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Quaderni di antichità napoletane. (n.i) MARIO GAGLIONE IL CAMPANILE S. CHIARA IN NAPOLI NAPOLI 1998

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(1)

Quaderni di antichità napoletane (n.i)

MARIO GAGLIONE

IL CAMPANILE

DI

S. CHIARA IN NAPOLI

NAPOLI 1998

(2)

Dello stesso autore:

ScultureminoridelTrecento conservateinS.Chiara a Napoliedaltristudi,

Napoli1995;

Nuovistudisulla basilicadiS.Chiara a Napoli, Napoli1996;

Manomissionisettecenteschedeisepolcriangioiniin S.Chiara aNapoliedaltristudi,

Napoli1996;

Manomissioni settecentesche dei sepolcriangioini nel presbiteriodiS.ChiaraaNapoli,in"DialoghidiStoria dell'Arte",numeri4/5,dicembre 1997,p.144ss.

(3)

Sentoildoverediringraziareil SoprintendenteaiBeni Ambientalied ArchitettonicidiNapolie provincia, archi- tettoGiuseppe

Zampino

edildirettoredel recenti lavori di restauro ingegnere

Antonio Lombardi

peravermiconsen-

titol'accessoalla torrecampanaria.

Un

ringraziamentoparticolaredevoanche,

come

also- lito,

ad Emma

Barbatoper

V

insostituibileaiuto prestatomi in questaedin altreoccasionidistudio.

Napoli,ottobre

1998 M.G.

(4)

Profilo storico

La

fonteletteraria

più

antica

che

fornisca notizie del

campanile angioino

di

Santa

Chiara, dev'esseresenz'altro individuatanella CronacadiPartenone, risalentealsecolo

XIV

(1),

che

nel capitolo12dellaterza parte,precisaquel

che

segue:

In de lomesedelaIncarnazione

MCCCXXVIII

delo

mese

de iennaro, dal

primo fundamento s'incomenza

a fabricare lo

campanaro

dello Santo

Corpo

di Cristo e ndefo fatta la terzia parte,secundoche appare, loquale, se fossecompleto,sarriadele

piùbelletorred'Italia.Etinquesto

medesmo annofo

scomputala fabrica di coprirede

piumbo

laditta ecclesiadeloSanto

Corpo

di Cristo,dettaSantaChiara.Innelafortellezza di Belloforte edelo monasterio diSantoMartino, che stasopra Napolidovesidice Sant'Eramo,fo fatta indeloditto

anno una

grande campana,la qualese dicecheèlamagioredituttaItalia.

Secondo

questa

testimonianza pressoché coeva

quindi,ilavoridi costru- zione del

campanile

iniziarononel

mese

di

gennaio

del 1328,

ma

siinterrup-

pero ben

presto, giuntialla"terziaparte" dellatorre.Altrefontiletterarie,

qua-

li il Chronicon Siculum (2), e la Cronacadi Napolidi

Notar Giacomo

(3), indicano invece

quale

datad'avvio deilavori

non

il 1328,bensìil1338:

anche

gliunici

documenti

angioininoti, relativia

pagamenti per

ilavori dicostruzionedel

campanile,

risalgono ai

primi mesi

del

1338

(4).

La discordanza

tra le fonti

appena

esaminate,è stataspiegatain

genere

in

maniera

piuttostosalomonica:

sièinfattiritenuto

che

ilavori,iniziatieffettivamentenel 1328, in

accordo con quanto

riferitodalla

Cronaca

diPartenope, sarebbero durati

ancora

nel 1338,

secondo quanto

precisato dallealtrefontiletterariee

documentarie

(5),

anche

se

non

è

mancato

chi,

prendendo

in

considerazione

le datedi fusionedelle

campane più

antiche,e cioèil

1324 ed

il1327,

ha

ipotizzato

che

ilavoristessi sarebbero iniziati

comunque antecedentemente

al

1328

(6). In realtà la data riportata

da

diversi manoscritti della

Cronaca

di Partenope, e ripresa dalle successive edizionia

stampa,

èquasi

certamente

frutto di

un

errore ditrascri-

zione

e

deve

leggersi

non

1328,bensì proprio 1338.

La Cronaca

ci

informa

di

(5)

altri

avvenimenti

verificatisinello

anno

in cui iniziaronoilavoridel

campa-

nile,

ed

in particolare, fornisce notizia dellacostruzionedi

una monumentale campana

destinata al Castello di S.

Elmo,

il Bellofortedel

passo poco sopra

riportato: orbene,

documenti

angioini risalenti agli inizi del

1338

<7), testimo-

niano

dei

pagamenti

eseguiti

per

lafusionedi

una grande campana

destinata

appunto

alCastellodiS.

Elmo,

circostanza

questa che conferma come Tanno

effettivodiriferimentodellanarrazionedella

Cronaca, non possa che

essere

il1338, e

non

il1328.

A

ciòsi

aggiunga che

ilcapitolo della

Cronaca

contenen- te le notizie riguardanti il

campanile

di

Santa

Chiara,

segue

nell'ordine di esposizione quelloriguardante l'apparizionedi

una cometa

nel luglio del

1337

(cap. 11),e

precede

quello

che

riferiscedi

una grave

carestia neglianni 1338-

1339

(cap. 14) (8), nel rispetto dellaprogressione cronologicadegli eventi nar- ratiapartiredal

primo

capitolo di

questa

terzasezionedella

Cronaca

<9),pro- gressione

che

viceversa subirebbe

una

inspiegabile cesura dall'inserimento della notizia

concernente

ilavoridel1328.

Occorre

altresìtenercontodel fat- to

che almeno uno

deicodici antichi della

Cronaca,

riportavanel

luogo

citato, l'indicazionedell'anno1338,invecediquella del1328,

che sembra

siapreval- sa nellatradizionemanoscritta(10).

La

correzionedella

data

in1338, consenti-

rebbe quindi

di portare a

concordanza

le notizie riferitedalla Cronaca,

con

quelletrasmesseci dallealtre fonti letterarieetroverebbeulteriore

conferma

neirari

documenti

notiriguardanti il

campanile

erisalenti

appunto

al 1338.

Attesaeristabilita la

concordanza

dellefonti,

non sembra

possibile accet- tarel'ipotesidi

una

diversadatadi

avvio

deilavoridel

campanile

sulla

base

della circostanza

che

le

due campane più

antiche

furono

fuse

comunque antecedentemente

al 1328, e

precisamente

nel

1324

e nel 1327:

molto

proba-

bilmente

infatti, queste

campane furono

poste in

opera non

sul campanile,

ma su

di

una

strutturaprovvisoriadilegno,

che

era

ancora

inpiedi nel 1418,

quando una

delle

campane

di

epoca angioina

sulla stessa

montata,

futrasfe- ritasul

campanile

definitivo in

muratura

(11).

Tralediversenotiziefornitecidalla

Cronaca

diPartenope, particolarmen- te

importante

è quella

concernente

l'avvenuta interruzione deilavori di co- struzione del

campanile

alla

sua

terzia parte, e cioè verosimilmente,

ad un

terzo di

quanto

progettato: la circostanza è

comunque confermata da

altre fonti

documentarie

eletterariesuccessive(12).

Le

ragionidell'interruzione fu-

rono

individuatenella

sopravvenuta morte

di re

Roberto

nel 1343, e quindi implicitamentenelvenir

meno

deifinanziamenti(13).Sulla

base

diqueste con- corditestimonianze,

sembra

possibilerespingerel'ipotesi

avanzata

in

tempi

moderni,

dell'avvenuto

completamento

del

campanile

giàai

tempi

di re

Ro-

berto, ipotesiperaltrofragilmente

fondata

solosull'opinabileconsiderazione

(6)

che non avrebbe avuto

altrimenti

senso

collocare le iscrizioni dedicatorie trecentesche

su

di

un campanile

rimasto

incompleto

(14).Accertato

quindi che

il

campanile non

fu portato a

termine

in

epoca

angioina,risulta

comunque estremamente

difficileprecisarnel'originarioaspetto, sulla

base

delleesigue notizie disponibili,

che

si

riducono

a

ben

vedere, soloa

quanto

ci precisala

Cronaca,

seguita daglistoricisuccessivi(15).

Qualche

ulterioreinterventosulle strutture del

campanile può immaginarsi

intornoal1418,

poiché

il

20 maggio

di quell'anno fu sistematasul

campanile

delemarmore, la

campana angioina

finoaquel

momento

collocata sul

campanile

ligneo,

come sopra

riferito(16),

si

possono

escludere

con

certezzalavori successivi,

benché non documentati.

E'opinione

diffusa(17)

comunque, che

il

campanile sarebbe

rovinatoalsuolo a seguito del violento

terremoto

del

dicembre

1456,

ma

di tale crollo tacciono del tutto le fonti

diplomatiche

coeve, piuttosto precise peraltro, nel riferire dei

danni

subiti daglialtriedificicittadini(18):

risultati migliori

ha

portato lo studio delle

testimonianze

iconografiche,

ed

in particolare delle Piante di Napolidel Lafrery (1566) edelvatiStinemolen(1582),

che

anzitutto

non

posso-

no

consentire

alcuna

ipotesisullo statodel

campanile, prima o dopo

il1456,e

che

inoltre

documentano

in

un

ristrettoarcodi anni,

due

situazioni costruttive della torretantodiverse,

da

ingenerare fondati

dubbi

sulla fedeltàdell'una

o

dell'altra,all'oggetto rappresentato(19).

Sul finiredel

Cinquecento, ad ogni modo,

lefontiletterarieequelle

docu- mentarie

testimoniano'

con

certezzal'avviodeilavoridi ripristino erestauro del campanile:

un primo documento

risale al

23

ottobredel 1595, eriguarda la

commissione

di

una fune

di

canapa

ritorta occorrente

per

il

sollevamento

dei

marmi

necessari alla fabbrica del

campanile

(20). Il progetto di restauro- ricostruzione,fuaffidato all'ingegnerCostantino Avellone,

come confermano

altri

documenti

coevi(21),

mentre

l'esecuzionedella

decorazione marmorea

fu

commissionata

a

Mario

Matusi,

come

testimoniato dal capitolato dei lavori del

22 gennaio 1596

(22),

documento questo certamente

importante,

ma che

lascia

purtroppo comunque

irrisolti i

maggiori

quesiti relativi alla corretta ricostruzione delle fasi dei lavori del

campanile. Secondo

l'interpretazione corrente(23),il citatocapitolato

riguarderebbe esclusivamente

ilavori dideco- razione

marmorea

dell'intero

campanile,

e

non anche

interventi strutturali concernenti l'opera

muraria

dello stesso, tuttavia, il

documento

si riferisce

espressamente

proprioailavori di costruzionedelcampanile,

ma

limitatamente allafacciataprospettante sullaattualeviaB. Croce, ecioèdallapartedellavia pubblica che

guarda

lachiesa di St.aMarta.Il

documento

inoltreprecisa

anche

le

dimensioni

del materialelapideo occorrenteai lavori,

dimensioni che

sulla

base

di

una

verifica diretta

non corrisponderebbero

a quelle delle lesene in

(7)

opera

nella

seconda

enellaterzacella(24),

ed

al

contempo

indica

quale

princi- pale fontedi

appro wiggionamento

delmaterialestesso,iltorrioneappresso il

portodelGarigliano,ecioè,

molto

probabilmente,la distrutta TorreàiPandolfo Capodiferro,presso

Minturno

(25).Infine,ultima questioneirrisolta,ilcapitolato fa riferimento a delle pietre le qualial presentesono ne li cortigli, e cioè a del materiale

da

costruzione conservato,già

prima

del1596, neicortilidel

mona-

sterodel

quale non

è affatto

nota

la

provenienza

(26).Incerta

rimane

ladatadel

completamento

deilavoricuisiriferisceilcapitolato:data ipoteticamentente indicata nel 1604,

probabilmente

sulla

base

dellaconstatazione

che

proprioin quell'anno

furono

rifuse

alcune

delle

campane

antichedi S.

Chiara

(27),

men-

tre, al contrario, è certo

che ancora

nel

dicembre

del 1607,

non erano

stati

completati ilavori di

una

delle balaustre delle finestre(28).

Cesare

d'Engenio,

che pubblicava

laNapoliSacra nel 1623,

osservava che

aisuoi

tempi

il

campa-

nile,

ancora

si

andava

riducendoafine,

mentre

oltre

un

secolo

dopo, Bernardo

De Dominici ne

dichiarava l'incompletezza,

immaginando

nelle intenzioni del progettista, la realizzazione di

due

celle ulteriori,

mai però

costruite in concreto(29).

Nel suo

statoattuale

comunque,

il

campanile

presentaicornicioni di

coronamento

dell'ultimacella

ampiamente frammentari,

circostanzaque- stache,

insieme

alla

brusca

interruzionedellascalaachiocciola interna,pro- prio al livello del tetto,

dimostrerebbe appunto

il

mancato completamento

dei lavori di ripristino(30),

anche

se ineffetti,

non può

escludersi

che

icornicioni siano stati

parzialmente

distrutti,

o

in occasione dei tumulti del 1647-1648,

quando

le milizie

spagnole sistemarono

sul

campanile

le proprieartiglierie

per domare

larivoltadi

Masaniello

ovvero,e

più

verosimilmente,inoccasio-

ne

della

congiura

di

Macchia

del 1701,

quando

il

campanile, ove

si

erano

asserragliatiicongiurati,fubattutodalleartiglierie

spagnole

collocateapiaz- za del

Gesù

(31): isegni di questi

cannoneggiamenti possono appunto

notarsi sulla facciata della torreorientataversolapiazza.

Non

èaltresìrimastaalcu-

na

tracciadeltettoligneo ricopertodi

piombo

del

campanile,

cui

accenna un documento

deiregistribadessali conservatipresso l'ArchiviodiStato di

Na-

poli, relativo alavorieseguiti tra il

1697 ed

il

1699

(32),

certamente

realizzato peraltro

dopo

il1629,

poiché

laPiantadiNapoli delBaratta,aquell'anno risa- lente, ci

mostra

latorrepriva del tutto dicopertura (33).

Il

campanile nel suo stato attuale

Separato

dal

corpo

della basilica, in

conformità ad una tradizione

architettonica

altomedievale

italiana(34),asinistra

guardando

il

grande

edifi- cio sacro, e

proprio

sullo spigolo della

murazione

monasteriale, si erge il

(8)

campanile

di

Santa

Chiara, simile

per

aspetto

complessivo ad una

torre di difesa(35). Dell'originario

campanile

trecentesco resterebbero il

basamento

in grossi blocchi di piperno,

marmo

e travertino del Tifata,

probabilmente

in

massima

partedispoglio,

ed alcune

tracce all'interno della

prima

cella,

ed

in particolarequattropilastriangolari,daiquali

dovevano

spiccarele

nervature

della

perduta

voltaacrociera, e quattrobasi,

una

per ciascuna finestra,

che dovevano

accoglierelecolonnette

mediane

delle antichebifore(36).

La prima

cella subì in

epoca non

precisabile

con

certezza (37),

modifiche ed

interventi piuttosto rilevanti: allavolta acrociera fu sostituita

una

voltaa scodella

su

lunettea

pieno

centro,lefinestrebifore

vennero

adattatea

monofore

corona- te

da

arco atuttosesto in

luogo

diquello ogivaleoriginario.

Due nuove

celle

furono aggiunte

allaprima: la

seconda

inordinedorico,e laterza inordine jonico, caratterizzate

entrambe da paramenti murari

di

mattoni

posti a facciavista, intercalati

da

cornicie lesene di

marmo. Le due

celle

sono

state

variamente

datate:

secondo una prima

opinione, il

piano

doricorisalirebbe alla finedel

Cinquecento, mentre

quellojonicoalSeicento(38),

secondo

un'al- tra ipotesi,invece,il

piano

jonico

dovrebbe

esseredatatoallafinedel

Cinque-

cento,

mentre

la

prima

ela

seconda

cellaritenute

opera

dello stessoarchitet- to, sarebbero di

epoca precedente

(39),

la questione

può purtroppo

essere risolta alla luce dello scarno testo del capitolato del 1596.

Al

di sotto della fascia

marcapiano

tra la

seconda

e laterzacella, è collocata

una

trabeazione

marmorea

articolata intriglifi e

metope con

bassorilievi raffiguranti le

due

bracciaincrociate,

emblema

dell'ordine francescano,e

numerosi

oggettilitur- gici, quali incensieri in

forma

di navicelle,

ampolline

per l'acqua

ed

il

vino

della

Santa Messa

e candelieriincrociati,

che richiamano

direttamentel'ana- loga

decorazione

della trabeazione del Tempietto di

San

Pietro in

Montorio

a

Roma

(1508/9, 1512) anch'esso

convento

dell'ordine francescano (40).

La

co-

municazione

tra lecelle, è assicurata

da una

stretta scala a chiocciola

che

si

sviluppa

all'interno di

uno

degli spigolidel

campanile

(41)e

che conduce

infi-

ne

al lastrico solaio, al centro del quale,

ed

in

corrispondenza

di altrettante aperture circolari, ricavate

pure

al centro dei soffitti di ciascuna delle celle inferiori,èposto

un cupolino

a

base

cilindricache,

insieme

allacassadiriso-

nanza

realizzataaldi sottodel

pavimento

dellaterzacella,

doveva

garantire laperfettaacusticadel

campanile.

Le iscrizioni

Tral'apicedel torodel

campanile

ela

base

della

prima

cella,

sono murate

letavolerecantile iscrizioni

angioine

relativealla

fondazione

della basilicae

(9)

del

complesso

monastico.

Le grandi

lettere gotiche

furono profondamente

intagliateinlastre di

marmo

dal

tenue

colorerosa, e

colmate

di

mosaico

in piccoli tasselli di pasta vitrea scura, allo

scopo

di far risaltare le stesse sul fondo. Tasselli

musivi

in fogliad'oro entro

una

cornicein tesserenere riem-

piono

invecelecrocette,isignacrucisdifoggia

altomedievale che precedono

le quattro iscrizioni,

mentre

i superstiti scudetti gotici

non conservano più alcuna

tracciadell'eventualeriempitura

musiva

(42).

Le

iscrizionicelebranola

fondazione

di S.

Chiara ad opera

di

Roberto

e Sancia, e l'inizio dei relativi lavorinel 1310,la

solenne

concessionedelle

indulgenze

abeneficiodeivisita- torinel 1330,

ed

infinela

dedicazione

ufficialedel

tempio

nel 1340. Sia

che

si

proceda

in

senso

orario

che

all'inverso,

partendo da

quellarelativaalla fon-

dazione

nel 1310, si noterà

che

le iscrizioni

non

si

susseguono

nell'ordine logico-cronologico, circostanza

questa che secondo

alcuni

potrebbe

essere spiegata

da un

errato

rimontaggio

inoccasionediimprecisatilavoridirifaci-

mento

della torre(43).

Ad ogni modo

ritrascriviamo di seguito il testo delle iscrizioni

secondo

l'ordinecronologico:

a) iscrizionedellatosud:

+ILLVSTira.aARVS.ROB

PRELVCENS^ARDINE.MORVM./CLARI.CONSORTES.VIRTVTVM.

MVNERE.FORTES.VIRGINIS.HOC.CLARE.TEMPLVM.STRVXERE.

BEATE./POSTEA.DOTARVNT.DONIS.MVLTISQVE.BEARVNT.

VIVANT.CONTENTE.DOMINE.FR(ATR)ESQ(VE).MINORES.SANTA.

CVM. VITA/ VIRTVTIBVS.ET.REDIMITA. ANNO. MILLENO.

CENTENO.TER.SOCIATO.DENO.FVNDARE.TEMPLVM.CEPERE.

MAG(IST)RL

b) iscrizionedellato ovest:

+ANNO.MILLENO.TERDENO.CONSOCIATO.ETTRICENTENO.

QVO.XPVS.NOS.REPARAVIT.ET.GENVS.HVMANV/COLLAPSVM.

SE.REVOCAVITELEVSES.

(44)

CVNTAS.CONCESSITPAPAIOHANNES.

VIRGINIS.HVIC.CLARE/TEMPLO.VIRTVTE. COLENDO.

OBTINVIT.MVNDO.TOTO.

(45)

QVAS.ORDO.MINORVM.SI.VOS.

SANTORVM.CVPITIS.VITAMQVE.PIORVM/HVC.O.CREDENTES.

VENIATIS.AD.HAS.REVERENTES.DICITE.QVOD.GENTES.HOC.

CREDANT.QVESO.LEGENTES.

e)iscrizionedellatoest:

+

ANNO. SVB. DOMINI. MILLENO. VIRGINE. NATI.

TRICENTENO.CONIVNCTO.CVM.QVADRAGENO/OCTAVO.

10

(10)

CVRSV.CVRRENS.INDICTIO.STABAT.PRELATI.MVLTI.

SACRARVNT.HIC.NVMERATF

46)

/G.PIVS.SACRAT.BRVNDVSI.

METROPOLITA.R.Q.BARI.PRESVL.B.SACRAT.ET.IPSE.TRANESIS.L.

DEDIT^MALFA/DIGNV.DAT.CONSIA.PETRVAIRQ.MARIS.

CASTRV.VICVSJ.G.DATQVE.MILETV.G.DAT.BOYANV.MVRV.FERT.

N.VENERANDV.

d) iscrizionedellatonord:

+REX.ET.REGINA.STANT.HIC.MVLTIS.SOCIATI.VNGARIE.

REGIS.GENEROSA.STIRPE.CREATVS./CONSPICIT.ANDREAS.

CALABRORVM.DVX.VENERATVS.DVX. PIA. DVX. MAGNA.

CONSORS.PWICQ.IOANNA/NEPTIS.REGALIS.SOCIAI^ROR.jPA.

MARIA. ILLVSTRIS.PRINCEPS.ROBERTVS.ET.IPE.TARETI.

IP(S)EQ(VE)

PHVS.FRATER.VVLTV/REVENTI.HOC.DVX.DVRACI.

KAROLVS.SPECTAT.REVEREDVS.SV(N)TQ(VE).LODOVICVS.ET.

IPSE.ROBERTVS.

(47)

Nell'ordine,la

traduzione

delleiscrizioni èlaseguente:

a) L'illustre efamosoRoberto, redi Sicilia, e la regina Sancia, risplendente per elevatezzadicostumi, coniugibennotiedegnidi rispettoper

dono

di virtù, eressero questotempio(dedicato)allavergine Chiara, edinseguitolodotaronoelomagnifica- rono di molti doni;di ciò soddisfatte vivano le signore

monache

ed ifrati minori, conducendo

una

vitasantaecoronatadavirtù.Nell'anno1310,imaestriiniziarono aderigereil tempiodallefondamenta.

b)

NelVanno 1330

daquello in cuiCristo ciha redento,edha ricondotto a seil

genere

umano

caduto(nelpeccato),papaGiovanniconcesse tuttele indulgenzeche l'Ordine dei (frati)

Minori

aveva ottenuto nel resto del

mondo,

a (questo) tempio della vergine Chiara, venerabile pervirtù;ocredenti, sedesiderate (imitare) la vita deisanti e deipii (occorreche) veniate a questo tempio conreverenza, perfruire di quelleindulgenze,evoicheleggete (queste parole), è necessariochenediffondiateil

contenutoperchélegentipossanosapere.

e)Nell'anno

1340

daquello della nascita delSignoredallaVergineMaria,corren- do l'ottava indizione,

un gran numero

di prelati,qui diseguitoricordati, consacrò (questo tempio):ilpio G.,metropolitadiBrindisi, eR. presuledi Bari, e B. di Troni, AmalfidiedeL. e

Gonza

il

degno

Pietro,CastellammareP.e Vico L,MiletooffreG. e G. Boiano,

Muro

fornisceilvenerabile

N.

d) Il re e la regina sono quipresenti (alla cerimonia) insieme a molti altri: vi assiste

Andrea

ducadiCalabria,natodall'illustrestirpedel red'Ungheria,ducamolto ossequiato, epure suamoglie, lapiaedeccellenteduchessa Giovanna,nipote delre,

cuisi

accompagnano

lasorellaMaria,l'illustrissimoprincipeRobertoed ilprincipe

11

(11)

diTarantoFilippo suofratello, dal rispettabilecontegno, edancora vi assisteCarlo ducadiDurazzo,degnodiognirispetto,esonoaltresìpresentiLudovicoeRoberto.

Come sopra

osservato, leiscrizionidel

campanile

precisanolecoordinate temporali essenziali della storia delle origini del

complesso

francescano: la

fondazione

(1310), la

concessione

delle

indulgenze

(1330), e la

dedicazione solenne

(1340).

Benché

iltestodelleiscrizioni

venga

riportato

con

sostanziale fedeltà dai

maggiori

storici napoletani del Seicento, quali il

Summonte,

il

d'Engenio ed

il

de

Lellis, si è tuttavia diffusa in

modo

piuttosto singolare l'erronea notizia

secondo

la

quale una

delleiscrizionidel

campanile

farebbe espresso riferimentoalla

data

dellacoperturadi

piombo

deltettodellabasili- ca,equindidiconclusione deilavoridell'edificio,indicandolanel

1328 m

. In realtà,

come

siè già

ampiamente

osservato

poco

sopra,lanotizia ciè fornita dalla

Cronaca

diPartenope, eladataindicata dev'esserecorrettain 1338.

Le

origini di questa infondata asserzione

non sono ben

chiare: il

de

Lellis (49),

nella

sua manoscritta Aggiunta

alla

Napoli

Sacra, attribuisce l'errore al d'Engenio, elo

corregge indicando

nella

Cronaca

lafonteeffettiva,

ma

a vo- lerleggereil

luogo

incriminato

non

sitroveràtraccia del pretesosvarionedi quest'ultimo autore, il

quale

scrive "nel

1328

fu la chiesa compita dicoprir di piombo, e nel

1330

papa Gio.

XXL

(in realtà XXII) concedè tutte l'indulgenze, e gratie, che

godono

iFrati

Minori

di

San

Francescopertutt'il

mondo, come

silegge ne'versi,chesononellostessocampanile,nellapartecheriguarda Occidente,iquali dicono... (segueiltesto dell'iscrizione)",

un

equivoco,

dunque,

tutto

fondato su

di

una

lettura capziosa del

passo

e giuocato sulforzato riferimento della notizia dellacopertura del

1328 ad una

delleiscrizionidel

campanile,

e preci-

samente

a quellarelativaalle

indulgenze

del 1330.

La

scorrettainterpretazio-

ne doveva comunque

essere piuttostodiffusa,

ed

èinfattipassata acriticamente nelle

opere

storiche successive,

mentre

la "correzione" del

de

Lellis è stata

ben

prestodimenticata(50).

Nelle

strutture

murarie

della torre

campanaria sono

inseriti blocchi di

marmo

reimpiegatirecanti

frammenti

diiscrizionidi

forma

e

dimensioni

del tuttosimiliaquelledelleiscrizionidedicatorie

appena

esaminate. In partico- lare all'interno della

prima

cella della torre

campanaria,

capovolti,

sono

osservabili

due

blocchi

ove

risultano inciseleparole

VIRTVTEM

(51)e

MPLO,

mentre

all'esterno dellastessa cella, dal lato

che

prospetta

su

via S.Chiara, presso il finestrone,

può

vedersi, altresìcapovolta,la parola

OLENDO

(52). In

tuttietreicasi,leletteregotiche

profondamente

incise,

non presentano

ise- gni di

un

allestimento

per

il

riempimento musivo. Secondo

la

comune

opi- nione, questi

frammenti

sarebbero gliunici superstiti di ulteriori iscrizioni,

che dovevano

essere collocate sullo stesso campanile,

più

in alto, e

che

in

12

(12)

seguito

andarono perdute

(53),

frammenti che

solosuccessivamente, sarebbero statireimpiegatinellacostruzione: in realtàle treparoline

formano un

verso di

una

delle iscrizioni dedicatorie

complete, ed

in particolare di quella del lato ovest,

ove

sidice

TEMPLO. VIRTVTE. COLENDO., che corrisponde

ap-

punto

ai

frammenti (TE)MPLO VIRTVTEM (C)OLENDO. Molto

probabil-

mente

leparoline altro

non sono che

iscrizionierrate

od

imprecise

per

inta- glio

o disposizione

delle lettere,

ovvero grammaticalmente

scorrette

(VIRTVTEM per VIRTVTE), che

di

conseguenza furono

scartate

ed impiegate

solo

come

materiale

da

costruzione(54).

Le campane

Le testimonianze

concernentile

campane

originarieangioine,

sono

tutte piuttosto tarde:

alcune

fonti(55),

ricordano

ai

tempi

di reRoberto,sul

campani-

leprovvisorio,

cinque campane,

altre (56)invece successivamente, solo quat-

tro,e cioè,

due grandi

sul

campanile

definitivo,

una

in sacrestia

ed una

nel refettorio(57):è

quindi

probabileche, delle

campane

antiche fuseai

tempi

della

fondazione

del

complesso

francescano,solo

due

venissero poicollocateeffet-

tivamente

sul

campanile

definitivo,

mentre

le altre

due vennero impiegate

altrove nelsacro

complesso

(58).

Controversa

è altresì la

datazione

delle

campane

stesse:

secondo

le iscri- zioni di

due

delle

campane attualmente

conservate, le stesse

furono

rifuse utilizzando il

bronzo

di

due più

antiche, risalentirispettivamente,

come

già precisato, al

1324 ed

al

1327

(59), viceversa ci è rimasta notizia di

pagamenti

relativi alle

campane

diS.

Chiara

sulfiniredel

1337

(60),

mentre

fonti letterarie posteriori, riferiscono dell'esistenza di

una

(61),

ovvero

di

due

(62),

campane

ri-

salential1326.

Le maggiori

notizie sulle

campane attualmente

in

opera

sul

campanile

ci

sono

stateconservatedalle iscrizioni(63)incise

su

ciascunadiesse,

ed

inparti- colare: la

campana

centrale fu fusa

impiegando

il

bronzo

di

una più

antica, risalente ai

tempi

di re

Roberto, su

iniziativa della

badessa suor

Teresa

Carmignano

e della "socia" Giulia

d'Aquino, ad opera

del fonditore Pietro

Giordano,

e

per

interessamento

pure

del procuratore del

monastero Marco Antonio

Attaffi,nel 1699; un'altra

campana,

dedicataallaVergine

Immacola-

ta

ed

aS.Chiara,voluta

da

Sancianel 1324, fufusa

per

decisionedella

badessa suor

Giulia Ladislao nel 1604, e rifusa nel 1750,

per

volere della

badessa

Cornelia

Narni

e di

suor

Delia Bonito;un'altra

campana

in

onore

dellaVergi-

ne Maria

e diS.Chiara,fufatta

fondere da suor

Teresa

Carmignano

,

ad opera

13

(13)

di Pietro

Giordano

nel 1699;un'altra

campana

del

1327 (ma

l'iscrizione per evidenteerrore materiale dice1227), fu rifusa sottoil

badessato

diGiulia

de Morra,

nel 1687,

ad opera

di "Prigipy" (forse Principio)

d'Amore,

regio fonditoreinNapoli;infine,

una campana

in

onore

diS.

Barbara

e della Vergi-

ne

Maria, fu fatta

fondere da suor

Giulia Ladislao, nel 1604,

insieme

a

due

altre,sottogliauspicidi

Giovan Lorenzo

Positano,procuratoredel

monaste-

ro.Propriosulla

base

diquest'ultimaiscrizione,siè

creduto

dipoterprecisa- real 1604,la dataincui le

campane

postein

opera

sul

campanile, passarono da due

a

cinque

(64).

14

(14)

NOTE

(1) Lepartipiù antiche della

Cronaca

risalgono senz'altroal periodotra il 1326ed il

1343;lasezione conclusiva,e cioèlaterza,puòesseredatataalperiodo durazzesco, intornoal 1380,esivedainpropositoA. Altamura,Storiadeltesto,premessaall'edizionecriticadella Cronaca, Napoli1974,p.26ss;conulteriori riferimenti; eperilbranoriprodotto neltesto, si veda ap. 140. Viceversa

E

Sabatini,Napoliangioina,culturaesocietà, Napoli,1975,p.

133ss.,datailnucleocentraledellaCronacastessa,intornoal1350,consuccessive integrazioni ed aggiunte, intervenutenelcorsodel secoloXV,ela sezione checiinteressa in particolare (cioèlaterza dellaCronacanell'edizioneAltamura,elaquartanellaricostruzionedella storia del testopropostadalMontieseguita dalSabatini)ad unperiodo comunquesuccessivoal 1382,eperunaefficacesintesi delleopinioniinpropositoe della letteraturaspecifica,siveda sempre

E

Sabatini,Culturaangioina,cit.,p. 133ss.,enota 309,p.266-267.

(2)Chronicon Siculum,edizione acuradiG. deBlasiis,Napoli1887,p.10.IlChronicon furedatto sul finire del Trecento,edinfattiriporta notizie storichechegiungonofino all'anno

1396.

(3)CronacadiNotar

Giacomo,

edizione a curadiP.Garzilli,Napoli1845,p.52(anno- tazione marginaleriportataallanota1).

La CronacarisaleagliinizidelCinquecento,esiveda inpropositoB.Capasso,

Le

fonti della storia delleprovincenapoletanedal568al1500,connotediO.Mastrojanni,Na-

poli1902,p. 187ss. epureS.Sosti,

La

CronicadiNapolidiNotar

Giacomo,

inNapoli nobilissima, 1994,p. 157ss.

(4)Ildocumentoprincipalerisaleal13 marzo1338,in quelladatasurichiesta diSancia, vennedispostoda Roberto il pagamentodi500 onceinsubsidiumconstructionisunius campanilisinmonasterioS.CorporisChristideNeapoli;ildocumentoviene segnalato anzituttodalbenemeritoMatteoCamera, Annalidelle

Due

Sicilie,Napoli1860,voi.II,p.

462,nonchéda C.MinieriRiccio,GenealogiadiCarloIId'Angiòre diNapoli,inArchi- vioStoricoperleProvinceNapoletane,1883,p.591eda R.Parisi,Catalogoragionato deilibri,registrie scrittureesistentinellasezioneanticao

prima

serie dell'Archivio Municipaledi Napoli, Napoli 1916,voi.Ili, p.37nota1.Erroneamentelostesso è stato talvoltariferito al1328,comead esempio daA.deRinaldis,Santa Chiara, Napoli1920,p.

22eda T.M. Gallino,Il campanilediSanta ChiarainNapoli in Annalidell'Istituto SuperiorediScienzee LettereS.Chiara,1949,p.5e6,enota7ivi(successivamente però nellamonografiaIIcomplesso

monumentale

diS.ChiarainNapoli,Napoli 1963,ilGallino

15

(15)

corresseladatain 1338,esivedaquest'operaap. 114). Sonocomunquenoti edocumentati sempreperVanno1338,almeno duealtripagamentiperilcampanileincorsodicostruzione:

uno il24marzo(100once),l'altroil15aprile(sempre100once), esivedainpropositoN.

Barone,

La

ratiothesaurariorumdella cancelleriaangioina,inArchivioStoricoperle

ProvinceNapoletane,1886,p.587-588, nota7.

(5)In talsenso

E

Strazzullo,Scultorie

marmorari

carraresia Napoli:iMarasi,in

Napolinobilissima, 1967,p.26-27;G.dell'Aja,Ilrestaurodella basilica diS.Chiarain Napoli, Napoli1980,p.347.

(6)CosìA.deRinaldis,S.Chiara,cit.,p.22;T.M. Gallino,Ilcampaniledì.,p. 5,edII

complesso,dì.,p. 114,

ma

inquest'ultimaopera,ilGallinosostiene che, sullabasedelledue datedellecampane,ladatazionedelcampanilesiaad ogni

modo

dafissareantecedentemente

al1338.

(7)Ildocumento,risalenteal2 gennaiodel1338, viene segnalatoda

C

MinieriRiccio,

Genealogia,cit.,p.204-205;lacampana,operadiBello eVemiodaVenezia,ediGiorgioda Siena,furealizzatatrailfebbraioedilgiugnodel1337,inCastelnuovo,poifutrasportata e postainopera a CastelS.Elmo;

un

ulteriorepagamentoè registratoil25febbraio dello stesso 1338,esivedainmeritoN.Barone,

La

ratiothesaurariorum,cit.,p.587.

(8)Ilcapitolo 13 della Cronaca, riferisceche "inquesto

medesimo anno de

la sesta indizione",e cioè nello stessoannocuisi riferisceilprecedentecapitolo 12 (ecioè il1338, tantopiùchelasestaindizioneèproprioquellaattinentea quest'anno,mentrenel1328corre- vaVundicesima), sarebberostateintavolate trattativecon isovrani aragonesiin meritoalla resìiìuzione dellaSiciliaagliangioini.

(9)Ilcapiioloprimocontienenotiziesueventiverificatisinel1325,gliultimiduecapitoli (il53edil54),invecesifermanoall'anno1382.

Ad

onordelveroperaltro,lacontinuità' ela progressione cronologicadeglieventiillustratidalla terzapartedellaCronaca,vengonointer- rottedalla notizia dellamorte diCarlodi Calabria (1328),fornita nel capitolo5, (egià in conclusione del 3)che però si inserisce tra icapitoli4 e6, relativi allavenuta a Napolidi Carobertod'Ungheriae diAndreasposopromessoa GiovannaI, nelsettembredel1333,ciò probabilmente perunainterpolazionevoltaasottolineareladelicatasituazioneverificatasia seguitodellamortedelduca, chenonlasciava eredimaschialtrono,sicchéalnonnoRoberto dovèsuccederelanipote,primogenitadiCarlo,GiovannaI.Sullevicendedeltestodellaterza partedellaCronaca,sivedaA.Altamura,Storiadeltesto,prepostaall'edizionecritica,cit., p.40-46.

(10)Ilcodice fu consultato daN. Barone,

La

ratio thesaurariorum,dì.,p.587-588, noia7,cheperònonneprecisòulìeriormenìecollocazione eprovenienza.Molìoprobabilmen- ieunaiieniosìudiodei codici supersiiìi della Cronaca,edin pariicolaredeiduepiùantichi risalential

XIV

secolo(ecioèilms.

ID14

dellaBiblioìecaNazionalediPalermo, edilms.Vai.

Lai.4601 dellaBibliotecaApostolica Vaticana)potrebbeconfermarela tesiespostanel testo;

suimanoscritti antichisuperstiti della Cronaca,siveda A.Altamura, nell'edizionecritica

16

(16)

dellaCronaca,cit.,pag. 13-25.Viceversa,secondoF.Sabatini,Culturaangioina,cit.,p.135,

ilcodicepalermitano,da considerarsicomunqueilpiù anticotra quelli superstiti,dovrebbe esseredatatoalsecoloXV.

(11) L.

Wadding, Annales Minorum

(1625-1654), Firenze 1932, voi VI, p. 202,

"quinqueingentes(scilicetcampanae)fudisse

Robertum

ettrabibusligneisimposuisse

dum

turrisaedifìcaretur,Chronicaneapolitana vetustarecenset";eDiurnali delduca diMonteleone,edizione a curadiN.F.Faraglia,Napoli1895,

pAep.

69,risalentiallametà delsec.XV, nelprimo passocitato (p. 4),siaccenna anchealladata d'inizio dei lavori del campaniledefinitivo,

ma

nonèbenchiaro sesifacciariferimentoal1333, ovveroall'epoca del matrimoniodiCarloIllustreducadi Calabria,conMariadi Valois,cheavvennenelmaggio del 1324. Le travi lignee cuiaccenna il Wadding, sulla scorta di unaantica e non meglio precisataCronacaNapoletana,eche costituivanoilcampanileprovvisorio,divengonoipoleri, peleriopilieridei qualiparlanoiDiurnali,eperlevariantisivedanol'edizionedeiDiurnali a cura di

M.

Manfredi, Bologna 1958(Rerum ItalicarumScriptores XXI,5), p. 6 ep. 96, nonchéiGiornalidiNapoli,inL.A. Muratori,

Rerum

ItalicarumScriptores,voi.XXI, Milano1732,p.1080.

(12)Tralefontidocumentarie,sisegnala soprattutto/Inventario dei beni monasteriali redattoda Antonio Sanfelicenel1508, che continuavalaseriedeisolenniinventarimonasteriali iniziatasiverosimilmenteconquello redatto dalnotaioBordoneGattoladiGaeta, pervolere di

GiovannaI, il6lugliodel1346,esivedainpropositoB.Spila,

Un monumento

diSancia, di.,p.278,doc.n.73.L'inventariodel1508, fu riassuntoda

W.K.H.

Schulz,

Denkmaeler

der

Kunst

desMittelaltersin unteritalien,Dresden1860,voi.Ili,p.60,ovesiprecisa del campanile:

"multum

nobile,incompletum, instructumlateribusmarmoreis".

Non

miè

purtroppoancora riuscito ditrovartraccia diquesta antica descrizionedellabasilica, trale superstiti carte delmonasteroconservateall'Archivio diStatodiNapoli, tuttaviaunacopia antica dellasezione dell'inventario relativoalle proprietà immobiliari del monastero ,può

leggersi nelvoi.2684delfondo MonasteriSoppressidell'Archivio diStatodiNapoli,aiff.89

ss.,eperlepreziose notizie dell'inventariostesso,concernentiilTesorodella Basilica, diligen- tementeriassuntedalloSchulz,siveda

M.

Gaglione,

Manomissioni

settecenteschedei sepolcriangioini in S.Chiara aNapolied altristudi,Napoli1996,p.31 ss.. Tralefonti letterarie sisegnalaanchelaCronacadiNotar

Giacomo,

cit.,p.52nota1,chedipendeperò conognievidenza direttamentedallaCronacadiPartenope.

(13) Sivedanoin particolareG.A.Summonte,Historiadella Città e

Regno

diNapoli, Napoli1748,voi.Ili,p.305, cheindicail1328quale datad'inizio dei lavori delcampanile;il

Summonte

compose l'opera negli ultimianni del Cinquecento, la prima edizione risale al periodo1601-1643 (1601 ilvolumeIT,1602 ilvolumeT,1640 ilvolumeIII;1643 ilvolume IV), eperletormentatissime vicendedellapubblicazionesiveda R.Sirri,DiGio.Antonio

Summonte

edellasua"Historia",inArchivioStorico delleprovince Napoletane,1971, p. 7ss.;segueilSummonte,C. d'Engenio,Napolisacra,Napoli1623,p.235.

17

(17)

(14)Latesichesicritica,fu sostenuta dal Bernich,esiveda perl'esposizione della stessa B.Spila,

Un monumento,

cit.,p. 184, edilcommentoallatavola VII,p.39Q.

(15) IlSummonte,Historia, cit.,p. 305,riferiscein

modo

nonparticolarmentechiaro, seguendolaCronaca,cheilcampanilefu seguitatofinoallaterzaparteerimaseimperfet-

to;ild'Engenio,Napolisacra,cit.,p.235,forsealloscopodimeglioprecisarecheineffettila

fabbricasierafermata appena adunterzodiquantoprogettato, preferìparlarediuna"prima parte" realizzata.

Non

visono dubbi chealdidella terminologiautilizzata, iduestorici intendesserofarriferimentoalmedesimostato di fatto delcampanile,esivedanointalsenso N.F.Faraglia,

Le memorie

degliartistinapoletani pubblicate

da

B.

de

Dominici,stu- dio critico,in ArchivioStorico perleProvinceNapoletane, 1882,p.349ss.,edA. de Rinaldis,Santa Chiara,cit.,p.22.

(16) Sivedasopra,nonchélanota 11.

(17) Tra itantiB. Spila,

Un monumento,

cit.,p. 184;A. deRinaldis,Santa Chiara,

cit.,p.22;T.M. Gallino,Ilcampanile,cit.,p.10;

R

Strazzullo,Scultori,cit.,p. 27.

(18)Perunaesaurienteillustrazione delle fontidocumentarieconcernentiilterremotodel 1456,sirinviaaB.Figliuolo,Ilterremoto del1456,Altavilla Silentina1988- 1989,due volumi;nelvolume11sonoinparticolarepubblicate:a)laletteradiBindo Senesedel7.12.1456;

b)lanotazionedi

Goro

diGiovanni dell'8.12.1456;e) laletteradi

Giannozzo

Manettia Firenze, e quella al fratello Filippo,entrambe dell'8.12.1456; d) la lettera diAntonio

da

Trezzo al duca Francesco Sforza, del 22.12.1456. Dalla lettera di Bindo e da quella di Giannozzo,siricavanolemaggiorinotiziesuNapoli: a seguitodel terremotorovinaronoal suoloicampanilidiS.Eligio,diS.Arpino(S.Agrippino?),S.Pietromartiree del

Duomo,

e sivedaappuntoB.Figliuolo,Ilterremoto,cit.,p.9ep.20.Dubbisul crolloesuldanneg- giamentodelcampanilediS.Chiaraaseguitodelterremotodel1456, erano giàstatiavanzati daG.dell'Aja,Ilrestaurodella basilica diS.ChiarainNapoli, Napoli1980,p.348, che appuntosottolineacomenessunadelle fontinoteriferiscadelcrollo.

(19)

Un

primoesamedelle fontiiconografiche concernentiilcampanilefutentatodaT.M.

Gallino,Il campanile,cit.,p. 12,limitatamenteallaTavola StrozziedallapiantaLafrery, chesecondolostudiosoavrebberodocumentatolecondizionidelcampanilesuccessivamente alcrollodel1456.Richiamò invecel'attenzione sullapiantavan Stinemolen, ildell'Aia,Il

restauro, cit., p. 350. Nella pianta Lafrery, il campanile è ridottoad un corpodi fabbrica costituitoprobabilmentedal toro e dallaprima cellaconfinestre,chefanno insostanza un

tuttounicoedindistinto,daunaporzionedisecondacellaprivadiaperture, edaunacopertu- rapiramidale aspioventiconparafulmine, ocrocepostaall'apice.Nella piantavanStinemolen,

il toro e laprima cella,formano nuovamente un tutt'uno,mentrealla base,asinistra della portamaggioredellacintamuraria,sembrapossibile identificareunaporticinad'accesso epiù in alto èpostaunabifora;lasecondacellapresenta invecedue grandi finestroni, mentrealdi sopradella stessa,sinota unterzoordinediminori dimensioni,sulcui prospettovisibile,si

apronoduefinestrinicircolari,laddovemancaognitracciadeltettodicopertura. Lasostan- zialescarsa attendibilità dientrambelefonti iconografiche, èconfermatadallarappresenta-

la

(18)

zionesolo parziale evisibilmentedeformatadei chiostri e delcorpodellabasilica,notevolmen-

teridotta inestensioneedinaltezza,soprattuttonellapiantavanStinemolen.

(20) V.d'Auria,IlcampanilediS.Chiara,inNapolinobilissima, 1894,p.7-8;A. de Rinaldis,Santa Chiara,di.,p.23.

(21)Inparticolareilpagamentodel15ottobre1597, segnalatodalà'Addosio,sulquale

E

Strazzullo,Scultori, cit.,p. 28ep. 36nota 20,con ulteriorinotizieanche documentarie

sull'attività dell'Avellone a Napoli.

(22)Pubblicatoda

E

Strazzullo,Scultori,cit.,p.27-28,e trattodalprotocollo delnotaio Andread'Angelo.

(23)

E

Strazzullo,Scultori,cit.,p.27;G.dell'Aja,Ilrestauro,cit.,p.353.

(24)G.dell'Aja,Ilrestauro,cit.,p.353, laddove corrisponderebbero inveceledimensio- ni dei

marmi

afacciavista della basee dellaprimacella; talicircostanzepotrebberoservirea dimostrarelaparzialitàdell'intervento delMarasi.

(25)Risalenteallasecondametàdel sec. X,distrutta nel1943 dai tedeschi, esiveda in propositoS.Aurigemma,A. deSantis,Gaeta, Formia,Minturno,

Roma

1979,p.41e 66, e fig.

XXXIII

a.

(26) Sipuòipotizzarechesitrattassedimaterialeoggettodi acquisti precedenti, ovvero deirestidiunprecedentedissesto delcampanile;nonsitrattaperaltrocertamentedellepietre cavate daicortiliil26.9.1603,sullequaliG.dell'Aja,Ilrestauro,cit.,p.353.

(27)CosìA. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p.23.

(28)

Come

siricava dalCompromessotraCostantinoMarasieglieredi diMarioMarasi, del10 dicembre1607,riportatoda

E

Strazzullo,Scultori,cit.,p.33.

(29)C. d'Engenio,Napolisacra,cit.,p.235;B.deDominici, Vite de'Pittori,Scultori edArchitettinapoletani,Napoli1747,voi.I,p.48, cheattribuisceilprogettodelcampanile

alfantomaticoMasuccioIL

(30)G.Jovino,

La

chiesa eilchiostromaiolicatodiS.ChiarainNapoli, Napoli1983, p.127.In senso contrario A.Venditti,Architetturaedurbanisticaangioina,inA.V.,Sto- riadiNapoli,voi. Ili,Napoli1969,p. 778, osserva chelacircostanzadelposizionamentodel vano della cassa armonicaaldisottodell'ultima cella, e della collocazione del cupolinodi risonanzaalcentrodallastrico solaio,ed inprecisacorrispondenzadegliorifizicircolaridei soffittidellecellesottostanti,dimostrerebbe chein realtàilcampanilenonfulasciatoincom- pletonel secoloXVII.

(31)Sullevicendeguerreschealcentrodellequali fuilcampanile,sivedaB.Croce,

Un

angolodiNapoli,inStorie eleggendenapoletane,Milano1990,p.18-19.

19

(19)

(32)Archiviodi stato diNapoli,Monasteri Soppressi, voi.2704,f. 7v,segnalato da G.

dell'Aja, Il restauro, cit., p. 360. Sul tettoera posta, alculmine una croca; il dell'Aja, e prima diluiT.M.Gallino, Ilcampanile, cit.,p. 10, nota13, ipotizza che lacopertura in questioneconsistesse in

un

parallelepipedoottagonale sormontato da unapiramide,

ma

si trattaappuntodiuna meraipotesinonsuffragatada alcundatodocumentariooiconografico.

(33)A. Baratta, Fidelissimae UrbisNeapolitanae curri

omnibus

viis accurataet

nova

delineatio, (1629)ed.acuradiC. deSeta,Napoli1986,n. 107,p.23.

Non

puòesclu- dersi, ovviamente, che questa copertura sia andata distrutta proprio in occasione dei cannoneggiamentidel1701,ovvero successivamente,ecomunquesiarimastainopera tanto pocoda nonlasciare traccia nell'iconografianotadellabasilica.

(34)

E

siveda inpropositoA. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p. 19,ilqualeritieneche ancheicampanilidi S. Lorenzoe diS.Domenico,fossero in originestaccatidalcorpodelle rispettive chiese,anchesesenza dubbio,noneranodeltuttoisolatidallestesse,comeinvece accade perS.Chiara.

(35) GliStatuta Capituli generalisNarbonensis(1260),prescrivevano checampanilia etiam

ad modum

turrisdecaetero

nusquam

fiant,vietandoquindi propriotorricampanarie comequelladiS.Chiara.Lalegislazioneediliziafrancescanarisultavaperaltromenorestrittivae rigorosa di quellacontemporaneadell'ordine dei Predicatori,edinfatti, leCostituzioni diNarbona consentivano in lineageneraleaiMinistriProvinciali di autorizzare eventuali costruzioni in derogaalledisposizioniedilizie,esivedainproposito,G.Villetti,Legislazionee prassiedili- zia degli ordini mendicanti nei secoliXII e XIV, inA.V., Francescod'Assisi, chiese e conventi,Milano1982,p.27, eH.Thode, Francescod'Assisieleoriginidell'artedelRina- scimentoinItalia,(1885),acuradiL. Bellosi,

Roma

1993,p.243-244,ep.503nota5.

(36)A. deRinaldis,Santa Chiara,cit.,p.21-23;T.M. Gallino,Ilcampanile,cit.,p.6 ep.14;A.Venditti,Architettura,cit.,p. 778;F.Strazzullo,Scultori,cit.,p.27.

(37)Sul presuppostodelmancatocrollodelcampanilenel 1456,sipuò ipotizzarechei

lavoridiadattamento inquestione venneroeseguitisempre nel secoloXV,

ma

in un'altra occasione,ovvero nelCinquecento: in taleultimo senso A. Venditti,Architettura,cit.,p.

778, che dataappuntolacornicesullaqualesiimpostalasecondacella, alsec.XVI.

(38)T.M. Gallino,Ilcampanile,cit.,p.14;A.Venditti,Architettura,cit.,p.778, data lasecondacellaametàdelCinquecentoe la terzaalSeicento,entrocomunqueil1620.

(39)N. Montella,IlcampanilediS.Chiara,in

Rimembranze

storicheedartistiche dellacittàdiNapoli,pubblicate per curadiD.delRe,Napoli1846,p.158ss.,fondalasua opinionesullacircostanzacheilvanodellefinestre della terzacellanonè identico a quelli delle aperturedellealtredue(traloroidentici),echelascalaachiocciolache portaal tetto,cambia diallineamento proprioalpassaggiodallasecondaallaterzacella.IlMontella,riteneva inol- tre che idadidelle finestre della prima cellacostituissero in origine lebasi diappoggio di statuepoiandateperdute,esivedaIIcampanile,cit.,p.157.

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