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EXECUTIVE PROFESSIONAL. Com è la vita da executive professional?

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P re videnza F ormazione S anit à C ontr atto A ssociazioni S er vizi

69 NOVEMBRE 2015

EXECUTIVE PROFESSIONAL

UNA CONSULENTE

CON UNA MARCIA IN PIÙ

Quattro chiacchiere con Anna Censi, amministratore unico di Alkemia. Associata a Manageritalia Milano

dal 1996, oggi in qualità di executive professional

Com’è la vita da executive professio- nal?

«La mia nuova vita è iniziata alla fine del 2008 quando ho lasciato una posi- zione al vertice di un’azienda multina- zionale, più o meno la sesta esperienza nella mia vita professionale. Un’occa- sione che aspettavo da tempo, per dire il vero, che non ho subito con problema- ticità. Da allora il percorso è stato lun- go, parecchie difficoltà ma anche tante soddisfazioni. Ho costituito una piccola società di consulenza, Alkemia, che si occupa di management consulting per le imprese sui temi del marketing inter- nazionale, delle reti di impresa e delle start-up».

“Un’interazione con vertici aziendali per contribuire alle scelte operative, decisionali e strategiche del cliente”, dice la definizione di executive profes- sional. Non un consulente come tanti altri?

«Assolutamente no. Un consulente che ha una marcia in più nel mondo delle imprese: perché alle competenze conti- nuamente aggiornate affianca l’espe- rienza, spesso decennale, della pratica

in azienda. È quel consulente che, oltre a sapere, sa anche fare accadere le cose e interagire con un sistema com- plesso di soggetti e relazioni. È un pun- to di differenza molto importante, che ci mette su un altro piano rispetto ad altre figure professionali che ruotano intorno all’azienda, quali i professioni- sti con albo o gli accademici».

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MANAGERIT ALIA EXECUTIVE PR OFESSION AL

R R

Qual è il plus tangibile che l’exe- cutive professional mette in campo nei confronti dei clienti dopo una vita professionale da manager?

«Chiariamo un punto: spetta all’executive professional valo- rizzare se stesso e spetta a noi tutti insieme valorizzarci di fronte alla business community. Se non c’è la voglia di mettersi in gioco, di aggiornarsi continuamente su temi tecnici ma anche di varia cultura, di assumersi dei rischi, non si fa strada fuori dall’azien- da. Diventa infatti difficile espri- mere valore quando ci si confron- ta con i clienti. Se invece si riesce a intraprendere questa via “vir- tuosa” su base continuativa, po- ter vantare un percorso da exe- cutive in azienda fa la differen- za. Sa cosa ho scritto sulla pre- sentazione della mia società?

“Gli interventi di Alkemia sono orientati al risultato di gestione e alla concretezza”. Credo che sia uno statement che possano pro- porre in maniera credibile solo i professionisti con un percorso manageriale alle spalle».

Cosa serve oggi per svolgere in modo vincente questo ruolo?

«Innanzitutto una grande deter- minazione e uno spirito impren- ditoriale, si propone se stessi prima di tutto, il maggior capitale di cui un essere umano dispone.

È poi fondamentale aggiornarsi continuamente: mi piace affer- mare che siamo dei “facilitatori”

nella trasmissione della cono- scenza, un argomento di grande attualità e di grande valore non solo per l’impresa ma anche per lo sviluppo del Paese. In ultimo, il network di relazioni è molto

importante. Non solo per acce- dere a clienti e commesse, ma soprattutto per scambiare idee e alimentare il sistema della cono- scenza».

Il fatto che l’Italia sia un paese di pmi e aziende padronali a gestione familiare può essere un’opportunità per gli executi- ve professional?

«Sicuramente sì, perché le pmi avvertono la loro debolezza sui principali temi legati allo sviluppo dell’impresa di oggi, quali l’inno- vazione e l’internazionalizzazio- ne, ma anche perché quest’ambi- to potrebbe costituire un terreno di confronto con Confcommercio, la nostra associazione datoriale, in aggiunta alle relazioni indu- striali. Certo, il ricorso alla mana- gerialità esterna al contesto fami- liare da parte della pmi è un per- corso culturale arretrato e lento a progredire, sul quale è però ne- cessario agire a livello sistemico.

Esistono tuttavia tanti altri ambiti che necessitano di competenze manageriali e che possono costi- tuire delle opportunità per gli exe- cutive professional. Basti pensa- re, per esempio, alle start-up e ai relativi sistemi di finanziamento, al mondo della cultura e dell’arte, alle onlus, alla pubblica ammini- strazione nella gestione di proget- ti complessi spesso finanziati dai fondi Ue».

Dall’indagine che abbiamo svolto sugli executive professio- nal associati a Manageritalia emerge un problema sul fronte formazione: pochissimi la fan- no e troppi vivono di rendita su quella passata. Quale forma- zione serve e come farla?

«Per quanto riguarda la forma- zione, certamente avviare un’im- presa richiede competenze diver- se da quelle funzionali al percor- so aziendale. In generale ritengo che il fabbisogno formativo

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MANAGERITALIA PER GLI EXECUTIVE PROFESSIONAL

tinente lo sviluppo dell’imprendi- torialità e la gestione dell’impre- sa, aspetti con i quali si trova a misurarsi quotidianamente in via diretta o indiretta. Ci sono inoltre i temi relativi al “passaggio”, nel- la fase di uscita dal contesto aziendale, sui quali un percorso formativo specifico, quale Mana- gerattivo (il percorso di Cfmt per supportare il manager a ricollo- carsi sul mercato, ndr), è a mio avviso fondamentale, in modo particolare per sviluppare la ca- pacità di adattamento delle pro- prie abilità manageriali a situa- zioni diverse da quelle sperimen- tate nella pregressa esperienza professionale».

Oltre alla formazione, quali so- no oggi i must in termini di ser- vizi e supporti per un executive professional?

so un “battitore libero” e nella maggior parte dei casi non ap- partiene ad alcun ordine profes- sionale. Ha quindi necessità di sentirsi parte di una community e di disporre di servizi funzionali allo svolgimento della propria attività, quali servizi legali, fisca- li, assicurativi, solo per citarne alcuni. Anche i fondi sanitari e pensionistici collegati alla con- trattazione collettiva dovrebbero essere modulati in modo più fles- sibile per accogliere le esigenze dei prosecutori volontari, che costituiscono la maggior parte degli executive professional».

Cosa ti aspetti da Manageri- talia?

«Mi aspetto innanzitutto un mag- gior impegno nel rappresentare una categoria professionale che non può e non deve più essere

ger”, che riconduce tristemente a esperienze ormai concluse. Gli executive professional sono il fronte della nuova manageriali- tà, che trova forme e rappresen- tazioni variegate in una società e in un sistema imprenditoriale più “liquido”.

Abbiamo la necessità di parteci- pare ai tavoli istituzionali più funzionali allo sviluppo della categoria e di rafforzare la no- stra visibilità sulla base di una maggiore partecipazione al di- battito economico e politico: in questo ambito il ruolo dell’Asso- ciazione è fondamentale. Gli executive professional sono in- fatti una grande risorsa per lo sviluppo del sistema impresa e del Paese, tanto quanto la ma- nagerialità che si esprime nel contesto della contrattazione collettiva aziendale».

Seguici e partecipa su www.manageritalia.it, blog e canali social

Manageritalia e le sue 13 associazioni territoriali sono per gli executive professional un luogo fisico e virtuale dove:

avere rappresentanza e voce a livello istituzionale, economico e sociale, anche per valorizzarne ruolo e contributo allo sviluppo del Paese;

trovare servizi e consulenze in ambito contrattuale, previdenziale, copertura rischi, sviluppo professionale;

fare networking e condividere informazione e cultura manageriale e di business;

partecipare a eventi professionali, culturali e ludici.

IL PARTNER IDEALE

dei manager di oggi e di domani

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MANAGERIT ALIA QU ADRI

R

I QUADRI VISTI DALLE SOCIETÀ DI RICERCA

Un popolo variegato quello del middle management italiano nel quale ritroviamo la futura classe dirigente

Oggi i quadri hanno mercato?

  Ciarapica «Sì, sono ripartiti anche gli investimenti nelle risor- se umane e i quadri sono un buon compromesso qualità/

prezzo. Sono anche il più facile primo approccio delle pmi fami- liari alla gestione manageriale esterna».

  Contardi «I quadri hanno sempre avuto mercato, purché siano disposti a essere al passo con i tempi e flessibili nell’ap- proccio. Essere aggiornati oggi è un must per tutti».

  Pedone «Quello che discrimi- na nell’avere mercato è lo stan- ding professionale e i quadri italiani oggi ne hanno».

  Tamagni «Sì, perché c’è una piccola ripresa e permettono di portare dentro manager con esperienza e potenziale con un costo aziendale accettabile».

Dal vostro punto di vista, com’è percepita e utilizzata questa fi- gura in azienda?

  Ciarapica «In molti settori è semplicemente uno status/step di crescita più che un ruolo orga- nizzativo ben definito. Ci sono quadri che sono “super profes- sional” e individual contributor (nella r&d, nell’It…) e altri con ampie responsabilità di budget o people management (realtà pro- duttive o commerciali) e di repor- ting gerarchico oltre che funzio- nale».

  Contardi «Il quadro può esse- re il giovane di talento a cui si dà particolare attenzione o il profilo solido su cui l’azienda poggia la sua storia e le sue competenze».

  Pedone «È una figura destina- ta a profili ad alto potenziale di crescita professionale con ruoli manageriali, di alta specializza- zione o con un mix delle due».

  Tamagni «Stanno coprendo responsabilità e aree nuove, an- che perché hanno professionalità di recente evoluzione tipo com-

pliance e digital, quasi unicamen- te reperibili in under 35-40. Poi sono la futura classe dirigente».

E per voi che li cercate e li piaz- zate, che lavoratori sono?

  Ciarapica «Sono profili che necessitano di grande attenzione consulenziale perché spesso fan- no la differenza, soprattutto nelle medie imprese italiane. Nelle me- die aziende sono spesso l’ogget- to principale delle nostre ricer- che: persino i primi riporti dell’im- prenditore e della direzione ge- nerale sono spesso quadri. Ma si tratta tendenzialmente di junior manager, eventualmente in una fase di passaggio verso la diri- genza».

  Contardi «È un profilo interes- sate che richiede di essere valu- tato bene. Spesso ha accesso a informazioni confidenziali e rico- pre ruoli chiave. Perdere un qua- dro a volte fa più male di un diri- gente».

  Pedone «Sono generalmente bravi e costano meno...».

  Tamagni «Sono una “merce”

da coltivare perché vanno a co- prire ruoli chiave, e quelli di mag- giore potenziale sono la futura classe dirigente».

Il Jobs act ha avuto impatto sui quadri?

  Ciarapica «Temevamo inci- desse di più in negativo sulla mo- bilità, mentre solo nel 10% dei casi i quadri ai quali offrivamo nuove opportunità ci hanno po- sto la questione».

  Contardi «Sui profili più senior e con posizioni stabili abbiamo riscontrato un po’ di reticenza al cambiamento. Su chi è alla ricer-

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OPPORTUNITÀ

Vedi il nuovo percorso formativo Ride the change: conoscere la propria unicità per gestire il cambiamento. Partecipa alla di- scussione sui quadri sul blog crisiesvilup- po.manageritalia.it e sui social Manageri- talia.

Per restare aggiornato sui percorsi forma- tivi http://bit.ly/formazionequadri

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ca di una nuova opportunità inve- ce è un vero e proprio accelera- tore».

  Pedone «Può essere un’arma per chi, dovendosi ricollocare, trova nella maggiore flessibilità del contratto a tutele crescenti un’arma in più anche per entrare come quadro».

  Tamagni «Non ha inciso in mo- do rilevante sulle richieste di pro- fessionalità da inserire come qua- dri, anche se il contratto a tutele crescenti è per l’azienda un buo- no stimolo. Ha forse inciso di più sulla mobilità degli attuali quadri, visto che alcuni temono la minor protezione dell’eventuale nuovo contratto».

I quadri oggi apprezzano que- sto inquadramento professiona- le meno o più di prima?

  Ciarapica «Per alcuni quadri è un passaggio verso la dirigen- za, ma è anche un importante punto di arrivo per chi, magari diplomato e non laureato, maga- ri donna con figli, si è sempre percepito come impiegato di buon livello ma non pienamente manageriale e si autogratifica con un “livello” di riconoscimen- to, accede a rimborsi sanitari, strutture di formazione manage- riale, orario forfetizzato, qual- che responsabilità nella gestione di risorse ecc.».

  Contardi «Il quadro porta con sé maggiori coperture assicurati- ve, come quelle sanitarie, e rap- presenta il gradino tra l’impiega- to e la dirigenza. Quindi l’ap- prezzamento è lo stesso, anzi, viste le migliorie apportate, direi anche più di prima».

  Pedone «È un inquadramento molto apprezzato perché confer- ma il riconoscimento dell’alta professionalità e questo è un dato a mio avviso in aumento. In alcu- ne aziende i quadri hanno stipen- di ben superiori ai minimi contrat- tuali dei dirigenti».

  Tamagni «Oggi diventare qua- dro rappresenta un obiettivo fon- damentale perché significa rag- giungere una posizione di re- sponsabilità e può rappresentare il passaggio naturale per una fu- tura dirigenza».

C’è comunque sempre e forte la tendenza a fare il salto verso la dirigenza?

  Ciarapica «Sì, in particolare in alcuni settori (professional service, financial service), per i talenti più giovani e dinamici, entro i 40. Ten- denza per cui lo status di quadro per certi aspetti/ruoli è un po’ un limbo, una zona di confine nell’as- sunzione di responsabilità di risor- se, budget, persone. Quindi, lo status dirigenziale è ancora un tar- get per i laureati in economia con

percorsi lineari e magari alle spalle genitori manager baby boomer.

Ma la tendenza alla dirigenza e al suo “mito” di status sociale anno dopo anno è un po’ mitigata, an- che perché è sempre più facile su- bire l’espulsione nei casi sempre più frequenti di ristrutturazioni, m&a».

  Contardi «Tutti vogliono diven- tare dirigenti, per status, stipen- dio potenziale, per coperture sanitarie e quanto connesso all’inquadramento o al vissuto storico. Devo ancora incontrare qualcuno che rifiuti un passaggio di questo genere».

  Pedone «Solo in parte, conside- rando che oggi ciò che rappresen- ta la differenza tra i due inquadra- menti è il perimetro di ruolo e di responsabilità, che per i quadri è in aumento orizzontale, per i dirigen- ti sempre più selettivo e orientato a posizioni apicali. In altre parole, sempre più spesso i quadri possono coprire posizioni di middle mana- gement, al confine quindi con in- quadramenti dirigenziali, vicever- sa, per i dirigenti, è necessario muoversi in modalità verticale e su posizioni/ruoli di vertice».

  Tamagni «Il salto alla dirigen- za è meno automatico rispetto a circa dieci anni fa. Solo i migliori e quelli di potenziale possono ambire all’agognato obiettivo della dirigenza».

director PraxiAlliance director Page Personnel Italia manager di Lee Hecht

Harrison | DBM director Intermedia Selection e partner Key2people

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Assidir

ne offerte assicurative dedicate al nostro mondo.

La Convenzione assicurativa Antonio Pastore

Per quanto riguarda le conven- zioni contrattuali per i dirigenti, Assidir gestisce la Convenzione assicurativa Antonio Pastore che costituisce la previdenza integra- tiva individuale prevista dal ccnl e che può essere definita come il servizio “storico” di Assidir. In particolare, per questo servizio l’attività di Assidir si sviluppa at- traverso tre uffici dedicati.

Il primo, che si occupa di tutto quanto riguarda la gestione del- le 37.000 posizioni individuali attive, segue gli associati a par- tire dal controllo della correttez- za dei dati per ogni pratica o operazione aperta avendo effet- tuato, nell’ultimo anno, circa 30.000 consulenze telefoniche.

Questa attività ricopre una gran- de importanza per l’assistenza fornita agli associati in quanto, tramite un numero di telefono dedicato, è possibile ricevere con immediatezza informazioni sulla propria posizione ed even-

Q

ualsiasi uomo, in mo- menti di particolare bi- sogno, sente la necessi- tà di ricorrere a un aiuto esterno per sé o per i propri familiari.

Nella maggioranza dei casi, po- trebbero trovare una risposta utile attraverso strumenti alla portata di tutti, qualora si abbia la possibilità di conoscerli e po- terli utilizzare.

Per tutti gli associati Managerita- lia Assidir mette a disposizione un supporto sostanziale in grado di intervenire nei momenti di maggiore bisogno.

La mission di Assidir è infatti quella di operare fornendo infor- mazioni, consulenze e soluzioni assicurative sia sul fronte delle

“tutele contrattuali” sia su quel- lo, molto più ampio, delle neces- sità personali e familiari di tutti i dirigenti, ex dirigenti, quadri ed executive professional iscritti a Manageritalia.

Le aree di intervento

Scorriamo rapidamente le aree di intervento della società che, es sendo parte integrante del siste ma Manageritalia, opera da 25 anni per mettere a disposizio-

tualmente un supporto per la verifica degli adempimenti for- mali, quali ad esempio l’indica- zione delle modalità con cui se- gnalare o eventualmente modifi- care i beneficiari delle prestazio- ni assicurative.

Il secondo, invece, si attiva ogni qual volta si rende necessario effettuare delle verifiche tecni- che su una pratica presentata da un associato e, a titolo esemplifi- cativo, interviene con un consu-

lente legale nei casi di “tutela legale” o “polizza Ponte” e con un consulente medico nel caso di problematiche sanitarie.

L’area commerciale, infine, svol- ge un’attività di supporto agli associati sul territorio grazie alla costante presenza in quasi tutte le associazioni e delegazioni di Manageritalia. L’attività è relati- va sia agli aspetti gestionali e operativi della Convenzione An- tonio Pastore, sia all’analisi della situazione assicurativa persona- le dell’associato e dei suoi fami- liari tramite un servizio di check- up assicurativo che si conclude

Il “compagno dI vIaggIo”

deglI assocIatI

Assidir, la struttura che è a disposizione

degli associati e dei loro familiari per suppor-

tarli e assisterli in campo assicurativo

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che eventualmente risultassero scoperte, delle soluzioni assicu- rative che Assidir dispone per gli associati Manageritalia.

Per quanto riguarda le necessità assicurative sul fronte personale e familiare degli associati di qualsia si categoria, Assidir rea- lizza, in partnership con le com- pagnie di assicurazione con le quali ha mandato, nuovi prodot- ti assicurativi ad hoc, definiti at-

traverso le ricerche di mercato effettuate con il proprio centro stu di, al fine di offrire il miglior rapporto prezzo/prestazioni.

Convenzioni assicurative targate Assidir

Ecco ora, in estrema sintesi, le aree di intervento per le quali sono disponibili delle soluzioni assicurative che possiamo defini- re come “targate Assidir”.

Prima fra tutte l’area relativa alla protezione del proprio patrimo- nio sia per quanto riguarda il va- lore dello stesso sia per la respon- sabilità civile a questo collegata,

blematiche dell’abitazione, pri- ma casa o secondarie, e dei mez- zi di trasporto come auto e moto.

Una seconda importante area di intervento riguarda la protezio- ne e l’accumulo di capitale che si effettua attraverso la ben nota polizza di capitale differito Ca- pitello che, sfruttando i vantaggi di poter essere membri di una comunità, assicura per gli accan- tonamenti degli associati gli stes-

tutele in caso di infortunio, malattia e non autosufficienza.

Coperture online e app

Per fornire un servizio sempre mi- gliore e attuale, Assidir ha da tem- po messo a disposizione un’app informativa e di contatto utilizza- bile da smartphone, oltre a diver- se coperture assicurative che pos- sono essere sottoscritte diretta- mente online attraverso il sito www.assidir.it. Si tratta, in questo caso, di polizze particolarmente semplici sia da comprendere, per quanto riguarda le caratteristiche, sia da sottoscrivere, per le moda- lità totalmente online.

Le aree per le quali sono attive delle coperture online sono quel- le della famiglia, delle vacanze e della salute; un elenco destina- to ad allungarsi a breve con ul- teriori polizze.

Da ultimo, ma non per importan- za, il servizio di assistenza a 360° che Assidir offre a tutti gli associati e ai loro familiari attra- verso l’utilizzo della card Mana- geritalia.

Ciò che dobbiamo fare, tutti noi associati Manageritalia, è quin- di non dimenticare il “compagno di viaggio” Assidir che abbiamo sempre al nostro fianco.

Per maggiori informazioni consulta il sito www.assidir.it

oppure telefona al numero

02.202031 si rendimenti della Convenzione

Antonio Pastore.

Infortunio, malattia, non autosufficienza

Sempre nella stessa area, Assidir offre importanti tutele sia per quanto riguarda la sfera della previdenza integrativa indivi- duale sia per le cosiddette poliz- ze vita.

L’ultima area per la quale gli asso- ciati Manageritalia possono con- tare sul supporto professionale di Assidir è quella della salute; infatti, oltre ai fondi di assistenza contrat- tuali previsti, sono disponibili ed

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CFMT

re quotidiano, professionale e per- sonale, si possa migliorare questo equilibrio vitale di relazione e di esecuzione?

L’orchestra sinfonica è una squa- dra formidabile, e nelle orchestre più blasonate accade pure che un nuovo direttore debba essere ac- cettato dai musicisti. Nelle aziende non è così ma il fenomeno ci fa ri- flettere e spiega bene perché in un concerto siamo colpiti dalla perfet- ta intesa tra il direttore e i musicisti.

E il successo è sempre e comunque dell’ensemble, mai di uno solo e neppure del solo direttore. Insom- ma, del team. Poi accade che quando il talento è straordinario qualcuno diventi un applaudito so- lista. Che comunque suonerà sem- pre con qualcun altro, con un’or- chestra. Con una squadra.

T

enuto a battesimo da Cfmt nel 1998, il progetto Smile con Luciano Ziarelli non sem- bra risentire del tempo che passa, anzi, il format, arricchito nel corso degli anni, oggi conta un set di workshop che toccano gli aspetti fondamentali del management. Un progetto innovativo e fuori dagli schemi ortodossi della formazio- ne, che utilizza le teorie dell’intelli- genza emotiva e le mette in pratica nella formazione emozionale.

I diversi workshop del progetto affrontano tutte le principali com- petenze, capacità professionali e personali richieste a chi ricopre incarichi di responsabilità e rela- zione. Da quest’anno il progetto si arricchisce di un nuovo work- shop, “Prova d’orchestra. Armo- nia e ritmo nella direzione azien-

dale”, che dopo l’esordio romano del 19 novembre, arriverà a Mila- no il 10 dicembre nella piacevole cornice della Scuola di musica Cluster. Luciano Ziarelli non sarà solo come per gli altri appunta- menti del progetto, ma potrà con- tare su una validissima spalla: Vi- cky Schaetzinger, musicista di fa- ma europea. Una coppia, questa, già affiatata grazie anche alle tournée teatrali in tutta Italia degli spettacoli “Ciao, come sto?” e “La liquidazione”.

Nella musica armonia e ritmo da sempre convivono in un equilibrio che stupisce e affascina ogni volta che si ascolta una buona esecuzio- ne. Allora, perché non utilizzare la metafora dell’orchestra, dei suoi musicisti e del suo direttore per ri- flettere su come anche nell’incede-

PROVA

D’ORCHESTRA

Armonia e ritmo

nella direzione aziendale

La partecipazione all’evento è gratuita e riservata ai dirigenti associati in regola con il versamento degli appositi contributi.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI Andrea Rescalli, email: arescalli@cfmt.it

SCUOLA DI MUSICA CLUSTER MILANO, 10 DICEMBRE - dalle ore 9 alle 13

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