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Fuga dalle città, l agrifood fa rinascere i borghi

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Academic year: 2022

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LUNEDÌ — 28 SETTEMBRE 2020 – ECONOMIA E LAVORO

Agroeconomy

di Riccardo Bruni SIENA

Tra le tante certezze che il Covd ha sgretolato in un sof- fio, c’è anche l’irreversibilità del processo di migrazione ver- so la città. L’idea di un inurba- mento inesorabile, di sposta- menti sempre pià a senso uni- co, è entrata in crisi nel mo- mento in cui lo smart working ha aperto una nuova frontiera.

Tanto che le aree periferiche, fino alla campagna, hanno re- cuperato un certo fascino agli occhi dei tanti stufi di ingor- ghi, problemi di parcheggio e pessima aria da respirare.

Tornano di moda i borghi e le aree rurali. Ed è una grande opportunità. Ma affinché que- ste zone possano riprendere a popolarsi, è essenziale che il settore agroalimentare suppor- ti questa inversione di tenen- denza. E per farlo ha bisogno di una cosa: innovazione. È an- che attorno a questo concetto che si muovono le iniziative coordinate dal segretariato ita- liano della Fondazione Prima, presieduto al Santa Chiara Lab di Siena dal professor An- gelo Riccaboni, e dall’osserva- torio Poi, che raccoglie espe-

rienze, progetti e storie di chi ha saputo guardare avanti, scommettendo su un modello di agricoltore che utilizza con la stessa dimestichezza il ra- strello e lo smartphone.

«La migrazione verso le cam- pagne è un fenomeno concre- to – spiega – ed è una grande opportunità. Ma affinché sia duraturo, ha bisogno di un eco- sistema di imprese sostenibili capace di generare sviluppo dei luoghi rurali. Perché se c’è lavoro ci sono abitanti, se ci so- no abitanti ci sono servizi».

Nuove comunità, quindi. Una visione di futuro. Qualcosa che sta già avvenendo. «Fino a poco tempo fa tutti andavano a vivere in città – spiega Ricca- boni – sembrava una tendenza inevitabile. Ora possiamo ral- lentare, tornare a dimensioni più umane. Ma questo si regge se l’agroalimentare funziona».

Ed è un motivo in più per farlo funzionare.

Un settore che ha valore enor- me, per fatturato, capacità oc- cupazionale, ma anche per quello che rappresenta e la tra- dizione che custodisce. Il valo- re di un prodotto eccellente.

«Abbiamo tutti imparato ad avere un legame più stretto con il cibo – sottolinea il pro-

fessore – perché abbiamo capi- to che molte cose sono collega- te al cibo. La nostra salute, per esempio. E la salute del piane- ta.

Davamo per scontato poter mangiare qualsiasi cosa in qualsiasi momento e ovunque,

ma non è così. E adesso che c’è un rinato interesse per la campagna, per tornare a vive- re luoghi meno affollati, que- sta consapevolezza diventa an- cora più importante. E deter- minante diventa la sfida di assi- curare al settore agroalimenta- re un futuro stabile».

Un obiettivo che solo una strategia volta all’innovazione può consentirci di raggiunge- re. «L’innovazione è il grande tema di oggi – conferma Ricca- boni – e dobbiamo accompa- gnare le aziende, piccole e me- die, in questa direzione. Arri- veranno molte risorse nei pros-

simi mesi, dobbiamo essere consapevoli di quanto sia ne- cessario utilizzarle in questa di- rezione. Oggi è il grande tema.

La nostra piattaforma Poi valo- rizza i casi di innovazione, tec- nologica ma anche organizzati- va. Dobbiamo accompagnare i nostri agricoltori a nuovi mo- di di presentare il prodotto, co- municarlo e venderlo. Dobbia- mo aiutare le nostre imprese in una migrazione che consen- ta loro di essere più sostenibili non solo per l’ambientale, ma anche da un punto di vista eco- nomico e sociale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SIENA

Nel cuore del Parco della Ma- remma c’è un’azienda che ha scommesso sulla coltivazione di riso biologico, puntando su metologie innovative. Si tratta della Tenuta San Carlo, dell’imprenditrice italoameri- cana Ariane Lotti (nella fo- to). L’azienda è entrata a far parte della nuova sezione dedi- cata alle imprese della piatta- forma POI, l’osservatorio web

lanciato dal Segretariato italia- no di PRIMA, il programma europeo che sostiene la ricerca e l’innovazione sui sistemi agroalimentari.

«La prima innovazione sulla quale stiamo puntando – spie- ga Lotti – è mirata al risparmio idrico. In Maremma ci sono terreni paludosi, che tengono bene l’acqua. Così, anziché al- largarli stiamo provando a irri- garli con impianti a goccia, co- me si fa, per esempio, con i po- modori. Abbiamo seminato ri-

so come fosse grano e proprio nei prossimi giorni avvieremo la raccolta». L’innovazione al servizio della sostenibilità, qundi, ma anche della redditi- vità, tagliando consumi in ter- mini di risorse naturali ed eco- nomiche.

Ma l’irrigazione a goccia non è l’unica innovazione che sta tentando l’azienda. «Poi- ché lavoriamo nel biologico – spiega ancora Lotti – non pos- siamo usare sostanze chimiche e la lotta alle erbacce è tutta meccanica. Così abbiamo deci- so di provare a seminare un er- baio in autunno nella risaia che poi seminiamo a maggio.

Il taglio dell’erba e subito do- po l’allagamento creano una pacciamatura che fermenta e rallenta la germinazione delle malerbe, consentento comun- que la nascita del riso».

r. b.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fuga dalle città, l’agrifood fa rinascere i borghi

I progetti innovativi della Fondazione Prima

Il presidente Riccaboni: «Un ecosistema di imprese che siano sostenibili e capaci di creare lavoro»

Focus

L’irrigazione a goccia Riso bio in Maremma

Le innovazioni di Ariane Lotti nella Tenuta San Carlo

LE PIATTAFORME

«Dobbiamo aiutare

i nostri agricoltori

a vendere meglio

i loro prodotti,

esaltando i valori

economici e sociali»

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SABATO — 26 SETTEMBRE 2020 – LA NAZIONE

Siena Gli eventi in città

«BuyFood, ricetta vincente per le eccellenze toscane»

Salvini, segretario della Camera di Commercio di Firenze, spiega le novità

«Scelti 38 buyers internazionali, collegati on line con le 45 aziende Dop e Igp»

SIENA

«Dopo il successo dell’anno scorso, non volevamo spegnere i riflettori su un evento che ave- va esaltato le potenzialità non solo economiche dei prodotti ti- pici, Dop e Igp della Toscana.

Per questo, nonostante le diffi- coltà organizzative legate all’emergenza sanitaria, Buy- Food Toscana 2020 tornerà al Santa Maria della Scala in una versione completamente inno- vativa. «Ma ugualmente capace - scommette Giuseppe Salvini, segretario generale della Came- ra di Commercio di Firenze - di sfruttare il grande potenziale dell’agroalimentare toscano.

Per far ritornare in Toscana i 47 milioni di turisti arrivati l’anno scorso, la bellezza dell’arte e delle città va coniugata con l’at- trattività dei prodotti tipici».

L’edizione 2020 di BuyFood,

evento promosso dalla Regione Toscana, dalla Camera di Com- mercio di Firenze, PromoFiren- ze, organizzato da Fondazione Sistema Toscana con il Comune di Siena, Assocamerestero e Fondazione Qualivita, è stata preparata con cura, in tandem con le Camere italiane all’este- ro, e grazie ai rapporti tra l’ente camerale di Firenze e Massimo Guasconi, consigliere dell’asso- ciazione oltre che presidente della Camera di Arezzo-Siena.

«Abbiamo selezionato - raccon- ta Salvini - 38 buyers in 17 Paesi, 25 europei e 13 asiatici e ameri- canI, dal Giappone alla Sud Co-

rea, dagli Stati Uniti alla Germa- nia. Abbiamo spedito i prodotti dele 45 aziende selezionate per BuyFood ai loro domicili, con i video promozionali di tutte le aziende. E dal 29 settembre al 2 ottobre metteremo a disposizio- ne dei buyers una finestra virtua- le dove dialogare con le azien- de, avendo già prodotti e carat- teristiche dei produttori. Ci so- no già in agenda oltre 450 in- contri, ogni buyer parlerà alme- no con 10 aziende. L’evento sa- rà inaugurto il 29 settembre nel- la splendida location del Santa Maria della Scala alla presenza del presidente della Toscana Eu- genio Giani, del sindaco di Sie- na Luigi De Mossi, dei vertici del- la Camera di Commercio di Fi- renze e Mauro Rosati della Fon- dazione Qualivita».

Le altre iniziative di BuyFood 2020 sarnno l’edcational tour con giornalisti italiani e stranieri alla scoperta dei prodotti Igp e Dop toscani, con una visita alle

aziende delle eccellenze del food e alla scoperta dei segreti della Cinta senese, del pecorino e del prosciutto, del panforte, dei ricciarelli e degli olii dop.

Il 30 settembre riflettori puntati sulla Loggia dei Nove di Palazzo Pubblico che si trasformerà in un set televisivo dove i protago-

nisti saranno i prodotti Dop e Igp. Due cooking show organiz- zati in collaborazione con Vetri- na Toscana che andranno in on- da in diretta web, con la chef Sil- via Baracchi del ristorante Il Fal- coniere di Cortona, e lo chef Stefano Pinciaroli del ristorante PS di Cerreto Guidi.

Giuseppe Salvini, segretario Camera di Commercio Firenze, e Massimo Guasconi

LA FINESTRA VIRTUALE

«Abbiamo spedito a casa loro i prodotti e i video, in agenda oltre 450 incontri Showcooking e tour»

Il Dott. Massimo Fagnani, Medico chirurgo, Specialista in Odontostomatologia ci par- lerà di chirurgia implantare e delle nuove tecnologie che permettono una maggiore precisione e una minore invasività.

-Cosa si intende, Dr Fagnani per chirur- gia implantare mini-invasiva?

Si intende un approccio chirurgico conser- vativo nei confronti dei tessuti, ma non per questo meno preciso. In molti casi è oggi possibile eseguire una terapia implantare senza dover fare un taglio chirurgico delle gengive e quindi senza dover suturare una ferita alla �ine dell’intervento, ma con un posizionamento implantare molto più cor- retto, ai �ini protesici, di quanto avveniva in passato.

-Come è possibile inserire degli impian- ti dentali senza “tagliare”?

Attraverso una progettazione dell’inter- vento chirurgico sul computer. Nella chi- rurgia tradizionale, l’implantologo esegue un taglio sulla gengiva per vedere bene l’osso e decidere il tipo di impianto da usa- re. Oggi la tecnologia dedicata ci fornisce strumenti di valutazione pre operatoria per mezzo dei quali possiamo programma- re l’intervento e far preparare una sorta di dima chirurgica che guida l’implantologo nell’inserimento delle viti implantari. Non è più necessario, in moltissimi casi, aprire un lembo gengivale, in quanto grazie alla guida chirurgica l’implantologo può inse- rire l’impianto attraverso un piccolissimo

foro.

-E’ un po’ quello che succede in ortope- dia già da molti anni?

Si, in un certo senso è paragonabile a quel- lo che dice lei. Una volta per operare un semplice menisco il chirurgo ortopedico doveva effettuare un grande taglio sul gi- nocchio. Oggi questo sarebbe impensabile, perché la tecnologia ha permesso di com- piere il medesimo intervento attraverso due piccoli forellini (artroscopia).

-Come funzione il procedimento di pro- grammazione dell’intervento implan- tare?

Il paziente viene sottoposto ad un sempli- ce esame radiologico 3D(CBct) localizzato alla zona da trattare ed ad una impronta, che ormai è quasi sempre di tipo ottico, delle arcate dentarie. Dopo questa fase, con un software dedicato, il chirurgo ese- gue, virtualmente, l’intervento chirurgico sul computer. Una volta determinate esat- tamente le posizioni degli impianti, il pro- getto virtuale viene inviato ad un centro fresaggio. Dopo circa una settimana arriva allo studio dentistico tutto il necessario per portare a termine l’intervento sul paziente.

-L’applicazione dell’impianto quindi ri- sulta molto veloce e sicura?

Certamente, grazie ad una mascherina trasparente che viene appoggiata sui denti del paziente o sulle sue mucose gengivali, spesso è possibile inserire gli impianti in maniera molto rapida e precisa attraverso

dei piccoli forellini. Questo va a vantaggio enorme del paziente che vede ridurre i tempi chirurgici e quindi tutte le sequele post-operatorie come dolore, gon�iore, ecc, e soprattutto si evitano molti errori di posi- zionamento da parte del chirurgo, il quale, con la dima chirurgica, è obbligato a segui- re il percorso di inserimento progettato con il computer.

-E’ una procedure molto costosa?

No, anzi, la possibilità di progettare con un software permette di ridurre il numero delle sedute e la durata dell’intervento, in- cidendo quindi favorevolmente anche sui costi per il paziente.

-Ha parlato di impronta ottica, cos’è esattamente?

Oggi disponiamo di scanner ottici intrao- rali, una sorta di telecamera che permette di “�ilmare” le arcate dentarie del paziente evitandoci di dover prendere le classiche impronte con fastidiose paste gommose che possono indurre senso di soffoca- mento e/o conati di vomito al paziente. Il modello dei denti del paziente non è più ricavato attraverso una colata di gesso all’interno delle impronte di gomma, bensì attraverso una stampante 3D che legge il

�ile dell’impronta ottica e ne ricava un pre- ciso modello in resina.

-E’ possibile applicare oltre agli impian- ti anche i denti nella stessa seduta?

Tra i materiali che vengono preparati per il giorno dell’intervento ci sono, oltre ai mo-

delli dei denti del paziente e alla dima chi- rurgica, anche i monconi da avvitare sugli impianti ed i denti provvisori, in maniera tale da poterli applicare immediatamente se sono soddisfatte le condizioni per poter procedere con un carico immediato. Que- sto, come del resto succede anche nella chirurgia implantare tradizionale, dipende molto dalla qualità dell’osso del paziente e dalla conseguente stabilità implantare che riusciamo a raggiungere in fase chirurgica.

-Cosa succede se il paziente non ha più osso per poter posizionare gli impianti?

Si deve rassegnare alla classica e insta- bile “dentiera”?

Assolutamente no. Oggi disponiamo di tec- niche so�isticate atte a trattare qualunque caso clinico. Non sempre nei casi di grave atro�ia è possibile riabilitare il cavo orale del paziente con protesi �issa, ma possiamo sempre fornire una protesi stabile ancora- ta all’osso residuo tramite impianti zigo- matici, pterigoidei o griglie sottoperiostee.

-Nei giorni 2-3-4 del mese di Ottobre si terrà presso lo Studio Odontoiatrico Fa- gnani un OPEN DAY di implantologia. Di cosa si tratta?

Saranno giornate interamente dedicate alle problematiche sopra esposte. Chi pre- nota un appuntamento sarà sottoposto ad una visita specialistica con valutazione delle proprie condizioni cliniche al �ine di valutare un intervento implantare.

-Che cosa verrà fatto esattamente?

Dipende da caso a caso, ma ai pazienti in- teressati ad una riabilitazione implantare, in linea generale verranno prese delle im- pronte ottiche, sarà poi valutato l’esame radiogra�ico 3D del settore osseo di inte- resse. Questa fase sarà seguita da un pro- getto implantare virtuale con rilascio del preventivo.

-Allora ci vediamo il 2-3-4 Ottobre allo Studio Odontoiatrico Fagnani?

Certo! Chiunque sia interessato può chia- mare lo 0583 342457 per ulteriori infor- mazioni e prenotare la sua visita specia- listica per una valutazione globale della sua situazione clinica. Poi potrà decidere in tutta tranquillità anche in funzione del preventivo di spesa che ne consegue, se e quando approcciare una terapia implanto protesica volta a ripristinare la funzione e l’estetica della propria bocca.

NB : lo studio, con Autorizzazione Regiona- le, dispone di due sale di attesa separate e cinque studi odontoiatrici per la massima sicurezza dei pazienti.

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