• Non ci sono risultati.

Sociologia dei processi culturali e comunicativi

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Sociologia dei processi culturali e comunicativi"

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

Sociologia dei processi culturali e comunicativi

Dodicesima Lezione: 14 aprile 2020 Prof. Adolfo Braga

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze della Comunicazione

Corso di Laurea in “Scienze della Comunicazione”

a.a. 2019-2020

(2)

L’identità a più dimensioni

Il soggetto e la trasformazione dei legami sociali

(3)

L’io e l’altro (1)

• L’esperienza di sé e dell’altro nel senso comune

• Partire dalla nostra esperienza quotidiana di esseri umani

• L’identità ci appare un termine così famigliare, onnipresente nel discorso pubblico e privato, che sembra non richiedere ulteriori approfondimenti

• Eppure, appena proviamo a rifletterci su, capiamo che non è così semplice e banale afferrarne il significato

• L’esperienza della propria identità può essere sintetizzata nella risposta auto-riflessiva alla domanda “chi sei?” o “chi sono?”

• può variare con il contesto sociale e la situazione contingente in cui mi trovo

• pur rimanendo all’interno di una medesima società e cultura

(4)

L’io e l’altro (2)

• L’esperienza di sé e dell’altro nel senso comune

• un conto è se è un poliziotto a pormi questa domanda per qualche tipo di controllo

• so per certo che di me vorrà conoscere quelle poche coordinate che sono indicate sulla “carta d’identità”: il nome, il cognome, l’età, la nazionalità, la città di residenza, lo stato civile, la professione

• vorrà verificare la corrispondenza tra il mio volto reale e la fotografia che vi è contenuta

• In tutte le società moderne ogni individuo deve poter essere classificato in modo da poter essere “identificato”

• non come un qualsiasi individuo

• ma come quell’individuo lì

• non confondibile con altri che pure potrebbero avere qualche tratto comune con lui

(5)

L’io e l’altro (3)

• Ogni nazione moderna ha sviluppato un sistema più o meno semplice di “riconoscimento”

• in alcuni paesi è richiesta anche l’impronta digitale

• Il riconoscimento indica

• l’identificazione

• l’attestazione ufficiale dell’esistenza di ogni persona

• usata sia per fini giuridici (il possesso di alcuni diritti)

• sia per scopi di controllo sociale (la verifica della responsabilità in caso di trasgressioni e devianze)

• in questo caso l’identità è un punto su una mappa, un nodo all’intersezione di alcune coordinate uguali per tutti

(6)

Un aspetto fondamentale del concetto di identità

• Collocazione della persona in uno spazio sociale

• si tratta pur sempre di un profilo formale, ad uso burocratico

• si tratta di “appartenenze di fatto”, a cui può essere o non essere attribuito un significato soggettivo

• tale “identità formale” ha comunque un’importanza fondamentale se si pensa che rappresenta la testimonianza pubblica della propria esistenza

• un caso di cronaca effettivamente avvenuto

• una ragazza che non era stata correttamente registrata al momento della nascita, non poteva ottenere quel certificato di identità che dà l’accesso alla vita sociale e civile (dall’assistenza sanitaria alla carta di credito)

• semplicemente per lo Stato quella ragazza non esisteva

(7)

Il «riconoscimento»

• La carta di identità

• mostra un aspetto centrale dell’esperienza quotidiana di chi e che cosa siamo

• Sociologo canadese Erving Goffman

• chiama “identità per l’altro”

• come gli altri ci collocano e ci definiscono in base a categorie e attributi effettivi

• Nella nostra esperienza quotidiana questa non è che un aspetto dell’identità

• Un sentimento più soggettivo

• auto-appartenenza

• attraverso il quale ci riconosciamo come un certo tipo di persona, con tratti e proprietà (o insiemi di proprietà) fisiche, psicologiche, morali, costitutive del nostro essere un individuo particolare

• La parola “riconoscimento”

• usata col pronome riflessivo “mi riconosco”

• significa che “mi ritrovo” in quell’insieme di caratteristiche che – attraverso un atto riflessivo e introspettivo – percepisco come mie

• mi consentono di dire che sono la stessa persona di un attimo, un’ora, un anno fa, che sono la stessa persona di sempre

(8)

Inchiesta “Histoire de vie (1)

• Le persone sanno fornire a chi glielo domanda una descrizione abbastanza precisa di «chi sono»

• Tali descrizioni possono essere raggruppate proprio nei due tipi principali di cui si è parlato:

• un’identità formale, basata sulla collocazione nello spazio sociale (“mi chiamo Catherine, ho 23 anni, sono una studentessa…”) che è la più frequente

• un’ “identità personale”, che presenta due varianti:

• una psicologica che sottolinea le caratteristiche ritenute “essenziali” dall’intervistato/a, spesso espresse sotto forma di tratti di personalità

(9)

Inchiesta “Histoire de vie (2)

• Tali descrizioni possono essere raggruppate proprio nei due tipi principali di cui si è parlato:

• autodescriversi di tipo narrativo

• richiama non tratti costanti della personalità, ma una concatenazione di eventi e di scelte, che delineano un “filo conduttore” nella biografia della persona

• «una donna anziana si autodefinisce in opposizione al modello di donna prevalente

quand’era giovane. L’adesione giovanile a una militanza politica nella Resistenza è ricondotta alla storia passata, legata ad eventi dell’infanzia, alla crescita in un ambiente maschile e alla sua natura ribelle che la rendono ostile all’immagine di donna prevalente nei primi decenni del Novecento

• Connessione tra una forte concezione di sé (di donna anticonformista, diversa dal modello prevalente) con la scelta di aderire prima a

movimenti femministi e pacificisti, e poi alla Resistenza

(10)

Inchiesta “Histoire de vie (3)

• Non appaiono, se non sullo sfondo, gli altri, il rapporto interpersonale e con il contesto sociale

• L’identità è riportata a tratti della personalità che spingono il soggetto a compiere o desiderare di compiere certe scelte:

• nel primo caso è il desiderio di vivere in stretto contatto con la natura

• nel secondo è la scelta della militanza politica

• Il discorso condotto dalle scienze sociali per mostrare il carattere dinamico e processuale dell’identità

• far emergere processi e meccanismi sociali controintuitivi e paradossali che

una fenomenologia descrittiva non è in grado di cogliere

(11)

L’identità (1)

• L’identità per sé sembra avere una sua peculiare sostanza ed “essenzialità”, separata e indipendente da quella attribuita dagli altri, dalle istituzioni o da gruppi sociali particolari

• Le due forme sembrano accostate o intrecciate, ma senza chiari rapporti di interdipendenza

• L’identità per gli altri, che potremmo chiamare anche l’identità attribuita o assegnata,

• influisce sul sentimento soggettivo e lo plasma

• può provocare confusione, contraddizioni e insoddisfazioni profonde nella persona che stenta a riconoscersi nell’immagine che gli altri gli/le rimandano

• Esperienza molto diffusa nelle nostre società soprattutto in quelle persone la cui identità sociale presenta il marchio negativo dello stigma

• appare devalorizzata e connotata negativamente quando non apertamente disprezzata

• si tratta, in genere, di persone con handicap fisici, con caratteristiche giudicate esteticamente o moralmente ripugnanti (ad esempio l’obesità, il non avere fissa dimora, certi tipi di malattia ecc.)

• di minoranze (omosessuali, particolari gruppi etnici e religiosi)

• di categorie socialmente svalutate (come le donne)

(12)

L’identità (2)

• Lo sguardo di misconoscimento da parte dell’altro genera disidentità o identità danneggiate

• Lo psicanalista Erik H. Erikson

• per primo ha introdotto il termine identità nel linguaggio scientifico e a cui si devono, come vedremo, alcune decisive considerazioni

• alla base di patologie anche gravi

• diagnosticato come casi di “confusione di identità” quelli di ex combattenti che presentavano segni di frammentazione del sé e di “lotta con se stessi”

• Ciò che più ha influito sulla evoluzione successiva degli studi sull’identità è stato il riconoscere – al di là di patologie individuali – quella che Erikson ha definito “crisi di identità” di un’intera

generazione

• Viene introdotto, in un momento in cui il mondo giovanile era sconvolto da ansie e movimenti emancipativi, l’idea di “identità negativa” come identità stigmatizzata socialmente e, proprio per questo, rivalutata collettivamente

• “Identità negativa? Ma sì, sembra che vogliano essere tutto quello che ‘la società’ dice loro di non essere: in questo, almeno, sono ‘conformisti’”

(13)

Erikson: «oltre l’auto-descrizione e auto-comprensione degli individui nella vita quotidiana»

• Con questa idea avanzata a partire dalle sue esperienze cliniche

• molto oltre l’auto-descrizione e auto-comprensione degli individui nella vita quotidiana

• impossibilità di separare “lo sviluppo personale dalle trasformazioni che hanno luogo nella comunità”

• necessaria una teoria che leghi, attraverso il concetto identità, individuo e struttura sociale

• che collochi il soggetto nel suo contesto interindividuale e che individui le

dinamiche sociali e i meccanismi del cambiamento

(14)

Il termine identità (1)

• Non è affatto sconosciuto alle persone nella vita quotidiana

• Normalmente, senza apparente difficoltà o sorpresa, tendono a rispondere secondo due moduli tipici alla domanda “chi sei?” (o meglio come ti definiresti?):

• facendo riferimento a coordinate loro assegnate in uno spazio sociale (“sono uno studente, italiano, di 22 anni”)

• sono identificabili, per così dire anonimamente

• riportando attributi, proprietà, caratteri che li caratterizzano in maniera unica

• inseriti a volte entro una storia che li connette in una serie di concatenazioni (“sono una persona fatta così e così, che ha compiuto queste e queste altre scelte”)

(15)

Il termine identità (2)

• La familiarità con cui parliamo di identità ha delle ragioni storiche oggettive

• L’interrogarsi persistente e generalizzato sulla propria e altrui identità non fa che riflettere un processo storico di crescente individualizzazione dei rapporti sociali, in cui il peso dell’individuo all’interno dei legami sociali è diventato via via maggiore

• Si parla diffusamente di qualcosa quando questo diventa un oggetto di attenzione privilegiata e viene problematizzato (sia dalle persone che dai ricercatori/osservatori)

• Ciò che diventa problematico e che il termine “identità” cerca di afferrare è il cambiamento dei modi in cui l’individuo delle società occidentali si

rapporta alle istituzioni, alle norme, alle appartenenze sociali

(16)

Il termine identità (3)

• La diffusione nel linguaggio comune del termine identità, delle domande e delle risposte ad esso connesse

• si intreccia con il suo uso e approfondimento concettuale nel discorso propriamente scientifico

• coniato il termine identità per risolvere dei problemi teorici “tradizionali”

• apre nuovi ambiti di ricerca e nuove prospettive

• lo stesso discorso scientifico moltiplica il suo impatto pubblico quanto più tocca

fenomeni diffusi e risente, a sua volta, della “popolarità” del termine che ha coniato e delle questioni in grado di evocare

• ciò ha avuto esiti non sempre felici

• ad esempio una produzione smisurata, cresciuta esponenzialmente negli ultimi trent’anni, di una letteratura vasta ed eterogenea, con il rischio richiamato da molti autori che il concetto di identità diventi vago e polisemico, prestandosi a un uso evocativo e ritualizzato

(17)

Il termine identità (4)

• A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso

• l’identità viene assunta come oggetto di analisi dalle scienze sociali

• in realtà è un concetto “ambiguo”, nel senso che incorpora un paradosso

• paradosso che si mostra apertamente nello stesso senso comune, quando quest’ultimo rinvia alle due modalità contrapposte di rispondere alla domanda “chi sei”

• rinvia all’altro (ciò che rende una persona simile ad altri che occupano il suo stesso spazio sociale)

• a sé (ciò che rende una persona differente da tutti gli altri, compresi gli affini)

• Nelle descrizioni che ne fa il senso comune queste due modalità restano perlopiù separate finendo per riprodurre un’opposizione che non ha più corso nel discorso scientifico delle scienze sociali

• Senza stabilire e comprendere i nessi che legano i due “volti” – quello sociale e quello privato – si finisce per attribuire all’identità per sé o privata lo statuto di “sé reale” o “sé autentico” che si ottiene attraverso

l’introspezione

• come se all’individuo bastasse rivolgersi alla propria interiorità per “scoprire” profondità inespresse che non chiedono che di venire alla superficie

• per opposizione, l’identità sociale (definita attraverso categorie sociali di appartenenza) sta alla superficie, mera assegnazione più o meno coatta di ruoli e maschere sociali

(18)

Identità, “io” - “personalità” (1)

• Todorov

• racconta un altro punto di vista:

• “L'uomo non possiede un territorio ‘interno’ sovrano. Egli è integralmente e sempre su una frontiera: guardando dentro di sé, guarda negli occhi altrui o attraverso gli occhi altrui. Non posso fare a meno dell'altro, non posso divenire me stesso senza l'altro«

• Qual è il tragitto che porta la ricerca sociale alle conclusioni a cui giunge Todorov?

• critica, a volte esplicita, a volte implicita, al modo tipico con cui gran parte della filosofia occidentale ha concepito il pronome “io”

• “Questo pronome” con cui “l’uomo designa se stesso, è diventato oggetto di

investigazione filosofica dal momento in cui il riferimento dell’uomo a se stesso,

come riflessione su di sé o coscienza, è stato assunto a definizione dell’uomo”

(19)

Identità, “io” - “personalità” (2)

• “Che cosa sono dunque io?”

• Cartesio rispondeva che l’io è coscienza, cioè rapporto con se stessi, soggettività

• Le discussioni classiche più influenti che trattano specificamente

dell’identità sono quelle che si pongono il problema logico di come si possa dire che il soggetto resta lo stesso (ha un’identità) pur

modificandosi

• Locke e Hume

• ascrivere una concezione moderna e una problematizzazione dell’identità,

anche se da punti di vista molto diversi

Riferimenti

Documenti correlati

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per

Personalmente credo che, oggi, occorra lavorare perché cresca la

Gli argomenti e i concetti trattati nel corso delle videolezioni dovranno essere ampliati dagli studenti e rielaborati al termine del percorso di studi, grazie anche ad un lavoro

Al fine di sviluppare nello studente un approccio critico verso i processi culturali è fondamentale accrescere in lui le capacità analitiche in grado di orientarlo nella lettura

2 E che, a sua volta, costituisce il cuore pulsante di una concezione (che Brigaglia chiama) pragmatica del potere, che si ritroverebbe, appunto, solo nelle opere anni ’80:

Supponiamo di essere arrivati a un certo passo della costruzione e di saper costruire tutti i punti del piano che hanno coordinate appartenenti a un certo campo di numeri F..

Per fortuna l’informatore decide di aiutare ancora l’ispettore fornendogli indizi proprio attraverso il computer. Il numero

Finalmente arrivano informazioni sul complice della Signora Violet, l’abilissima ladra arrestata da Numerik.. Gli indizi sono contenuti in una busta chiusa: l’ispettore Numerik la