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La situazione del Paese nell997

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Academic year: 2021

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Le tavole statistiche sono disponibili

su supporto magnetico presso i Centri di Informazione Statistica dell'lstat e su Internet(URL: hltpllwww.istatit E_mail: dipdiff@istatit)

I CENTRI DIINFORMAZIONE STATISTICA

ANCONAcorso Garibaldi, 78 tel.071/203189 -fax 52783 BAR I piazza Aldo Moro, 61 tel.080/5240762 -fax 5213856 BOLOGNAgalleria Cavour, 9 tel.051/266275 -fax 221647 BOLZANOviale Duca d'Aosta, 59 tel. 0471/994000 -fax 994008 CAGLIARIvia G.B. Tuveri, 60 tel.070/400143 -fax 400465 CAMPOBASSOvia G. Mazzini, 129 tel.0874/69143 -fax 60791

CATANZAROpiazzetta della Llberta, 2 tel. 0961/741239 -fax 741240 FIRENZEvia S. Spirito, 14 tel.055/23933318 -fax 288059 GENOVAvia XX Seltembre, 8 tel. 010/585676 -fax 542351 MILANOpiazza della Repubblica, 22 tel. 02/29000321 -fax 653075

NAPOLIvia G. Verdi, 18 tel.081/5802046 -fax 5513533 PALERMOvia E. Restivo, 102 tel.091/520713 -fax 521426 PERUGIAvia C. Balbo, 1 tel.075/34091 -fax 30849 PESCARAvia Firenze, 4 tel.085/4221379 -fax 4216516 POTENZA via del Popolo, 4 tel.0971/411350 -fax 36866 ROMAvia Cesare Balbo, 11/a tel. 06/46733102 -fax 46733101 TORINOvia A. Volta, 3

tel. 011/5612369 -fax 535800 TRENTOvia Brennero, 316 tel. 0461/497801 -fax 497813 TRIESTEvia C. Battisti, 18 tel.040/371051 -fax 370878 VENEZIA-MESTREc. del Popolo, 23 tel.041/940060 -fax 940055

L'lstateinoltre presente suTelevideo (pag. 379)

(3)

SISTEMA STATISTICO NAZIONALE ISITIUIONAZlONAlE DI SfATISTICA

RAPPORTO ANNUALE

La situazione del Paese nell997

(4)

11Rapporto Annuale sulla situazione del Paese nel 1997

e statopresentato dal Presidente dell'lstituto Nazionale di Statistica Prof. Alberto Zuliani if14 maggio 1998

nella sala della Lupa del Palazzo di Montecitorio

Istat, Roma 1998

Si autorizza la riproduzione ai fini non commerciali e con citazione della fonte.

Finito di stampare nel mese di maggio 1998

ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO - Stabilimento Salario Copie 6.500

(5)

SOMMARIO

SINTESI DEL RAPPORTO

CAPITOLO1 -LA CONGIUNTURA ECONOMICA NEL1997

1.1 - II quadro macroeconomico intemazionale ..,.., ..

Box - La crisi asiatica .

1.2 - II processo di convergenza europea ..

1.2.1 -II punto della situazione .

Box - I criteri di convergenza .

1.2.2 -Lacoesione economica e sociale .

Box -Potenzialita di soiluppo delle regioni europee. alcuni indicatori di crescita regionale .

1.3 - II quadro macroeconomico intemo .

Box -i;·~pr~;~:tr;:~:/geJi':rff~~~~~~.~.~~~~~~~~~.~~.~:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Box - La dinamica delle venditealdettaglio per area geografica ..

1.3.2 -Gli scambi con l'estero ..

Box - Le valute di scambio nel commercio estero italiano con ipaesi extra-Ue ..

Box -IIcontributo delle regioni aile esportazioni nazionali nel1996-97 .

1.4 -II mercato dellavoro ..

1.5 -II processo di disinflazione .

1.6 -II reddito disponibile delle famiglie .

APPROFONDIMENTI

L'impatto redistributivo delle riforme fiscali e della legge finanziaria1998 ..

CAPITOLO 2 - LA FINANZA PUBBLICA

Introduzione .

2.1 -Alcuni aspetti del processo di riequilibrio del bilancio pubblico nel periodo1992-97 ..

2.2 -L'evoluzione dei conti pubblici nel 1997 ..

Box - L'armonizzazione delle statistiche sui parametri di convergenza del bitancio pubblico ..

Box -IIsistema pensionisticodopo la legge finanziaria per it1998 ..

ApPROFONDIMENTI

Dinamica demografica, crescita economica e spesa pensionistica: alcuni scenari a confronto ..

t~~~~~~~~ ~~a~~:~~~~~icfo:~~~~.:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

CAPITOLO 3 - LAPERFORMANCEDEL SISTEMA DELLE IMPRESE

Introduzione .

3.1 - I risultati economici delle imprese nel 1996-97 ..

3.1.1 -II settore primario .

3.1.2 -L'industria in senso stretto ..

3.1.3 -L'industria delle costruzioni .

Box - L'evoluzione delle medio-grandi imprese ..

3.1.4 -I servizi destinabili alia vendita .

3.2 -1aperformanceeconomico-finanziaria delle imprese manifatturiere italiane nella prima meta degli ann! novanta ..

3.3 - Le tendenze della produttivita dei fattori , ..

3.4 - I fattori di crescita dell'occupazione .

3.4.1 -Professioni emergenti, settori e aree territoriali trainanti.. c ..

3.4.2 -Piccole, medie e grandi imprese manifatturiere:performancee domanda di lavoro ..

Box - Ristrutturazione dell'offerta nel settore commerciale e tendenze dell'occupazione ..

Box - Le determinanti dell'aumento dell'occupazione nelle imprese manifatturiere ..

3.5 - Evoluzione del modello di specializzazione .

3.5.1 -II commercio mondiale e I'Italia .

3.5.2 -Cambiamento e persistenza nella struttura dell'interscambio con I'estero dell'Italia ..

3.5.3 -La specializzazione delle province nelle esportazioni italiane ..

Box - Le reimportazioni come indicatori della delocalizzazione produttiua all'estero .

Box - Le esportazioni provinciali nel periodo1992-97 .

CAPITOLO 4 - LOCALIZZAZIONE TERRITORIALE E PRINCIPALI CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL'APPARATO PRODUTTIVO

Introduzione .

4.1 -Tendenze di lungo periodo della localizzazione delle attivita manifatturiere .

Pag. 12 17 19 19 21 25 26 30 30 34 36 39 42 44 46 49 53

Pag. 59

Pag. 66 67 69 80 84

Pag. 87 91 95

Pag. 100 100 101 103 105 106 107 i08 111 114 114 121 122 130 131 131 134 141 142 144

Pag. 152 153

(6)

4.2 - La struttura settoriale e dimensionale del sistema delle imprese - .

4.3 - Le imprese che effettuano scambi con I'estero , ..

4.3.1 - Caratteristiche strutturali delle imprese esportatrici .

4.3.2 - Integrazione e permanenza delle imprese suI mercato unico europeo nel periodo 1993-96 ..

Box - Stabilita e ricambio delle imprese italiane che scambiano prodotti nell'area comunitaria .

CAPITOLO 5 - FATIOR! RILEVANTI DELLA COMPETITIVITA

Introduzione .

5.1 - Orari, retribuzioni e flessibilita dellavoro nelle imprese ..

5.1.1 - Gli orari di lavoro: la situazione in Italia ed un confronto intemazionale ..

Box - Caratteristicbe strutturali e ciclicbe de/l'orario di lavoro effettiuo in Italia . 5.1.2 - Flessibilita dellavoro nelle imprese e contrattazione aziendale . 5.2 _i~l:rtiv~~::~~a~~:~~I~.~.~.~I~ti~a..~~~.~~~~i~i.:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

5.2.1 - La ricerca e sviluppo in Italia nel periodo 1995-97 , ..

Box - La bilancia commerciale di prodottihigh-tech .

5.2.2 - L'innovazione tecnologica nelle imprese dei servizi ..

Box - Cfferta e domanda diInformation Technologynel sistema delle imprese .

5.2.3 - Innovazione tecnologica eperformanced'impresa .

5.3 - Imprese e pubblica amministrazione .

5.3.1 - Gli adempimenti amministrativi delle imprese ..

5.3.2 - Imprese e pubblica amministrazione: il fenomeno dell'intermediazione ..

CAPITOLO6 -LE AREE DEL DISAGIO ECONOMICO

Pag.

Pag.

157 160 160 162 167

170 171 171 178 180 186 191 191 192 196 202 205 208 208 211

Introduzione .

6.1 - Famiglie e rischio di poverta ..

Box _V~;t~~r::?~;c~i~~t;;v~~l!.~~i.~~~..l~~.O.~~~::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

~:i:;=~i~~~~~~~iept~~~~io~i~~n~~~~~~o~e~;~.::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

6.1.4 - Essere0 sentirsi poveri .

Box - La pouerta in Italia e nell'Unione europea ..

6.2 - Famiglie e mercato del lavoro .

6.2.1 - II rapporto lavoro/non lavoro all'intemo delle famiglie .

6.2.2 - Genitori e figli nel mercato dellavoro ..

Box - La mobilita occupazionale intergenerazionale .

ApPROFONDIMENTI

Disagio economico e condizioni di salute ..

Una caratterizzazione socio-economica del territorio italiano sulla base del censimento del 1991 .

CAPITOLO 7 - CITIADINI E QUALITA DELLA VITA SOCIALE:

PARTECIPAZIONE, AMBIENTI DI VITA E RAPPORTO CON I SERVIZI

Introduzione .

7.1 - Un quadro generale della partecipazione ..

7.2 -Lapartecipazione politica .

Box -L~part.ecipa2!ione elettorale nelle regioni italiane dal1948 al1996 ..

7.3 -LaSSOClaZ10nISmO .

7.4 II volontariato .

7.4.1 _ II volontariato diffuso .

7.4.2 - Le organizzazioni di volontariato .

7.4.3 - Volontariato e istituzioni: il caso delle associazioni nel campo dei minori . 75 -L'atteggiamento dei cittadini verso i servizi di sportello e i trasporti... ..

75.1 -I servizi di sportello .

75.2 -L'autocertificazione e il ricorso all'intermediazione da parte delle famiglie ..

7.5.3 - I trasporti .

7.6 - La sicurezza del cittadino , .

7.6.1- Luoghi di vita e percezione della sicurezza .

7.6.2 - Sicurezza e criminalita nelle grandi citta., ..

7.7 - Cittadinanza e ambiente .

7.7.1 - La qualita dell'ambiente nelle grandi ciua.. ..

7.7.2 - L'ambiente nell'Unione europea .

ApPROFONDIMENTI

L'evoluzione normativa dei rapporti tra amministrazione e cittadino e la semplificazione delle procedure burocratiche ....

6

Pag. 216 216 216 220 223 225 229 232 232 232 237 238

Pag. 241 245

Pag. 250 251 254 260 262 265 265 269 274 278 278 282 284 287 287 292 296 296 298

Pag. 303

(7)

CAPITOLO 8 - GIUSTIZIA, SANITA, ISTRUZIONE:

DIMENSION! RILEVANTI DEL RAPPORTO TRA CITTADINO E ISTITUZIONI

Introduzione , .

8.1 - Giustizia .

8.1.1 -LaGiustizia: tra crisi e iniziative di riforma ..

8.1.2 - Organizzazione del sistema giudiziario e processi in atto ..

~:~:~=~~:~~~l~fu~~~i~~~~~~;~~~i~~~.::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Box -Laconfliuualita nei confronti della pubblica amministrazione .

8.1.5 - Criminalita e presenza delle forze dell'ordine suI territorio ..

Box -Isti~u!idi prevenzione e pena.itfenomeno del sooraffollamento ..

8.2 - Samta ..

8.2.1 - Disponibilita di risorse e bisogni sanitari .

8.2.2 - L'assistenza sanitaria di primo e secondo livello ..

8.2.3 - Evoluzione del sistema ospedaliero nel periodo 1992-97 ..

Box _ Disagio sanitario e bisogno di assistenza .

8.2.4 - II sistema sanitario in Europa .

8.3 - Istruzione .

8.3.1 - L'offerta scolastica: i sistemi pubblico e privato a confronto ..

8.3.2 - L'offerta di istruzione universitaria: atenei pubblici e privati a confronto ..

Box - Il processo di rinnovamento del sistema scolastico ..

8.3.3 - Efficienza e dispersione nelle universita .

Box - L'uniuersitd eitdiritto alto studio .

CAPITOLO 9 - RETI E RISORSE A SOSTEGNO DEL CITTADINO

Introduzione .

9.1 - La pubblica amministrazione in rete ..

Box - II Catalogo dell'innovazione nella pubblica amministrazione ..

9.2 - Le reti telematiche ..

9.2.1 - Collegamenti telematici e sportelliseif-servicenelleanagrafi comunali ..

9.2.2 - La sanita in rete: i centri unificati di prenotazione .

9.2.3 - Le reti civiche .

Box - Le associazioni in rete civica ..

~~x

=

~~;~i~~~l~fc~rit1~~~~~::::e.:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

9.3.2 - Un quadro sintetico della dotazione di servizi suI territorio ..

Box - La rete stradale e ferroviaria ..

Box - Le telecomunicazioni in Italia fra liberalizzazione, competizione e convergenza ..

INDICE TEMATICO .

GLOSSARIO DELLE SIGLE ..

APPENDICE

Tavole statistiche dei principali fenomeni economici, demografici e sociali

Pag. 308 308 308 309 311 313 314 316 318 321 321 322 326 328 332 335 336 339 341 345 348

Pag. 352 352 354 356 356 358 360 362 364 365 365 367 368 371

Pag. 373 Pag. 379

Tavola A.l Tavola A.2 Tavola A.3.1 Tavola A.3.2 Tavola A.3.3 Tavola A.3.4 Tavola A.3.5 Tavola A.3.6 Tavola A.4.1 Tavola A.4.2 Tavola A.4.3 Tavola A.4.4 Tavola A.4.5 Tavola A.5 Tavola A.6.1 Tavola A.6.2 Tavola A.7.1 Tavola A.7.2 TavolaA.8 Tavola A.9 Tavola A.10 Tavola A.11 Tavola A.12

- Principali indicatori dell'economia italiana .

- Formazione e distribuzione del reddito ..

-L'attivita produttiva, costi e prezzi - Totale economia .

- L'attivita produttiva, costi e prezzi - Agricoltura .

- L'attivita produttiva, costi e prezzi - Industria in senso stretto ..

- L'attivita produttiva, costi e prezzi - Industria: costruzioni.. ..

- L'attivita produttiva, costi e prezzi - Servizi destinabili alIa vendita . - L'attivita produttiva, costi e prezzi - Servizi non destinabili alIa vendita ..

- Indicatori dell'attivita industriale, per destinazione economica della produzione - Totale ..

- Indicatori dell'attivita industriale, per destinazione economica della produzione - Beni intermedi.. ..

- Indicatori dell'attivita industriale, per destinazione economica della produzione - Beni eli investimento ..

- Indicatori dell'attivita industriale, per destinazione economica della produzione - Beni di consumo ..

- Indicatori dell'attivita industriale, per sezione di attivita economica della classificazione Ateco 1991.. . - Indicatori dell'attivita dei Servizi - per sezione di attivita economica della classificazione Ateco 1991 .

- II sistema dei prezzi ..

- Numeri indici dei prezzi al consumo armonizzati per i Paesi membri dell'Unione europea . - Interscambio commerciale con I'estero secondo la classificazione NACE/CLIO . - Interscambio commerciale con l'estero secondo la classificazione Ateco 1991 .

- Interscambio commerciale con l'estero per gruppi di paesi ..

- Investimenti per branca produttrice ..

- Consumi delle famiglie .

-Co~ti ec~nom.ici ~o~solidatidelle Amministrazioni pubbliche .

- Indicatori territoriali .

Pag. 383 384 385

386

387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 405 407

(8)

Elenco delle tavole statistiche disponibili su supporto magnetico presso i Centri di informazione statistica e presenti

suInternet . .

Tavola A.13 Tavola A.14 Tavola A.15 Tavola A.16 Tavola A.17.1 Tavola A.17.2 Tavola A.18.1 Tavola A.18.2 Tavola A.19.1 Tavola A.19.2 Tavola A.20 Tavola A.21 Tavola A.22 Tavola A.23 Tavola A.24 Tavola A.25 Tavola A.26 Tavola A.27 Tavola A.28 Tavola A.29 Tavola A.30 Tavola A.31 Tavola A.32 TavolaA.33 TavolaA.34 Tavola A.35 Tavola A.36 TavolaA.37 TavolaA.38 Tavola A.39 Tavola A.40 Tavola A.41 Tavola A.42 Tavola A.43 Tavola A.44 Tavola A.45 Tavola A.46 Tavola A.47 Tavola A.48 Tavola A.49 Tavola A50 Tavola A51 Tavola A52 TavolaA53

- Popolazione ineralavorativa 05annie pill), per ripartizione geografica, sesso e classe diera -Anno 1997 . - Popolazione in eta lavorativa (15 anni e pill), per ripartizione geografica, classe di eta e titolo di studio -

Anno 1997 .

_ Occupati per ripartizione geografica, posizione nella professione, sesso e settore economico - Anno 1997 . - Occupati per settore economico e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1997 . - Tassi di attivita per sesso, classe di eta e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1997 . - Tassi di attivita per titolo di studio, classe di eta e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1997 . - Rapporto occupazionelpopolazione per sesso, classe di eta e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1997 . - Rapporto occupazione/popolazione per titolo di studio, classe di eta e ripartizione geografica -

Anni 1993 e 1997 .

- Tasso di disoccupazione, per sesso, classe di eta e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1997 . - Tasso di disoccupazione per titolo di studio, classe di eta e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1997 . - Incidenza dei disoccupati di breve, media e lunga durata sui totale dei disoccupati per sesso e ripartizione

geografica - Anni 1993 e 1997 .

- Principali indicatori demografici per ripartizione geografica - Anni 1990 e 1996 . - Famiglie per tipologia familiare e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1996 . - Permessi di soggiomo per area geografica di cittadinanza e ripartizione geografica - Anni 1991 e 1996 . - Permessi di soggiomo per motivi di famiglia, area geografica di cittadinanza dei beneficiari e ripartizione

geografica - Anni 1991 e 1996 .

- Decessi per sesso, causa di morte e ripartizione geografica - Anni 1990 e 1994 . - Dimissioni ospedaliere e ammissioni nei servizi psichiatrici per ripartizione geografica - Anni 1990

e 1994 .

- Notifiche di malattie infettive, aborti spontanei, interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) per ripartizione

geografica - Anni 1990 e 1996 .

- Persone che si giudicano in buona salute per classe di eta e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1996 . - Persone che dichiarano di essere affette da almena una malattia cronica per classe di eta e ripartizione

geografica - Anni 1993 e 1996 .

- Persone di 14 anni e pill che si dichiarano fumatori per sesso, classe di eta e ripartizione geografica -

Anni 1993 e 1996 .

- Persone di 3 anni e pill per stile alimentare e ripartizione geografica - Anni 1993 e 1996 . - Indicatori di attivita degli Istituti di cura pubblici e privati per ripartizione geografica - Anni 1990

e 1995 .

- Indicatori del sistema scolastico: Scuole mateme, elementari e medie per ripartizione geografica - Anni sco-

lastici 1990-91 e 1996-97 .

- Indicatori del sistema scolastico: Scuole secondarie superiori e Universita per ripartizione geografica - Anni

scolastici 1990-91 e 1996-97 .

- Iscritti, iscritti al primo anno, diplomati e laureati per sesso e gruppi di corsi di studio - Anni scolastici

1992-93 e 1995-96 .

- Indicatori di attivita degli Istituti statali e delle biblioteche statali per ripartizione geografica - Anni

1990 e 1996 .

- Indicatori di attivita delle manifestazioni teatrali, musicali e cinematografiche per ripartizione geografica -

Anni 1990 e 1996 .

- Indicatori di diffusione dei quotidiani e della stampa periodica per ripartizione geografica - Anno 1997 .

- Produzione libraria per genere e materia trattata - Anno 1997 .

- Programmazione delle reti televisive Rai e Mediaset/Fininvest - Anni 1990 e 1996 . - Prestazioni pensionistiche previdenziali e assistenziali per ripartizione geografica - Anni 1990 e 1996 . - Famiglie sotto la soglia di poverta per alcune tipologie familiari e ripartizione geografica - Anni 1990

e 1996 .

- Incidenza della poverta per alcune tipologie familiari e ripartizione geografica - Anni 1990 e 1996 . - Delitti denunciati all'Autorita giudiziaria dalle Forze dell'ordine per ripartizione geografica - Anni 1990

e1996 .

- Minorenni in eta di 14-17 anni denunciati per i quali l'Autorita giudiziaria ha iniziato l'azione penale per

tipo di delitto e ripartizione geografica - Anni 1990 e 1996 .

- Famiglie che dichiarano difficolta a raggiungere alcuni servizi per ripartizione geografica - Anni 1993

e 1996 .

- Persone che dichiarano di effettuare file di oltre 20 minuti per accedere ai servizi di Anagrafe, ASL,

Banche e Posta - Anni 1993 e 1996 .

- Famiglie per regione e per giudizio su alcuni problemi ambientali della zona in cui abitano - Anni 1993

e 1996 .

- Raccolta differenziata di alcuni materiali per regione - Anni 1995 e 1996 . - Indicatori del trasporto urbano per i centri delle aree metropolitane - Anni 1993 e 1996 . - Traffico interno di merci e passeggeri per modalita di trasporto . - Balneabilita delle coste marine per regione - Anni 1992 e 1996 . - Superficie forestale percorsa dal fuoco per causa e regione - Anni 1992 e 1996 ..

Pag. 408 410 412 414 415 415 416 416 417 417 418 419 421 422 423 424 425 426 427 427 428 428 429 431 433 425 436 436 437 437 437 438 439 439 440 441 442 442 443 444 445 445 446 447

Pag. 449

8

(9)

SINTESI DEL RAPPORTO

(10)
(11)

II Rapporto annuale giunge alla sesta edizione. Nato dalle riforme della statistica ufficiale degli anni '80 che hanno este- so le competenze dell'Istat dalla raccolta di dati alla ricerca e all'analisi, esso rappresenta la sintesi dell'attivita dell'Istituto, svolta in continua interazione con i centri della statistica eu- ropea, gli altri soggetti del sistema statistico nazionale, le uni- versita e i luoghi della ricerca pubblica e privata.

II Rapporto intende offrire contributi informativi docu- mentati su temi che sono oggetto di dibattito nel Paese. La sua presentazione in una sede parlamentare eun riconosci- mento importante del quale, anche a nome del personale dell'Istituto, ringrazio il Presidente della Camera dei Depu- tati.

L'informazione prodotta dall'Istat serve come base co- noscitiva per l'attivita legislativa e di governo a tutti i livelli, rna eanche al servizio dei cittadini e di coloro che li rappre- sentano, per valutare l'efficacia delle misure adottate. Per questo motivo, negli anni pili recenti, accanto alle tradiziona- li informazioni demografiche, economiche ed arnministrati- ve, rinnovate ed arricchite, l'Istat ha forte mente sviluppato le indagini sulle famiglie, per descrivere pili compiutamente le condizioni di vita e osservare le differenze sociali, anche in un'ottica territoriale e di genere.

La statistica ufficiale e spesso qualificata come "magistra- tura del dato". Euna definizione del nostro lavoro che e uti- le ricordare in questi giorni COS! intensi di decisioni per la costruzione europea. L'impegno concorde degli istituti di statistica nazionali e di Eurostat, l'Ufficio statistico della Commissione europea, ha consentito di verificare la posi- zione dei diversi paesi rispetto ai parametri di Maastricht, superando le difficolta che derivavano da ordinamenti di- versi, da differenze nelle metodologie e nei tempi di raccol- ta e di elaborazione dei dati che non collimavano ovunque con quelli delle decisioni. Il lavoro comune ha contribuito in misura significativa alla preparazione dell'Europa monetaria e da esso abbiamo tratto insegnamenti importanti. D'al- tronde, la statistica e una componente riconosciuta della co- struzione europea. II trattato di Amsterdam del 1997 con- tiene un esplicito riferimento al suo ruolo e ai principi che ne devono guidare l'attivita.

L'armonizzazione delle statistiche riguarda non soltan- to le variabili alle quali fanno riferimento i parametri di Maastricht, rna anche quelle relative a molte altre aree eco-

SINTESI

(12)

LA SITUAZIONE DEL PAESE

IV

nomiche e sociali. In questa processo l'Istituto e forte-

mente impegnato, con capacita e risultati allineati e in a1cu- ni campi preminenti rispetto agli altri istituti europei.

Ci sono pero esigenze che devono essere considerate dalla legislazione nazionale e sulle quali l'Istat, come coordi- natore del Sistema statistico nazionale, e pronto a dare il proprio contributo.

Tre considerazioni possono risultare utili. Nella predi- sposizione degli atti normativi sarebbe importante preve- dere fin dall'inizio il ruolo dell'informazione statistica, per consentire poi il monitoraggio degli interventi e la valutazio- ne della loro efficacia. Dovrebbero essere considerati, ove possibile, anche indicatori armonizzati a live110 europeo. In- fine, potrebbe essere opportuno che, come sta avvenendo in altri paesi europei, si riflettesse sull'autonomia della fun- zione statistica. L'Istituto gode da molti anni di una invidiabi- le tradizione di liberta nello svolgimento dei suoi compiti.

Ma forse egiunto il momento, ed equesta una riflessione che mi permetto di sottoporre all'attenzione dei legislatori im- pegnati nel difficile processo di revisione costituzionale, di riconoscere formalmente l'indipendenza della statistica uffi- ciale, dimostrare, anche per questo aspetto, la nostra sinto- nia con i processi in corso in Europa.

IIprocesso di convergenza

Per l'Unione europea il 1997 era destinato ad assumere una valenza particolare, dal momenta che tale anna era stato individuato da tempo come periodo di riferimento per valu- tare l'ammissibilita dei diversi paesi alla terza fase dell'Unio- ne monetaria che prendera avvio il 10 gennaio del 1999. Le politiche economiche perseguite dai governi e dalle banche centrali sono risultate coerenti con l'obiettivo del raggiungi- mento dei criteri di convergenza fissati dal Trattato di Maa- stricht, consentendo a quattordici paesi di ottemperare alle condizioni richieste. Soltanto la Grecia, malgrado abbia compiuto consistenti progressi, non e per il momenta in li- nea, mentre Gran Bretagna, Svezia e Danimarca hanno scel- to di rinviare la loro adesione.

Nel corso dell'ultimo anna la ripresa delle economie euro- pee si erafforzata, portando l'incremento del Pil a prezzi co- stanti nella media dell'Unione dall'1,80/0 del 1996 a12,70/0 del 1997.

[STAT - RAPPORTO ANNUALE 1997

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II tasso di disoccupazione standardizzato e destagionaliz- zato, misurato dall'Eurostat in percentuale della popolazione attiva civile, tra il gennaio 1997 e il gennaio 1998 si e ridotto dal 10,8% al 10,4%.

Tra l'inizio del 1997 e l'inizio del 1998, il tasso d'inflazione medio e diminuito di 0,8 punti percentuali. I corsi delle valu- te dei paesi partecipanti agli accordi europei di cambio sono rimaste stabili.

Infine, diversamente da quanto era avvenuto nell'anno precedente, nel1997 si sono registrate riduzioni significative dei deficit di bilancio in quasi tutti gli Stati membri e avanzi in Danimarca, Irlanda e Lussemburgo. Nell'intera Unione il rap- porto tra disavanzo e Pil e sceso allivello del 2,4%, con una diminuzione di quasi due punti percentuali rispetto alla me- dia del 1996. Per la prima volta durante gli anni '90 e diminui- to anche il rapporto tra stock di debito e Pil.

La partecipazione dell'Italia alla moneta unicaeil risultato di un intenso e difficile processo di avvicinamento alle con- dizioni di stabilita. Passaggio fondamentale e stato il risana- mento del bilancio pubblico.

L'avvio dell'Unione monetaria, se da un lato pone vincoli stringenti, dall'altro apre importanti opportunita. La riduzio- ne della spesa per interessi connessa alla flessione dei tassi sui titoli pubblici rappresenta un risultato importante e con- sentira in prospettiva di ridurre le rigidita che hanno caratte- rizzato il bilancio nell'ultimo decennio.

La ripresa economica in Italla

Nel nostro Paese, ne11997, si e verificata un'accelerazione della crescita economica rispetto all'anno precedente che tuttavia non ha raggiunto i ritmi del biennio 1994-95. L'incre- mento del prodotto interno lordo in termini reali estato pa- ri all'1,5%, con una dinamica particolarmente positiva se si tiene conto che il trascinamento dall'anno precedente era negativo per 0,3 punti percentuali.

Le componenti interne della domanda hanno sostenuto per intero l'aumento del Pil, favorito anche dal processo di ricostituzione delle scorte. I consumi finali delle famiglie so- no cresciuti del 2,4% rispetto al 1996, grazie anche all'effetto degli incentivi all'acquisto di autoveicoli nuovi. AI netto della voce "acquisto mezzi di trasporto" (aumentata del 31,8%),

SINTESI

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LA SITUAZIONE DELPAESE

Crescita, produttiuitd e redditiuitd

VI

l'incremento risulta pari all'1,4%, un valore maggiormente in linea con quelli osservati nel corso del biennio 1994-95.

Per il secondo anna consecutivo l'aumento degli investi- menti fissi lordi, pari allo 0,6%, e stato molto contenuto, se- gnalando che la ripresa dei livelli di attivita economica non e

ancora accompagnata da significative espansioni della base produttiva.

La crescita non ha riguardato tutti i settori economici: ad un incremento del valore aggiunto reale nell'industria in senso stretto e nei servizi destinabili alla vendita si e con-

trapposta una diminuzione di tale grandezza per il compar- to agricolo e le costruzioni. L'unico settore ad avere creato posti di lavoro nella media del 1997 e stato quello dei servizi privati.

II punto di svolta del ciclo della produzione industriale si esituato nel quarto trimestre 1996. Successivamente, si e

manifestato un costante aumento dei livelli produttivi, si- gnificativamente influenzato, come si edetto, dai provvedi- menti legati alla rottamazione degli autoveicoli, con un no- tevole incremento quindi nella produzione di beni di con- sumo e di prodotti legati all'indotto dell' industria automo- bilistica. L'indice della produzione industriale ha superato, nel terzo trimestre della scorso anno, i livelli raggiunti nel 1995, quando si era registrato il precedente punto di svolta superiore.

La ripresa della produzione ha coinvolto soprattutto le imprese con almena 200 addetti, che nel 1996 avevano regi- strato risultati inferiori rispetto alle unita pili piccole: la ere- scita nel primo gruppo e stata del 2,5%, contro 1'1,7% per quelle di minore dimensione.

Le vendite del commercia sono aumentate del 2,9% in termini nominali. In particolare, il Nord-ovest si e contrad- distinto per uno spiccato dinamismo, superiore a quello del Nord-est; il Centro ha mostrato un chiaro rallentamento e il Mezzogiorno segnali di recupero, con un incremento del 2,4%.

La ripresa produttiva si e associata ad una crescita signifi- cativa delle retribuzioni lorde procapite, la cui dinamica e ri- sultata superiore di 1,8 punti percentuali a quella dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati. L'accelera- zione salariale in termini reali, che ha seguito quella, pili mo- desta, registratasi nel 1996 (+0,3%), e risultata coerente con

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE 1997

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l'andamento della produttivita del lavoro. La dinamica diffe- renziale dei prezzi dell'output e di quelli al consumo e so- prattutto l'aumento di un punto percentuale dell'aliquota ef- fettiva dei contributi sociali hanno determinato un incre- mento del 2% del costa dellavoro per unita di prodotto.

Questa potenziale pressione inflazionistica e stata in par- te assorbita dalla moderata evoluzione dei prezzi degli input importati (+1,1%) e dalla riduzione dello 0,6% dei margini lordi di profitto. Cia ha determinato una diminuzione della redditivita delle imprese, peraltro rimasta su livelli storica- mente elevati.

Dopo la fase di stabilizzazione del 1996, i flussi d'inter- scambio con l'estero hanno ripreso vigore. L'incremento e

stato particolarmente marcato per le importazioni di beni e servizi, sulle quali hanno influito sia la ripresa dell'attivita pro- duttiva, sia l'incremento della domanda, soprattutto di con- sumo. La crescita dei valori delle merci importate ed espor- tate e stata determinata da un forte aumento delle quantita scambiate, mentre i valori medi unitari sono risultati sostan- zialmente stazionari.

Nel1997 la bilancia commerciale ha registrato per il quin- to anna consecutivo un saldo attivo, che risulta tuttavia infe- riore a quello dell'anno precedente. I saldi per aree geografi- che confermano che l'interscambio con i paesi extra-De for- nisce l'apporto pili consistente al surplus complessivo.

In particolare, il Mezzogiorno, dopo la stasi del 1996, ha espresso una vivace crescita delle vendite all'estero (+9,6%), con un tasso di variazione doppio rispetto a quello medio nazionale. Di conseguenza, la quota di export attribuibile alle regioni meridionali e insulari e lievemente aumentata, pas- sando dal 9,1% del 1996 al 9,6% del 1997.

La graduale ripresa dell'attivita produttiva non ha avuto ri- percussioni di rilievo sui livelli occupazionali complessivi:

nella media dell'anno il numero degli occupati rilevato attra- verso l'indagine trimestrale sulle forze di lavoro (pari a poco pili di 20 milioni di unita) e rimasto infatti sostanzialmente stabile rispetto al 1996. L'aumento occupazionale nei servizi

e stato interamente compensato dalle perdite registrate nell'agricoltura e nell'industria.

II contenuto incremento dell'offerta di lavoro si etradot-

to interamente in un aumento delle persone in cerca di oc-

SINTESI

L'andamento del commercia can I'estero

Le tendenze del mercato del lavoro

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LA SITUAZIONE DEL PAESE

cupazione, passate da 2.763.000 unita nel1996 a 2.804.000 nel 1997 (+1,5%). La crescita della disoccupazione ha riguardato esclusivamente le regioni meridionali.

La dinamica dell'occupazione in corso dell'anno ha mo- strato un profilo pressoche piatto, come risultato pero di tendenze diversificate a livello territoriale: nei primi due tri- mestri, in correlazione con la positiva congiuntura economi- ca, i risultati migliori si sono registrati nel Mezzogiorno, a fronte di una tenuta nel Nord e di qualche segnale di ripiega- mento al Centro. Nella seconda meta dell'anno, la ripresa dell'occupazione nel Settentrione e la flessione registratasi nel Mezzogiorno hanno nuovamente ampliato i gia profondi divari esistenti tra le diverse aree.

Eproseguito nel 1997 l'aumento dell'incidenza delle for- me di lavoro flessibili, quali illavoro a tempo parziale e tem- poraneo. 11 part-time rappresenta il 6,9% dell'occupazione dipendente (era il 6,4% nel1996 e il 5,2% nel 1993); il proces- so ha interessato soprattutto la componente femminile, per la quale l'incidenza ha raggiunto il 13,1% (dal 10,4% nel 1993) e il settore dei servizi. 11 lavoro temporaneo, il cui peso si colloca ormai al di sopra dell'8% (era pari al 7,4% nel 1996 e al 6,2% nel 1993) ha mostrato un discreto sviluppo su tutto il territorio nazionale ed in particolare nel Mezzogiorno.

Gli indicatori delle grandi imprese del settore industriale (500 e pili addetti) hanno fatto registrato, nel corso del 1997, una graduale riduzione del ritmo d' espulsione della manodo- pera (al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni) e un'elevata incidenza del ricorso allo straordinario.

La riduzione dell'inflazione Nel1997 sono proseguite le tendenze disinflazionistiche, gia evidenti in precedenza. L'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati ecresciuto dell'1,7% ri- spetto al 1996; l'indice riferito all'intera collettivita nazionale, che comprende un paniere di prodotti pili ampio del pre- cedente, del 2%; quello armonizzato, costruito per confron- tare le dinamiche dei prezzi tra i vari paesi dell'Ue, dell'1,9%.

In particolare, l'indice per l'intera collettivita nazionale e

passato da una variazione tendenziale del 2,7% a gennaio ad una dell'1,9% a dicembre. 11 processo di disinflazione estato

pili marcato nel primo semestre, quando l'incremento me- dio mensile dei prezzi si eattestato intorno allo 0,1% al net- to dei fattori stagionali, mentre nel secondo si e portato in- torno allo 0,2%.

VIn ISTAT· RAPPORTO ANNUALE 1997

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SINTESI

Le dinamiche del 1997 hanno determinato un trascina- mento al 1998 pari allo 0,8% per l'indice relativo all'intera collettivita nazionale (l'anno precedente il trascinamento era stato pari allo 0,9%). Questi valori sono compatibili con un profilo inflazionistico ancora moderato nel corso dell'anno corrente, anche se occorre ricordare come i beni alimenta- ri, che hanno contribuito in misura notevole alla diminuzio- ne dell'inflazione negli ultimi due anni, abbiano ripreso un certo slancio nell'ultimo trimestre del 1997.

Nell'anno, il reddito disponibile delle famiglie e cresciuto It reddito delle famiglie

del 2,6% in termini nominali (+4,9% nel 1996); poiche l'au- mento del deflatore dei consumi valutato nell'ambito della contabilita nazionale estato pari al 2,5%, il potere d'acquisto si e mantenuto sostanzialmente stabile (+0,1% rispetto al 1996).

La propensione al consumo si eportata all'85,6%, con un incremento di 1,9 punti percentuali rispetto all'anno prece- dente, raggiungendo un livello di 4,4 punti percentuali supe- riore a quello medio degli anni '90 e di ben otto punti pill ele- vato di quello medio degli anni '80.

L'andamento del reddito disponibile estato fortemente influenzato dalla dinamica dei redditi da capitale, in modo particolare degli interessi netti, che hanno registrato una for- te contrazione dovuta soprattutto alla consistente flessione dei tassi d'interesse. Questa ha caratterizzato tutto il 1997, a seguito del consolidamento del processo di disinflazione e del progressivo avvicinamento dei conti pubblici agli obiet- tivi fissati dal governo. Le altre principali componenti del reddito delle famiglie hanno mostrato andamenti moderata- mente crescenti in termini nominali: i redditi da lavoro di- pendente sono aumentati del 4,7%, quelli da lavoro autono- mo del 3,8% e le prestazioni sociali del 6,1%.

II miglioramento del clima di fiducia, unitamente alla fles- sione dei tassi d'interesse e alla ripresa dei mercati mobiliari, hanno determinato un riorientamento del portafoglio delle famiglie verso attivita pill rischiose, rna pill remunerative, co- me i fondi comuni d'investimento e i titoli azionari. Nel complesso, i fondi comuni e le gestioni patrimoniali hanno fatto registrare un flusso di raccolta netta pill che doppio ri- spetto a quello, gia consistente, del 1996.

Nel 1997 le imposte correnti sul reddito e il patrimonio a carico delle famiglie, che l'anno precedente erano cresciute

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LA SITUAZIONE DEL PAESE

dell'8%, hanno segnato un ulteriore incremento del 6,2%. Cia ha determinato un aumento della pressione fiscale. Quella corrente, calcolata rispetto al reddito disponibile lordo del- le famiglie, epassata dal 13,1% del 1996 al 13,5% del 1997.

La finanza pubblica II deficit del bilancio pubblico erisultato pari al 2,7% del Pil. II processo di risanamento, in corso dall'inizio degli anni '90, ha registrato in quest'ultimo anna una netta accelerazio- ne, con una riduzione del rapporto di quattro punti percen- tuali. Tale risultato e stato determinato dalla consistente di- minuzione della spesa per interessi, la cui quota sul Pil esee-

sa, tra il1996 e il1997, dal10,8% al 9,5% e dalla marcata espan- sione dell'avanzo primario, aumentato nello stesso periodo dal 4,1% al 6,8% del Pil.

In particolare, il disavanzo corrente in percentuale del Pil e diminuito rispetto al 1996 di oltre tre punti percentuali (dal 3,2% allo 0,1%) e si esostanzialmente azzerato: il deficit eli bi- lancio ha quindi finanziato soltanto il disavanzo del conto ca- pitale.

D'altro canto, la pressione fiscale e aumentata da142,4% al 44,3%, sospinta dalla dinamica del gettito tributario e dal pre- lievo straordinario per l'Europa. Le uscite al netto degli inte- ressi hanno manifestato una crescita contenuta; in rapporto al Pil sono diminuite di 0,3 punti percentuali, grazie anche ad un severo sistema di monitoraggio dei flussi di cassa.

L'incidenza delle spese per prestazioni sociali e aumenta- ta, pur risultando in rallentamento rispetto all'anno prece- dente.

Per il terzo anna consecutivo, il debito pubblico ha con- tinuato a ridursi in rapporto al Pil, passando dal 124% del 1996 al 121,6%.

Aspetti strutturali del sistema produttivo

In questo quadro congiunturale, laperformance dell'eco- nomia italiana e la sostenibilita del processo di integrazione europea vanno valutate, oltre che rispetto ai parametri di convergenza, anche alla luce dei fattori di successo 0 di in- successo che caratterizzano il sistema produttivo.

II completamento del mercato interno ed il processo di creazione della moneta unica stanno rapidamente cambian- do 10 scenario economico europeo e pongono in primo

x ISTAT - RAPPORTO ANNCALE 1997

(19)

SINTESI

piano i problemi di integrazione reale. II venir meno della sovranita nazionale sul tasso di cambio e la progressiva omo- logazione delle normative nazionali in materia di economia e lavoro metteranno ancora di pili in evidenza i fattori cornpe- titivi a livello regionale e locale, con riferimento sia alla capa- cita produttiva, sia alla dotazione infrastrutturale. La crescen- te globalizzazione dei mercati e delle economie, aprendo nuove prospettive di sviluppo, accentuera nella stesso tem- po la competitivita tra paesi ed aree geo-economiche.

II sistema delle imprese italiane e caratterizzato da una La struttura dimensionale

notevole specificita, con una presenza forte e diffusa di unita delle imprese

di ridotte dimensioni. Le piccole imprese rappresentano un riconosciuto modello di industrializzazione, basato sull'of- ferta specializzata e su reti che garantiscono elevati margini di flessibilita, con conseguenti impatti positivi sull'efficienza di sistema e sui livelli occupazionali. D'altro canto, le piccole imprese possono risultare, nelle aree non distrettuali ed in un sistema con forti differenze territoriali, fragili quanto a propensione innovativa, struttura economico-finanziaria, capacita di essere competitive rispettando i vincoli dell'eco- nomia regolare.

Nel 1995 le imprese attive erano circa 3,7 milioni. II pe- so occupazionale di quelle pili piccole (fino a cinque addet- to era pari al 37,6% e risultava estremamente variabile setto- rialmente: 15,5% nell'industria in senso stretto, 47,9%

nell'industria delle costruzioni, 61,1% nei servizi alle fami- glie e 48,2% nel complesso degli altri settori terziari.

All'estremo superiore della distribuzione dimensionale, le imprese con 250 e pili addetti occupavano poco meno del 20% degli addetti totali.

In questo quadro strutturale, il rilancio dell'occupazione non potra prescindere, ancora per molti anni, dalle specifi- che esigenze del settore delle piccole imprese, fortemente sensibile alle diseconomie esterne derivanti dalla carenza di dotazioni infrastrutturali e dalle inefficienze di sistema.

La propensione all'esportazione e la capacita di reagire ai L'apertura internazionale

cambiamenti di natura monetaria e reale da parte del sistema produttivo assumono particolare importanza con riferi- mento al processo di integrazione europea. L'ultimo bien- nio, caratterizzato dapprima da una significativa rivalutazio- ne del cambio reale e successivamente da una sua stabilizza-

(20)

LA SITUAZIONE DEL PAESE

XII

zione, ha costituito una situazione potenzialmente difficile per la capacita competitiva del Paese, che invece ha mostra- to una buona tenuta.

Nel nuovo scenario che si prospetta per i prossimi anni, con una moneta unica per tutti i paesi dell'Uem, pili forte di quanto non sia stata la lira, diventa progressivamente pili fa- cile per le imprese italiane pianificare I'attivita commerciale e produttiva ed accedere al finanziamento a pili basso costo, ma anche pili stringente la necessita di rinnovarsi continua- mente, passando dalle prassi di aggiustamento di breve ter- mine a strategie di medio e lungo periodo.

Nel complesso, il sistema delle imprese mostra un solido posizionamento competitivo sui mercati internazionali, ba- sato su una forte integrazione delle esportazioni all'interno della domanda mondiale di manufatti e non soltanto sugli in- crementi di competitivita di prezzo determinatisi nel qua- driennio 1992-95.

Nel 1995 le imprese industriali esportatrici rappresenta- va no il 17,5% delle imprese attive nel settore, con un'occu- pazione pari al 60,3%. La loro incidenza risultava massima nelle regioni nord-occidentali (22,2% in termini di imprese e 71,3% in termini di addetti) e minima, ma non trascurabile, nel Mezzogiorno (7,8% delle imprese e 32,5% degli addetti).

La propensione all'esportazione tende ad aumentare con la dimensione dell'impresa: gia nelle imprese con 10-19 addet- ti, le unita esportatrici sono il 40%; nella fascia prossima a 100 addetti l'attivita di esportazione interessa 1'80% delle impre- se. A questa elevata esposizione internazionale si eaccompa-

gnata un continuo aumento, tra il 1993 e il 1996, del numero di aziende esportatrici nel mercato europeo.

Performance delle imprese e occupazione

Se a livello macroeconomico emerge una modificazione della composizione dei fattori utilizzati (lavoro, capitale e in- putintermedi) che tende a ridurre l'utilizzo di lavoro anche in comparti (come i servizi) apparentemente meno per- meabili ai processi di sostituzione, le dinamiche d'impresa mostrano l'esistenza di intensi flussi di creazione e distruzio- ne di posti di lavoro. L'analisi settoriale, territoriale e profes- sionale dell'occupazione segnala come, nel periodo 1993-97, accanto a segmenti in profonda crisi, siano emersi casi nei

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE 1997

(21)

quali la crescita estata sostenuta, in un quadro di notevole au- mento dellivello medio delle qualifiche. D'altronde, alla qua- lificazione professionale sono legati essenzialmente il sue- cesso 0 l'insuccesso degli individui suI mercato dellavoro.

A livello d'impresa, si manifesta una stretta correlazione tra performanceeconomico-finanziaria e crescita dell'occu- pazione: tale correlazione presenta una sensibilita ciclica nettamente maggiore per le grandi imprese (con 500 e pili addetti) rispetto alle imprese pili piccole (con meno di 100 addetti), Si rilevano, inoltre, intensi flussi d'entrata ed uscita ed un tendenziale ricambio dello stock di occupati, con una presenza proporzionalmente maggiore di nuove e pili fles- sibili forme di lavoro.

Tra il 1991 e il 1995, il 45% delle piccole imprese, il 44%

delle medie (con 100-499 addetti) ed il 33% delle grandi han- no incrementato i livelli di occupazione; illoro profilo e ca- ratterizzato da elevati livelli di redditivita, propensione all'in- novazione e all'esportazione, e di intensita di utilizzo del la- voro, misurato dalle ore effettivamente lavorate per dipen- dente. Tuttavia, la scelta che prevalentemente viene registra- ta e quella di aumentare il numero di dipendenti soltanto do- po un persistente aumento nell'impiego della manodopera gia presente. Vengono, d'altro canto, in evidenza difficolta derivanti dall'eccessivo costa dell'indebitamento e dall'alto livello di pressione fiscale sui redditi d'impresa; ambedue questi fattori penalizzano in particolare le piccole imprese, rendendo pili vulnerabili i posti di lavoro che esse creano.

Si confermano profonde differenze territoriali nella pro- pensione alla crescita: con riferimento al 1995, la probabilita di aumentare l'occupazione per le imprese meridionali era di circa venti punti percentuali inferiore a quella stimata per le imprese del Nord-est.

Questi segnali di vitalita occupazionale delle imprese, se non accompagnati da un'espansione duratura della domanda e da un incremento del numero complessivo di unita pro- duttive (determinato dalla creazione di nuove imprese e dal- la riduzione delle cessazioni), possono associarsi ad un effet- to netto sostanzialmente nullo sull'occupazionecomplessi- va. I dati testimoniano, infatti, i segni di una continua rialloca- zione occupazionale che passa attraverso le singole imprese, i settori, le professioni, le regioni. L'impatto sociale dello svi- luppo economico risulta fortemente differenziato, con costi e disagi concentrati su specifici segmenti di popolazione e,

SINTESI

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