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Capitolo 2 : La passerella di Turrite Cava

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Academic year: 2021

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2.1 Cenni storici

La passerella di Turrite Cava venne costruita nel 1951 dalla “SELT-Valdarno” (Società Elettrica Ligure Toscana) per il Genio Civile di Lucca, il quale non la volle collaudare per una serie di motivi tecnici che dettero luogo ad un lungo strascico giudiziario. La nuova struttura sostituì il servizio di traghettamento da un lato all’altro del fiume Serchio fino ad allora effettuato tramite piccole imbarcazioni dette “barchini”, tanto che il sito è ancora oggi conosciuto con il nome di “alla Barca”.

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2.2 La struttura

La struttura, realizzata in cemento armato ordinario, è composta da 11 campate di luce variabile fra i 23 ed i 25 metri, per una lunghezza complessiva di 273 metri.

Dal punto di vista statico lo schema riprende quello Gerber molto utilizzato nel passato. Lo schema Gerber è isostatico e veniva spesso adottato perché consentiva alla struttura di avere cedimenti senza che ne derivassero sollecitazioni interne e questo, specie un tempo quando non erano realizzabili fondazioni profonde, era molto importante.

Figura 2.3 : Schema statico Gerber.

Figura 2.4 : Schema statico della Passerella di Turrite Cava.

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Una delle parti più delicate di uno schema tipo Gerber è senz’altro il collegamento a cerniera (teorico) fra la travata che chiameremo “secondaria” e quella che chiameremo “principale”. Nella realtà questo collegamento (figura 2.6) è realizzato con un appoggio formato da piastre in acciaio (figure 2.7 e 2.8) ancorate una alla trave principale e l’altra alla secondaria. Le piastre hanno dimensioni 300 × 200 mm e spessore di 10 mm e di fatto costituiscono un vincolo alla sola traslazione verticale, lasciando quindi la struttura labile per forze agenti nelle direzioni orizzontali.

Figura 2.6 : Appoggio fra primaria e secondaria .

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Figura 1

Figura 2.8 : Piastra di appoggio .

La sezione della sovrastruttura non è costante, ma varia a secondo che si sia in mezzeria o sulla pila. La sezione è infatti costituita da due travi di dimensione 85 × 27.5 cm che corrono per tutta la struttura,salvo diventare un cassone sugli appoggi per fronteggiare l’inversione del momento.

Le sezioni sono armate come riportato in tabella e nelle figure seguenti (figure 2.8 e 2.9) :

Diametro barre (mm) Numero barre Numero di piani

Travi ( momento positivo ) 24 6 2

Travi ( momento negativo ) 24 6 3

Soletta superiore 10 Rete 20 × 20 1

Soletta inferiore ( se presente ) 10 Rete 20 × 20 1

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Figura 2.9 : Sezione corrente.

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Longitudinale sono presenti dei traversi, atti a conferire rigidezza torsionale alla struttura, di sezione rettangolare 60 × 20 cm posti ad interasse di circa 5 metri e presenti nelle zone a momento positivo, se soggette a carico uniforme, e sugli appoggi, dove conferiscono un rinforzo per la presenza del carico concentrato dato dalla reazione vincolare.

Figura 2.11 : Particolare traversi e pile un una trave principale .

Le pile che sostengono l’impalcato sono costituite da due colonne ciascuna di 60 cm di diametro armate con 8 Φ 24 mm e staffe circolari Φ 10 a passo 20 cm, e collegate fra loro attraverso due traversi di dimensioni pari a 60 × 65 cm armati con 4 Φ 22 mm .

Le pile, immerse in acqua nell’alveo di magra, sono state dotate di un plinto di forma esagonale in calcestruzzo semplice di 90 cm di altezza, nel corso di un intervento di recupero del 1982.

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Figura 2.12 : Particolare plinto .

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2.3 Stato attuale struttura

Al momento del rilievo e delle successive prove dinamiche la struttura si presentava molto ammalorata sia nella sovrastruttura che nelle sottostrutture . Partendo da queste ultime, come si può notare dalle foto di seguito riportate (figure 2.13,2.14,2.45 ), si può notare la perdita del copriferro sia sulle colonne che sui traversi di queste, nonché,cosa assai più grave, lo scalzamento delle fondazioni (figura 2.16).

Figura 2.14 : Barre di acciaio esposte dopo l’espulsione del copriferro .

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Figura 2.16 : Particolare colonna lesionata .

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In altri punti le pile erano completamente interrate e quindi possibili di deterioramenti derivanti da infiltrazioni di acqua e dal contatto con sostanze corrosive (figure 2.17,2.18).

Figura 2.18 : Pila parzialmente interrata .

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Per quanto riguarda l’impalcato lo stato di degrado presenta caratteristiche similari: calcestruzzo fessurato, copriferro espulso e barre di acciaio arrugginite se non addirittura completamente corrose .

Figura 2.20 : Particolare appoggio degradato fra primaria e secondaria .

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Figura 2.22 : Vista laterale del calcestruzzo degradato .

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Figura 2.24 : Particolare cordolo completamente degradato .

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E’ da notare che il ponte presenta un franco libero piuttosto limitato ( circa 5 m), tanto che nel caso di una piena del fiume Serchio avvenuta nel 1982, le acque investirono in pieno l’impalcato. Di seguito (figura 2.25) è riportata la foto di tale evento, che se fosse avvenuto ai tempi del rilievo avrebbe probabilmente portato al crollo della struttura a causa dello scalzamento delle pile (figura 2.16).

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Bibliografia

[1] Materiale fornito dal Comune di Coreglia Antelminelli. [2] Materiale fornito dalla Provincia di Lucca.

Riferimenti

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