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LA CRISI DELL INDUSTRIA ITALIANA

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Academic year: 2022

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www.cgil.it  settori produttivi

LA CRISI DELL’INDUSTRIA ITALIANA

I DATI SULLA CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA, STRAORDINARIA, IN DEROGA,

E I LAVORATORI COINVOLTI

analisi al 5 Dicembre 2008

a cura di Salvatore Barone, Giancarlo Battistelli, Elisa Cancellieri

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www.cgil.it  Premessa

L’aggravamento della crisi finanziaria ed economica che attraversa l’Italia, e la sua ricaduta sul sistema industriale e dei servizi, è dimostrato dall’andamento della cassa integrazione che interessa in modo uniforme aziende e settori in ogni zona del Paese. I casi di crisi sono migliaia.

Ad oggi, scontando il fatto che gli aggiornamenti sono continui, ora per ora, la nostra indagine sul campo, compiuta incrociando i dati Inps disponibili con quelli di conoscenza delle strutture sindacali territoriali, segnala una platea di situazioni di crisi che coinvolge non meno di 10.000 imprese dell’industria, dell’artigianato e dei servizi. A conferma di questo scenario alleghiamo a questa nota il lungo elenco nominativo delle aziende più significative, oltre 5000, suddivise per Regione e Provincia, e per causali di crisi.

Tra queste vanno segnalate la Fiat che ha deciso la chiusura di tutti gli stabilimenti italiani per 1 mese, dal 15 Dicembre al 10 Gennaio, da Mirafiori a Termini Imprese, compresi gli stabilimenti Sevel, Iveco, Magneti Marelli, per 58000 lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione ordinaria;

l’Ilva di Taranto dove la nuova generazione dei lavoratori entrata al lavoro negli ultimi anni conosce per la prima volta la cassa integrazione; il distretto della ceramica di Sassuolo tra i più competitivi colpito dalla crisi delle esportazioni; le acciaierie di Piombino che fermano la produzione e con essa il lavoro di 1.600 lavoratori i quali insieme all’intera città non vedranno dopo tantissimi anni l’albero di Natale sull’altoforno; il distretto del mobile imbottito collocato tra Matera e Bari in grave crisi strutturale da mesi con 10.000 posti in pericolo; il Lanificio Cerutti 1881 fabbrica storica del biellese di abbigliamento maschile coinvolta dalla cig; la Carefur GS azienda della grande distribuzione che in particolare nei suoi punti vendita al Sud ha posto in cassa integrazione straordinaria 349 lavoratori su 948 occupati; la chimica di Porto Torres che annunciato il fermo impianti per 2 mesi coinvolgendo insieme all’indotto non meno 800 lavoratori.

Per non parlare dei casi come Alitalia, Gabetti, o di Telecom che ha annunciato in queste ore un ulteriore taglio di 4000 dipendenti in aggiunta ai 5000 di settembre. Ciò che comunque colpisce è l’estensione e la profondità della crisi che coinvolge la piccola e media impresa dove si concentra il grosso dell’occupazione del Paese e che in questi anni ha retto di fronte all’avanzare della globalizzazione.

I dati ufficiali sull’andamento della cassa integrazione si fermano ad Agosto 2008. Da quella data l’INPS non ha più fornito alcuna statistica alle parti sociali. La Cgil ha denunciato il fatto come inusuale. La conoscenza approfondita dei dati e l’aggiornamento del fenomeno complessivo è condizione essenziale per determinare qualsiasi ipotesi di intervento sociale. E’ la ragione per la quale ne chiediamo urgentemente la disponibilità.

LA CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA

Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate dall’Inps nei primi 8 mesi del 2008 erano 32 milioni. Proiettando il loro andamento nel trimestre settembre – novembre ( per il quale come detto non sono stati resi noti i dati ufficiali ) e tenendo conto dell’aggravamento del ricorso alla Cigo che si è registrato nello stesso periodo in conseguenza del quadro che si è prodotto a livello internazionale, che si è aggiunto nei suoi caratteri negativi agli elementi di crisi strutturali dell’industria italiana, si determina un ammontare complessivo dell’intervento ordinario nei primi

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11 mesi dell’anno attorno ai 50 milioni di ore. Nonostante la pesantezza del dato, si tratta comunque di una stima prudenziale, in quanto nell’analisi degli andamenti si è mantenuto il trend di crescita del ricorso sui mesi precedenti, pari a circa il 25%, che già si registrava a metà del 2008.

Su questa base è possibile, per approssimazione, determinare il numero dei lavoratori interessati al ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Anche in questo caso, non esistono stime ufficiali che indicano sulle 13 settimane di ricorso alla Cigo disponibili per legge nel corso di un anno, quante sono quelle che effettivamente vengono utilizzate mediamente dalle imprese per ciascun dipendente sospeso. Si è inteso quindi nel definire il possibile numero dei lavoratori coinvolti, assumere il dato medio delle 6 settimane, il 50% circa quindi delle settimane disponibili, che corrisponde ad una sospensione di orario pari a 240 ore, e che costituiscono il 13% di ore perse sul monte ore contrattuale di prestazione effettiva di un anno lavoro.

Assumendo tali parametri, anche in questo caso prudenziali, è possibile affermare con sufficiente certezza, che nel corso dei primi 11 mesi del 2008, da Gennaio a fine Novembre, i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione ordinaria sono stati qualcosa in più di 200.000 unità.

LA CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA

Lo stesso criterio di fondo è stato utilizzato per definire il numero dei lavoratori interessati alla cassa integrazione straordinaria.

Nei primi 8 mesi dell’anno le ore ufficiali di cassa integrazione straordinaria, sulla base dei dati Inps e Ministero del Lavoro, ammontavano a 69 milioni. In questo caso nella loro proiezione sul trimestre settembre – novembre 2008, ai fini della definizione delle ore effettivamente intervenute nel corso dei primi 11 mesi dell’anno, non si è tenuto conto del trend di crescita in corso d’anno, come è stato fatto per la Cigo. E’ipotizzabile che l’incremento del ricorso alla cassa ordinaria abbia determinato infatti sul versante della Cigs un andamento più costante, così come si è registrato nel corso di tutto il 2008. Si tratta come è evidente di un comportamento di “attesa”delle aziende di fronte alla crisi e per come essa si evolverà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Ciò significa che se in prospettiva non ci saranno miglioramenti sul piano produttivo e del portafoglio ordini, la cassa ordinaria per molte imprese si trasformerà rapidamente nel corso dei primi mesi del 2009 in cassa straordinaria.

Su questa base di analisi è possibile affermare che l’intervento della cassa integrazione straordinaria intervenuta nel periodo Gennaio – Novembre 2008 ha sfiorato i 95.000.000 di ore.

Ipotizzando un intervento a copertura delle ore perse, sempre a scopo prudenziale, per il 50% dei lavoratori delle aziende sottoposte a interventi di crisi e/o ristrutturazione, ovvero per un periodo complessivo di 6 mesi nell’anno, se ne ricava che i lavoratori coinvolti dalla CIGS nel corso dei primi 11 mesi del 2008 vanno oltre le 90.000 unità.

Sommando i due dati, ordinaria più straordinaria, risulta che i lavoratori coinvolti dall’intervento di questi due ammortizzatori sociali sono almeno 290.000.

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www.cgil.it  LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA

A questi numeri vanno aggiunti i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione in deroga e i lavoratori interessati alla gestione edilizia che fanno riferimento a gestioni diverse.

 

La cassa integrazione in deroga riguarda i lavoratori di quei settori e di quelle aziende, perlopiù piccole imprese e dell’artigianato, che non hanno diritto alla cassa integrazione ordinaria, o come nel caso di quelle grandi che hanno superato i periodi di proroga, e per i quali il Governo stanzia dei fondi gestiti in parte dalle Regioni e in parte direttamente dal Ministero del Lavoro.

Per l’anno in corso lo stanziamento è stato pari a 460 milioni ai quali sono stati aggiunti altri 62 milioni complessivi per far fronte, tra le altre, alle richieste di intervento per i lavoratori del commercio, per il lavoratori dei porti e per i contratti di solidarietà dell’artigianato. Quindi uno stanziamento complessivo per la cassa in deroga di 522 milioni che corrispondono a circa 100.000.000 di ore integrate e che nonostante la sua portata già oggi risulta ampiamente insufficiente a coprire tutte le domande avanzate a livello locale e territoriale. L’estrema diversificazione della casistica nel ricorso a questo strumento non consente di definire la durata media dell’intervento per ciascun lavoratore interessato e quindi il numero approssimativo dei lavoratori coinvolti. Assumendo come parametro l’ammontare di questo stanziamento varato dal Governo e dividendolo per il massimale retributivo previsto dalla cassa integrazione, pari a circa 800 euro mese per ogni lavoratore, ovvero meno di 10.000 euro all’anno se si valuta che i lavoratori interessati a questo ammortizzatore sociale sono quelli della piccola impresa e dell’artigianato che hanno i salari più bassi, è possibile però ipotizzare che i lavoratori coinvolti dalla cig in deroga in ragione d’anno sono oltre 52.000.

LA GESTIONE EDILIZIA

Ad Agosto 2008 la cassa integrazione per gestione edilizia, che comprende industria e artigianato edile e settore lapidei, ha fatto registrare secondo i dati ufficiali dell’Inps un intervento a copertura per 23.308.500 di ore perse. Proiettando questo dato sul trimestre settembre – novembre si arriva sui primi 11 mesi dell’anno a non meno di 35.000.000 complessive.

Scontando l’intervento a copertura delle ore perse per pioggia e per avverse condizioni atmosferiche, sulla base delle ore residue e secondo l’indagine compiuta sul campo, i casi di crisi in questi settori hanno interessato quindi un numero pari a circa 20.000 lavoratori.

RIEPILOGO GENERALE

Complessivamente l’andamento della CIG ORDINARIA, CIG STRAORDINARIA, CIG in DEROGA e GESTIONE EDILIZIA da Gennaio a Novembre 2008, evidenzia quello che da tempo la Cgil denuncia sulla straordinarietà della crisi e cioè che le ore di intervento sono risultate circa 280.000.000 e che i lavoratori interessati all’intervento degli ammortizzatori sociali sono stati almeno 362.000.

In rapporto al numero dei lavoratori dipendenti dell’Industria, dell’Artigianato e di tutti gli altri settori corrispondenti alla platea dei lavoratori che beneficiano nel nostro Paese del diritto agli

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ammortizzatori sociali, e che oscillano tra i 7 e i 7,6 milioni, risulta quindi che i lavoratori coinvolti dalle situazioni di crisi e per i quali è stato concesso a vario titolo il trattamento di cassa integrazione sono circa il 5% degli occupati in tali settori. Il che spiega il grave rallentamento che si sta determinando in particolare nella produzione industriale.

* ore comprensive dell’intervento per avverse condizioni atmosferiche

IL LAVORO PRECARIO

Occorre considerare che a questi dati, i quali fanno riferimento ai lavoratori occupati a tempo indeterminato, va aggiunta ulteriormente la situazione che vivono molti lavoratori precari, in particolare lavoratori a tempo determinato, a part-time sempre a tempo determinato, collaboratori, ecc. che superano complessivamente i 2,3 milioni di unità. Così come si sta determinando proprio in queste settimane un drastica riduzione della richiesta da parte delle imprese di lavoro somministrato e che le Agenzie quantificano intorno al 30/35%. Per l’insieme di questi lavoratori la crisi si presenta ancora più drammatica. Di fronte alla perdita o alla riduzione del tempo di lavoro non hanno alcuna copertura da parte degli ammortizzatori sociali. Le misure adottate dal Governo a sostegno del reddito sono così condizionati (stato di crisi dei settori di appartenenza, intervento della bilateralità, ecc.) che rischiano di perdere la loro già ridotta efficacia.

LA MISURA REALE DELL’ INTEGRAZIONE SALARIALE PER I LAVORATORI

L’integrazione salariale per i lavoratori posti in cassa integrazione è dovuta nella misura dell’80%

della retribuzione globale. In realtà la misura del trattamento è erogata nel limite di un massimale retributivo mensile rivalutabile annualmente sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo. Per il 2008 tale limite è pari a 858,58 euro lordi al livello inferiore e di 1.031,93 euro lordi al livello superiore. A questi massimali va sottratta l’aliquota contributiva del 5,84%. Per cui i lavoratori in cassa integrazione percepiscono importi per 808,44 euro al mese nel caso del livello inferiore e 971,67 euro al mese al livello superiore ai quali importi si applicano le ritenute fiscali! Tali importi sono calcolati su una retribuzione di riferimento pari a 1.857,48 euro lordi. In caso di retribuzione inferiore si applica effettivamente la misura dell’80%

CIG Ordinaria

CIG Straordinaria

CIG in Deroga

CIG Gestione Edilizia

Totale

ORE 50.000.000 95.000.000 100.000.000 35.000.000 * 280.000.000

Lavoratori coinvolti

200.000 90.000 52.000 20.000 362.000

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che comporta per i lavoratori interessati una integrazione salariale mensile inferiore al massimale minimo sopra indicato. Quindi in concreto per molti lavoratori la cassa integrazione significa percepire ancora meno di 808,44 euro al mese. Questa realtà comporta per l’insieme dei lavoratori posti in cassa integrazione una pesante decurtazione del reddito disponibile. In particolare i più penalizzati risultano i lavoratori posti in cassa integrazione per lunghi periodi, non solo per il reddito mensile disponibile che si determina, ma anche per il fatto che questi importi sono comprensivi dei ratei di tredicesima mensilità, e che quindi in questo Natale si vedranno decurtata in modo pesante anche la stessa 13.a mensilità. Sono le ragioni per le quali la Cgil ha chiesto un innalzamento significativo dei massimali e che non hanno trovato alcuna risposta nelle misure varate dal Governo.

CONSIDERAZIONI FINALI

I dati fin qui esposti indicano la gravità e la profondità della crisi economica e industriale che attraversa l’Italia. I suoi caratteri strutturali sono del tutto evidenti. Confermano così la grave insufficienza delle misure cosiddette anticrisi varate dal Governo in quanto non avranno alcun impatto anti-ciclico. Non solo la crisi viene scaricata sulle famiglie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati ma non viene neppure indicata un’idea strategica per come uscirne. Il sostegno che sarebbe necessario agli investimenti, all’innovazione, ai progetti di qualità delle produzioni e dei processi produttivi, alla ricerca, è del tutto assente. In questo scenario è evidente che si determinano prospettive di grave incertezza per l’insieme dell’apparato produttivo italiano e per l’occupazione. Per questo chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto sulla politica industriale con l’obiettivo di invertire una tendenza altrimenti destinata a creare ancora maggiori danni. Nello specifico sul piano sociale si tratta rapidamente di definire misure adeguate per l’estensione ai settori e ai territori degli ammortizzatori sociali e la piena applicabilità anche per i precari; di sostenere maggiormente il reddito dei lavoratori in cassa integrazione; di affrontare con incisività i casi di crisi aziendali. Lo sciopero generale del 12 dicembre ha tra gli altri questi obiettivi e questo significato.

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