Quaderni di antichità napoletane (n.i)
MARIO GAGLIONE
IL CAMPANILE
DI
S. CHIARA IN NAPOLI
NAPOLI 1998
Dello stesso autore:
ScultureminoridelTrecento conservateinS.Chiara a Napoliedaltristudi,
Napoli1995;
Nuovistudisulla basilicadiS.Chiara a Napoli, Napoli1996;
Manomissionisettecenteschedeisepolcriangioiniin S.Chiara aNapoliedaltristudi,
Napoli1996;
Manomissioni settecentesche dei sepolcriangioini nel presbiteriodiS.ChiaraaNapoli,in"DialoghidiStoria dell'Arte",numeri4/5,dicembre 1997,p.144ss.
Sentoildoverediringraziareil SoprintendenteaiBeni Ambientalied ArchitettonicidiNapolie provincia, archi- tettoGiuseppe
Zampino
edildirettoredel recenti lavori di restauro ingegnereAntonio Lombardi
peravermiconsen-titol'accessoalla torrecampanaria.
Un
ringraziamentoparticolaredevoanche,come
also- lito,ad Emma
BarbatoperV
insostituibileaiuto prestatomi in questaedin altreoccasionidistudio.Napoli,ottobre
1998 M.G.
Profilo storico
La
fonteletterariapiù
anticache
fornisca notizie delcampanile angioino
diSanta
Chiara, dev'esseresenz'altro individuatanella CronacadiPartenone, risalentealsecoloXIV
(1),che
nel capitolo12dellaterza parte,precisaquelche
segue:In de lomesedelaIncarnazione
MCCCXXVIII
delomese
de iennaro, dalprimo fundamento s'incomenza
a fabricare locampanaro
dello SantoCorpo
di Cristo e ndefo fatta la terzia parte,secundoche appare, loquale, se fossecompleto,sarriadelepiùbelletorred'Italia.Etinquesto
medesmo annofo
scomputala fabrica di copriredepiumbo
laditta ecclesiadeloSantoCorpo
di Cristo,dettaSantaChiara.Innelafortellezza di Belloforte edelo monasterio diSantoMartino, che stasopra Napolidovesidice Sant'Eramo,fo fatta indelodittoanno una
grande campana,la qualese dicecheèlamagioredituttaItalia.Secondo
questatestimonianza pressoché coeva
quindi,ilavoridi costru- zione delcampanile
iniziarononelmese
digennaio
del 1328,ma
siinterrup-pero ben
presto, giuntialla"terziaparte" dellatorre.Altrefontiletterarie,qua-
li il Chronicon Siculum (2), e la Cronacadi Napolidi
Notar Giacomo
(3), indicano invecequale
datad'avvio deilavorinon
il 1328,bensìil1338:anche
gliunicidocumenti
angioininoti, relativiapagamenti per
ilavori dicostruzionedelcampanile,
risalgono aiprimi mesi
del1338
(4).La discordanza
tra le fontiappena
esaminate,è stataspiegataingenere
inmaniera
piuttostosalomonica:sièinfattiritenuto
che
ilavori,iniziatieffettivamentenel 1328, inaccordo con quanto
riferitodallaCronaca
diPartenope, sarebbero duratiancora
nel 1338,secondo quanto
precisato dallealtrefontiletterarieedocumentarie
(5),anche
senon
èmancato
chi,prendendo
inconsiderazione
le datedi fusionedellecampane più
antiche,e cioèil1324 ed
il1327,ha
ipotizzatoche
ilavoristessi sarebbero iniziaticomunque antecedentemente
al1328
(6). In realtà la data riportatada
diversi manoscritti dellaCronaca
di Partenope, e ripresa dalle successive edizioniastampa,
èquasicertamente
frutto diun
errore ditrascri-zione
edeve
leggersinon
1328,bensì proprio 1338.La Cronaca
ciinforma
dialtri
avvenimenti
verificatisinelloanno
in cui iniziaronoilavoridelcampa-
nile,
ed
in particolare, fornisce notizia dellacostruzionediuna monumentale campana
destinata al Castello di S.Elmo,
il Bellofortedelpasso poco sopra
riportato: orbene,documenti
angioini risalenti agli inizi del1338
<7), testimo-niano
deipagamenti
eseguitiper
lafusionediuna grande campana
destinataappunto
alCastellodiS.Elmo,
circostanzaquesta che conferma come Tanno
effettivodiriferimentodellanarrazionedella
Cronaca, non possa che
essereil1338, e
non
il1328.A
ciòsiaggiunga che
ilcapitolo dellaCronaca
contenen- te le notizie riguardanti ilcampanile
diSanta
Chiara,segue
nell'ordine di esposizione quelloriguardante l'apparizionediuna cometa
nel luglio del1337
(cap. 11),eprecede
quelloche
riferiscediuna grave
carestia neglianni 1338-1339
(cap. 14) (8), nel rispetto dellaprogressione cronologicadegli eventi nar- ratiapartiredalprimo
capitolo diquesta
terzasezionedellaCronaca
<9),pro- gressioneche
viceversa subirebbeuna
inspiegabile cesura dall'inserimento della notiziaconcernente
ilavoridel1328.Occorre
altresìtenercontodel fat- toche almeno uno
deicodici antichi dellaCronaca,
riportavanelluogo
citato, l'indicazionedell'anno1338,invecediquella del1328,che sembra
siapreval- sa nellatradizionemanoscritta(10).La
correzionedelladata
in1338, consenti-rebbe quindi
di portare aconcordanza
le notizie riferitedalla Cronaca,con
quelletrasmesseci dallealtre fonti letterarieetroverebbeulterioreconferma
neiraridocumenti
notiriguardanti ilcampanile
erisalentiappunto
al 1338.Attesaeristabilita la
concordanza
dellefonti,non sembra
possibile accet- tarel'ipotesidiuna
diversadatadiavvio
deilavoridelcampanile
sullabase
della circostanzache
ledue campane più
antichefurono
fusecomunque antecedentemente
al 1328, eprecisamente
nel1324
e nel 1327:molto
proba-bilmente
infatti, questecampane furono
poste inopera non
sul campanile,ma su
diuna
strutturaprovvisoriadilegno,che
eraancora
inpiedi nel 1418,quando una
dellecampane
diepoca angioina
sulla stessamontata,
futrasfe- ritasulcampanile
definitivo inmuratura
(11).Tralediversenotiziefornitecidalla
Cronaca
diPartenope, particolarmen- teimportante
è quellaconcernente
l'avvenuta interruzione deilavori di co- struzione delcampanile
allasua
terzia parte, e cioè verosimilmente,ad un
terzo di
quanto
progettato: la circostanza ècomunque confermata da
altre fontidocumentarie
eletterariesuccessive(12).Le
ragionidell'interruzione fu-rono
individuatenellasopravvenuta morte
di reRoberto
nel 1343, e quindi implicitamentenelvenirmeno
deifinanziamenti(13).Sullabase
diqueste con- corditestimonianze,sembra
possibilerespingerel'ipotesiavanzata
intempi
moderni,
dell'avvenutocompletamento
delcampanile
giàaitempi
di reRo-
berto, ipotesiperaltrofragilmentefondata
solosull'opinabileconsiderazioneche non avrebbe avuto
altrimentisenso
collocare le iscrizioni dedicatorie trecenteschesu
diun campanile
rimastoincompleto
(14).Accertatoquindi che
il
campanile non
fu portato atermine
inepoca
angioina,risultacomunque estremamente
difficileprecisarnel'originarioaspetto, sullabase
delleesigue notizie disponibili,che
siriducono
aben
vedere, soloaquanto
ci precisalaCronaca,
seguita daglistoricisuccessivi(15).Qualche
ulterioreinterventosulle strutture delcampanile può immaginarsi
intornoal1418,poiché
il20 maggio
di quell'anno fu sistematasul
campanile
delemarmore, lacampana angioina
finoaquelmomento
collocata sulcampanile
ligneo,come sopra
riferito(16),né
si
possono
escluderecon
certezzalavori successivi,benché non documentati.
E'opinione
diffusa(17)comunque, che
ilcampanile sarebbe
rovinatoalsuolo a seguito del violentoterremoto
deldicembre
1456,ma
di tale crollo tacciono del tutto le fontidiplomatiche
coeve, piuttosto precise peraltro, nel riferire deidanni
subiti daglialtriedificicittadini(18):né
risultati miglioriha
portato lo studio delletestimonianze
iconografiche,ed
in particolare delle Piante di Napolidel Lafrery (1566) edelvatiStinemolen(1582),che
anzituttonon
posso-no
consentirealcuna
ipotesisullo statodelcampanile, prima o dopo
il1456,eche
inoltredocumentano
inun
ristrettoarcodi anni,due
situazioni costruttive della torretantodiverse,da
ingenerare fondatidubbi
sulla fedeltàdell'unao
dell'altra,all'oggetto rappresentato(19).
Sul finiredel
Cinquecento, ad ogni modo,
lefontiletterarieequelledocu- mentarie
testimoniano'con
certezzal'avviodeilavoridi ripristino erestauro del campanile:un primo documento
risale al23
ottobredel 1595, eriguarda lacommissione
diuna fune
dicanapa
ritorta occorrenteper
ilsollevamento
deimarmi
necessari alla fabbrica delcampanile
(20). Il progetto di restauro- ricostruzione,fuaffidato all'ingegnerCostantino Avellone,come confermano
altri
documenti
coevi(21),mentre
l'esecuzionedelladecorazione marmorea
fucommissionata
aMario
Matusi,come
testimoniato dal capitolato dei lavori del22 gennaio 1596
(22),documento questo certamente
importante,ma che
lascia
purtroppo comunque
irrisolti imaggiori
quesiti relativi alla corretta ricostruzione delle fasi dei lavori delcampanile. Secondo
l'interpretazione corrente(23),il citatocapitolatoriguarderebbe esclusivamente
ilavori dideco- razionemarmorea
dell'interocampanile,
enon anche
interventi strutturali concernenti l'operamuraria
dello stesso, tuttavia, ildocumento
si riferisceespressamente
proprioailavori di costruzionedelcampanile,ma
limitatamente allafacciataprospettante sullaattualeviaB. Croce, ecioèdallapartedellavia pubblica cheguarda
lachiesa di St.aMarta.Ildocumento
inoltreprecisaanche
ledimensioni
del materialelapideo occorrenteai lavori,dimensioni che
sullabase
diuna
verifica direttanon corrisponderebbero
a quelle delle lesene inopera
nellaseconda
enellaterzacella(24),ed
alcontempo
indicaquale
princi- pale fontediappro wiggionamento
delmaterialestesso,iltorrioneappresso ilportodelGarigliano,ecioè,
molto
probabilmente,la distrutta TorreàiPandolfo Capodiferro,pressoMinturno
(25).Infine,ultima questioneirrisolta,ilcapitolato fa riferimento a delle pietre le qualial presentesono ne li cortigli, e cioè a del materialeda
costruzione conservato,giàprima
del1596, neicortilidelmona-
sterodel
quale non
è affattonota
laprovenienza
(26).Incertarimane
ladatadelcompletamento
deilavoricuisiriferisceilcapitolato:data ipoteticamentente indicata nel 1604,probabilmente
sullabase
dellaconstatazioneche
proprioin quell'annofurono
rifusealcune
dellecampane
antichedi S.Chiara
(27),men-
tre, al contrario, è certo
che ancora
neldicembre
del 1607,non erano
staticompletati ilavori di
una
delle balaustre delle finestre(28).Cesare
d'Engenio,che pubblicava
laNapoliSacra nel 1623,osservava che
aisuoitempi
ilcampa-
nile,
ancora
siandava
riducendoafine,mentre
oltreun
secolodopo, Bernardo
De Dominici ne
dichiarava l'incompletezza,immaginando
nelle intenzioni del progettista, la realizzazione didue
celle ulteriori,mai però
costruite in concreto(29).Nel suo
statoattualecomunque,
ilcampanile
presentaicornicioni dicoronamento
dell'ultimacellaampiamente frammentari,
circostanzaque- stache,insieme
allabrusca
interruzionedellascalaachiocciola interna,pro- prio al livello del tetto,dimostrerebbe appunto
ilmancato completamento
dei lavori di ripristino(30),
anche
se ineffetti,non può
escludersiche
icornicioni siano statiparzialmente
distrutti,o
in occasione dei tumulti del 1647-1648,quando
le miliziespagnole sistemarono
sulcampanile
le proprieartiglierieper domare
larivoltadiMasaniello
ovvero,epiù
verosimilmente,inoccasio-ne
dellacongiura
diMacchia
del 1701,quando
ilcampanile, ove
sierano
asserragliatiicongiurati,fubattutodalleartiglieriespagnole
collocateapiaz- za delGesù
(31): isegni di questicannoneggiamenti possono appunto
notarsi sulla facciata della torreorientataversolapiazza.Non
èaltresìrimastaalcu-na
tracciadeltettoligneo ricopertodipiombo
delcampanile,
cuiaccenna un documento
deiregistribadessali conservatipresso l'ArchiviodiStato diNa-
poli, relativo alavorieseguiti tra il
1697 ed
il1699
(32),certamente
realizzato peraltrodopo
il1629,poiché
laPiantadiNapoli delBaratta,aquell'anno risa- lente, cimostra
latorrepriva del tutto dicopertura (33).Il
campanile nel suo stato attuale
Separato
dalcorpo
della basilica, inconformità ad una tradizione
architettonicaaltomedievale
italiana(34),asinistraguardando
ilgrande
edifi- cio sacro, eproprio
sullo spigolo dellamurazione
monasteriale, si erge ilcampanile
diSanta
Chiara, simileper
aspettocomplessivo ad una
torre di difesa(35). Dell'originariocampanile
trecentesco resterebbero ilbasamento
in grossi blocchi di piperno,marmo
e travertino del Tifata,probabilmente
inmassima
partedispoglio,ed alcune
tracce all'interno dellaprima
cella,ed
in particolarequattropilastriangolari,daiqualidovevano
spiccarelenervature
della
perduta
voltaacrociera, e quattrobasi,una
per ciascuna finestra,che dovevano
accoglierelecolonnettemediane
delle antichebifore(36).La prima
cella subì in
epoca non
precisabilecon
certezza (37),modifiche ed
interventi piuttosto rilevanti: allavolta acrociera fu sostituitauna
voltaa scodellasu
lunetteapieno
centro,lefinestrebiforevennero
adattateamonofore
corona- teda
arco atuttosesto inluogo
diquello ogivaleoriginario.Due nuove
cellefurono aggiunte
allaprima: laseconda
inordinedorico,e laterza inordine jonico, caratterizzateentrambe da paramenti murari
dimattoni
posti a facciavista, intercalatida
cornicie lesene dimarmo. Le due
cellesono
statevariamente
datate:secondo una prima
opinione, ilpiano
doricorisalirebbe alla finedelCinquecento, mentre
quellojonicoalSeicento(38),secondo
un'al- tra ipotesi,invece,ilpiano
jonicodovrebbe
esseredatatoallafinedelCinque-
cento,mentre
laprima
elaseconda
cellaritenuteopera
dello stessoarchitet- to, sarebbero diepoca precedente
(39),né
la questionepuò purtroppo
essere risolta alla luce dello scarno testo del capitolato del 1596.Al
di sotto della fasciamarcapiano
tra laseconda
e laterzacella, è collocatauna
trabeazionemarmorea
articolata intriglifi emetope con
bassorilievi raffiguranti ledue
bracciaincrociate,
emblema
dell'ordine francescano,enumerosi
oggettilitur- gici, quali incensieri informa
di navicelle,ampolline
per l'acquaed
ilvino
dellaSanta Messa
e candelieriincrociati,che richiamano
direttamentel'ana- logadecorazione
della trabeazione del Tempietto diSan
Pietro inMontorio
aRoma
(1508/9, 1512) anch'essoconvento
dell'ordine francescano (40).La
co-municazione
tra lecelle, è assicuratada una
stretta scala a chiocciolache
sisviluppa
all'interno diuno
degli spigolidelcampanile
(41)eche conduce
infi-ne
al lastrico solaio, al centro del quale,ed
incorrispondenza
di altrettante aperture circolari, ricavatepure
al centro dei soffitti di ciascuna delle celle inferiori,èpostoun cupolino
abase
cilindricache,insieme
allacassadiriso-nanza
realizzataaldi sottodelpavimento
dellaterzacella,doveva
garantire laperfettaacusticadelcampanile.
Le iscrizioni
Tral'apicedel torodel
campanile
elabase
dellaprima
cella,sono murate
letavolerecantile iscrizioni
angioine
relativeallafondazione
della basilicaedel
complesso
monastico.Le grandi
lettere gotichefurono profondamente
intagliateinlastre di
marmo
daltenue
colorerosa, ecolmate
dimosaico
in piccoli tasselli di pasta vitrea scura, alloscopo
di far risaltare le stesse sul fondo. Tassellimusivi
in fogliad'oro entrouna
cornicein tesserenere riem-piono
invecelecrocette,isignacrucisdifoggiaaltomedievale che precedono
le quattro iscrizioni,
mentre
i superstiti scudetti goticinon conservano più alcuna
tracciadell'eventualeriempituramusiva
(42).Le
iscrizionicelebranolafondazione
di S.Chiara ad opera
diRoberto
e Sancia, e l'inizio dei relativi lavorinel 1310,lasolenne
concessionedelleindulgenze
abeneficiodeivisita- torinel 1330,ed
infineladedicazione
ufficialedeltempio
nel 1340. Siache
siproceda
insenso
orarioche
all'inverso,partendo da
quellarelativaalla fon-dazione
nel 1310, si noteràche
le iscrizioninon
sisusseguono
nell'ordine logico-cronologico, circostanzaquesta che secondo
alcunipotrebbe
essere spiegatada un
erratorimontaggio
inoccasionediimprecisatilavoridirifaci-mento
della torre(43).Ad ogni modo
ritrascriviamo di seguito il testo delle iscrizionisecondo
l'ordinecronologico:a) iscrizionedellatosud:
+ILLVSTira.aARVS.ROB
PRELVCENS^ARDINE.MORVM./CLARI.CONSORTES.VIRTVTVM.
MVNERE.FORTES.VIRGINIS.HOC.CLARE.TEMPLVM.STRVXERE.
BEATE./POSTEA.DOTARVNT.DONIS.MVLTISQVE.BEARVNT.
VIVANT.CONTENTE.DOMINE.FR(ATR)ESQ(VE).MINORES.SANTA.
CVM. VITA/ VIRTVTIBVS.ET.REDIMITA. ANNO. MILLENO.
CENTENO.TER.SOCIATO.DENO.FVNDARE.TEMPLVM.CEPERE.
MAG(IST)RL
b) iscrizionedellato ovest:
+ANNO.MILLENO.TERDENO.CONSOCIATO.ETTRICENTENO.
QVO.XPVS.NOS.REPARAVIT.ET.GENVS.HVMANV/COLLAPSVM.
SE.REVOCAVITELEVSES.
(44)CVNTAS.CONCESSITPAPAIOHANNES.
VIRGINIS.HVIC.CLARE/TEMPLO.VIRTVTE. COLENDO.
OBTINVIT.MVNDO.TOTO.
(45)QVAS.ORDO.MINORVM.SI.VOS.
SANTORVM.CVPITIS.VITAMQVE.PIORVM/HVC.O.CREDENTES.
VENIATIS.AD.HAS.REVERENTES.DICITE.QVOD.GENTES.HOC.
CREDANT.QVESO.LEGENTES.
e)iscrizionedellatoest:
+
ANNO. SVB. DOMINI. MILLENO. VIRGINE. NATI.
TRICENTENO.CONIVNCTO.CVM.QVADRAGENO/OCTAVO.
10
CVRSV.CVRRENS.INDICTIO.STABAT.PRELATI.MVLTI.
SACRARVNT.HIC.NVMERATF
46)/G.PIVS.SACRAT.BRVNDVSI.
METROPOLITA.R.Q.BARI.PRESVL.B.SACRAT.ET.IPSE.TRANESIS.L.
DEDIT^MALFA/DIGNV.DAT.CONSIA.PETRVAIRQ.MARIS.
CASTRV.VICVSJ.G.DATQVE.MILETV.G.DAT.BOYANV.MVRV.FERT.
N.VENERANDV.
d) iscrizionedellatonord:
+REX.ET.REGINA.STANT.HIC.MVLTIS.SOCIATI.VNGARIE.
REGIS.GENEROSA.STIRPE.CREATVS./CONSPICIT.ANDREAS.
CALABRORVM.DVX.VENERATVS.DVX. PIA. DVX. MAGNA.
CONSORS.PWICQ.IOANNA/NEPTIS.REGALIS.SOCIAI^ROR.jPA.
MARIA. ILLVSTRIS.PRINCEPS.ROBERTVS.ET.IPE.TARETI.
IP(S)EQ(VE)
PHVS.FRATER.VVLTV/REVENTI.HOC.DVX.DVRACI.
KAROLVS.SPECTAT.REVEREDVS.SV(N)TQ(VE).LODOVICVS.ET.
IPSE.ROBERTVS.
(47)Nell'ordine,la
traduzione
delleiscrizioni èlaseguente:a) L'illustre efamosoRoberto, redi Sicilia, e la regina Sancia, risplendente per elevatezzadicostumi, coniugibennotiedegnidi rispettoper
dono
di virtù, eressero questotempio(dedicato)allavergine Chiara, edinseguitolodotaronoelomagnifica- rono di molti doni;di ciò soddisfatte vivano le signoremonache
ed ifrati minori, conducendouna
vitasantaecoronatadavirtù.Nell'anno1310,imaestriiniziarono aderigereil tempiodallefondamenta.b)
NelVanno 1330
daquello in cuiCristo ciha redento,edha ricondotto a seilgenere
umano
caduto(nelpeccato),papaGiovanniconcesse tuttele indulgenzeche l'Ordine dei (frati)Minori
aveva ottenuto nel resto delmondo,
a (questo) tempio della vergine Chiara, venerabile pervirtù;ocredenti, sedesiderate (imitare) la vita deisanti e deipii (occorreche) veniate a questo tempio conreverenza, perfruire di quelleindulgenze,evoicheleggete (queste parole), è necessariochenediffondiateilcontenutoperchélegentipossanosapere.
e)Nell'anno
1340
daquello della nascita delSignoredallaVergineMaria,corren- do l'ottava indizione,un gran numero
di prelati,qui diseguitoricordati, consacrò (questo tempio):ilpio G.,metropolitadiBrindisi, eR. presuledi Bari, e B. di Troni, AmalfidiedeL. eGonza
ildegno
Pietro,CastellammareP.e Vico L,MiletooffreG. e G. Boiano,Muro
fornisceilvenerabileN.
d) Il re e la regina sono quipresenti (alla cerimonia) insieme a molti altri: vi assiste
Andrea
ducadiCalabria,natodall'illustrestirpedel red'Ungheria,ducamolto ossequiato, epure suamoglie, lapiaedeccellenteduchessa Giovanna,nipote delre,cuisi
accompagnano
lasorellaMaria,l'illustrissimoprincipeRobertoed ilprincipe11
diTarantoFilippo suofratello, dal rispettabilecontegno, edancora vi assisteCarlo ducadiDurazzo,degnodiognirispetto,esonoaltresìpresentiLudovicoeRoberto.
Come sopra
osservato, leiscrizionidelcampanile
precisanolecoordinate temporali essenziali della storia delle origini delcomplesso
francescano: lafondazione
(1310), laconcessione
delleindulgenze
(1330), e ladedicazione solenne
(1340).Benché
iltestodelleiscrizionivenga
riportatocon
sostanziale fedeltà daimaggiori
storici napoletani del Seicento, quali ilSummonte,
ild'Engenio ed
ilde
Lellis, si è tuttavia diffusa inmodo
piuttosto singolare l'erronea notiziasecondo
laquale una
delleiscrizionidelcampanile
farebbe espresso riferimentoalladata
dellacoperturadipiombo
deltettodellabasili- ca,equindidiconclusione deilavoridell'edificio,indicandolanel1328 m
. In realtà,come
siè giàampiamente
osservatopoco
sopra,lanotizia ciè fornita dallaCronaca
diPartenope, eladataindicata dev'esserecorrettain 1338.Le
origini di questa infondata asserzione
non sono ben
chiare: ilde
Lellis (49),nella
sua manoscritta Aggiunta
allaNapoli
Sacra, attribuisce l'errore al d'Engenio, elocorregge indicando
nellaCronaca
lafonteeffettiva,ma
a vo- lerleggereilluogo
incriminatonon
sitroveràtraccia del pretesosvarionedi quest'ultimo autore, ilquale
scrive "nel1328
fu la chiesa compita dicoprir di piombo, e nel1330
papa Gio.XXL
(in realtà XXII) concedè tutte l'indulgenze, e gratie, chegodono
iFratiMinori
diSan
Francescopertutt'ilmondo, come
silegge ne'versi,chesononellostessocampanile,nellapartecheriguarda Occidente,iquali dicono... (segueiltesto dell'iscrizione)",un
equivoco,dunque,
tuttofondato su
diuna
lettura capziosa delpasso
e giuocato sulforzato riferimento della notizia dellacopertura del1328 ad una
delleiscrizionidelcampanile,
e preci-samente
a quellarelativaalleindulgenze
del 1330.La
scorrettainterpretazio-ne doveva comunque
essere piuttostodiffusa,ed
èinfattipassata acriticamente nelleopere
storiche successive,mentre
la "correzione" delde
Lellis è stataben
prestodimenticata(50).Nelle
strutturemurarie
della torrecampanaria sono
inseriti blocchi dimarmo
reimpiegatirecantiframmenti
diiscrizionidiforma
edimensioni
del tuttosimiliaquelledelleiscrizionidedicatorieappena
esaminate. In partico- lare all'interno dellaprima
cella della torrecampanaria,
capovolti,sono
osservabili
due
blocchiove
risultano inciseleparoleVIRTVTEM
(51)eMPLO,
mentre
all'esterno dellastessa cella, dal latoche
prospettasu
via S.Chiara, presso il finestrone,può
vedersi, altresìcapovolta,la parolaOLENDO
(52). Intuttietreicasi,leletteregotiche
profondamente
incise,non presentano
ise- gni diun
allestimentoper
ilriempimento musivo. Secondo
lacomune
opi- nione, questiframmenti
sarebbero gliunici superstiti di ulteriori iscrizioni,che dovevano
essere collocate sullo stesso campanile,più
in alto, eche
in12
seguito
andarono perdute
(53),frammenti che
solosuccessivamente, sarebbero statireimpiegatinellacostruzione: in realtàle treparolineformano un
verso diuna
delle iscrizioni dedicatoriecomplete, ed
in particolare di quella del lato ovest,ove
sidiceTEMPLO. VIRTVTE. COLENDO., che corrisponde
ap-punto
aiframmenti (TE)MPLO VIRTVTEM (C)OLENDO. Molto
probabil-mente
leparoline altronon sono che
iscrizionierrateod
impreciseper
inta- glioo disposizione
delle lettere,ovvero grammaticalmente
scorrette(VIRTVTEM per VIRTVTE), che
diconseguenza furono
scartateed impiegate
solocome
materialeda
costruzione(54).Le campane
Le testimonianze
concernentilecampane
originarieangioine,sono
tutte piuttosto tarde:alcune
fonti(55),ricordano
aitempi
di reRoberto,sulcampani-
leprovvisorio,
cinque campane,
altre (56)invece successivamente, solo quat-tro,e cioè,
due grandi
sulcampanile
definitivo,una
in sacrestiaed una
nel refettorio(57):èquindi
probabileche, dellecampane
antiche fuseaitempi
dellafondazione
delcomplesso
francescano,solodue
venissero poicollocateeffet-tivamente
sulcampanile
definitivo,mentre
le altredue vennero impiegate
altrove nelsacrocomplesso
(58).Controversa
è altresì ladatazione
dellecampane
stesse:secondo
le iscri- zioni didue
dellecampane attualmente
conservate, le stessefurono
rifuse utilizzando ilbronzo
didue più
antiche, risalentirispettivamente,come
già precisato, al1324 ed
al1327
(59), viceversa ci è rimasta notizia dipagamenti
relativi alle
campane
diS.Chiara
sulfiniredel1337
(60),mentre
fonti letterarie posteriori, riferiscono dell'esistenza diuna
(61),ovvero
didue
(62),campane
ri-salential1326.
Le maggiori
notizie sullecampane attualmente
inopera
sulcampanile
cisono
stateconservatedalle iscrizioni(63)incisesu
ciascunadiesse,ed
inparti- colare: lacampana
centrale fu fusaimpiegando
ilbronzo
diuna più
antica, risalente aitempi
di reRoberto, su
iniziativa dellabadessa suor
TeresaCarmignano
e della "socia" Giuliad'Aquino, ad opera
del fonditore PietroGiordano,
eper
interessamentopure
del procuratore delmonastero Marco Antonio
Attaffi,nel 1699; un'altracampana,
dedicataallaVergineImmacola-
ta
ed
aS.Chiara,volutada
Sancianel 1324, fufusaper
decisionedellabadessa suor
Giulia Ladislao nel 1604, e rifusa nel 1750,per
volere dellabadessa
CorneliaNarni
e disuor
Delia Bonito;un'altracampana
inonore
dellaVergi-ne Maria
e diS.Chiara,fufattafondere da suor
TeresaCarmignano
,ad opera
13
di Pietro
Giordano
nel 1699;un'altracampana
del1327 (ma
l'iscrizione per evidenteerrore materiale dice1227), fu rifusa sottoilbadessato
diGiuliade Morra,
nel 1687,ad opera
di "Prigipy" (forse Principio)d'Amore,
regio fonditoreinNapoli;infine,una campana
inonore
diS.Barbara
e della Vergi-ne
Maria, fu fattafondere da suor
Giulia Ladislao, nel 1604,insieme
adue
altre,sottogliauspicidi
Giovan Lorenzo
Positano,procuratoredelmonaste-
ro.Propriosulla
base
diquest'ultimaiscrizione,siècreduto
dipoterprecisa- real 1604,la dataincui lecampane
posteinopera
sulcampanile, passarono da due
acinque
(64).14
NOTE
(1) Lepartipiù antiche della
Cronaca
risalgono senz'altroal periodotra il 1326ed il1343;lasezione conclusiva,e cioèlaterza,puòesseredatataalperiodo durazzesco, intornoal 1380,esivedainpropositoA. Altamura,Storiadeltesto,premessaall'edizionecriticadella Cronaca, Napoli1974,p.26ss;conulteriori riferimenti; eperilbranoriprodotto neltesto, si veda ap. 140. Viceversa
E
Sabatini,Napoliangioina,culturaesocietà, Napoli,1975,p.133ss.,datailnucleocentraledellaCronacastessa,intornoal1350,consuccessive integrazioni ed aggiunte, intervenutenelcorsodel secoloXV,ela sezione checiinteressa in particolare (cioèlaterza dellaCronacanell'edizioneAltamura,elaquartanellaricostruzionedella storia del testopropostadalMontieseguita dalSabatini)ad unperiodo comunquesuccessivoal 1382,eperunaefficacesintesi delleopinioniinpropositoe della letteraturaspecifica,siveda sempre
E
Sabatini,Culturaangioina,cit.,p. 133ss.,enota 309,p.266-267.(2)Chronicon Siculum,edizione acuradiG. deBlasiis,Napoli1887,p.10.IlChronicon furedatto sul finire del Trecento,edinfattiriporta notizie storichechegiungonofino all'anno
1396.
(3)CronacadiNotar
Giacomo,
edizione a curadiP.Garzilli,Napoli1845,p.52(anno- tazione marginaleriportataallanota1).La CronacarisaleagliinizidelCinquecento,esiveda inpropositoB.Capasso,
Le
fonti della storia delleprovincenapoletanedal568al1500,connotediO.Mastrojanni,Na-poli1902,p. 187ss. epureS.Sosti,
La
CronicadiNapolidiNotarGiacomo,
inNapoli nobilissima, 1994,p. 157ss.(4)Ildocumentoprincipalerisaleal13 marzo1338,in quelladatasurichiesta diSancia, vennedispostoda Roberto il pagamentodi500 onceinsubsidiumconstructionisunius campanilisinmonasterioS.CorporisChristideNeapoli;ildocumentoviene segnalato anzituttodalbenemeritoMatteoCamera, Annalidelle
Due
Sicilie,Napoli1860,voi.II,p.462,nonchéda C.MinieriRiccio,GenealogiadiCarloIId'Angiòre diNapoli,inArchi- vioStoricoperleProvinceNapoletane,1883,p.591eda R.Parisi,Catalogoragionato deilibri,registrie scrittureesistentinellasezioneanticao
prima
serie dell'Archivio Municipaledi Napoli, Napoli 1916,voi.Ili, p.37nota1.Erroneamentelostesso è stato talvoltariferito al1328,comead esempio daA.deRinaldis,Santa Chiara, Napoli1920,p.22eda T.M. Gallino,Il campanilediSanta ChiarainNapoli in Annalidell'Istituto SuperiorediScienzee LettereS.Chiara,1949,p.5e6,enota7ivi(successivamente però nellamonografiaIIcomplesso
monumentale
diS.ChiarainNapoli,Napoli 1963,ilGallino15
corresseladatain 1338,esivedaquest'operaap. 114). Sonocomunquenoti edocumentati sempreperVanno1338,almeno duealtripagamentiperilcampanileincorsodicostruzione:
uno il24marzo(100once),l'altroil15aprile(sempre100once), esivedainpropositoN.
Barone,
La
ratiothesaurariorumdella cancelleriaangioina,inArchivioStoricoperleProvinceNapoletane,1886,p.587-588, nota7.
(5)In talsenso
E
Strazzullo,Scultoriemarmorari
carraresia Napoli:iMarasi,inNapolinobilissima, 1967,p.26-27;G.dell'Aja,Ilrestaurodella basilica diS.Chiarain Napoli, Napoli1980,p.347.
(6)CosìA.deRinaldis,S.Chiara,cit.,p.22;T.M. Gallino,Ilcampaniledì.,p. 5,edII
complesso,dì.,p. 114,
ma
inquest'ultimaopera,ilGallinosostiene che, sullabasedelledue datedellecampane,ladatazionedelcampanilesiaad ognimodo
dafissareantecedentementeal1338.
(7)Ildocumento,risalenteal2 gennaiodel1338, viene segnalatoda
C
MinieriRiccio,Genealogia,cit.,p.204-205;lacampana,operadiBello eVemiodaVenezia,ediGiorgioda Siena,furealizzatatrailfebbraioedilgiugnodel1337,inCastelnuovo,poifutrasportata e postainopera a CastelS.Elmo;
un
ulteriorepagamentoè registratoil25febbraio dello stesso 1338,esivedainmeritoN.Barone,La
ratiothesaurariorum,cit.,p.587.(8)Ilcapitolo 13 della Cronaca, riferisceche "inquesto
medesimo anno de
la sesta indizione",e cioè nello stessoannocuisi riferisceilprecedentecapitolo 12 (ecioè il1338, tantopiùchelasestaindizioneèproprioquellaattinentea quest'anno,mentrenel1328corre- vaVundicesima), sarebberostateintavolate trattativecon isovrani aragonesiin meritoalla resìiìuzione dellaSiciliaagliangioini.(9)Ilcapiioloprimocontienenotiziesueventiverificatisinel1325,gliultimiduecapitoli (il53edil54),invecesifermanoall'anno1382.
Ad
onordelveroperaltro,lacontinuità' ela progressione cronologicadeglieventiillustratidalla terzapartedellaCronaca,vengonointer- rottedalla notizia dellamorte diCarlodi Calabria (1328),fornita nel capitolo5, (egià in conclusione del 3)che però si inserisce tra icapitoli4 e6, relativi allavenuta a Napolidi Carobertod'Ungheriae diAndreasposopromessoa GiovannaI, nelsettembredel1333,ciò probabilmente perunainterpolazionevoltaasottolineareladelicatasituazioneverificatasia seguitodellamortedelduca, chenonlasciava eredimaschialtrono,sicchéalnonnoRoberto dovèsuccederelanipote,primogenitadiCarlo,GiovannaI.Sullevicendedeltestodellaterza partedellaCronaca,sivedaA.Altamura,Storiadeltesto,prepostaall'edizionecritica,cit., p.40-46.(10)Ilcodice fu consultato daN. Barone,
La
ratio thesaurariorum,dì.,p.587-588, noia7,cheperònonneprecisòulìeriormenìecollocazione eprovenienza.Molìoprobabilmen- ieunaiieniosìudiodei codici supersiiìi della Cronaca,edin pariicolaredeiduepiùantichi risalentialXIV
secolo(ecioèilms.ID14
dellaBiblioìecaNazionalediPalermo, edilms.Vai.Lai.4601 dellaBibliotecaApostolica Vaticana)potrebbeconfermarela tesiespostanel testo;
suimanoscritti antichisuperstiti della Cronaca,siveda A.Altamura, nell'edizionecritica
16
dellaCronaca,cit.,pag. 13-25.Viceversa,secondoF.Sabatini,Culturaangioina,cit.,p.135,
ilcodicepalermitano,da considerarsicomunqueilpiù anticotra quelli superstiti,dovrebbe esseredatatoalsecoloXV.
(11) L.
Wadding, Annales Minorum
(1625-1654), Firenze 1932, voi VI, p. 202,"quinqueingentes(scilicetcampanae)fudisse
Robertum
ettrabibusligneisimposuissedum
turrisaedifìcaretur,Chronicaneapolitana vetustarecenset";eDiurnali delduca diMonteleone,edizione a curadiN.F.Faraglia,Napoli1895,pAep.
69,risalentiallametà delsec.XV, nelprimo passocitato (p. 4),siaccenna anchealladata d'inizio dei lavori del campaniledefinitivo,ma
nonèbenchiaro sesifacciariferimentoal1333, ovveroall'epoca del matrimoniodiCarloIllustreducadi Calabria,conMariadi Valois,cheavvennenelmaggio del 1324. Le travi lignee cuiaccenna il Wadding, sulla scorta di unaantica e non meglio precisataCronacaNapoletana,eche costituivanoilcampanileprovvisorio,divengonoipoleri, peleriopilieridei qualiparlanoiDiurnali,eperlevariantisivedanol'edizionedeiDiurnali a cura diM.
Manfredi, Bologna 1958(Rerum ItalicarumScriptores XXI,5), p. 6 ep. 96, nonchéiGiornalidiNapoli,inL.A. Muratori,Rerum
ItalicarumScriptores,voi.XXI, Milano1732,p.1080.(12)Tralefontidocumentarie,sisegnala soprattutto/Inventario dei beni monasteriali redattoda Antonio Sanfelicenel1508, che continuavalaseriedeisolenniinventarimonasteriali iniziatasiverosimilmenteconquello redatto dalnotaioBordoneGattoladiGaeta, pervolere di
GiovannaI, il6lugliodel1346,esivedainpropositoB.Spila,
Un monumento
diSancia, di.,p.278,doc.n.73.L'inventariodel1508, fu riassuntodaW.K.H.
Schulz,Denkmaeler
derKunst
desMittelaltersin unteritalien,Dresden1860,voi.Ili,p.60,ovesiprecisa del campanile:"multum
nobile,incompletum, instructumlateribusmarmoreis".Non
mièpurtroppoancora riuscito ditrovartraccia diquesta antica descrizionedellabasilica, trale superstiti carte delmonasteroconservateall'Archivio diStatodiNapoli, tuttaviaunacopia antica dellasezione dell'inventario relativoalle proprietà immobiliari del monastero ,può
leggersi nelvoi.2684delfondo MonasteriSoppressidell'Archivio diStatodiNapoli,aiff.89
ss.,eperlepreziose notizie dell'inventariostesso,concernentiilTesorodella Basilica, diligen- tementeriassuntedalloSchulz,siveda
M.
Gaglione,Manomissioni
settecenteschedei sepolcriangioini in S.Chiara aNapolied altristudi,Napoli1996,p.31 ss.. Tralefonti letterarie sisegnalaanchelaCronacadiNotarGiacomo,
cit.,p.52nota1,chedipendeperò conognievidenza direttamentedallaCronacadiPartenope.(13) Sivedanoin particolareG.A.Summonte,Historiadella Città e
Regno
diNapoli, Napoli1748,voi.Ili,p.305, cheindicail1328quale datad'inizio dei lavori delcampanile;ilSummonte
compose l'opera negli ultimianni del Cinquecento, la prima edizione risale al periodo1601-1643 (1601 ilvolumeIT,1602 ilvolumeT,1640 ilvolumeIII;1643 ilvolume IV), eperletormentatissime vicendedellapubblicazionesiveda R.Sirri,DiGio.AntonioSummonte
edellasua"Historia",inArchivioStorico delleprovince Napoletane,1971, p. 7ss.;segueilSummonte,C. d'Engenio,Napolisacra,Napoli1623,p.235.17
(14)Latesichesicritica,fu sostenuta dal Bernich,esiveda perl'esposizione della stessa B.Spila,
Un monumento,
cit.,p. 184, edilcommentoallatavola VII,p.39Q.(15) IlSummonte,Historia, cit.,p. 305,riferiscein
modo
nonparticolarmentechiaro, seguendolaCronaca,cheilcampanilefu seguitatofinoallaterzaparteerimaseimperfet-to;ild'Engenio,Napolisacra,cit.,p.235,forsealloscopodimeglioprecisarecheineffettila
fabbricasierafermata appena adunterzodiquantoprogettato, preferìparlarediuna"prima parte" realizzata.
Non
visono dubbi chealdilàdella terminologiautilizzata, iduestorici intendesserofarriferimentoalmedesimostato di fatto delcampanile,esivedanointalsenso N.F.Faraglia,Le memorie
degliartistinapoletani pubblicateda
B.de
Dominici,stu- dio critico,in ArchivioStorico perleProvinceNapoletane, 1882,p.349ss.,edA. de Rinaldis,Santa Chiara,cit.,p.22.(16) Sivedasopra,nonchélanota 11.
(17) Tra itantiB. Spila,
Un monumento,
cit.,p. 184;A. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p.22;T.M. Gallino,Ilcampanile,cit.,p.10;
R
Strazzullo,Scultori,cit.,p. 27.(18)Perunaesaurienteillustrazione delle fontidocumentarieconcernentiilterremotodel 1456,sirinviaaB.Figliuolo,Ilterremoto del1456,Altavilla Silentina1988- 1989,due volumi;nelvolume11sonoinparticolarepubblicate:a)laletteradiBindo Senesedel7.12.1456;
b)lanotazionedi
Goro
diGiovanni dell'8.12.1456;e) laletteradiGiannozzo
Manettia Firenze, e quella al fratello Filippo,entrambe dell'8.12.1456; d) la lettera diAntonioda
Trezzo al duca Francesco Sforza, del 22.12.1456. Dalla lettera di Bindo e da quella di Giannozzo,siricavanolemaggiorinotiziesuNapoli: a seguitodel terremotorovinaronoal suoloicampanilidiS.Eligio,diS.Arpino(S.Agrippino?),S.Pietromartiree delDuomo,
e sivedaappuntoB.Figliuolo,Ilterremoto,cit.,p.9ep.20.Dubbisul crolloesuldanneg- giamentodelcampanilediS.Chiaraaseguitodelterremotodel1456, erano giàstatiavanzati daG.dell'Aja,Ilrestaurodella basilica diS.ChiarainNapoli, Napoli1980,p.348, che appuntosottolineacomenessunadelle fontinoteriferiscadelcrollo.(19)
Un
primoesamedelle fontiiconografiche concernentiilcampanilefutentatodaT.M.Gallino,Il campanile,cit.,p. 12,limitatamenteallaTavola StrozziedallapiantaLafrery, chesecondolostudiosoavrebberodocumentatolecondizionidelcampanilesuccessivamente alcrollodel1456.Richiamò invecel'attenzione sullapiantavan Stinemolen, ildell'Aia,Il
restauro, cit., p. 350. Nella pianta Lafrery, il campanile è ridottoad un corpodi fabbrica costituitoprobabilmentedal toro e dallaprima cellaconfinestre,chefanno insostanza un
tuttounicoedindistinto,daunaporzionedisecondacellaprivadiaperture, edaunacopertu- rapiramidale aspioventiconparafulmine, ocrocepostaall'apice.Nella piantavanStinemolen,
il toro e laprima cella,formano nuovamente un tutt'uno,mentrealla base,asinistra della portamaggioredellacintamuraria,sembrapossibile identificareunaporticinad'accesso epiù in alto èpostaunabifora;lasecondacellapresenta invecedue grandi finestroni, mentrealdi sopradella stessa,sinota unterzoordinediminori dimensioni,sulcui prospettovisibile,si
apronoduefinestrinicircolari,laddovemancaognitracciadeltettodicopertura. Lasostan- zialescarsa attendibilità dientrambelefonti iconografiche, èconfermatadallarappresenta-
la
zionesolo parziale evisibilmentedeformatadei chiostri e delcorpodellabasilica,notevolmen-
teridotta inestensioneedinaltezza,soprattuttonellapiantavanStinemolen.
(20) V.d'Auria,IlcampanilediS.Chiara,inNapolinobilissima, 1894,p.7-8;A. de Rinaldis,Santa Chiara,di.,p.23.
(21)Inparticolareilpagamentodel15ottobre1597, segnalatodalà'Addosio,sulquale
E
Strazzullo,Scultori, cit.,p. 28ep. 36nota 20,con ulteriorinotizieanche documentarie
sull'attività dell'Avellone a Napoli.
(22)Pubblicatoda
E
Strazzullo,Scultori,cit.,p.27-28,e trattodalprotocollo delnotaio Andread'Angelo.(23)
E
Strazzullo,Scultori,cit.,p.27;G.dell'Aja,Ilrestauro,cit.,p.353.(24)G.dell'Aja,Ilrestauro,cit.,p.353, laddove corrisponderebbero inveceledimensio- ni dei
marmi
afacciavista della basee dellaprimacella; talicircostanzepotrebberoservirea dimostrarelaparzialitàdell'intervento delMarasi.(25)Risalenteallasecondametàdel sec. X,distrutta nel1943 dai tedeschi, esiveda in propositoS.Aurigemma,A. deSantis,Gaeta, Formia,Minturno,
Roma
1979,p.41e 66, e fig.XXXIII
a.(26) Sipuòipotizzarechesitrattassedimaterialeoggettodi acquisti precedenti, ovvero deirestidiunprecedentedissesto delcampanile;nonsitrattaperaltrocertamentedellepietre cavate daicortiliil26.9.1603,sullequaliG.dell'Aja,Ilrestauro,cit.,p.353.
(27)CosìA. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p.23.
(28)
Come
siricava dalCompromessotraCostantinoMarasieglieredi diMarioMarasi, del10 dicembre1607,riportatodaE
Strazzullo,Scultori,cit.,p.33.(29)C. d'Engenio,Napolisacra,cit.,p.235;B.deDominici, Vite de'Pittori,Scultori edArchitettinapoletani,Napoli1747,voi.I,p.48, cheattribuisceilprogettodelcampanile
alfantomaticoMasuccioIL
(30)G.Jovino,
La
chiesa eilchiostromaiolicatodiS.ChiarainNapoli, Napoli1983, p.127.In senso contrario A.Venditti,Architetturaedurbanisticaangioina,inA.V.,Sto- riadiNapoli,voi. Ili,Napoli1969,p. 778, osserva chelacircostanzadelposizionamentodel vano della cassa armonicaaldisottodell'ultima cella, e della collocazione del cupolinodi risonanzaalcentrodallastrico solaio,ed inprecisacorrispondenzadegliorifizicircolaridei soffittidellecellesottostanti,dimostrerebbe chein realtàilcampanilenonfulasciatoincom- pletonel secoloXVII.(31)Sullevicendeguerreschealcentrodellequali fuilcampanile,sivedaB.Croce,
Un
angolodiNapoli,inStorie eleggendenapoletane,Milano1990,p.18-19.
19
(32)Archiviodi stato diNapoli,Monasteri Soppressi, voi.2704,f. 7v,segnalato da G.
dell'Aja, Il restauro, cit., p. 360. Sul tettoera posta, alculmine una croca; il dell'Aja, e prima diluiT.M.Gallino, Ilcampanile, cit.,p. 10, nota13, ipotizza che lacopertura in questioneconsistesse in
un
parallelepipedoottagonale sormontato da unapiramide,ma
si trattaappuntodiuna meraipotesinonsuffragatada alcundatodocumentariooiconografico.(33)A. Baratta, Fidelissimae UrbisNeapolitanae curri
omnibus
viis accurataetnova
delineatio, (1629)ed.acuradiC. deSeta,Napoli1986,n. 107,p.23.Non
puòesclu- dersi, ovviamente, che questa copertura sia andata distrutta proprio in occasione dei cannoneggiamentidel1701,ovvero successivamente,ecomunquesiarimastainopera tanto pocoda nonlasciare traccia nell'iconografianotadellabasilica.(34)
E
siveda inpropositoA. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p. 19,ilqualeritieneche ancheicampanilidi S. Lorenzoe diS.Domenico,fossero in originestaccatidalcorpodelle rispettive chiese,anchesesenza dubbio,noneranodeltuttoisolatidallestesse,comeinvece accade perS.Chiara.(35) GliStatuta Capituli generalisNarbonensis(1260),prescrivevano checampanilia etiam
ad modum
turrisdecaeteronusquam
fiant,vietandoquindi propriotorricampanarie comequelladiS.Chiara.Lalegislazioneediliziafrancescanarisultavaperaltromenorestrittivae rigorosa di quellacontemporaneadell'ordine dei Predicatori,edinfatti, leCostituzioni diNarbona consentivano in lineageneraleaiMinistriProvinciali di autorizzare eventuali costruzioni in derogaalledisposizioniedilizie,esivedainproposito,G.Villetti,Legislazionee prassiedili- zia degli ordini mendicanti nei secoliXII e XIV, inA.V., Francescod'Assisi, chiese e conventi,Milano1982,p.27, eH.Thode, Francescod'Assisieleoriginidell'artedelRina- scimentoinItalia,(1885),acuradiL. Bellosi,Roma
1993,p.243-244,ep.503nota5.(36)A. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p.21-23;T.M. Gallino,Ilcampanile,cit.,p.6 ep.14;A.Venditti,Architettura,cit.,p. 778;F.Strazzullo,Scultori,cit.,p.27.
(37)Sul presuppostodelmancatocrollodelcampanilenel 1456,sipuò ipotizzarechei
lavoridiadattamento inquestione venneroeseguitisempre nel secoloXV,
ma
in un'altra occasione,ovvero nelCinquecento: in taleultimo senso A. Venditti,Architettura,cit.,p.778, che dataappuntolacornicesullaqualesiimpostalasecondacella, alsec.XVI.
(38)T.M. Gallino,Ilcampanile,cit.,p.14;A.Venditti,Architettura,cit.,p.778, data lasecondacellaametàdelCinquecentoe la terzaalSeicento,entrocomunqueil1620.
(39)N. Montella,IlcampanilediS.Chiara,in
Rimembranze
storicheedartistiche dellacittàdiNapoli,pubblicate per curadiD.delRe,Napoli1846,p.158ss.,fondalasua opinionesullacircostanzacheilvanodellefinestre della terzacellanonè identico a quelli delle aperturedellealtredue(traloroidentici),echelascalaachiocciolache portaal tetto,cambia diallineamento proprioalpassaggiodallasecondaallaterzacella.IlMontella,riteneva inol- tre che idadidelle finestre della prima cellacostituissero in origine lebasi diappoggio di statuepoiandateperdute,esivedaIIcampanile,cit.,p.157.20