia. In buona sostanza, non basta più (come ai tempi dell’Ici) spostare la residenza all’interno di un immobile per non pagare le tasse sulla casa: bisogna anche viverci materialmente insieme ai propri familiari (moglie e figli).
Tutte le imposte locali hanno un termine di prescrizione di cinque anni. Questo quindi vale anche per Imu, Tasi, e Tari.
Addizionali regionali Irpef e Irap
Una quota dell’Irpef che paghiamo annualmente sul reddito denunciato all’Agenzia delle Entrate con il 730 o con la dichiarazione dei redditi finisce a Regioni e Comuni. Questi ultimi infatti percepiscono una parte di tali proventi per autofinanziarsi. Sono queste le addizionali comunali Irpef (con aliquota non superiore allo 0,8%) e le addizionali regionali Irpef (con aliquota tra l’1,23% e il 3,33%).
L’orientamento prevalente della giurisprudenza ritiene che l’Irpef si prescriva in 10 anni. Così quindi anche le relative addizionali comunali e regionali avrebbero identica prescrizione. Esistono comunque degli orientamenti – mai confermati dalla Cassazione – secondo cui l’Irpef si prescriverebbe in 5 anni. La ragione sarebbe da imputare a una norma del Codice civile secondo cui tutte le obbligazioni da pagare almeno una volta all’anno hanno prescrizione quinquennale. È vero che l’Irpef va versata ogni anno, tuttavia il presupposto non è mai lo stesso e varia a seconda del reddito percepito; ecco perché l’orientamento prevalente ritiene che si debba
invece considerare la prescrizione ordinaria di 10 anni.
Imposta comunale sulla pubblicità (Icp)
L’Icp colpisce la diffusione di messaggi pubblicitari effettuata attraverso forme di comunicazione visive o acustiche, in luoghi pubblici o aperti al pubblico o da tali luoghi percepibile.
Sono tassati i soli messaggi diffusi nell’esercizio di un’attività economica allo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi, o finalizzati a migliorare l’immagine del soggetto pubblicizzato. Sono escluse dalla tassazione invece le insegne direzionali, volte a indicare alla clientela la collocazione geografica dell’attività.
La superficie minima imponibile è di 300 cmq. Sono pertanto escluse dall’imposta le singole superfici inferiori a tale dimensione.
L’unità di misura è il metro quadrato. Se la superficie eccede il mq, l’arrotondamento deve essere effettuato nel modo seguente:
superfici inferiori al mq: si arrotonda per eccesso ad 1 mq;
frazioni di mq oltre il primo: si arrotonda per eccesso al mezzo mq.
Come tutte le imposte locali, anche l’Icp si prescrive in 5 anni.
Tassa sulle affissioni
Hai presente le affissioni di manifesti con comunicazioni aventi finalità istituzionali, sociali o comunque prive di rilevanza economica? Anche queste sono soggette a imposizione. Si parla dei Diritti sulle pubbliche affissioni (Dpa).
Per le pubbliche affissioni è dovuto dai soggetti passivi un diritto comprensivo dell’imposta sulla pubblicità e del costo medio del servizio reso dal Comune per l’affissione.
La misura del DPA per ciascun foglio di dimensione fino a cm. 70 × 100 varia in funzione della classe del Comune e dei giorni di affissione.
La prescrizione è sempre di cinque anni.
Tosap
Nell’elenco delle imposte locali ha un posto importante la Tosap che ben conosce chi ha un bar con tavolini all’aperto. Si tratta della tassa per l’occupazione degli spazi ed aree pubbliche, applicabile se non è istituito il canone. È regolamentata dalla legge dello Stato per gli aspetti generali mentre i Comuni e le Province hanno competenza sui regolamenti attuativi.
Sono escluse dalla tassa le occupazioni di spazi soprastanti realizzate con balconi, verande e simili infissi di carattere stabile (es. tende solari); nonché le occupazioni di aree appartenenti al patrimonio disponibile di Comuni e Province o al demanio statale.
La prescrizione della Tosap è di cinque anni.
Tassa di soggiorno
Se sei stato in un hotel avrai notato che, in determinate città, ti viene chiesto un ulteriore balzello insieme al conto, dovuto a titolo di tassa di soggiorno.
L’imposta è di massimo 5 euro a notte ed è facoltativa. Riguarda i Comuni capoluogo di provincia, le unioni di Comuni, i Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte. L’imposta è trattenuta dai gestori della struttura alberghiera o da chi interviene nell’incasso delle locazioni brevi, all’atto del pagamento del soggiorno.
Sebbene il credito dell’albergatore si prescrive in sei mesi, l’imposta di soggiorno si prescrive in cinque anni.
Tasse sui veicoli
Le tasse sui veicoli soggetti ad immatricolazione sono il famoso bollo auto (meglio detto «tassa automobilistica», il cui importo viene determinato in base ai Kw del veicolo e alla regione) e l’IPL ossia imposta provinciale di trascrizione. Il primo è una tassa sul possesso dell’auto che prescinde quindi dall’effettiva utilizzazione del mezzo. Invece, l’Ipt si applica alle formalità di iscrizione, trascrizione e annotazione dei veicoli richieste al Pubblico Registro Automobilistico.
La prescrizione del bollo auto è di tre anni. Il termine inizia a decorrere dal 1°
gennaio dell’anno successivo a quello dell’omesso versamento.
Invece la prescrizione dell’Ipt è di cinque anni, come tutte le altre imposte locali.
È invece di 10 anni la prescrizione per gli emolumenti relativi a pratiche ACI.
La prescrizione delle cartelle esattoriali per imposte locali
Se non paghi le imposte, come di certo già saprai, l’ente creditore iscrive a ruolo l’importo e delega l’agente della riscossione per il recupero coattivo. Per gli enti locali, l’esattore non è Agenzia Entrate Riscossione (delegato solo per i crediti erariali) ma le società private di riscossione locale.
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno chiarito che la cartella esattoriale ha gli stessi termini di prescrizione del tributo a cui si riferisce. Per cui, una cartella con cui viene richiesto il pagamento del bollo auto si prescrive in 3 anni mentre quella che chiede l’Imu si prescrive in 5.
Ben potrebbe succedere che la stessa cartella sia rivolta a recuperare due imposte con prescrizioni differenti. In tal caso una parte della cartella si prescriverà prima e l’altra parte dopo.
Come calcolare la prescrizione delle imposte locali
Per calcolare la prescrizione dei tributi locali valgono le stesse regole previste per le altre tasse: si inizia a contare dall’anno in cui il tributo doveva essere versato o, se successivo, dall’ultimo atto di accertamento. Ogni richiesta di pagamento da parte dell’ente locale interrompe i termini di prescrizione che pertanto iniziano a decorrere nuovamente da capo per un uguale periodo. Anche la notifica della cartella esattoriale interrompe la prescrizione e la fa ripartire da capo.
Come far valere la prescrizione delle imposte locali
La prescrizione opera automaticamente per cui, in teoria, non vi sarebbe bisogno neanche di giudice per farla valere. Succede però che le amministrazioni richiedano spesso pagamento di importi già prescritti. In tal caso bisognerà ricorrere presso la Commissione Tributaria per chiedere l’annullamento della pretesa di pagamento.