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1

(2)

892.85 G95

89

.:

IGNAZIO GUIDI

:

GRAMMATICA ELEMENTARE

DELLA

:

LINGUA AMARIÑA

:

ROMA

TIPOGRAFIA DELLA R. ACCADEMIA DEI LINCEI

PROPRIETÀ DELCAV . VINCENZO SALVIUCCI

1889.

(3)

SCIENTIA ARTES

VERITAS

LIBRARY OF THE

| UNIV ERSI TY

OF MICH IGAN

PLURIBUS-UNUT

JOEBUR

SI QUAERIS-PENINSULAM -AMOENAM CIRCUMSPICE

VALLAVALUADAWA

MIT mill

TY Mimmunhintand

(4)

8920 G95 .

IGNAZIO GUIDI

GRAMMATICA ELEMENTARE

DELLA

LINGUA AMARIÑA

ROMA

TIPOGRAFIA DELLA R. ACCADEMIA DEI LINCEI

PROPRIETÀ DEL CAV.VINCENZOSALVIUCCI

1889 .

(5)

Proprieta letteraria.

(6)

GRAMMATICA

DELLA LINGUA AMARIÑA 1

1. L'amariña o amarico è una lingua semitica, ed appartiene alla medesima famiglia alla quale appartengono l'arabo , l'ebraico ecc . Più propriamente essa fa parte del gruppo abissino delle lingue semitiche ; il qual gruppo si distingue in settentrionale e meridionale . Il gruppo settentrionale è formato specialmente dell'antico giʻz o etiopico (non più parlato da parecchi secoli, ma che sopravvive come lingua sacra e letteraria) e dalle lingue volgari che ne derivarono,

cioè il tigrê , parlato dai Mensa , dagli Habâ b ecc . ed il tigrai o tigriña , parlato nella vasta provincia del Tigre , e province vicine. Il gruppo meridionale è formato dall' a ma riña , e probabilmente da altre lingue , come quelle dell'Harar e del Gurâguê .

1 Questa grammatica è breve ed elementare, nè compilata solo per i filologi ed i semitisti. Pertanto vi è omessa la menzione di molte forme e costruzioni di uso men comune, e talvolta non è seguito l'ordine scru poloso che richiederebbe una trattazione rigorosamente scientifica. Chi desideri più estese nozioni grammaticali pud consultare, oltre le Lectiones Grammaticales del card. Massaia ( Parigi 1867) , la Gramm. of the Amharic L. dell'Isenberg (Londra 1842 ), e sopratutto, la vasta opera del prof. Praetorius, Die Amharische Sprache ( Halle 1879), la quale ha tanto contribuito alla conoscenza filologica della lingua amariña .

$ 1 .

188068

(7)

I. FONOLOGIA .

.

2. L'amariña si scrive col seguente alfabeto, nel quale cia scuna lettera si modifica, secondo che ha dopo di se le vocali a , a , Z , a , ፪ ,è , 0 ;; ovvero ha un፤ , 07 , o manca di vocale 1 .

1

;2

sa

st SC ያ e S 80

>

I. giʻz II. ka'ib |III. salis | IV. rabi | V. hamis | VI. sadis |VII. sabia

U ha hat la ha Y7 ha % ኬኝ , h I ሆ ho

a ሉ 2 [ ሊ 22 la lo le 22 ,

ch ha ch ha de he ih ḥž , h Ich ho

መ ሃገራሴ 0 ገበይኝ a " 2 mé go mě , m qu mo

It ST 1 ST SC Vse s ኝ , 8 SO

ጎጎa ጎግ | ሪ ጎኔ ጎሶ ተጎe ተጎኝ ,ገት ጥ °

ያዬ በል S ሯ , 8

፰ሪ d ሼ ፪ e ሽ §Z ,

ማዉ ቁ qW |ቂ qZ ቃ Qa ቄ qe

ba bL I ቢ b ba be b ኝ , b bo

ተ tC ቱ ረ a I ቲ ta Jo ቴ t t ት ti , tt foto ቸ da ቹ ይኼ I ቺ ሱሪ čã ይ e ች ሪ i , ሪ O ኀ ኤ a | ፉ ኪሜ | ቲ ha 3 hab hehe 12 ኪ Z , ኤ ኤ o

ጎቤቢ ገሴ ጊኒ ጎሜC ጎሴጅ ኃይኝ ,ገቤ

iña nu ii ni a na 18 nêk ጎኔ ; ኝniin ሲ0

a ኡ` al ኢኺl ” d ?? , 0

ka [ ኩ ቴቬ kZ ka ke 2 , ko

ኸ k'a | ኹ እ Mal ኺ ቴዲሪ ኻ ኼ ኼ ኾ | ኽ k ኮሪ , k | ኾ ko

20 ቺ | ዊ ጊ 0 ሀ G I ዌ ጎይ መሪ, ) ] ዎ ፊ O ቅ q ኝ ,q ቆ QO

>

7

>

ወ 20ሲ a

11 Quanto alla trascrizione si noti che innanzi qualsiasi vocale o consonante , č suona come c in cece, g, come g in Gigi, ñ come on in ogni, š come sc in sciame, ž come j francese, in jardin .

Gli Abissini chiamano gìʻz la vocale a , e le seguenti kāib , sālis, rūbi', hāmăs, sādās, sābi' .

:

§ 2 ..

(8)

I. giz II. kaʻib III. salis IV . rabi ' lV . hamisi VI . sadis VII. sabr

ዐ 'a ዑ ናብ ዒ

“a “ዕ

8 ሲ & ነዚ ፭ኝ ፳፪ ዜ Se ዝ ፩ኝ , 8 GO

ዠ ፈ a Z a e Z , ፭ 0

የ ga ዩ ? ዪ ያቺ ያf yā ho yé lyž , 2 90 da da | ዲ dz da de li dž , d 18 do

ē galğa ģi ġa ġe & ģi , ğ ğo

g g ” ጋ g ዜ ጌ ge ግ g , 9gg go ጠ ta ጡ t ሪ t ኝ ጣ ቲቪ ጤ te ጥ f ኝ , £ t)

கைய ጩይሽ ጪራሽ ጫ ሶ d ጩይe ጭ Z , ኛ

~A ጲ 2Z 8 T ሬ 8Te ጵ p ኝ , TO

)

șa S$ ā

0 )

ዌ 8ይ

ፈfa ፉ f ዉ ፊ fi 4. u bo f & fi , f 6. fo

ፐ ጋ a | ፑ p ኝ ጋe ጋጋሪ ,

1 ga

#

9$

ጺ ) ፂን

$a $ 2 ያሪ , 8

) ፆ9

SO

7

q ፊዉ

po hua

ኰMuሲ

qui

qua 8 quẻ | quà

Hahui hua hue 7 huž

hk kui h kuah kue kuž 74. gui 2 guā 2 gue 174 gui

ጐ g ዜ

3. L'alfabeto amariña è l'antico alfabeto gim, ma per alcuni ይ a

suoni che mancavano nella lingua , e quindi nell'alfabeto gim, si adoperano , leggermente modificate, quelle lettere giʻz il cui suono più si avvicina ad essi ; così da å sa, si fa ī ša ( scia) ecc.

Queste lettere speciali all'alfabeto amariña sono : i , f , , ጀ , ዠ , , ጨ .

L'alfabeto giz si componeva in origine di sole consonanti, le quali poi vennero variamente modificate, secondo che cia scuna consonante era senza vocale (o con vocale brevissima), ovvero avea dopo di sè le vocali il, i, ā, ē, 0. La consonante nella sua forma primitiva e non modificata (col. I) si legge

b

§ 2-8 .

(9)

colla vocale ; l'ū ( lunga) si segna prolungando la parte in feriore della consonante , cioè aggiungendo un'asta a destra, in basso, se la lettera è rotonda , p. es . U , ha, Y hā ; o rendendo più lunga l'asta di destra ( ciò che si ottiene abbreviando l'asta di sinistra) nelle consonanti che hanno due o più aste, p. es . A ba A ba, m ţa ţa ; e finalmente, nelle consonanti che hanno una sola asta verticale , prolungando quest'asta verso si nistra , p . es . + la, Jo tā. La vocale ū è designata da un piccolo tratto a destra e in alto della lettera , p . es . a la, A lū . La vocale 1 è designata dallo stesso tratto pure a destra , ma in basso, p . es . a , lī. Le vocali o ed è, corrispondendo rispet tivamente ad u ed i, sono segnate in modo analogo ; cioè o con un circoletto nell'alto (come a) della consonante, ed è con un circoletto nel basso ( come i) della consonante ; p . es. As lo , a lê. In alcune consonanti l'o è segnato in modo analogo all'ā , per causa dell'affinità delle due vocali ; ma mentre per segnare a si abbrevia l'asta di sinistra , per segnare o si abbrevia quella di destra, p . es . A bā, n bo .

Mentre per designare le varie vocali la consonante viene modificata nella parte destra , un trattino od una modifica

zione a sinistra della lettera indica la mancanza di vocale

o la vocale brevissima ; p. es. A ba,N 6 , bi;1 ta , 7. t,ti ecc.

In alcune poche lettere queste analogie nel segnare le vo cali non son seguite , o appaiono meno chiare .

Ogni parola è divisa dalla seguente per mezzo di due punti , il segno equivale press'a poco al nostro punto e virgola , quattro punti :: equivalgono al nostro punto ; più punti come p. es . ili sono punti finali di un paragrafo.

4. Parecchie lettere attualmente si pronunciano in uno stesso modo , e perciò si scambiano facilmente nella scrittura ; tali sono U , che ohy , k ed 0 , wen , 2 e 0. Il ” e il m si pronunciano con enfasi, quasi staccandole dalla vocale che

с

d

еe

аa

§ 3-4 .

(10)

b

loro segue. Il o quando non è doppio, è pronunciato spesso con aspirazione e quasi come il v italiano, p.es. Lina igavál, entra. Il n somiglia al į arabo o al ch tedesco in Sprache, ma è molto meno aspro. Il 0 si pronuncia come u in uomo . Il H si pronuncia come il francese, cioè come s dolce , non come il z italiano, e il 7 corrisponde al j francese. Il ? e spesso anche il 0 , fra due vocali si pronunciano (special mente in alcune province) leggerissimamente ; p. es . k sau quasi a'eállahu, io vedo . 7 è sempre gutturale , ed anche avanti i, e si pronuncia gh .

La vocale a si pronuncia spessissimo nei nomi, preposi zioni ecc. con suono fra l'a e l'e aperto 1 ; p. es. l dag 2

porta . Spesso se preceduta da o , come anco in , hoe 7 , l'a suona 0 , p . es . 0371 uonz, fiume, LPSA iquoyál, egli resta, (ma si pronuncia a p. es. in 038 uand, uomo , of uáda a, verso ecc . ) . L'a priva di qualunque accento si pronuncia con suono breve e non ben determinato, come p . es . il secondo a di 30 % nábbara . La vocale e suona jé,p . es. 67 siét donna ; e la vocale o spesso fa sentire avanti a se un brevissimo suono di ů p. es . cat suost, tre. La vocale brevissima (col . VI) assomiglia adě, o eu francese, e quando ha l'accento, ad un 7 breve. Naturalmente la pronuncia tanto delle vocali quanto delle consonanti varia secondo le diverse province .

Una parola che cominci con h , 0 non si stacca , nel parlar

famigliare, dalla parola precedente, p . es. 894 : hk : ( guarda

l'orologio !) si pronuncia saātéi.

5. Nel formare le parole, nella flessione ecc . , incontrandosi

C

аa

1 L'a che ha questo suono è trascritto con a.

2 Avverto che col ripetere nell'alfabeto nostro la parola amariña, non ho voluto dare semplicemente la trascrizione delle lettere abissine in lettere nostre, ma indicare la pronuncia , la quale talvolta è un poco diversa dalla scritturą.

§ 4-5 .

(11)

5

le vocali a, a, ğ separate da h (0) , si contraggono in una sola, e l'a (o ) si omette (v. appr .) ; alcune consonanti poi pas

sano in altre affini, ovvero si assimilano alla consonante che loro segue , e scompaiono nella scrittura . Così a t'a fa do

p. es . Ne kit fa 13+ lanta, a te ; ở t'a fa ā, p . es.

e ha fa na sālla, mentre era ; a + ' i fa a , p . es . d e hi fa 43 lanić, a me ; ï + ' i fa 7, (ě) p . es . d e kann fa naaa semmállas, quando ritorno ; se una delle due vocali che si con traggono è à , questa prevale sempre sull'altra .

Una parola che comincia con k , k se è aggiunta in fine

di altra parola, perde l ' che lascia la vocale a sotto l'ultima lettera della parola cui è aggiunta : p. es . unendo 2390 con Kaur si scrive 2396AU. ěnagrállahu , io parlo .

Il + nella coniugazione riflessiva o passiva ( 8 23,3 °) si assi mila alla lettera seguente ( eccettuate le lettere h , 0) e scom pare nella scrittura ; p . es . da eta si fa luong

taqamat.

Alcune consonanti, per lo più quando sono seguite da 1, y (r ) ,

ē, si uniscono colla vocale o semivocale in un suono schiacciato ( mouillé) rappresentato dalle lettere , F , ecc . In tal caso la vocale è generalmente si omette nella scrittura ; l'e talvolta è conservata, ma più spesso passa in a, e il y (P ) si omette . Le consonanti nelle quali ciò avviene più di frequente sono : 0 , ነn , , , ለ . Quindi :

C

d

, ስይ , ሴ produconoprodutono 0 0 ሺ (ሼ

, ንይ , ኝ 0 ኘ (ኜ3 )

t , tl , t ች 0 ቸ (ቼ )

11. , 112 , 11 ዣ 0 ዠ ( ዝ )

, ድይ ጅf

o & (C)

ጥይ ,

ጭ 0 ጨ ( N )

, ልይ , pasSano in ይዬ .

§ 5 .

(12)

е

a

b

Per es . da wadadi si fa ore , da gadali si fa

788 ecc .

Una parola che comincia con ron prende facilmente un K avanti a se ; p . es. KC4 ěrdú per Ch , h274 : A ěnně

gáděl per 372. A ecc .

6. L'accento nella maggior parte delle persone del verbo , sta sulla 1a radicale che abbia vocale ; p . es. 7a gáddala, Bila igáděl (vedi il parad. § 46 ).

I nomi di due sillabe ambedue brevi o ambedue lunghe

hanno l'accento sulla prima; p .es.6.La fáras, cavallo , RC : ğóro, orecchio ; ma se la prima sillaba è breve e la seconda ha una vocale lunga, specialmente se seguita da altra consonante , questa seconda ha l'accento , p . es . no sañó , lunedì ; het arát, quattro. Nei nomi di tre sillabe di cui solo l'ultima è lunga, questa ha l'accento principale ; p . es . htm katamá , città; ma se la penultima è lunga, essa ha l'accento p. es. $ 80 % gědá mie, sabato . Queste regole hanno eccezioni, ed in generale l'ac cento non ha una sede sempre stabile e chiara ; p . es . la pa rola 21 che dovrebbe pronunciarsi coll'accento sulla prima, si pronuncia spessissimo gizie.

II . MORFOLOGIA .

Del Pronome.

7. Il pronome personale è di due specie , separato cioè o a

suffisso ossia aggiunto in fine di altra parola. Quando il pro nome è separato ( e non preceduto da segnacasi) è soggetto , e corrisponde al nominativo ; quando è suffisso, è comple mento , e corrisponde agli altri casi ; nominatamente al ge nitivo , se è suffisso al nome, e all'accusativo, se è suffisso al

§ 5-7 .

(13)

10

verbo . Nel pronome (come nel verbo) il mascolino ha una forma diversa dal feminino, ma solo nella 2a e nella 3a pers , del singolare .

Pronome separato (nominativo) .

7

Singolare. Plurale.

28 m .

14 m . f. hz ēnie, io.

አንተ ፡ አንት ፊ mta , ant , tu (uomo).

f. አንቺ 0 አንች ' a ሽሪ , tu ( donna) .

እርሱ

hche

èrsú ?, egli .

2

f. hana črsoá 3 , ella.

m. f. 1 bá, ao .

m .f እላንተ ( እላንት ፡) 00 እናንተ (እናንት ) 81

lanta, ēnnānta , voi .

38 m . m. f. ħchfo- črsáčau (ěr

sáčo) 4 , quelli.

Parlando a persona di riguardo si usa il pronome kcng èrsaó (Scioa esso) , Ella , che è una forma di 3a plur.; a pa rola essi ( come in tedesco Sie ).

8. Pronome suffisso al nome (genitivo).

a

Singolare. Plurale .

m . f. -a * ?: áčěn, di noi.

m . f. -atu. ácha, di voi.

14 m . f. -ē , -- , --pie , ya , di me.

24 m . -ń , -ul , h ,

di te (uomo) . -. , --ši , ,

di te (donna) .

38 m . --- ū , W« , u , di lui.

f. uk , di led . f f.

m . f. -af0- áčau , di loro.

2

1 § 5, d.

2 Nello Scioa pronun . essú.

3 Nello Scioa pronun . essoá.

4 Nello Scioa pronun . essácio.

§ 7-8 ,

(14)

b

с

I suffissi della 1a e 3a sg. m . , é ed U, che consistono in una sola vocale , si adoperano coi nomi terminati in conso nante , gli altri fo , P , , coi nomi terminati in vocale :

p. es . A liſ, figlio, Aliğié , mio figlio, Arliğú , suo figlio ; 8c orecchio , ECR (gce) goro’e, il mio orecchio, ECO- ğorói , il suo orecchio .

I nomi che terminano in o o in e, cambiano generalmente

l'o in O- e l'ē in l avanti ai suffissi che cominciano da vocale ;

p.e. sanguó , l'assemblea, 139942 šanguáčn , la nostra assemblea ; fe la malattia , lo - 9 * ? dau'áčen, la nostra

malattia .

Parlando a persona di riguardo si usa il pronome suffisso

-9 , -al , corrispondente al pron. sep. ħCOP) p. es.

It la casa di vostra Signoria.

9. Pronome suffisso al verbo ( accusativo ).

d

аa

Singolare . Plurale .

m . f. - , - na , n , noi.

m. f. -atu áčhti, voi..

18 m . f. - ñ 1 , me.

28 m . -'n , -Ukh , h , te (uomo) .

f -. , - šł , š , te (donna ) .

3a m . -0 , -at lui.

f . -al lei.

f.

m. f. -aifo áčau , essi 2 .

Parlando a persona. di riguardo, il pron . suffisso verbale , b

come quello nominale, è -P .

i Per L $ 5, d.

2 Nel plurale la sillaba -āc- aggiunta fra il nome e il suffisso propriamente detto, è nata dalla terminazione del plurale āt, e serve a dare viemeglio il valore di plurale. Nella 1a pers . plur. la sillaba —āč— si aggiunge solamente col suffisso del nome .

§ 8-9.

(15)

C

d

Quando la forma verbale termina in -a, il suffisso della

za sg. m . 0- , che sarebbe difficile a pronunciare, è sosti

tuito da t ; p. es. At : gaddalat, uccisero lui.

Sul modo col quale questi suffissi si uniscono alle varie per sone del verbo , vedi 8 45 .

Il suffisso " ú , tanto nel nome quanto nel verbo , ed il suff.

nom. ait ?, se si aggiunga loro qualche particella enclitica , come la congiunz . —40, e, ? , ( segno dell'accusat.) ecc. possono riprendere la vocale a colla quale terminavano primitivamente ; p . es . APn liğkran, tuo figlio ( accus . filium tuum) 0.4ngu

e se ti dicono, Artº e il nostro figlio.

10. La particella * y na, col senso originale di ecco , prende i suffissi verbali, e sostituisce il verbo essere : 3 *, nañ io sono ( a par. eccomi) ; 3 , 10 nakh, nah , tu (uomo ) sei ; "a naš tu ( donna) sei ; 10- nau , no , egli è ; 91 nāt (nello Scioa anche ** (FT) nāë) ella è ; nan , noi siamo; «TU ,

nácha , voi siete ; F @- náčau , essi sono .

11. Il pronome dimostrativo per oggetto vicino è nel m.sg.

bu yřh, questo , nel f. sg . But ( raramente CVE ) L* yžč, questa ; per oggetto lontano nel m . sg. ş yā ( che nella scrit tura spesso si unisce col nome seguente, p . es. $ 667 quella casa ) nel f. sg . 81 (raramente SE ) quella . Se questi pronomi sono aggiunti in fine di qualche preposizione, segnacasa, ecc . prendono rispettivamente le forme -11 , H , zik " , -110 zih ,

questo ; -HUF , -1,7 zić , questa ; -11,3 ziá , —1 $

bě'á quello ; -1187 žiač , quella 1. Dicesi pertanto bu questo , ma Anv a questo , l.quello , ma il in quello ecc .

a

1 Le forme 11,"n , H.U ecc . sono le primitive, (in arabo 31) , nel giz nh : ecc .) il 1 trovandosi in principio ed esposto ad alterazione, si muta in P ; quando non è più in principio, cessa la causa dell'alterazione e il

H rimane.

و

§ 9-11 .

(16)

b

C

a

Il plurale formasi preponendo hd om al sing. ( che perciò prende la seconda forma con H ) : p . es. KANU : 2311,0 ěllazih, ennasth , questi, hanL : 311 4 : ěllazi'a ěnnazi'á, quelli; tut tavia si usa ugualmente እሌህ ,እሊያ (እኔህ እኒያ ) in luogo di እለዚህ , እለዚያ eco .

Il pron . dimostrativo , specialmente se abbia il segno dell'ac cus . ? ( 8 19 ) lo fa spesso seguire da un altro n ; ed il primo prende la vocale a, propria originariamente dell'accusat.; p . e . Bur ? hunc, 317 illum . Il dimostrativo quello spesso prende questo n nella determinazione del tempo, p . es. $ ? : ? : yan qan , quel giorno.

I dimostrativi si usano tanto soli, come sostantivi, quanto con

altri nomi , come aggettivi; p . es. Bu : A2 : 10- questi è mio

figlio ; bu : kinc : ae : 40- questo ragazzo è mio figlio.

12. Il pronome interrogativo per persone è 09 ? man, chi ? ( accus. " 97 ? ) plur. KA " 93 , ed anco 49?; per cose gun?

min , che ? Questi pronomi, come i dimostrativi, si usano tanto soli quali sostantivi, quanto con i nomi quali aggettivi : p. es.

093 : 30- mān nao (no ) , chi è ? 093 : 00- : 30 « mān sau nau, (50 no) chi uomo è ? g07 : 10 . min nau (no) , che è ? ; 90 : 49 : 30- min dau'ié nau (no), che malattia è ?. Molto in

uso è anche il pronome composto 1038C mindir, che cosa ?, che si adopera sostantivamente; mF0. mānnāčau , m. e FRE : MSFLE,mānnāçe itu , f. quale ? si adoperano agget tivamente per persone e per cose, p. es . " FW- : 7770 : -Om : quale dei re è venuto ?

Il pronome indefinito aggiunge una _gu al pronome in terrogatiro ; p . es . " 9390 mánněm , qualcuno , gºzgu minnim, qualche cosa , che generalmente si adoperano come sostantivi.

-Inoltre ማናቸው (f. ማናቸዪቱ , ማናቸይቱ ) ed አንዳች 1 che

b

i Abbreviato da k387F0- a par. uno di loro alcuno .

§ 1 : -12 .

(17)

a

si usano sostantivamente e aggettivamente, p . es . kr.4 : KA nego andāč alsarrám , non ha fatto nulla ; k3R* : 06 : KANZI" andáč sěrá alsarrám , non ha fatto alcun lavoro , 13. Il pronome relativo è p , ya invariabile per ogni ge

nere e numero . La costruzione che si usa in amariña fa sì che

il pronome relativo si trovi sempre preposto ad un verbo ; p . es . la frase « l'uomo il quale venne presso di noi , si co struirebbe --presso di noi il quale venne uomo - . Il pron. re lativo resta invariato avanti al perfetto, ma avanti l'imperf.

prende la forma የም 85 ) .

14. Il pronome distributivo è he , he i'a , ě a preposto al nome ; la forma e si usa quando il pronome è preceduto da una preposizione, p. es . 0874 ba'āgara (per 0 + he +274 S 5 , a) ciascuno nel suo paese .

Questo pronome si usa per lo più nei casi obliqui , raramente

nel nominativo.

Il pronome riflessivo si esprime col nome ko rās ( testa) o N @ -17 saúnnat ( personalilà ) col rispettivo pronome per sonale suffisso, p.es. hch : 20 : 28A ērså rasün gáddala, egli uccise se medesimo.

Il pronome reciproco per la 3a pers . è ħca ( CA ) AC 4f0- črs ( ěrsá ) barsáčau ( nello Scioa ess bassáčau ); nelle altre persone la prima parola kch (KCH) resta invariata, e la seconda cambia solamente il pronome suffisso, p . es.ach : (እርሱ ) በርሳችን Brs (Brs ) barsfin, fra oኔ , እርስ ፡( እርሱ) ACAFU. ērs ( ěrsa ) barsáchū, fra voi, ecc. Il pron . recipr.

può anche esprimersi ripetendo il pronom. personale, prepostovi un 1 ; p . es . 27:09 : fra noi.

15. L'articolo determinativo, molto meno usato che non in italiano, consiste nell'aggiungere in fine del nome , per il masc . U (se il nome termina in consonante) 0 0 (se il nome

termina in vocale ), e per il fem . 1 * ; p . es. A figlio, ARE

h

C

I ,

§ 12-15 .

(18)

1

liğá il figlio, 99 prezzo , P70 . wāgáū , il prezzo , 67 donna átt siētītá la donna ; se il nome fem . termina in 17 , si aggiunge solamente — ; p . es . 2.7 manakuesít, monica Wynnt la monica. Nel plur. si aggiunge ū tanto pel masc . quanto pel fem .

Del Nome.

a

16. Col vocalizzare diversamente le consonanti di una data radice e per mezzo di prefissi e suffissi, da una medesima ra dice si derivano più nomi sostantivi ed aggettivi di vario si gnificato 1 .

Il nome ha due generi, mascolino e feminino , ma il b fem . non ha una forma speciale, e la distinzione del genere

1

1 L'indole elementare di questa grammatica non comportando la trattazione completa della formazione delle parole, menziono qui bre vemente solo alcune forme principali, prendendo ad esemplare la radice 20 % . Forme: 1 ° gebúr , per participii e aggettivi di significato passivo e intransitivo, p . es. 6.800 compire, 7-8-9 " completo. 2" gabir , per aggettivi, p . es. LPG corto da hmd esser corto (invece di hoc

$ 5 , d ). 34 magbar , per nomi di luogo, d'istrumento ecc. p. es. 300 trono da 30 sedere,wwfrete, da & 00 prendere al laccio ecc.

4a gebrat , per nomi astratti, p. es . Crot umidità, da Lan esser umido. 5* gebrā , gabrā , per nomi astratti e concreti, p . es. 20 "

terrore, da 10 esser formidabile. 6 * gabārā , per nomi concreti e

per aggettivi, p. es . Ando pezzo, da 80 % rompere.7a geberyā, p. es .

kca campo (per ' eres-ya § 5 ,d ) da hz arare. 8a magbaryā , per nomi di istrumento , di luogo ecc., p. es. RCS abitazione, da kll abi tare. Molto usati sono pure i suffissi secondari: 10 --37 per formare

astratti da qualunque nome, p . es. TC buono, FC2+ bontà ; 20 añ

per formare sostantivi o aggettivi di relazione col nome da cui derivano ; p. es. bala cavallo, bens cavaliere : 30

abbondanza,di pienezza ecc . , p . es. Un + ricchezze, Undogo fornito di ricchezze, ricco, 16 albero, 14.99 pieno di alberi ecc .

$ 15-16 .

(19)

1

C

si osserva regolarmente solo negli esseri animati , come na uomo , che è sempre masc ., et donna , che è sempre fem . ecc.

Non essendovi una forma propria del fem ., l'aggettivo è uguale nei due generi ; solo alcuni pochi aggettivi hanno una forma di stinta anche per il fem ., dovuta all'influenza della lingua sacra giez, che è ancora in pieno uso nel culto ; p . es. %- : qēdus santo , $ fat qědist santa .

Il feminino talvolta risponde al nostro diminutivo, p. es . et : mm : 90340 : 47 : che cosa è questo libretto ?

17. Il nome ha due numeri : singolare e plurale . Il plur. si forma aggiungendo al singolare , senza distinzione di

genere, la sillaba –07 , p . es. Ap figlio, pl . Ap liğóc

figli. Quando il nome al singolare termina in vocale, questa sparisce avanti la terminazione -08 , p . es . 86 , șáfi scrit tore, pl. 867 şāfóč, scrittori. Per eccezione ncs , bāre’á , schiavo o f328 , dangepá ( nello Scioa dengáy ) pietra , fanno al plurale rispettivamente ባሮች 8 ደንጎች* ..

18. Oltre questo modo di formare il plurale , ve ne sono quattro altri, molto meno comuni e ristretti rispettivamente ad alcune parole o classi di parole . Essi sono in gran parte dovuti all'influenza dell'antico giz e quindi rari nell'uso vivo

dell'amariña. I detti plurali si formano :

1 ) Coll'aggiunta della terminazione á ? per aggettivi o aggettivi sostantivati masc . , specialmente se abbiano la vocale i (ě) dopo la 1a e la voc. ū dopo la 2a rad . ( forma gěbūr) p . es.

hic kčbrúr, onorato , haa kébharán , onorati.

2) Coll'aggiunta della terminazione at, per aggettivi,o

aggettivi sostantivati feminini, p.es. HA -27, kėbhūrát, onorate.

Questo modo di formare il plur. si usa eziandio in alcuni nomi di cariche o dignità , p. es. huz , sacerdote pl. hust kahºnát sacerdoti, ed in alcune altre parole la cui ultima sillaba ha per lo più la voc. ā (lunga) o più raramente la vocale a (breve)

аa

b

C

§ 16-18 .

(20)

e

p. es . PA voce, pl. $ 17 qalát, voci, kaot anno , pl. kao

Jamatát, anni.

3) Alcuni pochi nomi hanno il plurale simile al plur. d fratto arabo, cambiano cioè le vocali che la parola ha nel sin golare, senza aggiungere nulla come terminazione di plurale, o aggiungendo solamente un t'; p . es . Tºda missil, imagine, pl . kgºna amsál, imagini, kroin amlák, Dio , pl. krant amálěkt , Dei. Questo ultimo modo di formare il pl. ( coll'ag giunta del -1. in fine ) è men raro nei nomi che hanno o avevano in origine, quattro consonanti ; p.es. hh -n stella , pl . ho h -nt kawákibt, stelle.

4) Finalmente in alcuni aggettivi il plur. è formato col ripeterne la penultima consonante, interponendovi la vocale ā ; p. es. WANT" malkám , bello, buono , pl. mAhhgº, malkākám , belli, buoni. Più rara è questa formazione nei sostantivi, alcuni dei quali ripetono non la penultima , ma l'ultima consonante ; p . es.038-9 ° uánděm , fratello pl . 038 090 * uandēmāmáč,

fratelli.

N. B. I nomi che formano il plurale in uno di questi f quattro modi , possono anche formarlo secondo la regola gene rale , aggiungendo cioè la sillaba of , anzi in generale per i primi tre modi, la formazione con oć è la più propriamente amariña. Così si dice kokabhoč, le stelle, invece di kawakibt, amlakoć, Iddii, invece di amálikt ecc.

Il plur. di 27 p re è (oltre il regolare 2741) anche 9

ነገሥት 0 ነገሥታትo .

19. Una declinazione propriamente detta non esiste più nell'uso vivo della lingua ; essa è sostituita da preposizioni o particelle, come in italiano dai segnacasi. Per il nominativo non si aggiunge nulla ; per il vocativo si pospone Il ; per l'accusativo si pospone 2 ; per il genitivo si prepone p ; per il dativo si prepone A ; per l'istrumentale e il 10

1

$ 18-19 . 2

(21)

cativo si prepone 0 ; e per l'ablativo si prepone n . Esempio :

Nom. ልጅ lig, il figlio.

Voc. ARVŲ liğ hoy , oh figlio.

Acc . ልጅን

liğen , il figlio ( filium ).

Gen. የልጅ yaliſ, del figlio.

Dat . ለልጅ lalığı al figlio.

Isti . col, per mezzo del figlio.

በልጅ baliğ

Loc . ሽnel figlio.

Abl. ከልጅ kalığı dal figlio.

(

Anche il pronome personale separato si può declinare così ; p . es . P di me , 13+ a te ecc .

Sul posto che prendono i casi nella proposizione vedi

§§ 58 , 90 , ec . 1

20. I numerali cardinali, colle corrispondenti cifre, sono :

hulat , sost ,

፩ አንድ , (f አንዲት ) and , (andit) 1 .

ሁለት 2 .

ሶስት , 8 .

ኣራት , arát, 4 .

አምስት ammist. 5 .

፮ ስድስት , siddist, 6 .

ሰባት , sabhát , 7 .

፰ ስምንት , sėmment 8 .

ዘጠኝ , záțañ, 9 .

አሥር 10 .

:

GS7 ,7

i Dell'antica terminazione -a per l'accus. ed il nome reggente del

genitivo (stato costrutto ) si sono conservate molte tracce, p . es. 360 : 784 nafsa gadāy ( animam occidens) assassino, OA : 19" +1 bāla fimqat, festa del Battesimo ( Epifania ) ecc.

$ 119-20.

(22)

፲፩ አሥራንድ ,, asrand, 11 . Te hp: 0 - at , asrahálat 12 ecc .

ህያ ,

፴ ሠላሳ

አርባ , ፃ አምሳ ,

ስድሳ , ስሳ ሰባ , ,

ቿ ስማንያ ,

ዘጠና

መቶ ,

፲፪ ሺህ, ሽህ Pi har,

he'a , à'a, 20 . salāsá, 30 .

arbná, 40 .

amsá, 50 .

sissa, 60 .

sabrá, 70 .

sēmānyá, 80.

zataná, 90 .

MOL" , 100 . Šth , 1000 .

ilf, 10.000 ecc .

21. Il numerale ordinale si forma aggiungendo -a al cardinale ; p . es . nat tre , ont terzo ; da im nove ,si

fa Hari nono . Primo si esprime generalmente con et fitaña o mecs mağammaryá . Nei numeri composti la sillaba -a si aggiunge solamente al secondo numero ; p. es .

wnn : oata salasā sostañá, trentesimo terzo.

Del Verbo .

22. Il verbo può constare di tre o più consonanti, ma in seguito ad alterazioni fonetiche, molti verbi hanno perduto una o più radicali; onde assai verbi che in origine avevano tre consonanti, ora non ne conservano che due, altri che ne aveano quattro, ne conservano tre, ecc .

Come le altre lingue semitiche , l'amariña deriva da un medesimo verbo primitivo altri verbi, che .conservando l'idea fondamentale espressa dal verbo primitivo , la modificano in

§ 20-22.

(23)

modi diversi. Questi verbi derivati sono per lo più di tre specie, che rispettivamente hanno valore :

La 1a d'intensivo o frequentativo ;

, 2a di causativo ;

, 3a di riflessivo o passivo.

Queste nuove forme derivate si ottengono o col modificare la radice stessa del verbo , senza nulla premettervi, o col pre mettervi qualche consonante . Nell'arabo e in altre lingue se mitiche il verbo primitivo si può modificare senza preporvi altre consonanti ; reduplicando cioè la 2a radicale per espri mere intensità ecc. , o ponendo la voc . ā ( lunga) dopo la 1a radi cale, per esprimere relazione verso altri. Così in arabo si dice

; scrivere

alcuno ) . Nell'amariña tutti i verbi (tolti quelli di media gut turale, media 0 e media p ) nel perfetto, e parecchi ( p . es .

Paola cominciare) anche nell'imperfetto ecc. hanno la media radicale reduplicata, ma senza valore di derivati ; poichè non hanno , come nell'arabo, un verbo semplice da cui nascono, e il quale sia contemporaneamente in uso , con chiara diversità

di significato. Vale il medesimo per parecchi verbi che hanno un ā dopo la 1a radicale ; inoltre per ragioni di fonologia ama riña, molti verbi quadrilitteri prendono l'apparenza di verbi con ā dopo la 1a radicale, ( ar . UL) p . es . 99 % h mārraka che è nato da much . Quindi in amariña la forma prima e fonda

mentale di un verbo può apparire 1º ) come qatala ,l (nell'im perf. e imper. ecc . ) 2 " ) come qattala Tubed assai spesso anche Scritere ( ad كا

تب , scrivere كت

ب

; ferir molto جر

ح, ferire جر

ح

|

.1 قت ل come qatala (

39

23. Le tre modificazioni di significato di cui si è detto nel § precedente, si ottengono nei modi seguenti:

1 La forma qātala con valore di derivato , è men rara se preceduta

dal + del riflessivo, p. es. +976 , thbed ecc .

§ 22-23.

(24)

1 ° Ad indicare l'intensità e specialmente la fre quenza di un'azione, si ripete la 2a radicale , ma interponendo la vocale à ; p . es . 10 % sábbara , rompere , 100 % sabrábbara,

rompere in molti pezzi.

2 ° Per avere il significato causativo si prepone k b ovvero ka ; p.es. Nºa báqqalu , germogliare, NPA abáqqala, far germogliare, pale ſámmara, cominciare , kao disğámmara, far cominciare. I verbi semplici , la cui media rad.

è doppia solo nel perf. ( come NPA ) prendono k- ed i verbi la cui media radicale è sempre doppia ( come paul ) prendono hn- ; ma spesso questa regola non è osservata .Quando la forma semplice di un verbo ha due significati diversi, il causativo per l'uno si forma con h-, e per l'altro con ho—; p.es. Mla țarrā, 1 ° esser puro , 2º chiamare; hala purificare, hamda far chiamare. Inoltre i verbi che cominciano con k , p.es. Knº allaqa, terminare (nei quali il k del caus. si confonderebbe col አ– del verbo) premetto10 አስ , p . es. አሳለቀ (S 5 ,b)

asallaqd, far cessare.

3. Ad indicare il riflessivo si prepone t' , molto

più raramente ky e to ?, p . es. tong tasábbare, si ruppe trach ( per 13- ) tambarákka, si inginocchiò 1. Il rifles sivo formato con + passa facilmente a significato passivo ; p. es . la tagáddala, fu ucciso. Non così il riflessivo for mato con k3 , il quale anzi talvolta prende significato attivo;

p. es. dalla rad. inusitata mama si fa k mma anţaláttala, sospendere; e solo preponendo to ? ( tatan) si ha chiaramente il significato riflessivo o passivo ; p. es . t ?mama tanta láttala , esser sospeso . La formazione con k - è men rara nei verbi di più di tre lettere .

G

1 Nell'uso è più comune tambarákkaka .

§ 23 .

(25)

22 d

еe

Le modificazioni del causativo e riflessivo hanno luogo ugualmente sui verbi derivati intensivi (n . 10) p . es . AONG rompere in più pezzi, hinna , asabhábbara , far rompere in più pezzi, tin2 , tasababbara , rompersi in più pezzi ecc.

Alcuni pochi verbi derivati si formano preponendo hat ; p . es. hat . astanaffasa ,respirare ( dopo una fatica) kat 1 astamāra , insegnare; cfr. § 44 b .

24. I tempi sono due : 1 ° il perfetto , che esprime un'azione compita, 2º l'imperfetto , che esprime un'azione non compita;

cioè che ha luogo tuttora, ovvero che non è ancora cominciata ; esso corrisponde perciò sì al presente che al futuro delle nostre lingue. Tanto il perfetto quanto l'imperfetto è o semplice

o composto .

I modi sono : indicativo , iussivo , imperativo e infinito ; inoltre evvi il gerundio e il participio .

25. Il perfetto , come nelle altre lingue semitiche , si coniuga per mezzo di afformativi di origine pronominale; la za sg. m . non aggiunge nulla e rappresenta la forma radicale .

Singolare . Plurale .

za m . m . f. -a

f . 24 m .

- * -n , --ሽ

m . f. –ūtu

f.

18 m . f. m . f. -- (più raro 7 )

b

P. es . 176 egli parlò , 70 * essa parlò , 3200 tu par lasti ecc . (v. paradigma, § 46 ) .

Se alla 2a sg. m . si aggiunga qualche enclitica, l'affor

mativo ' i , v può riprendere la forma primitiva in , p . es .

hanringu tu non hai udito (S 27 ) .

26. L'imperfetto prende in alcune persone i soli prefor

аa

§ 23-26 .

(26)

23

mativi ed in altre i preformativi e gli afformativi, secondo lo schema seguente :

Singolare. Plurale .

za m . m . f. loma

2a m .

ይ b

f. --

-

f.

12 m . f. h

ት F m . f. 1-0

m . f. ?- (h ?— V. § 5 , e)

с

P. es . BZ9 : 11? f affinchè egli parli ( S 28) +474 : 13. & affinchè voi parliate ecc. ( v. paradigma, § 46 ) .

Quando questi preformativi si prepongono a verbi, (primi tivi o derivati) che cominciano con h , come p . es . habe, hnbele , il k sparisce nella scrittura, lasciando un a, secondo il S 5 , a ; p . es. SAF in luogo di LHAF ecc .

Nella 2a sg. f. l'afformativo - produce i suoni schiacciati, come si è detto al § 5 , d ; p. es . da 30 strappare. togliere, si fa 73 ° 4 těnáqěy , tu ( donna) strappi, in luogo di 73 ° ..

27. Ad esprimere la negazione nel verbo, gli si premette ha, e gli si pospone l'enclitica –90 ; p . es . Kazneg " al nábbaram , non era . Il A di KA avanti al preform . t si assi mila ad esso , ed avanti al preform . L prende il suono schiac ciato ( S 5 , d) p . es. ht907" attěnágrěm , tu non parli, (per al- těnag . ) hbt709" aynágrěm , egli non parla (per

al- inagrěm , al-yềnagrěm ).

28. L'imperfetto semplice nel verbo negativo ( S preced . ) ha valore d'indicativo , p . es . ay nágrěm , egli non parla ; e quando esso dipende da qualche particella, e corrisponde al nostro soggiuntivo, vi si tralascia l'enclitica --9° ; p. es. K?

BI76 ěndāynágěr ,affinchè egii non parli. Invece nel verbo affermativo l'imperf. semplice prende valore di soggiuntivo ,

§ 26-28 .

(27)

e dipende da particelle , p . es . Bu0 : 13 affinchè egli parli.

а 29. Perchè l'impf. nel verbo affermativo resti nel significato dell'indic. , gli si deve aggiungere in fine il perf. del verbo irreg . ka alla, essere 1 ( 8 42 ) formando così l'imperfetto com posto ; ko unito all'imperf. si coniuga così :

Singolare . Plurale .

za m . አል (per አለ ) m . f. hno ha

f. አለች

hau

f. kad

14 m . f. hau .

2a m . m .f . አላችሁ

m.f. አለን (per አለነ ) Nell'unire quest'ausiliare ha coll'imperf. di un dato verbo, wil k sparisce lasciando un ā ( 8 5,5 ) p . es . da 890 : KA si fa BYNA inagrál, egli parla . Avanti ha , sparisce nella 3a pl . del verbo l'afform . —ū ; p . es. Blum , per 894 : ha inagrálla, essi parlano. (v . il parad. $ 46 ) . Se il verbo

abbia qualche suffisso, questo si pone fra il verbo stesso e l'ausi liare; p . es . BUTA inagrañál,egli mi parla; in tal caso nella 3a pl. ritorna nel verbo l'afformativo - e l'ausiliare si ab brevia in ha ; p. es . 81241A inagrūñal, essi mi parlano.

Anche le particelle enclitiche , e nominatamente la congiunzione -90 , si possono porre fra il verbo e l'ausiliare ; p. es . BS 94-09A inagrumál, e parlano (inagrū -m -āl).

1

i ka quantunque perfetto, si adopera per lo più in senso di pre sente , mentre 30 % risponde al nostro era, ed P3 al nostro fu ( salvo nelle proposizioni dipendenti) . La negazione di hd è lagu yallam , non è , non esiste (non X109"), ed in proposizioni dipendenti 01 lielā (he lagu aydolam , aydillam è la negazione di 20- , $ 10 ) .

>

§ 28-29 .

(28)

a

b

30. L'imperf. e piuccheperf. italiani si esprimono il primo coll'imperf. semplice , e il secondo col gerundio ( nel verbo affer mativo) e col perf. (nel verbo negativo) seguiti da 306 ; p . es . BIC : 30 egli parlava , 190 : egli avea parlato , KA ? 729 ° : 30 % egli non avea parlato . L'ausil . 304 , spe cialmente nella 3a sg ., può aver la forma 06 , e nella 3a pl.

le forme ነበረ 0 ነበር p . es .ይነግሩ፡ነበረ 0 ነበር parlapa ሽ0 . 31. Nel iussivo la prima radic. del verbo perde la sua vocale , e la seconda prende la voc . a ; p . es . 8C yéngár, che egli parli (v . parad . § 46 ) . Le persone 2a m . e 2a f ., tanto nel sg . che nel pl . , non sono in uso , e vengono sostituite dalle corri spondenti persone dell'imperativo . Sono invece in uso nel verbo negativo , che non prende l'enclitica -º ; p . es . ht ? 7C non parlare !

L'imperativo , usato nella 2a pers . soltanto , segue l'ana logia del jussivo ; p . es . 376 parla (parad. § 46 ) .

I verbi che hanno doppia la 2a radicale anche nell'imperf.

e imper. ( S 22 ) come pm . , ritengono l'a dopo la la radi cale, ed hanno la voc . ì dopo la 2a ; p. es . cerc che egli cominci ! PIC comincia ! In questi verbi, come in quelli che hanno a dopo la 1a radic . (p . es . PAN ) l'imperf. semplice ed il iussivo, quanto alla forma, sono uguali.

32. L'infinito si forma premettendo a alla forma pri mitiva del verbo , e lasciando l'ultima radicale senza vocale ; se il verbo ha la 2a radic. reduplicata solamente nel perf.

( S 22 ) anche la vocale della la radic. si toglie: p . es . da

ገደለ1A si fa 9.Asi መ mágdal, l'uccidere ; ma se la 2* radic.

è sempre reduplicata, l'a si conserva (come nel iussivo e imper.

§ 31 ) p . es . da Paul si fa poc mağámmar , l'inco

minciare.

33. Il gerundio o infinito verbale , ha la vocale a dopo la 1a e dopo la za radic . ( forma gabra) , coll'aggiunta del suffisso

с

§ 30-33 .

(29)

а

del nome ( 8 8) il quale suffisso tuttavia, in tal caso, per la 3a f . è -ā, per la 18 plur. è a ?, e per la 3a pl. è ao . Così da 72A si fa 7 au gadlah, ( tuo uccidere) uccidendo tu, 7.A (per gadla-u) uccidendo egli, 7lifo gadiyyé, uccidendo io (per gadl- e § 5 , d) ; come vedesi , avanti al suff. di 14 pers . ē , sparisce l ' —a del gerundio. Questo gerundio è propriamente un accusativo di tempo o di stato (v . parad . § 46 ) .

34. Con questo gerundio seguito dal medesimo suff. del nome e dal verbo ausiliare ha (abbreviato da ha) si forma il perfetto composto , (S 24) che si usa solo nel verbo affermativo; p . es. 7RAHA gadlaknál, tu hai ucciso ; esso corrisponde al nostro passato prossimo . Nella 3a f. e la m. f. sg.

l'ausiliare ka viene regolarmente coniugato; nelle altre persone esso ha sempre la forma ha . P. es. nnaaf kabhrállač, essa è stata onorata, H :NGPA kabhrau'ál, essi sono stati onorati.

I suffissi, come nell'imperf. composto ( S 29.b ) , si pongono fra il verbo e l'ausiliare , p . es . 1990 * essa ci ha detto ( běla -n -allac); anche la congiunzione -- " si può mettere fra il verbo e l'ausiliare ; p . es . nAmA ed egli ha detto .

35. Per esprimere il participio sono in uso le forme gabārt per l'att. e (molto più raramente) gibbart per il passivo ; p. es . da b.ml creare , si forma 6.06 fațārt, creatore, da 78.a uccidere 788 gžddáy ( ucciso) ciò che, è ucciso 1 . Ma un equivalente del nostro participio si ha preponendo al verbo il relativo ? ( S 13 ) , che prende la forma pgo ( per Phgº ) avanti l'imperf ., il cui preformativo e passa in l ; p. es . p?

LA yagáddala, quegli che ha ucciso ( ó xteivas) pom2 : A yam migáděl, quegli che uccide , ( ó XTEírov) . Questo non si pre pone che al perf. e imperf. semplici , e si lascia dopo una

b

1 Questa forma risponde più ad un sostantivo che ad un participio propriamente detto .

$ 33-35

(30)

a

preposizione, p.es. 08 : 10 % : no verso l'uomo onorato 11%

WM0 « : ? il giorno che viene : il verbo negativo se gli si preponga questo P , non prende il -go enclitico ( S 27 , 28 ) p . es . SAMM : N @ - yalmațță sau (so) , l'uomo che non è venuto . 36. I verbi derivati ( intensitivo o frequentativo, causativo e riflessivo -passivo, S 22 ) si coniugano come il verbo semplice . Secondo il $ 5 , a , nel preporre i preformativi dell'imperf. e il go . dell'infin . il k iniziale del causat. sparisce , e lascia un ū ( lunga) p . es. $ 0 $ 1A egli fa germogliare 09-10A il far germo gliare, da n " ; ma nella la pers . sg. si scrive k- invece di k ; p . es, hnPAU« io fo germogliare. Il iussivo del verbo intensivo nella scrittura è uguale all'imperf. semplice , ma ne è distinto per la pronuncia ; p . es . impf. sempl . LANG

isab ”abběr , ius3 . BAN -NC isabhabhěr I che egli spezzi; ma nel causativo non ha vocale sotto la 1a radicale : imperf. sempl . S & CIādáreg, iuss . SR Ce rādrég , che egli faccia .

Nell'imperf. ( indic . e iuss . ) e intin . del riflessivo-passivo il + si assimila alla lettera seguente ( S 5 , c) omettendosi nella scrittura ; p . es. Bond iwwállad , egli nasce (per * erone) mong mawalad , il nascere (per *qtonl ) . L'imperf. sem plice , quanto alla scrittura, non si distingue dal iussivo ; imperf.

sempl . bond iwwállad, iuss . Lonls iwwálall ; e l'imper . ha la forma tagabar, p. es. tone tawalad , nasci !. Nel l'imperf. e imper. la 2a radic. ha sempre a ?

37. I verbi di quattro o più letters seguono l'analogia dei trilitteri; p . es . Aanw , verdeggiare BAWA'A ila

bb

1

1 Diversamente in Isenberg . p . 89 .

2 Ciò basta a distinguerlo nella scrittura dall'imperf. del verbo pri

mitivo ; p . es . LOAL: è imperf. del verbo primitivo, e longè

imperf. del riflessivo -passivo. Nella pronuncia si distingue bene il primo ( zwáled ) dal secondo ( izowállad, imperf. sempl . e iwwálad , iuss .).

§ 35-37 .

Riferimenti

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