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LA FASCIA DELLE ALTERNATIVE C 4

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Academic year: 2021

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C

APITOLO

4

LA FASCIA DELLE ALTERNATIVE

4.1

Premessa

In circa trenta anni di dibattiti, conferenze, accordi, conferme e smentite, si sono formate le tre correnti di pensiero seguenti:

1- TRACCIATO COLLINARE: inizialmente proposto dal Ministero dei Lavori Pubblici, prevedeva la costruzione di una autostrada con tracciato collinare, il recupero della SS1 Aurelia ed il riordino della viabilità locale.

2- TRACCIATO COSTIERO: proposto dalla Regione Toscana, prevede la costruzione dell’autostrada con tracciato molto vicino alla costa, il recupero della SS1 ed il riordino della viabilità locale. 3- AURELIA ALLARGATA: prevede la trasformazione della SS1 a

tratto autostradale nella sede attuale.

4.2

Analisi delle alternative progettuali vigenti

Il Tracciato Collinare appare improponibile, in quanto il progetto di una arteria stradale deve prendere in esame anche gli svincoli e le strade di

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Tali collegamenti avrebbero un impatto ambientale devastante o quasi certamente superiore all’impatto prodotto dal costruendo tratto autostradale.

Il Tracciato Costiero risulta, così come è stato proposto dalla Regione Toscana, incompatibile con il territorio, in quanto non tiene conto delle aree

di esclusione dovuti ai numerosi siti archeologici presenti sul territorio.

Nel tratto Collecchio – La Torba la proposta Aurelia Allargata risulta non praticabile, in quanto non solo provocherebbe danni devastanti sul territorio e sull’ambiente circostante, già compromessi dall’attuale flusso di traffico che percorre la SS1; inoltre verrebbe completamente a mancare una viabilità alternativa.

4.3

Le azioni di impatto

Le principali azioni prodotte da una rete autostradale sull’ambiente sono ormai note, sebbene alcune sottovalutate, così come molte opere necessarie alla mitigazione dei conseguenti effetti negativi.

In conseguenza della natura e dell’estensione del progetto di Corridoio Tirrenico, tutte le componenti ed i fattori in cui l’ambiente viene suddiviso, sono coinvolte dalle azioni della nuova opera sia in fase di realizzazione che di esercizio.

È pero necessario, nell’area vasta, prendere in esame gli impatti più significativi al fine di identificare i principali sistemi ambientali coinvolti e stabilire una scala di priorità dei condizionamenti che il territorio impone alla realizzazione dell’opera.

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AREE PROTETTE :sono porzioni di territorio ben perimetrate, tutelate da norme specifiche, al fine di preservarle da eventuali fenomeni di impatto e degrado.

Fra queste rientrano le aree soggette a vincolo idrogeologico, a vincolo paesaggistico e i SIC (siti di interesse comunitario).

In queste aree le norme prescrivono precise misure di salvaguardia.

AREE SENSIBILI: sono porzioni di territorio che benché non specificatamente tutelate da leggi come le precedenti, devono essere opportunamente salvaguardate e protette dagli effetti nocivi dell’opera in progetto perché costituiscono aree di notevole valore e interesse ambientale in cui gli impatti devono essere ridotti al minimo o addirittura annullati.

Rientrano in questa categoria tutti gli ecosistemi di notevole pregio come gli ambienti lagunari, le zone umide, le vicinanze dei centri abitati.

In queste aree l’intervento produrrebbe notevoli cambiamenti che potrebbero portare alla distruzione parziale o totale della risorsa; bisogna perciò garantire in queste zone una schermatura pressoché totale dagli effetti nocivi dell’opera mediante opportune misure di salvaguardia.

AREE DI ESCLUSIONE: sono aree di territorio che per il tipo di sistema

ambientale o per l’importanza che rivestono non possono essere coinvolte dagli effetti dell’opera, i cui impatti non mitigabili porterebbero alla perdita totale o parziale delle risorse ambientali.

Rientrano in questa categoria tutti gli ecosistemi di notevole pregio non compresi nelle aree sensibili, le zone di interesse archeologico, i centri abitati, formazioni geologiche particolari.

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In queste aree è perciò esclusa la possibilità di un intervento di qualsiasi natura.

AREE DI RECUPERO: sono porzioni di territorio in cui le risorse ambientali preesistenti sono degradate e necessitano di interventi di riqualificazione e recupero.

In queste aree per legge l’obiettivo primario è il ripristino delle condizioni ambientali ottimali e l’eliminazione delle fonti di degrado contestualmente alla costruzione della nuova rete autostradale.

4.4

La componente Archeolo gica

4.4.1 Archivio Georeferenziato

Il patrimonio Archeologico rappresenta una delle componenti ambientali

prioritarie per ogni Studio di Impatto Ambientale.

I siti archeologici delimitano infatti vaste aree di territorio che debbono essere escluse da qualsiasi alternativa di tracciato, in quanto le azioni di impatto dell’opera in costruzione risulterebbero non mitigabili.

Pertanto sulla base delle informazioni disponibili in letteratura occorre pervenire ad un archivio georeferenziato ove vengano riportate aree a differente intensità di rischio archeologico.

In occasione della tesi del laureando, ora ingegnere, Luca Nesti, l’ubicazione e l’estensione dei siti conosciuti in letteratura, presenti nell’area vasta, sono stati riportati in tavole al 25000. (vd. Tavola D)

Conseguentemente, in tale lavoro, veniva anche ipotizzata una soluzione di tracciato di Corridoio Tirrenico, che teneva conto delle aree di esclusione conseguenti alle sole informazioni archeologiche ufficialmente note e come

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4.4.2 Le informazioni inedite

Il patrimonio archeologico inteso come componente ambientale prevede la partecipazione del Pubblico, onde poter completare, per quanto possibile, l’archivio georeferenziato, non limitandolo, in tal modo, alle sole informazioni sui siti ufficialmente noti.

In conseguenza delle informazioni fornite dal Pubblico e ritenute attendibili in quanto confermate o non in contrasto con le notizie edite in letteratura antica e moderna, alcuni Ricercatori di questo Ateneo, sono pervenuti alle seguenti

conclusioni :

“…il quadro degli insediamenti relativi alle età Etrusca e Romana, (Città, Villaggi, Necropoli, Tombe sparse, Fornaci, Strade…) si estende ed occupa le intere vallate dell’Osa – Albegna, della Radicata, dell’Oro e del Chiarone, con una densità e distribuzione caratteristiche ed uniche sul territorio maremmano.” (vd. Tavola E)

Conseguentemente attraversando questi territori con la costruzione del Corridoio Tirrenico, il rischio di coinvolgere siti archeologici risulta molto

elevato.

4.5

Le Bonifiche

Da un attento studio delle Bonifiche relative all’area di studio, risulta che il risanamento del territorio ebbe inizio in età Etrusca e Romana, per concludersi in età moderna. (vd. Tavola F)

Come conseguenza i terreni superficiali, per secoli occupati da lagune saline, sono tutt’oggi caratterizzati da scarso pregio agricolo.

Inoltre questi terreni oggi bonificati sono certamente i meno esposti al rischio di ritrovamento di siti archeologici, per l’evidente difficoltà che, nel tempo, le popolazioni vi si potessero insediare.

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La cartografia storica di figura 4.1 indica in modo inequivocabile la presenza di estese zone umide di tipo lagunare salmastro, sia in prossimità della zona di Campo Regio che nella zona di Talamone.

Inoltre una ipotesi di allagamento nel territorio compreso fra l’Osa e l’Albegna simulata con la chiusura delle idrovore di sollevamento conferma l’estensione delle zone umide anche in tempi odierni.(vd. Tavola G)

Lo studio delle bonifiche ha consentito quindi di ipotizzare una fascia di territorio capace di accogliere le alternative di progetto del costruendo corridoio tirrenico.

4.6

Conclusioni

In conseguenza di un attento studio relativo agli impatti prodotti sulle componenti ambientali nel territorio compreso fra Collecchio ed il Fiume Chiarone, alcuni studiosi e ricercatori di questo Ateneo, hanno previsto e proposto un fascia di territorio entro il quale inserire le alternative di tracciato del Corridoio Tirrenico. (vd. Tavole H, I)

Il territorio compreso nella Fascia delle Alternative, risulta caratterizzato dal minimo impatto e, comunque, le azioni di impatto prodotte dal costruendo tratto autostradale, risultano mitigabili con opportune opere di salvaguardia.

All’interno di questa Fascia, risulta localizzata la proposta contenuta in questa tesi.

Riferimenti

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