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ToRINO, 1° Giugno 1906 .F\ I\II~lrl\ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
D I INGEGNERIA SANITARIA
Continuazione: L'INGEGNERE IGIENISTA- Anno v;:.
È riservata la proprietà letteraria ed m'tùtica degli adicoli e disegni pubblicati nella RrvrSTA DI lNGEG 'ERTA SANITARIA.
MEMOI\IE ORJGINALI
INTORNO
ALLE CO DIZIONI IGIENICHE E SAI\ITARIE
I~ CUI SI SVOLSERO
I LAVORI DELLA GALLERIA DEL SEMPIONE pel Dott. GIUSEPPE VoLANTE
Sanitario d eli' Impresa dal lato Sud
(Continuazione - Vedi Numero precedente)
3· Alterazione dell'aria nella galle1'Ìa. - L'aria calda dà, ad ogni inspirazione, una quantità minore d'ossigeno al ricambio respiratorio, ed anche per questo fatto una attività minore dell'organi mo alle sue funzioni in genere ed al lavoro muscolare in particolare.
La temperatura che cresce in un ambiente dove siano molte persone e animali a respirare aumenta la tensione dell'anidride carbonica che in esso si va accumulando, per l'effetto del ricambio gassoso dell'organismo ed allora cresce la difficoltà della eliminazione di quello che il sangue venoso porta ai capillari pol- monari.
L'anidride carbonica, unita agli altri pro- dotti organici che con essa si eliminano dagli organismi animali, diviene già di per sè stessa dannosa in quelle stesse proporzioni nell'aria, nelle quali non lo arebbe a piLl basse tem- perature.
Le numerose sorgenti calde e fredde in- contrate nella galleria e che dànno, dal solo lato sud, un torrente di rooo litri al minuto secondo, rendevano, unitamente all'acqua Yer-
ata dalla condotta a pressione delle perfora- trici, l'aria satura di umidità. La presenza di
molt'umidità nell'aria impedisce l'evaporazione del sudore traspirato dalla superficie della pelle, e l'atmosfera im- pregnata di umidità ha una capacità calorifica assai
L'INGEGNERIA SANITARIA- Anno XVII.
supenore a quella di ana secca e tiene, in rapporto col- l'animale, maggior copia di calorie.
Il calore e l'umidità poi favoriscono le fermentazioni dei prodotti di eliminazione dell'organismo e degli escre- menti che possono trovarsi depositati sul suolo della galleria e le larve dei parassiti intestinali.
4· Aiezzi speciali d'abbassamento della temperatura nella galleria. - Quando si incominciarono acl incontrare le alte temperature non era più sufficiente lo spingere solo un grande volume di aria fredda, poichè il calore della roccia subito la riscaldava, e quest'aria calda avyiandosi verso l'uscita della galleria YeniYa a riscaldare anche i cantieri di lavoro che si trovaYano più indietro.
Per abbassare questa temperatura e renderla tollera- bile all'operaio si ricorse allora all'acqua fredda, serven- dosi dapprima dell'acqua compressa che viene portata all'avanzamento per il funzionamento delle perforatrici.
Fig. 4. -- Iniettore d"acqua
per la ventilazione e per il raffreddamento dell'aria.
E qui giova notare come la perforatrice sistema Brandt, oltre agli altri grandi Yantaggi tecnici ha anche quello non indifferente di offrire, col mezzo della condotta for-
RIVISTA DI INGEG ERIA SANITARIA
b) Prospetto del movimento dei ricoverati nell'Ospedale:
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Avendo cura di isolare i tubi mediante uno strato di carbone pesto, trattenuto da un invo- lucro di lamiera e protetto da tavole di legno, l'acqua si manteneva fresca fino all'avanzata, di modo che entrando nella tubazione all'esterno con una temperatura di ro-r2 gr. C., arrivava all'avanzamento con una temperatura di I 4-I 6 gradi C.
Dalla condotta forzata si tolsero una quantità di sprizzi d'acqua, alcuni dei quali costituivano delle vere pioggie artificiali e si scaglionarono lungo la galleria per la quale entrava l'aria, per modo che questa, spinta dai ventilatori, doveva attraversare tali veli d'acqua, cedendo loro una parte delle sue calorie.
Questi sprizzi avevano varie forme, a venta- glio, a pioggia, ecc., e potevano essere facilmente manovrati per arrestare la caduta dell'acqua al momento del passaggio degli uomini e dei va- goni (fig. 4).
Incontrate poi le grandi sorgenti di acqua calda, non bastarono più gli spruzzi tolti dalla condotta forzata ed allora si usufruirono le sor- genti fredde trovate in galleria al km. 4400, aspirando l'acqua col mezzo di una pompa cen- trifuga azionata da una locomobile della forza di So HP collocata nella traversa n. 23.
Tale pompa era capace di spingere al fondo della galleria dai so ai 70 litri al minuto se- condo.
Questo volume d'acqua veniva in parte spruz- zato continuamente contro le pareti calde della galleria ed in parte mescolato coll'acqua calda scorrente sul suolo, affinchè questo non offen- desse i piedi e le gambe di quelìi._ che vi lavo- ravano dentro.
Affinchè l'acqua calda cedesse all'ambiente il minor numero di calorie possibile si aveva cura d'incanalarla subito in condutture di legno che la portavano all'esterno.
Mentre la temperatura delle roccie e dell'acqua superava i 45 gradi C. si riuscì con tale mezzo ad ottenere, alle avanzate e sui cantieri di allar- gamento e muratura, una temperatura dell'aria ambiente oscillante tra i 25 ed i 30 gradi C.
di calore .
Le ore di lavoro giornaliero durante le mag- giori temperature furono ridotte da otto a set e quindi a quattro ore per ciascuna squadra di operat.
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v.
Provvedimenti igienici per gli operai nella galleria.
r. Provvista d'acqua. - Il minatore che lavora nel- l'ambiente caldo suda molto e perde molta umidità dal suo corpo, la quale, affinchè l'equilibrio del li-
fligge i minatori ed i lavoranti delle fornaci, st pose somma cura, oltre che a non lasciare entrare in galleria degli operai affetti da tale malattia, mediante scrupolosa visita del medico per ogni ammesso al lavoro, coll'esame metodico delle feci degli individui sospetti, anche e
quido circolante nell'organismo si mantenga, è necessano che vengarim piazzata. "Per questa ragione il lavorante nelle gallerie è sempre as- setato, ed occorre, quindi, che egli trovi della buona acqua da bere.
Nei primi tempi l'acqua da bere fu portata in galleria dall'esterno mediante ampi vagoni- cisterne, che venivano ogni volta accuratamente ripuliti. Essi erano trascinati dal treno nei di- versi cantieri, e l'acqua ne veniva spillata da un robinetto in basso, essendo il coperchio ac- curatamente chiuso da uno sportello, fermato con lucchetto. I garzoni a quest'ufficio adibiti raccoglievano l'acqua entro a certi recipienti, muniti di copertura e di un tubo per il quale si poteva bere senza avvicinare la bocca al reci- piente stesso, e li portavano in giro a quelli che desideravano dissetarsi.
L'acqua che si portava in galleria era di quella stessa che veniva distribuita sui cantieri esterni.
Per un certo tempo si esperimentò pure di mescolare all'acqua dell'acido citrico chimica- mente puro, in ragione di un kg. di acido per
IO ettolitri d'acqua. L'aggiunta di acido citrico aveva per effetto di rendere più gradevole il gusto dell'acqua e di spegnere meglio la sete, senza danneggiare lo stomaco. Ci sarebbe poi ancora una ipotesi favorevole all'uso dell'acqua acidificata con acido citrico, la quale dipende- rebbe dal fatto che la larva incistidata dell'an- chilostoma ha bisogno, per sciogliere il suo involucro chitinoso, di un certo grado di acidità, al quale basta l'acido del succo gastrico, ma un grado di acidità più forte lo uccide, e quindi anche questa precauzione impedirebbe lo svi- luppo dell'anchilostoma.
Il sistema di portare l'acqua da bere in gal- leria ha l'inconveniente che questa, passando negli ambienti caldi e fermandovisi secondo le esigenze del treno, facilmente si riscalda e di- venta imbevibile.
Si ricorse allora all'acqua della condottura forzata, e da essa si prelevava a mezzo di robi- netti l'acqua per bere.
Segue b) Prospetto del movimento dei ricoverati nell'Ospedale:
Nell'anno 1903.
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2. Latrine. - Per mantenere tmmune la galleria dal- l'anchilostoma, che fece tante vittime al Gottardo, in modo che si calcolava che il 6o O[O degli operai ne fos- sero affetti, e che è causa principale dell'anemia che af-
sopratutto a costante vigilanza sulle latrine della gal- leria. Severissimi ordini erano impartiti, e quegli operai, trovati a deporre i loro escrementi fuori dei luoghi a ciò destinati, venivano immediatamente licenziati.
Numerose latrine furono distribuite sui cantieri di
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lavoro, le quali vemvano trasportate di mano in mano che il lavoro procedeva, in modo che l'operaio non avesse da percorrere troppa strada per accedervi.
Si esperimentarono dapprima le latrine a torba, automa- tiche, ma qui bisogna con sconforto constatare che l'edu- cazione igienica dei nostri operai è ancor molto indietro, poichè, dopo pochi giorni, tutte queste latrine, malgrado
c) Prospetto delle malattie di cui erano affetti gli ammalati ricoverati nell'Ospedale nei singoli anni.
QUALITÀ DELLA MALAn'IA
- - - -- - - - Bronchite acuta
Bronchite cronica . Polmonite crupale. Bronco polmonite.
Asma bronchiale . Pleurite .
Tubercolosi polmonare . Tonsillite.
Parotite .
Catarro gastrico acuto Catarro gastrico cronico Catarro enterico Itterizia catarrale TiAite .
Elmintiasi Emorroidi Nefrite. Cistite . Dermatiti.
Oftalmie . Otiti Nevralgie.
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Emorragia cerebrale . Ischialgia.
Cardiopatie . Epistassi . Anemia
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Influenza . iVIorbillo . Scarlattina Febbre tifoide :\1alaria Sifilide Risipola
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che fossero robustissime, furono guaste e rese comple- tamente inservibili.
Si adottarono allora le vasche mobili eli ferro, sorve- gliate da apposito personale, che ne curava giornalmente il trasporto all'esterno, con speciali vagoni, per svuotarle e pulirle.
Q•1ando poi la grande quantità di acqua, scorrente con rapidità nel canale deHa galleria, le permise, esse venivano svuotate nel canale stesso, che si incaricava di trasportarne all'esterno il contenuto.
VI.
Provvedimenti di pulizia dopo il lavoro.
I. Bagni a pioggia. - Una delle difese igieniche più energiche contro le malattie in genere, e segnatamente contro l'invasione dell'anchilostoma, fu il felice impianto dello stabilimento di bagni per gli operai, che sorge allo sbocco della galleria di direzione, appena attraversato il ponte sulla Diveria.
Le squadre lavoratrici che uscivano dalla galleria, cogli abiti inzuppati d'acqua e di sudore, venivano a scendere sotto alla tettoia della stazione, proprio dirimpetto alla porta dei bagni, dopo avere attraversato col treno il ponte coperto e chiuso, che impediva loro di risentire, specie nella rigida stagione, il passaggio dall'ambiente eccessivamente caldo dei cantieri interni, a quello molto freddo dell'esterno.
Questo stabilimento completo di bagni (fig. 5 e 6), sul tipo di quelli che esistono nelle miniere di Erin a Castrop in \tVestfalia, per la genialità e praticità del suo insieme è degno di figurare come modello ai futuri impianti di nuovi lavori di gallerie o miniere, se pure si troveranno ancora imprese così umanitariamente grandiose da sotto- stare, senza esserne per legge obbligate, alle ingenti spese di costruzione e manutenzione.
Appena varcata la soglia dell'entrata principale dei bagni si trova un pianerottolo, e, di fronte all'ingresso, una serie di tramezzi di legno muniti di uncini nume- rati per appendervi e depositarvi le lampade ad olio di galleria. Apposite conche di zinco raccolgono sul pavi- mento le sgocciolature dell'olio.
Per due rampe di scale si scende quindi nell'immenso salone dei bagni, dove in quattro serie di celle, chiuse per tre lati da tavole dell'altezza di due metri, e per un lato da tende, sono disposte le doccie. Ogni cella o camerino ne contiene una, ed ogni serie è composta di otto doccie, pari in tutto a trentadue.
Oltre a queste sonvi ancora altri quattro camenm separati, pure a doccia, ed uno a vasca, per gli assistenti ed i capi operai.
Nel centro del salone, sopra un piano rialzato, sta la batteria dei robinetti dell'acqua calda e fredda, muniti di termometro, che comandano a tutte le doccie e che vengono manovrati da uno speciale incaricato.
La temperatura dell'acqua che si distribuisce alle doccie, varia tra i 30 ed i 40 gradi C., e questo avuto riguardo al fatto che, dovendo il bagno servire essen- zialmente alla pulizia del corpo, se ne ottiene meglio lo scopo se l'acqua è piuttosto calda. ·
Quella patina untuosa che si forma sul corpo dell'o- peraio in galleria, e dovuta al sudore, ai detriti orga- nici, al fumo, all'olio delle lampade e delle macchine, non può venire asportata che col mezzo dell'acqua calda.
Milita anche in favore dell'acqua calda la ragione fisio- logica della dilatazione dei pori della pelle, per cui le ghiandole sudoripare funzionano meglio al caldo, e non
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si corre il rischio di sopprimere di colpo la loro azione, che è assai attiva nell'ambiente caldissimo della gal- leria.
I vestiti da lavoro umidi e spesso totalmente inzup- pati d'acqua e di sudore, vengono lavati e quindi issati a mezzo di cordicelle, passanti per carrucole, fino alla volta del salone, dove una corrente d'aria calda rapida- mente li asciuga.
Queste cordicelle, in numero di I soo, ordinate sopra appositi telai in basso, e fermate ad uncini numerati, portano alla loro estremità una serie di ganci per appen- dervi gli abiti ed una navicella di zinco per deporvi il sapone od altri oggetti.
L'operaio può così avere sempre i suoi abiti da pas- seggio puliti ed asciutti, e non porta nella propria abi- tazione il sudiciume della galleria.
Il pavimento del salone dei bagni è in cemento, con reticolato in legno sotto alle doccie, e forte pendenza verso gli scaricatori.
L'ambiente nceve luce da ampte fi- nestre poste in alto, che servono anche per la ventilazione. Di notte è illuminato da due potenti lampade elettriche ad arco, coadiuvate da altre numerose lam- padine ad incandescenza.
Apparecchi calorifici a termosifone gi- rano tutto intorno alla sala, in basso per il riscaldamento dell'ambiente, in alto per asciugare i panni.
Numerosi lavatoi in ferro smaltato sono infissi alle pareti per quegli operai che, non avendo da fare il bagno, de- siderano di solo lavarsi le mani e la faccia.
Sedie e panche, disposte lungo le pareti, completano l'arredamento della sala.
Annesse ai bagni sonvi latrine, lavate da una corrente continua d'acqua.
2. Lavanderia. - In un locale attiguo ai bagni havvi la lavanderia a vapore, fornita di un apparecchio lisci- viatore a rotazione, di un risciacquatore, di una vasca centrifuga per asciugare rapidamente i panni e di es- siccatoi.
Un'apposita grande caldaia, continuamente in funzione, giorno e notte, estate ed inverno, fornisce l'acqua calda necessaria per le doccie, lavora per il ricaldamento del- l'ambiente e per l'asciugamento degli indumenti, e dà la forza per il servizio della lavanderia.
Per quanto non si potessero obbligare forzatamente gli operai a fare il bagno appena usciti dalla galleria, ciò nulla meno 1'85 O]O vi si recava, ed indubbiamente ai bagni si deve se lo stato sanitario dei lavoratori si
mantenne buono e nessuna grave infezione st potè svi- luppare durante i lavori.
VII.
Servizio sanitario di visita e di cura ambulatoria domiciliare e ospitaliera.
Il servtzJO sanitario a me affidato comprendeva la visita di accettazione e la cura ambulatoria, a domicilio e all'ospedale, di tutti gli operai, feriti od ammalati, ed alle loro famiglie.
I. Accettazione. - L'operaio che vemva assunto at lavori del Sempione doveva anzitutto assoggettarsi ad una visita medica, la quale aveva per principale~scopo
Fig.
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Interno dello stabilimento dei bagni.quello di tenere lontani dalla galleria gli individui fisi- camente non atti a tale lavoro, e sopratutto di evitare che entrassero nel tunnel degli affetti da anchilostoma, in ciò ammaestrati dalla tremenda prova del Gottardo.
Tutte le indagini somatiche, funzionali, microscopiche, erano fatte coi mezzi più adatti per assicurarsi dell'at- titudine dei richiedenti al lavoro cui dovevano essere addetti, particolarmente per riconoscere i portatori di anchilostomi ed escluderli dai cantieri.
2. Visite ambulatorie e a domicilio. - L'operaio am- malato riceveva dalla Società, senza alcuna ritenuta sulla paga, la cura medica gratuita per sè e per la famiglia, le medicine ed un sussidio giornaliero per 6o giorni, pari alla metà della sua paga. L'Impresa distribuiva, inoltre, abbondanti soccorsi ai più bisognosi. Nessuna restrizione o limitazione era fatta al medico nella distribuzione dei
r66 RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARIA
medicamenti, per cui si poteva, occorrendo, ricorrere alle più costose specialità.
I medicinali venivano forniti dalle farmacie locali e dalla Ditta Erba di Milano, ed il materiale di medica- cazione, sempre di primissima qualità, dalla Ditta Hi.issi di Luino.
Gli infortunati sul la,·oro ricevevano la cura medica, i medicinali ed il materiale di medicazione per tutta la durata dell'infermità e venivano, a termini di legge, de-
d) Prospetto delle lesioni da cui erano affetti i traumatizzati ricoverati nell'Ospedale nei singoli anni.
grande onore se 1n tale e così difficile ambiente non SI
ebbe a verificare alcun caso di infezione puerperale.
3. Assistenza nell'Ospedale. - L'ospedale accoglieva gli operai addetti ai lavori del Sempione, colpiti da infortunio sul laYoro od ammalati, ed in certa misura anche gli infortunati fuori servizio ed i feriti 1n nssa.
Vennero pure ricoverati, in casi urgenti, degli individui non appartenenti alla Società, e soldati del distacca-
mento militare di Balmalonesca.
L'operaio che desiderava essere curato nel- l'ospedale lasciava una lira al giorno sulla mezza
NATURA DEllE LESI0:"-11 1800,1900 190111902 1903 190J>005 Totale
giornata di paga che riceveva dalla cassa soc- corso, durante i primi 6o giorni di malattia. I padri di famiglia, e quelli che se ne mostravano meritevoli venivano dispensati da questo paga- mento. Gli operai infortunati sul lavoro paga- vano in eguale misura. I colpiti da infortunio fuori servizio, i feriti in rissa e gli ammalati, la cui degenza superava i 6o giorni, restavano a tutto carico dell'Impresa.
Contusioni al capo -
Contusioni alla mano -
Contusioni all'antibr. ed al braccio -
Contusioni al piede -
Contusioni alla gamba ed alla coscia 4 Contusioni al torace . - Contusioni all'addome e bacino. 2
Contusioni allo scroto - Ferite al capo ed alla faccia . -
Ferite alla mano -
Ferite all'antibraccio ed al braccio I
Ferite al piede. -
Ferite alla gamba ed alla coscia 2
Ferite all'occhio -
Ferite al torace -
Ferite all'addome. -
Ferite allo scroto ed al perineo. -
Lussazioni della mano - Lussazioni della spalla -- Lussazioni del piede. -
Fratture del capo. -
Fratture delle dita e della mano I
Fratture dell' antibraccio - Fratture del braccio . - Fratture della clavicola. - Fratture della scapola -
Fratture del piede T
Fratture della gamba 5
Fratture della coscia . I
Fratture del bacino I
Fratture della colonna Yertebrale I Frattura delle coste -
Rotture muscolari. -
Ernie -
Ernie strozzate. -
Flemoni -
Nevralgie traumatiche -
Nevrosi traumatiche . - Lesioni traumatiche delle articolaz. -
Scottature -
;\[alattie chirurgiche . - -I9
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5 537Il vitto somministrato agli infermi fu sempre scelto e vario, e veniva fornito, come abbiamo già detto, dal vicino albergo della Società, a seconda delle giornaliere prescrizioni del medico.
I convalescenti, fuori che nelle ore di visita, potevano passeggiare nei giardini ed essere due volte alla settimana visitati dai parenti e dagli amici. In casi speciali di gravi infermità i pa- renti venivano autorizzati a rimanere presso l'ammalato tutto il giorno e, se lo desideravano, anche durante la notte.
Le norme più rigorose di nettezza venivano osservate: numerose sputacchiere di porcellana
e~no distribuite in tutti gli ambienti, ed appo- site iscrizioni davano consigli e suggerimenti 1g1e111Cl.
NE. Nella classifica si tenne conto della lesione più importante, ed è forse superfluo aggiungere che molti presenta,·ano non una sola, ma molteplici lesioni.
Il prof. dott. T. Oliver della Università di Newcastle u. T. che visitò i lavori nel Igor, scriveva in una memoria, presentata alla Società mineraria inglese, a proposito dell'Ospedale di
!selle ( r): « Era interessante osservare come in
« questo estremo lembo d'Italia le cure ed il
<< trattamento antisettico venissero osservate con
<< fedeltà e scrupolo tali da fare onore a Lord
<< Lister e da rivaleggiare favorevolmente con i
<< i sistemi adottati nei più grandi e meglio
nunciati alla Cassa Nazionale Infortuni, la quale provve- deva, a cura ultimata, alla liquidazione dell'infortunio.
Le visite ambulatorie ed a domicilio da me fatte agli operai ed alle famiglie, dal principio alla fine dei lavori, sommarono a 235.ooo (V. dati statistici).
Una levatrice a Balmalonesca e due a Varzo, senza alcun sussidio da parte dei Comuni, disimpegnarono al loro ufficio in modo lodevolissimo e va ascritto a loro
<< forniti ospedali di Inghilterra >>.
Medico consulente dell'Ospedale, fu durante tutto il periodo del suo funzionamento, l'egregio dottore Luigi Terazzi di Varzo, e le operazioni di qualche importanza che vi vennero eseguite furono da me compiute col suo valido aiuto e con quello dei suoi assistenti.
(I) A visit to the Simplon tmmel: the Works aud 11/ork111e1t, by THO,lAS OLIVER. - London and Newcastle-upon-Tyne, Andrew Reid e Co. Ltd., Printers and Publishers, I902.
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
VIII.
Locali di visita e di cura.
1. Ufficio sanitan·o di accettazione e di visita ambu- latoria. - Nei primi mesi di lavoro l'ufficio sanitario ebbe prO\·visoria dimora in una sala a terreno dell'Hotel della Posta in !selle, ed in seguito, mentre si attendeva alla costruzione dell'ospedale, venne traslocato in una modesta casa sulla strada provinciale in Balmalonesca.
Questa casa, una delle poche in muratura che si trovino in quella frazione, era composta di due camere al piano terreno e di tre stanzette al piano superiore, nonchè di due ambienti sotto al piano stradale.
Gna delle stanze a terreno serviva per l'ambulatorio e da sala di medicazione;
nell'altra, piLl vasta, furono collocati quattro letti per uso ospedale. Le stanze sotterranee servi,·ano per deposito, e nelle camere del primo piano abita\·a il medico.
Finalmente nei primi giorni del no- vembre 1899, essendo ultimato l'ospe- dale e completamente arredato, se ne prese possesso, trasportandovi in ess:::>
gli infermi.
costruzioni svizzere, è formato da tre corpi di fabbrica collegati insieme (fig. 7).
l muri perimetrali sono 111 pietra e calce ed hanno uno spessore di m. o, so; le tramezze interne sono for- mate da una intelaiatura di legno con doppia parete, fatta di stuoie di canne gessate e ricoperte da uno strato di calce e gesso. Il yano tra le due pareti è riem- pito da pula di riso. Tra un piano e l'altro sonvi dei ta- volati di legno doppi, e lo spazio che intercede tra un tavolato e l'altro è colmato da carbone pesto.
Il primo corpo di fabbrica si eleva di due piani e di un'alta e spaziosa mansarda, con abbaini (fig. 8).
Il locale per le ,·isite ambulatorie e per le medicazioni Yenne allora situato subito allo sbocco della galleria, in ,·ici- nanza dei bagni operai, ed era composto di due stanze, di una sala d'aspetto cioè e di una sala di visita, ampiamente for- nito di tutto il necessario. In un ripo- stiglio attiguo erano depositate due ot- time barelle, con materasso e copertura di tela cerata, per il trasporto dei feriti.
Fig. 7. - Veduta dell'Ospedale del cantiere di Iselle.
n'altra barella con materassi, coperte e materiali di medicazione, seguiva l'avanzamento della galleria.
L'ambulatorio medico chirurgico funzionava nelle ore antimeridiane, un infermiere però vi risiedeva in penna- nenza per le prime medicazioni in attesa del medico.
2. Ospedale. - L'ospedale sorge in fondo ai cantieri esterni verso Varzo, sulla sponda destra della Diveria, subito allo sbocco del ponte in legname che dalla strada provinciale conduce alle casette operaie ed alle villette degli ingegneri.
È circondato da vasto giardino, da boschetti, dal giuoco delle boccie per i convalescenti; ed il tutto è completamente chiuso da una palizzata in legno, per la parte che guarda la strada, da un muro a secco per la parte che comunica con i giardini delle villette, e per l'altra parte è limitata dal ghiaieto del fiume.
La sua orientazione è parallela alla direzione della valle, che in questo punto è molto stretta, e la facciata, dove è l'entrata, è situata sul fianco e guarda a monte.
L'edifizio, grazioso nel suo insieme e che arieggia alle
È tutto cantinato, e le finestre delle cantine guardano sul piano del giardino.
In questo edifizio vi ha l'entrata, e da un grande cor- ridoio di ingresso si accede direttamente alla gabbia della scala, in legno all'uso svizzero, alla sala di medi- cazione, alla sala di operazione, alla guardaroba, alla sala di isolamento, alla corsìa per gli ammalati ed alle
cantine. (Continua).
PADIGLIONE PER LE A TOPSIE NEL CIMITERO DI TORINO.
Continuando ad ampliarsi il Cimitero generale di To- rino, venne ad essere in disagio, sia per spazio che per comodità di servizio, la sala per le autopsie giudiziarie, costruita molti anni or sono nel recinto di esso: ne venne di conseguenza che l'Amministrazione c1v1ca, e per far posto a nuove sepolture private e per miglio- rare le condizioni della sala stessa, decretò l'erezione di un padiglione apposito per le autopsie giudiziarie.
r68 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
Essendo esso oramai compiuto e stando per entrare in funzione, credo utile darne una particolareggiata de-
Fig. r. - Veduta prospettica del Padiglione.
scrizione, poichè esso fu studiato in modo che fossero accoppiate le esigenze dell'igiene e della comodità per quanti devono praticar! o: medici, gi uclici, inser- vienti, ecc.
Il nuovo edifizio si eleva nel centro eli uno spe- ciale recinto, situato tra il Tempio crematoio e la Stazione eli disinfezione, dei cui padiglioni riproduce l'aspetto esterno, lungo la via eli circonvallazione (Vedi fig. 1) che fiancheggia il cimitero; si può accedere acl esso tanto dalla parte del cimitero che dalla parte della eletta via, mediante appositi cancelli.
In fondo allo stesso recinto sorge una tettoia per deposito eli feretri e eli attrezzi per seppelli- mento ; vi sono pure due latrine pel personale eli servizio (Vedi figure 2 e 3).
Il padiglione per autopsie giudiziarie si compone essenzialmente d'un corridoio centrale, il quale dà adito a due saloni simmetrici, l'uno a destra, l'altro a sinistra, adibiti il primo a deposito delle salme, il secondo alle autopsie. Comunicano ezianclio con eletto corridoio una stanza pel custode, un gabinetto con lavabo ed attigua latrina a destra e due ca- merette a sinistra comunicanti trq. loro, una acl uso spogliatoio, l'altra con porta che si apre diretta- mente nella sala delle autopsie, destinate entrambe, coll'anzidetto gabinetto, ai medici ed alle Autorità giudiziarie.
Fu costrutta un'apposita sala eli deposito delle
~alme, sia per evitare ingombro nella sala delle au- topsie, sia per non inquinare soverchiamente l'aria eli questa con inevitabili esalazioni.
I due saloni, dell'altezza eli circa m. 6, misurano ca- duno una superficie eli oltre mq. 40. Essi sono coperti
da un solaio eli cemento armato, sistema Hennebique, a doppia soletta ed illuminati ampiamente da parecchie finestre, munite eli vetri stampati a caldo, i quali, mentre tolgono la vista dall'e- sterno, permettono il passaggio a molta luce.
Superiormente alle elette finestre, pros- simi al soffitto, stanno dei finestrini, chiusi da vasistas eli facile manovra per mezzo d'apposite catenelle. Tali finestrini servono benissimo acl accrescere, nella stagione est i va, la ventilazione che si forma attra\·erso ai parapetti traforati ed alle finestre, e a dar così sfogo ai gas che tendono a raccogliersi nella parte superiore dell'ambiente; oltre ciò i soffitti sono muniti ciascuno eli uno sfiatatoio centrale che si può chiudere ed aprire a volontà, formato acl imbuto e che si spinge fin sopra il tetto, ove finisce a guisa eli fumaiuolo, coperto da una mitra sistema Wolpert.
CIMITERO • LJEI • FéTI
DEPOSITO FERETRI
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Fig. 2. - Planimetria generale del riparto autopsie.
Tutti gli angoli delle pareti dei saloni sono curvilinei ed i vani risultanti costituiscono altrettante canne, pro-
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« Rivistct eli lngeKneria S:1nit<tria » - Anno 1906, N. 10 e ,;eg. (Riproduzione interdetta).