• Non ci sono risultati.

La Nuova Zelanda e la legalizzazione delle droghe sintetiche, un modello da seguire. Se il proibizionismo non funziona, meglio bandire gli eccitanti più pericolosi e promuovere gli altri

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La Nuova Zelanda e la legalizzazione delle droghe sintetiche, un modello da seguire. Se il proibizionismo non funziona, meglio bandire gli eccitanti più pericolosi e promuovere gli altri"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Claudia Astarita

La Nuova Zelanda e la legalizzazione delle droghe sintetiche, un modello da seguire. Se il proibizionismo non funziona, meglio bandire gli eccitanti più pericolosi e promuovere gli altri

www.panorama.it/

29 marzo 2014

Se per tanti l'epoca del proibizionismo è miseramente finita, tra l'altro senza ottenere alcun risultato, resta da capire come affrontare l'incubo delle droghe sintetiche e dei loro drammatici effetti collaterali. Stime relativamente recenti denunciano che i consumatori di queste sostanze sono oggi più di trecento milioni, e che il loro prezzo è crollato dell'80 per cento negli ultimi vent'anni. Inoltre, nonostante nello stesso periodo il numero di condanne per chi le mette in commercio o le distribuisce sia cresciuto esponenzialmente, le vittime dei cosiddetti "eccitanti legali", in

inglese legal highs, vale a dire tutte quelle droghe commercializzate come alternative legali alle droghe illecite, sono aumentate, e il tasso di dipendenza da queste ultime ha raggiunto livelli inaccettabili.

Il problema degli eccitanti legali va oltre l'ipotesi di diventare eccessivamente pericolosi quando associati ad altre pasticche dal contenuto sospetto e a qualsiasi genere di bevanda alcolica. Questo aspetto è certamente grave, ma il vero dramma sta da un lato nell'impossibilità di renderle illegali prima che sia stato scientificamente confermata la loro assimilazione a sostanze stupefacenti. Dall'altro nella facilità con cui la rete riesce a distribuire miscugli sempre nuovi (solo nel 2013 sono state messe sul mercato 73 nuove pasticche), vanificando quindi a monte la crociata legislativa contro queste sostanze.

Basterebbero i numeri relativi a consumo e dipendenza a confermare che questi eccitanti sono pericolosissimi. Eppure, è sorprendente come nessun paese abbia fino ad oggi trovato il coraggio per approvare nuove normative che li mettano fuori commercio. Non ci sono riusciti gli Stati Uniti, pur investendo miliardi e miliardi di dollari nella lotta agli eccitanti legali, ma nemmeno l'Inghilterra o l'Olanda. In sede europea se ne è discusso a lungo, ma anche in questo caso non è stato raggiunto alcun risultato.

Appena un paio di settimane fa, invece, la Nuova Zelanda ha deciso di passare dalle parole ai fatti, e ha iniziato la sua battaglia contro gli eccitanti

legali. Determinazione che è già stata premiata dalle Nazioni Unite con l'invito a guidare la commissione che presto inizierà ad occuparsi dei problemi legati alla commercializzazione e al consumo delle droghe sintetiche a livello internazionale.

Tutto è cominciato poco meno di un anno fa, quando Wellington ha creato una nuova

struttura incaricata di occuparsi di questi eccitanti legali. Nello specifico, la legge con

cui quest'organo è stato istituito chiarisce che possono essere considerate legali solo

quelle droghe/medicine associate a un "rischio limitato" di dipendenza, fastidio o

(2)

morte, rimettendo, ed è questo il punto più importate, ad un comitato scientifico l'onere di definire l'esatta natura di "rischio limitato".

Così facendo, la Nuova Zelanda è già riuscita a bloccare la commercializzazione di una decina di pastiglie, e per quanto sarebbe esagerato sostenere che sia questa la strategia migliore per combattere le droghe sintetiche, va riconosciuto che è certamente più efficace proibirne la commercializzazione che autorizzarla fino a quando non saranno stati scientificamente dimostrati gli effetti collaterali delle singole pasticche. Non solo, questa commissione ha anche approvato la vendita di talune pasticche, nella convinzione che, anche in questo caso, una linea

eccessivamente proibizionista non avrebbe fatto altro che alimentare il mercato nero e, di conseguenza, i rischi per chi le droghe le consuma comunque.

La ricetta neozelandese ha certamente bisogno di altro tempo per provare la sua efficacia, ma è indubbio che in un mondo che non rinuncerà mai alle droghe, una strategia che permetta quanto meno di limitare i danni di dipendenza e consumo eccessivo merita di essere apprezzata e condivisa. Del resto, i primi risultati

sono incoraggianti. Negli ultimi mesi il consumo delle sostanze approvate dalla

commissione sulle droghe sintetiche è aumentato, quello di quelle bandite perché

pericolose è crollato. Del resto, anche nei paesi in cui è stata legalizzata la cannabis il

consumo di marijuana è cresciuto ma i danni causati dalla stessa sono diminuiti. Che

sia davvero questa la strada giusta?

Riferimenti

Documenti correlati

Qualcosa di più si rinviene nei Documenti del Concilio Vaticano II, in particolare nella “Lumen Gentium” ove - dopo avere accennato al patto istituito da Cristo con Israele e

La Nuova Clinica Termale prosegue la tradizione della vecchia testata “La Clinica Termale”, della quale è la diretta e naturale continuazione. Periodico semestrale

L’obiettivo del presente Accordo è facilitare il commercio di animali vivi e di pro- dotti animali tra la Svizzera e la Nuova Zelanda introducendo una regolamentazione

Le agevolazioni sono concesse ed erogate sulla base di un contratto di finanziamento, da stipularsi entro 60 giorni dalla data della delibera di ammissione... Tempi di

Potrebbe sembrare facile, ripetiamo tutti che sono due Paesi differenti, c’è chi ama la prima e trova noiosa la seconda chi invece preferisce uno stile di vita più rilassato ed

Nell’ambito delle attività di solidarietà ed assistenza svolte all’interno della Consulta delle Chiese Evangeliche del territorio romano, associazione senza fini di lucro che

- 20% della quota di partecipazione dal giorno successivo alla prenotazione fino a 45 giorni lavorativi (sabato escluso) prima della partenza del viaggio. - 50% della quota di

In particolare, gli Stati membri con una tradizione di economia sociale di mercato potrebbero essere maggiormente preparati ad assumere il nuovo impegno di accogliere integralmente