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I ... parliamo ancora di orsi

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Academic year: 2022

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35 niziate nel gennaio 1943 le quattro

campagne per la conquista di Monte Cassino si conclusero nella

primavera del 1944 e a

testimonianza perenne di quella tragica battaglia, più feroce anche di quella di Stalingrado, sono stati eretti sulle pendici

del monte cinque cimiteri di guerra che raccolgono le salme dei caduti inglesi, canadesi, australiani, sudafricani, neozelandesi, indiani e polacchi.

Proprio quest’ultimi svolsero un ruolo determinante nella battaglia decisiva e di riconosciuto valore fu il

comportamento dell’XI Corpo d’Armata polacco comandato dal generale

Wladyslaw Anders

che, dopo aver combattuto per la sua patria, sempre lontano da essa, prima di morire nel 1970 chiese di venire sepolto proprio lì, vicino ai 1052 soldati polacchi caduti in battaglia.

L’armata polacca del generale Anders si era costituita nell’ambito dell’VIII Armata inglese in oriente e aveva arruolato tutti quei polacchi che per sfuggire all’invasione delle truppe hitleriane erano riparati esuli dapprima in Romania e che spesso catturati dai sovietici erano stati deportati nei campi

a cura diVitantonio Perrone

I

... parliamo ancora di orsi

Parliamo anche di...

Arte e vergogna

S

pesso animali (anche vivi) sono stati impiegati nell’arte moderna cosiddetta concettuale dagli artisti e sono ricor- dati come memorabili interventi quali i cavalli esposti dal greco Kounellis, quello (imbalsamato) di Cattelan, lo squalo, la mucca e il vitello di Damien Hirst fino alle zebre condotte sul Monte Bianco in una performance di Paola Pivi con gli ani- mali, che abituati a ben altre temperature, trovarono la morte.

Ma un inutile orrore mascherato da espressione artistica è stato perpretato e raggiunto dall’artista costaricense Guillermo Habacuc Vargas che ha esposto in una galleria d’arte un cane randagio catturato per strada legato a una corda in modo tale che per pochi centimetri non potesse rag- giungere una ciotola colma di cibo.

Il cane è stato lasciato morire di fame tra l’interesse dei visi- tatori.

(2)

36 di lavoro siberiani.

Tra questi uomini che, lontano dalla patria, si preparavano a combattere per essa e per la libertà fu introdotto come mascotte un cucciolo di orso che, trovato quasi moribondo da un

ragazzo sulle montagne della regione di Hamadan, era stato nutrito, fatto guarire e quindi iniziato alla vita militare vivendo tra le tende

dell’accampamento assieme ai soldati polacchi e facendo la loro stessa vita (comprese grandi bevute di birra).

L’orso fu chiamato Wojtek e, poiché gli inglesi vietavano di tenere animali tra le truppe, fu ufficialmente arruolato e dotato di documenti personali e numero di matricola.

Dall’Iran le truppe di Anders si spostarono quindi in Palestina e di lì a poco dopo un ulteriore addestramento e una sosta in Egitto sbarcarono in Italia dove iniziarono a combattere in prima linea partecipando alla quarta offensiva sferrata dagli alleati al caposaldo tedesco

di Monte Cassino.

La battaglia era di posizione e tra le esplosioni dei cannoneggiamenti l’orso Wojtek, soldato a tutti gli effetti, aiutava i suoi commilitoni polacchi trasportando,

ritto sulle zampe, casse di munizioni dai camion alle batterie di artiglieria incurante del pericolo.

Questa sua attitudine contribuì a salvare molte vite tra i soldati polacchi e, da una foto scattata al fronte mentre trasportava imbracciandolo un proiettile di grosso calibro, fu ricavato il fregio della 22°

reggimento di artiglieria del Second Polish Army Corps.

Dopo i bombardamenti la battaglia di Cassino fu vinta e proprio i soldati polacchi issarono la bandiera della vittoria sulle rovine dell’abbazia. La mascotte Wojtek raggiunse anche Roma

e sempre al seguito

dell’armata polacca raggiunse il Regno Unito dove gli eroi di Cassino trovarono finalmente in gran numero una nuova patria definitiva.

L’armata polacca del generale Anders fu sciolta nel 1947 e Wojtek trovò la sua

sistemazione definitiva in Scozia e, dopo aver sfilato un’ultima volta a Glasgow acclamato dai suoi abitanti, nel1963 a ventidue anni terminò i suoi giorni in cattività nello zoo di

Edimburgo.

Non si abituò mai alla cattività e negli ultimi anni usciva poco dalla sua tana dimenticato dai più ma certo non da quei soldati che ormai anziani sempre lo ricordavano nei loro racconti impavido trasportare munizioni incurante delle esplosioni attorno a lui.

Edimburgo

Roma

Il Cairo

Hamadan

4

3

2

1 SCOZIA

ITALIA

EGITTO

IRAN

Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra

d’Italia, alla Polonia i cuori.

(NEL CIMITERO POLACCO DICASSINO)

Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra

d’Italia, alla Polonia i cuori.

(NEL CIMITERO POLACCO DICASSINO)

Il viaggio di Wojtek al seguito dei soldati dell’armata polacca del generale Anders.

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