PRESSToday Rassegna stampa
13/07/2010 : Notizie del mese
Corriere della Sera
● Pensioni e pagamenti, che cosa cambia
● Pensioni e pagamenti, che cosa cambia
Gazzetta
del Sud ● Sarkozy: <Mai preso bustarelle>
Giornale del Popolo.
ch
● Presto la rivoluzione dell'età pensionabile
Italia Oggi ● Ecco il poker d'assi per andare in pensione
● Francia, i preti in pensione hanno il minimo garantito
Mundo, EL ● Nueva Ley de Pensiones es rechazada por empresarios
Sole 24
Ore, Il ● Sarkozy: attacchi vergognosi
14/07/2010 : Notizie del mese
Alto Adige ● tremonti: nessun refuso sulle pensioni - vindice lecis
AprileOnline.
info ● Manovra, Tremonti la difende da Bruxelles
Bresciaoggi
(Abbonati) ● Senza titolo
Eco di
Bergamo, L' ● Manovra: Tremonti incassa l'ok della Ue
Finanza e Mercati
● La manovra incassa l'ok dell'Ecofin E Tremonti fa
outing sulle pensioni
Gazzetta del Mezzogiorno.
it, La
● Pensioni:Tremonti,40 anni? Non e' refuso
Gazzetta del
Sud ● Manovra, da Bruxelles il via libera dell'Ecofin
Giorno, Il (Milano)
● ROMA TREMONTI corregge Sacconi. Nessun
«refuso». Il go...
● Tremonti: «In pensione dopo i
● «Ora basta con barriere e scaloni»
Italia Oggi ● Detrazioni, sospensioni da settembre
● Pensioni, comuni allertati
● Pensioni, Inarcassa unita per garantire le
contribuzioni
● Scuola, riscatto più ampio
● Trentino-Alto Adige, l'F24 apre ai contributi per la
previdenza
Manifesto, Il ● Non refusi, mascalzonate
Monde
Diplomatique (IT), Le
● Meno pensione e più tardi. In Francia
Quotidiano.
net
● Pensioni, Tremonti e il caos sui 40 anni "Non era un
refuso"
Repubblica.it ● Tremonti: "Nessun refuso sulle pensioni Grande riforma fatta con un emendamento"
Sole 24 Ore, Il
● Più tempo per rivendicare i crediti
● Tremonti: manovra migliorata
Stampaweb,
La ● Francia, il governo approva la riforma delle pensioni
15/07/2010 : Notizie del mese
Boston
Globe, The ● Judge orders pension restored to DiMasi
Corriere
Adriatico ● Tremonti incassa l'ok della Ue
Finanza e
Mercati ● Covip bacchettata sulla gestione Fondi
Italia Oggi ● Casse di previdenza, niente tagli
● Cisal: subito le riforme strutturali
● L'Enasarco riveda la dismissione
Messaggero
Veneto, Il ● calcolata per il 2010 la somma aggiuntiva
Milano Finanza (MF)
● Pensioni, 15 mila bancari nel limbo
Repubblica, La
● addio al lavoro con il contributo di tursi ma ora il
comune alleggerisce le pensioni
● manovra, dal 2015 in pensione più tardi
● manovra, resta la scure sulle regioni dal 2015 tutti in
pensione più tardi - roberto petrini
Sole 24 Ore, Il
● La rivalutazione del Tfr trova gli indici di giugno
● Nella Pa limite al congelamento stipendi
● Scambio crediti-debiti con nuove regole
● Zapatero: in pensione a 67 anni
16/07/2010 : Notizie del mese
Alto Adige ● fiducia alla manovra, no dai comuni
Corriere della Sera
● Che cosa cambia ?
● Così cambieranno pensioni e tasse locali
● Pensioni e tagli, la manovra incassa la fiducia
● Pensioni. Età del ritiro legata all'invecchiamento
medio
Giornale di Vicenza.it, Il
● Allarme Inps, dai pensionati ai disoccupati
Italia Oggi ● La pensione di Tantalo a garanzia della stabilità
Leggo ● Dipendente comunale aveva favorito invalidi civili maggiorandone le pensioni erogate dall'Inps ...
Libertà ● Manovra, sì del Senato alla fiducia
Manifesto,
Il ● Fiducia al Senato. Ora passa alla Camera
Mattino di
Padova, Il ● fiducia alla manovra, no dai comuni -
Milano Finanza (MF)
● Ecco come il fondo pensione può cambiare marcia
● Testa a testa tra fondi e Tfr
Piccolo di Trieste, Il
● i pensionati vivono troppo, così la previdenza allunga
l'età lavorativa
19/07/2010 : Notizie del mese
Corriere Economia Online
● Boni «Aiutiamo le piccole aziende»
● I piloti voleranno in gruppo In Italia i fondi pensione
sono ...
● Previdenza Fondi pensione atterrati dal
● Sharpe Il vero rischio? Le pensioni
● Welfare Piace la via aziendale Ma aumentano i
«furbetti»
Milano
Finanza ● Come battere orso e Tfr
Secolo XIX,
Il ● «Manovra iniquaChiamparinonon doveva aprire»
Soldionline ● Fondi Pensione: cosa sono e come sceglierli
Sole 24
Ore, Il ● Dal cumulo Ue pensione con l'importo più elevato
Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)
● Giusta rotta permanente
● In pensione con requisiti scorrevoli
● L'applicazione
● L'etàdella pensione non si ferma
● La giusta rotta per una cura permanente
● Le finestre allungano l'attesa
Sole 24 Ore, Il (Plus)
● +0,57% Rendimento I semestre 2010
● Aviva, dal 2004 tutti i comparti sotto il Tfr
● FONDIPENSIONEAPERTI
● I fondi di categoria a +0,57% in 6 mesi
● Nelle casse arrivano i controllori
● Pensioni, stangata da 350 milioni
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Corriere della Sera
"Pensioni e pagamenti, che cosa cambia" Data:
13/07/2010
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●
13 lug 2010
●
Corriere Della Sera
Pensioni e pagamenti, che cosa cambia La tracciabilità
Il tetto di 5 mila euro
L'uso del contante è limitato a 5 mila euro. Andranno comunicate all'agenzia delle Entrate le operazioni rilevanti ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, di valore non inferiore a 3 mila euro
Nuove imprese L'autocertificazione
Per le attività imprenditoriali, commerciali e artigianali la denuncia di inizio attività (Dia) viene sostituita con la segnalazione certificata di inizio attività (Scia)
Enti locali Tagli ai costi
Gli enti locali devono azzerare le spese per sponsorizzazioni, ridurre dell'80%
quelle per auto di servizio e consulenze e tagliare del 50% quelle per i contratti flessibili
Pensioni
Requisiti più severi
Dal 2015 parte l'innalzamento dei requisiti anagrafici per andare in pensione in base alla speranza di vita. Il secondo aumento sarà nel 2016
I rogiti
Regole più strette
Nelle compravendite immobiliari le parti dovranno dichiarare le conformità delle
planimetrie alla situazione reale. Il notaio dovrà conformare i dati dei registri
con quelli catastali
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Corriere della Sera
"Pensioni e pagamenti, che cosa cambia" Data:
13/07/2010
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●
13 lug 2010
●
Corriere Della Sera
Pensioni e pagamenti, che cosa cambia La tracciabilità
Il tetto di 5 mila euro
L'uso del contante è limitato a 5 mila euro. Andranno comunicate all'agenzia delle Entrate le operazioni rilevanti ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, di valore non inferiore a 3 mila euro
Nuove imprese L'autocertificazione
Per le attività imprenditoriali, commerciali e artigianali la denuncia di inizio attività (Dia) viene sostituita con la segnalazione certificata di inizio attività (Scia)
Enti locali Tagli ai costi
Gli enti locali devono azzerare le spese per sponsorizzazioni, ridurre dell'80%
quelle per auto di servizio e consulenze e tagliare del 50% quelle per i contratti flessibili
Pensioni
Requisiti più severi
Dal 2015 parte l'innalzamento dei requisiti anagrafici per andare in pensione in base alla speranza di vita. Il secondo aumento sarà nel 2016
I rogiti
Regole più strette
Nelle compravendite immobiliari le parti dovranno dichiarare le conformità delle
planimetrie alla situazione reale. Il notaio dovrà conformare i dati dei registri
con quelli catastali
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Gazzetta del Sud
"Sarkozy: <Mai preso bustarelle>" Data:
13/07/2010
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Sarkozy: «Mai preso bustarelle»
«Con la riforma delle pensioni diamo fastidio a qualcuno: vergogna»
Tullio Giannotti PARIGI
Ha spazzato via in un quarto d'ora, con toni indignati, le accuse di tangenti e conflitto d'interessi. Ha difeso a spada tratta il suo ministro del Lavoro, Eric Woerth, dalle stesse accuse, incoraggiandolo a rimanere al suo posto e a dare tutto se stesso, da oggi, per la riforma delle pensioni. Al termine delle quattro settimane più difficili del suo mandato, il presidente francese è apparso in tv tranquillo ma combattivo. Il capo dello stato è sembrato estremamente determinato, anche se la risposta televisiva era stata organizzata fin nei minimi particolari: non un nugolo di pericolosi giornalisti, ma David Pujadas, il volto di punta del telegiornale di France 2, la tv pubblica della quale proprio ieri Sarkozy ha nominato il presidente. Giocando in casa e in un testa a testa chiaramente impari (per decine di volte, Sarkozy ha indugiato nel suo intercalare preferito durante le dirette, chiamando per nome l'interlocutore, «...Monsieur Pujadas...»), il presidente è sembrato stravincere. «È una
vergogna», ha tuonato Sarkozy sullo sfondo dei giardini dell'Eliseo, quando Pujadas gli ha posto i primi interrogativi di bruciante attualità. «Accusarmi di aver preso delle buste» di denaro da Liliane Bettencourt, l'azionista L'Oreal, è una cosa «alla quale ero preparato», ha dichiarato il presidente.
Perchè «sono stato eletto per risolvere i problemi della Francia e dei francesi, dei problemi che non sono stati risolti da anni perchè sono difficilissimi». E quando ci si mette a fare le riforme, «si urtano interessi, situazioni acquisite», si «dà fastidio ad alcune persone. La risposta, spesso, è la calunnia».
Tranquillo, Sarkozy, ma senza perdonare nulla: «L'abbiamo visto anche tre mesi fa: mia moglie ed io abbiamo subito le peggiori invenzioni, menzogne. Quattro anni fa, quando ero presidente
dell'Ump, mi trovai di fronte all'inverosibile caso Clearstream. Ed ecco che, con la riforma delle pensioni, mi si descrive come qualcuno che, da 20 anni, andrebbe a casa della signora Bettencourt per portar via delle buste. È una vergogna. Il problema non è che io sia vittima di queste cose, ma che si perda il tempo rispetto a quello che la gente si aspetta da me. E si aspetta una cosa
semplicissima: "Fateci uscire dalla crisi"». Insomma, stop con i veleni, la Francia «non è un paese corrotto», il «sistema Sarkozy» non esiste ed Eric Woerth, che oggi deve presentare in Consiglio dei ministri la cruciale riforma delle pensioni, è «un uomo onestissimo» e «competente», che ha «tutta la mia fiducia e quella del primo ministro». Sarà lui a «difendere questa riforma così necessaria delle pensioni» ha confermato, escludendo le dimissioni del politico più sospettato nella vicenda dei
conflitti d'interesse con casa Bettencourt. La riforma rispetterà il suo calendario, il rimpasto ci sarà ma «dopo la riforma delle pensioni, alla fine di ottobre». A Woerth chiede soltanto una cosa, ora che il suo «onore è salvo» e che i sospetti sono stati «spazzati via»: «Si consacri esclusivamente alla riforma delle pensioni», e per meglio riuscirci «lasci l'incarico di tesoriere dell'Ump». E visto che il segreto della democrazia è «la trasparenza» e qualcuno in queste ultime settimane può aver avuto più di un legittimo sospetto, Sarkozy si è anche impegnato ad agire «in futuro» contro i conflitti d'interesse, istituendo una commissione ad hoc in cui siano rappresentate tutte le forze politiche.
Infine, la stoccata a chi – in queste ultime ore – ha criticato il procuratore Courroye, che ha già fatto scattare tre inchieste ed è noto per le sue simpatie filogovernative: «È curioso – ha detto con un ghigno Sarkozy – All'inizio della settimana quando c'erano elementi contro Woerth, nessuno poneva queste domande, come se per caso i giudici fossero indipendenti... adesso che le testimonianze crollano, che l'onestà di Woerth viene a galla, lo stesso giudice viene sospettato di parzialità».
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Giornale del Popolo.ch
"Presto la rivoluzione dell'età pensionabile" Data:
13/07/2010
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Antimo Perretta (Axa Winterthur)
Presto la rivoluzione dell'età pensionabile Previdenza per la vecchiaia
di C. Bianchi Porro
Le compagnie assicurative coprono spesso rischi che riguardano un futuro assai lontano. Per questo sono interessate a prevedere sviluppi e trend futuri. Antimo Perretta, membro del Consiglio direttivo di AXA Winterthur, spiega le ragioni per cui, in futuro, gli anni prima e dopo il 65esimo compleanno saranno diversi rispetto a ora.
Lei ha affermato che AXA Winterthur abolirà l’età di pensionamento. Potrebbe spiegarci cosa significa?
La mia è stata un’affermazione leggermente provocatoria. In effetti non saremo noi ad abolire l’età di pensionamento, ma il popolo svizzero.
Prospettive nuove. Francamente, fino ad oggi non ne avevamo sentito parlare...
Beh è ovvio, e non mi sorprende molto.
Per quale motivo?
Perché oggi il mercato del lavoro è ancora ben diverso da come sarà fra due, tre anni. In questo periodo il numero delle persone che lavorano avrà raggiunto l’apice e successivamente calerà rapidamente.
Forse perché il numero delle persone anziane aumenta e quello dei giovani diminuisce?
Esatto. Oggi quest’evoluzione è molto sottovalutata. Anzi, peggio: non se ne vuole prendere atto.
Come bisognerebbe affrontarla?
Dipende da che punto di vista la si considera. Prendiamo per esempio la situazione di un lavoratore dipendente. Finora le considerazioni ruotavano attorno all’anno giusto per andare in pensione.
Semplicemente perché abbiamo l’idea fissa che in un certo anno andremo in pensione. Questo però cambierà.
E come?
Siccome il numero delle persone che lavorano diminuirà, i datori di lavoro avranno improvvisamente difficoltà a trovare personale qualificato....
Sul mercato del lavoro ci sarà richiesta anche di manodopera di una certa età?
Esatto. Si tratta di un cambio di prospettiva enorme. Bisogna ammettere che finora molte persone con più di 50 anni d’età hanno convissuto con il rischio di essere licenziate o mandate in pensione
anticipatamente ad ogni nuova ristrutturazione aziendale. Neppure la manodopera qualificata poteva
sentirsi al sicuro. Invece in futuro saranno proprio tali persone ad essere molto richieste.
E importare manodopera dall’UE, come in effetti sta già avvenendo?
In una certa misura certamente, ma non basterà a coprire il fabbisogno di manodopera qualificata delle imprese svizzere.
In che altro modo pensa di poter risolvere questo problema?
I nostri specialisti hanno affrontato questi temi, scoprendo tra l’altro che più della metà della popolazione svizzera, se potesse, preferirebbe andare in pensione gradualmente.
Il Parlamento ha però già approvato nel 2006 la possibilità di andare in pensione gradualmente a partire dal 58° anno d’età e anche la facoltà di lavorare fino a 70 anni, continuando a versare i contributi alla cassa pensione e aumentando così la rendita dopo i 65 anni.
È vero, solo che ci vogliono anche i regolamenti adatti. La maggior parte delle casse pensione ha regolamenti in cui si presuppone che i dipendenti cesseranno completamente l’attività lavorativa a partire da un certo momento.
Ci sono però ancora molte persone che dopo essere andate in pensione continuano a lavorare a ore o in determinati giorni per l’ex-datore di lavoro.
Quanto lei osserva non fa altro che confermare la nostra teoria. Il più delle volte si tratta di trovare una soluzione a sé stante, separata dal precedente rapporto di lavoro, come ad esempio un incarico su mandato o un’attività per così dire in proprio dell’ex-dipendente. Si tratta comunque di soluzioni per lo più svantaggiose.
Per quale motivo?
Le faccio un esempio: lei desidera ridurre l’attività lavorativa già a 62 anni, ma la sua cassa pensione non prevede la possibilità di un pensionamento parziale. In questo caso dovrà ridurre il suo grado lavorativo all’80% oppure andare in pensione anticipatamente. Entrambe le soluzioni presentano degli svantaggi: con un’occupazione all’80% lei guadagnerà meno e avrà, conseguentemente, una copertura assicurativa minore. Andando in pensione anticipatamente, l’entità della rendita sarà inferiore a quella che avrebbe a 65 anni - e questo per sempre.
E se io andassi in pensione anticipata al 20 percento, continuando a lavorare all’80%?
In tal caso, per il pensionamento al 20%, fruirebbe di una rendita comunque minore oppure potrebbe ottenere la liquidazione del relativo capitale di risparmio. Ma per il restante 80% continueranno a essere versati contribuiti per il suo avere di vecchiaia - anche dal suo datore di lavoro.
Significa forse che il pensionamento è una questione molto personale, che varia a seconda della persona coinvolta?
Effettivamente notiamo già oggi come le persone che hanno passato i 50 anni preferiscano avere più opzioni a disposizione. Si può certamente constatare che la fase del pensionamento assumerà
caratteristiche molto individualizzate, in modo del tutto simile a quanto è accaduto nel mondo del lavoro negli ultimi 50 anni, dove il percorso di carriera lineare, svolto in un unico settore
professionale ha ceduto il posto a percorsi ramificati, che passano attraverso diversi ambiti professionali.
13.07.2010
PRESSToday Rassegna stampa
Italia Oggi
"Ecco il poker d'assi per andare in pensione" Data:
13/07/2010
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ItaliaOggi
sezione: Lettere data: 13/07/2010 - pag: 41
autore: Anna Caricato Viterbo Nicola Mondelli Luca Signorello Giorgio Cannata Palermo Nicola Mondelli
L'ESPERTO RISPONDE/ Smettere di lavorare, tra contributi e riforme
Ecco il poker d'assi per andare in pensione
In ogni caso torna utile riscattare la laurea
Una docente è alle prese con il suo pensionamento, tra anni di servizio cumulati e riforme in itinere. Una situazione che può essere a volte complessa e che nel caso di specie richiede 4 diverse risposte per essere messa a punto. In ogni caso, ai fini della buonuscita, risulterebbe utile riscattare i 4 anni di laurea. A tenere banco, tra i quesiti dei lettori, anche il futuro degli insegnanti tecnico-pratici delle superiori e gli esami di maturità. Sono una docente di scuola primaria di ruolo dal 1976. Vorrei sapere quando potrò andare in pensione essendo nata l'11 marzo 1954. Mi
conviene riscattare i 4 anni di laurea o è troppo oneroso? Se raggiungerò nel 2014 i 60 anni di età e 38 di contributi dovrei usufruire del sistema contributivo? Devo effettuare versamenti per il periodo di astensione facoltativa( settembre 1985- febbraio 1986) ?Alla domanda quando potrà andare in pensione, quattro sono le risposte che le posso fornire. La prima: per effetto di quanto dispone l'art. 1, comma 9, della legge n. 243/2004, potrebbe andare in pensione fin dal 1.9.2011 potendo fare valere 57 anni di età e, previo riscatto gli anni universitari, oltre 35 anni di contribuzione. Tale facoltà presuppone, tuttavia, l'opzione per il sistema di calcolo esclusivamente contributivo: una prospettiva che le sconsiglio, a meno che il desiderio di andare in pensione sia talmente forte da rinunciare ad una futura pensione quanto meno dignitosa. Quella che riscuoterebbe con il calcolo
contributivo non le consentirebbe di arrivare alla metà del mese con ancora un euro nel borsello.La seconda: a normativa vigente lei potrà accedere alla pensione di anzianità nel 2015 potendo per quel tempo fare valere 61 anni di età e oltre 36 di contribuzione: La terza: indipendentemente dall'età anagrafica potrà andare in pensione non appena potrà fare valere non meno di quaranta anni di contribuzione raggiungibili anche con totale o parziale riscatto dei 4 anni di università. La quarta:
alla pensione di vecchiaia potrà, invece, accedervi nel 2019 al compimento del 65°
anno di età. Il riscatto dei 4 anni di università, data la sua età e lo stipendio in godimento che presumo sia quello corrispondente alla posizione 28, comporta un notevole onere che, tuttavia, per effetto di una legge in vigore, potrà essere diluito in 120 rate mensili e con vantaggi fiscali. Nessun versamento va operato per il periodo di astensione facoltativa. Il sistema di calcolo della pensione è, per il momento, esclusivamente quello retributivo potendo lei fare valere alla data del 31/12/1995, 19 anni di contribuzione e che potrebbero diventare 23 con il riscatto degli anni universitari. Per il futuro non saprei cosa dire, visto che la situazione è in
continua evoluzione. Un ultimo consiglio, anche se non richiesto: riscatti in ogni caso i 4 anni di università ai fini del trattamento di fine servizio (buonuscita).Prof di laboratorio a caccia di un futuroSono un insegnante di laboratorio ITP, classe di concorso 32/C della vecchia area meccanico-tecnologico. A causa della riforma Gelmini, la nostra area ha subito oltre il 50% di riduzione delle ore di laboratorio, e sono seriamente preoccupato per le ore di laboratorio a disposizione in quanto mi chiedo quali competenze trasmettere ai ragazzi in conformità di tale riforma. Nella nuova tabella di appartenenza C-13 c'è la voce: Lab di sciente e tecnologie
applicate. A tutt'oggi non viene visualizzato in nessun piano di studi in riferimento agli istituti tecnici, settore tecnologico, la suddetta materia di laboratorio ma
solamente scienze e tecnologie applicate. Vorrei sapere se ci sono novità in merito, se l'insegnamento di tale disciplina prevista nel secondo anno del biennio di n. 3 ore settimanali debba essere insegnata da: un docente teorico; un docente teorico insieme ad un docente ITP con ore di laboratorio; solo dall'insegnante pratico ITP.
Dario Di Matteo FirenzeLe preciso, preliminarmente, che la tabella da lei allegata al quesito afferisce alla bozza di decreto di revisione delle classi di concorso
approvato in prima lettura dal consiglio dei ministri nel giugno di un anno fa, prima cioè della approvazione definitiva dei decreti di riordino dell'istruzione tecnica e professionale avvenuta il 4 febbraio 2010. La modifica delle classi di concorso è stata, tuttavia, rinviata all' anno scolastico 2010/2011 e con effetti
presumibilmente a partire dall'anno scolastico 2011/2012.La trasformazione delle classi di concorso nelle nuove denominazione sono state disposte a tutela degli insegnanti abilitati su quella originaria anche perché la disciplina sarà comunque insegnata nelle classi successive alla prima degli istituti tecnici che seguono il vecchio ordinamento per i prossimi quattro anni e cioè fino all'entrata in vigore a regime del nuovo. Requisiti e condizioni necessarie per l'insegnamento di «scienze e tecnologie applicate» agli studenti iscritti al secondo anno di corso nell'anno scolastico 2011/2012 saranno indicate da un apposito decreto di riordino. In quella circostanza è auspicabile che si tenga conto dell'esperienza professionale maturata a pieno titolo dagli insegnanti tecnico pratici.Esame negato alla prof maturaSono una docente di scuola secondaria di secondo grado con circa 37 anni di servizio effettivo e prossima alla pensione (dal 1° settembre 2010). Vorrei sapere i criteri adottati per le nomine a commissario e/o presidente negli esami di maturità, visto che non sono stata nominata mentre docenti con meno anni di servizio stanno operando nelle varie commissioni ed in sedi da me anche richieste.Assunta Ceccarelli NapoliI criteri che l'amministrazione scolastica doveva adottare per la nomina dei commissari e/o dei presidenti delle commissioni degli esami di maturità sono quelli indicati nel decreto ministeriale 17 gennaio 2007, n. 6 e con i
chiarimenti contenuti nella circolare ministeriale 9 febbraio 2010, n. 11. È solo in quei documenti che può trovare una risposta. Mi limito solo a ricordarle che anche nelle nomine dei commissari esterni l'amministrazione applica il criterio delle minori spese. L'applicazione di detto criterio potrebbe spiegare i motivi per i quali altri colleghi hanno ottenuto una delle sedi da lei richieste, pur avendo meno anni di servizio.Luca SignorelloTroppo tardi anche per il concorso a presideCon una lettera inviatami in data 4 febbraio 2010, il dirigente scolastico mi ha notificato, ai sensi della direttiva n. 94 del 4 dicembre 2009, il preavviso di risoluzione del rapporto di lavoro con decorrenza primo novembre 2010. In tempi utili avevo presentato
all'ufficio scolastico provinciale regolare richiesta di proroga di due anni di servizio oltre il 65° anno di età. Allo stato attuale la mia posizione è la seguente: per servizio anni 39 e mesi 8; anni universitari riscattati n. 4. Nell'anno 2006 ho partecipato al concorso di dirigente scolastico a Palermo. Tale concorso è stato annullato. Un mio pensionamento dal 1° settembre 2010 mi renderà impossibile partecipare al concorso a dirigente ?Maturando alla data del 31 agosto 2010 65 anni, 10 mesi e 15 giorni di età e avendo superato abbondantemente alla stessa
data il 40° anno di contribuzione utile a pensione, il preavviso della risoluzione del rapporto di lavoro a decorrere dal 1° settembre 2010 era un atto dovuto e non contestabile. La cessazione dal servizio per raggiunti limiti di età e di contribuzione non le consente di partecipare al concorso a dirigente scolastico, neppure nel caso in cui quello annullato fosse ripristinato, avendo lei superato i limiti massimi di età.
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Italia Oggi
"Francia, i preti in pensione hanno il minimo garantito" Data:
13/07/2010
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ItaliaOggi
sezione: estero - le notizie mai lette in italia data: 13/07/2010 - pag: 12 autore:
Ai 59 mila sacerdoti non più attivi vanno almeno 875 al mese
Francia, i preti in pensione hanno il minimo garantito
La Chiesa francese ha il suo Mig. Non si tratta di un vecchio aereo russo, ma del
«minimo interdiocesano garantito», ovvero la rendita minima di 875 euro al mese che essa assicura a ciascuno dei suoi 59 mila sacerdoti in pensione. Della somma fa parte una pensione che va dai 350 ai 650 euro, versata dalla Cavimac, una cassa interreligiosa cui fanno capo anche gli iman e i monaci buddisti. Il resto è assicurato da ogni singola diocesi. E qui sta il problema, che non riguarda tanto i preti in pensione, che comunque continuano a lavorare fino a 75 o addirittura 80 anni, quanto gli ex preti o religiosi che hanno lasciato il velo o il sacerdozio e la cui pensione è garantita dalla Cavimac, senza l'integrazione della diocesi. Da ciò è nata una serie di conflitti, alcuni risoltisi in maniera amichevole, altri finiti in tribunale. I 15 mila sacerdoti attivi in Francia ricevono ciascuno 975 euro al mese: essi non devono preoccuparsi dell'alloggio, ma soltanto del vitto. La somma è composta da 320 euro in media per le messe dette dal prete su richiesta delle famiglie. Il resto, 630 euro, è ridistribuito dalla diocesi, che ha centralizzato le offerte e le donazioni per battesimi, matrimoni e funerali.
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Mundo, EL
"Nueva Ley de Pensiones es rechazada por empresarios" Data:
13/07/2010
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Economía
Nueva Ley de Pensiones es rechazada por empresarios
ANF).-
La nueva Ley de pensiones sigue generando disconformidad en diferentes sectores de
trabajadores, en esta oportunidad el presidente de la Federación de Empresarios Privados de la ciudad de La Paz, rechazó el intento de estatizar las
aportaciones de los fondos de los trabajadores,
manifestó que deberían existir dos entidades, una debería ser privada y la otra estatal y el trabajador debería decidir donde aportar. También demandó al Gobierno que considere la realización de un estudio matemático que demuestre y garantice la sostenibilidad financiera. Así también rechazo el aporte patronal del 3 por ciento que prevé obligar la nueva Ley de pensiones para sustenta el Fondo Solidario.
Enrique García, presidente de la Federación de Empresarios Privados de La Paz (FEPLP), anunció que la nueva ley de pensiones que pretende implementar el Gobierno Central, debería tomar en cuenta la creación de dos entidades
recaudadoras, formuló que una tendría que ser la entidad recaudadora y administradora de los fondos de pensiones privada y otra estatal.
“Nosotros consideramos de que podamos contar con dos entidades
recaudadoras (para administrar los fondos de pensiones), una puede ser estatal y la otra privada de tal suerte que el ciudadano boliviano pueda tener la
oportunidad de escoger donde colocar sus aportaciones”, manifestó.
El presidente de los empresarios privados paceños, considera que al existir dos administradoras diferentes se generará una competencia entre ambas, por consecuencia beneficiará a los trabajadores con una mayor rentabilidad en sus aportes individuales.
“Es un tema bastante complejo y sensible porque significa el futuro de los bolivianos, “, afirmó el representante de los empresarios.
Los empresarios paceños consideran que el tema de la ley de pensiones debe ser abordado con responsabilidad, razón por el cual demandó de la realización de un estudio matemático y actualizado para garantizar la sostenibilidad
financiera, argumentó.
El representante de la patronal espera que las sugerencias realizadas puedan ser tomadas en cuenta por parte del gobierno y la Comisión Económica de la Cámara de Diputados que tratarán el proyecto de ley porque se trata del futuro
de todos los Bolivia.
“Nosotros consideramos que como empresarios tenemos el derecho y el deber de dar sugerencias y dar ciertas pautas que la hacemos en pro de la gente que trabaja y para que tenga una mejor renta“, apuntó.
El proyecto de ley de pensiones el gobierno prevé la creación del aporte patronal del tres por ciento para sustentar el Fondo Solidario, lo cual rechazado por
García con el argumento de que es una carga financiera para sus agremiados.
“Esperamos que se pueda mejorar porque de lo que se trata es de las
jubilaciones de 30 o 40 años de aportes que hacen los trabajadores”, concluyó Enrique García.
Enrique García
Presidente ded FEPLP
Nosotros consideramos de que podamos contar con dos entidades recaudadoras (para administrar los fondos de pensiones), una puede ser estatal y la otra
privada de tal suerte que el ciudadano boliviano pueda tener la oportunidad de escoger donde colocar sus aportaciones.Esperamos que se pueda mejorar porque de lo que se trata es de las jubilaciones de 30 o 40 años de aportes que hacen los trabajadores El aporte ”
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Sole 24 Ore, Il
"Sarkozy: attacchi vergognosi" Data:
13/07/2010
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Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2010-07-13 - pag: 11 autore:
L'affaire Bettencourt. In un'intervista televisiva il presidente respinge l'accusa di aver ricevuto fondi neri
Sarkozy: attacchi vergognosi
«Mi prendono di mira perché promuovo riforme che danno fastidio»
Angela Manganaro
Alle spalle i giardini dell'Eliseo e addosso un completo blu, assicura che non era
«preparato » a uno scandalo di questo tipo ma considera le accuse «una
vergogna». Nel giorno in cui i sondaggi di gradimento lo danno al punto più basso da quando è presidente, Nicolas Sarkozy parla alla nazione intervistato da David Pujadas su France 2. Doveva spiegare ai francesi la riforma delle pensioni, è stato costretto a difendere se stesso e il suo ministro del Lavoro Eric Woerth dalle accuse del caso Liliane Bettencourt.
L'indagine sull'ereditiera 87enne di L'Oreal su cui si indaga per finanziamenti illeciti, evasione fiscale e favori ai politici di centro-destra ha coinvolto sia Woerth sia
Sarkozy, accusato di aver intascato dalla donna più ricca di Francia una tangente di 150mila euro durante la campagna elettorale del 2007.
Ieri sera, le due questioni che agitano il paese - la riforma previdenziale e lo scandalo di mazzette - si sono fuse per un'ora in diretta tv. Poche ore prima, gli agenti continuavano le perquisizioni nelle case delle persone coinvolte dallo scandalo.
Come ai tempi delle sfide con Ségolène Royal, Sarkozy è rimasto sicuro e
tranquillo. Prima si chiama fuori da qualsiasi insinuazione: «Se fossi stato un uomo legato al denaro, avrei fatto un'altra carriera rispetto a quella di impegnarmi nella vita politica al servizio del paese, come faccio da 35 anni. La Francia non è un paese corrotto». Poi filosofeggia: «Da qualche settimana sento delle persone che esprimono il loro odio nei confronti del denaro. Mio Dio! Diffido di chi idolatra il denaro come di chi lo detesta. Alla fine è la stessa cosa. È un rapporto malsano ».
Infine contrattacca: «Sono stato eletto per risolvere i problemi della Francia:
questo si fa attraverso le riforme, compresa quella delle pensioni. Quando fai riforme dai fastidio ad alcune persone, si urtano interessi e situazioni acquisite. La risposta spesso è la calunnia». Il presidente ha ribadito che non intende tornare indietro sul contestato innalzamento dell'età minima pensionabile da 60 a 62 anni.
Quello però che i francesi a tavola all'ora di cena volevano capire era che fine avrebbe fatto Woerth, il ministro travolto dalle indagini che dovrebbe firmare la riforma delle pensioni da oggi all'esame parlamentare. Secondo le rilevazioni
pubblicate a metà giugno dal sito Mediapart e dal settimanale Le Point, Bettencourt
ha donato 7.500 euro a un'associazione vicina a Woerth e poi ottenuto un rimborso di 30 milioni dal fisco quando lo stesso Woerth era ministro del Bilancio.
Chiamando per decine di volte l'intervistatore «monsieur Pujadas», Sarkozy
assolve il suo ministro, destinato a una causa più grande. «Ho parlato con Woerth, gli ho detto che non ci sono più sospetti, che è completamente scagionato e che voglio che si consacri esclusivamente alla riforma delle pensioni ». Il presidente spera così tanto in un impegno a tempo pieno sulla riforma previdenziale che consiglia a Woerth di «abbandonare la responsabilità di tesoriere del partito
»(l'Ump),in modo da potersi dedicare totalmente alle nuove misure.
Quando la riforma per cui la Francia ha scioperato il 26 giugno sarà legge, si avvierà un rimpasto di governo. «Ci sarà una nuova tappa della vita politica dopo la riforma delle pensioni che sarà votata a fine ottobre», ha detto Sarzoky nel
primo intervento pubblico dopo la serie di scandali che ha indebolito il suo governo.
Forse anche per questo il presidente dà ragione a chi pensa a una squadra di governo «ristretta». Sarkozy però trova tempo e modi per sfogarsi per tutte le ingiustizie subite: «L'abbiamo visto tre mesi fa: mia moglie ed io abbiamo subito le peggiori invenzioni, menzogne. Quattro anni fa, quando ero presidente dell'Ump, mi trovai di fronte all'inverosimile caso Clearstream. Ed ecco che, con la riforma delle pensioni, mi si descrive come qualcuno che, da 20 anni, andrebbe a casa della signora Bettencourt per portar via delle buste. È una vergogna. Il problema non è che io sia vittima di queste cose, ma che si perda tempo rispetto a quello che la gente si aspetta da me. Cioè una cosa semplicissima: uscire dalla crisi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA L'UOMO NELLA BUFERA
Rinnovata la fiducia al ministro del Lavoro Eric Woerth, al quale però consiglia di dimettersi da tesoriere del partito Il confronto. Nicolas Sarkozy risponde alle domande di David Pujadas, anchorman di France 2
AFP
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Alto Adige
"tremonti: nessun refuso sulle pensioni - vindice lecis" Data:
14/07/2010
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Pagina 7 - altre Tremonti: nessun refuso sulle pensioni Manovra, domani fiducia al Senato. Fini contro la Lega: malcostume sulle quote latte La Cgil: sulla previdenza stanno smantellando di nascosto il sistema VINDICE LECIS
ROMA. L’Ecofin promuove le misure di aggiustamento dei conti pubblici di sei Paesi, tra cui l’Italia, e il ministro Tremonti spiega che l’emendamento alla manovra che avrebbe fatto saltare il limite dei 40 anni di contributi per poter andare in pensione «non era un refuso».
Al contrario di quello che pensa il suo collega di governo Sacconi, «la riforma è stata fatta passare in Italia con un emendamento senza alcuna protesta, nella pace sociale, senza un solo giorno di
sciopero». Ma quel «refuso» è sparito dal testo dopo le prime proteste. La Cgil commenta che il tentativo di inserire modifiche strutturali era già chiaro «come precisa volontà del governo» che ha comunque «manomesso» il sistema previdenziale «di nascosto e con il solo obiettiovo di fare cassa».
Tremonti parla di manovra «molta seria» che è stata «migliorata», necessaria anche senza la sollecitazione Ue: «Con una dinamica del debito come la nostra doveva essere comunque fatta». Il titolare dell’Economia spiega che l’Ecofin la giudica «credibile» perché porterà il disavanzo dal 5,3%
del 2009 al 5% del 2010 al 3,9% del 2011. Il provvedimento all’esame del Senato dovrebbe essere votato domani insieme alla fiducia. Il Pd per scongiurare questa evenienza ridurrà a 25 i propri emendamenti.
Nella manovra c’è da sciogliere ancora il nodo dei tagli alle Regioni. Oggi i governatori si riuniranno per decidere come reagire al provvedimento, ma anche per valutare se il fronte delle Regioni sia ancora compatto dopo le uscite filo-governative dei leghisti Cota e Zaia contrari a rimettere le
deleghe. Il presidente della Conferenza Vasco Errani spinge senza sosta per la trattativa col governo ma spiega che «questo federalismo per pezzi» non lo convince «perché non è cghiaro il quadro complessivo». E il governatore della Lombardia Formigoni insiste: «Se il governo ci taglia i fondi è difficile governare».
Contro la manovra la Cgil ha promosso un presidio domani davanti al Senato e un sit in del sindacato della conoscenza davanti a Montecitorio in sostegno ai precari della scuola. Il 19 scioperano i
dirigenti pubblici che sottolineano gli «effetti distruttivi che il decreto Tremonti avrà sulla stessa organizzazione dello Stato». Protestano anche i militari: il generale Domenico Rossi del Cocer definisce «incredibili e irricevibibili le prime indiscrezioni sul maxiemendamento» che lasciano intendere il mantenimento dei tagli alle risorse. «E’ una manovra così iniqua da mettere a rischio i servizi» commenta il segretario del Pd Bersani che accoglie con favore l’invito del presidente dei vescovi italiani Bagnasco al senso di equità: «Una manovra che chiede per esempio a tantissimi insegnanti 1000 euro e zero euro per uno che ha un patrimonio come Berlusconi è inuqua per definizione».
Nel confronto sulla politica economica arriva l’affondo del presidente della Camera Fini alla Lega
sulle quote-latte. Il tentativo di non far pagare le multe a quegli allevatori che non hanno seguito le
regole «è l’esempio di un malcostume e di una cattiva politica che contrasta con i valori civili
dell’Italia europea». Quando si parla di cultura del mercato unico, aggiunge l’ex leader di An,
significa «il rispetto rigoroso delle regole stabilite in sede comunitaria. Non c’è lbertà senza legalità».
In Italia la politica «non deve tollerare né assecondare trasgressioni alle norme comunitarie».
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AprileOnline.info
"Manovra, Tremonti la difende da Bruxelles" Data:
14/07/2010
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Manovra, Tremonti la difende da Bruxelles
***, 13 luglio 2010, 18:00
Politica Il ministro dell'Economia incassa il via libera dall'Ecofin alla manovra economica dichiarando: "Qui è stato valutato come l'Italia abbia adottato misure efficaci ed adeguate, perfettamente in linea con gli impegni presi". Smentisce Sacconi che aveva parlato di "refuso" sull'innalzamento dell'età contributiva.
Critiche dal Pd: "L'Ue ha approvato solo i saldi"
"Nessun arretramento, né sui numeri, né sui contenuti". Anzi, spiega Giulio Tremonti, la manovra nel corso delle settimane "è migliorata". Il ministro dell'Economia parla da Bruxelles dove ha appena incassato il via libera dei colleghi europei sulle misure anti deficit prese dal suo governo, e mentre a Roma - al Senato - è iniziata la discussione generale sul decreto legge.
Discussione che culminera' col voto di fiducia.
Tremonti è raggiante: "Qui è stato valutato come l'Italia abbia adottato misure efficaci ed adeguate, perfettamente in linea con gli impegni presi", afferma il titolare di via XX settembre.
Sottolineando come siamo di fronte a una manovra dettata dall'Europa "ma che sarebbe stata comunque necessaria, visto che riflette la situazione dell'elevato debito pubblico e dei mercati".
Nel testo approvato dai ministri finanziari della Ue (che hanno dato l'ok anche alle manovre di Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Portogallo) si sottolinea come "il governo italiano ha finora agito conformemente alle raccomandazioni" del Consiglio, secondo cui Roma deve
"riportare il deficit sotto il 3% entro il 2012 e realizzare sforzi di bilancio annui in media dello 0,5% del Pil nel periodo 2011-2013". L'Ecofin ha quindi fatto proprio il giudizio della
Commissione Ue secondo cui "al momento nessun'altra misura si rende necessaria nel quadro della procedura di infrazione per deficit eccessivo". Procedura aperta nei confronti dell'Italia nel dicembre scorso. Insomma, la manovra targata Tremonti viene ritenuta credibile per poter portare - come previsto - il disavanzo dal 5,3% del 2009 al 5% nel 2010, al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012.
Il ministro dell'Economia non ritiene il suo progetto in qualche "annacquato" dal dibattito
parlamentare, semmai c'è stato qualche "avanzamento": tra questi il ministro sottolinea "la più
grande riforma delle pensioni fatta in Europa quest'anno. Una riforma - aggiunge - fatta con un
emendamento, nella pace sociale, senza neanche un giorno di sciopero". Il riferimento è
evidentemente al collegamento, che entrerà in vigore tra qualche anno, tra età pensionabile e aspettativa di vita.
E' proprio parlando di pensioni che Tremonti mostra l'unico momento di irritazione. Irritazione verso chi, soprattutto sulla stampa, invece di sottolineare l'importanza delle misure prese per stabilizzare la spesa previdenziale ha enfatizzato oltremodo l'ipotesi (poi sparita dal testo) di far saltare il limite dei 40 anni di contributi per la pensione: "Non è stato un refuso, ma il tentativo di introdurre nella riforma ulteriore rigore", tiene a sottolineare il ministro, smentendo il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che all'indomani delle polemiche aveva parlato proprio di 'refuso'.
"Non bisogna limitarsi al folklore - chiosa quindi Tremonti - ma guardare alla sostanza. Le critiche aiutano, ma devono essere serie, costruttive, non superficiali".
Infine il debito pubblico. Bankitalia segnala un nuovo record a maggio. Ma Tremonti assicura:
"Nell'insieme i dati che abbiamo sulle entrate e sul gettito sono in linea con le previsioni". E poi - aggiunge, riferendosi anche al declassamento del Portogallo da parte di Moody's - "il debito pubblico è di enorme rilevanza, ma non esclusiva". Lisbona ha infatti un debito pubblico che si aggira sul 76%, sotto la media Ue. "Ma i debiti privati - ribadisce - possono essere molto più pericolosi. E l'Italia, che ha un enorme debito pubblico, per fortuna ha un enorme risparmio privato. Non farei a cambio con Paesi che hanno un debito pubblico più basso ma un debito privato quattro volte più grande".
Il Partito democratico critica, con il coordinatore delle commissioni economiche Francesco Boccia, il trionfalismo tremontiano: "Dall'Europa non c'è nessun apprezzamento della manovra prevista dal governo Berlusconi: l'Ecofin non ha applaudito Tremonti per i tagli alle Regioni, ha solo detto che vanno bene i saldi, un dato che, infatti, noi non abbiamo mai messo in discussione.
Chiediamo solo di non tagliare il trasporto pubblico locale o gli asili nido e di non far aumentare le tasse locali alle famiglie: noi, a differenza di Tremonti, preferiamo tassare gli speculatori finanziari e colpire gli evasori".
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Bresciaoggi(Abbonati)
"Senza titolo" Data:
14/07/2010
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Mercoledì 14 Luglio 2010 NAZIONALE Pagina 5
FRANCIA. Il governo dà l’ok alla riforma delle pensioni: salgono contributi ed età pensionabile Parigi mette al bando
il velo integrale islamico
Voto compatto, ma senza la sinistra, all’Assemblea nazionale sulla legge contro il burqa. La parola passa al Senato. Critiche dal mondo musulmano
PARIGI
Deciso via libera dell’Assemblea nazionale al progetto di legge per mettere al bando il velo integrale islamico su tutto il territorio della Francia, incluse strade e piazze, nonostante il parere negativo del consiglio di Stato e il disagio espresso dalle comunità musulmane.
Il testo, fortemente voluto dal presidente, Nicolas Sarkozy, è stato approvato ieri in prima lettura dalla schiacciante maggioranza dei deputati, con 355 favorevoli e uno solo contrario. La destra dell’Ump, il partito di maggioranza, ha votato compatta insieme ai centristi del Nouveau Centre.
Mentre la quasi totalità della sinistra
all’opposizione (socialisti, verdi e comunisti), benchè contraria all’uso del velo integrale, non ha partecipato allo scrutinio. I socialisti hanno
evocato il «rischio giuridico» di un bando totale,
osservando che una censura del consiglio costituzionale rappresenterebbe «un regalo» per gli integralisti. Ora la parola passa al Senato, che voterà a settembre.
Secondo diversi giuristi, con il bando totale, la Francia si espone a una condanna della Corte europea dei diritti umani. Critiche sono state espresse anche da Amnesty International. Mentre il consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) dice che il progetto «rischia di stigmatizzare l’Islam».
Chi viola la legge incorrerà in una multa di 150 euro e/o in un corso di educazione civica. Sanzioni che entreranno vigore solo dopo sei mesi dalla promulgazione della norma, dopo un periodo «di educazione». Colui che obbliga una donna a coprirsi integralmente rischia invece un anno di carcere;
e una multa da 30.000 euro. Pene raddoppiate se la donna è minorenne.
RIFORMA DELLE PENSIONI. Nonostante le polemiche per il suo coinvolgimento nello scandalo
Bettencourt, il ministro francese del Lavoro Eric Woerth ha segnato ieri il primo punto nella difficile
partita della riforma delle pensioni. Il Consiglio dei ministri ha infatti dato il via libera al provvedimento, che passa ora all’esame delle commissioni parlamentari.
«La riforma è giusta, fondata sulla solidarietà tra le generazioni e all’interno delle generazioni», ha detto Woerth. Entusiasmo condiviso dal presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, che ha commentato euforico davanti ai ministri: «È un grande giorno, ve ne ricorderete».
Il testo mantiene tutte le misure preannunciate nella bozza ufficiale della riforma: l’aumento dei contributi per i dipendenti pubblici, progressivamente riallineati a quelli dei lavoratori del privato;
l’allungamento del periodo di contribuzione necessario per ottenere la pensione massima, da 164 trimestri (41 anni) a 165 nel 2013 e 166 nel 2020; l’introduzione di un prelievo fiscale supplementare dell’1% sui redditi più elevati. E l’innalzamento dell’età minima pensionabile oltre la soglia dei 60 anni, con aumenti graduali di 4 mesi ogni anno fino a raggiungere quota 62 nel 2018.
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Eco di Bergamo, L'
"Manovra: Tremonti incassa l'ok della Ue" Data:
14/07/2010
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Manovra: Tremonti incassa l'ok della Ue
«Lo stop ai 40 anni per la pensione non era un refuso»
Tagli, nuovo vertice delle Regioni. Il premier: sì alla fiducia
Mercoledì 14 Luglio 2010 GENERALI, pagina 7
e-mail print
RomaNel giorno, ieri, in
cui la manovra approdava
nell'Aula del Senato è arrivato il via libera di Bruxelles alla
correzione dei conti italiani. Grande soddisfazione è stata manifestata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che parla di misure «effettive ed adeguate», in linea con gli impegni presi con l'Europa. Un testo che,
secondo il titolare del Tesoro, è stato migliorato nel corso dell'iter parlamentare senza stravolgerne numeri e norme. Tra i miglioramenti c'è «l'importante» riforma delle pensioni approvata «senza un solo giorno di sciopero».
Il ministro sulle pensioni
E una volta per tutte chiarisce: lo stop al requisito dei 40 anni per andare in pensione «non era un refuso», come lo ha definito il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Non un errore, quindi, ma il tentativo di «ulteriore rigore». Il governo, spiega Tremonti, ha cercato «di mettere dentro anche quello e non era un refuso. Io – ammette – avrei preferito che fosse dentro, ma il fatto che non sia dentro non cambia» le cose. Nella manovra, infatti, prosegue,
«c'era già un'importante riforma delle pensioni, con l'adeguamento dell'età pensionabile alle
aspettative di vita». Insomma, il titolare di via Venti Settembre torna in Italia con in tasca
l'atteso riconoscimento dell'Ecofin su una manovra contestatissima in casa che impone
sacrifici per circa 25 miliardi. Nel testo approvato dai ministri finanziari della Ue (che hanno
dato l'ok anche alle manovra di Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Regno Unito) si
sottolinea come «il governo italiano abbia finora agito conformemente alle
raccomandazioni» del Consiglio, secondo cui l'Italia deve «riportare il deficit sotto il 3%
entro il 2012».
Stretta finale
Intanto, il decreto di correzione dei conti per il biennio 2011-2012 si appresta a incassare anche il disco verde del Senato. Ieri è approdato in Aula e il via libera con il voto di fiducia è previsto entro domani, giovedì. «Il governo chiederà la fiducia sia al Senato sia alla Camera – ha spiegato Berlusconi –. Non è un atto di arroganza ma di coraggio».
C'è attesa, comunque, sul testo del maxiemendamento del governo che, salvo sorprese, dovrebbe contenere un'unica modifica per le popolazioni Abruzzesi che estende a 120 le rate per la ripresa dal primo gennaio 2011 dei versamenti tributari e contributivi. Con l'approvazione di palazzo Madama i giochi potranno considerarsi chiusi. A Montecitorio, infatti, il testo arriva blindato e visti i tempi stretti potrebbe essere approvato senza modifiche con un altro voto blindato.
Intanto però una nuova tappa nello scontro fra governo e Regioni potrebbe registrarsi oggi
visto che i tagli alla periferia sono confermati nel maxiemendamento presentato ieri sera dal
governo: i governatori, infatti, tornano a riunirsi.
PRESSToday Rassegna stampa
Finanza e Mercati
"La manovra incassa l'ok dell'Ecofin E Tremonti fa outing sulle pensioni"
Data:
14/07/2010
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La manovra incassa l’ok dell’Ecofin E Tremonti fa «outing» sulle pensioni
di Francesco Nati del 14-07-2010
da Finanza&Mercati del 14-07-2010 [Nr. 138 pagina 4]
Schiaffo del ministro a Sacconi: «La norma che avrebbe fatto saltare il limite dei 40 anni di contributi non era un refuso, ma il tentativo di ulteriore rigore»
Giulio Tremonti incassa il via libera dell’Ecofin alla manovra e si prende la sua rivincita sulle pensioni. Al termine della riunione dei 27 a Bruxelles, il numero uno di Via XX Settembre ha commentato favorevolmente il giudizio espresso ieri dai ministri economici dell’Ue, secondo cui i provvedimento presi dal governo sono «conformi alle raccomandazioni» formulate dalla
Commissione e dal Consiglio europeo. «È stato valutato - ha detto Tremonti - come l’Italia abbia adottato misure effettive ed adeguate, perfettamente in linea con gli impegni presi». In sostanza, l’Ecofin ha concordato con la comunicazione della Commissione europea indicando che il governo italiano ha agito in accordo con le raccomandazioni per ridurre il deficit in modo da portarlo sotto il 3% del Pil entro il 2012 e di effettuare tagli annuali di almeno lo 0,5% del Pil nel periodo 2011-2012.
Pertanto, si legge nella comunicazione ufficiale, «non sono necessari al momento ulteriori passi nella procedura per deficit pubblico eccessivo». Parole che hanno rafforzato la determinazione del ministro sulla manovra, che tra oggi e domani dovrebbe ottenere il via libera del Senato. «Non c’è stato nessun arretramento sui numeri né sulle norme - ha detto Tremonti - anzi, in certi casi c’è stato un
miglioramento». E il titolare dell’economia ha approfittato del momento per togliersi qualche
sassolino dalla scarpa, sottolineando come tra i miglioramenti apportati alla manovra «c’è la più
grande riforma delle pensioni fatta in Europa quest’anno». Quindi, il ministro ha alzato il velo
sull’emendamento, poi ritirato, che avrebbe fatto saltare il limite dei 40 per i contributi utili per la
pensione, puntando - seppur indirettamente - l’indice su Maurizio Sacconi: «Non si è trattato di un
refuso», come lo aveva definito il ministro del Lavoro, «ma di un tentativo di ulteriore rigore». Resta
invece il fatto, ha sottolineato Tremonti, che «la riforma delle pensioni è stata fatta passare in Italia
con un emendamento senza alcuna protesta, nella pace sociale, senza un solo giorno di sciopero». Il
direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, ha poi spiegato come l’Ecofin, pur avendo dato il via
libera alle misure prese da tutti i Paesi in procedura di infrazione (anche Francia, Germania, Regno
Unito, Spagna e Portogallo), ha in particolare espresso apprezzamento «per i Paesi che hanno già
dettagliato le misure correttive, tra cui l’Italia». Tremonti ha poi affrontato a tutto campo il tema più
generale delle nuove regole europee. In pochi mesi, ha detto, l’Ue «è riuscita a mettere in piedi un
sistema di protezione anticrisi formato da quattro pilastri». Il primo è costituito dal nuovo ruolo
strategico della Bce, «non ancora una Fed ma non più solo il guardiano dell’euro». Il secondo è
l’European financial stability facility. Poi c’è la revisione del patto di stabilità. Infine, la «nuova
ideologia di austerity e di rigore, la maggiore sorveglianza, le sanzioni più aspre».
PRESSToday Rassegna stampa
Gazzetta del Mezzogiorno.it, La
"Pensioni:Tremonti,40 anni? Non e' refuso" Data:
14/07/2010
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Pensioni:Tremonti,40 anni? Non e' refuso Era tentativo di ulteriore rigore (ANSA) - BRUXELLES, 13 LUG - 'Non era un refuso, ma il tentativo di ulteriore
rigore': a dirlo e' stato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Ha commentato cosi' la decisione di togliere dalla manovra la norma che prevedeva come in alcuni casi i 40 anni di contributi non sarebbero stati sufficienti per la pensione.
A parlare di 'refuso' era stato Maurizio Sacconi. Tremonti ha parlato da Bruxelles dove oggi ha incassato il via libera dei colleghi europei sulle misure anti deficit prese dal governo
13 Luglio 2010
PRESSToday Rassegna stampa
Gazzetta del Sud
"Manovra, da Bruxelles il via libera dell'Ecofin" Data:
14/07/2010
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Manovra, da Bruxelles il via libera dell'Ecofin
Tremonti precisa: l'ipotesi di far saltare il limite dei 40 anni di contributi per la pensione non era un refuso
Ugo Caltagirone BRUXELLES
«Nessun arretramento, né sui numeri, né sui contenuti». Anzi, spiega Giulio Tremonti, la manovra nel corso delle settimane «è migliorata».
Il ministro dell'Economia parla da Bruxelles dove ha appena incassato il via libera dei colleghi europei sulle misure anti-deficit prese dal suo governo, e mentre a Roma – al Senato – è iniziata la discussione generale sul decreto legge. Discussione che culminerà col voto di fiducia. Nella saletta stampa italiana del Consiglio Ue, però, le feroci polemiche che ancora agitano l'iter del
provvedimento sembrano lontanissime. La soddisfazione per il giudizio ottenuto in Europa è tanto grande quanto ancora forti sono le critiche in casa. «Qui è stato valutato come l'Italia abbia adottato misure efficaci ed adeguate, perfettamente in linea con gli impegni presi», afferma il titolare di via XX settembre. Sottolineando come siamo di fronte a una manovra dettata dall'Europa «ma che sarebbe stata comunque necessaria, visto che riflette la situazione dell'elevato debito pubblico e dei mercati».
Nel testo approvato dai ministri finanziari della Ue (che hanno dato l'ok anche alle manovre di Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Portogallo) si sottolinea come «il governo italiano ha finora agito conformemente alle raccomandazioni» del Consiglio, secondo cui Roma deve «riportare il deficit sotto il 3% entro il 2012 e realizzare sforzi di bilancio annui in media dello 0,5% del Pil nel periodo 2011-2013».
L'Ecofin ha quindi fatto proprio il giudizio della Commissione Ue secondo cui «al momento nessun'altra misura si rende necessaria nel quadro della procedura di infrazione per deficit eccessivo». Procedura aperta nei confronti dell'Italia nel dicembre scorso.
Insomma, la manovra targata Tremonti viene ritenuta credibile per poter portare – come previsto – il disavanzo dal 5,3% del 2009 al 5% nel 2010, al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012. «Pur con qualche criticità comunicativa – spiega Tremonti – il testo della manovra è lo stesso presentato all'inizio dal governo, sia per quel che riguarda le quantità, sia per quel che riguarda la qualità».
Semmai c'è stato qualche "avanzamento": tra questi il ministro sottolinea «la più grande riforma delle pensioni fatta in Europa quest'anno. Una riforma – aggiunge – fatta con un emendamento, nella pace sociale, senza neanche un giorno di sciopero».
È proprio parlando di pensioni che Tremonti mostra l'unico momento di irritazione. Irritazione verso chi, soprattutto sulla stampa, invece di sottolineare l'importanza delle misure prese per stabilizzare la spesa previdenziale ha enfatizzato oltremodo l'ipotesi (poi sparita dal testo) di far saltare il limite dei 40 anni di contributi per la pensione: «Non è stato un refuso, ma il tentativo di introdurre nella riforma ulteriore rigore», tiene a sottolineare il ministro, smentendo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che all'indomani delle polemiche aveva parlato proprio di «refuso». «Non bisogna limitarsi al folklore – chiosa quindi Tremonti – ma guardare alla sostanza. Le critiche aiutano, ma devono essere serie, costruttive, non superficiali».
Infine il debito pubblico. Bankitalia segnala un nuovo record a maggio. Ma Tremonti assicura:
«Nell'insieme i dati che abbiamo sulle entrate e sul gettito sono in linea con le previsioni». E poi – aggiunge, riferendosi anche al declassamento del Portogallo da parte di Moody's – «il debito pubblico è di enorme rilevanza, ma non esclusiva». Lisbona ha infatti un debito pubblico che si aggira sul 76%, sotto la media Ue. «Ma i debiti privati – ribadisce – possono essere molto più
pericolosi. E l'Italia, che ha un enorme debito pubblico, per fortuna ha un enorme risparmio privato.
Non farei a cambio con Paesi che hanno un debito pubblico più basso ma un debito privato quattro volte più grande».
PRESSToday Rassegna stampa
Giorno, Il (Milano)
"ROMA TREMONTI corregge Sacconi. Nessun «refuso». Il go..." Data:
14/07/2010
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