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Hesoconti ConSiliari — 632 — Consiglio Regionale della Sardegna

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Resoconti Consiliari — 625 -- Consiglio Regionale della Sardegna

V LEGISLATURA XXXV SEDUTA 22 DICEMBRE 1965

XXXV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

MERCOLEDI' 22 DICEMBRE 1965

Presidenza del Vicepresidente SOTGIU indi

del Vicepresidente GARDU INDICE

Disegno di legge (Annunzio di presentazione)

Disegno di legge: «Stati di previsione dell'entrata e della spesa costituenti il bilancio della Regione per l'anno 1966». (12) (Continuazione della discussione):

ATZENI ALFREDO, relatore di maggioranza . SOTGIU, relatore di minoranza

Interrogazione (Annunzio)

Sull'abolizione dei diritti feudali di pesca negli stagni di Cabras:

PERALDA, Assessore alle finanze PRESIDENTE . .

La seduta è aperta alle ore 10 e 05.

NUVOLI, Segretario ff., dà lettura del proces- so verbale della seduta precedente, che è appro- mt.to.

Annunzio di presentazione di disegno di legge.

PRESIDENTE. Annunzio che è stato pre- sentato il seguente disegno di legge:

«Variazioni agli stati di previsione dell'entra_

ta e della spesa costituenti il bilancio della Re- gione per l'anno 1965».

Annunzio di interrogazione.

PRESIDENTE. Si dia annunzio della inter- rogazione pervenuta alla Presidenza.

NUVOLI, Segretario ff.:

«Interrogazione Cardia - iSotgiu sugli stan- ziamenti statali per i porti sardi». (123)

PRESIDENTE. 'Sospendo la seduta per 20 minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 10, viene ripresa alle ore 10 e 30).

Continuazione della discussione del disegno di legge:

«Stati di previsione dell'entrata e della spesa costituenti il bilancio della Regione per l'anno 1966». (12)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge: «Stati 'di previsione dell'entrata e della spesa costituenti il bilancio della Regione per l'anno 1966». Ha facoltà di parlare l'onorevole Atzeni Alfredo, relatore di maggioranza.

ATZENI ALFREDO (D.C.), relatore di mag- gioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho seguito con molta attenzione, come era mio dovere, il dibattito che si è 'svolto in quest'aula sul 'disegno di legge di bilancio del 1966. Il di- battito è stato preceduto da altrettanto interes- sante discussione in Commissione integrata;

a mio parere però, nelle due sedi, esso ha spes- so valicato i 'limiti del nostro mondo economi- co finanziario per abbracciare temi e problemi di più vasta portata e che pertanto, il più delle volte, 'sfuggono A nostro diretto controllo.

. 625

. 625 . 632

625

642 642

Rot000nti, f. 90 - a. 36 (1000)

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Resoconti Consiliari

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E' stata l'occasione, però, come ogni anno, per toccare il tema dell'indirizzo e della for- mula politica che dovrebbe guidare la vita del- la nostra Isola, senza scendere purtroppo allo studio e alla indicazione del mezzo più razio- nale per l'impiego degli scarsi mezzi messi a nostra disposizione dallo Statuto regionale. Di- co questo non perché io disapprovi il dibattito sulla politica generale, ma perchè ad esso si do- vrebbe sempre accompagnare un discorso in ter- mini più concreti. A questo punto devo rile- vare che la discussione in Commissione prima, la relazione di minoranza e gli interventi in aula poi, hanno toccato invariabilmente tutti 'i tre temi obbligati: fallimento della Giunta re- gionale di centro-sinistra; fallimentare situa- zione economico-finanziaria della Sardegna;

inefficienza funzionale del bilancio proposto che sarebbe poco dissimile da quelli dei passati eser- cizi.

Il centro-sinistra non viene presentato quale esso è, espressione politica nuova della Demo-

crazia Cristiana al servizio di un responsabile programma di rinnovamento del Paese, ma il risultato finale di lotte fra gruppi di potere com- poste alla fine su una concordata spartizione dei posti. Si dimentica che la Democraiia Cri- stiana propose al suo vasto elettorato nel 1963 questa nuova esperienza politica che doveva ser- vire ad allargare l'area deMocratica e a garan- tire più salde maggioranze democratiche nel paese.

Per la Sardegna viene ripetuto analogo di- scorso. La Giunta di centro-sinistra viene con- siderata l'espressione di un'ala avanzata della

Democrazia Cristiana che avrebbe sopraffatto ogni altra 'superstite tendenza al centrismo o magari al (destrismo. L'onorevole ,Sotgiu crede, citando nomi di presunte vittime non rassegna- te, di alimentare tra noi, su questo problema, una situazione di permanente polemica inter- na. L'onorevole Torrente si rassicuri: la nostra dialettica interna — ma più che la dialettica interna è il nostro travaglio —, è composta;

tutti .noi, come del resto i rappresentanti degli altri partiti della coalizione, siamo impegnati e solidali nell'opera di collaborazione e nella di- fesa dei diritti della Sardegna. E podchè, ripe-

to, ho avuto l'onore di essere citato personal- mente, voglio ricordare — a riprova che gli eventi non hanno sorpreso l'animo mio in po- sizioni discordanti — che fin dal 1960 in un mio intervento a nome del Gruppo democratico cristiano, nella discussione sul bilancio del 1961, auspicavo un chiarimento definitivo ed inequi- vocabile del pensiero del partito socialista, af- finché questo partito potesse portare un contri- buto serio e concreto alla difesa delle istituzio- ni democratiche tanto seriamente minacciate

consentendo l'ampliamento dell'area democrati- ca e determinando le condizioni necessarie alla attuazione di una sana, equilibrata e avveduta politica, sociale nell'interesse degli strati popolari del nostro paese. Questo era il mio pensiero e non ha quindi senso attribuire alla sostituzione del titolare di un Assessorato il significato o l'importanza di una scelta politica fra indirizzi e correnti interne contrastanti. La mia espe- rienza politica ventennale mi ha abituato a con- siderare questi fatti con sommo distacco e suf- ficiente umiltà anche perché fatta la scelta di una linea politica, gli uomini possano servirla altrettanto bene dai banchi della Giunta e da questi. Domando scusa per questi accenni per- sonali ai quali sono stato costretto da una in- cauta citazione che tocca la mia personale sen- sibilità e la coerenza di tutta la mia vita di modesto amministratore e ancora più modesto

uomo politico.

La Giunta di centro-sinistra è costituita ed è ancora troppo presto per dare, con atteggia- menti apocalittici, un inappellabile severo giu- dizio di ,condanna. La prova è appena iniziata, ma il nuovo più ampio clima di collaborazione si è già manifestato anche sul bilancio, anche e proprio su apparenti contraddizioni in certi uomini politici, fra certe dichiarazioni, onore- vole ,Sotgiu, che hanno preceduto e che seguono la formazione della Giunta regionale, giacché la visuale più ampia e più completa delle cose li ha .ancora di più e meglio posti di fronte a concrete responsabilità e nella condizione di su- perare una più ristretta concezione delle cose.

Non potevamo e non potremo attendere in bre- ve tempo risultati miracolistici. Il mondo eco- nomico, oltre tutto, è assai lento a muoversi:

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è difficile riconoscere le cause e gli effetti di una crisi economica che si risentono ad una sca- denza non assolutamente immediata. Gli effetti della congiuntura ancora gravano sulla nostra modesta economia. Direi quasi che la distanza che ci separa dalla Penisola, il mare che da essa ci divide, costituiscono un diaframma che ritarda i riflessi negativi della situazione ge- nerale e i sintomi della ripresa che non può essere attivata dalle sole nostre modeste forze, necessariamente ristrette nella entità e nello spazio geografico.

L'onorevole Frau e l'onorevole Lippi Serra non sono stati molto dissimili, nei concetti e nel- le spietate requisitorie, dai colleghi comunisti.

L'onorevole Lippi Serra ha definito, in modo quanto meno inelegante, il nostro bilancio «un pasticcio di cifre» che si muove, mi è parso di sentire, come un invertebrato. Lasciando dia par- te queste espressioni che non dovrebbero tro- vare posto nel nostro vocabolario, condivido in pieno quanto è stato detto idal collega Floris a proposito del ruolo che assumono sempre le mi- noranze, di opposizione ad ogni costo anche se tale atteggiamento, come in questo caso, porta inevitabilmente ad innaturali convergenze.

L'onorevole Frau è andato molto lontano trattando questioni di alta politica economico-fi-

nanziaria, non riflettendo abbastanza che è as- surdo parlare di politica dei redditi, di politica salariale, di politica del risparmio e degli in- vestimenti riferendosi 'soltanto al nostro piccolo mondo economico. Politica dei redditi, cioè una migliore distribuzione dei maggiori redditi tra i fattori che li hanno determinati, è tema di politica economica generale. Politica salariale:

l'azione sindacale Che sostiene questa politica è attiva anche in Sardegna. Sono ancora nei miei ricordi del tempo in cui operavo all'Assessorato del lavoro i risultati conseguiti per l'abolizione di discriminazioni salariali territoriali: una conquista importante del mondo del lavoro. Po- litica del risparmio e degli investimenti: seppu- re regolata su scala nazionale, ha avuto in Sar- degna, come dirò più avanti, lo stimolo neces- sario della Giunta regionale. La verità è quella, affermata dal collega Lippi Serra, che bisogna riandare ai secoli scorsi per vedere sorgere in

Sardegna la politica economica a tipo dualisti- co-colonialistico. Sottoscrivo questa affermazio- ne provando solo meraviglia per la fonte da cui proviene, per le responsabilità storiche che es- sa implica. E' un tipo di economia al quale noi abbiamo sempre reagito e che ha determinato e giustificato l'esigenza dell'autonomia regionale.

Si lamenta dalla destra una presunta morti- ficazione della iniziativa 'privata (da parte co- munista, all'opposto, ci si accusa di voler ri- chiamare e proteggere i monopoli) e contempo- raneamente ci si accusa, con scarsa coerenza, del mancato o scarso intervento in Sardegna del Ministero delle partecipazioni statali. Noi siamo per la convivenza delle due forme di in- tervento in armoniosa integrazione; è ben per questo che, se da un lato cerchiamo di incen- tivare !l'iniziativa privata, dall'altro ci ponia- mo su posizioni rivendicative nei confronti del Ministero delle partecipazioni statali.

I grandi temi del risparmio, come ho già detto, del reinvestimento, degli investimenti bancari, sono ancora, purtroppo, problemi lontani se ri- feriti alla sola nostra Sardegna. Anche in que- sto settore tuttavia la Giunta regionale ha ef- ficacemente operato sia pure nei limiti delle sue competenze. Se le restrizioni bancarie, per esem- pio, hanno avuto in Sardegna minore incidenza che altrove, lo si deve alla provvida distribu- zione fra le banche operanti nell'Isola di una parte delle disponibilità finanziarie della legge 588 giacenti in tesoreria. La distribuzione è stata 'effettuata sulla base degli investimenti operati da ogni singolo istituto di credito. Il fenomeno dell'emigrazione era deprecato dalle opposizioni — che lo 'definivano dolorosa emor- ragia di forze giovani — quando si presenta- va in fase ascendente e dalle stesse opposizioni è deprecato oggi che si manifestano sintomi di regresso. Coloro che vengono licenziati, Si dice, dai privilegiati luoghi di produzione industriale, rientrano in patria ad allargare la schiera dei disoccupati.

Tornando al bilancio, esso viene definito bu- rocratico, quasi che, un tale termine, debba avere necessariamente un significato spregiati- vo. Vi è una burocrazia sana ed efficiente e una meno sana e meno efficiente. Nel caso no-

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Resoconti Consiliari

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stro, anche ad intendere per burocratico un in- tervento chiuso ad ogni ispirazione ed ad ogni esigenza politico - sociale, cioè esclusivamente tecnico, debbo dire che, purtroppo, una gran parte del bilancio, quella così detta anielastica che è la maggiore, non può che avere una col- locazione ragionieristica. Per la rimanente par- te, la minore purtroppo, la Giunta ha operato secondo indirizzi e coordinamenti di carattere economico Su scelte di natura economico-finan- ziaria, nel quadro di un programma generale e di una determinata politica: quella del centro sinistra. Se le somme destinate alle spese cor.

renti sono aumentate e quelle destinate ad in- vestimenti sono diminuite nel 1966 rispetto al 1965, nonostante l'aumento naturale delle entra- te, dobbiamo chiederne la ragione. Le spese cor- renti sono di natura sociale e risolvono o alme- no contribuiscono a risolvere problemi partico- larmente gravi. La decisione è stata da noi con- sapevolmente assunta e non ci pentiamo certa- mente di averla adottata.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GARDU

(Segue ATZENI ALFREDO) E' stata anche lamentata la mancata presentazione della rela- zione previsionale e programmatica prevista al- l'ultimo comma dell'articolo 4 della così detta legge iCurti. In effetti, come ho già avuto oc- casione di rilevare nella relazione scritta, que- sto documento deve considerarsi fondamentale e la Giunta regionale dovrà nei prossimi anni farlo precedere al bilancio. Quest'anno la rela- zione può ritenersi assorbita dal progetto del terzo programma esecutivo che contiene appun- to un capitolo previsionale. In esso viene rile- vato che l'andamento congiunturale ed i rifles- si sul ritmo di crescita del sistema economico isolano non sembrano modificare gli obiettivi generali e la strategia di sviluppo del Piano Il progetto constata che l'elemento di maggiore debolezza del sistema economico sardo è stato la contrazione della spesa pubblica, mentre i settori portanti, cioè industriale e agricolo, han-

no mantenuto, nonostante le difficoltà del mo- mento congiunturale, ritmi tali da consentire nello scorcio del 1965 un andamento più favo- revole anche sotto il profilo disoccupativo. Si

richiama all'esigenza dell'aggiuntività, per as- sicurare l'efficacia dell'intervento straordinario che si propone un acceleramento della spesa pubblica e la determinazione delle quote sui fi- nanziamenti pubblici ordinari e straordinari, necessari al raggiungimento degli obiettivi fis- sati nel Piano quinquennale, in modo da realiz- zare un sostanziale recupero, anche in relazione agli insufficienti livelli degli anni 1964 - '65, at- traverso i nuovi programmi di spesa pubblica.

Il programma esecutivo stabilisce anche un quadro di coordinamento, compatibile con l'at- tuale situazione istituzionale, idoneo ad assicu- rare il contemporaneo impiego di tutti i mezzi di finanziamento. A tale scopo concentra nel set- tore delle opere pubbliche circa il 50 per cento della spesa prevista per l'intero quinquennio;

per l'azione di sostegno degli operatori privati prevede, per il biennio, un complesso di stan- ziamenti pari al 35 per cento dell'intero quin- quennio. Il programma esecutivo assicura per- tanto una precisa caratterizzazione degli inter- venti di fronte alla attuale fase congiunturale, ma soprattutto contiene l'impegno di accelerare la spesa pubblica e globale in un quadro coor- dinato e idoneo ad assicurare un più efficiente impiego di tutte le fonti pubbliche di finan- ziamento.

Come ho già affermato nella relazione scritta, nella predisposizione del bilancio la Giunta re- gionale ha operato una duplice scelta selettiva:

il contenimento entro limiti più ristretti delle spese correnti e il concentramento delle spese in conto capitali su alcuni settori di intervento, evitando per quanto possibile ogni tentativo di dispersione. Sulla prima esigenza, deve obietti- vamente ammettersi, come ho già detto, un in- cremento delle spese correnti superiore al 20 per cento, a fronte di un aumento delle entrate del 4 per cento. Ciò è dovuto principalmente ai recenti provvedimenti legislativi a carattere sociale interessanti i coltivatori diretti e i vec- chi e gli invalidi privi di pensione.

Nella strutturazione della spesa in conto ca- pitale si è tenuto conto al massimo della esi- genza di un coordinamento con gli interventi del terzo programma esecutivo del Piano di ri- nascita, realizzando altresì una maggiore con-

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Mesoconti Consiliari

centrazione e selezione degli interventi nell'in- tento di consolidare l'azione intrapresa in al- cuni settori fondamentali dell'attività economi- ca isolana. In agricoltura, ad esempio, la qua- si totalità della spesa è indirizzata verso il set- tore zootecnico; nel settore industriale gli in- terventi sono concentrati nelle infrastrutture industriali e negli interventi volti a sostenere la privata iniziativa; nel settore delle opere pub- bliche la maggiore concentrazione si ha nelle forme di intervento che assicurano una più im- mediata 'esecuzione delle opere.

In materia di bilancio, analizzata come è sta- ta nel corrente anno nelle sue tre fondamenta- li gestioni — di competenza, di cassa e dei re- sidui —, manifesta la sua fondamentale utilità anche in ordine alla esigenza dei calcoli pre- viionali, che sempre più viva si manifesta nel- la moderna economia di piano. Tale analisi ha però la sua fondamentale importanza al fine di una sana, chiara, inequivocabile politica della spesa pubblica. Le :cifre sono eloquenti, per cui ogni discussione su di esse ha limiti difficilmen- te superabili. Esse debbono insegnarci tante co- se sul passato e su ciò che si dovrà fare per un migliore futuro. E' assai difficile distorcere il loro linguaggio a fini esclusivamente pole- mici.

Le questioni di carattere politico, le implica- zioni di carattere economico, i diversi settori di intervento del bilancio sono stati adeguata- mente illustrati :dai colleghi di ogni parte po- litica della coalizione intervenuti numerosi nel dibattito. A me resta poco da dire che non sia stato, con maggiore efficacia e competenza del- la mia, convenientemente esposto.

E' stato toccato il tema dell'agricoltura che è sempre, a mio parere, il settore :di più largo incisivo intervento. Il collega Zaccagnini, con cifre alla mano, ha dato prova della sua rara competenza in materia. Riservo alla mia scarsa conoscenza del problema il concetto che la ri- conversione in agricoltura consiste anche nel doloroso abbandono della cerealicoltura delle zo- ne marginali nelle quali essa non è più con- veniente. Impropriamente si è detto «abbando- no», onorevole Nioi, giacchè si tratta piuttosto di una più razionale utilizzazione di certi ter-

reni migliorati per la pastorizia. La nostra me- ravigliosa pecora non potrà che avere il suo pascolo brado, unica preziosa risorsa di certe nostre povere zone montuose e collinari arse e rocciose.

Per quanto riguarda l'industria, aggiungerò a quello che il collega Pietro Melis ha esposto con la esperienza acquisita nei lunghi anni di responsabilità nel settore, che una volta create, le industrie di base — necessariamente costose e che impegnano assai ingenti capitali per ope- raio occupato — richiameranno «a valle», co- me suol dirsi, le industrie manifatturiere con largo impiego di manodopera. Sono con lui nel- l'aceorato richiamo al principio della solidarietà nazionale e al dovere del Governo centrale di intervenire attraverso il Ministero delle parteci- pazioni statali.

'Con il collega Asara concordo nell'accorato appello ai, responsabili perchè l'iniziativa pri- vata turistica in Sardegna non venga scorag- giata per l'assenza :di un valido intervento re- gionale nelle opere infrastrutturali. Concordo con l'onorevole Floris a proposito della delica- tezza e dell'urgenza dei problemi degli Asses- sorati del lavoro e pubblica istruzione le del- l'igiene e sanità.

Detto questo, devo spendere qualche parola sull'Assessorato degli enti locali, che, oltretutto, fino a qualche mese fa era affidato alle mie modeste cure ed alla mia responsabilità. A pro- posito di questo Assessorato molti attacchi in- generosi sono stati rivolti al collega Giagu che è succeduto a me nell'incarico. In effetti è vero che gli stanziamenti sono pressochè identici a quelli dello scorso esercizio e che sono inade- guati alle esigenze sempre crescenti del settore.

Il primo a dolersene è certamente il collega Giagu, sacrificato :alle esigenze di un impiego qualificato dei mezzi di bilancio. Se maggiori disponibilità finanziarie lo avessero- consentito, certo maggiori stanziamenti avrebbero meritato i capitoli della beneficenza (legge 41) e delle calamità naturali (legge 2?). La tragedia di qua- si tutti gli Eca, di tutte le istituzioni pubbliche

di assistenza e beneficenza è che non vengono sorretti adeguatamente dal contributo regiona-

le. Alla pressante richiesta degli Enti locali di

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fronte alle esigenze urgenti ed indilazionabili non sempre risponde la legge 27 che pure è stata, in questi anni, mirabilmente collaudata quale strumento efficace e rapido. Che dire poi del servizio antincendi che ha dato prova di efficienza conseguendo risultati che era assai difficile sperare? E' auspicabile una organizza- zione ancora più efficiente ed estesa, che copra l'intero territorio regionale.

E' ingiusto misurare dagli stanziamenti la vo- lontà politica di estendere e perfezionare il ser- vizio di controllo sugli atti degli Enti locali. Es- so sarà certamente perfezionato e la relativa legge va riformata alla luce dell'esperienza di questi anni. Il servizio impropriamente detto ispettivo, ma più propriamente di assistenza tecnico-amministrativa agli Enti locali deve es- sere adeguatamente rafforzato e migliorato. I

mezzi finanziari saranno certamente reperiti al- l'atto dell'approvazione dei relativi provvedi- menti. Ma il problema dell'Assessorato degli en- ti locali è principalmente di efficienza numeri- ca e qualitativa del personale. A questo scopo non sarà mai abbastanza raccomandato il più rapido ricorso a nuovi concorsi severamente condotti, onde assicurare un progressivo rinnovo del personale di ogni ordine e grado. Non sarà mai abbastanza raccomandato un frequente av- vicendarsi del personale regionale di altri As- sessorati con quello degli enti locali. Starei per dire che tutto il personale, in avvenire, dovreb- be passare attraverso detto Assessorato per un più utile tirocinio e per la necessaria conoscen- za degli ordinamenti, delle esigenze, delle pre- ziose esperienze degli Enti locali.

Per quanto riguarda l'entrata, riconfermo il concetto, del resto accolto anche dai nostri con- traddittori, che, per quanto la Regione non deb- ba condurre una sua politica fiscale, ha ugual- mente un vasto campo di intervento anche nel- la ricerca di nuove fonti di finanziamento e nel perfezionamento di quelle esistenti.

Gli interventi dell'onorevole Ruiu e del col- lega Zaccagnini nella materia strettamente fi- nanziaria mi dispensano dal dire molte cose. In linea generale potrebbe dirsi che la Regione de- ve curare al massimo — ed in effetti lo ha già fatto — i rapporti con l'amministrazione

finanziaria e del tesoro. Lo stesso accertamento dei tributi erariali dovrebbe essere effettuato con la collaborazione di rappresentanze locali

dando piena esecuzione all'articolo 9, ultimo comma, dello Statuto. A facilitare più ampi rap- porti è intervenuta la recente istituzione in Sar- degna di un Ispettorato Compartimentale del- le Imposte che ,sovraintende a tutti gli uffici della Sardegna.

Ricupero dei 9/10 di imposta di ricchezza mobile riscossa con sistema diverso dalla iscri- zione a ruolo: voglio soffermarmi sulle trat- tenute operate a tali titoli sugli stipendi e sa- lari dei dipendenti pubblici e sulle somme ver- sate, sempre per imposta di ricchezza mobile,

direttamente alla tesoreria da enti espressamen- te a ciò autorizzati. Mentre per questa seconda forma (dei versamenti diretti) pare raggiunto un accordo per la sua inclusione fra le Norme di attuazione, non altrettanto può dirsi per la massa di ritenute ai pubblici dipendenti, che rappresentano la maggior parte delle imposte di ricchezza mobile. Secondo me è pienamente so- stenibile il buon diritto della Regione, giacché trattasi di imposte il cui soggetto risiede in Sardegna anche se, per esigenze di pratica con- tabile propria dell'Amministrazione statale, la operazione di applicazione delle imposte avviene presso le ragionerie centrali.

Altro tema che merita particolare studio è quello delle imposte di fabbricazione attribuite nella misura dei 6/10 alla -Regione con legge 3 giugno 1960, numero 529._ Questa legge parla di imposte «percette in Sardegna», ma non ve- do — salvo maggiore approfondimento del pro- blema, come ho già detto — perché l'imposta di fabbricazione su prodotti fabbricati in Sar- degna non debba essere interamente percetta nell'Isola. In effetti della produzione petrolifera, ad esempio, solo la parte consumata in Sarde- gna viene assoggettata ad imposta, nell'Isola e quindi entra nel computo dei 6/10 a favore del- la Regione.

Circa la maggiore tempestività nella realiz- zazione delle entrate fiscali vale quanto ho det- to nella relazione scritta. Per quanto riguarda l'impasta generale sull'entrata è opportuna, per una maggiore certezza del bilancio, una deter-

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minazione in misura fissa. A questo proposito devo ricordare che una proposta di legge na- zionale, presentata dalla Giunta e approvata dal Consiglio regionale nella passata legislatura, si trova attualmente all'esame del Parlamento.

Per quanto riguarda le spese è stato lamen- tato, un po' da tutti, un sempre più marcato carattere di rigidità. In effetti, ripeto, su un totale di oltre 42 miliardi disponibili, il 33 per cento (altre 14 miliardi) riguarda spese dipen- denti da speciali disposizioni legislative; il 28

per cento (quasi 12 miliardi) riguarda spese ge- nerali, di personale e di funzionamento. In to- tale le spese così dette anelastiche ammontano a 26 miliardi e mezzo circa (61 per cento) e la somma residua, per interventi non obbliga- tori, a 15 miliardi e 800 milioni (39 per cen- to). Di questa rigidità siamo però un po' tutti responsabili giacchè siamo stati in ogni occa- sione spinti a operazioni di mutuo, a impegni pluriennali, a ordinare uffici, tutte voci che com- portano maggiori oneri fissi, da esigenze d'or- dine sociale ed economico che ancora oggi non ci sentiamo di rinnegare. Il più delle volte, ac- cogliendo l'anelito dei più diseredati, le istanze sociali più profonde ed indilazionabili, abbia- mo precorso i tempie ci siamo pasti in posizione di avanguardia rispetto ai cittadini delle altre regioni &Italia. Deve essere questo un nostro motivo di orgoglio. Quando si parla dei mille rivoli attraverso i quali si disperderebbe il no- stro modesto bilancio, noi diciamo con sicura coscienza che questi rivoli, volti a lenire ingiu- stizie sociali, non debbono e non possono ina- ridirsi. Intendo riferirmi particolarmente alle leggi a favore dei lavoratori privi di pensione, dei coltivatori diretti, sull'edilizia popolare, agli interventi in agricoltura con l'assestamento dei mutui agrari, all'abbattimento di una fascia debitoria e così via.

iLo stesso problema dello stato giuridico del personale, del suo trattamento economico ade- guato e dignitoso, del trattamento di quiescen- za da noi regolato in conformità alle aspira- zioni di tutta la classe impiegatili& italiana,

non deve lasciare in noi amarezze o rimpianti.

Dobbiamo completare anzi l'opera con la nuova legge sul trattamento economico e con i nuovi

reclutamenti. Non dobbiamo essere noi a rece- dere, se mal altri deve adeguarsi alle effettive esigenze dei tempi moderni, realizzando, come è nei voti dì tutti, una burocrazia sana ed ef- ficiente. Tutto questo non può certo portarci a un discorso di finanza facile e incontrollata.

Per l'avvenire ogni sforzo dovrà essere fatto onde evitare un ulteriore aggravamento di una situazione già difficile.

Un discorso a parte merita l'esame del conto dei residui. Da ogni parte è stata lodata la innovazione introdotta dall'Assessore Peralda quando ha allegato al progetto di bilancio lo elenco e la situazione dei residui. Ad un esame analitico balza evidente l'osservazione che par- te dei residui attivi hanno significato rivendi- cazionistico e come tali debbono essere mante- nuti, sempre che però si accompagni a esso una azione ad alto livello politico. Altri residui pos- sono utilmente, a mio parere, essere revisionati ed 'eventualmente eliminati nelle dovute forme.

Il discorso circa una maggiore dinamiCa del- la spesa va comunque riferito ai veri residui, che non assommano ai cento miliardi di cui tanto si è parlato, ma ad una cifra molto più modesta, Si deve innanzitutto tener presente che la spesa è, spesso inevitabilmente, rallentata dallo stesso meccanismo degli interventi. L'agri- coltore che ottiene un decreto di contributo di- venta in tal modo titolare di un impegno di spesa, ma non percepisce in 'anticipo la somma che gli sarà pagata solo quando avrà eseguito le opere e sarà intervenuto il collaudo. I ter- mini di esecuzione delle opere vanno da 6 a 12 mesi, salvo proroghe che in molti casi gli stessi titolari ripetutamente richiedono. Per le opere pubbliche (anche ammettendo che il fi-

nanziamento dell'opera di un Ente locale, ad esempio, sia concesso sulla base di un proget- to già esistente ed approvato, il che non sem- pre avviene) deve operarsi con le norme di con- tabilità di Stato :che prevedono esperimenti di appalto, contratti, consegne eccetera. Una volta iniziata l'opera, •il pagamento avviene a stati di avanzamento; il saldo dei decimi avviene solo a collaudo avvenuto. Se l'appalto delle opere av- viene negli ultimi mesi dell'esercizio, l'intera spesa, alla chiusura del bilancio, ricade nella

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massa dei residui. Lo stesso discorso si attua agli interventi nell'industria. La legge 22, ad esempio, opera nei confronti di operatori che abbiano interamente assolto al programma di investimenti da essi presentato ed in base ad accertamenti dell'Assessorato. Premesso que,sto, va da sè che ogni cura, ogni studio debba es- sere effettuato onde ottenere un acceleramento dei tempi.

La Commissione integrata, pure approvando a larga maggioranza il progetto di bilancio pro- posto dalla Giunta, ha ritenuto, a seguito di approfondito esame delle singole poste, di ap- portare alcune modifiche nello stanziamento delle spese e ne ha dato per ognuna le oppor- tune giustificazioni. Ha fatto fronte alle modi- fiche, a ragion veduta, con maggiori stanzia- menti ai capitoli di entrata e con alcuni spo- stamenti interni. Su queste modifiche mi limito a rimandare i colleghi alla mia relazione scritta.

Per quanto riguarda la parte formale, la Com- missione ha preso atto che gli adempimenti previsti dalla cosiddetta legge °urti sono stati osservati, eccetto che per la relazione previsio- nale, a proposito della quale la Giunta è im- pegnata per l'avvenire a provvedere nei modi e nei tempi prescritti. Anche il problema dei consuntivi è stato affrontato. Esso investe in parte la Commissione che porterà rapidamente a termine l'esame di quelli in suo possesso, ri- ferendone al Consiglio, mentre per gli altri la Giunta — non ho dubbi — vorrà provvedere con la maggiore sollecitudine.

Su altri problenii importanti la Commissione ha, espresso voti, — di cui parlo nella relazio- ne — che la Giunta terrà nel massimo conto.

La Commissione ritiene di aver svolto un uti- le e costruttivo lavoro nell'interesse di tutti, perchè siamo stati eletti a rappresentare tutto il popolo sardo nelle sue aspirazioni, nelle sue rivendicazioni, nei suoi sogni di progresso. Al vero bene dell'Isola dobbiamo perciò tendere, superando ogni divisione di torri e campanili, di città e campagne, di montagna o collina o pianura per il vero benessere, per la vera ri- nascita della Sardegna da noi tutti auspicata.

(Consensi a.l centro).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'ono- revole Sotgiu, relatore di minoranza.

SOTGIU (P.C.I.), relatore di minoranza. Si- gnor Presidente, onorevoli colleghi, potrei anche rinunciare a prendere la parola e richiamarmi semplicemente alla relazione scritta: se questo non faccio è perchè vorrei tentare di chiarire, in primo luogo a me stesso, onorevoli colleghi, il senso del dibattito che si è svolto in questa aula nel corso di questi giorni. Infatti, malgra- do gli sforzi compiuti, a me sembra che nes- suno sia riuscito a dimostrare che è infondata la tesi centrale della relazione di minoranza e cioè che il primo bilancio del centro-sinistra niente innova rispetto ad precedenti bilanci del- le Giunte centriste. A nostro avviso, il centro-si- nistra, per le forze che lo compongono, per i tempi, per i modi in cui è sorto e 'per il fatto che ha rappresentato una piena capitolazione del P.S.I. dinanzi ai gruppi moderati della De- mocrazia Cristiana, continua con altro nome, con altri uomini, la politica, che vorrei 'dire infausta per la Sardegna, delle Giunte centri- ste. Certo si sono sì ricercate scusanti per giu- stificare il fatto che balza evidente agli occhi di tutti. Alcuni, come l'onorevole Defraia, han- no invocato l'attenuante dell'età ancora giovane di questa nuova formazione di Governo in vita da pochi mesi ; altri, cercando di portare argo- mentazioni più valide, hanno invocato l'atte- nuante della legislazione vigente, nazionale e regionale, che impedirebbe, sino all'avvio della programmazione, di modificare realmente qual- cosa nelle strutture politiche, economiche e so- ciali della nostra Isola e del nostro paese. Altri infine, senza riuscire tuttavia ad indicare cose nuove, hanno preferito accusare noi comunisti di non voler vedere, per il solito partito preso e perchè abituati alle previsioni catastrofiche, tutte le novità. Essi stessi però non sono riu- sciti ad individuare cose realmente nuove e non riuscirei nemmeno a condannarli per questo perchè — senza voler ipotecare l'avvenire, per- chè l'avvenire può anche presentarsi diverso dal presente — è difficile, perlomeno per ora, per- lomeno per quanto si riferisce a questo bilan- cio, dimostrare che c'è qualche cosa di nuovo.

Onorevoli colleghi, il bilancio non è soltanto

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un documento finanziario, ma esprime in cifre l'attività politica che si intende svolgere nello spazio di dodici mesi. In questo senso nessuno può dimostrare che anche questo bilancio non unisca ad un massima di rigidità — come è detto nella relazione di minoranza — un mas- simo di dispersione, portando all'esasperazione questi fenomeni, apparentemente contrastanti, ma in realtà derivanti da un'unica linea poli- tica. Nessuno ha potuto dimostrare che le mo- dalità di spesa e i settori di intervento non sono gli stessi degli anni precedenti; nessuno ha potuto dimostrare — anche perchè non si possono contestare i fatti — che le spese nuo- ve, che pure in bilancio ci sono, di carattere sociale, non sono del centro-sinistra, ma deri- vano da impegni assunti in precedenza quando

il partito socialista era schierato all'opposizione accanto al partito comunista. Non si è fatto nel- la relazione di minoranza un esame particola- reggiato di tutti i fatti, anche perchè non si valeva presentare al Consiglio una relazione an- cora più pesante di quella che è stata presen- tata.

Si sono esaminati i tre settori nei quali era- no intervenuti cambiamenti di Assessori dovuti alle nuove impostazioni politiche affermate dal-

la Giunta: enti locali, industria e agricoltura.

Onorevole Atzeni, la prego di voler credere che le considerazioni contenute nella nostra re- lazione non riguardano assolutamente la sua

persona da tutti rispettata in questa assemblea.

Si è parlato, è vero, dell'Assessorato degli enti locali; se ne è parlato perchè un Assessore, che nell'ambito della Democrazia Cristiana si col- loca entro una determinata corrente politica, è stato sostituito con un altro che nello stesso partito si colloca in un'altra corrente politica.

Onorevole Atzeni non è offensivo per nessuno appartenere ad una corrente politica anzichè ad un'altra, quando all'interno del partito le cor-

renti è ammesso che esistano.

DEL RIO (D.C.), Assessore ai lavori pubblici.

Io sapevo che l'onorevole Atzeni appartiene alla stessa corrente dell'onorevole Giagu.

SOTGIU relatore di minoranza. Vor-

rei dire che nelle correnti ci sono anche le sot- tocorrenti. Nessuno, mi dispiace doverlo con- statare, ha pdbuto dimostrare, perlomeno sulla base del bilancio, che i tre Assessori nuovi in- tendono apportare nella spesa criteri nuovi.

Ripeto: «sulla base del bilancio», perchè i pro- positi possono essere anche diversi, ma noi qui possiamo attenerci soltanto a quello che nel bi- lancio è scritto. L'unico che ha tentato di sa stenere il contrario, accusando molto incauta- mente gli altri di falso, ha compiuto egli stesso un falso. L'onorevole Pietro Melis deve sapere, infatti, che quando su un capitolo non si in- tende più spendere, si scrive accanto «soppres- so» e non «per memoria». Del resto che questa Sia l'interpretazione esatta, lo ha confermato l'onorevole Branca in Commissione: egli, infat- ti, ad una nostra richiesta di inserire nel bi- lancio...

MELIS PIETRO (P.S.d'A.). Deve sopprime- re la legge.

‘SOTGIU (P.C.I.), relatore di minoranza. Ono- revole Melis, non è vero. Perchè non va a le- zione dall'onorevole Peralda che ha dimostrato, nel corso di pochi mesi di Assessorato, di aver assimilato bene tutte le leggi sulla contabilità?

(Interruzioni).

Nel partito socialista — escluso l'onorevole Peraida che ha 'approfondito il tema — su che cosa debba intendersi con «per memoria» c'è molta confusione. La dimostrazione ce l'ha data l'onorevole Branca, che se non vado errato ap- partiene allo stesso partita politico dell'onore- vole Tocco. Dinanzi ai rilievi mossi dall'opposi_

zione perchè non appariva dal bilancio nessuna indicazione che si volesse procedere alla crea- zione dell'Ente minerario, dopo aver consultato l'onorevole Tocco, il collega Branca è tornato a direi: l'Assessore propone di mettere l'Ente minerario «per memoria». Abbiamo fatto rile- vare che non si può inserire una voce «per me- moria» se non vi è il riferimento ad una leg- ge. La dizione «per memoria» sta ad indicare che una legge esiste, che possono esistere — e anzi, in genere, esistono finanziamenti su quel- la legge — e che non si intendono introdurre

Resoconti, f. 91 - 3. 35

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stanziamenti ulteriori anche perchè quelli pre- cedenti possono sembrare sufficienti.

(Perciò, onorevole Melis, la pregherei, quando afferma che gli altri sono dei falsari, di misu- rare attentamente le proposizioni dei suoi di- scorsi). Si può tranquillamente affermare che l'onorevole Tocco intende seguire passo passo la politica del suo predecessore. Con ciò io non voglio dire che l'onorevole Tocco fa bene o fa male -- sono questioni personali queste —, ma intendo arrivare alla constatazione che malgra- do la presenza di un Assessore all'industria so- cialista, la politica seguita dall'onorevole Melis Assessore all'industria nella Giunta centrista, non si intende modificarla. Tragga l'onorevole Tocco le sue conseguenze e anche noi trarre- mo le nostre.

Ci sono modificazioni per quanto si riferisce, all'Assessorato degli enti locali? Io rimando i colleghi alla relazione scritta di minoranza, per- chè non voglio far perdere al Consiglio più del tempo necessario. Ce ne sono per quanto si ri- ferisce all'Assessorato della agricoltura? Ono- revoli colleghi, quando nella premessa all'esame delle poste del bilancio relative a questo Asses- sorato si scrive letteralmente: «Nell'impostare il bilancio di previsione per il 1966, questo As- sessorato ha seguito, pur con le necessarie mo- difiche dettate dall'apporto di nuovi provvedi- menti legislativi [presi da Giunte centriste, ag- giungo io] gli stessi criteri adottati negli ultimi esercizi in relazione, naturalmente, alle dispo- nibilità esistenti», quando si scrive testualmen- te questo, io trovo poco attendibile qualsiasi ragionamento che voglia dimostrare che qual- cosa è cambiato nel bilancio del 1966, rispetto al bilancio del 1965, per quanto si riferisce all'impostazione della politica agraria.

Onorevoli colleghi, la presentazione come As- sessore dell'onorevole Giagu provocò a suo tem- po quel «vezzoso terremoto» del quale parla Tommaso Cruduli, un epigrammista napoleta- no del settecento; ma di questo terremoto fran- camente onorevole Giagu nel bilancio per il 1966 non c'è traccia.

Nel corso della precedente legislatura pochi sono stati tanto critici quanto l'onorevole 'Pali- gheddu nei confronti delle Giunte centriste in

genere e in particolare -dell'Assessorato dell'agri- coltura. Tuttavia di questo atteggiamento criti- co nei confronti delle precedenti impostazioni non troviamo più traccia e non solo nelle poste di bilancio. Le critiche di allora non ci sono più. Io direi che se le cose stanno così — e nes- suno ha dimostrato che stanno invece diversa- mente — non è possibile giungere a una con- clusione diversa da quella che in fondo è det- tata dallo stesso buon senso di ognuno di noi, e cioè che il nuovo bilancio non si differenzia più in alcun modo dai bilanci precedenti pre- sentati da Giunte centriste in polemica con le

quali il centro sinistra è sorto. Se mi è consen- tito, e questo mi sembra sia l'aspetto più serio e più preoccupante che la relazione di mino- ranza si sforza di mettere in luce, anche il bi- lancio di centro sinistra ricalca i bilanci pre- cedenti in ciò che rappresentava proprio la de- bolezza principale della politica delle Giunte pre- cedenti, e cioè nel mancato coordinamento del- la spesa del bilancio alla spesa del Piano. Ciò serve a sottolineare la incapacità anche della Giunta di centro-sinistra di portare avanti una coerente politica di programmazione economica.

Tutte le altre 'critiche possono, a mio modo di vedere, anche essere considerate marginali, ri- spetto a questa che individua la 'debolezza di fondo della politica proposta al Consiglio regio- nale e al popola sardo da questa Giunta.

Questa critica, onorevoli colleghi, non è mos-

sa soltanto dal partito comunista, non è soltan-

to la nostra. L'intervento dell'onorevOle Ruiu e

1' intervento dell' onorevole Defraia stanno a

confermare che anche autorevoli membri della

maggioranza di centro-sinistra hanno, a questo

proposito e per questo che è l'aspetto centrale

della politica di centro-sinistra, da avanzare ri-

serve e critiche analoghe alle riserve e alle cri-

tiche che avanziamo noi. Infatti, onorevoli col-

leghi, se sfrondiamo l'intervento dell'onorevole

Ruiu della polemica facile (e, se l'onorevole Ruiu

me lo consente, anche un pochino gratuita) con-

tro il nostro partito (e dico un pochino gratui-

ta perchè, anzichè configurare con esattezza le

nostre posizioni e con quelle reali polemizzare,

egli ha portato motivi polemici -di comodo), quel-

lo che resta è un insieme di interessanti pro-

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posizioni che vanno per la stessa strada verso la quale vuole andare la relazione di minoran- za; la quale non è soltanto un «cartello idei no», onorevole R:uiu, ma vuole essere molto sommes- samente anche un invito a costruire insieme

un «cartello dei sì».

La storia dei cartelli dei sì e dei no portata in quest'aula alla lunga finisce anche per 'essere divertente, in un certo senso, perchè diventa un pretesto. In primo luogo: non è vero che anche un cartello dei no — seppure sia possi- bile per chiunque porsi 'soltanto su posizioni ne- gative, ciò che si può contestare — non possa di per se stesso portare a posizioni positive e a dei passi in avanti. Contro Tambroni, ono- revole Ruiu, per non risalire indietro fino alla lotta antifascista, si è creato in sostanza ur cartello dei ino, che è valso, se non altro a salvare la democrazia. Qui dentro, onorevoli colleghi, anche se riuscissimo

soltanto

a met- terci d'accordo su alcuni :no, su alcune cose che non si debbono fare, potremmo far 'compiere dei notevoli passi in avanti al nostro regime auto- nomistico. In secondo luogo : perchè la questione del cartello dei no e dei sì corre il rischio di diventare un tentativo di facile 'polemica? Per- chè la nostra politica, onorevole Ruiu, la po- litica del partito comunista, non solo nazional- mente ma anche nella nostra isola, non si li- mita a negare, ma contiene anche proposte nuo- ve, alternative. Quando diciamo no, onorevoli colleghi, alle grandi concentrazioni monopoli- stiche, offriamo l'alternativa dell'industria di stato. Quando diciamo no alla penetrazione nel- le campagne della politica dei monopoli, offria- mo d'alternativa di uno sviluppo agricolo affi- dato alle aziende contadine pastorali, coltiva- trici e allevatrici 'dirette. il nostro no allo svi- luppo per poli si accompagna alla proposta di una avanzata generale ,dell'economia sarda, a partire dalle zone della Sardegna più interne e 'più arretrate. Quando diciamo no al centro-si- nistra, avanziamo contemporaneamente la pro- posta di una formazione politica più avanzata.

Onorevoli colleghi, anche nel caso specifico di questo bilancio, non ci siamo -limitati nella re- lazione a dire che lo respingiamo, ma albbiamo contemporaneamente proposto (con la modestia

di chi sa di non essere depositario di tutta la verità — la quale sembra invece 'essere tutta dell'onorevole Pietro Melis — e anche, non esi- tiamo a dirlo, con la approssimazione di chi non è al Governo, di chi è all'opposizione e quindi non può sostituirsi nella predisposizione delle proposte costruttive a 'chi ha tutti gli stru • menti necessari), abbiamo proposto, come punto d'i partenza, la ricerca 'di una nuova realtà po- litica dalla quale è necessario prendere le mos- se, se si vuole realizzare il coordinamento tra Piano e bilancio necessario per dare l'avvio ad una politica di programmazione. Partendo da questa premessa della ricerca di una nuova vo- lontà politica si può diminuire la dispersione, allargare e concentrare l'intervento pubblico nei settori fondamentali, prendere le mosse per di- minuire la rigidità del bilancio.

'A parte la questione del «cartello dei no e dei 'sì», non si vede come le proposte da noi avanzate siano contraddette dia quelle avanzate dall'onorevole Ruiu, per il quale Piano e bilan- cio debbono diventare un'unica cosa e per il quale la programmazione sarebbe 'la giustifica- zione stessa del sardismo. Quest'ultimo è, infat- ti, se non l'ho espresso male in questa forma approssimativa, il pensiero centrale che emerge dall'intervento dell'onorevole Ruiu. In che cosa queste affermazioni contraddicono la linea che noi proponiamo nella relazione di minoranza?

Non si vede neppure in che modo le nostre pro- poste siano contraddette dalle proposte fatte dall'onorevole Defraia nella prima parte del suo intervento. In modo esplicito egli avanza al bi- lancio critiche analoghe alle nostre e concepisce ugualmente piano e bilancio come uno stesso li- mite di una politica globale e di programmazio- ne. Dagli interventi più costruttivi dei colleghi

della maggioranza è venuta dunque nella sostan- za una implicita conferma della validità delle critiche centrali che noi abbiamo avanzato al bilancio. E' stata messa in evidenza l'esigenza, che noi sosteniamo, di una politica della spesa globale rivolta tutta a perseguire gli obiettivi che il programmatore deve indicare per realiz- zare la 'rinascita economica e sociale della no- stra isola secondo le indicazioni della legge 588.

Dagli interventi più costruttivi dei colleghi

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della maggioranza sembra così emergere una profonda insoddisfazione per il documento che sono chiamati ad approvare. Si fa evidentemen- te la constatazione che con il tipo di spesa che viene proposto non sarà possibile fare passi in avanti e proprio in un momento in cui tutti prospettano la necessità di impostazioni politi- che atte a trarre la Sardegna dalle tenaglie di una crisi sempre più pesante e opprimente.

A questo punto mi sembra, onorevoli colleghi, necessario fare uno sforzo per cogliere il signi- ficato vero del dibattito che sta per concludersi e per cercare di comprendere in che modo que- sto dibattito si colleghi con quello più generale che si svolge nell'Isola e a quali sbocchi possa portare tutta la situazione sarda. A me sembra che due elementi di questo dibattito debbano particolarmente essere valutati: il discorso aci- do dell'onorevole Melis — così contrastante con

quello del suo collega di Gruppo onorevole Ruiu

— evidentemente espressione degli orientamenti politici della destra del suo partito, e per un altro verso il silenzio pieno di saggezza della così detta sinistra della Democrazia Cristiana.

Il discorso dell'onorevole Melis, se non cercas- simo di attribuirgli un significato che va oltre

le parole, ,app'arirebbe assolutamente inspiegabi- le. I colleghi lo hanno ascoltato e come me si saranno stupiti della rozzezza del tono, della so- stanziale povertà degli argomenti, della presun- zione oltre che della palese falsità di alcune af- fermazioni e della violenza polemica, secondo me volutamente portata fino all'insulto, come per il desiderio di provocare una rissa politica. Se non cerchiamo di collocarlo nell'ambito di una linea politica che la destra del Partito Sardo d'Azione evidentemente persegue, non potrem- mo capire, non potremmo cogliere il contrasto tra le posizioni politiche che emergono in que- sto discorso e quelle che emergono invece nel discorso del suo collega di Gruppo onorevole Ruiu. L'onorevole Melis, quasi a giustificare se stesso, ha invocato l'asprezza — inusitata dice lui — della relazione di minoranza, la quale, a suo dire, è scesa sino all'attacco personale.

L'onorevole Melis mentre accusa gli altri di fal- so si è messo lui !stesso, se me lo consente, a dare carte false. Lo sfido a citare una sola pa-

rola sulla relazione di minoranza che suoni at- tacco personale, nel senso che a questa espres- sione suole darsi. Definire posizioni politiche non può essere considerato attacco personale.

Non è un attacco personale all'onorevole Peral- da il fatto che -- essendo il presentatore del bilancio — è logicamente il 'più citato nella no- stra relazione. Non vi sono attacchi personali nei !confronti dell'onorevole Giagu, dell'onorevole Tocco, o dell'onorevole Puligheddu, dei quali so- no riprodotte le posizioni politiche. Sfido a trovare una sola parola che rappresenti un at- tacco personale a chiunque, all'interno o fuori di questo Consiglio. Mi dispiace che l'onorevole Melis, abbandonando la scuola, abbia perduto evidentemente la capacità di valutare 'lo stile di !una prosa, si tratti pure di una prosa di- sadorna come è necessariamente quella di una relazione ad un bilancio.

Quanto agli argomenti, ognuno è stato in-gra- do di apprezzarli. Può darsi che la relazione sbagli nell'indicare nel 55 per cento Ie spese di gestione; certo è, comunque, che l'o stesso ono- revole Melis ha poi ammesso che le spese di investimento sono 16 miliardi e cioè il 35 per cento. Questo è un fatto. L'onorevole Melis de- ve augurarsi che nemmeno il suo intervento giunga all'onorevole Malagodi, perché è chiaro che dà questa cifra l'esponente liberale trarreb- be argomenti per la sua campagna antiautano- mi,sta. Onorevole Melis, se me lo consente, ciò che di più, in un certo senso, disturba e of- fende nel suo intervento — molto diverso per la verità dagli interventi che altre volte abbiamo ascoltato da lei, onorevole Melis, perfino di re- cente —, è la mancanza del senso delle pro- porzioni nell'impostare i problemi. Io vorrei che l'onorevole Melis sapesse che l'unico partito del- la Sardegna che sostenga nelle sue elaborazio- ni ideali e anche nella sua concreta azione po- litica che il Partito Sardo d'Azione ha avuto e ha una funzione da svolgere nella nostra Iso- la è il Partito 'Comunista Italiano. Possibile che l'onorevole Melis non sappia che, dopo le tem- pestive vicende della Provincia di Nuoro, non dico le destre, ma i suoi stessi alleati di go- verno parlano del Partito Sardo d'Azione co- me di un fossile che dovrebbe essere messo in

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Resoconti Consiliari

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Consiglio Regionale delta Sardegna

V LEGISLATURA X XXV SEDUTA 22 DICEMBRE 1965

un museo una volta per sempre? Possibile che l'onorevole Melis non sappia che, in contrasto con queste* posizioni tenute dai suoi colleghi di governo, vi sono quelle dei comunisti, a Sini- - scola, a Fionni, a Tortolì, a Barisardo, ad Ar- zana, a Lanusei, ad Ilbono, a Osini, ad Orani, a 011olai, a Gavoi, a Macomer, di 'collaborazio- ne, di unità con il partito sardo? Ho citato le Amministrazioni comunali nelle quali i comuni- sti fanno maggioranza con il Partito Sardo d'Azione.

iNI0I (P.C.I.). Sono lontane da Cagliari, non gli interessano,

!SO'TGIU

relatore di-minoranza. Pos-

sibile che l'onorevole Melis non sappia che a due passi da Cagliari, à Villasor, si sta per co- stituire ugualmente una Giunta con i sardisti ed i comunisti, 'dimostrazione che la valutazio- ne del partito comunista sulla funzione progres-:

siva che il Partito Sardo d'Azione può svolgere è ben 'diversa dalla Valutazione che da alti e for- ze politiche viene data all'interno di questa as- semblea? Perchè dunque l'onorevole Melis, al qualle nessuno contesta il diritto al giusto or- goglio ed al patriottismo del partito, non usa più prudenza e non la smette di presentare il Partito Sardo d'Azione come protagonista uni- co della storia della nostra Isola; perchè non la smette di considerare tutto il Parlamento ne_

mico della Sardegna e, di tutto il Parlamento, l'unico rappresentante sardista, che del resto tutti rispettiamo e stimiamo, unico tutore degli interessi dell'Isola? Perchè non la smette di considerare il Partito Sardo d'Azione come l'unico partito non legato in interessi di carat- tere nazionale? Io vorrei ricordare a questa as- semblea, proprio nel momento in cui più forte è la nostra polemica nei confronti delle parte- cipazioni statali, che vicepresidente esecutivo dell'IRI è Visintini, membro anche della dire- zione del partito repubblicano; ed è noto a tut- ti che l':unico rappresentante sardista al Par- lamento 'aderisce al Gruppo repubblicano.

MELIS PIETRO (P.S.d'A). Su posizione al- quanto autonoma.

SOTGIU

relatore di minoranza. Non

tanto da non fare le elezioni sotto il 'simbolo dell'edera, onorevole Melis. Perchè, dunque, in- sultate tutti 'i partiti?

MELIS PIETRO (P.S.d'A.). Non è affatto vero.

SOTGIU (P.C.I.), relatore di minoranza. Ono- revole Melis, abbiamo ascoltato il suo discorso.

Tra 'l'altro lei ha detto: vi aspettiamo al var- co. Mia io aspetto al varco l'onorevole La Mal- fa. Anzi è già arrivato al varco quanido si è dimesso 'da presidente della 'Commissione bilan- cio soltanto per la nostra legge sugli emigranti.

Io ora aspetto al varco il signor Visintini, mem- bro della direzione del Partito Repubblicano Ita- liano, vicepresidente dell'IRI, per vedere che co- sa deciderà sul piano delle programmazioni statali.

Onorevole Melis, ripeto, iOrispetto ed apprez- zo il suo orgoglio e il suo patriottismo di par, tito, ma lo apprezzo nei limiti in cui orgoglio

e patriottismo di partito non rendono ciechi

sull'operato delle altre forze politiche.

I colleghi mi scuseranno se mi sono soffer- mato a lungo sull'intervento dell'onorevole Me- lis che, in realtà, per la sostanza delle cose dette, non avrebbe meritato che poche parale;

non sono però le cose dette che caratterizzano l'intervento dell'onorevole Melis, è invece l'an- ticomunismo tipo 1950, quello che ieri l'onore- vole Defraia stigmatizzava, e che ci può aiuta- re a capire il significato di un simile discorso:

Credo che, appunto, il tono del discorso del col- lega sardista ci aiuti a capire una degli ele- menti della situazione. L'onorevole Melis ha par- lato contro di noi, contro il Partito Comunista Italiano ed io pregherei gli onorevoli colleghi...

MELIS PIETRO (P.S.d'A.). Ho parlato con- tro il relatore di minoranza.

SOTGIU (P.C.I.), relatore di minoranza. E'

più sottile queàta distinzione, onorevole Melis,

ma anche meno efficace. L'onorevole Melis —

dicevo — ha parlato contro di noi comunisti,

visto che mi considero anche io membro del

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V LEGISLATURA XXXV SEDUTA 22 DICEMBRE 1965

partito comunista, se me lo consente il Gruppo sardista: ma io pregherei gli onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana, pregherei l'onorevo- le Dettori, il cui silenzio in questa discussione ha messo ancora una volta in luce la sua acu- tezza, di cercare di comprendere ciò che si na- sconde sotto il velame dei diversi strani discor- si sentiti in quest'aula. discorso dell'onore- vole Melis vuole essere anch'esso un richiamo a mantenere gli impegni del centro-sinistra; si tratta, onorevoli colleghi, dei due Assessorati in più, uno dei quali deve andare, come è noto, al Partito Sardo d'Azione. Questo richiamo è contenuto anche nel documento conclusivo del congresso di Sassari e, per un altro verso, nel- l'abbastanza subdolo attacco all'onorevole Cor- rias a proposito della truffa che viene addebi- tata a Spagnolli e dello stesso incauto atteg- giamento che avrebbe assunto il Presidente del- la Giunta regionale in tale occasione. Probabil- mente il discorso dell'onorevole Melis vuole gio- care anche un ruolo nella polemica sorta all'in- terno del suo partito; partito senza dubbio de- mocratico, non lo metto in dubbio, visto che l'onorevole Melis così ha sostenuto con tanto calore; partito che, a dimostrazione della sua vita democratica, non teneva congressi da ol- tre 10 anni e che, non appena iniziata la cam- pagna elettorale, ha messo subito in evidenza le sue contraddizioni prima tenute compresse dalla mancanza di un dibattito reale al suo interno.

Il centro-sinistra, come si ricorderà, nacque assai male a suo tempo. Le cambiali firmate in quel momento stanno venendo a scadenza. Mal- grado gli sforzi per impedirlo, le idee, quando sono giuste, vanno avanti e spingono al rinno- vamento — che provvisoriamente si è ora ar- restato con la formazione di questa Giunta — e più vanno avanti e tanto più difficile diventa la situazione della Sardegna perchè sempre di più 'la Giunta di centro-sinistra appare non idonea ad affrontare la situazione. E per questo con sempre maggiore evidenza certe contraddi- zioni vengono fuori e certe richieste di modi- ficazioni cominciano ad apparire in modo ma- nifesto. L'onorevole Pietro Melis con il suo in- tervento non proporzionato alla natura del di-

battito in corso riapre un discorso con la de- stra della Democrazia Cristiana, quasi a voler chiarire che esiste una disponibilità di una parte, perlomeno, dello schieramento sardista anche per una Giunta di ricambio alla Giunta attuale. E' difficile ritenere che il suo partito possa seguirlo su una strada di questo tipo, ma l'onorevole Pietro Melis getta dunque un al- larme...

MELIS PIETRO (P.S.d'A.). Lei dà i numeri.

SOTGIU (P.C.I.), relatore di minoranza. E ilei li giuochi.

L'onorevole Melis getta, dunque, un allarme che è indicativo della incertezza politica nella quale la Giunta attuale opera. Ma anche il si- lenzio della così detta sinistra democristiana sembra avere un significato. L'onorevole Detto-

ri ha preferito tacere abilmente e ha fatto di- fendere il bilancio del centro-sinistra da coloro che più sono stati ostili a questa formula. I colleghi democristiani intervenuti, con discorsi interessanti senza alcun dubbio, notoriamente non sono stati tra i pugnatori di prima schiera per la formazione della nuova Giunta. Non si rivela nessun segreto quando si dice questo;

onorevole Melis, indubbiamente quesito può es- sere un modo per consolidare la Giunta attuale, ma può anche essere il modo per •screditarla definitivamente. Del resto, quando, anche Scel- ba nazionalmente ha cominciato a non parlar- ne più male, il centro-sinistra ha cessato di avere ogni qualificazione politica avanzata. Co- sì, dal momento che i socialisti hanno avuto come avvocato difensore l'onorevole Floris, è difficile poter attribuire una spinta rinnovatri- ce ad una Giunta di centro-sinistra. Anche il silenzio della Democrazia 'Cristiana sembra es- sere, dunque, un indice dell'incertezza in cui vi- ve la Giunta attuale, dei contrasti, tutt'altro che sopiti, all'interno del partito maggiore della coalizione governativa. Si tratta di un indizio di tendenze che vanno affiorando e che non so- no evidentemente sufficientemente mature per emergere. Si potrà dire che si tratta soltanto di fantasie o di illazioni — ella più garbata.

mente ha detto che sto dando i numeri -- ma

in realtà è difficile sostenere che sia così.

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V LEGISLATURA XXXV SEDUTA 22 DICEMBBE 1965

Il bilancio si discute in un momento parti- colarmente drammatico per la vita della Sar- degna e altri colleghi lo hanno messo in evi- denza per cui non mi soffermo su questo ar- gomento. Questa situazione drammatica trova espressione, non solo nelle lotte dei lavoratori, ma anche in infinite manifestazioni di protesta a livello dei Comuni, di assemblee di Sindaci, provocando crisi nelle Amministrazioni comuna- li di centro-sinistra; trova espressione anche

nei Comitati delle zone omogenee. E' difficile collocare in modo lineare tutte queste espressio-_

ni di volontà democratica, che — lo riconoscia- mo noi stessi — spesalo sono 'contraddittorie;

tuttavia tutto si muove, sostanzialmente, in due direzioni. Appare sempre più evidente che la politica del Piano, così come è stata attuata fino ad oggi, agli occhi della grande maggio- ranza non appare sufficiente a risolvere i pro- blemi della Sardegna. La delusione intorno alle nuove industrie esaltate ieri si fa profonda per- chè esse non hanno risolto nessuno dei proble- mi aperti — per esempio quello dell'occupazione

— ma ne hanno anzi creato altri; hanno crea- to grossi problemi nella coscienza di molti e avvertito che questo tipo di sviluppo industriale condiziona un po' tutto l'avvenire della Sarde- gna.

Nelle campagne egualmente si avverte una situazione drammatica. Di qui una richiesta, una spinta — ripeto — confusa, contradditto- ria, per una politica di Piano diversa, per le riforme, per una politica antimonopolistica, per nuqvi orientamenti nella programmazione. D'al- tra parte, contemporaneamente, malgrado la non giovane età di questa formula, la delusione del centro-sinistra sta diventando sempre più larga. Può darsi che non ne abbiano colpa i nuovi amministratori della Giunta regionale, ma certo è che si è tutti portati ad attribuire ad essi le responsabilità di un aggravamento della situazione. La delusione per il fatto che il Par-

tito Socialista Italiano è entrato in Giunta e ciò non ha per nulla modificato la situazione preesistente è ugualmente profondissima. Tutto questo — insoddisfazione per una politica di programmazione che si è dimostrata incapace di risolvere o avviare a soluzione i problemi del-

la Sardegna, delusione per la Giunta di centro sinistra — opera all'interno dei partiti, all'in- terno del Partito Sardo d'Azione, all'interno del- la Democrazia Cristiana. Appare chiaro, anche se lo si vuole nascondere, che all'interno del Partito 'Sardo d'Azione è in atto uno scontro fra un'ala avanzata le cui proposte somigliano alle nostre ed un'ala arretrata — alla quale mi dispiace che appartenga l'onorevole Melis — ile cui proposte sono l'attacco contro Tito e con- tro l'Unione 'Sovietica, tutte cose che andavano male perfino nel 1950.

E' chiaro che all'interno della Democrazia Cristiana lo scontro che prima esplose e che sembrava sedato si è riacceso. Si tende verso conclusioni che superino una situazione consi- derata da tutti insoddisfacente. L'augurio che possiamo farci, onorevoli 'colleghi, è che il pro- cesso di chiarimento giunga fino nel profondo.

Noi torniamo a ripeterlo: non vogliamo estra- niarci da questo processo, anzi con la nostra azione vogliamo favorirlo ed accelerarlo. Per giuoco polemico si può dire di noi ciò che si ri- tiene utile ai propri fini, ma quali che siano le cose che si dicano, rimane la nostra politica, quella che realmente è al di fuori di ogni de- formazione più o meno interessata. Noi rite- niamo che una piattaforma che consenta il rag- gruppamento di tutte le forze democratiche ed autonomistiche è concretamente costruibile. Non abbiamo mai proposto nè proponiamo ora mi- sure socialiste 'dia attuare nella nostra Isola;

chiediamo misure 'di attuazione della Costitu-

zione repubblicana, -chiediamo misure di attua-

zione dello Statuto speciale, misure di attuazio-

ne della legge 588, chiediamo il potenziamento

dell'autonomia con il rafforzamento delle auto-

nomie locali e con la rivendicazione del rispetto

delle competenze statutarie; chiediamo una po-

litica di sviluppo fondata sulla industrializza-

zione promossa dalle partecipazioni statali e

sulla avanzata dei 'coltivatori e allevatori diretti

come protagonisti dello sviluppo agrario della

nostra Isola; chiediamo case, scuole, ospedali,

strade, 'fognature, sicurezza, assistenza, cultura

come condizione per lo sviluppo civile. Perchè

intorno a questa piattaforma non potrà essere

possibile l'unità di tutte le forze democratiche?

(16)

— 640 —

Consiglio Regionale della Sardegna Resoconti Consiliari

V LEGISLATURA XXXV SEDUTA 22 DICEMBRE 1965

Possibile che un veto di Roma debba porre un freno definitivo, onorevoli colleghi, al nostro rinnovamento? La Democrazia Cristiana vorrà portare la responsabilità storica di tutto questo?

Il partito socialista vorrà anch'esso rendersi re- sponsabile di una situazione di questo tipo? Vor- ranno questi partiti rendersi responsabili di un arresto delle nostre possibilità di avanzata verso una vita civile della nostra Isola?

La discussione sul bilancio ha messo in evi- denza che, malgrado tutto, qualcosa si muove;

le nostre critiche dure e puntuali si sono pro- poste di spingere ancora più avanti ciò che, nel..

la realtà oggettiva, si muove nella nostra Isola.

Le nostre critiche dure e puntuali ai compagni socialisti, ai colleghi della destra del Partito Sardo d'Azione sono state avanzate con l'inten-

to di avvertire questi due partiti dell'importan- za dei loro orientamenti per fare uscire la De- mocrazia Cristiana dall'immobilismo che le è congeniale se qualcuno non la spinge in avanti.

Ci auguriamo che questa critica raggiunga gli obiettivi per i quali è stata formulata. Ritenia- mo che il voto contrario del Gruppo al bilancio rappresenti uno stimolo per fare uscire le for- ze avanzate, che pure esistono all'interno di questa assemblea, da quella suddistanza nella quale in questo momento si trovano, per con- sentire la formazione di raggruppamenti nuovi che abbiano la forza politica di avviare la Sar-

degna sulla via della rinascita. (Consensi a si-

nistra).

PRESIDENTE. Comunico che, a conclusione della discussione generale, sono pervenuti alla Presidenza alcuni ordini del giorno. Se ne dia lettura.

GHINAMI, Segretario:

Ordine del giorno Sotgiu - Nioi - Manca:

Consiglio Regionale della Sardegna impe- gna la Giunta a regolamentare e più attenta- mente valutare i compensi al personale e agli uffici di altre amministrazioni per prestazioni rese all'Amministrazione regionale di cui al ca- pitolo 11140 dello stato di previsione della spesa».

Ordine del giorno Raggio - Pedroni:

«Il Consiglio Regionale della Sardegna a con- clusione della discussione sul bilancio di previ- sione per l'anno 1966 impegna la Giunta: a) Ad assicurare la immediata entrata in funzione del- le Commissioni provinciali di cui all'art. 12 del- la legge regionale 21 luglio 1964, n. 15, concer- nente l'abitabilità in Sardegna; b) A proporre al Consiglio i criteri e 'le misure per il coordina..

mento della legge regionale 211 luglio 1964, n. 15 con le recenti disposizioni nazionali in materia di edilizia abitativa; c) A proporre al Consi- glio, in attuazione dell'impegno assunto nelle di- chiarazioni programmatiche del Presidente del- la Giunta, le misure per il finanziamento dei Piani comunali di requisizione e urbanizzazio- ne di aree per l'edilizia economica e popolare in base alla legge 18 aprile 1962 n. 167».

Ordine del giorno Cardia - Birardi - Pedro- ni - Manca - Torrente - Raggio:

«Il Consiglio Regionale della Sardegna con- siderato che il Governo centrale ha finora di- satteso le rivendicazioni della Sardegna per un adeguato sviluppo e per la riorganizzazione dei porti sardi; considerato inoltre, che anche i re- centi impegni del Governo, assunti in sede di ripartizione dei fondi della legge 27 ottobre 1956, n. 1200, appaiono del tutto inadeguati al- l'ampiezza, complessità, urgenza dei problemi;

mentre esprime la più vibrata protesta per il

tentativo che, anche in questo campo, viene

compiuto dal Governo di nascondere — di fron-

te all'opinione pubblica sarda — la mancata

applicazione del principio della aggiuntività dei

fondi della legge' 88; impegna la Giunta a ren-

dersi interprete di tale 'protesta presso gli or-

gani .del Governo centrale e a rivendicare un

sollecito riesame di tutto il problema al fine

di predisporre soluzioni organiche, inquadrate

e coordinate nel Piano di rinascita; e in par-

ticolare a richiedere: 1) il finanziamento del

bacino di carenaggio con relativa attrezzatura

cantieristica a La Maddalena; 2) il finanzia-

mento delle opere portuali di Porto Torres in

attuazione del piano regolatore vigente; 3) il

finanziamento, a lato dell'invaso per i traghetti

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