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Pace interiore per la pace nel mondo

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Academic year: 2022

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Pace interiore per la pace nel mondo

di S.N. Goenka

Intervento al Vertice del Millennio per la Pace nel Mondo, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, N.Y.,U.S.A.

29 agosto 2000

Il vertice ha riunito mille tra i maggiori esponenti religiosi e spirituali, allo scopo di promuovere la tolleranza e il dialogo interreligioso, e favorire la pace. L’assemblea si è svolta nella sede delle Nazioni Unite, sotto gli auspici del Segretario Generale O.N.U. Kofi Annan. Nel suo intervento, Goenka ha posto in evidenza ciò che tutti i cammini spirituali e l’umanità hanno in comune. Le sue considerazioni hanno suscitato ripetuti applausi.

Quale conversione - Pace nella mente - La legge di natura - Il metodo pratico - Il messaggio di Ashoka

Amici, rappresentanti del mondo spirituale e religioso, questa è un’occasione splendida per tutti noi di riunire e servire l’umanità. La religione è tale soltanto quando unisce; quando divide non è nulla.

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Quale conversione?

Si è parlato molto favorevolmente o sfavorevol- mente di conversione. Non sono affatto contrario alla conversione, anzi sono molto favorevole ad essa, purché non si tratti di conversione da una religione a un’altra.

La conversione deve essere dall’infelicità alla felicità, dalla schiavitù alla liberazione, dalla crudeltà alla compassione. Questa è la conversione richiesta oggi, e questo è quanto quest’assemblea dovrebbe sforzarsi di suscitare.

L’India antica diede al mondo un messaggio di pace e di armonia, e non solo: diede anche un metodo, una tecnica che permettesse di conseguirle.

Pace nella mente

A me pare che se vogliamo che ci sia pace nella società, non possiamo ignorare il singolo. Se non c’è pace nella mente dell’uomo, non capisco come possa esserci pace nel mondo. Se ho una mente agitata, piena di rabbia, odio, malevolenza e animosità, come posso dare pace al mondo? Non posso, perché io stesso non sono in pace.

Per questo gli Illuminati hanno detto: “Prima trova la pace in te stesso”. Dobbiamo esaminarci, per capire se, dentro di noi, c’è veramente la pace.

Tutti i saggi, i santi e i profeti hanno ammonito:

“Conosci te stesso”.

Questo non significa conoscere soltanto a livello intellettuale, o aderire emotivamente o per fede, ma

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comprendere attraverso l’esperienza, concretamente.

Quando percepiamo la realtà di noi stessi all’interno di noi stessi, a livello di esperienza, i problemi della vita si risolvono.

La legge di natura

Iniziamo, allora, a capire la legge universale, la legge naturale o, se si preferisce, la legge di Dio Onnipotente. È una legge applicabile a tutti.

Quando io genero rabbia, odio, malevolenza o animosità, sono la prima vittima della mia rabbia, dell’odio o dell’animosità che ho creato dentro di me. Prima di tutto faccio del male a me stesso, e in un secondo tempo faccio del male agli altri.

La legge di natura è questa. Se osservo quello che avviene dentro di me, scopro che non appena nella mia mente sorge una qualsiasi negatività, avviene una reazione fisica: il mio corpo si riscalda e inizia a bruciare, ho il batticuore, sono teso e infelice. E quando creo negatività in me stesso, non chiudo questa sofferenza dentro di me, ma la riverso sugli altri; rendo così tesa l’atmosfera che mi circonda, che chiunque venga in contatto con me diventa a sua volta infelice.

Posso parlare di pace e di felicità, ma quello che succede dentro di me conta più delle parole. La stessa legge vale quando la mia mente è priva di negatività.

Nel momento stesso in cui sono libero da ogni negatività mentale, la natura - o Dio Onnipotente - mi ricompensa, facendomi sentire in pace. Anche questa è una cosa che posso verificare all’interno di me stesso.

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Indipendentemente da religione e nazionalità, quando s’infrange la legge di natura e si crea negatività nella propria mente si soffre, immancabilmente. È la natura stessa che predispone il castigo, quelli che infrangono le leggi della natura si ritrovano a soffrire le pene dell’inferno qui e ora. Ciò che seminano ora è un seme delle fiamme dell’inferno, e dopo la morte non possono aspettarsi altro che il fuoco infernale.

In virtù di quella stessa legge di natura, se mantengo la mia mente pura e piena d’amore e compassione, posseggo già fin d’ora il regno dei cieli;

ed il seme che semino ora, dopo la mia morte avrà come frutto il Paradiso. Il fatto che io mi chiami induista, o mussulmano o cristiano o giainista non ha alcuna importanza; si tratta sempre della mente umana.

Il metodo pratico

La conversione necessaria è quella dall’impurità alla purezza mentale; e questa conversione trasforma straordinariamente le persone. Non c’è nessuna magia, nessun miracolo, si tratta di osservare l’interazione di mente e corpo all’interno di noi stessi. Si esamina il modo in cui la mente influenza il corpo e ne è a sua volta influenzata. L’osservazione paziente porta a vedere con estrema chiarezza che, per legge naturale, ogni volta che si crea una negatività mentale, si comincia a soffrire; e che quando si è liberi da negatività, si possiede la pace e la serenità. Questa tecnica di auto-osservazione può essere praticata da chiunque.

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Anticamente insegnata in India, questa tecnica si diffuse in tutto il mondo. E ancor oggi persone ap- partenenti a comunità, tradizioni e religioni diverse apprendono questa tecnica ottenendone i medesimi benefici. Possono continuare a essere induisti, bud- dhisti, mussulmani, cristiani: sono tutti esseri uma- ni. La differenza è che, per mezzo della meditazio- ne, diventano persone spirituali, piene d’amore e di compassione; e ciò che fanno è utile a loro e a tutti.

Quando l’individuo crea pace nella propria mente, tutta l’atmosfera che lo circonda è permeata da vibrazioni di pace, e chiunque lo incontra beneficia della stessa pace. Questa trasformazione mentale è la vera conversione che ci occorre.

Qualsiasi altra conversione non ha senso.

Il messaggio di Ashoka

Vorrei, se me lo permettete, leggervi un messaggio di benevolenza che l’India ha lasciato a tutto il mondo, scolpito nella pietra 2300 anni fa. Ecco le parole con cui l’imperatore Ashoka il Grande, un governante ideale, spiegò come esercitare l’autorità:

“Non ci si dovrebbe limitare a onorare la propria religione, condannando le altre fedi.”

È un messaggio importante per noi oggi. Condan- nando gli altri e pretendendo che la propria religione sia la migliore, si creano problemi per tutta l’umanità.

Ashoka proseguì: “Si dovrebbe invece, per varie ragioni, onorare le altre religioni.” Ogni religione degna di questo nome ha come sua essenza incorrotta l’amore, la compassione e la benevolenza; ed è per

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quest’essenza che dovremmo portare rispetto alle religioni. Le forme esteriori sono sempre diverse:

ci saranno infinite varianti nei riti, nelle pratiche religiose e nelle credenze. Non entriamo in discussione rispetto a tutto ciò, ma diamo invece importanza all’intima essenza delle religioni.

Come disse Ashoka: “Così facendo si contribuisce a far crescere la propria religione e si rende contemporaneamente servizio alle religioni degli altri. Se non agiamo in questo modo, scaviamo la fossa alla nostra religione e arrechiamo danno anche alle altre religioni.”

Questo rappresenta un serio ammonimento per tutti noi.

“Chi onora la propria religione e condanna le altre, pensa di farlo per devozione alla propria religione, convinto di rendere così testimonianza alla propria fede; ma in realtà, agendo così, reca una grave offesa alla propria religione.”

Infine, Ashoka presentò il messaggio della Legge Universale, il messaggio del Dhamma:

“Che tutti ascoltino: il bene consiste nella concordia e non nell’ostilità. Apriamoci tutti all’ascolto delle dottrine professate da altri.”

Invece di esprimere dissenso e condannare, diamo importanza a quello che è l’insegnamento essenziale di ogni religione. Allora vi saranno pace vera e vera concordia.

Pubblicato in:

Notiziario Vipassana Italia, Pubblicato da Notiziario 2000 S.N. Goenka,Vipassana è per tutti, Arte Stampa, Modena, 2013

Revisione a cura di Biblioteca Vipassana, 2012

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