Indice
Introduzione 4
CAPITOLO 1
La rovina dello Stato in Spinoza
1. Premessa 9
2. La storia della Respublica Hebraeorum: genesi e sviluppo 10
3. La decadenza dello Stato ebraico 15
4. Il collasso dello Stato 19
5. Dal particolare all’universale: la validità di alcuni principi politici 24
6. Il machiavelliano ‘ritorno ai principi’ in Spinoza 28
7. Spinoza contro gli arcana imperii: come equilibrare la monarchia 35
8. La stabilità dello Stato 41
9. Uno Stato può essere eterno? 44
CAPITOLO 2
La dissoluzione dello Stato in Hobbes
1. Introduzione 50
3. Le fazioni 56
4. Le cause della ribellione 60
5. Le dottrine “perverse” 62
6. L’imitazione delle nazioni vicine, l’esempio degli antichi: il rischio del contagio 67 7. L’indivisibilità dei diritti e dei poteri: il caso del governo misto 73
8. Il potere frammentato: Stato e Chiesa 78
9. «The good of the people» 82
10. Un popolo istruito: i compiti del sovrano e il ruolo delle università 85
CAPITOLO 3
Un confronto tra Machiavelli, Spinoza e Hobbes
1. Interpretare il conflitto: l’esempio di Roma 91
2. Diversi concetti di libertà 97
3. Parole e azioni 102
4. Salus populi tra Machiavelli, Spinoza e Hobbes 109
5. La resistenza allo Stato: indignatio e follia della moltitudine 114 6. Un commento sul rapporto tra Machiavelli, Spinoza e Hobbes 123
Conclusioni 133
Introduzione
«Udir come le schiatte si disfanno non ti parrà nova cosa né forte, poscia che le cittadi termine hanno. Le vostre cose tutte hanno lor morte, sì come voi». Dante, Paradiso, XVI, 76-80.
La decadenza è un fatto di natura, per cui il divenire consuma e dissolve la vita, conducendo di necessità a ciò che gli uomini chiamano morte. Soggetto all’alterazione e al mutamento, il corpo politico viene solitamente paragonato ad un organismo vivente: come i corpi umani, che iniziano a decadere nell’istante stesso in cui vengono al mondo, così gli organismi politici non possono sfuggire alla decadenza. La metafora organicistica con cui si indica e si rappresenta lo Stato porta a considerare ‘malattie’ tutti i fattori che contribuiscono al suo dissolvimento. Anche il rapporto tra gli Stati può essere letto in chiave metaforica. Essendo gli Stati organismi viventi, le malattie di cui essi soffrono si possono facilmente diffondere in virtù della loro vicinanza: questo processo rappresenta la messa in opera del contagio.
La caduta dell’Impero Romano rappresenta il caso emblematico di decadenza dello Stato: con questo esempio si confrontano gli autori trattati in questo lavoro, Machiavelli, Spinoza e Hobbes. L’esempio di Roma mostra come la dissoluzione dello Stato possa avere cause interne, come conflitti di classe o corruzione delle istituzioni politiche, oppure cause esterne, come invasioni barbariche o attacchi stranieri1. Il modulo interno/esterno, che corrisponde alla distinzione operata da Polibio nel VI libro delle Storie2, si rivelerà decisivo nell’analisi storico-politica della decadenza dello Stato
condotta da Spinoza e Hobbes. I due generi di causa sono morfologicamente differenti e hanno un peso ineguale, poiché le cause esterne implicano un certo grado di fatalità: ad esempio, le invasioni straniere non sempre possono essere controllate o anticipate. Le cause interne, invece, dovrebbero essere previste, entro un certo limite, da chi detiene la suprema potestas: ad esempio, le ribellioni e le fazioni, che si generano all’interno dell’edificio statale, devono essere avvertite in anticipo in modo da evitare l’impatto potenzialmente distruttivo sullo Stato.
Questo lavoro è frutto di una riflessione sulle cause della dissoluzione dello Stato e sulla rilevanza che i motivi della decadenza assumono nelle teorie politiche elaborate da Spinoza e Hobbes. Per svolgere questa ricerca, ho fatto ricorso, in più occasioni, alle riflessioni di Machiavelli, con particolare riferimento alla complessa questione del “ritorno ai principi”3. L’obiettivo principale di questo lavoro è indagare i rimedi e i metodi suggeriti e introdotti dai pensatori seicenteschi per uscire dalla crisi e
1 Una suggestiva panoramica sulle varie interpretazioni del crollo di Roma è offerta da Santo Mazzarino,
La fine del mondo antico. Le cause della caduta dell’impero romano, Bollati Boringhieri, Torino 2008.
2 POLIBIO, Storie, traduzione e note di Carla Schick, Mondadori, Milano 1979, vol. 2, VI, 57, p. 134:
«Non occorre un lungo ragionamento per dimostrare che su tutti gli esseri incombe la distruzione e il mutamento, poiché la necessità naturale ce lo dimostra a sufficienza; due sono le forze per le quali ogni stato è soggetto naturalmente a perire, l’una esterna, l’altra interna; difficile è l’esame delle forze esterne, mentre sono evidenti i fattori interni».
salvare lo Stato dalla sua graduale consunzione e rovina. L’opera di fondazione politica attuata da Hobbes e Spinoza è strettamente correlata alla volontà di rivelare e smascherare le sotterranee radici della dissoluzione, che devono essere estirpate prima che i vizi si diffondano in maniera incontrollabile. Entrambi gli autori sono convinti che uno Stato sia più in pericolo a causa dei suoi cittadini che dei suoi nemici4: per questo motivo, essi si sforzano di fondare lo Stato su una base solida, partendo dal riconoscimento dei problemi interni e dalla pianificazione di strategie preventive per evitare la degenerazione nel conflitto. Hobbes e Spinoza non tengono in considerazione le cause esterne, poiché esse sfuggono alla capacità di previsione di chi detiene il potere supremo, e si concentrano piuttosto sui motivi interni della decadenza, cui, invece, si può porre rimedio.
Studiare la dissoluzione dello Stato significa trattare alcune delle categorie politiche centrali della filosofia moderna, adottando un punto di vista originale e gettando luce su un terreno ancora largamente inesplorato. Da un punto di vista storiografico, alcuni studiosi e interpreti hanno suggerito questo tema come meritevole di attenzione, anche se non è stato ancora oggetto di studi specifici e approfonditi5. Questo lavoro affronta il tema dello Stato non dal punto di vista della fondazione, per cui dallo stato di natura si approda allo stato civile mediante la stipulazione di un patto,
4 Su questo punto Spinoza insiste nel Trattato politico, a cura di Paolo Cristofolini, ETS, Pisa 2011, VI, 6,
p. 89: «È poi certo che i pericoli maggiori per la cittadinanza vengono sempre dai cittadini piuttosto che dai nemici esterni: i buoni cittadini sono rari».
5 Sulla questione della dissoluzione dello Stato vi sono alcune pagine o cenni sparsi, ma non una ricerca
dedicata. Per quanto riguarda il pensiero di Hobbes in materia di dissoluzione, cfr. N. BOBBIO, La teoria
politica di Hobbes, in ID., Thomas Hobbes, Einaudi, Torino 1989, pp. 30-32; O. NICASTRO, Le vocabulaire de la dissolution de l’état, in Hobbes et son vocabulaire, a cura di Y.C. Zarka, Vrin, Parigi
1992, pp. 259-287. Si veda anche il breve saggio di M. MALHERBE, Hobbes et la mort du Léviathan:
opinion, sédition et dissolution, «Hobbes Studies», IX, 1996, pp. 11-20; A. DI BELLO, Sovranità e rappresentanza: la dottrina dello Stato in Thomas Hobbes, Napoli 2010, pp. 151-170. Per quanto
concerne la dissoluzione dello Stato nel pensiero di Spinoza si veda L. NOCENTINI, Il luogo della
politica. Saggio su Spinoza, ETS, Pisa 2001, passim. Brevissimi cenni a questo tema sono contenuti in V.
MORFINO, Il tempo e l’occasione. L’incontro Spinoza-Machiavelli, LED, Milano 2002, pp. 129-131; cfr. anche F. DEL LUCCHESE, Tumulti e indignatio. Conflitto, diritto e moltitudine in Machiavelli e
bensì dal punto di vista della dissoluzione, per cui si esaminano le tappe del graduale disfacimento dello Stato fino alla rottura del patto6.
Passiamo ora ad analizzare la struttura del testo. Il primo capitolo tratta della rovina dello Stato nel pensiero di Spinoza. Anzitutto, viene ricostruita brevemente la storia della Respublica Hebraeorum, dalla genesi delle sue istituzioni, dopo l’esodo del popolo ebraico dall’Egitto. L’attenzione è rivolta a indagare le ragioni profonde della decadenza e a esaminare i meccanismi che, dall’interno, conducono lo Stato ebraico alla rovina. Dalla storia degli ebrei Spinoza ricava alcuni principi politici validi a livello della teoria generale dello Stato. Riprendendo il machiavelliano “ritorno ai principi”, Spinoza ricerca le cause della dissoluzione, proponendo dei rimedi per uscire dalla crisi e per garantire allo Stato maggior stabilità e durata.
Nel secondo capitolo si analizza la dissoluzione dello Stato in Hobbes, mettendo in luce le cause delle ribellioni e le dottrine considerate sediziose e incompatibili con la pace e la stabilità. Si indagano, inoltre, i motivi per cui si costituiscono in seno allo Stato le fazioni, che provocano la disgregazione dell’unità statale, poiché causano lo scontro tra interessi particolari e l’interesse generale dello Stato. A fronte dei motivi che conducono alla decadenza, Hobbes insiste sui compiti e le funzioni di chi detiene il potere supremo. Se la suprema potestas intende mantenere la pace nello Stato, deve estirpare le opinioni sediziose diffuse tra il popolo e provvedere all’istruzione dei sudditi, riformando e ripensando il ruolo delle università.
Nel terzo capitolo si imposta un confronto tra Machiavelli, Spinoza e Hobbes in materia di dissoluzione dello Stato. Si prende avvio dalle diverse interpretazioni del conflitto, il quale può essere celebrato come condizione di libertà e potenza oppure
6 Nella prospettiva adottata da Spinoza e Hobbes, la decadenza dello Stato è da intendersi come rischio
criticato come causa di disordine pubblico. Si analizza poi il principio della salus populi, della conservazione dello Stato, valido per i tre autori, con l’attenzione rivolta a stabilire le differenze tra Spinoza e Hobbes a proposito del fine ultimo dello Stato e del concetto di libertà.
Se, per principio, nessuna delle creazioni dei mortali può essere immortale7, allora gli sforzi teorici attuati da Machiavelli, Spinoza e Hobbes mirano non tanto a progettare uno Stato eterno, quanto piuttosto ad arrestarne il declino e a ritardarne la rovina.