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IL CENTENARIO DEL TRITTICO DI TENORI GIUSEPPE DI STEFANO, IL MIO PRIMO DISCO.

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Academic year: 2022

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IL CENTENARIO DEL TRITTICO DI TENORI GIUSEPPE DI STEFANO, IL MIO PRIMO DISCO.

THE CENTENARY OF THE TRIPTYCH OF TENORS GIUSEPPE DI STEFANO, MY FIRST RECORD.

Andrea Scarduelli

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Dal 1988 ai primi anni 2000 ho diretto diverse case discografiche e realizzato anche dischi per etichette classiche molto famose, quali Warner e Fonit Cetra. In alcuni casi ho avuto il privilegio di entrare in contatto con importanti artisti del passato, tra questi Renata Tebaldi, Giulietta Simionato e Giuseppe di Stefano.

L'idea era di dare nuovamente vita alla voce dei loro dei debutti discografici, riprendendo con pazienza i 78 giri degli anni quaranta e primissimi anni 50 e conver- tirli in Compact Disc rispettando scrupolosamente il suono originale. Corredare il tutto con un apparato editoriale di spessore che comprendesse fotografie rare, in moltissimi casi inedite perché appartenenti agli artisti stessi, quindi non di pubblico dominio e soprattutto dar loro l'opportunità di raccontare in prima persona le emozioni della “prima volta” davanti al microfono della sala di registrazione. Questa serie di Compact Disc attirò l'attenzione dei grandi quotidiani internazionali, da “The Wall Street Journal” al “The New York Times”, passando da “Il Corriere della Sera”, “Repubblica”, “La Stampa”. Renata Tebaldi, Giulietta Simionato e Giuseppe di Stefano furono felicissimi. Il Maestro Di Stefano volle allora incon- trarmi per raccontarmi ancora, in maniera ancora più approfondita, la storia legata alle sue prime registra- zioni. Eccola:

From 1988 to the early 2000s I directed several record companies and also made records for very famous classic labels, such as Warner and Fonit Cetra. In some cases I have had the privilege of coming into contact with important artists of the past, including Renata Tebaldi, Giulietta Simionato and Giuseppe di Stefano. The idea was to give life again to the voices of their record debuts, patiently resuming the 78s from the 1940s and early 1950s and converting them to Compact Discs scrupulously respecting the original sound. Accompany everything with a thick editorial apparatus that included rare photographs, in many cases unpublished because they belong to the artists themselves, therefore not in the public domain and above all give them the opportunity to tell firsthand the emotions of the "first time" in front of the recor- ding room microphone.

This series of Compact Discs attracted the attention of major international newspapers, from "The Wall Street Journal" to "The New York Times", passing through "Il Corriere della Sera", "Repubblica", "La Stampa". Renata Tebaldi, Giulietta Simionato and Giuseppe di Stefano were delighted. Maestro di Stefa- no then wanted to meet me to tell me again, in an even more detailed way, the story linked to his first recor- dings. Here it is:

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“Nel 1947 ho inciso i miei primi dischi a Milano per ‘La Voce del Padrone’ poi per EMI a Londra. Rimasi sorpreso dal fatto che per entrambe le registrazioni mi chiedessero arie da un'opera allora e anche oggi poco conosciuta, ‘Mignon’ di Thomas. Forse perché in quegli anni era venuta di moda! La mia voce da lirico leggero era perfetta per cantare ‘Mignon’. Così nell’aprile 1947 incisi le due arie ‘Addio Mignon’ e ‘Ah! non credevi tu’

a Milano con Emidio Tieri, poi nuovamente a Londra, in dicembre, con Alberto Erede. Questo mi diede l'opportunità di iniziare una carriera straordinaria e una vita che ancora oggi non riesco a capacitarmi di aver realizzato e vissuto. Non ero preparato. Tutto accadde all'improvviso. C’era però un piccolo trucco;

avevo già una certa dimestichezza con il microfono e con le sale di registrazione. Durante il secondo conflitto mondiale avevo partecipato ad alcune trasmissioni radiofoniche per Radio Losanna.

I brani scelti erano stati quelli giusti per la mia voce, quelli tipici per un giovanissimo tenore alle prime armi. Stavo molto bene fisicamente in quel terribile periodo, ero in ottima salute. Quando cantavo stavo ancora meglio e non sentivo il minimo sforzo. C’era solo un piccolo problema. Le prove. Io non sono mai stato paziente e ritenevo che se un cantante è veramen- te musicale, tutte queste prove non fossero assoluta- mente necessarie. Un grande direttore, un uomo che è veramente musicale sceglierà solamente artisti che siano musicali, così non saranno necessarie tante prove. Il disco è stato per me di capitale importanza.

Toscanini ha scoperto la mia voce proprio grazie al disco. Mi ricordo che ero arrivato a New York da pochi giorni. Squillò il telefono e rispose il mio maestro, Montesanto che subito impallidì. Stava parlando proprio con Toscanini che voleva darmi il benvenuto a New York. Erano i primi giorni del 1948. Toscanini aveva molti amici a Londra che lo avevano informato del successo dei miei dischi e della particolarità della mia voce. Così qualche anno più tardi Toscanini mi scelse per cantare nel Requiem di Giuseppe Verdi.

Toscanini era un artista meraviglioso. Era bellissimo lavorare con lui. Ogni suo gesto musicale anticipava le mie intenzioni, una cosa incredibile. Nel febbraio del 1948 ho debuttato al Met di New York con ‘Rigoletto’.

Fu un grande successo. Poi andai subito in Messico per partecipare a una bellissima stagione.

"In 1947 I recorded my first records in Milan for 'La Voce del Padrone' then for EMI in London. I was surprised that for both recordings they asked me for arias from an opera then and still little known today, 'Mignon' by Thomas. Perhaps because in those years it had come into fashion! My light opera voice was perfect for singing 'Mignon'. So in April 1947 I recor- ded the two arias 'Addio Mignon' and ‘Ah!non credevi tu’ in Milan with Emidio Tieri, then again in London, in December, with Alberto Erede.

This gave me the opportunity to start an extraordinary career and a life that even today I can't seem to have realized and lived. I was not prepared. Everything happened suddenly. There was, however, a little trick;

I was already familiar with the microphone and recor- ding studios. During the Second World War I had participated in some radio broadcasts for Radio Lausanne.

The pieces chosen had been the right ones for my voice, the typical ones for a very young novice tenor. I was physically very well in that terrible period, I was in excellent health. When I sang I felt even better and didn't feel the slightest effort. There was only one small problem. The evidence. I have never been patient and believed that if a singer is truly musical, all these rehearsals are not absolutely necessary.

A great conductor, a man who is truly musical will only choose artists who are musical, so many rehearsals will not be needed. The record was of capital impor- tance to me. Toscanini discovered my voice thanks to the record.

I remember that I had arrived in New York a few days ago. The phone rang and answered my teacher, Mon- tesanto who immediately turned pale. He was just talking to Toscanini who wanted to welcome me to New York. It was the first days of 1948. Toscanini had many friends in London who had informed him of the success of my records and of the peculiarity of my voice. So a few years later Toscanini chose me to sing in Giuseppe Verdi's Requiem. Toscanini was a wonderful artist. It was great to work with him. Every musical gesture of him anticipated my intentions, an incredible thing. In February 1948 I made my debut at the Met in New York with 'Rigoletto'. It was a great success. Then I immediately went to Mexico to partici- pate in a beautiful season.

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Ma ti stavo parlando dei dischi che così tanto avevano colpito Toscanini. Ti avevo anche detto che non era la prima volta che mi ero trovato in uno studio di registra- zione. Torniamo indietro di quattro anni, a Losanna, nel 1944. C’era la guerra e io ero stato internato in un campo per rifugiati. Avevo una bella divisa con un bottone, all'altezza del petto, con i colori della bandiera italiana. Il direttore artistico di Radio Losanna, Edoar- do Moser, scoprì la mia voce. Partecipai allora alle trasmissioni radiofoniche cantando ‘L’elisir d’amore’,

‘La cambiale di matrimonio’, ‘Il tabarro’. Gli ascoltatori amarono sin da subito la mia voce e iniziai ad avere i primi ammiratori. Tra questi, una signora svizzera che iniziò a seguirmi ovunque. A un certo punto andai da lei e le chiesi cosa mai volesse. La signora forse voleva anche sedurmi ma con tutta franchezza mi disse che quello che di più la affascinava era la mia voce. Mi chiese di incidere per lei le arie che io avessi preferito, quelle che cantavo meglio. Edoardo Moser mi accom- pagnò al pianoforte e i dischi furono pronti in tempo record. La signora svizzera fu molto generosa e mi ricompensò con 500 franchi, una vera fortuna per quel tempo. Avevo una terribile paura di perdere quei soldi o che me li rubassero.

But I was talking to you about the records that had so impressed Toscanini. I also told you it wasn't the first time I'd been in a recording studio.

Let's go back four years, to Lausanne, in 1944. There was war and I was interned in a refugee camp. I had a nice uniform with a button, at chest height, with the colors of the Italian flag. The artistic director of Radio Lausanne, Edoardo Moser, discovered my voice. I then participated in radio broadcasts singing 'L’elisir d’amore', 'La cambiale di matrimonio', 'Il tabarro'.

The listeners immediately loved my voice and I began to have the first admirers. Among them, a Swiss lady who began to follow me everywhere. At one point I went to her and asked her what on earth she wanted.

Perhaps the lady also wanted to seduce me but she frankly told me that what fascinated her most was my voice. She asked me to record for her the arias I prefer- red, the ones I sang best.

Edoardo Moser accompanied me to the piano and the records were ready very soon. The Swiss lady was very generous and she rewarded me with 500 francs, a real fortune for that time.

I was terribly afraid of losing that money or being stolen from me.

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Ebbi allora un’idea, quella di nasconderli in un pacchetto di sigarette, Passò poco tempo, la guerra finì e preso dall’emozione incontenibile di rientrare in Italia, passai veloce come un fulmine la frontiera a Chiasso. Ero sul treno e passarono per chiedermi i documenti. Iniziai a parlare con il doganiere che era simpaticissimo. Così, poco prima che il treno ripartisse decisi di regalargli delle sigarette, un pacchetto che sembrava appena iniziato. Il treno iniziò a muoversi e mi resi conto del terribile errore. Era il pacchetto di sigarette in cui avevo nascosto i 5oo franchi. Balzai giù dal treno in movimento e cercai ovunque il doganiere.

I suoi colleghi mi dissero che aveva appena finito il turno e probabilmente si era riavviato verso casa. Era ora di cena e arrivai proprio poco prima che si mettes- sero a tavola. In tutta fretta avevo comprato una stecca di sigarette. Mi aprì con molta cortesia e mi invitò nella sala da pranzo dove vidi il mio pacchetto di sigarette.

Feci immediatamente lo scambio con lui, il pacchetto che gli avevo dato, in cambio di una intera stecca di sigarette. Lui fu molto felice e io naturalmente, più di lui. Poi, passata la brutta avventura presi l'ultimo treno per Milano. E iniziò la mia carriera di cantante”.

Giuseppe di Stefano

BI then had an idea, that of hiding them in a pack of cigarettes. A short time passed, the war ended and taken by the overwhelming emotion of returning to Italy, I passed the border at Chiasso as fast as light- ning. I was on the train and they came by to ask for my documents. I started talking to the customs officer who was very nice. So, just before the train left, I decided to give him some cigarettes, a pack that seemed to have just begun. The train started to move and I realized the terrible mistake. It was the packet of cigarettes in which I had hidden the 5oo francs. I jumped off the moving train and looked everywhere for the customs officer. His colleagues told me that he had just finished his shift and probably headed home.

It was time for dinner and I arrived just before they sat down to dinner. In a hurry I bought a carton of cigaret- tes. He opened me very politely and invited me into the dining room where I saw my pack of cigarettes. I immediately exchanged with him the packet I had given him, in exchange for a whole carton of cigaret- tes. He was very happy and I of course, more than him.

Then, after the bad adventure was over, I took the last train to Milan. And my singing career began ”.

Giuseppe di Stefano

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