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RASSEGNA STAMPA

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Academic year: 2022

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19-04-16 RASSEGNA STAMPA

19-04-15 NOTIZIE DA AGRAPRESS

19-04-15 CHICAGO- APERTURA IN RIALZO PER SOIA E MAIS, IN LIEVE RIBASSO IL FRUMENTO

Agrisole

19-04-15 GLIFOSATO, IL VIETNAM VIETA L'USO IN CAMPO E L'IMPORTAZIONE DI PRODOTTI TRATTATI

Agrisole

19-04-15 QUANDO LE SOSTANZE CHIMICHE SI MESCOLANO, SONO SICURE? E QUALI SONO GLI EFFETTI? LE RISPOSTE IN UN NUOVO SERVIZIO DI EF

Agricultura

19-04-15 PERCORSI DI ECCELLENZA. IL PROGETTO BASF PENSATO PER MASSIMIZZARE IL VALORE DELLE PRODUZIONI DI FRUMENTO

Agricultura

19-04-15 NEGLI USA SI ALLARGA LA FORBICE GRANDI-PICCOLI, L'AGRICOLTURA IN MANO A POCHI GRANDI FARMER

Agrisole

19-04-15 BARILLA, LA SOSTENIBILITÀ IN DIECI MOSSE Terraevita

19-04-16 BENIAMINO CASILLO ACCADEMICO DEI GEORGOFILI La Repubblica

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19-04-16 STATI UNITI-EUROPA, UN NEGOZIATO PIENO DI OSTACOLI Il Sole 24 Ore

19-04-16 SE I DAZI DI TRUMP AGEVOLANO L’ITALIA Il Sole 24 Ore

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19-04-15

UE-USA: GIANSANTI (CONFAGRI), AVVIARE DIALOGO CONCRETO A DIFESA DELL'AGROALIMENTARE

3140 - roma (agra press) - "l'agroalimentare italiano avrebbe molto da perdere nell'eventualita' di una 'guerra

commerciale', assolutamente da evitare, tra unione europea e stati uniti, la trattativa che sta per partire deve servire ad allentare le tensioni gia' in atto e a tracciare le linee per un accordo duraturo", ha detto il presidente della confagricoltura, massimiliano GIANSANTI, in merito alla decisione assunta dal consiglio ue di affidare il mandato alla commissione per una trattativa commerciale con gli usa, gia' prevista nella dichiarazione concordata nell'incontro tra i presidenti TRUMP e JUNCKER nel luglio scorso alla casa bianca. "le difficolta' non mancano vista la diversita' delle posizioni di partenza, ma una situazione di stallo farebbe solo salire le tensioni; il dialogo deve essere concretamente avviato, anche per tentare di riaprire la strada verso un accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti (ttip), che per l'agroalimentare italiano potrebbe dare risultati sensibilmente superiori a quelli maturati con il ceta", ha sottolineato GIANSANTI. "per l'unione europea i prodotti agricoli devono restare fuori dal negoziato bilaterale; per gli usa, al contrario, la discussione deve anche riguardare i dazi e le barriere non tariffarie che, dal punto di vista dell'amministrazione di washington, ostacolano le esportazioni americane di settore sul mercato dell'unione", prosegue la confagricoltura, ricordando che "negli usa e' destinato circa il 10% delle esportazioni complessive dell'agroalimentare italiano, per un valore di 4,2 miliardi di euro nel 2018; da sole le esportazioni di vini ammontano a 1,5 miliardi; di rilievo anche l'export di pasta, formaggi e olio d'oliva".

"in applicazione della dichiarazione bilaterale congiunta del luglio scorso gli stati uniti sono diventati il primo fornitore di semi di soia del mercato ue, con un aumento delle importazioni da oltreoceano del 112% nel secondo semestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; inoltre, e' in via di perfezionamento la procedura per aumentare e stabilizzare a 35 mila tonnellate le importazioni agevolate dagli usa di carni bovine di qualita' non trattate con ormoni", conclude la confagricoltura. 15:04:19/16:15

DAZI: ENTE RISI, RICORSO CAMBOGIA, MA LA CLAUSOLA RESTA

3133 - milano (agra press) - "la cambogia e la cambogia rice federation hanno chiesto alla corte di giustizia ue di annullare il regolamento di esecuzione 2019/67 della commissione europea, con cui l'europa ha reintrodotto i dazi sulle importazioni di riso indica da cambogia e birmania/myanmar; questa richiesta non comporta l'immediata reintroduzione dell'esenzione daziaria di cui la cambogia ha goduto in questi anni", evidenzia l'ente nazionale risi. "come si ricordera', l'ente nazionale risi ha istruito il dossier con cui il governo italiano ha ottenuto da bruxelles la reintroduzione dei dazi all'import di riso cambogiano; i dazi, che erano stati azzerati in virtu' degli accordi commerciali preferenziali dell'ue, sono stati reintrodotti nel mese di gennaio come misura di salvaguardia a tutela dei risicoltori europei, su richiesta dell'italia con l'appoggio di spagna, francia, portogallo, grecia, romania, bulgaria ed ungheria", sottolinea l'ente nazionale risi, aggiungendo "il dazio applicabile in europa per tonnellata del prodotto e' pari ad € 175,00 per il primo anno, ad € 150,00 per il secondo anno e ad € 125,00 per il terzo anno". l'ente nazionale risi precisa che "la richiesta cambogiana al tribunale europeo non incide sulla clausola di salvaguardia: i tempi affinche' la corte di giustizia si pronunci sono lunghi, in media richiedono due anni; non e' detto che la decisione sara' a favore della richiesta cambogiana perche' potrebbero non sussisterne i presupposti; e' possibile che la decisione arrivi dopo che l'unione europea avra' agito a seguito della violazione dei diritti umani, escludendo la cambogia dal novero dei paesi meno avanzati che beneficiano degli aiuti connessi alla cooperazione". 15:04:19/15:33

DEF: ALLEANZA COOP, SCONGIURARE RISCHIO FRENATA

3146 - roma (agra press) - "occorre mettere in campo ogni sforzo per impedire una battuta d'arresto scommettendo su crescita, innovazione, infrastrutturazione sociale e aumento di competitivita' del sistema produttivo", e' la richiesta - informa un comunicato stampa - che l'alleanza delle cooperative ha avanzato nel corso dell'audizione in commissione bilancio al senato sul def 2019. "sul piano delle misure concrete varate o preannunciate e' condivisibile la conferma del sostegno ai ceti piu' deboli, la volonta' di procedere con l'alleggerimento della pressione fiscale, la promozione degli investimenti pubblici, il recupero di alcune misure di sostegno alle imprese (impresa 4.0) e la promessa di destinazione a favore del mezzogiorno di un volume complessivo di stanziamento proporzionale alla popolazione di riferimento",

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sottolinea il comunicato stampa. "resta da sciogliere il nodo relativo al cd split payment per cui l'alleanza ha chiesto l'introduzione di meccanismi simili al 'plafond' utilizzato dagli esportatori abituali, che consentirebbe ai soggetti che operano in split di acquistare beni e servizi senza dover corrispondere l'iva ai propri fornitori, fino a concorrenza dell'ammontare delle operazioni assoggettate al meccanismo", prosegue il comunicato. "in generale, per consentire di recuperare in maniera piu' rapida i crediti si propone l'innalzamento a 2 milioni di euro del limite di crediti fiscali e contributivi che possono essere utilizzati in compensazione", indica il comunicato. "sul terreno delle misure di imminente introduzione, condividiamo anzitutto la correzione di rotta attuata con il decreto crescita, in riferimento alla aliquota ridotta per gli utili non distribuiti, a condizione che si assicuri l'utilizzabilita' dell'agevolazione senza discriminazioni di sorta tra forme d'impresa e relativi regimi fiscali, ne' pregiudiziali per alcuni settori", prosegue il comunicato. "nondimeno, e' necessario far ripartire da subito e al piu' presto la domanda pubblica attraverso lo sblocco di gare e cantieri; l'obiettivo dichiarato del decreto sblocca cantieri, rilanciare gli investimenti pubblici in italia, e' in linea con quanto le parti sociali sostenevano da tempo per recuperare il differenziale di crescita con il resto dell'ue; la trasformazione in misure concrete rischia pero' di non raggiungere i risultati sperati ovvero di produrne di indesiderati, se nel corso dell'iter di conversione non si prenderanno adeguati correttivi", evidenzia il comunicato. "in particolare c'e' un preoccupante ritorno al sistema del massimo ribasso che rischia di produrre non un'accelerazione della realizzazione delle opere, ma una presunta velocizzazione solo del momento dell'affidamento, con rischi invece per la fase realizzativa derivanti da un minore contenimento degli azzardi in fase di offerta", continua il comunicato, aggiungendo che "in particolare, viene previsto che negli appalti sotto soglia il criterio da utilizzare preferenzialmente sia quello del minor prezzo; il problema qui sta

innanzitutto nella revisione della disciplina della esclusione automatica delle offerte anomale che sembra non solo inadeguata all'obiettivo (di contenimento dell'eccesso di ribasso), ma foriero di un ritorno agli accordi di cartello, perche' manca qualunque meccanismo anti turbativa". 15:04:19/15:16

DEF: VERRASCINA (COPAGRI), SCONGIURARE AUMENTO IVA E GARANTIRE INVESTIMENTI

3145 - roma (agra press) - "rivedere la spesa pubblica, cosi' come il cuneo fiscale e contributivo a carico delle imprese, e' fondamentale per favorire il piu' possibile la ripresa del paese, recuperando risorse utili al fine di, fra l'altro, scongiurare l'aumento delle aliquote iva e garantire gli investimenti, soprattutto in termini di infrastrutture materiali e immateriali;

queste scelte sono essenziali in termini di competitivita', ma anche per far ripartire i consumi interni, rafforzare l'export, investire sulla ricerca, ridare ossigeno all'occupazione, tornare ad incentivare la presenza di giovani nel settore primario e, conseguentemente, rilanciare la crescita economica", ha detto il presidente della copagri franco VERRASCINA davanti alle commissioni congiunte bilancio del senato della repubblica e della camera dei deputati, intervenendo in audizione preliminare all'esame del documento di economia e finanza 2019. "ringraziamo il parlamento per l'odierna audizione, con la quale dimostra attenzione e sensibilita' nei confronti delle problematiche dell'agroalimentare italiano, comparto fondamentale per l'economia del paese e che se adeguatamente sostenuto e valorizzato puo' rappresentare il volano di una sicura ripresa economica dell'italia che parta proprio dai suoi contesti rurali", ha proseguito il presidente,

aggiungendo che "nel def, del quale si apprezza il forte realismo e pragmatismo, la politica agricola non ha il ruolo centrale che invece merita, essendo relegata nelle 'altre riforme' di cui al punto 8, sezione III, delle principali linee di intervento del programma di governo". "non possiamo poi non esprimere preoccupazione per le previsioni di una modesta crescita contenute nel def, in linea con la fase recessiva che sta investendo l'intero continente europeo, che dipendono fra l'altro dall'aumento del deficit e del debito pubblico e dalla conseguente crescita del rapporto tra il debito pubblico e il pil", ha osservato VERRASCINA. "apprezziamo invece l'attenzione riservata alla ricerca, all'innovazione e alla formazione, cosi' come l'evocato obiettivo dell'esecutivo esperire la semplificazione delle procedure per liberare risorse da destinare a progetti di eccellenza e di qualita' nell'agroalimentare", ha concluso il presidente, rimarcando l'importanza di investire nel ricambio generazionale e per la redditivita' del primario. 15:04:19/16:38

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19-04-15

Chicago: apertura in rialzo per soia e mais, in lieve ribasso il frumento

Radiocor

Tra gli investitori c'è ottimismo per i negoziati commerciali Usa-Cina. Oggi Pechino ha confermato l'avvio di un'analisi sui dazi anti-dumping sui derivati di cereali usati nella

distillazione importati dagli Stati Uniti

Apertura in generale rialzo per i principali cereali quotati al Cbot. Tra gli investitori c'è ottimismo per i negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina. Sabato scorso il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, ha detto che i negoziati con la Cina potrebbero essere vicini al "round finale". Oggi il ministro cinese del Commercio ha confermato l'avvio di un'analisi su dazi anti-dumping su derivati di cereali usati nella distillazione importati dagli Stati Uniti;

l'analisi dovrebbe essere completata nel giro di un anno.

Il contratto del mais con scadenza a luglio sale di 2 centesimi, lo 0,54%, a quota 3,71 dollari e mezzo a bushel. Il contratto del frumento con scadenza a luglio perde 3 centesimi e un quarto, lo 0,69%, a quota 4,65 dollari e un quarto a bushel.

I future dei semi di soia con scadenza a luglio sono in rialzo di 4 centesimi, lo 0,44%, a 9,12 dollari e tre quarti a bushel.

Il contratto della farina di soia con scadenza a luglio guadagna 2,5 dollari, lo 0,8%, a quota 314,10 dollari a tonnellata.

Il contratto dell'olio di soia con scadenza a luglio scivola di 6 punti, lo 0,20%, a quota 29,22 centesimi al pound.

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19-04-15

Glifosato, il Vietnam vieta l'uso in campo e l'importazione di prodotti trattati

R.A.

La decisione dopo la sentenza del Tribunale Usa secondo il quale il Roundup Monsanto ha contribuito in modo

sostanziale a causare il cancro di un giardiniere

Il Vietnam ha deciso di vietare l'uso e l'importazione del glifosato. «Siamo giunti a questa determinazione – ha indicato in una nota il dipartimento per la protezione dei vegetali, una struttura controllata dal ministero dell'Agricoltura –, vista la recente decisione di una corte federale Usa, secondo la quale il diserbante Roundup prodotto da Monsanto,

contenente glifosato, ha contribuito in modo sostanziale al cancro di un giardiniere, Edwin Hardam, residente in California».

Una decisione sfavorevole alla Monsanto era già stata assunta nell'agosto 2018. La notizia ha fatto il giro del mondo, considerato che il bando vietnamita riguarda anche l'importazione. «La decisione delle autorità vietnamite avrà un impatto devastante sull'agricoltura locale – ha dichiarato il segretario di Stato Usa all'Agricoltura, Sonny Perdue –. In numerose occasioni, ha aggiunto, abbiamo condiviso gli studi scientifici dai quali risulta che il glifosato non è rischioso per la salute umana. Ora gli agricoltori del Vietnam potrebbero essere indotti a utilizzare prodotti chimici non

regolamentati e illegali».

La situazione viene seguita con particolare attenzione anche in Australia, considerato che quello vietnamita è il secondo mercato di sbocco per il grano australiano. Stando agli ultimi dati disponibili, nei primi sei mesi del 2017, il Vietnam ha importato 2,5 milioni di tonnellate di grano, di cui oltre il 40% in arrivo dall'Australia. Il bando del

glifosato comporta anche "tolleranza zero" sui prodotti importati. Fonti australiane hanno fatto notare che il divieto risulta in contraddizione con gli obblighi assunti nell'ambito del Partenariato Trans-Pacifico, a cui Australia e Vietnam aderiscono.

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19-04-15

Quando le sostanze chimiche si mescolano, sono sicure? E quali sono gli effetti? Le

risposte in un nuovo servizio di EFSA

Valutare i rischi per l’uomo, gli animali e l’ambiente. L’EFSA vuole vederci chiaro sui mix di fitofarmaci in agricoltura: “Valutiamo principalmente la sicurezza delle sostanze chimiche in alimenti e mangimi una alla volta, perché la maggior parte delle leggi regolamenta sostanze singole in settori e circostanze particolari. Però, nel mondo di tutti i giorni, sia le sostanze chimiche naturali che quelle artificiali coesistono fianco a fianco. Siamo a contatto con

“miscele chimiche” da fonti diverse ogni secondo di ogni giorno. In alcuni casi le sostanze chimiche contenute in queste miscele possono combinarsi in modo tale da modificare la propria tossicità, cioè in un modo che influisce sulla salute”.

Sul sito dell’EFSA ecco spiegato cosa avviene quando si mescolano le sostanze chimiche Efsa miscele chimiche

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19-04-15

Percorsi di eccellenza. Il progetto BASF pensato per massimizzare il valore delle produzioni di Frumento

Mercati e politica agricola perseguono sempre più obiettivi di qualità nell’agroalimentare. Per rimanere competitiva e al passo con questi obiettivi, la cerealicoltura italiana necessita di approcci e verifiche tecnico agronomiche che tengano in considerazione i risultati ottenibili a seconda delle diverse destinazioni d’uso.

In questo contesto è nato Percorsi di Eccellenza, un progetto pensato per individuare le migliori soluzioni per valorizzare le differenti tipologie commerciali di Frumento, tenendo sempre in considerazione le esigenze della industria di trasformazione, dell’azienda agricola e del consumatore finale.

Dei Percorsi che si estenderanno su un periodo temporale di tre anni, indispensabili per maturare le esperienze congiunte necessarie ad individuare e consolidare dei programmi agronomici differenziati in relazione alle diverse destinazioni d’uso.

Tanti i partner coinvolti: Società Sementiere: APSOV, CAUSSADE, CO.NA.SE, ISEA (Agroservice),

LIMAGRAIN, RV Venturoli, SEMETICA, S.I.S., VENETO SEMENTI (Ista)- Molini e Pastifici: Molino PIVETTI, Pastificio SGAMBARO. Per ogni percorso, alle varietà selezionate dalle aziende sementiere saranno applicati programmi di difesa e concimazione mirati alle diverse destinazioni d’uso. I molini produttori di farine e pastifici avranno invece il compito di analizzare i prodotti finali dal punto di vista industriale, valutandone resa delle farine, delle semole, tenore proteico, principali parametri qualitativi, oltre a tutti i dati d’interessi dal punto di vista molitorio e sanitario.

Ogni singolo percorso è stato ovviamente pensato per massimizzare il valore delle produzioni, esplicitando al massimo le caratteristiche genetiche delle varietà di Frumento e perseguendo la sostenibilità economica e commerciale delle produzioni stesse. Novità 2019 Una piattaforma digitale e 14 nuove varietà caratterizzano i Percorsi BASF di quest’anno Prima novità di quest’anno, in accordo con i nostri partner sementieri, 14 delle 36 varietà presenti in campo per le diverse tipologie di Frumento sono state sostituite a quanto seminato gli scorsi anni. Questa decisione, presa in accordo con i nostri partener sementieri, dimostra il forte interessamento dei sementieri nel confrontarsi con il meglio della loro ricerca genetica.Per quanto riguarda la difesa, protagonista indiscusso anche per il 2019 sarà Priaxor®.

Il nuovo fungicida BASF a base di pyraclotrobin (F500®) e fluxapyroxad (Xemium®) che continuerà ad essere il pilastro delle 4 strategie dedicate alle diverse destinazioni d’uso.Grande novità del 2019, l’inserimento di una

piattaforma digitale che offre strumenti strategici ed operativi per la gestione aziendali, tracciando le pratiche agricole e supportano l’Agricoltura di Precisione.

Tra i diversi dati forniti, la piattaforma digitale offre foto da rilevazione satellitare utili ad analizzare in tempo reale l’andamento della coltura. Questa novità è stata introdotta per calcolare diversi indici agronomici utili a verificare il reale stato di salute della coltura, permettendo così all’agricoltore di comprendere il potenziale produttivo e, quindi, massimizzare la resa in pieno campo.

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19-04-15

Negli Usa si allarga la forbice grandi-piccoli, l'agricoltura in mano a pochi grandi Farmer

L.F.

Sono poco più di 2 milioni le imprese agricole, secondo

l'ultimo censimento Usda, in un tessuto produttivo sempre più polarizzato: il 60% della Sau gestito da 85mila big

L'Us Department of Agriculture (Usda) ha reso noti, nei giorni scorsi, i risultati del Censimento dell'agricoltura 2017 (il primo risale al 1840) evidenziando, rispetto alla fotografia scattata nel 2012, l'ulteriore riduzione del numero delle aziende nelle campagne statunitensi. Considerando anche gli allevamenti, ammontano a 2,04 milioni le realtà produttive del settore primario, esclusa la pesca, il 2,3% in meno rispetto al dato censito cinque anni prima (dal 1982 la cadenza dei censimenti agricoli è divenuta quinquennale).

Si tratta di imprese con una dimensione media di 441 acri –si legge negli highlights del dipartimento dell'Agricoltura americano – corrispondenti a poco più di 178 ettari. Aziende extra large, rispetto alle dimensioni medie europee, seppure strutturalmente differenziate, nell'ambito di un tessuto produttivo in cui coesistono micro realtà, con superficie agricola utilizzata (Sau) da uno a 9 acri, vale a dire fino a un massimo di 4 ettari scarsi (se ne contano 273mila), e mega strutture da 2mila acri ed oltre (più di 800 ettari).

Queste ultime, che assommano a 85mila circa, secondo i conteggi dell'Usda, concentrano il 58% dei terreni agricoli a stelle e strisce, contro lo 0,1% delle micro realtà produttive.

Il processo di accorpamento già in atto negli anni passati – spiegano i servizi statistici – è proseguito nel lustro che divide i due censimenti, con il numero di imprese rappresentative di due terzi della Plv agricola americana che è sceso attorno a 105mila, contro le 120mila del 2012.

Oltre Atlantico l'output realizzato dalle aziende agricola e zootecniche vale 389 miliardi di dollari. Anche in termini economici emergono tuttavia ampie divaricazioni tra i "big", blocco costituito da circa 77mila aziende che realizzano almeno un milione di dollari di Plv, e il resto dei farmer formato da 1,56 milioni di imprese, con un fatturato inferiore a 50mila dollari.

Rilevanti anche i costi per l'acquisto dei mezzi di produzione, comprensivi di affitti e salari, che totalizzano nelle campagne americane 336 miliardi di dollari.

In media – rileva ancora l'Usda – il reddito delle aziende agricole si attesta attorno ai 42mila dollari, ma solo il 43,6%

delle imprese del settore realizza margini positivi. Tra aziende su quattro dispongono di un accesso a Internet, contro meno del 70% del 2012. È più raddoppiato, inoltre, il numero di imprese agricole che producono energia rinnovabile (sono oltre 133mila), mentre la vendita diretta genera, per i 130mila farmer che hanno attivato questo canale, un giro d'affari complessivo di 2,8 miliardi di dollari.

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19-04-15

Barilla, la sostenibilità in dieci mosse

Di Lorenzo Tosi

Dopo il lancio delle dieci regole della “Carta del Mulino”, arrivano a oltre 500 le aziende cerealicole che hanno seminato grano tenero sostenibile per la filiera “BuonGrano”.

L’obiettivo: aumentare la biodiversità (anche tramite fasce fiorite), diminuire del 29%

l’impronta di carbonio e del 23% il consumo di acqua per tonnellata di prodotto

Definire i confini della sostenibilità

Il 2019 è infatti l’anno del lancio della “Carta del Mulino” e dei biscotti “Buongrano” da grano sostenibile. Per definire i confini di un concetto forte ma un po’ sfuggente come quello della sostenibilità è stato così realizzato, in collaborazione con WWF, l’Università di Bologna e quella della Tuscia, un disciplinare costituito da 10 regole (vedi in fondo a questo articolo) pensate per «portare qualità nei prodotti, supportare il lavoro delle comunità rurali e restituire spazio alla natura negli agroecosistemi, favorendo la biodiversità, riducendo l’uso delle sostanze chimiche e

salvaguardando gli insetti impollinatori».

240mila tonnellate entro il 2022

La presentazione ufficiale si è tenuta a inizio aprile presso lo stabilimento di Castiglione delle Stiviere (Mantova), con la presentazione della linea Buongrano, il primo biscotto a marchio Mulino Bianco realizzato secondo le regole della

“Carta del Mulino”. In questi giorni sono poi emersi ulteriori dettagli, come la collaborazione del Consorzio

“Terrepadane”, l’adesione al disciplinare di oltre 500 aziende con le semine di fine 2018 (5mila l’obiettivo entro il 2022) e quindi la possibilità di allargare la gamma “BuonGrano” con altri prodotti realizzati con farina di grano tenero da agricoltura sostenibile sin dai raccolti di quest’anno. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere sostenibile, entro pochi anni, il 100% della farina di grano tenero necessaria per realizzare i prodotti del brand e quindi un fabbisogno di circa 240mila tonnellate.

Missioni impegnative

«Il nuovo disciplinare -afferma il vice-presidente Paolo Barilla - rappresenta la volontà del Gruppo di valorizzare l’agricoltura di qualità, incentivando la crescita della filiera del grano tenero. Un impegno dal campo alla tavola per offrire ai consumatori prodotti ancora più buoni, amici dell’ambiente e della biodiversità in linea con la nostra missione

“Buono per te, Buono per il Pianeta”». Una missione in realtà assai impegnativa, con gli obiettivi dichiarati di abbassare la water footprint riducendo del 23% il consumo d’acqua per tonnellata di prodotto e di incidere sulla carbon footprint riducendo del 29% le emissioni di gas serra per tonnellata di prodotto. La “Carta del Mulino” avrà un ruolo

determinante nel raggiungere questi target, anche se l’impatto più vistoso è quello sulla biodiversità. I produttori che aderiscono al disciplinare di sostenibilità devono infatti destinare a fiori ed essenze il 3% della superficie a grano tenero

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coinvolta nel progetto per favorire l’attività impollinatrice di api e altri insetti. Aree ecologiche garantite anche dalla collaborazione di Syngenta (già partner di Barilla tramite le varietà di grano duro della Produttori Sementi di Bologna) e del suo progetto Operation Pollinator.

Sod-seeding consentito?

Tra gli altri vincoli spicca l’obbligo di rotazione il divieto di utilizzo di insetticidi nella concia e di glifosate dalla semina al raccolto, che lascia ipotizzare l’intenzione di salvaguardare il diserbo presemina e quindi il sod-seeding, pratica virtuosa in termini di carbon footprint per la possibilità di preservare il tenore di sostanza organica dei suoli.

LE REGOLE DELLA CARTA DEL MULINO

1. Le aziende produttrici di grano tenero sono sottoposte ai controlli per la corretta applicazione della “Carta del Mulino”. Ai Mulini e agli stoccatori viene inoltre richiesto di certificarsi secondo gli standard ISCC+ (International Sustainaibility and Carbon Certification) per garantire i requisiti di sostenibilità e di tracciabilità;

2. Le aziende agricole devono adottare un piano di rotazione che preveda almeno tre colture diverse nel corso di cinque anni per preservare la struttura del suolo, incrementando la fertilità e riducendo la presenza di parassiti ed erbe infestanti;

3. occorre seminare miscele di essenze vegetali per creare aree fiorite (“Fiori del Mulino”) non trattate. Queste aree possono essere temporanee o permanenti, ma in ogni caso la loro superficie deve essere almeno il 3% di quella utilizzata per la

coltivazione del grano tenero della Carta del Mulino. Le fioriture devono essere

progressiva e prolungate in modo da favorire l’insediamento di insetti impollinatori, di predatori naturali dei parassiti e di animali di vario genere per favorire la biodiversità dell’agro-ecosistema;

4. Uso di varietà di frumento indicate da Barilla. La scelta delle varietà di frumento è essenziale sia per ottenere prodotti finiti di qualità, sia per utilizzare quelle più adatte alle diverse zone di coltivazione e diminuire il ricorso ad input chimici;

5. occorre utilizzate solo sementi certificate di cui vengono garantite identità, purezza varietale, germinabilità e sanità. Inoltre è vietato l’utilizzo di materiale vegetale ogm.

L’utilizzo di sementi certificate è lo strumento che assicura la coltivazione delle varietà scelte e, garantendo la sanità del seme, aiuta a contenere la diffusione delle malattie e a proteggere la pianta nelle prime fasi di crescita.

6. È vietato l’uso di insetticidi neonicotinoidi per il trattamento del seme per proteggere le api e gli altri insetti impollinatori.

7. È vietato il ricorso a glifosate dalla semina fino al raccolto. L’ente di controllo RINA verifica il rispetto della regola non solo in Italia (dove l’utilizzo del glifosate è già

vietato solo nella fase di pre-raccolta) ma anche in quei Paesi dove sarebbe consentito dalle norme locali.

8. Le partite di grano tenero ottenute secondo la “Carta del Mulino” devono essere raccolte e consegnate separatamente da tutte le altre;

9. le strutture per la conservazione del grano e i Mulini devono assicurare

l’identificazione e una gestione dedicata dei lotti di grano tenero appartenenti al

Progetto della “Carta del Mulino” in modo da assicurare un corretto sistema di

tracciabilità;

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10. nella conservazione del grano preferire metodi fisici come la refrigerazione o l’atmosfera modificata, che impediscono lo sviluppo degli agenti abbassando la temperatura o riducendo la presenza di ossigeno.

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Gli aspetti demografici indagati dall'Usda rivelano un aumento dell'età media dei conduttori agricoli americani, passata da 56,3 anni del 2012 a 57,5.

La componente junior (under 35) è costituita da poco più di 321mila imprenditori che gestiscono aziende con superfici e fatturati superiori alla media. I conduttori di sesso femminile rappresentano il 36,6% del totale, ma si arriva al 56% di quota se si sconsiderano nel computo anche le imprese che tra i "decision maker" registrano almeno una presenza femminile. «Siamo orgogliosi di poter consegnare i risultati del Censimanto agricolo agli americani –ha dichiarato il segretario all'Agricoltura Sonny Perdue –. Conoscendo l'importanza dei dati vogliamo sfruttare al meglio questa ricchezza di informazioni con l'obiettivo di sostenere gli agricoltori e gli allevatori, favorire la prosperità rurale e rafforzare la gestione delle terre private in modo efficiente, efficace e con integrità».

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Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Data

16/04/2019

Pagina

IX

Foglio

1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

L’accordo

Gemellaggio tra Bari e Roma nel nome di san Nicola

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci sono 200mila insetti. “Il progetto non è per gli esperti, ma per persone

curiose e che ora hanno paura”

ANNA PURICELLA

Nasce a Bari il primo apiario ur- bano. Si chiama “Don’t bee sca- red — Stai senz’Apensieri”, sorge nel quartiere Japigia (in via Peu- cetia 1-3, presso la cooperativa Se- mi di vita) e si farà conoscere al pubblico sabato 20 aprile, dalle 10 alle 13 (info dontbeescared.it).

A renderlo possibile un grup- po di giovani apicoltori, ai quali piace giocare con le parole:

“Don’t bee scared” significa “non avere paura”, in inglese, ma quel- la lettera in più nella traduzione del verbo essere indica non tan- to un errore, quanto il cuore stes- so del progetto. Le api, appunto, il loro meraviglioso mondo e il co- stante pregiudizio che le circon- da: “L’idea nasce dal fatto che, portando amici e parenti a vede- re le nostre api, abbiamo notato che dopo i timori iniziali tutti era- no emozionati — spiega Cristian Scalise — Il nostro progetto non è quindi rivolto agli esperti, ma al- le persone curiose, e anche a quelle che hanno paura”.

Insieme con Andrea Carletti, Mariangela D’Urso e Nicola Igno- meriello ha allestito quattro ar- nie, che allo stato attuale dovreb- bero essere popolate da circa 200mila insetti. Il punto di par- tenza dei quattro apicoltori — vin- citori del progetto regionale Pin

— è di fare delle api un’esperien- za didattica. E infatti le giornate di apertura al pubblico (il costo della visita è di 7 euro a persona;

prenotazioni al 320.361.64.38 e al 389.502.54.04) si dividono in vari momenti: ci sono la visita guidata e la degustazione finale

— di miele e non solo — ma ci so- no soprattutto le Olimpiapi, un gioco di ruolo a squadre (serve un minimo di sei partecipanti) per testare il livello di conoscen- za dei visitatori. In alternativa si assicura il racconto delle “Crona- che di un’arnia”, una narrazione per spiegare cosa sono le api e quanto siano importanti per l’e- cosistema. Il premio finale al vin- citore che avrà la meglio in un quiz è comunque assicurato, ma il punto di Don’t bee scared non sembra essere neanche questo.

Gli apicoltori di Bari vogliono piuttosto abbattere i luoghi co- muni, dire all’uomo che delle api può, anzi deve, fidarsi. Ovvia- mente saranno forniti maschere, guanti e tute, ma il consiglio è di

“non esagerare con prodotti chi- mici di cosmesi perché quei tipi di odori danno fastidio alle api, e potrebbero diventare aggressi- ve”. Necessario precisare, quin- di, che di base le api non lo sono,

e che usano il pungiglione solo se ritengono che la loro famiglia è minacciata. La stessa perdita del pungiglione provoca la loro morte, e dunque “non sono pro- pense a pungere, se non stretta- mente necessario alla sopravvi- venza dell’intera colonia”.

Insomma, il meraviglioso mon- do delle api ha tanto da insegna- re. Non solo in termini di vita co- munitaria e di rispetto del prossi- mo, ma anche per quello che ri- guarda l’ambiente e la sopravvi- venza delle specie: con una fre- quenza sempre maggiore si sen- te parlare del loro rischio di estin- zione, che comporterebbe gravi conseguenze per il cibo e gli eco- sistemi.

“Sono in pericolo, ed è una te- matica sensibile — aggiunge Sca- lise — per questo vogliamo por- tarle in città”. Per superare i timo- ri infondati basta avvicinarsi sen- za timori a “questo mondo ron- zante”: “Potrete ascoltare i suoni e sentire i buoni odori dell’alvea- re — promettono i quattro di Don’t bee scared — cercare la re- gina e osservare dal vivo questo

laborioso insetto sociale”.

Oltre alle quattro arnie di Japi- gia, a completare il progetto ce ne sono altre cinque custodite in campagna — “ci servono per assi- curare la produzione di miele, anche se quelle di Japigia ne pro- ducono tanto” — e poi delle colla- borazioni importanti. In primis quella con Arci ed Etnie, due as- sociazione che si occupano di ge- stione dell’accoglienza: “A ogni incontro riserveremo qualche posto ai beneficiari del progetto Sprar — precisa Scalise — questo per loro sarà sia un modo origina- le per imparare meglio la lingua italiana sia, nella migliore delle prospettive, per entrare in con- tatto con un mondo che poten- zialmente può diventare un lavo- ro spendibile ovunque”. C’è poi una partnership scientifica con Conapi (Consorzio apicoltori ita- liani): le arnie saranno oggetto di biomonitoraggio, analizzando la mortalità delle api di Japigia si potrà vedere quali sono i metalli pesanti e i pesticidi presenti nell’ambiente.

NATALE CASSANO

Bari e Roma unite dal culto per un Santo che nella sua storia ha sem- pre saputo fare da “ponte” tra di- verse culture. Non per niente nella Capitale il culto del santo protetto- re barese è molto sentito, tanto da avere ben tre chiese a lui dedicate nel Municipio Roma I centro (due di rito cattolico, la Basilica di San Nicola in carcere e San Nicola dei Lorenesi, e una ortodossa in via Pa- lestro). E poi c’è il corteo, culmine della “Settimana Nicolaiana”, esat- tamente come avviene per la rap- presentazione che nella serata del 6 maggio si snoda per le vie del Mu- rattiano e del borgo antico. Un cul- to che diventa uno dei pilastri del gemellaggio tra il primo Municipio barese e quello di Roma centro, si-

glato al Comune di Bari alla presen- za dei rispettivi presidenti di Muni- cipio, del sindaco Antonio Decaro e dell’assessore capitolino alla Cul- tura, Cinzia Guido.

I primi effetti dell’accordo si avranno già durante la festa di San Nicola in programma a inizio mag- gio: «Avremo una delegazione ro- mana sia ospite durante gli eventi

— racconta Micaela Paparella, a ca- po del primo Municipio barese — e magari potremmo anche coinvol- gerla nel corteo storico». Un gemel- laggio che farà da apripista per una serie di iniziative di scambio tra le due città, anche dedicate alle donne e ai più piccoli. «Sono stati proprio i componenti del Consi- glio municipale delle bambine e dei bambini — ricorda la presiden- te del Municipio Roma I centro, Sa-

brina Alfonsi — a chiedere un ge- mellaggio tra le due città, così da far conoscere a ciascuna i tesori dell’altra». Nei prossimi mesi sarà realizzato un programma di scam- bio tra le scolaresche dei due muni- cipi: un gruppo di alunni romani potrà così essere guidato alla sco- perta delle bellezze di Bari, mentre una classe di ragazzi baresi andrà a Roma per scoprirne i tesori cultu- rali. Un incontro divenuto anche occasione per discutere di buone pratiche come il decentramento dei municipi, già attuato a Roma dal 2001. «Con il blocco del turno- ver — ha puntualizzato Decaro — non abbiamo abbastanza risorse.

Lo completeremo quando potre- mo assumere, così da rispondere meglio ai bisogni dei cittadini».

L’annuncio

Con FlixBus collegata

anche Catania

La nomina

Beniamino Casillo accademico

dei Georgofili

L’incontro Antonio

Decaro: da sinistra, Micaela Paparella e Sabrina Alfonsi

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L’intervento Il gruppo di lavoro ha allestito quattro arnie, che allo stato attuale dovrebbero essere popolate da circa 200mila insetti

FlixBus ha attivato collegamen- ti tra Catania con Basilicata e la Puglia, inaugurando così un nuovo corridoio per gli sposta- menti nel Sud Italia. Chi parte da Catania con FlixBus può ora raggiungere anche Bari e Fog- gia fino a due volte al giorno e Taranto, Andria e San Giovan- ni Rotondo una volta al giorno.

In Basilicata, inoltre, è possibi- le arrivare a Policoro, sulla co- sta ionica, mentre in Campa- nia Caserta si affianca alle con- nessioni già disponibili con Na- poli, Salerno e Sala Consilina.

Vengono inoltre potenziati al- cuni dei collegamenti preesi- stenti tra Catania e altre città del Mezzogiorno, come Villa San Giovanni, ora raggiungibi- le fino a sei volte al giorno, e Sa- lerno e Napoli, collegate fino a due volte al giorno anche in notturna.

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Il gup di Bari ha archiviato l’inda- gine a carico di 12 persone, tra le quali l’ex presidente dell’ufficio caccia dell’ex Provincia di Bari, Mattia Mincuzzi, accusate di aver utilizzato i soldi delle licen- ze per investimenti in obbligazio- ni bancarie e di aver commesso una serie di altri abusi, come l’ac- quisto di lepri e faggiani senza gara.

I fatti risalivano agli anni 2000-2016. In particolare, secon- do l’iniziale accusa, nel dicem- bre 2011 Mincuzzi, difeso dall’av- vocato Antonio Falagario, avreb- be acquistato obbligazioni ordi- narie utilizzando parte del fon- do di dotazione della Atc, avreb- be poi aperto due conti correnti affidando il servizio di tesoreria senza procedura di evidenza pubblica. Dopo gli accertamenti, il pm ha ritenuto “la notizia di reato infondata” e ha chiesto e ot- tenuto l’archiviazione dal gip.

L’inchiesta

Ufficio caccia archiviazione per Mincuzzi

Beniamino Casillo, consigliere d’amministrazione di Casillo Partecipazioni srl, primo opera- tore mondiale nella commercia- lizzazione e trasformazione del grano duro, è stato nominato Accademico aggregato dei Georgofili. La consegna del di- ploma è avvenuta a Firenze.

L’Accademia dei Georgofili è la storica istituzione fiorentina, fondata nel 1753, che da 266 an- ni agisce per il progresso delle scienze e della loro applicazio- ne all’agricoltura, per la tutela dell’ambiente, del territorio agricolo e per lo sviluppo del mondo rurale. Beniamino Casil- lo ha dichiarato: «Sono onorato di entrare a far parte di questo importante consesso. Si tratta di un riconoscimento all’impe- gno e al lavoro non soltanto mio, ma anche dei miei fratelli.

Insieme abbiamo fatto crescere l’azienda».

L’iniziativa

Japigia, la casa delle api diventa un’esposizione

“Venite a imparare da loro”

Un gruppo di giovani ha allestito quattro arnie e propone visite guidate con tanto di degustazioni di miele. Si chiama “Don’t bee scared”

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Un apicoltore al lavoro

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IX

Martedì 16 aprile 2019

C R O N A C A B A R I

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Data

16/04/2019

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22 Martedì 16 Aprile 2019 Il Sole 24 Ore

Mondo

Le fiamme divorano Notre-Dame Macron: «Brucia una parte di noi»

LO SHOCK DI PARIGI Crollano tetto e guglia Il fuoco divampato dalle impalcature del restauro Il presidente cancella il discorso alla nazione sulle nuove riforme

Riccardo Sorrentino

Un violento incendio ha colpito ieri Notre-Dame de Paris, uno dei simboli della capitale francese, il monumento più visitato d’Europa, splendido esemplare dell’arte gotica. Le fiamme si sono sviluppate con tutta probabili- tà dalle impalcature che erano state montate per restaurare la flèche, la

“freccia” o guglia, che torreggiava sul- la chiesa e che, insieme al tetto e alla capriata, non ha resistito alla furia dell’incendio. In serata le fiamme lambivano una delle due torri. Messa a dura prova l’attività dei pompieri, che ieri in serata non erano «sicuri di poter contenere» l’incendio.

Il presidente della repubblica, Em- manuel Macron, ha rinviato quindi a oggi la diffusione del discorso televi- sivo prevista per le 20 per annunciare nuove misure, soprattutto economi- che, alla fine del Grand Débat sul futu- ro della Francia che ha coinvolto cen- tinaia di sindaci e di cittadini.

L’incidente è scoppiato intorno alle 18.50 e ha imposto l’immediata eva- cuazione dei turisti presenti nella Cat- tedrale - e in serata tutti i mille abitanti dell’Île de la cité - che ospita ogni anno 13 milioni di persone. Ha preso inizio, molto probabilmente, dalle impalca- ture che erano state montate per assi- curare la tenuta stagna della flèche, l’imponente struttura in legno di quercia ricoperto di bronzo del peso di 750 tonnellate che si elevava fino a 96 metri di altezza e portava, sulla som-

mità, il “gallo” simbolo della Francia insieme ad alcune reliquie religiose.

Sedici statue, smontate per i lavori, si sono però salvate. L’opera era stata realizzata nella metà del XIX secolo, dal 1860 in poi - la fléche originaria, o meglio quel restava, era stata smonta- ta nel 1786 - nel corso dei restauri di- retti da Eugène Viollet-le-Duc. Dopo un’ora circa, la fléche è crollata, dan- neggiando il tetto della Cattedrale.

L’intera capriata della chiesa - che ri- saliva in parte alla struttura originale del XIII secolo, e in parte ai restauri del XIX - è a sua volta crollata dopo le 20.30. Distrutta anche l’impalcatura montata per i lavori, che avrebbero dovuto interessare anche l’abside e gli archi rampanti della cattedrale.

Difficili le operazioni di soccorso. Il traffico ha presto bloccato l’area at- torno alla Cattedrale, malgrado l’im- mediata creazione di un’area di sicu- rezza che si è estesa fino ai quais della Senna. La natura dell’incendio - scop- piato all’altezza del tetto - e la necessi- Sequenza drammatica. Il crollo della

guglia di Notre Dame in tre istantanee che sintetizzano uno dei momeni più drammatici della giornata.

ANSA

Stati Uniti-Europa, un negoziato

pieno di ostacoli

Beda Romano Dal nostro corrispondente BRUXELLES

È da un decennio ormai che Stati Uniti ed Europa stanno cercando di unire le forze contro i paesi emergenti, siglando un agognato accordo commerciale. L’idea di una intesa di libero scambio, un trattato transatlantico sul comm- merco e gli investimenti ampio e omnicomprensivo (il cosiddetto Ttip), è morta prima ancora di na- scere. Nell’estate del 2018, la Casa Bianca e la Commissione europea hanno deciso di percorrere una strada meno ambiziosa, ma sem- pre irta di ostacoli.

I Ventotto hanno confermato ie- ri il mandato negoziale affidato alla Commissione europea. Il negoziato dovrebbe iniziare a breve, anche se in una conferenza stampa a Bruxel- les la commissaria al commercio Cecilia Malmström non ha voluto precisare quando: dipenderà dalle sue conversazioni con il suo omolo- go americano, Robert Lighthizer.

Come detto, gli ostacoli non man- cano. Riguardano i diversi obiettivi delle due parti, le divisioni tra gli europei, il temperamento impreve- dibile del presidente americano Donald Trump.

Nel mandato affidato all’esecu- tivo comunitario, i Ventotto hanno inserito alcuni paletti. Il negoziato riguarderà i prodotti industriali e le dichiarazioni di conformità, tenen- do conto del cambiamento climati- co. Sono esclusi gli appalti pubblici e l’agricoltura. Di altro avviso è l’establishment americano, e in

particolare il Congresso che vor- rebbe discutere anche di prodotti agricoli. Le sole esportazioni verso gli Stati Uniti del settore agroali- mentare italiano valgono 4,2 mi- liardi di euro all’anno.

I due blocchi hanno obiettivi di- versi. Entrambi vogliono aumenta- re le esportazioni, soprattutto in un contesto di domanda interna debo- le per via dell’invecchiamento della popolazione. Ma sono in una situa- zione assai diversa: i conti commer- ciali europei sono in ordine, quelli americani in profondo deficit.

L’obiettivo europeo è di evitare dazi americani sulle auto e difendere l’ordine multilaterale, mentre il tentativo americano è soprattutto di ribilanciare il saldo commerciale, anche con il protezionismo.

Si aggiungono poi le divisioni europee. Il mandato è stato appro- vato da tutti i paesi, salvo la Francia, contraria, e il Belgio, che si è aste- nuto. Più in generale, nel Nord pre- vale il principio del libero mercato, nel Sud qualche forma di protezio- nismo. La signora Malmström avrà il suo daffare, tanto più che il tratta- to dovrà essere approvato dai Ven- totto a maggioranza qualificata e dal Parlamento europeo

Infine, a complicare le cose è il temperamento del presidente ame- ricano, che tratta di affari interna- zionali come trattava in passato i partner d’affari. Gioca la carta della sorpresa per spiazzare il suo avver- sario. A seconda delle occasioni cer- ca l’accordo o la diatriba; minaccia dazi, per poi sospenderne l’adozio- ne. In fondo, i due blocchi soffrono della stessa sindrome: il declino di- nanzi ai paesi emergenti. Sanno che devono unire le forze per imporre al mondo, forse per l’ultima volta, standard produttivi occidentali.

Tuttavia, mentre Bruxelles crede nella forza della legge, Washington punta sulla legge della forza.

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COMMERCIO

Bruxelles ha ottenuto il mandato, ma la data di avvio è ancora incerta

tà di proteggere i 400 pompieri impe- gnati hanno rallentato le operazione di spegnimento. Non si segnalano vit- time o feriti. Un’inchiesta è stata aper- ta dalle autorità giudiziarie.

Il mondo intero ha seguito le vi- cende dell’incendio. Molti turisti e molti parigini, per strada, erano in la- crime. Macron, prima di raggiungere la Cattedrale con il presidente del con- siglio Edouard Philippe e il presidente dell’Assemblée nationale Richard Ferrand, ha lanciato un tweet: «No- tre-Dame de Paris in preda alle fiam- me. Emozione di tutta una nazione.

Pensiero per tutti i cattolici e per tutti i francesi. Come tutti i nostri compa- trioti, sono triste questa sera di veder bruciare questa parte di noi». Anche Donald Trump ha confidato a twitter le sue sensazioni: «È terribile assiste- re a questo gigantesco incendio a No- tre-Dame de Paris. Forse bisognereb- be utilizzare dei velivoli antincendio per spegnerlo. Bisogna fare presto».

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SIMBOLO DI PARIGI Edificata dal 1163

La cattedrale di Notre-Dame è la più importante chiesa della Francia, uno dei luoghi simbolo di Parigi e un’icona della cultura europea. Di stile gotico, fu costruita nel cuore della capitale a partire dal 1163 fino al 1250 su iniziativa del vescovo, Maurice de Sully. Ma sono stati i successivi lavori, proseguiti fino alla metà del 1300 a darle l’aspetto definitivo.

Finanziata sia dalla Chiesa sia dalla Corona, la cattedrale metropolitana di Nostra Signora ha in seguito subito numerose modifiche seguendo vari progetti. Devastata nella Rivoluzione francese venne restaurata e poi riconsacrata nel 1864. Sotto le sue volte Napoleone Bonaparte è stato incoronato imperatore nel 1804

La città ferita. Dolore e costernazione dei tanti parigini radunati davanti alla Cattedrale di Notre Dame in fiamme

YOAN VALAT/EPA

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Il Sole 24 Ore Martedì 16 Aprile 2019 13

Economia & Imprese

L’e-commerce vale 41,5 miliardi (+18%)

CONSUMI

Studio della Casaleggio Associati: nel 2018 il mercato ha ripreso a correre

Enrico Netti

Ha ripreso a correre nel 2018 il mer- cato italiano dell’e-commerce B2c raggiungendo un giro d’affari di 41,5 miliardi. Rispetto al 2017, archiviato con un fatturato di 35,1 miliardi, è stato sfiorato un aumento del 20%, e c’è il raddoppio rispetto al 2012. Il fe- nomeno dello shopping online or- mai ha conquistato circa 38 milioni di italiani pari al 62% della popola- zione e, secondo le previsioni conte- nute nel report «E-commerce in Ita- lia 2019» realizzato da Casaleggio Associati, la quota dei 41 milioni sarà raggiunta nel 2023. A fronte di questi numeri lo studio evidenzia un certo gap rispetto ad altri paesi europei, in particolare quelli del Nord Europa.

Qui, per esempio, la penetrazione dell’e-commerce è intorno al 90%: nel Regno Unito si arriva al 93%, nei Paesi Bassi e in quelli scan- dinavi si tocca il 91% mentre in Ger- mania è l’88 per cento.

Dall’analisi della ripartizione del- le vendite si nota come la voce “tem- po libero” rappresenti con un 41,3%

la quota maggiore del business trai- nato soprattutto dalla crescita del gioco online, seguito dal turismo al 28%. Gli sterminati shopping center come, per esempio, Amazon, eBay o l’italiano ePrice, le cui vetrine online espongono milioni di prodotti han- no una quota di mercato di “solo” il 14,5% (era il 12% nel 2017) e lo scorso anno hanno fatto registrare un exploit del +39%.

Il 2019, secondo le previsioni di Casaleggio Associati, si preannuncia come un anno record: i mall online dovrebbero fare registrare una cre- scita del 40% seguiti dai marketplace specializzati in beni per la casa e l’ar- redamento (+29%), l’alimentare (+27%) trainato soprattutto dai ser- vizi di consegne a domicilio offerto dalle piattaforme Glovo, Uber Eats, Justeat che stanno arricchendo sem- pre più la loro offerta (si veda il Sole 24 Ore del 6 aprile 2019 a pagina 6).

Per tempo libero, salute e bellezza, moda la crescita attesa sarà intorno al 23%. Le stime 2019 terminano con elettronica (18%), editoria (13%), tu- rismo (11%) per finire con le assicu- razioni (2%). La vendita dei contratti Rca auto e dei biglietti aerei sono sta- ti i primi due volani che hanno fatto scoprire l’e-commerce agli italiani.

Oggi gli acquisti online avvengono H24 sette giorni su sette ininterrot- tamente anche grazie alla maggiore comodità offerta degli smartphone.

Gli italiani così conquistano il podio dei principali e-shopper d’Europa armati di telefonino: lo usa l’85% della popolazione web e un settimo acquista sempre via smartphone. Del resto con lo stesso dispositivo si va sui social che sempre più stanno influenzano le decisioni di acquisto. Così il 40% del merchant ricorre a questi canali per generare nuove

vendite. Cosi i social come, Facebook e Instagram, varano le loro versioni di marketplace che permettono l’ac- quisto direttamente dalla app.

La via dell’omnicanalità viene percorsa delle catene del commercio moderno per non rischiare di perde- re il contatto con i clienti: le vie spa- ziano dai social ai marketplace, le chatbot e le soluzioni di e-commerce proprietarie. Le diverse modalità so- no tra loro integrate mentre nei ne- gozi fisici più evoluti vengono im- plementate modelli di digital expe- rience sull’onda della realtà aumen- tata e virtuale.

Ogni canale serve per personaliz- zare sempre più il rapporto con il cliente che, a sua volta, risponde ac- quistando da quelle aziende che svi- luppano una maggiore empatia.

Sul fronte dell’offerta, al netto della presenza dei colossi mondiali, negli anni si è sviluppata una discre- ta presenza di imprese specializzate nell’e-commerce. Nel 2018 le iscri- zioni al Registro delle imprese han- no superato quota 20.100 con un +12% sul 2017. Le piccole imprese raggiungono una quota del 9% ben distante dalla medie europea del 15% ma questo divario è in diminuzione. Quasi tre piccole attività imprendi- toriali su quattro fanno e-commerce dal proprio sito e molto spesso uti- lizzano marketplace.

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I NUMERI

+18%

L’incremento

Nel 2018 le vendite di e-commerce B2C in Italia hanno fatto registrare un incremento di quasi un quinto rispetto l’anno precedente

41

Milioni

Secondo le previsioni di Casaleggio Associati nel 2023 41 milioni di italiani acquisteranno online contro i 38 milioni del 2018

20.100

Imprese e-com

Al Registro delle imprese sono iscritte circa 20mila Pmi specializzate nell’e-com

Campagna «Be stupid». Pluripremiata e declinata in decine di immagini, usate a partire dal 2010. Qui sopra, la versione

«Gli stupidi magari falliscono. Gli intelligenti non ci provano neppure»

Diesel Usa penalizza la holding di Rosso Ricavi giù del 3,2%

MODA

Il fatturato 2018 di Otb è calato a 1,439 miliardi

«Un anno di reset»

Il piano per il 2019: previsti investimenti per 200 milioni e 180 nuovi negozi

Giulia Crivelli

Non è mai un buon segnale quando i dati di bilancio di un’azienda arriva- no all’improvviso, senza essere pre- annunciati o anticipati da dichiara- zioni dei vertici. Certo, una società come Otb, non essendo quotata, non ha obblighi particolari, ma fa effetto ricevere soltanto una nota ufficiale.

I numeri parlano da soli e sanno essere freddi, specie quando riserva- no sorprese non piacevoli. È il caso dei risultati finanziari della holding Otb di Renzo Rosso, che possiede i marchi Diesel, Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf e Paula Cade- martori e, attraverso le aziende Staff International e Brave Kid, produce in licenza altri marchi, come DSquared2, e linee di abbigliamento junior. Il fatturato consolidato 2018 di Otb (acronimo che originariamen- te stava per Only the Brave, “soltanto i coraggiosi”, oggi abbandonato for- se per una scelta di maggiore sobrie- tà) è calato del 3,2% a 1,439 miliardi.

Il gruppo creato da Rosso intorno al marchio Diesel resta uno dei pochissi- mi della moda italiana a superare il miliardo di fatturato, ma sta attraver- sando un momento di transizione non facile. Nel 2017 il fatturato era passato da 1,58 miliardi del 2016 a poco meno di 1,52, cifra stabile rispetto al 2015. So- no quindi tre anni che Otb non riesce ad aumentare i ricavi, nonostante al- cune recenti acquisizioni, come quella del marchio di borse e calzature Paula Cademartori. Le parole dell’ammini- stratore delegato di Otb Ubaldo Minel-

li, riportate nella scarna nota diffusa ieri, non sciolgono del tutto i dubbi sull’andamento della holding: «Il 2018 è stato volutamente un anno di reset, con interventi mirati a creare gli ade- guati presupposti per uno sviluppo sostenibile del business».

La volontà di guardare oltre l’eser- cizio 2018 è confermata dai numeri su- gli investimenti: nei prossimi tre anni il piano industriale prevede uno stan- ziamento di 200 milioni e nel solo 2019 saranno aperti 180 negozi. Un dato in- teressante, in controtendenza rispetto alla corsa verso l’e-commerce: del re- sto Renzo Rosso è sempre stato un an- ticipatore di tendenze, oltre che un pioniere, nel denim e non solo. Può

darsi quindi che abbia intuito (si veda anche Moda24 del 12 aprile) che i con- sumatori più giovani, la Gen Z (i nati dopo il 2000), stanno sviluppando un sano distacco da social media e attività online “solitarie”, come gli acquisti sui siti. Preferiscono lo shopping “vecchio stile”, nei negozi fisici.

Nella nota si legge che Otb potreb- be considerare delle acquisizioni: i rumor su un interesse per Roberto Cavalli – che da pochi giorni ha chie- sto il concordato – si rincorrono dal dicembre 2018 e sono stati rilanciati di recente (si veda Il Sole 24 Ore del 19 febbraio), non confermati però dal quartier generale di Breganze (Vi- cenza). Il risultato netto 2018 è stato negativo per 26 milioni e l’ebitda è calato di 11 milioni a 41,5, ma la posi- zione finanziaria netta è migliorata del 32%, passando dagli 84 milioni del 2017 ai 111 del 31 dicembre 2018.

A pesare sui conti è stata Diesel, che assorbe ancora circa il 60% del fattu- rato di Otb. Hanno sofferto in partico- lare Europa e Stati Uniti: la Diesel Usa ha chiesto il Chapter 11, una sorta di

“concordato volontario” previsto dal- la legge fallimentare americana e che permette alle aziende di riorganizzar- si in base a un progetto di turn around.

Nel caso di Diesel, significa chiusura di punti vendita non performanti, re- styling dei negozi e apertura di pop up, una strategia che sta funzionando molto bene nell’alta gamma. Lvmh, primo gruppo del lusso al mondo, ha appena annunciato che nel 2019 po- trebbe aprirne cento per i diversi mar- chi del portafoglio, contro gli 80 inau- gurati nel 2018.

Tornando a Otb, come molte so- cietà italiane, c’è il nodo del passag- gio generazionale: Renzo Rosso, classe 1955, ha da tempo aperto l’azienda a manager esterni, ma resta presidente. Dei 7 figli, hanno un ruo- lo apicale solo Stefano (ceo di Diesel Usa) e Andrea (direttore creativo del- le licenze di Diesel). Un passaggio de- cisivo potrebbe essere la quotazione, che per ora sembra però esclusa.

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NUMERI E STRATEGIE

885 milioni

Situazione patrimoniale netta Positivo anche l’andamento della posizione finanziaria netta, salita del 32% a 111 milioni

60%

Negozi Diesel da rinnovare Per rilanciare il marchio negli Stati Uniti – il mercato più difficile per denim e casualwear – a più della metà dei flagship verrà fatto un totale restyling

5

Marchi di proprietà

Accanto a Diesel, la divisione designer comprende Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf e Paula Cademartori. Due sono le aziende di produzione, Brave Kid e Staff International

7

Figli di Renzo Rosso In azienda lavorano i due maggiori, Stefano e Andrea

Se i dazi di Trump agevolano l’Italia

CERAMICA

L’industria americana chiede l’imposizione di tariffe sull’import cinese

Ilaria Vesentini

L’industria ceramica americana chiede al Governo Trump di porre un argine all’importazione selvag- gia di piastrelle cinesi. Sulla scia di quanto già ottenuto dai produttori europei, che con l’introduzione dei dazi nel 2011 (poi prorogati fino al 2022, con aggravi tariffari che arri- vano al 70%) sono riusciti a ridurre del 77% l’arrivo di merci sottocosto made in China e a ridare ossigeno all’industria domestica.

L’annuncio è stato dato a Orlando (Florida) dalla Tile Council of North America (TCNA, l’associazione ame- ricana dei produttori di piastrelle ce-

ramiche, una cinquantina di impre- se che copre il 30% del consumo in- terno), in occasione della chiusura di Coverings 2019. Tnca ha depositato l’11 aprile scorso una petizione al go- verno federale per chiedere l’impo- sizione di tariffe sull’import cinese,

«in quanto i produttori cinesi bene- ficiano di ampi sussidi pubblici e vendono negli Usa a prezzi talmente bassi da essere ridicoli», spiega il di- rettore esecutivo Eric Astrachan.

L’istanza statunitense è doppia, a differenza di quella Ue, perché chie- de non solo dazi anti-dumping ma anche countervailing duty (misure compensative dei sussidi statali).

Ora la Federal trade commission ha 45 giorni per valutare la petizione e nel giro di sei mesi potrebbero en- trare in vigore i dazi provvisori.

L’annuncio era molto atteso an- che dai ceramisti italiani, primi part- ner commerciali degli Usa (tra export di made in Italy e produzione in loco di fabbriche italiane le pia- strelle tricolore valgono il 31% del mercato oltreoceano, 3,7 miliardi di dollari), reduci come i produttori di Tnca da un 2018 difficile (-5%

l'export italiano) e poco ottimisti per il futuro, data la stasi dell’edilizia a stelle e strisce. «Siamo tutti a favore del “fair trade”. I dazi potrebbero avere effetto se le aliquote applicate fossero simili a quelle massime im- poste in Ue, perché le piastrelle cine- si partono da prezzi attorno ai 7 dol- lari, contro il doppio delle nostre ce- ramiche italiane », sottolinea il pre- sidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani.

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PIASTRELLE TRICOLORE Le piastrelle italiane valgono il 31% del mercato americano

31%

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