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Combattere gli stereotipi di genere alla scuola media: attività di sensibilizzazione in biblioteca

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Academic year: 2022

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Combattere gli stereotipi di genere alla scuola media:

attività di sensibilizzazione in biblioteca

Barbara Rossi e Alessandra Truaisch

Riassunto

Le attività proposte vogliono sensibilizzare le allieve e gli allievi di scuola media alla problematica degli ste- reotipi di genere, ancora molto radicati nella nostra società, attraverso l’analisi dei ruoli maschili e femminili nelle fiabe classiche e la presentazione di modelli maschili e femminili che sovvertono i ruoli tradizionali. In seguito la discussione si focalizzerà sulla scelta formativa che dovranno fare in terza e quarta media e su come gli stereotipi di genere siano ancora molto presenti anche nel mondo del lavoro. Comprendere queste dinamiche li aiuterà a scegliere la propria strada senza farsi influenzare da pregiudizi, luoghi comuni e influenze esterne.

Parole chiave

attività didattiche, gender, stereotipi, ruoli maschili, ruoli femminili, scelta professionale

Þ Titre, chapeau et mots-clés en français à la fin de l’article

Þ Titel, Lead und Schlüsselwörter auf Deutsch am Schluss des Artikels

Autrici

Barbara Rossi, coordinatrice Nuovo Futuro per la Svizzera italiana, Via Canonico Ghirighelli 1, 6501 Bellinzona, b.rossi@nuovofuturo.ch

Alessandra Truaisch, Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale, Viale Stefano Franscini 32, 6500 Bellinzona, alessandra.truaisch@ti.ch

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Combattere gli stereotipi di genere alla scuola media:

attività di sensibilizzazione in biblioteca

Barbara Rossi e Alessandra Truaisch

1. Introduzione

Gli stereotipi di genere sono assimilati dai bambini già nei primi anni di vita, quando iniziano a rendersi conto che le attività, le professioni, i comportamenti e l’aspetto di maschi e femmine sono molto spesso differenti. Durante l’infanzia, l’adeguamento agli stereotipi di genere e l’appartenenza a un determinato gruppo acquisiscono sempre maggiore importanza, fino all’adolescenza, quando i cambiamenti del corpo sottolineano ulteriormente le differenze tra maschi e femmine. Per questi motivi la scuola, nonostante i progressi fatti negli ultimi decenni per garantire un’educazione paritaria e le stesse opportunità di forma- zione per tutti, rimane un luogo in cui le disparità di genere rischiano fortemente di essere riprodotte. Met- tere gli/le adolescenti di fronte a modelli che si discostano dal gruppo considerato “d’appartenenza” può aiutare a superare molti stereotipi e ad ampliare i loro orizzonti. Da qui l’importanza di incoraggiare la presa di coscienza della parità dei sessi e di sensibilizzare gli allievi agli stereotipi di genere, permettendo loro di identificarli e superarli.

Ancora oggi, in Ticino, le scelte formative di ragazzi e ragazze alla fine della scuola dell’obbligo sono molto diverse tra loro e non si discostano molto dai ruoli sociali tradizionalmente attribuiti a uomini e donne: le ragazze sono più numerose a scegliere una scuola media superiore oppure, per quanto riguarda la forma- zione professionale, a intraprendere una formazione nel campo delle cure estetiche o in quello sociosanita- rio. I ragazzi invece sono molto più orientati alle professioni tecniche o dell’edilizia (Divisione della scuola, 2019). Lo stesso vale per gli studi universitari: «Pur avendo le ragazze superato per la prima volta nella sto- ria i loro coetanei nel numero di licenze accademiche ottenute, le facoltà tendono anche in questo caso a replicare una divisione stereotipata delle professioni: giovani donne scelgono generalmente materie uma- nistiche negli ambiti di cura, formazione e servizi, mentre i giovani uomini sono maggiormente presenti nelle facoltà scientifiche e tecniche» (Vera Conforti, 2019). Inoltre, le facoltà scelte dai ragazzi continuano ad essere quelle che danno accesso a professioni meglio retribuite e con maggiori responsabilità.

Negli ultimi decenni, l’orientamento professionale e gli enti che promuovono le pari opportunità hanno messo in atto diverse misure per contrastare la diversità delle scelte professionali in base al genere, inizial- mente attraverso progetti1 volti a presentare alle ragazze alternative ai modelli tradizionali (Lafranchi, 2003), in seguito ampliando la sensibilizzazione anche ai ragazzi2. Tuttavia, i progressi sono molto lenti.

Questo contribuisce a rafforzare l’idea che occorra intervenire ben prima del momento della scelta, già alle scuole elementari e all’inizio della scuola media, attraverso momenti di gioco e discussione che portino bambini e adolescenti a riflettere sui ruoli sociali attribuiti a maschi e femmine (maschi spericolati e disubbi- dienti, femmine affettuose e altruiste), sul fatto che le abilità personali non siano dettate dal genere a cui si appartiene (maschi più portati per le scienze, femmine brave nelle lingue o nelle cure) e sull’importanza di fare delle scelte in base alle proprie attitudini e ai propri interessi, senza farsi condizionare dagli stereotipi.

2. Che cosa sono gli stereotipi di genere?

Il primo passo per costruire una riflessione sugli stereotipi di genere è capire cosa sono e come si riprodu- cono. Gli stereotipi sono una semplificazione della realtà, delle rappresentazioni collettive condivise da un determinato gruppo sociale che aiutano a comprendere il mondo (Gallissot et al., 2004). Possono avere una connotazione positiva (ad es. "gli svizzeri sono affidabili"), neutra (ad es. "tutti gli svizzeri abitano in una baita in montagna") oppure negativa (ad es. "gli svizzeri sono antipatici"). In tutti i casi, lo stereotipo limita la realtà con la sua rigidità e non permette di apprezzare un fenomeno nella sua interezza e complessità.

1 Ad esempio il progetto nazionale trilingue Lei lo fa! - Sie schafft es! Elle y arrivel - Per una scelta diversa e diversifi- cata (1998), con la partecipazione dell’attrice comica Gardi Hutter.

2 Ad esempio il videogioco didattico con set di carte like2be (www.like2be.ch), diretto dal Centro interdisciplinare per gli studi di genere (IZFG) dell’Università di Berna oppure il progetto nazionale Nuovo Futuro (www.nuovofu- turo.ch).

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Esistono vari tipi di stereotipi: relativi a nazioni, lingue, etnie, aree geografiche, sesso, orientamento ses- suale, ecc. In questo articolo ci interesseremo in particolare agli stereotipi di genere, ossia delle categoriz- zazioni, largamente condivise, che attribuiscono determinate caratteristiche agli individui appartenenti al sesso femminile e al sesso maschile. Gli stereotipi di genere si inseriscono in una logica essenzialista, che considera naturali e innate le caratteristiche attribuite a donne e uomini (Bréau & Lentillon-Kaestner, 2016).

Per capire quali sono gli stereotipi di genere presenti nella nostra società dobbiamo interrogare la realtà che ci circonda e il nostro vissuto: come sono descritti uomini e donne nei media, nella pubblicità, nella let- teratura? Che tipo di comportamento ci si aspetta da una bambina e quale da un bambino quando è neo- nato/a, frequenta l’asilo o la scuola? Perché una ragazza che di mestiere fa la scalpellina e un uomo che de- cide di essere casalingo sono oggetto di curiosità e stupore?

Sin dalla nascita, i bambini sono classificati secondo il loro sesso biologico. Già durante la gravidanza, "mas- chio o femmina?" è la domanda posta più frequentemente a una donna incinta. Ancora oggi, molto spesso i neonati verranno avvolti in copertine rosa o azzurre a dipendenza del loro sesso e dormiranno in camerette attentamente decorate con bambole e fiorellini dai colori pastello oppure con trenini e macchinine dai co- lori decisi. Questi gesti, apparentemente innocui, marcano l’inizio della socializzazione al sesso femminile oppure maschile. Per socializzazione si intende "il complesso processo attraverso il quale l'individuo di- venta un essere sociale, integrandosi in un gruppo sociale o in una comunità […] In sociologia il concetto di socializzazione viene usato per indicare il trasferimento intergenerazionale di valori culturali, sistemi sim- bolici e norme sociali" (Heinz, 1998). La socializzazione avviene attraverso la famiglia, le strutture pre-sco- lastiche e scolastiche, gli oggetti (ad es. i giocattoli), le attività proposte ai bambini e i differenti supporti (libri, televisione, social media, ecc.) che offrono ai bambini una rappresentazione del mondo. I meccanismi attraverso i quali i bambini interiorizzano le caratteristiche attribuite ai due sessi sono stati studiati da varie discipline delle scienze sociali. In psicologia, sono stati identificati due processi principali: l’imitazione (fino ai 3 anni) – fenomeno in cui il/la bambino/a riproduce un atteggiamento o un comportamento dopo averlo osservato, spesso nei genitori, che "rinforzano" il comportamento da loro ritenuto adeguato e “cor- reggono” quello non voluto – e l’identificazione, processo inconscio con una forte componente emotiva, attraverso cui il/la bambino/a interiorizza e ripete modelli trasmessi come validi nella sua cultura (Gianini Belotti, 2002). In questo secondo caso, il/la bambino/a prende come modello anche quello che percepisce nei libri, nei cartoni animati, in televisione, ecc. Per questo motivo è di fondamentale importanza analizzare i libri per bambini e per gli adolescenti con un’ottica di parità di genere, per identificare quale tipo di rappre- sentazioni maschili e femminili contengono.

3. Gli stereotipi di genere nella letteratura per bambini e adolescenti

Negli anni 1970, il movimento femminista denuncia i ruoli di genere stereotipati presenti nella letteratura per bambini e nei libri scolastici, promuovendo campagne di sensibilizzazione destinate a genitori e in- segnanti, raccomandazioni per le case editrici, così come numerosi studi e ricerche universitarie su questo tema (Brugeilles et al., 2002).

In Italia ha avuto un ruolo significativo il libro della pedagogista Elena Gianini Belotti Dalla parte delle bam- bine, pubblicato per la prima volta nel 1973. Traendo spunto dalle sue esperienze nelle scuole e con le fami- glie, Gianini Belotti (2002) descrive come sin dalla nascita le bambine vengono socializzate a un ruolo d’infe- riorità rispetto ai maschi tramite la famiglia, i giochi, la scuola e i libri. L’autrice analizza i libri per l’infanzia letti in Italia e arriva a dei risultati paragonabili a quanto altre ricercatrici hanno rilevato nella letteratura per l’infanzia di Stati Uniti e Francia: le bambine sono rappresentate come delicate creature confinate nella sfera domestica, mentre i ragazzi affrontano innumerevoli avventure all’esterno delle mura di casa (Gianini Belotti, 2002). Le caratteristiche maschili e femminili vengono quindi costruite in modo dicotomico: at- tivi/passive, forti/deboli, coraggiosi/paurose, razionali/emotive, indipendenti/dipendenti, turbolenti/tran- quille, ecc. Le immagini stereotipate si estendono ai genitori: le madri sono quasi sempre casalinghe op- pure, nei rari casi in cui svolgono un’attività remunerata, hanno un’occupazione tradizionalmente femminile (ad es. infermiera o maestra d’asilo). Nella maggior parte dei libri analizzati il ruolo di protagonista è affi- dato a un bambino o a un uomo; le bambine e le donne hanno un ruolo secondario di supporto. Questa si- tuazione non è differente da quanto accade nelle fiabe e leggende tradizionali, sempre parte importante dell’educazione e del nostro immaginario collettivo (Gianini Belotti, 2002). Anche se nelle fiabe troviamo

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spesso una donna come personaggio centrale (pensiamo ad esempio a Biancaneve, Cenerentola o la Bella addormentata nel bosco), queste eroine hanno un ruolo passivo: sono delle eroine dolci, ingenue e mal- destre. La loro maggiore “virtù” è la bellezza fisica, grazie alla quale fanno innamorare il principe azzurro che le salverà. La sola alternativa a questo tipo di personaggio femminile passivo sembra essere il ruolo delle cattive, delle streghe: donne di grande potere, sì, ma sempre connotate negativamente (Gianini Be- lotti, 2002). Le fate buone, invece, pur essendo personaggi con grandi poteri e connotati positivamente, risultano anch’esse problematiche in quanto potenziale modello positivo per le bambine: il loro potere de- riva solo dalla magia, dall’irrazionale, mai dalle loro qualità personali.

Dopo questa prima fase di denuncia, ha avuto luogo un’istituzionalizzazione della problematica delle rap- presentazioni sessiste nei libri per l’infanzia e scolastici, grazie a cui sono stati compiuti numerosi sforzi per migliorare la situazione, sia a livello nazionale sia internazionale (Brugeilles et al., 2002). Dopo più di 40 anni da questa presa di coscienza ci si potrebbe aspettare di non trovare più stereotipi sessisti nei libri. Ma è davvero così?

La ricercatrice svizzera Anne Dafflon Novelle (2006) osserva che uomini e bambini sono ancora due volte più numerosi e rivestono più spesso un ruolo centrale rispetto alle bambine e alle donne nei libri per l’infan- zia. Per quanto riguarda l’analisi qualitativa dei personaggi, Dafflon Novelle sottolinea che se l’evoluzione sociologica degli uomini è stata presa in conto (ad es. i papà si occupano più spesso dei figli o della casa, anche se la loro identità non si riduce mai a questa sfera), la stessa cosa non si può dire per le donne, che sono ancora quasi sempre rappresentate soltanto come madri e casalinghe.

Richiamandosi al celebre libro di Gianini Belotti, Ancora dalla parte delle bambine di Loredana Lipperini (2007) prova a fare un nuovo punto della situazione sulle rappresentazioni femminili negli anni 2000 nei li- bri, cartoni animati e giochi per ragazzi. L’autrice fa notare che il numero di eroine femminili è aumentato, ma per la maggior parte si tratta di bambine streghe o con poteri magici, evidenziando così come siano an- cora rari i personaggi femminili positivi che fanno uso della loro intelligenza. Dietro l’apparenza di eroine moderne si ritroverebbero quindi i vecchi stereotipi, con le protagoniste impegnate in sogni romantici, valo- rizzate per loro bellezza fisica e i loro buoni sentimenti (Lipperini, 2007). Negli ultimi anni abbiamo assistito a un fenomeno interessante: dopo il successo del libro Storie della buonanotte per bambine ribelli (Favilli &

Cavallo, 2017) si sono moltiplicati i libri che presentano figure femminili forti, che hanno compiuto grandi imprese grazie al loro talento e alla loro intelligenza (scienziate, scrittrici, politiche, ecc.).

4. Il ruolo della scuola

La Legge della scuola dice esplicitamente che "la scuola, interagendo con la realtà sociale e culturale e ope- rando in una prospettiva di educazione permanente: […] promuove il principio di parità tra uomo e donna"

(Legge della scuola del 1° febbraio 1990, art. 2 cpv. 2 lett. d).

Questo ambizioso obiettivo non è facile da raggiungere: sono necessari sforzi considerevoli da parte di tutti coloro che lavorano nel sistema scolastico. Una visione paritaria tra uomini e donne e delle rappresenta- zioni libere da stereotipi di genere si veicolano sia attraverso i contenuti dell’insegnamento sia attraverso i comportamenti e i modelli di riferimento presentati. Si distingue fra "curriculum esplicito" (contenuti dei libri di testo, programmi scolastici) e "curriculum nascosto", che indica lo stile comunicativo con gli allievi, i valori impliciti, le aspettative nei confronti di allievi e allieve, il linguaggio, ecc. (Ghigi, 2006). Si pensi ad esempio all’insegnamento delle materie scientifiche, dove a livello di formazione post-obbligatoria le donne sono fortemente sottorappresentate. È ben radicato anche fra gli insegnanti lo stereotipo secondo cui le ragazze sono naturalmente meno portate per la matematica, e numerosi studi hanno evidenziato come questo pregiudizio porti a un atteggiamento e ad aspettative diversi dei docenti verso le allieve o gli allievi (Bréau & Lentillon-Kaestner, 2016). Le minori aspettative nei confronti delle bambine e ragazze da parte dei docenti di materie scientifiche causerebbe così una scarsa autostima nelle allieve e un effetto di "profezia che si autorealizza". Anche le interazioni dei docenti con le allieve e gli allievi sono inconsciamente influen- zate dagli stereotipi di genere, che si possono manifestare concretamente incoraggiando più spesso gli al- lievi maschi a porre domande oppure lasciando loro più tempo di parola (Bréau & Lentillon-Kaestner, 2016).

È quindi fondamentale che tutti i docenti siano consapevoli di questi pregiudizi e si impegnino per superarli.

Questo vale per tutti coloro che lavorano a scuola; nelle prossime pagine vedremo come anche la figura del bibliotecario o della bibliotecaria può contribuire a raggiungere l’obiettivo di promuovere la parità fra i sessi e proporremo due attività da svolgere proprio all’interno della biblioteca scolastica.

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5. Attività didattiche per combattere gli stereotipi di genere

Le due attività che intendiamo proporre sono volte in primo luogo a mettere allievi e allieve di fronte agli stereotipi che esistono tuttora nella letteratura per ragazzi e a proporre loro letture che presentino perso- naggi che vanno oltre i ruoli tradizionalmente attribuiti a maschi e femmine. Le letture serviranno come base per una riflessione sui comportamenti che la società tende ad aspettarsi da ragazze e ragazzi in base al loro sesso e sulla libertà di ognuno di fare delle scelte in base ai propri interessi e alle proprie attitudini e non in base ai ruoli tradizionalmente imposti. Parte della riflessione avverrà dopo che, durante le attività, gli allievi e le allieve avranno preso coscienza dei loro stessi pregiudizi e dei modelli sessisti − o comunque non paritari − che li circondano.

Nella seconda attività, l’accento sarà messo sugli stereotipi presenti nella formazione e nel mondo del la- voro. Siccome la prima scelta professionale avviene a partire dalla 3a media, le attività proposte sarebbero particolarmente adatte ad allievi che non si trovano ancora confrontati con queste problematiche, ma che iniziano a scoprire i diversi settori e le figure professionali senza la pressione di dover fare una scelta al più presto. Pertanto, gli allievi di 1a media sarebbero un pubblico particolarmente indicato perché avrebbero ancora parecchio tempo per alimentare i propri interessi e sviluppare le proprie attitudini con maggior con- sapevolezza, senza farsi condizionare dagli stereotipi che la società continua a veicolare.

Le attività possono essere organizzate in biblioteca dal/dalla bibliotecario/a scolastico/a in collaborazione con il/la docente di italiano. È inoltre prevista una parte di lavoro individuale e in classe sotto la supervisione del/della docente per mettere in pratica quanto discusso in biblioteca. Le due attività idealmente devono svolgersi a distanza di uno o due mesi per lasciare agli allievi un tempo sufficiente per leggere i libri pro- posti.

5.1. Attività 1: modelli femminili e maschili nei libri per ragazze e ragazzi

La prima delle due attività proposte in biblioteca si concentra sulle fiabe classiche e sui libri di narrativa. La lettura ricopre un ruolo fondamentale nel proporre alle bambine e ai bambini dei modelli di riferimento da cui, attraverso il processo di identificazione descritto in psicologia, impareranno come si comportano mas- chi e femmine, quali caratteristiche hanno, che attività svolgono, ecc. Ricordiamo che nonostante gli attuali allievi di scuola media – appartenenti a quella che è stata denominata "generazione z"– siano nati con ta- blet e smartphone, il libro gode ancora di uno statuto simbolico privilegiato, soprattutto per quanto con- cerne l’apprendimento. La nostra attività si rivolge agli allievi di 1a media, un momento di transizione in cui le ragazze e i ragazzi entrano nell’adolescenza. In questo momento fondamentale per il loro sviluppo, i ra- gazzi e le ragazze scoprono la realtà con nuovi occhi, ed è quindi importante fornire loro degli strumenti di scoperta e di riflessione su sé stessi e sul mondo che li circonda. A questo scopo, la letteratura resta uno strumento imprescindibile per dare ai ragazzi e alle ragazze dei modelli positivi in cui identificarsi, che li aiuteranno nella loro crescita personale.

Nelle nostre attività in biblioteca, la collaborazione con il/la docente di italiano si rivela quindi particolar- mente proficua. Il Gruppo di esperti per l’insegnamento dell’italiano nella scuola media evidenzia come: «Le

‘storie’ sono insomma anche copioni di comportamento e le competenze che la narrazione permette di sviluppare (strutturare e controllare il reale e agire di conseguenza, interpretare il vissuto in un’ottica funzionale, analizzare e costruire la propria identità in modo progettuale) sono indispensabili per la pro- duzione della nostra storia individuale» (2016, p. 3). Noi cercheremo quindi di proporre alle allieve e agli al- lievi delle letture che contribuiscano alla formazione della loro identità, stimolandoli a riflettere sulle loro credenze, valori, ma anche sui loro stereotipi. Le allieve e gli allievi avranno così la possibilità di allargare i propri orizzonti immedesimandosi in personaggi e storie nuove, spesso diversi dalla loro realtà quotidiana.

Questo permetterà un confronto con il proprio vissuto, migliorando la comprensione di sé e degli altri. Allo stesso tempo, queste riflessioni favoriscono empatia e tolleranza. Scrive ancora il Gruppo di esperti per l’in- segnamento dell’italiano nella scuola media: «Più un individuo è esposto a materiali narrativi, più ampio è l’orizzonte di scelta che gli si apre di fronte agli occhi; la competenza interpretativa che si affina con la let- tura ha un ruolo nella selezione dei molteplici stimoli cui la società contemporanea, sempre più articolata e complessa, ci sottopone, e dunque nella possibilità di compiere consapevolmente scelte personali […] il testo letterario […] diventa luogo per sperimentare emozioni, comprensione, ‘senso’» (2016, p. 4). Grazie all’attività proposta in biblioteca, i ragazzi e le ragazze potranno dunque acquisire importanti aspetti della

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prima delle competenze trasversali descritta nel Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese: lo

“Sviluppo personale".

Dal lato pratico, l’attività in biblioteca è divisa in due parti per la durata complessiva di due unità didattiche.

Una terza parte sarà invece guidata dal/la docente di italiano, che assiste all’attività in biblioteca.

Parte 1 C’era una volta…

Scopo dell’attività

Le allieve e gli allievi sono invitati ad analizzare i personaggi delle fiabe classiche e a riflettere sulle caratteristiche attribuite a uomini e donne. I ragazzi e le ragazze identificano e mettono in discussione gli stereotipi di genere.

Luogo Biblioteca scolastica Tempo neces-

sario

40 minuti

Materiale Tappetini o cuscini per sedersi per terra.

Lavagna a fogli mobili (flipchart) e pennarelli colorati, oppure lavagna interattiva multimediale (LIM) con gli appositi pennarelli.

Preparazione Predisporre gli spazi in biblioteca in modo che tutti gli allievi possano sedersi vicini per terra.

Svolgimento L’attività inizia chiedendo agli allievi quali fiabe classiche conoscono e apprez- zano. In seguito, il/la bibliotecario/a racconterà una fiaba rivisitata (Il bell’addor- mentato nel bosco), ossia una rilettura della fiaba classica con un ribaltamento del genere dei personaggi. Le caratteristiche originarie (carattere, azioni) dei perso- naggi sono mantenute. In questa versione sarà quindi un principe a cadere in un sonno profondo a causa della maledizione di un mago cattivo, e così di seguito.

Terminata la narrazione, si valuterà la reazione degli allievi (risate, incredulità, ecc.). Ad esempio, se il ribaltamento dei ruoli susciterà l’ilarità tra i ragazzi, si chie- derà di spiegarne il motivo.

Dopo questa prima fase sarà chiesto agli allievi di elencare tutti i personaggi, con le loro caratteristiche, presenti nella versione originale de La bella addormentata nel bosco e in altre fiabe che conoscono. Una volta terminato questo esercizio, si chiederà agli allievi di rispondere alle seguenti domande:

- Con quali caratteristiche, attributi, modi di essere sono descritte le ero- ine? E i personaggi maschili?

- Secondo voi questi ritratti sono realistici? Qual è la vostra esperienza? Vi riconoscete in questi ruoli?

Parte 2 Vite di donne e uomini straordinari Scopo

dell’attività

Le allieve e gli allievi scoprono − o approfondiscono – la vita di personaggi storici o famosi che hanno vissuto in modo atipico per il loro genere. I ragazzi e le ragazze capiscono che è possibile fare scelte di vita che vanno al di là degli stereotipi di ge- nere.

Luogo Biblioteca scolastica Tempo

necessario

50 minuti

Materiale Enciclopedia cartacea, accesso a computer con connessione a internet, libri della biblioteca

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Prima di terminare l’attività, gli allievi scelgono un libro fra quelli proposti qui di seguito e lo prendono in prestito. I testi presentano appositamente dei modelli maschili e femminili che sovvertono gli stereotipi di genere. I ragazzi e le ragazze hanno un mese di tempo per leggere il libro a casa e redigere una scheda rias- suntiva da consegnare al/la docente di italiano. Tutti i riassunti saranno in seguito condivisi con i compagni di classe.

Proposte di lettura:

- Al-Mansour, H. (2018). La bicicletta verde: Su due ruote verso la libertà. Mondadori.

- Bindi Mondaini, D. (2017). Artemisia Gentileschi: il cuore sulla tela. Einaudi ragazzi.

- Burgess, M. (2019). Billy Elliott. BUR Rizzoli.

- Carminati, C. (2018). E negli occhi scintille: Sette arti in sette donne. Mondadori.

- Cerrato, S. (2004). La forza nell’atomo: La vera vita di Lise Meitner. Editoriale scienza.

- Cerrato, S. (2004). Radioattività in famiglia: La vera vita di Marie e Irène Curie. Editoriale scienza.

- Cerrato, S., & Hack, M. (2006). L’universo di Margherita: Margherita Hack si racconta. Editoriale scienza.

- Cristoforetti, S., & Sandrelli, S. (2016). Nello spazio con Samantha. Feltrinelli.

- De Marchi, V. (2016). La trottola di Sofia: Sofia Kavalevskaja si racconta. Editoriale scienza.

- De Marchi, V., & Fulci, R. (2018). Ragazze con i numeri: Storie, passioni e sogni di 15 scienziate. Edito- riale scienza.

- Ellis, D. (2016). Sotto il burqa. Rizzoli.

- Favilli, E. & Cavallo, F. (2016). Storie della buonanotte per bambine ribelli. Mondadori.

- Levi Montalcini, R., & Tripodi, G. (2017). Le tue antenate: donne pioniere nella società e nella scienza dall’antichità ai giorni nostri. Gallucci.

- Levi-Montalcini, R., & Tripodi, G. (2018). Eva era africana. Gallucci.

- Murail, M.-A. (2018). Nodi al pettine. Giunti.

- Pellai, A. (2016). Bulli e pupe: Come i maschi possono cambiare, come le ragazze possono cambiarli.

Feltrinelli.

- Pitzorno, B. (2007). Extraterrestre alla pari. Einaudi ragazzi.

- Poidomani, S. (2009). Numeri e poesia: Storia e storie di Ada Byron. Editoriale scienza.

- Torre, R. (2016). Ipazia e la musica dei pianeti. RueBallu Edizioni.

-

Yousafzai, M., & Lamb, C. (2016). Io sono Malala: la mia battaglia per la libertà e l’istruzione delle donne. Garzanti.

5.2. Attività 2: scelta formativa e mondo del lavoro

Questa seconda attività ha come punto di partenza le riflessioni scaturite dall’attività precedente nonché dalle letture proposte. Partendo dal presupposto che gli allievi abbiano acquisito una maggiore sensibilità riguardo all’esistenza degli stereotipi di genere e al fatto che le immagini dominanti possono essere

Svolgimento La classe è divisa in quattro gruppi, ad ognuno viene assegnato uno dei seguenti personaggi: Artemisia Gentileschi, Marie Curie, Rudolf Nureyev, Ada Lovelace. Le allieve e gli allievi hanno a disposizione 20 minuti per svolgere una ricerca sulla vita di questi personaggi usando il materiale a disposizione.

Dopo aver svolto la ricerca, i quattro gruppi presentano brevemente (5 minuti al massimo) alla classe i personaggi a loro assegnati, sottolineando cosa più li ha col- piti nelle loro biografie (caratteristiche, episodi particolari).

Terminate le presentazioni, segue una discussione comune dove saranno poste le seguenti domande:

- I personaggi presentati hanno avuto difficoltà a compiere scelte di vita dif- ferenti dalla maggioranza? In che cosa sono atipici i loro percorsi? Quali ostacoli hanno dovuto superare?

- Secondo voi, se i personaggi presentati fossero vissuti nella nostra epoca, avrebbero dovuto affrontare gli stessi pregiudizi?

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ribaltate, in questa seconda parte si intende mettere ragazzi e ragazze di fronte a determinate situazioni- problema che li facciano prendere coscienza dei loro stessi stereotipi di genere per quanto riguarda il mondo del lavoro e i ruoli professionali.

Questa attività è l’occasione per mobilitare diverse competenze citate nel Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese, affinché gli allievi imparino a servirsene autonomamente al momento di cercare delle informazioni utili per il loro percorso formativo e professionale: in primo luogo l’ambito di competenza tras- versale “Pensiero riflessivo e critico”, che li porterà a prendere coscienza delle contraddizioni che tuttora risiedono nell’immaginario comune riguardo a quello che è più o meno appropriato per un ragazzo o per una ragazza e a sviluppare la capacità di ricerca delle connessioni, in particolare della correlazione che do- vrebbe esserci tra abilità/interessi personali e scelta professionale (che di conseguenza va ad escludere la falsa correlazione “genere - competenze professionali”). Il pensiero riflessivo e critico li porterà inoltre a riconoscere il proprio bisogno informativo quando, nell’ultima parte dell’attività, dovranno svolgere una ricerca in modo autonomo. I momenti di discussione di gruppo rappresenteranno un momento privilegiato per esercitare le capacità di argomentazione, indispensabili nel contesto di formazione generale “Vivere insieme ed educazione alla cittadinanza”, tenendo in considerazione anche i diversi punti di vista possibili (ad es. il datore di lavoro che non vuole assumere un’apprendista meccanica, il cliente della farmacia che preferisce chiedere consiglio al farmacista anziché alla collega farmacista, i genitori che preferiscono affi- dare il loro bambino a una maestra d’asilo donna, ecc.). La riflessione si soffermerà anche sull’uso stereoti- pato della lingua nella denominazione delle professioni. Come mostra Cecilia Robustelli nelle sue Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo (2012), infatti, l’italiano stenta ad accettare la forma maschile soprattutto quando il ruolo in questione è considerato particolarmente prestigioso (no ad avvo- cata, architetta e ingegnera; sì invece a maestra, infermiera e segretaria). Una volta conclusa la parte in bi- blioteca, nel contesto di formazione generale “tecnologie e media” gli allievi saranno chiamati a mettere in pratica quanto appreso svolgendo autonomamente una ricerca su una professione anche in vista del mo- mento in cui dovranno svolgere delle “vere” ricerche per scegliere la loro futura formazione.

L’attività è suddivisa in tre parti: nelle prime due, che si svolgono in biblioteca nell’arco di due unità didat- tiche, gli allievi vengono messi davanti a una situazione-problema e invitati a risolverla attraverso l’analisi della situazione, la messa in relazione di diversi elementi e la discussione in gruppo. Nell’ultima parte, che si svolgerà in un secondo momento in parte in classe e in parte in biblioteca o a casa, gli allievi lavoreranno soprattutto con il/la docente in un progetto di ricerca collegato ai due esercizi precedenti.

Parte 1 Mestieri maschili – mestieri femminili Scopo dell’at-

tività

Interrogarsi sui propri stereotipi di genere, in particolare per quanto riguarda la ca- pacità di donne e uomini di svolgere determinate professioni.

Luogo Biblioteca scolastica Tempo

necessario

[15 minuti di allacciamento all’attività 1] + 30 minuti per questa attività Materiale Tappetini o cuscini per sedersi per terra

Preparazione Disporre i tappetini in modo che gli allievi possano sedersi in semicerchio

Svolgimento Gli allievi vengono fatti sedere per terra in semicerchio. Per introdurre l’argomento il/la bibliotecario/a sottopone (oralmente) agli allievi il seguente indovinello popo- lare:

“Una mattina d’inverno un padre sta accompagnando suo figlio a scuola in auto, la strada è ghiacciata e a un certo punto, ad una curva, il padre perde il controllo dell’auto, che finisce in un burrone. Un'ambulanza arriva sul luogo dell'incidente e padre e figlio vengono portati in ospedale. Malgrado il soccorso immediato il padre muore in ambulanza. All’arrivo in ospedale, viste le gravi condizioni del figlio e la si- tuazione molto complessa, per operarlo vengono convocati i migliori specialisti in chirurgia in circolazione. Ma la persona a capo del team, vedendo il ragazzo

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impallidisce ed esclama: «Non posso operarlo... è mio figlio!». Come si spiega ciò?”

Vengono lasciati alcuni minuti per riflettere e rispondere. Se nessuno indovina il/la bibliotecario/a dà la risposta: la persona a capo del team di chirurgia è la madre3. Do- podiché si pongono le seguenti domande per avviare una discussione insieme agli al- lievi:

- Come mai non si pensa subito alla madre?

- Questa professione può esercitarla anche una donna bene come un uomo?

- Quali professioni sono maschili e quali sono femminili? È vero che ragazze e ragazzi hanno capacità differenti? Se sì, quali?

3 Attenzione a non usare la parola chirurgo, come nella versione originale dell’indovinello, perché andrebbe con- tro al messaggio che si vuole far passare, ovvero che i nomi delle professioni vanno usati al femminile quando ci si riferisce a una donna.

Parte 2 Quali abilità per quale professione?

Scopo dell’attività

Famigliarizzarsi con immagini di professionisti/e che svolgono professioni non tradizio- nalmente attribuibili al loro sesso e, in contemporanea, riflettere alle effettive caratte- ristiche e abilità che una persona deve avere per svolgere una determinata profes- sione. Dopodiché osservare come la lingua italiana rispecchia e alimenta certi stereotipi di genere.

Luogo Biblioteca scolastica Tempo

necessario

45 minuti (subito dopo la parte 1)

Materiale Una serie di cartoncini con il nome delle professioni e una breve descrizione, e altret- tanti cartoncini con l’immagine del/della professionista all’opera.

Un cestino di vimini e un tavolo.

Tappetini o cuscini per sedersi per terra, PC connesso a internet, beamer o lavagna in- terattiva multimediale (LIM)

Prepara- zione

A partire dalle schede su www.orientamento.ch/ricerca-professioni relative alle pro- fessioni scelte, scaricare e stampare le foto dei professionisti e confezionare dei cartoncini da mettere nel cestino di vimini. Alcuni esempi:

Fiorista

© SDBB | CSFO, Maurice Grünig

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Elettricista per reti di distribuzione

© SDBB | CSFO, Frederic Meyer

Assistente dentale

© SDBB | CSFO, Thierry Parel

Architetta

© SDBB | CSFO, Thierry Parel

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Estetista

© SDBB | CSFO, Frederic Meyer Costruttrice di binari

© SDBB | CSFO, Frederic Meyer

Confezionare altri cartoncini con i nomi delle professioni e una breve descrizione (che può essere tratta dal sito orientamento.ch) e disporli su un tavolo.

Tenere questo materiale anche in versione digitale per proiettarlo sullo schermo.

Svolgi- mento

Gli allievi formano gruppi di 3 o 4 e pescano dal cestino tre cartoncini con il nome della professione e la descrizione. Dopodiché, sul tavolo cercano le tre immagini che rap- presentano il/la professionista che corrisponde alla descrizione dei cartoncini che hanno pescato.

Tutti insieme si controlla se i cartoncini sono stati ben abbinati e si commentano le va- rie professioni.

Man mano che si mostrano le immagini sullo schermo, chiedere agli allievi quali abilità particolari sono necessarie per esercitare le professioni, se sono abilità soprattutto maschili o femminili, se potrebbero esserci ostacoli dovuti al sesso dei professionisti e in che modo tali problemi possono essere superati.

Quando nelle immagini ci sono due persone, ad esempio nell’immagine dell’assistente dentale e dell’architetta, chiedere chi è il/la dentista o chi l’assistente, chi il/la capo can- tiere e chi l’architetto/a.

In seguito, portare la discussione sui nomi delle professioni: come mai le doppie forme maestro/maestra, parrucchiere/parrucchiera e infermiere/infermiera sono accettati, ma non avvocato/avvocata, architetto/architetta o ingegnere/ingegnera? Cos’hanno di particolare queste ultime professioni?

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Durante le attività in biblioteca, si chiede al/alla docente di italiano di aiutare il/la bibliotecario/a a guidare la discussione. Soprattutto per quanto riguarda la riflessione sulle diverse abilità (ad es. sul significato di al- cuni concetti complessi come “rappresentazione spaziale”, “empatia”, ecc.) e la riflessione sul mas- chile/femminile dei nomi delle professioni. Una più importante collaborazione è però richiesta per la parte finale, in cui gli allievi avranno modo di sviluppare le loro competenze nella ricerca d’informazioni e pre- sentare i loro risultati in classe:

Parte 3 Ricerca e presentazione di una professione Scopo dell’at-

tività

Esercitarsi nella ricerca d’informazioni sulle professioni in biblioteca, online o altrove e selezionare le informazioni pertinenti per riportarle oralmente alla classe con una presentazione strutturata che tenga conto dei punti importanti emersi durante la parte di attività in biblioteca.

Luogo In biblioteca, a casa (o altrove) e in classe Tempo

necessario

2 settimane per la ricerca, 15 minuti per la presentazione

Materiale In biblioteca cercare le informazioni sul materiale cartaceo relativo alle professioni4, consultare il sito orientamento.ch in biblioteca o a casa oppure chiedere diretta- mente informazioni a persone che conoscono bene il mestiere.

Preparazione Il/la docente e il/la bibliotecario/a preparano una lista di professioni per le quali esiste materiale informativo in biblioteca e sul sito orientamento.ch. Gli allievi potranno così scegliere le professioni da presentare in base a questa lista.

Svolgimento A gruppi di 3, gli allievi e le allieve faranno una ricerca su una professione scelta dalla lista e prepareranno una presentazione da fare in classe cercando di rispondere alle seguenti domande:

- Quali sono tre attività principali di questa professione - Che particolari abilità ci vogliono per svolgerle?

- Sono abilità e caratteristiche che possiedono specialmente i maschi, le femmine o entrambi i sessi?

- Quali difficoltà può incontrare una persona in questa professione?

- Gli ostacoli possibili sono gli stessi per maschi e femmine?

- Potrei essere adatto/a per questa professione? Perché?

6. Conclusione

I concetti legati agli stereotipi di genere non sono sempre facili da capire nemmeno per gli adulti, per questo motivo non possiamo esigere che i giovani riescano a farli propri da un giorno all’altro. Tuttavia, se durante tutto il loro percorso scolastico i ragazzi e le ragazze vengono costantemente sensibilizzati, proba- bilmente sarà più facile per loro sentirsi legittimati a rompere gli schemi e fare scelte non stereotipate.

Questo processo di sensibilizzazione, per essere pienamente efficace, deve iniziare ben prima della scuola media: come abbiamo visto in precedenza, è infatti già dalla prima infanzia che la percezione dei ruoli mas- chili e femminili inizia a costruirsi, così come l’identificazione di bambini e bambine in uno di questi modelli spesso stereotipati. Le attività da noi proposte devono perciò inserirsi in un percorso avviato già anni prima, alla scuola dell’infanzia e elementare.

Tale percorso, per quanto coerente e strutturato, non è certo privo di ostacoli e criticità: nella letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, ad esempio, sono di più i libri per ragazze che si discostano dagli stereotipi

4 In particolare i pieghevoli sulle professioni, forniti sistematicamente due volte all’anno atutte le biblioteche di scuola media del Ticino dall’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale. Esempio:

http://www.csfo.ch/dyn/bin/195559-195574-1-linee_concettuali_allegato2_esempio.pdf

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che quelli per ragazzi. Nella nostra società, il “femminile” è ancora considerato inferiore, mentre il “mas- chile” è valorizzato. Se un ragazzo fa una cosa considerata tradizionalmente femminile viene schernito, mentre una ragazza è considerata coraggiosa. Questo è molto evidente se si pensa che le donne che si fanno chiamare al maschile (sindaco, pretore, segretario, …) lo fanno per dare maggior valore e credibilità alla loro funzione, mentre un uomo invece non si sognerebbe mai di farsi chiamare infermiera o parruc- chiera se questa è davvero la sua professione. È perciò più difficile trovare nella letteratura per ragazzi e ragazze un protagonista maschio che faccia delle cose considerate “da femmina”, non sarebbe certo consi- derato un eroe!

Un’altra criticità consiste nel capire se, una volta acquisita la consapevolezza dei propri stereotipi di genere e di quelli altrui, le ragazze e i ragazzi debbano davvero cercare di orientarsi verso professioni meno scelte da altri/e giovani del loro stesso sesso. In realtà, anche una ragazza con una rappresentazione paritaria dei ruoli può avere voglia di studiare lettere o di diventare estetista, non ci sarebbe nulla di male. Bisogna per- ciò fare in modo di non imporre loro determinate scelte solo per paura che queste siano guidate da stereo- tipi, mentre in realtà sono frutto di una scelta consapevole.

Sulla base di queste attività, volte a sensibilizzare allievi e allieve al tema degli stereotipi di genere, pos- siamo provare a combattere altri tipi di stereotipi, ad esempio quelli razziali (ma anche regionali), sociali (ricchi vs. poveri), verso persone con disabilità, verso le persone LGBT, ecc. In commercio stanno uscendo diversi libri dedicati alle minoranze e all’abbattimento degli stereotipi5, e nel mondo del lavoro e della for- mazione si stanno mettendo in atto varie misure per prevenire le discriminazioni. Par avvicinare ulterior- mente gli allievi alla realtà delle persone vittime di pregiudizi e stimolare la loro curiosità si potrebbe invi- tare in biblioteca degli ospiti con un trascorso particolare (ad es. richiedenti d’asilo, persone di un’altra religione, con qualche tipo di disabilità, o che hanno fatto scelte inusuali) affinché raccontino la loro storia.

Come abbiamo visto, la biblioteca scolastica rappresenta un luogo privilegiato per lo sviluppo di diverse competenze, in particolare le competenze trasversali “Sviluppo personale” e “Pensiero riflessivo e critico”, proprio perché permette ad allievi e allieve di conoscere realtà diverse dalla propria (attraverso racconti di vite vissute da altri), quindi di riflettere sul mondo che li circonda, mettendolo anche in discussione. I biblio- tecari e le bibliotecarie, consci del loro ruolo, dovrebbero impegnarsi a proporre sempre una selezione di libri (o altro materiale) che contribuisca a rompere gli stereotipi e a organizzare regolarmente attività che vadano in questo senso.

Bibliografia

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https://doi.org/10.2307/1534872

Dafflon Novelle, A. (2006). Littérature enfantine: entre images et sexisme. In A. Dafflon Novelle (Cur.), Filles-garçons: socialisa- tion différenciée? (pp. 9–25). Presses universitaires de Grenoble.

Divisione della scuola. (2015). Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese. Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.

Divisione della scuola. (2019). Scuola ticinese in cifre 2019. Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.

Favilli, E. & Cavallo, F. (2016). Storie della buonanotte per bambine ribelli. Mondadori.

Gallissot, R., Kilani, M., & Rivera, A. (2004). L’imbroglio ethnique en quatorze mots clés. Payot-Lausanne.

Ghigi, R. (2019). Fare la differenza: educazione di genere dalla prima infanzia all’età adulta. Il Mulino.

Gianini Belotti, E. (2002). Dalla parte delle bambine: l’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita. Feltrinelli.

5 Si vedano ad esempio le bibliografie sul sito del festival Mare di Libri di Rimini:

https://maredilibri.it/leggere-tutto-lanno/libri/bibliografie/

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Gruppo esperti per l’insegnamento dell’italiano nella Scuola media. (2016). Narrazione e scelte. Un contributo dell’Italiano allo sviluppo di competenze trasversali e ai contesti di formazione generale.

https://scuolalab.edu.ti.ch/materialididattici/Documents/SM/Narrazione%20e%20scelte/Narrazione%20e%20scelte.pdf Heinz, W. R. (1998). Socializzazione. In Enciclopedia delle scienze sociali Treccani.

www.treccani.it/enciclopedia/socializzazione_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29

La Conférence romande des Bureaux de l’égalité. (2019). L’école de l’égalité - cycle 2 - 7e et 8e années.

https://egalite.ch/projets/lecole-de-legalite/

Lafranchi, M. (2003). Pari opportunità: il senso di un’azione continua. Scuola ticinese, 254, 37-41.

Lipperini, L. (2007). Ancora dalla parte delle bambine. Feltrinelli.

Mandelli, F., & Müller, B. (2013). Il direttore in bikini e altri scivoloni linguistici tra femminile e maschile. Bellinzona: Casagrande Presa di posizione sottoscritta da un gruppo di bibliotecari scolastici del Cantone Ticino [Consultazione su “La scuola che verrà –

Proposte per una riforma tra continuità e innovazione”] (2017).

https://movimentoscuola.ch/wp-content/uploads/2017/04/BIB-1-Presa-di-posizione-su-La-scuola-che-verr%C3%A0.pdf Robustelli, C. (2012). Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo. Comitato pari opportunità.

Vera Conforti, P. (2019). La relazione tra formazione professionale e stereotipi di genere. Scuola ticinese, 335, 43-47.

Autrici

Barbara Rossi, laureata in Scienze politiche e Public management all’IDHEAP di Losanna, nel 2020 ha otte- nuto un DAS in Biblioteche e scienze dell’informazione (DFA SUPSI). In campo professionale, ha lavorato nell’ambito delle pari opportunità fra uomo e donna e della cooperazione allo sviluppo. Dal 2017 è coordina- trice per la Svizzera italiana del progetto Nuovo Futuro.

Alessandra Truaisch, dopo un master in lettere all’Università di Losanna, ha conseguito un CAS in Gestione della documentazione e della biblioteca (Università di Friburgo) e un DAS in Biblioteche e scienze dell’infor- mazione (DFA SUPSI). Per sette anni è stata coordinatrice delle edizioni in lingua italiana presso il Centro svizzero di servizio Formazione professionale / Orientamento professionale, universitario e di carriera (CSFO) a Berna. Dal 2018 lavora all’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale del Cantone Ticino (UOSP) presso il Servizio documentazione, di cui dal 1° novembre 2020 è responsabile.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero 1/2021 di forumlettura.ch

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Combattre les stéréotypes de genre dans l’enseignement secon- daire : activités de sensibilisation en bibliothèque

Barbara Rossi et Alessandra Truaisch

Résumé

Les activités proposées ont pour but de sensibiliser les élèves des écoles secondaires à la problématique des stéréotypes de genre, encore fortement enracinés dans notre société, au travers de l’analyse des rôles masculins et féminins dans les contes classiques et de la présentation de modèles masculins et féminins qui renversent les rôles traditionnels. Ensuite, la discussion portera sur le choix formateur que les élèves de- vront faire en troisième et quatrième année d’école secondaire ainsi que sur la manière dont se manifeste la présence encore forte des stéréotypes de genre dans le monde du travail. Comprendre ces dynamiques les aidera à choisir leur propre voie sans se laisser influencer par des préjugés, clichés ou pressions ex- ternes.

Mots-clés

activités didactiques, genre, stéréotypes, rôles masculins, rôles féminins, choix professionnels

Cet article a été publié dans le numéro 1/2021 de forumlecture.ch

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Bekämpfung von Geschlechterstereotypen auf der Sekundarstufe I:

Sensibilisierungsarbeit in der Bibliothek

Barbara Rossi und Alessandra Truaisch

Abstract

Die in diesem Beitrag vorgestellten Aktivitäten haben das Ziel, Schülerinnen und Schüler der Sekundar- stufe I für nach wie vor stark in der Gesellschaft verwurzelte Geschlechterstereotypen zu sensibilisieren.

Dazu werden die männlichen und weiblichen Rollen in klassischen Märchen analysiert und Modelle gezeigt, wie diese traditionellen Rollen unterlaufen werden können. Im Folgenden wird auch die auf den Prozess zur Wahl einer Lehrstelle auf der Oberstufe eingegangen, bei dem Geschlechterstereotype in der Arbeits- welt immer noch eine grosse Rolle spielen. Die Sensibilisierung für diese Dynamik soll den Schülerinnen und Schülern helfen, ihren eigenen Weg zu wählen, ohne sich von Vorurteilen, Klischees und äusseren Faktoren beeinflussen zu lassen.

Schlüsselwörter

Lernaktivität, Gender, Stereotype, Männerrollen, Frauenrollen, Berufswahl

Dieser Beitrag wurde in der Nummer 1/2021 von leseforum.ch veröffentlicht.

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