Cultura – Pag. 44 15 ottobre 2008
APULA UN CONVEGNO CRS4
La cartella clinica compie settant'anni e diventa elettronica
La cartella clinica compie settant'anni. Risale alla legge Petragnani del 1938 la prima normativa che regolamenta questo prezioso diario dello stato di salute di un paziente. I primi a usarla sistematicamente sono stati gli egizi, anche se qualche incisione rupestre rinvenuta in Spagna porta indietro fino al paleolitico. Ma la prima definizione di cartella clinica è nata con Ippocrate, che la introdusse, insieme ai concetti di diagnosi e prognosi, con l'obiettivo di migliorare l'osservazione dei pazienti. E oggi, grazie all'elettronica e all'informatica, vengono sviluppate cartelle cliniche informatizzate (EHR: Electronic Health Record).
L'idea alla base della cartella clinica elettronica è che qualsiasi contatto tra una persona e il sistema sanitario - la visita dal medico di base, gli esami di laboratorio, eventuali ricoveri ospedalieri - genera una dettagliata descrizione digitale che può essere raccolta in un fascicolo elettronico, consultabile dal cittadino e dalle persone autorizzate.
L'obiettivo principale attualmente riguarda la definizione di standard che, nel rispetto della privacy, permettano l'efficiente interscambio delle informazioni: non serve avere un fascicolo sanitario elettronico se non si possono confrontare tra loro le informazioni come per esempio esami provenienti da laboratori diversi. I protocolli internazionali per il trattamento dei dati sanitari sono due: DICOM, dedicato al trasferimento di immagini digitalizzate tra sistemi diversi, e HL7 o Health Level Seven, dedicato alle informazioni cliniche e amministrative in formato elettronico, mentre i profili utilizzati attualmente sono tre: europeo (EHRCOM), australiano (HISA) e nordamericano (IHE).
Lo stato attuale, le prospettive e gli standard delle cartelle cliniche elettroniche sono gli argomenti al centro di un convegno internazionale che si è svolto al parco tecnologico di Pula: «Standard internazionali e piattaforme aperte in informatica sanitaria». Al simposio, organizzato dal CRS4, dal Consorzio Edith e dall'ente regionale Sardegna Ricerche, hanno partecipato alcuni dei maggiori esperti mondiali del settore, come Ian McNicoll, membro della fondazione openEHR, organizzazione non profit attiva nella definizione degli standard internazionali: «Una delle maggiori sfide - ha sottolineato McNicoll - consiste nel riuscire a condividere informazioni cliniche tra gli operatori sanitari di diverse sedi e i pazienti. Il contenuto dei documenti basati sullo standard openEHR è definito dagli operatori clinici e può adattarsi rapidamente alle continue evoluzioni della medicina moderna. Usato in diverse realtà internazionali dall'Inghilterra, al Brasile, al Giappone,
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openEHR aiuta a definire lo standard del nostro secolo per l'informatica medica, a beneficio di pazienti e operatori sanitari».
Per Gianluigi Zanetti, responsabile del programma BioMedical Computing del CRS4, «in questo momento in Sardegna si stanno sviluppando progetti molto ambiziosi che porteranno la Regione a disporre di un sistema informativo sanitario assolutamente all'avanguardia. È un buon momento per far incontrare istituzioni, aziende sanitarie e aziende private intorno agli standard di informatica sanitaria».