Gruppo di lavoro:
Gruppo di lavoro:
S.S.PaciniPacini , A., A.PescaroloPescarolo , L., L. GhezziGhezzi , N., N. ScicloneSciclone, M., M. BeudòBeudò , S. Casini Benvenuti , , S. Casini Benvenuti , T. Savino , D. Marinari
T. Savino , D. Marinari Giovanni Maltinti
IRPET IRPET
Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
Schema espositivo
Come stava la Toscana all’apparire della grande crisi?
I punti di debolezza
Gli effetti percepibili e previsti della crisi sul mercato del lavoro
L’equilibrio del mercato del lavoro:
i problemi strutturali e qualche previsione
Conclusioni
Un tasso di occupazione in progresso (2007 max storico)…su valori superiori alla media italiana ma inferiori all’UE 27 (65,4%)
e all’obbiettivo di Lisbona
Come stava la Toscana prima dell’insorgere della crisi?
Tasso di occupazione. Regioni italiane. 2007
70,3 68,1 68,0 66,7 65,8 65,5 64,9 64,8 64,8 64,6 63,7
59,7 58,7 57,8
53,6 52,8
49,6 46,7 46,6 44,9 43,7
Emilia Romagna Valle d'Aosta Trentino A.A. Lombardia Veneto Friuli V.G. Piemonte TOSCANA Marche Umbria Liguria Lazio ITALIA Abruzzo Molise Sardegna Basilicata Puglia Sicilia Calabria Campania
TARGET UE 2010
Con un’occupazione femminile inferiore al 60% ma in linea con le altre regioni del centronord (salvo l’Emilia Romagna)
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
Come stava la Toscana prima dell’insorgere della crisi?
55,5
56,3 56,6 60,0
54,0
62,0
55,3
31,1
46,6
58,3
0 10 20 30 40 50 60 70
TOSCANA Piemonte Lombardia Veneto Emilia R. Centro Nord Sud Isole ITALIA UE 27 Target UE 2010
2007 2006
Tasso di occupazione femminile. Toscana ed altre aree. 2006-2007 (Valore indicato: 2007)
Quali problemi specifici per la Toscana?
I punti di debolezza
• dai differenziali territoriali
La distanza dalle altre regioni nasce:
• dai minori tassi di attività (-2% dalle regioni del Nord) in particolare delle donne
• dai bassi salari (-3% media Nord)
• dall’occupazione giovanile
• dall’occupazione dei laureati
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
Tasso di occupazione per titolo di studio.
Toscana, Centro Nord e Italia. 2007
0 20 40 60 80
TOSCANA 16,2 55,2 65,7 66,8 71,2
Centro Nord 12,8 51,9 68,2 68,3 74,7
ITALIA 12,8 47,0 65,7 62,6 72,1
Elementare Media inferiore Diploma 2-3 anni
Diploma
4-5 anni Laurea, dottor.
Tasso di occupazione giovanile 15-24 e 25-34.
Toscana e altre aree nazionali. 2006-2007
2007 2006 2007 2006
TOSCANA 28,3 29,6 78,3 78,6
Piemonte 30,3 30,2 81,0 82,1
Lombardia 33,0 34,4 83,2 83,9
Veneto 34,8 36,5 81,7 81,1
Emilia Romagna 31,8 33,5 84,5 83,4
Centro Nord 30,3 31,3 80,1 80,3
Sud 17,2 17,9 52,8 52,4
ITALIA 24,7 25,5 70,1 70,1
25-34 15-24
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
Tasso di disoccupazione per provincia.Toscana. 2007-2008
0 2 4 6 8 10 12
2008 4,9 4,4 4,4 5,1 4,8 10,2 4,6 4,3 7,0 4,0 5,0
2007 4,6 3,5 3,8 4,5 3,7 8,5 4,6 4,5 5,1 3,4 4,3
AR FI GR LI LU MS PI PT PO SI TOSC.
Poi arriva la crisi: la peggiore dal dopoguerra…
-5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5
1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Tassi di variazione reale del PIL in Toscana
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
…avviamenti in diminuzione
-25%
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
Gennaio 08 Febbraio 08 Marzo 08 Aprile 08 Maggio 08 Giugno 08 Luglio 08 Agosto 08 Settembre 08 Ottobre 08 Novembre 08 Dicembre 08 Gennaio 09 Febbraio 09
0 300.000 600.000 900.000 1.200.000 1.500.000 1.800.000
Marzo 08 Aprile 08 Maggio 08 Giugno 08 Luglio 08 Agosto 08 Settembre 08 Ottobre 08 Novembre 08 Dicembre 08 Gennaio 09 Febbraio 09 Marzo 09
CIGO CIGS
Ore autorizzate di cassa integrazione. Toscana.
Marzo 2008-marzo 2009
…disoccupazione e cassa integrazione crescente
0 2 4 6 8 10 12
TOSCANA 6,1 5,1 4,8 4,9 5,2 5,3 4,8 4,3 5,0
ITALIA 10,1 9,1 8,6 8,4 8,0 7,7 6,8 6,1 6,7
UE 27 8,6 8,5 8,9 8,9 9,0 8,9 8,1 7,1 7,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: ISTAT , Eurostat
Tasso di disoccupazione.
Toscana, Italia e UE.
2000-2008
Migliaia di unità di lavoro
Le previsioni per il 2008-2011 in Toscana
2008 2009 2010 2011
Agricoltura -1,8 -2,5 -2,3 -2,0
Industria in senso stretto -8,2 -19,8 -5,3 -2,1
Costruzioni -1,3 -7,8 -2,3 -0,8
Commercio e trasporti -6,2 -14,2 -6,4 0,6
Servizi alle imprese 4,4 0,0 4,0 6,9
Altri servizi 7,2 3,8 2,5 6,3
TOTALE -5,9 -40,5 -9,8 8,9
Variazione % -0,3 -2,4 -0,6 0,5
O
FAMIGLIE IMPRESED
Il problema: l’equilibrio di medio periodo nel MdL
(in una visione AGGREGATA)
Domanda di lavoro
INVESTIMENTI PRIVATI
DOMANDA e MERCATI INTERNAZIONALI
EFFICIENZA DEL SISTEMA (INFRASTR., ISTRUZ. ED ALTRO)
Competitività
Produttività
+ -
+
Compon. esogene
Compon. endogene
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L’equilibrio di medio periodo nel MdL: la domanda
Il rallentamento della crescita è significativo
Δ(Y/L) ΔTFP Δ(K/L) ΔK
1981-1991 1,7% 0,6% 1,1% 4,8%
1991-2001 1,5% 0,5% 0,9% 2,9%
2001-2005 0,1% -0,4% 0,4% 1,8%
La caduta della produttività
La dinamica della produttività del lavoro
Il rallentamento della crescita è significativo
-6,0 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 Differenziale tassi variazione export Quota sull'Italia
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...ne consegue una perdita di competitività regionale
Offerta di lavoro
Popolazione autoctona (dinamica demogr.)
Popolazione straniera (dinamica migrat.)
Formazione/
Istruzione
Servizi famigl./
Pol. attive
Previdenza
-
+ +
+ +/-
L’equilibrio di medio periodo nel MdL: l’offerta
Domanda Ore di lavoro Occupati
Salari unitari
Offerta
Gli effetti sul welfare
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Le componenti dell’equilibrio di medio periodo nel MdL
Rischio di povertà:
rilevante per i capofamiglia a basso reddito
Gli effetti sulle famiglie e sul welfare
Dinamica salariale: stagnante
Distribuzione dei redditi:
guadagnano i redditi immobiliari Disuguaglianza dei redditi:
in aumento
90 100 110 120 130
1 2 3 4 5 6 7 8
1978-71 1984-91
2007-00
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Il potere di acquisto del salario è rimasto invariato
Retribuzioni lorde reali per unità di lavoro dipendente
Retribuzioni lorde reali per unità di lavoro dipendente Variazioni % medie annue
Ultimi 5 anni Ultimi 10 anni Ultimi 15 anni
Agricoltura 0,2% -0,5% -2,8%
Industria 0,5% 0,6% 0,6%
Servizi 0,5% 0,5% 0,2%
di cui PA 4,6% 2,7%
TOTALE 0,6% 0,5% 0,4%
36%
40%
44%
48%
52%
1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006
16%
18%
20%
22%
24%
26%
1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006
5%
7%
9%
11%
13%
15%
17%
19%
1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006
13%
16%
19%
22%
25%
28%
1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006
Scambio politico o peso della rendita?
Quota del lavoro dipendente sul valore aggiunto al costo dei fattori
Quota del lavoro autonomo sul valore aggiunto al costo dei fattori
Quota dei redditi da fabbricati sul valore aggiunto al costo dei fattori
Quota altri redditi (profitti) sul valore aggiunto al costo dei fattori
-0,3%
-0,2%
0,0%
0,2%
0,3%
0,5%
Reddito lavoro dipendente
Reddito da lavoro autonomo
Pensioni e trasferimenti
Reddito da capitale finanziario
Reddito da fabbricati
0,23 0,25 0,27 0,29 0,31 0,33
1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2006
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
Mentre aumenta la disuguaglianza
Contributo alla crescita reale annua del reddito medio familiare (1993-2006)
Indice di disuguaglianza dei redditi familiari equivalenti (Gini)
O
1FAMIGLIE
O
2O...
O
mD
1IMPRESE
D
2D..
D
nIl problema: l’equilibrio di medio periodo nel MdL
(in una visione DISAGGREGATA)
• L’Italia e la Toscana sono aree a minore scolarizzazione rispetto ai grandi paesi europei, anche se l’impegno formativo è crescente.
• L’impegno nella formazione non sembra trovare un corrispettivo economico e di sicurezza nel mdl
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
La disaggregazione per titolo di studio
• I livelli di istruzione degli occupati sono però bassi in tutti i settori produttivi; la domanda di lavoro da parte del sistema è poco qualificata
• Di conseguenza, c’è una forte difficoltà dei più istruiti a trovare
lavoro (mismatch)
8,25,7 17,7
30,0
6,9 7,7 18,4
30,4
1,6 3,7 13,6
29,5
13,5 24,9
35,1 56,8
18,6 25,8
38,5 55,4
26,5 31,6
48,5
31,4 47,7
23,322,6 34,0
0 15 30 45 60
Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato Agricoltura Industria Servizi di mercato Servizi non di mercato
TOSCANA Lombardia Sicilia Cataluña Stoccolma South East
(Oxfordshire)
Rhone-Alpes
% di occupati (25-49 anni) con istruzione terziaria all’interno
dei settori di attività economica (NACE). 2007
Tassi di disoccupazione giovanile (15-29 anni) per titolo di studio
13,1
6,7 4,9
3,6 4,9
3,6
6,1
0 5 10 15 20 25 30
TOSCANA Lombardia Cataluña Ostosterreich (Wien)
Stoccolma South East (Oxfordshire)
Rhone-Alpes
Basso Medio Alto
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La difficoltà dei più istruiti nel trovare lavoro
La disaggregazione per tipologia contrattuale
• La diffusione del lavoro atipico non è maggiore che altrove
• Ma per le donne il differenziale è consistente
• In Toscana (e nei paesi mediterranei) il lavoro atipico è subìto e non scelto
• …e la stessa cosa accade per il part-time
4,1
7,4
11,4 12,0 12,2
21,8
23,8
0 5 10 15 20 25
South East (Oxfordshire)
Lombardia Toscana Rhone-Alpes Stoccolma Sicilia Cataluña
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
% di occupati (25-49 anni) con contratti a
tempo determinato. 2007
La dimensione di genere La dimensione di genere
0 6 12 18 24 30
TOSCANA Lombardia South East (Oxfordshire)
Sicilia Rhone-AlpesStoccolma Cataluña
-15 0 15 30 45 60
Maschi Femmine Variazione %
% di occupati (25-49 anni) a tempo determinato
per genere e variazione. 2007
89
72 68
86
56 56
47
0 20 40 60 80 100
Sicilia TOSCANA Lombardia Cataluña Rhone-Alpes Stoccolma South East (Oxfordshire)
Periodo di formazione, apprendistato
Non ha trovato un lavoro a tempo indeterminato
Non vuole un lavoro a tempo indeterminato
Periodo di prova
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% di occupati (25-49 anni) per motivo. 2007
6
21 22 28 29 33
70
0 20 40 60 80
South East (Oxfordshire)
Rhone-Alpes Stoccolma Cataluña Lombardia TOSCANA Sicilia
Studia o segue corsi di formazione
Per prendersi cura dei bambini o di altri non autosufficienti
Non ha trovato un lavoro a tempo pieno
Altri motivi
TEMPO DETERMINATO
PART TIME
DOMANDA INTERNAZIONALE E INTERNA
Domanda
INVESTIMENTI PRIVATI
EFFICIENZA DEL SISTEMA (INFRASTR. ED ALTRO)
Competitività
Produttività
Dinamica debole
Politica di lungo periodo
La terziarizz. è un limite alla crescita Introd. massiccia
di ICT?
Stabile o lievemente cedente
Le prospettive: la domanda di lavoro
Popolazione autoctona (dinamica demogr.)
Offerta
Popolazione straniera (dinamica migrat.)
Formazione
Servizi famigl./
Pol. attive
Previdenza
Saldo negativo
Saldo positivo
Saldo positivo
Tendenzialmente crescente
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Le prospettive: l’offerta
O
FAMIGLIE IMPRESED
Occupati (mil.ni) 1,4/1,5
Attivi (mil.ni)
Scen. Basso 1,6
Scen Medio 1,7
Scen. Alto 1,8
La domanda di lavoro crescerà se la competitività aumenterà grazie alla dinamica della produttività (+1% annuo dal 90 ad oggi).
IL PIL dovrà aumentare più della produttività per assorbire una offerta di lavoro crescente (almeno all’1,5-2%).
L’offerta di lavoro crescerà dello 0,5-0,9% all’anno da ora al 2020 (per flettere, successivamente).
Se questo non accadrà, dovrà diminuire l’orario di lavoro e/o il salario reale o gli occupati.
Alcuni scenari al 2020
Una selezione più mirata dell’immigrazione (imprenditori?).
I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana
Considerazioni conclusive
Gli interventi possibili:
Sviluppare la produttività (con l’incentivazione dell’innovazione, l’upgrading infrastrutturale, la limitazione delle rendite, ecc….) per far crescere la competitività del sistema e la qualità del lavoro domandato.
Un sistema scolastico e universitario più orientato alle esigenze della parte più dinamica del sistema produttivo (nuovi imprenditori, nuove competenze).
Un sistema di sicurezza e ammortizzatori sociali per rendere accettabili flessibilità e discontinuità nel lavoro.
Una riduzione del divario fra pubblico e privato nella definizione degli orari di lavoro.
Politiche della casa (affitto) per agevolare la mobilità territoriale del lavoro.
Un incremento nei servizi alla famiglia, sia privati che pubblici, e delle politiche di conciliazione.
Gruppo di lavoro:
Pacini S., Pescarolo A., Ghezzi L., Sciclone N., Beudò M., Casini B., Savino T., Marinari D.
Giovanni Maltinti