5 CAPITOLO
CONCLUSIONI
La revisione sistematica e cladistica dei reperti fossili della Pietra leccese appartenenti alla famiglia Eurhinodelphinidae ha messo in risalto la presenza nel Miocene del Mediterraneo di generi Xiphiacetus ed Eurhinodelphis, fino ad oggi segnalati dubitativamente e/o con reperti
frammentari, ed ha confermato la presenza del genere Schizodelphis e quella, dubbia, del genere Argyrocetus.
Il nuovo quadro sistematico degli eurinodelfinidi della Pietra leccese fornisce anche nuovi dati sulla distribuzione paleobiogeografica delle faune a cetacei mioceniche con particolare riferimento all’area mediterranea e alle sue relazioni con i bacini limitrofi.
Il quadro conoscitivo precedente a questo lavoro di tesi (Lambert, 2005b) indicava la presenza certa del genere Eurhinodelphis nel Nord Atlantico orientale (Belgio), di Schizodelphis e Xiphiacetus in entrambe le coste del Nord Atlantico (USA e Belgio), di Mycteriacetus e Ziphiodelphis nelle Mediterraneo (Belluno), di Argyrocetus nell’Atlantico del Sud (Patagonia) e di Macrodelphinus nelle coste del Pacifico nord-orientale (California).
La revisione da me condotta sui fossili della Pietra leccese conferma la generale distribuzione di questa famiglia. Rispetto al quadro proposto da Lambert (2005b) viene segnalata la presenza anche nel Mediterraneo del genere Eurhinodelphis, sulla base di un reperto descritto qui per la prima volta (MSA 132/1). Questo genere era stato in verità già riportato nel
Mediterraneo, sia nel Salento che in altre località fossilifere, ma sulla base di reperti che sono poi risultati appartenere ad altri taxa (compresi quelli della Pietra leccese revisionati in questa tesi).
La limitata distribuzione geografica del genere Eurhinodelphis (Nord Atlantico Orientale e Mediterraneo) potrebbe essere messa in relazione ad un habitat di tipo costiero e/o estuarino di questi odontoceti, in analogia con gli odierni delfini longirostrati (Inia, Platanista e Pontoporia).
Al contrario la più ampia distribuzione geografica dei generi Schizodelphis e Xiphiacetus segnalati, oltre che nella Pietra leccese e nel bacino di Anversa, anche nel Maryland e nella Virginia, potrebbe indicare un habitat di mare più aperto per questi eurinodelfinidi.
Infine, la conferma della presenza, anche se dubbia, del genere Argyrocetus nella Pietra leccese, indica possibili relazioni paleogeografiche tra il Mediterraneo e l’Atlantico sud-occidentale nel Miocene basale. E’ probabile che la distribuzione disgiunta di questo genere sia dovuta alla discontinuità del record stratigrafico, tenuto conto che sia il reperto della Patagonia che quello della Pietra leccese sono probabilmente più antichi (Aquitaniano- Burdigaliano) degli altri resti di eurinodelfinidi rinvenuti nell’Atlantico Settentrionale.
Numero di catalogo
Distribuzion e stratigrafica
Nuova determinazione
Determinazione precedente
Bibliografia
MSA 130/1 Burdigaliano Schizodelphis sp. - -
MSA 6 Burdigaliano Schizodelphis sp. Schizodelphis sp. Bianucci et al., 1994 MSA 132/1 Burdigaliano -
Langhiano
Eurhinodelphis aff.
longirostris
- -
MSA 5 Burdigaliano Eurhinodelphinidae indet.
Eurhinodelphis sp. Bianucci et al., 1994 ITCGCLnc Burdigaliano Xiphiacetus sp. Ziphiodelphis abeli Bassani e
Misuri, 1912;
Pilleri, 1986 Schizodelphis aff.
longirostris
Bianucci et al., 1994 CMSNnc Burdigaliano Xiphiacetus bossi Eurhinodelphis
salentinus
Moncharmont Zei, 1950;
Pilleri, 1986 Argyrocetus
salentinus
Bianucci e Landini, 2002 MSA 7 Burdigaliano Xiphiacetus aff.
bossi
Eurhinodelphis cristatus
Bianucci et al., 1994 Xiphiacetus aff.
bossi
Lambert, 2004 MSNTUP
I15257 Aquitaniano-
Burdigaliano ?Argyrocetus sp. ?Argyrocetus sp. Bianucci, 1996
Tab. 5.1 – Elenco delle specie rinvenute nella Pietra leccese.