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IX LEGISLATURA LXXXII SESSIONE STRAORDINARIA DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA RESOCONTO STENOGRAFICO N. 109Seduta di mercoledì 15 gennaio 2014Presidenza del Vicepresidente Damiano STUFARA

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IX LEGISLATURA

LXXXII SESSIONE STRAORDINARIA DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA RESOCONTO STENOGRAFICO N. 109

Seduta di mercoledì 15 gennaio 2014

Presidenza del Vicepresidente Damiano STUFARA INDI

del Presidente Eros BREGA INDI

del Vicepresidente Giovanni Andrea LIGNANI MARCHESANI

INDICE -ORDINE DEL GIORNO DI SEDUTA (convocazione prot. n. 103 del 9/01/2014) Oggetto n.1

Approvazione processi verbali di precedenti sedute

Presidente...2

Oggetto n.2 Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale …...2

Oggetto n.3 – Atto n. 1377 Intervenute modificazioni del quadro normativo nazionale in materia di rifiuti – Presentazione al Cons. da parte della G.R. di una proposta di adeguamento delle previsioni recate dal vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti …...2

Presidente...4-7,10,13,15,19,22,26,27,30,34,36, 37-41 Zaffini…...3,4,34,37 Goracci…...7,39 Dottorini…...11,40,41 Nevi ...16,38,39 Stufara…...19

De Sio…...22

Buconi…...26

Rometti, Assessore …...30

Locchi…...34,37-39 Brutti…...39

Monni…...40

Votazione sospensiva atto …...40

Oggetto n.4 – Atto n. 1379 Oggetto n.5 – Atto n. 1380 Oggetto n.6 – Atti nn. 1365 e 1365 bis Rinvio trattazione...41

Sull'ordine dei lavori Presidente...3,4,34,36,38-41 Zaffini …...3,4 Locchi …...34,38,39 Nevi …...38,39 Brutti …...39

Goracci …...39

Monni …...40,41 Dottorini …...40,41 Sospensione …...36

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IX LEGISLATURA

LXXXII SESSIONE STRAORDINARIA DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA

- Presidenza del Vicepresidente Stufara - Consiglieri Segretari Galanello e De Sio

La seduta inizia alle ore 10.35.

PRESIDENTE. Diamo avvio a questa ottantaduesima sessione straordinaria dell’Assemblea legislativa.

Colleghi, vi prego di prendere posto, così è complicato iniziare. Chi vuole terminare altri discorsi lo faccia fuori, cortesemente.

Oggetto n. 1.

OGGETTO N. 1 – APPROVAZIONE PROCESSI VERBALI DI PRECEDENTI SEDUTE.

PRESIDENTE. Do notizia dell’avvenuto deposito presso la Segreteria del Consiglio, a norma dell’articolo 57, comma 2, del Regolamento interno, dei processi verbali relativi alle sedute del 17 e 18 dicembre 2013.

Non essendoci osservazioni, detti verbali si intendono approvati ai sensi dell’articolo 48, comma 3, del medesimo Regolamento.

OGGETTO N. 2 – COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE.

PRESIDENTE. Comunico l’assenza del Consigliere Monacelli e dell’Assessore Cecchini per impegni istituzionali.

Comunico che il Presidente della Giunta regionale ha emanato, ai sensi dell’articolo 2 bis della legge regionale 21 marzo 1995, n. 11 (Disciplina delle nomine di competenza regionale e della proroga degli organi amministrativi), i seguenti decreti:

n. 117 del 18 dicembre 2013: Comitato permanente per l’edilizia residenziale.

Nomina del componente designato congiuntamente, ai sensi dell’art. 5 della legge regionale 28 novembre 2003, n. 23 e successive modificazioni, dalle Organizzazioni sindacali dei proprietari. Integrazione D.P.G.R. 27 novembre 2013, n. 110;

n. 118 del 18 dicembre 2013: Legge regionale 28 marzo 2006, n. 6, articolo 7.

Commissione di controllo degli studenti. Costituzione;

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n. 119 del 30 dicembre 2013: Art. 59 legge regionale 12 novembre 2012, n. 18.

Agenzia Umbria Sanità (AUS) – Proroga del commissario liquidatore.

Comunico che la Giunta regionale ha depositato presso la Segreteria del Consiglio, a norma dell’art. 86 del Regolamento interno, risposta scritta relativamente ai seguenti atti:

• A tto n. 681 – Interrogazione del Consigliere Monacelli, concernente: “Evento sismico del 28 e 29 agosto 2010 verificatosi nei territori dei Comuni di Castel Ritaldi, Montefalco, Giano dell’Umbria e Comuni limitrofi - Mancata attuazione di un adeguato intervento da parte delle Istituzioni - Intendimenti della Giunta regionale al riguardo”;

• A tto n. 1346 – Interrogazione del Consigliere Monacelli, concernente: “Legge 9 agosto 2013, n. 98 di conversione, con modificazioni, del decreto - legge 21 giugno 2013, n. 69 - Messa in sicurezza degli edifici scolastici - Strumenti attivati dalla Giunta regionale ai fini dell’ottenimento dei finanziamenti previsti per la Regione Umbria”;

• A tto n. 1370 – Interrogazione del Consigliere Goracci, concernente: “Assurdità del costo del biglietto della corsa autobus da Gubbio a Branca, sede dell’ospedale comprensoriale di Gubbio - Gualdo Tadino - Intendimenti della Giunta regionale al riguardo”;

• A tto n. 1381 – Interrogazione del Consigliere Cirignoni, concernente: “Gravi irregolarità relativamente ad un esame svoltosi presso la facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Perugia emerse da intercettazioni telefoniche effettuate dall’Arma dei Carabinieri - Discredito derivante alle Istituzioni e al Servizio sanitario regionale - Necessità che venga aperta un’indagine e che sia costituito il Collegio di disciplina di cui all’art. 10 della legge 30 dicembre 2010, n. 240 - Necessità di verifiche su autorizzazioni ed accreditamenti eventualmente rilasciati a soggetto coinvolto - Intendimenti della Giunta regionale al riguardo”.

Esaurita la fase delle comunicazioni, come sapete, Colleghi, oggi ci sono all’ordine del giorno alcune mozioni, che erano presenti anche nell’ordine del giorno di precedenti sedute e non sono state trattate; dopo le mozioni ci sarà un atto da sottoporsi all’Assemblea ai fini del solo esame che licenziato dalla II Commissione consiliare.

Chiamo, pertanto, l’oggetto n. 3.

Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Sull’ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Zaffini.

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Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Presidente, si rende necessaria un’interruzione in attesa che sia presente in Aula l’Assessore, o la Presidente, perché discutere della mozione sui rifiuti in assenza dell’Assessore...

PRESIDENTE. Guardi, Consigliere, l’Assessore Rometti è in Aula...

Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Perfetto, allora ritiro la richiesta.

PRESIDENTE. È arrivato per secondo dopo il sottoscritto, lei ancora non c’era.

Adesso è uscito un attimo, ma è qui fuori, quindi penso che possiamo comunque procedere.

Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Ritiro la richiesta.

PRESIDENTE. Procediamo, quindi, alla trattazione dell’oggetto n. 3.

OGGETTO N.3 – INTERVENUTE MODIFICAZIONI DEL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE IN MATERIA DI RIFIUTI – PRESENTAZIONE AL CONS. DA PARTE DELLA G.R. DI UNA PROPOSTA DI ADEGUAMENTO DELLE PREVISIONI RECATE DAL VIGENTE PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI – Atto numero: 1377

Tipo Atto: Mozione

Presentata da: Consr. Zaffini, Nevi e Monacelli

PRESIDENTE. La parola al Consigliere Zaffini per l’illustrazione della mozione.

Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Grazie, Presidente. Registro che tuttora l’Assessore Rometti non è in Aula, comunque iniziamo l’illustrazione della mozione.

Colleghi, la mozione interviene come atto conseguente a numerosi altri precedenti atti, sempre a firma del sottoscritto e degli altri Capigruppo dell’opposizione, per sostanzialmente prendere atto – e invitare il Consiglio regionale a prendere atto – della circostanza che un atto di programmazione fondamentale quale il Piano regionale dei rifiuti è a questo momento un atto di programmazione superato, disapplicato, nella maggior parte del territorio regionale, e sostanzialmente

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inesistente dal punto di vista della cogenza, dal punto di vista della capacità di regolare un argomento, una materia di così rilevante importanza.

Registro, Presidente, tuttora l’assenza dell’Assessore dall’Aula.

PRESIDENTE. L’Assessore è stato avvertito. La mozione è agli atti da tempo, il contenuto è noto.

Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

No, no, Presidente, no. Su questo discorso non siamo d’accordo. Sul discorso che l’Assessore Rometti sta arrivando possiamo essere d’accordo, sul discorso che la mozione è agli atti da tempo non siamo affatto d’accordo, quindi io continuo l’intervento e ogni tre-quattro minuti ribadirò che sto parlando in assenza del Presidente della Giunta, pur presente il Vicepresidente, che saluto e rispetto, e dell’Assessore al ramo.

Dicevo, Colleghi, esistono argomenti oggettivi, soprattutto oggettivi, e comportamenti soggettivi, quindi, che hanno determinato nel tempo la inutilità di questo atto di programmazione, il superamento di questo atto di programmazione, diciamo che riepilogando brevemente tra i motivi e gli argomenti oggettivi rispetto ai quali noi dobbiamo prendere atto, evidentemente, il primo di tutti che mi viene in mente è una profonda incapacità del piano di realizzare uno dei suoi obiettivi fondamentali, in particolare quello dei livelli di raccolta differenziata.

Il Piano si incardinava su qualche presupposto, due o tre presupposti, il primo dei quali era i livelli di raccolta differenziata. Oggi noi siamo circa alla metà dei livelli di raccolta differenziata programmati nel piano, quelli realizzati effettivamente. Altro elemento oggettivo..., buongiorno, Assessore, la ringrazio di essere intervenuto in Aula.

Altro elemento oggettivo che scardina uno dei presupposti fondamentali del piano è i livelli di produzione dei rifiuti per effetto della crisi, per effetto probabilmente anche di qualche comportamento virtuoso da parte dei cittadini, i livelli di produzione dei rifiuti sono verticalmente diminuiti rispetto alle previsioni di piano, e quindi il piano stesso ne viene a soffrire evidentemente.

Altro elemento oggettivo, e quindi indipendente dalla volontà del legislatore regionale, che è intervenuto successivamente al piano, è una modifica importante intervenuta a livello nazionale della legge che riguarda il derivato dei rifiuti, che precedentemente, nel momento di emanazione del piano, era tuttora classificato come rifiuto, era denominato CDR (combustibile derivato dai rifiuti); oggi, per effetto di una modifica legislativa importante, peraltro in linea con le normative europee, e costantemente...

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere. Chiederei ai Colleghi di rispettare chi ha la parola perché così è complicato svolgere i propri interventi. Prego, Consigliere Zaffini.

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Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Classifica il derivato dei rifiuti, con procedure anche ulteriormente approfondite nel percorso di produzione, di lavorazione del rifiuto, della frazione secca del rifiuto, in combustibile solido secondario, classificandolo appunto come combustibile, non come rifiuto, pertanto determinandone una procedura di utilizzazione completamente svincolata dalla vicenda dei rifiuti.

Altri elementi oggettivi sono intervenuti, ma noi riteniamo che questi tre, in particolare queste tre grandi novità intervenute nel panorama, abbiano reso il piano evidentemente superato dagli eventi. Vi è poi tutta una serie di comportamenti soggettivi, che nel tempo, anche in conseguenza di queste novità e della difficoltà di applicare un piano che via via si rivelava e si è rivelato sempre più inapplicabile e inattuabile, gli ATI, gli organismi di governo del territorio, e i gestori hanno via via superato le previsioni del piano; ha iniziato l’ATI del ternano con le note vicende, che non stiamo qui a riepilogare, Colleghi, io ritengo che siano ormai patrimonio di conoscenza di tutti i colleghi, visto che hanno riempito le cronache dei giornali copiosamente, ha iniziato l’ATI del ternano e poi successivamente, è inutile che vi riepilogo rifiuti, lo sgarbo di Terni, il collega Brutti che dice alla Marini di non fare come Penelope con la tela, e ultimamente anche l’ATI dello spoletino-folignate scende in campo – così viene definita l’azione dell’ATI – per chiedere di nuovo di conferire a Sant’Orsola. Da ultimo, la Giunta regionale invia sui territori, come esploratore, si mette il casco e la sahariana e va sui territori l’Assessore Rometti, a esplorare, non si capisce bene che cosa, visto che immagino che il collega Rometti, da politico di lungo corso, conosca perfettamente le situazioni dei territori e quindi non serve certamente nessuna esplorazione.

Immagino che sia, Colleghi, del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una situazione ingovernata, non governata, non sufficientemente approfondita.

Io, in particolare, considero da ultimo questo atto dell’ATI, del gestore dell’ATI 3, un atto grave, cioè una discarica chiusa, che ormai sta in gestione post mortem, con un impianto, peraltro ci abbiamo investito per fare un impianto di recupero dei gas, continuare altro, è del tutto evidente che i territori cercano di organizzarsi al meglio.

L’impennata delle tariffe che gravano sui cittadini, e quindi che mettono sotto pressione i gestori sui territori, alla fine, fa scegliere quello che viene ritenuto il male minore, che poi è sempre quello della scorciatoia, è sempre quello del mettere la spazzatura sotto il tappeto in attesa di provvedere a una pulizia generale dell’abitazione. Quindi questa è una realtà che dimostra ogni giorno in più la necessità di riaprire la discussione sul piano.

La nostra mozione, ormai, devo dire, un po’ datata, perché è del novembre 2013, quindi sta dentro lo scorso anno, chiudeva infatti con un impegno, perché, Colleghi, non compete all’opposizione di prefigurare soluzioni, noi possiamo sicuramente dire la nostra, indirizziamo il discorso, il ragionamento, il dibattito su un versante di

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necessaria condivisione su questi argomenti, argomenti che stanno fuori o dovrebbero stare fuori dal dibattito prettamente politico di parte, perché sono argomenti di governo del territorio che attengono alla salute, all’ambiente, alla civile convivenza dei territori...

PRESIDENTE. Consigliere, la invito a concludere.

Francesco ZAFFINI (Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Dieci minuti? Va bene, ho finito. ...Che devono suggerire una logica completamente diversa alla maggioranza, quindi dico noi non prefiguriamo soluzioni diversamente da quelle che ci vengono attribuite da certa stampa o anche da qualche collega, noi semplicemente chiudiamo la mozione con un impegno alla Giunta regionale di presentare, entro venti giorni, una proposta di allineamento del vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti al mutato quadro normativo nazionale e alle mutate condizioni oggettive di realtà della materia. Peraltro, la Giunta regionale, nello scorcio dell’anno scorso, quindi negli ultimi giorni del 2013, ha assunto una delibera che in parte, sostanzialmente, dice la stessa cosa.

Quindi, Colleghi, reputo assolutamente opportuna la discussione di oggi. Spero che riesca a essere proficua, fuori dalle retoriche, fuori dalle logiche prettamente politiche, ma soprattutto fuori da quella brutta abitudine di costruire i “mostri”, laddove questi non esistono, al solo scopo di armare le comunità locali per avversare soluzioni che incombono, che debbono essere adottate. Abbiamo sotto gli occhi di tutti le immagini di questi giorni, della capitale, con i maiali che mangiano i rifiuti vicino ai cassonetti;

vediamo sindaci disperati che devono fare fronte all’urgenza e alla necessità; la Regione deve fare la sua parte. Io spero che oggi, Colleghi, noi riusciamo a dare un segnale in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Zaffini, per l’illustrazione.

Ricordo all’Aula che l’articolo 94 del Regolamento interno per lo svolgimento della trattazione delle mozioni prevede che possano intervenire nel dibattito un consigliere per ciascun gruppo per un massimo di quindici minuti, sempre quindici minuti per il rappresentante della giunta e l’eventuale replica del presentatore per cinque minuti al massimo.

Ho alcune richieste per gli interventi, il primo è del Consigliere Goracci, al quale passo la parola. Prego, Consigliere.

Orfeo GORACCI (Presidente gruppo consiliare Misto - Partito Comunista Umbro).

Grazie, Presidente. Non so se iscrivermi al gruppo dei “costruttori di mostri”, come ha da ultimo detto il collega Zaffini, non troverei la cosa così particolarmente grave.

Io, anche se nella sua introduzione il collega Zaffini, in questa circostanza, è andato molto più cauto e soft, debbo dare atto al centrodestra che su questo argomento ha

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una posizione netta, chiara, precisa: bruciare. Perché se io dovessi stare a quello che leggo e a quello che ho sentito è quasi tutto pleonastico e scontato, è evidente che se muta il quadro normativo nazionale la Regione non può che adeguarsi.

Sulle critiche su questo aspetto non l’ho fatto e non lo faccio perché non c’è motivo, anzi, in quel caso, qualche volta, dei mezzi plausi, non mi esimo da critiche all’Assessore su questo argomento, dal biogas alle biomasse, ma dico anche dagli impegni assunti in quest’Aula, quando a giugno fu detto che entro luglio ci sarebbe stata una proposta annunciata al Consiglio del nuovo piano regionale, siamo a gennaio, conosciamo un po’ i tempi della politica, ma è evidente che c’è un nodo, e questo che pone Zaffini e tutto il centrodestra è il nodo dei nodi.

Come si chiude il ciclo? Collega Zaffini, se dobbiamo stare all’adeguamento, pace!, mancherebbe, c’è una normativa nazionale nuova rispetto alla quale non si può che prendere atto ed essere conseguenti. Ma c’è anche un elemento, anzi, più di un elemento di critica, perché cambiare sigle non significa cambiare il problema, cioè se quello che prima era CDR adesso diventa CSS, se la gomma era un rifiuto e adesso cambi il nome, o può valere per gli scarti di lavorazione, come per altro, se adesso la chiami CSS, non è che diventa un’altra cosa; se c’era un elemento di delicatezza, di preoccupazione, di “pericolosità” (uso questo termine fra virgolette), non è che è scomparso perché adesso il legislatore nazionale, a partire dal Ministro, per quanto mi riguarda, mai rimpianto, Clini, che poi era un boss, nel senso del ruolo, importante, del termine in seno al Ministero dell’Ambiente e continua a esserlo, non è che sono cambiati quei problemi.

Qui va detto che il piano langue per le ragioni – e non le ripeto perché le ha dette con precisione il collega Zaffini, e sono sottoscrivibili – i ritardi, il mancato raggiungimento degli obiettivi, penso alla raccolta differenziata, ma non soltanto a quella. Cosicché questa mozione in sé asettica, come ha tentato di dire e di far intendere il collega Zaffini, in realtà, è il chiavistello per poter dire che, visto che c’è la normativa nazionale nuova sul CSS, visto che noi siamo in ritardo con il piano, visto che con le discariche non si può andare avanti, le contraddizioni, Sant’Orsola, Terni, quant’altro, utilizziamo quello che la legge ci consente e – io la dico in maniera più esplicita – gli impianti esistenti sul territorio regionale, che sono otto-dieci, ma che in realtà le ragioni politiche e le ragioni economiche puntano e mirano soltanto, o comunque in maniera assolutamente prevalente, ai cementifici, chiudiamo lì. Beh, su questo permetterà il collega Zaffini, e l’Assessore, e i colleghi Consiglieri, che certamente – l’ho detto già in altra circostanza come battuta – non è che si può dire al tacchino di essere contento appena stanno per arrivare le feste natalizie, perché se ne conosce la fine.

È evidente che, quando si parla di CSS, uso degli impianti esistenti, io vengo da Gubbio, e ci sono due possibilità su tre che questa cosa vada a buon fine da quel punto di vista, e credendo di conoscere abbastanza quella realtà, e anche gli umori, non per fare i capi popoli, i capi protesta, perché poi nella mia vita ho fatto anche esperienza di governo e quando si governa si tratta, si cerca di organizzare, si cerca di

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trovare dei punti di sintesi, ma è assolutamente inaccettabile l’idea che una parte del territorio dell’Umbria, marginale da sempre, che prende schiaffoni quando si chiede un indirizzo alberghiero sulla scuola, che perde i preti detective, dopo, al di là di come le vicende sono andate, come finanziamenti, la Regione li eroga, ma in realtà sarà la sfortuna, sarà il caso. No, Spoleto ha tutti i meriti, perché chi è più sveglio onore al merito, è evidente, su questo non ci piove. Però ricordo che, per esempio, scaricare tutte le responsabilità su chi c’era, ma chi c’era qui veniva difeso, veniva difeso dai banchi del governo e dai banchi del Consiglio comunale, e soltanto una voce stonata, come sempre, c’era, che avvertiva dei danni e dei disastri che si stavano compiendo.

Ma dicevo che non è che si può accettare l’idea che le cose belle e buone vanno altrove e la monnezza arriva nei cementifici eugubini, almeno per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, è evidente che non potrò accettare, e farò di tutto, sapendo che si rischia su questi argomenti, perché chi tocca i rifiuti, soprattutto se legati ad altri argomenti, si brucia, scottano di brutto, e ciò non di meno non mi porta a non confermare l’idea che insieme a tante difficoltà, contraddizioni, limiti, che anche io soggettivamente posso e credo di avere, ma un minimo di coerenza e un minimo di dignità mi sono rimasti e almeno in questi dodici-quattordici mesi li voglio in questo senso spendere.

Concludo dicendo che io voto contro non perché la mozione in sé non dica cose che possono essere fatte, entro venti giorni presentare qualcosa, poi non so se in venti giorni l’Assessore e la Giunta ce la faranno, o forse hanno già tutto pronto perché i giornali parlano da tempo. Io scrivo su queste cose, almeno ogni quindici giorni, non è che c’è mai stata una virgola, ma è scontato. I quotidiani e molti organi di informazione regionali sono nelle mani, dopo è vietato, sembra, usare il termine

“padrone”, che sia obsoleto, fuori dal mondo, antistorico e quanto altro, però rimane un dato di fatto, che i “proprietari” (chiamiamoli così, in termine più elegante), gli editori sono gli stessi soggetti che gestiscono, leggiamo tutti i giornali, voi sicuramente anche più di me, addirittura si arriva a leggere che per il re della discarica di Malagrotta, insomma, sono scomparse addirittura le richieste di arresto davanti al G.I.P. nei tribunali, nelle procure, quindi figuriamoci di che cosa stiamo parlando.

Allora la mozione in sé, dicevo, è asettica, potrebbe essere votata, ma io sono contrario perché guardo al centrodestra, perché lo ha fatto con altre interpellanze e ordini del giorno, in maniera esplicita, e apprezzo di più la schiettezza vostra da questo punto di vista che l’ambiguità di chi dice e non dice, ‘penso ma’, ‘va bene questo ma anche’, così non si governano le difficoltà e le contraddizioni, su questo avete sicuramente ragione. Ricordo semplicemente che comunque non solo su questi argomenti ma in particolare su questi, al di là della antipolitica, di chi non è ancora in questa sede istituzionale, ma che ci arriverà sul piano politico e altro, comunque determinati processi non si possono governare o imporre alla pubblica opinione, ed è evidente che se si sminuisce, se si banalizza quello che non quattro pasdaran, ma

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decine di migliaia di persone pensano e temono, difficilmente si riescono a governare i processi.

E poiché avevo detto esplicitamente nel riferimento alle cementerie, le cementerie – e vengo da una realtà dove fortunatamente ci sono, altrimenti in questi anni sarebbe stata ancora peggio dal punto di vista della tenuta economica, delle condizioni materiali di centinaia di famiglie – le cementerie sono già definite dal Ministero industrie, aziende insalubri, quindi non lo dice il bolscevico Goracci ma la normativa nazionale, aggiungere carichi da undici in realtà già appesantite non lo posso accettare.

E invito i colleghi, e ho finito, di centrodestra, di centrosinistra, del mondo sparso, a tenere conto che su questo argomento non è che c’è un’appartenenza, su questo argomento, quando sorgono i comitati, quando la gente pensa, quando la gente legge, rete o non rete, il timore che si va a compiere qualcosa che è più negativo che positivo perché queste cose non portano posti di lavoro, che nel cuore verde dell’Umbria l’idea di diventare il mondezzaio del centro Italia, perché adesso da Malagrotta portano al nord, poi potrebbero arrivare qui perché più vicino, cozza enormemente contro quell’idea di sviluppo alla quale tutti ci rifacciamo e che condividiamo che è quella dell’ambiente-cultura-turismo, la mondezza con l’ambiente-cultura-turismo non ha niente a che fare.

Centotrenta agriturismi che ci sono nella realtà che conosco meglio, quando non potranno più presentarsi come la realtà “pulita” (tra virgolette, poi ci sarebbe molto da dire), ma addirittura il luogo dove tutti i giorni potrebbero arrivare decine o centinaia di camion, con i pacchettini energetici, poi sarei curioso di vedere quanto pagano i cementieri perché se comprano anche il pet coke, o comunque le energie le pagano, non so se in questi casi pagano o sono pagati, mi incuriosisce la cosa. Questo elemento porterebbe una botta dal punto di vista dell’immagine all’Umbria nel suo complesso, secondo me, molto forte. Siamo quattro gatti, ci sono regioni confinanti che hanno già da tempo attivato forme e percorsi, ci si rivolga verso questi frangenti, o si vada oltre, Assessore: se si arrivasse davvero a una raccolta differenziata del 65- 70 per cento, e quello che resta utilizzarlo nelle forme nobili e positive, azzereremmo di fatto le condizioni e addirittura riusciremmo, per esempio, a creare molti posti di lavoro diversi, qualificati, innovativi, così come in alcune esperienze europee hanno fatto, ma anche piccole, per la verità, non vanno prese con la lente di ingrandimento, ma anche in esperienze nazionali, dal nord al centro Italia, con regioni che tra l’altro sono amministrate da colori diversi le une dalle altre.

E’ un invito calmo, pacato e tranquillo, e anche – da questo punto di vista la volontà di capire c’è – di non accelerare percorsi rispetto ai quali si rischia di battere pesantemente il naso.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dottorini;

ne ha facoltà.

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Olivier Bruno DOTTORINI (Presidente gruppo consiliare Italia dei Valori – Lista Di Pietro).

Grazie, signor Presidente. Questo dibattito parte da un presupposto che va tenuto ben presente e che rappresenta il “peccato originale” dell’intero ragionamento sulla gestione dei rifiuti e sull’utilizzo dei combustibili solidi secondari, cosiddetti CSS.

Il problema nasce con l’approvazione del decreto 22/2013 da parte del Governo Monti, acclamato come il ‘salvatore della Patria’ e oggi, a pochi mesi dalla fine di quella esperienza, già dimenticato da tutti, un’esperienza da cui ora si tende, anzi, a prendere le distanze, ma che ha lasciato molti frutti avvelenati in eredità alla società italiana.

Il Governo dei tecnici si è inventato un Ministro dell’Ambiente come Corrado Clini, tecnico che più tecnico non si può, che a sua volta ha partorito un decreto che definire

“osceno” è poco, incurante persino del parere contrario della Commissione Ambiente della Camera. Ci è voluta l’autorevolezza di un tecnico, quindi, per immaginare di trasformare dei rifiuti in combustibile, sottraendoli così alla disciplina dei rifiuti, anche dal titolo del decreto si può desumerne l’irrazionalità che lo ha ispirato:

“Disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari”; è un po’ come dire che il cancro, che tutti sappiamo essere una terribile malattia di cui si può morire, da domani non è più pericoloso perché il Governo gli ha cambiato nome, robe da pazzi!

In pratica, grazie a tale decreto, è stata aperta la strada alla produzione e all’utilizzo del combustibile solido secondario derivato dai rifiuti nei cementifici e nelle centrali termoelettriche in possesso dell’autorizzazione integrata ambientale. L’obiettivo dichiarato è quello di stabilire l’impiego dei CSS nei processi industriali, facendoli uscire dalla disciplina di gestione dei rifiuti, attraverso procedure che evitino di sottoporli all’arbitrio e ai veti degli Enti locali.

In altre parole, siccome bruciare rifiuti provoca solitamente forti e motivate preoccupazioni nella popolazione e siccome le ragioni di chi si oppone vengono, una volta assunte, interpretate da Comuni ed Enti locali, che in teoria dovrebbero rappresentare le comunità locali; si è pensato di superare il problema stabilendo per legge che quel particolare materiale non è più un rifiuto ma un eccellente combustibile, che in quanto tale ha libera circolazione in tutto il Paese. Come se questo di per sé eliminasse i problemi ambientali e di salute pubblica connessi con la termodistruzione, e come se non si considerasse che nella gerarchia del trattamento dei rifiuti quella della combustione è l’ultima opzione dopo la riduzione, il riuso e il recupero, infinitamente più convenienti e razionali, sia dal punto di vista ambientale che energetico.

Tutto il ragionamento impostato dalla mozione dei colleghi di Fratelli d’Italia, Forza Italia, UdC parte da qui. Su questo punto c’è poco altro da aggiungere, dobbiamo solo prendere atto che la normativa nazionale permette a determinati impianti di utilizzare i CSS, senza dover sottostare alla normativa prevista per la gestione smaltimento di rifiuti, un aspetto sul quale la Regione non può fare niente, se non far

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sentire la propria voce nei confronti del Governo nazionale, e sarebbe opportuno lo facesse.

Altra questione, invece, è la riapertura del Piano regionale dei rifiuti e la rivisitazione di quanto era stato previsto, alla luce non solo della nuova normativa intervenuta successivamente, ma anche alla luce dei dati sui rifiuti che ci parlano di una situazione diversa da quella preventivata. Si registra un calo della produzione di rifiuti, che anche nel 2012 ha toccato un meno 2 per cento rispetto all’anno precedente, un dato molto importante, nettamente superiore a quanto previsto dal piano regionale, che non osava andare oltre l’invarianza nella produzione, considerando già un buon risultato bloccarne l’aumento. Rispetto alle previsioni del piano la produzione di rifiuti potrebbe essere rivista al ribasso di una quantità pari a un quarto circa, almeno secondo quanto ha dichiarato l’Assessore qualche mese fa in una seduta di Commissione.

E’ ovvio che questo risultato è, per certi aspetti, accomunabile a una tendenza che non è solo umbra ed è riconducibile in parte alla crisi economica che, riducendo i consumi, porta con sé anche un’inevitabile riduzione dei rifiuti. Tuttavia sarebbe politicamente ingeneroso non collegare questo dato anche all’effetto moltiplicatore di quelle buone pratiche, che noi da sempre proponiamo e che in parte siamo riusciti a inserire nel piano. Si registra anche – finalmente aggiungo io – un’inversione di tendenza rispetto alla crescita della raccolta differenziata, anche se poi ci sarebbe da ragionare bene sulla qualità di questa raccolta, visto che gran parte delle tonnellate raccolte in maniera differenziata poi devono essere scartate. Nell’ultimo anno il dato è quanto mai elevato e si ammette che ha toccato il 20 per cento, mentre il piano regionale prevedeva esattamente la meta.

La riduzione della produzione di rifiuti e percentuale di raccolta differenziata crescente costituiscono, tuttavia, dati nuovi in grado di modificare radicalmente i connotati del piano dei rifiuti ed indurci a fare considerazioni fino a due anni fa improponibili: con una raccolta differenziata al 65 per cento, con il potenziamento, come ha avuto modo di assicurare l’Assessore, dell’impiantistica intermedia, magari secondo metodiche meccanico-biologiche, che ci consentirebbe di andare oltre le pratiche di riuso dei materiali, minimizzando la parte di smaltimento, non è assolutamente utopico pensare al raggiungimento di un 80 per cento di differenziazione in tempi ragionevolmente brevi. Questo significherebbe una produzione di rifiuti indifferenziati minima, non superiore alle 90-100.000 tonnellate annue, una quantità tale da non giustificare un impianto di termovalorizzazione, se non per servire anche le regioni limitrofe, cosa che il nostro piano esclude in maniera categorica.

Questa è la prima importantissima novità che ci ripaga di tante battaglie condotte, a volte, nell’isolamento più totale e sotto lo sguardo ironico di chi ci considerava dei sognatori, mentre affermavamo la possibilità e la necessità di concepire l’adozione anche per l’Umbria della strategia “rifiuti zero”.

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Il fatto che oggi l’Assessore Rometti, massimo assertore della necessità di realizzare un inceneritore in Umbria, affermi in maniera chiara e inequivocabile che la previsione di realizzare un impianto di termovalorizzazione è definitivamente superata, che non è più necessario né utile un impianto di incenerimento, è per noi motivo di grande soddisfazione. Una situazione che ancora una volta dimostra che la nostra visione, allorché si è trattato di discutere in quest’Aula del piano dei rifiuti, era corretta.

Noi abbiamo sempre sostenuto che, se il tema dei rifiuti fosse stato affrontato in un’ottica di gestione integrata e integrale del ciclo, secondo la quale una serie di comportamenti virtuosi compongono il mix di una corretta gestione, non ci sarebbe stato bisogno dell’inceneritore. Da sempre abbiamo sostenuto che, attraverso politiche virtuose di riduzione dei rifiuti, attraverso una raccolta differenziata porta a porta, molto spinta, secondo il principio ‘chi più inquina più paga’, attraverso la creazione di filiere del recupero e del riciclo e alla realizzazione di un’impiantistica intermedia, utilizzando le più avanzate tecnologie disponibili, avremmo potuto evitare di guardare al futuro dallo specchietto retrovisore, liberando...

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere. Pregherei i Colleghi di seguire il dibattito in maniera più composta e pregherei anche il pubblico di osservare in silenzio la seduta.

Prego, Consigliere.

Olivier Bruno DOTTORINI (Presidente gruppo consiliare Italia dei Valori – Lista Di Pietro).

Attraverso la creazione di filiere del recupero e del riciclo e alla realizzazione di un’impiantistica intermedia, utilizzando le più avanzate tecnologie disponibili, avremmo potuto evitare di guardare al futuro dallo specchietto retrovisore, liberandoci dal ricorso all’incenerimento e pensando di limitare a quote modeste il conferimento in discarica. Se oggi da altre regioni, a loro volta progredite nella raccolta differenziata, ci chiedono rifiuti da bruciare nei propri impianti, significa che avevamo avuto lo sguardo lungo nel sostenere maggiore prudenza in avventure inceneritorie. È chiaro che quanto proponevamo è stato recepito solo in parte. Pensate ai risultati che si sarebbero potuti raggiungere, se ci fosse stata riservata la giusta considerazione e fossimo partiti per tempo con una corretta gestione del ciclo dei rifiuti.

Tuttavia essere riusciti a impedire la realizzazione dell’inceneritore, prima del raggiungimento di almeno il 50 per cento effettivo di raccolta differenziata, ha sicuramente fatto sì che ci si rendesse conto che il mondo stava andando avanti e che oggi non è più sostenibile, né economicamente né ecologicamente, la combustione dei rifiuti. In questo va anche riconosciuta la prudenza con cui la Presidente Marini, sin dal suo insediamento, ha approcciato la materia.

Tornando alla mozione, rimane il dato di fatto di una normativa nazionale che sostanzialmente lascia all’autoregolamentazione del mercato l’utilizzo di CSS, e

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quindi impedisce alla regione di evitare che cementifici o altri impianti umbri utilizzino tali combustibili. Questo è un dato di fatto e la mozione oggi in discussione sembra voler aprire la strada a un percorso per cui la Regione dovrebbe attivarsi per spostare la gestione del ciclo dei rifiuti in direzione dell’utilizzo di CSS nei cementifici presenti nel territorio. Intendiamoci: noi, una volta assunta la forzatura introdotta dal Governo Monti, su questo non abbiamo posizioni ideologiche e siamo disposti a confrontarci nel merito, però evidenziamo almeno due grandi perplessità.

La prima: se, come ha stabilito Clini, il CSS è un normale combustibile che i cementifici possono reperire liberamente sul mercato, se la normativa nazionale consente loro di avviare impianti di produzione, che però opererebbero sul mercato, perché si dovrebbe intervenire con risorse pubbliche regionali, magari per mettere a norma gli impianti? Sembra essere proprio questo che si chiede quando si parla di eventuali interventi della Regione per garantire i necessari adeguamenti impiantistici.

Insomma, se anche la Regione decidesse di investire risorse regionali sulla realizzazione di impianti per la produzione di CSS, non si capisce cosa c’entrerebbero i cementifici regionali. Se essi possono reperire CSS in tutta Italia, anche la Regione Umbria può vendere questo combustibile in tutta Italia, anzi, egoisticamente parlando, sarebbe preferibile produrre CSS in Umbria e conferirlo fuori regione, visto che già nel 2012 erano 47 gli impianti autorizzati all’utilizzo energetico di prodotti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani.

La seconda perplessità è ancora più grande e riguarda il corretto equilibrio della gestione integrata dei rifiuti. Dobbiamo, infatti, domandarci quale effetto potrebbe avere sulla qualità della gestione del ciclo dei rifiuti la realizzazione di impianti di produzione di CSS: cosa succederebbe se i Comuni venissero posti di fronte alla possibilità di allentare gli sforzi verso la riduzione/differenziazione dei rifiuti per indirizzarli verso la produzione, ben più economica, di combustibili da rifiuti?

Io, sindaco mediamente attento ai bilanci del mio Comune, e non particolarmente sensibile alle ragioni ambientali, posto di fronte alla scelta se investire sulla differenziata o conferire rifiuti negli impianti di produzione di CSS, non avrei dubbi:

sceglierei la strada più semplice, quella più economica, vale a dire la produzione di CSS, bloccando i processi virtuosi di raccolta differenziata.

E’ facile immaginare che l’incremento della raccolta differenziata, quindi, subirebbe una brusca frenata, se non una vera e propria inversione di rotta, questo è il punto. E’

la stessa opzione “rifiuti zero” a essere messa in discussione, che cosa ne sarebbe di tutti gli investimenti sulla differenziata? E dei progetti mirati a realizzare la filiera del riciclo, dotando l’Umbria di impianti all’avanguardia per processare i rifiuti raccolti e renderli in grado di essere immessi nelle filiere produttive e innovative?

Una domanda si pone d’obbligo: la raccolta differenziata avrebbe avuto uno sviluppo così significativo, tanto da fare mettere nero su bianco nel DAP il raggiungimento del 65 per cento nel 2015, se in Umbria fosse stato presente un inceneritore? O piuttosto non sarebbe avvenuto l’opposto, vale a dire che la differenziata non sarebbe decollata, per consentire al termovalorizzatore di rimanere attivo?

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Noi crediamo che per incentivare al massimo le buone pratiche legate alla differenziata e alle filiere del riciclo non si possano agevolare sempre più le soluzioni che sposterebbero l’ago della bilancia in altre direzioni, rendendo appetibile l’incenerimento, seppure in impianti non dedicati. D’altra parte, è giusto notare che anche la bozza di Documento annuale di programmazione, riconoscendo il non raggiungimento del 65 per cento di differenziata al 2012, ne sposta il traguardo al 2015, vale a dire a dopodomani. Sarebbe una forzatura non rispettare quantomeno quella tempistica e quei risultati, prima di pensare a qualsiasi ulteriore dotazione impiantistica, occorre investire sul riuso, riciclo e forme di preselezione...

PRESIDENTE. Consigliere, lei ha esaurito il suo tempo.

Olivier Bruno DOTTORINI (Presidente gruppo consiliare Italia dei Valori – Lista Di Pietro).

Che sfruttano al massimo la quantità di rifiuti – ho finito, Presidente – da indirizzare a smaltimento senza trovare scorciatoie. Come vedete, sono problemi di non poco conto, ma che confermano il nostro approccio pragmatico e non ideologico, oggi come ieri. Ricordo, all’opposto, la determinazione di chi avrebbe bruciato tutto, considerando le pratiche virtuose come optional o invenzioni da perdigiorno.

Vi rendete conto quale danno avremmo provocato alla nostra regione, se avessimo prestato ascolto a chi chiedeva a gran voce, sostenuto dalla buona stampa e da tante menti raffinate, di realizzare non uno ma magari due inceneritori? Oggi chi pagherebbe le conseguenze economiche e ambientali di quegli errori?

Pertanto, invito tutti a maggiore prudenza nell’approcciarsi a problematiche complesse.

Una cosa deve essere chiara: questo tema necessita di approfondimenti e condivisione, non si pensi di risolvere la questione dentro le stanze di qualche assessorato senza coinvolgere il Consiglio regionale, errori in questo senso ne sono già stati fatti e oggi a pagarne le conseguenze è la nostra comunità regionale. Basti pensare alla vicenda relativa al regolamento regionale sulle biomasse. Con le forzature o i blitz non si va da nessuna parte, d’altra parte continuare a insistere con posizioni di retroguardia mirate solo a creare strumentalmente possibili contrasti nella maggioranza, come fa la mozione presentata dal centrodestra, non solo non risolve il problema, ma non fa neanche il bene dei cittadini. Grazie.

- Presidenza del Presidente Brega -

PRESIDENTE. Grazie, collega Dottorini. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nevi; ne ha facoltà.

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Raffaele NEVI (Presidente gruppo consiliare Forza Italia).

Grazie, Presidente. Innanzitutto volevo tranquillizzare il Consigliere Dottorini: il nostro ruolo non è particolarmente difficile perché fate tutto da soli su questo tema, quindi non serve neanche di infierire, anzi, è un po’ di cattivo gusto perché mi sembra un po’ come sparare sulla Croce Rossa, visto che i primi interventi mi sembrava di sognare ‘ma questi sono gli stessi che hanno approvato il piano regionale precedente, sono gli stessi che hanno fatto la delibera per arrivare al 65 per cento di raccolta differenziata’. Insomma, mi pare veramente che qui bisogna rimettere un po’

in sesto le cose, e lo dico seriamente, qui ne va del ruolo guida della Regione, cioè la Regione appare, Assessore Rometti, come una macchietta, una barzelletta. Ormai i piani regionali sono carta straccia, io lo dico sinceramente. Qui forse non vi rendete conto che se non la smettiamo di scrivere parole, parole, parole, che poi rimangono tutte sulla carta, addirittura si fa, come in questo caso, il contrario esatto, ma noi perdiamo ancora più credibilità rispetto a quella che abbiamo già perso per la cattiva politica.

Perciò su questo un minimo di dignità della Giunta regionale avrebbe imposto non di discutere oggi la mozione del centrodestra, ma di affrontare la questione per tempo ed evitare che ogni Comune, come sta avvenendo, vada ormai per conto suo. Ma non solo questo, i Comuni utilizzano questo tema per le elezioni amministrative, perché diciamocele le cose: Di Girolamo, che è il mio sindaco, dato che deve fare l’accordo con Rifondazione Comunista e ha paura dei grillini, ha lanciato questa opzione dei

“rifiuti zero”, cioè c’è qualcuno che pensa che sia diverso da come lo dico io? Penso di no. Cioè fino a qui ci arriviamo tutti.

Pertanto, in questo piano regionale, che è stato votato dalla maggioranza di centrosinistra, ci stanno scritte cose abbastanza importanti, c’è scritto che facciamo anche l’inceneritore, lo ricordava adesso Dottorini. Quando noi, però, Dottorini, dicevamo che l’inceneritore era una roba indecente, indecorosa, perché aggiungere un altro camino rispetto ai tanti che già ci sono sarebbe stato un appesantimento ambientale, voi avete fatto una normativa che consentiva la realizzazione dell’inceneritore solo subordinandola al raggiungimento di un tale livello di raccolta differenziata. Questo lo avete votato, è stato frutto di una delle grandi mediazioni all’interno della maggioranza per tenerla in piedi, questo lo ha votato anche lei, mi pare, non vorrei sbagliare, però mi pare proprio anche lei. Adesso svegliarsi e fare le verginelle...

Il Consigliere Goracci, a cui riconosco coerenza, e lo ringrazio che ci riconosce coerenza, lo ha detto: qui ci stanno due posizioni chiare; quella dell’opposizione, unita e compatta, e quella di Goracci, sostanzialmente, dei Comunisti umbri. Per il resto c’è il mondo, tutto e il contrario di tutto, non si capisce il verso, uno dice una cosa, quell’altro l’incontrario, alle associazioni di categoria vengono dette ancora altre cose. È veramente ridicolo, ridicola!

L’unica cosa che succede nel concreto è che le discariche si continuano a riempire a ritmi e a velocità supersoniche, e la situazione va verso un livello di assoluta

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pericolosità, di guardia, sì, di assoluta pericolosità, come ci dicono anche inchieste giornalistiche di giornali (non certo di centrodestra, come al solito, ma i giornali di centrodestra non esistono): “Il piano zoppica. Discariche al collasso”, Giornale dell’Umbria il 10 novembre. Non è un dato che diciamo noi, cioè è così, è così!

Noi stiamo arrivando a un livello di saturazione che ci imporrà l’ennesima proroga delle discariche, però quelle, tutto sommato, sono tollerate, perché sta a Orvieto il problema principale, Orvieto è un po’ marginale, poi ci sta anche il centrodestra, aggravante, è bene che siano “ammazzati”, la discarica di Orvieto la riempiamo, poi lì c’è spazio perché tutto sommato siamo vicini alla superstrada, non dà fastidio a nessuno, e quindi si fa l’ampliamento della discarica, per fortuna è stato bloccato l’altro ampliamento, ma insomma la situazione è questa.

Io me la sono spesso presa con l’Assessore Rometti, a cui anche scherzosamente ho attribuito il soprannome di “Assessore Prometti”, fa le promesse, ha detto il 19 giugno: entro luglio facciamo la rivisitazione del Piano regionale dei rifiuti.

Assessore, siamo a gennaio, però dopo, approfondendo un po’ le cose, ho capito che, poveraccio, lui c’entra pure poco, perché il problema non è Rometti che si è dimenticato perché fa troppe vacanze di fare il piano.

(Intervento fuori microfono dell’Assessore Rometti: “questo vi assicuro di no”)

No, il piano Rometti lo ha sottoposto alla Giunta regionale, ma il problema è la tenuta della maggioranza, cioè questo è un tema sul quale si gioca – mi si dice, non so se sia vero, lo vedremo – la tenuta della maggioranza, perché alcune forze politiche della sinistra radicale hanno... ma questo, anche senza la sinistra radicale ci possono essere sempre i famosi 16 voti, e invece no, i 16 voti non ci stanno più perché poi ci sono le elezioni amministrative. Di Girolamo ha problemi, non parliamo di quello di Spoleto, o di altre situazioni, allora che c’è? Prendiamo e secondo la migliore tradizione italica della Prima Repubblica palla in tribuna, e non facciamo niente, aspettiamo le elezioni amministrative e poi ne riparliamo.

Intanto che succede, caro Consigliere Dottorini? Lei ha detto una cosa giusta: il CSS può viaggiare liberamente perché io capisco che il retaggio un po’ comunista non vi consente di considerare il libero mercato come una possibilità reale, ma c’è il libero mercato. Quindi questa legge consente di smaltire in Umbria, dentro i cementifici dell’Umbria, i rifiuti delle altre regioni. Se continua così, caro Consigliere Goracci, arriviamo a questo, cioè che i rifiuti nostri noi li mettiamo nelle discariche e i rifiuti delle altre regioni li bruciano i nostri cementifici. Voi arrivate a questo, ce la fate, e questo sarebbe il più grande successo in assoluto che vi si possa attribuire. Cornuti e mazziati, o cornuti e contenti! La situazione è questa.

Ora ci ridiamo, ma queste sono cose serie, non è che stiamo parlando di barzellette.

Io poi, invece qui mi permetto una critica feroce, insomma, dura, al Consigliere Goracci, e anche a Dottorini, perché ha parlato, perché poi le parole hanno un senso, il cancro se cambia nome non fa più morire: suggerirei un po’ di prudenza, perché voi avete l’obbligo di sapere come stanno le cose, il cittadino del bar può anche pensare che lì si brucia non si sa che e si muore di tumore, purtroppo si muore di tumore, si

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muore sempre di più, e sull’ambiente non bisogna scherzare; invece vedo che parecchi continuano a scherzarci, continuano a utilizzarlo per pigliare qualche voto in più.

Questi impianti, e voi lo sapete, bruciano carbon coke..., pet coke, sembra che lì ci bruciamo le margherite, che addirittura purificano l’aria oggi, mentre invece la situazione è diversa, non è così. Tutti gli studi scientifici ci dicono che diminuisce il carico ambientale, quelli seri, poi gli studi scientifici sistemano tutte le cose, in Italia funziona così, però ci sta la roba seria e quella un po’ meno seria. Perciò sollecito un po’ di attenzione perché veramente la battaglia politica non può spingersi fino a questi livelli, perché non possiamo terrorizzare la gente, perché quando abbiamo fatto i danni, dopo la situazione si complica ancora di più.

Noi abbiamo fatto una mozione, devo dire, l’ultima, una cosa che ritorna nel tempo eccetera, non dicendo di fare questo, ma dicendo: basta, cioè in venti giorni ci portino una delibera seria, in cui ci parlino delle questioni ambientali, del tema dell’economicità, anche questo importante. Certo non si può subordinare, io lo dico subito a scanso di equivoci, a questi importa solo degli aspetti economici, non della salute. No, invece a me importa moltissimo della salute, voglio che ci sia uno studio approfondito da questo punto di vista, che ci dica, come ci dicono tantissimi studi in giro per l’Italia, che questo è, sia ambientalmente che economicamente, vantaggioso.

Ma poi c’è un altro punto di grande vantaggio, cioè la flessibilità di questa opzione, perché la flessibilità? Perché sì, perché io non sono ideologicamente contrario a questa opzione, “rifiuti zero”, per carità, approfondiamola, magari funzionasse! Magari non si facesse niente, manco rifiuti zero, ancora di meno, i rifiuti evaporano, scompaiono, magari! Quindi questa è un’opzione che porta una flessibilità nel senso che se il CSS ce l’hai glielo dai, se non c’è più, chiaramente, non glielo dai. Si può tranquillamente verificare costi e benefici di questi impianti, trattamento biologico-meccanico eccetera, per vedere se veramente c’è la possibilità; nel momento in cui c’è questa possibilità, si riduce la parte di rifiuto che va a incenerimento e che adesso va in discarica a vantaggio di questa cosa, tanto lo trovano sul mercato, il CSS si trova sul mercato, forse non è chiaro. Infatti io penso che noi dobbiamo partire da questo presupposto, cioè a me sembra una discussione “lunare”, il fatto che si discuta a questo proposito è indicativo che qui siamo all’età della pietra, cioè con le posizioni ideologiche com’era negli anni Settanta, quindi io penso che non possa funzionare in questo modo.

Quindi vi invito a votare la nostra mozione, ma, chiaramente, so che l’unica cosa sulla quale potete trovare un accordo è votare contro il centrodestra, dicendo che è una proposta demagogica, ma il problema non lo risolvete così, il problema rimane. E allora io auspico che già oggi vengano dalla Giunta regionale parole un po’ più chiare, adesso ci siamo inventati l’esplorazione di Rometti, il povero Rometti, mi fa anche tenerezza questo povero cristiano, perché adesso lo mandano a esplorare che cosa? Cioè che cosa c’è da esplorare? Se si fa l’accordo, forse questo esplorerà Rometti, tra Rifondazione Comunista e Di Girolamo a Terni, e se non si fa l’accordo, tanto vale... poi ce lo dirà Stufara. Però attenzione, Rometti: dillo ai tuoi colleghi di Giunta

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regionale, questa sta diventando la ‘Giunta delle promesse’, era più carino

“Prometti”, me la prendevo con te. Ma questa è la Giunta delle promesse. Quali?

Visto che stiamo parlando, ti dico due o tre cose, il famoso ordine del giorno, aspetto che riguarda anche l’autorevolezza dell’Assemblea legislativa, qui abbiamo votato, caro Assessore Rometti, forse perché c’erano le elezioni a Todi, con l’entusiasta adesione della Marini l’abolizione della tassa Tevere-Nera. L’abbiamo votata qui, ma ormai ci siamo dimenticati, dato che sono passati due anni, un anno e mezzo. Poi il piano trasporti, il piano sanitario, il piano zootecnico. Sappiamo qual è la lista, cioè sono tante le cose, allora perde credibilità e autorevolezza quello che scriviamo sui documenti.

Fra pochi giorni parleremo del DAP. Io non nascondo che il DAP è diventato una barzelletta perché lì scriviamo azioni fotocopia di anno in anno: quest’anno faremo questo e questo; poi l’anno prossimo: quest’anno faremo questo e questo, sempre la stessa cosa che abbiamo scritto l’anno prima. Quindi sollecito all’attenzione perché il tema è delicato, ci sono aspetti seri sotto, comunità stressate da anni e anni di vessazioni (per esempio, Orvieto), e anche, ripeto, la dignità della Regione e del Consiglio regionale. Grazie, Presidente.

- Presidenza del Vicepresidente Lignani Marchesani -

PRESIDENTE. Grazie, collega Nevi. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stufara;

ne ha facoltà.

Damiano STUFARA (Presidente gruppo consiliare Partito della Rifondazione Comunista per la Federazione di Sinistra).

Grazie, Presidente. Credo che non utilizzerò tutti i minuti che ho a disposizione perché voglio esprimere alcune considerazioni che stanno più sul punto politico che la mozione dei colleghi di opposizione e la materia delicata di per sé pone alla nostra attenzione in un momento molto importante. Io credo – la dico in maniera tranciante – che ci sia quantomeno uno, un punto condivisibile nella mozione che il collega Zaffini ha illustrato, nel momento in cui si dice che è necessario un nuovo piano di gestione per i rifiuti urbani della nostra regione e che sarebbe bene che questa nuova programmazione si materializzasse in tempi brevi.

Ora, ovviamente, lo dice la mozione che ha illustrato Zaffini, lo abbiamo detto in tanti, fino ad oggi, come veniva giustamente ricordato, la risoluzione con la quale quest’Aula ha approvato il Documento annuale di programmazione dello scorso anno, indicava la data del giugno 2013 per fare questa discussione in questo Consiglio regionale per l’aggiornamento del piano, oggi siamo a gennaio 2014, com’è stato detto, sono passati sei mesi e quella discussione ancora deve essere fatta, ma su questo tornerò.

Per il resto, collega Zaffini, a me non sembra che vi sia un’asetticità, come quella che richiamava il Consigliere Goracci nell’atto che avete proposto, e che lei ha illustrato,

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perché in quella mozione si sposa una strada, si dice quale pensate – legittimamente, è ovvio – debba essere l’architrave su cui costruire l’aggiornamento della programmazione regionale sui rifiuti; cioè dite che dal vostro punto di vista quello che viene prevista come opzione, come possibilità, da parte del legislatore nazionale, attraverso il famigerato decreto Clini, debba diventare la programmazione regionale, e quindi utilizzare gli impianti esistenti per incenerire il CSS. Guardate, il decreto Clini, com’è stato detto, recepisce la direttiva comunitaria, ma la stessa Unione Europea stabilisce chiaramente che dal 2020 in poi questa roba finisce, che dal 2020 in poi non si può più avviare all’incenerimento alcuna frazione di rifiuto urbano prodotto nell’Unione, quindi anche le fonti normative credo vadano utilizzate con la dovuta cautela e con la dovuta attenzione.

Quello che però voglio sottolineare è il fatto che da parte nostra non solo non vi è condivisione dell’opzione di tornare all’incenerimento, ma dobbiamo essere coerenti con quanto è venuto a maturare in questi mesi nella nostra regione, attraverso anche elementi di novità sostanziale. Nel corso della discussione del DAP dello scorso anno ne abbiamo potuto discorrere lungamente, il fatto che vi siano gli ambiti territoriali che hanno approvato le loro programmazioni e che quelle programmazioni forzino il quadro della programmazione regionale, chiedano al legislatore regionale di aggiornarla perché quella programmazione è obsoleta ed è costruita su previsioni anche quantitative, in parte anche qualitative ma soprattutto quantitative, sbagliate, perché quei numeri non si sono realizzati, per fortuna, aggiungo, perché avremmo avuto problemi maggiori se in questa regione vi fosse stata una produzione così elevata di rifiuti urbani come si prevedeva anni fa in quel piano; oggi dobbiamo tener conto di questi elementi.

Il fatto che, anche e soprattutto attraverso il sostegno, l’azione incentivante, il presidio politico della Regione sul tema della raccolta differenziata, i territori abbiano comunque raggiunto delle performance significative, che, per essere sinceri, non tutti pensavano possibili soltanto un paio di anni fa, è un altro dato del quale occorre tener conto.

Il punto è che lo strumento di programmazione tuttora vigente non c’entra più nulla con questa realtà. Lì si prevedeva la costruzione di un nuovo inceneritore, oggi scopriamo che Nevi era contrario, io mi ricordo qualcosa di diverso, ma probabilmente, Consigliere Nevi, sbaglio io, non è questo il problema. Quello che a me pare evidente è che oggi Nevi, Zaffini e gli altri firmatari di quell’atto dicono – ed è legittimo ma io penso che sia sbagliato – che bisogna produrre il CSS e bruciarlo o nei cementifici o nelle centrali termoelettriche che possano avere la tecnologia per poter arrivare a quella combustione.

Intanto sgombriamo il tavolo della nostra discussione da un’ambiguità: non è che se domani volessero questi impianti potrebbero acquistare fuori regione quel combustibile e bruciarlo all’interno dei propri forni. Questo non è possibile. Basta un’AIA, ma l’AIA, com’è noto, non è una SCIA, per cui si manda una lettera allo sportello unico dell’edilizia e puoi procedere a realizzare un intervento;

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l’autorizzazione integrata ambientale è una procedura complessa che prevede il concorso di una pluralità di soggetti e di autorità competenti in materia, dove il tema della salute ambientale non è un tema accessorio, è il tema che invece mi porta a dire che questa Regione deve costruire una propria specificità, una propria strada nella costruzione di un sistema di gestione di rifiuti che impedisca che gli spettri del passato, tuttora presenti nelle memorie di ciascuno di noi, quando, ad esempio nella città di Terni, funzionavano tre inceneritori, quando il tema dell’incenerimento veniva ideologicamente adito come unica soluzione, altrimenti, veniva detto, i rifiuti avremmo dovuti mangiarceli oppure si sarebbe determinata una situazione di crisi come quella dell’allora Campania, in quella fase queste considerazioni hanno giustamente trovato la smentita dei fatti e oggi possiamo avviarci in tutt’altra strada.

Io credo che non sia un risultato di poco conto che il Comune di Terni, nella delibera n. 445 del 18 dicembre scorso, meno di un mese fa, approva l’adesione alla strategia

“rifiuti zero” e approva un dispositivo, che cito testualmente: “prevede l’esclusione dell’incenerimento del trattamento termico dei rifiuti, continuando l’opera di pressione sulla Regione perché approvi un nuovo piano regionale senza trattamento termico degli stessi”. E’ un elemento, collega Nevi, capisco che lei si sta preparando a scendere in campo (utilizzo questa metafora) nella sua città, non lo fa solo Rifondazione Comunista, lo fa un’intera Amministrazione, lo fa una Municipalità importante come la città di Terni. Lo fanno anche altre città, abbiamo saggiato le reazioni che a quella delibera sono seguite nel territorio regionale, che indicano una strada chiara, che è quella di una strategia nota come “rifiuti zero”, ma è anche quella di costruire un’idea di sviluppo sulla gestione dei rifiuti, dove non è il guadagno di pochi noti personaggi a sovraintendere l’idea complessiva della programmazione, ma è la possibilità di costruire filiere produttive, la possibilità di avviare a recupero materie che possono anche generare un indotto positivo sul nostro territorio.

Il caso che sui pneumatici si è sviluppato nella nostra regione è emblematico.

Chiedevo prima al Consigliere Goracci quando nella sua città ha avuto termine l’incenerimento di quel materiale, il collega Goracci era sindaco e ha guidato quel tipo di battaglia che ha determinato quel risultato, e nel 2005 si è interrotto l’incenerimento. Oggi quegli stessi pneumatici vengono trattati in un impianto a Nera Montoro, dove viene separata la gomma dall’acciaio, ed entrambe le materie vengono avviate al recupero, con un impatto ambientale pari a zero, non ci sono emissioni nocive, ma c’è invece la capacità di costruire materie che possono suscitare anche sviluppo e indicano una strada da seguire, dove si dà risposta a una sensibilità che si è affermata, che si è diffusa nelle comunità locali, dove il tema della tutela della salute è stato giustamente posto al centro dell’attenzione ed è salito nella graduatoria delle priorità.

Questo mi porta a dire che la chiusura del ciclo non è l’unico nodo, certamente è un nodo importante, ma l’aggiornamento del piano deve essere fatto avendo la dovuta attenzione a stimolare e a sostenere gli altri passaggi che portano proprio alla condizione di poterlo chiudere attraverso il trattamento meccanico-biologico, o

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comunque il trattamento a freddo, che possa sostenere anche un’idea diversa che sia ambientalmente compatibile e che chiuda definitivamente la opzione dell’incenerimento dei rifiuti in questa regione.

Per concludere, abbiamo letto anche noi della recente decisione della Giunta regionale di ascoltare l’opinione degli ambiti territoriali, di interloquire con i territori, io penso che sia una strada giusta da seguire. Quello che penso però che questa interlocuzione, Assessore, debba durare un tempo ragionevolmente breve, perché intanto quest’Aula aveva detto che a giugno dello scorso anno si doveva aggiornare il piano, e siamo a gennaio 2014, e questo appuntamento è stato mancato, quindi urge quel tipo di discussione, urge perché il nuovo DAP incombe e non vorrei che arrivassimo troppo a ridosso della scadenza elettorale che riguarderà oltre sessanta municipi della nostra regione, senza che questa parola di chiarezza sia stata messa, in un senso o nell’altro.

Però avverto la necessità che si faccia chiarezza e si scelga una strada, io ho detto chiaramente qual è la nostra opinione da questo punto di vista, come Zaffini e gli altri colleghi del centrodestra hanno sposato l’altra tesi, quella dell’utilizzo dell’incenerimento del CSS.

È legittimo, però, su questo nodo bisogna scegliere, non fra qualche mese, dando un’ulteriore incertezza anche a quel contesto di scelta che i cittadini saranno chiamati a compiere nella scadenza elettorale amministrativa del prossimo maggio, ma è opportuno e necessario scegliere presto, certamente a ragion veduta, certamente previo quel confronto sano con i territori, con i municipi, con gli ambiti. Tuttavia su questo credo che non basti votare contro – e noi lo faremo – alla mozione, mozione

“seriale”, mi verrebbe da dire, perché non è la prima volta che i Gruppi del centrodestra presentano una mozione con questi contenuti, ovviamente ribadiscono le loro convinzioni, e ci mancherebbe altro; non basta votare contro quella mozione, occorre avere anche la responsabilità di dare alla nostra regione la possibilità di chiudere una stagione non troppo positiva nella gestione dei rifiuti e invece diventare una regione virtuosa che possa, utilizzando le strategie migliori sul tema, che tengano unito lo sviluppo economico con la salvaguardia dell’ambiente, aprire anche una pagina di maggior virtuosità e più positiva, che credo le umbre e gli umbri meritino.

Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, collega Stufara. Ha chiesto di intervenire il Consigliere De Sio;

ne ha facoltà.

Alfredo DE SIO (Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale).

Grazie, Presidente. Per brevi valutazioni sull’atto che è stato presentato, anche sulle tante cose interessanti che abbiamo sentito dire nei molti interventi che ci sono stati finora, e alcune specificazioni rispetto anche ad alcune attribuzioni su una semplificazione, sul fatto che nel centrodestra ci sia chi è che ha fatto una scelta, che è la scelta della termovalorizzazione a tutti i costi nel mutato quadro dei tempi, perché così non è, perché altro è il percorso che è stato fatto in questi anni.

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Per quanto mi riguarda, sul problema ho sempre avuto un approccio abbastanza laico, che non fosse quello di essere a favore della termovalorizzazione dei rifiuti, o essere totalmente contrario a prescindere, ma trovare la strada per risolvere un problema. E quello che appare in modo certificato, sicuramente incontrovertibile, è che da venti anni su questo argomento siamo immobili, cioè dal momento nel quale fu varato il famoso decreto Ronchi, che mise in moto tutto un percorso che partiva dalla chiusura delle discariche, sicuramente una scelta positiva e alla necessità da parte delle Regioni di dotarsi di quei famosi piani, che dovevano appunto gestire la materia al loro interno, dando delle risposte certe e individuando non solo delle linee di principio, ma anche delle azioni concrete da fare e da sviluppare nel corso degli anni; da quel momento in poi noi siamo stati immobili, siamo stati cioè strattonati da una parte e dall’altra, a seconda di quelle che erano le sensibilità del momento.

Il nostro maggiore sforzo è stato quello di scrivere dei piani, che potevano anche essere il compendio delle buone intenzioni che tutti avevamo nel risolvere il problema, ma non si è fatto nessun passo in avanti, e tutte le cose che sono state ricordate, il “peccato originale” ultimo, cui faceva riferimento Dottorini, non è che è il decreto del quale stiamo parlando, sul quale potremmo esprimere giudizi positivi o negativi in merito, a me personalmente non è che entusiasmi quel tipo di soluzione presa, non è quello il peccato originale. Il peccato originale, soprattutto per quanto riguarda le questioni della nostra regione, sta nel fatto che non è mai stata presa una linea precisa e su quella linea poi siano state fatte quelle famose applicazioni che dovevano raggiungere i risultati che di piano in piano venivano individuati.

Ogni piano, che noi abbiamo avuto modo di approvare in quest’aula a partire dal 1995 in poi, è stato nient’altro che il correttivo apportato al piano precedente rispetto alla incapacità di avere attuato quelle che erano le previsioni, cioè il piano successivo era il piano che diceva: siccome non siamo riusciti a fare quello che nel piano precedente era stato individuato, adesso diciamo che facciamo quello che dovevamo fare prima e che non abbiamo fatto, aggiungendoci qualche correttivo.

Io ricordo alcuni passaggi che hanno riguardato, appunto, questa “telenovela” che si è sviluppata nel corso degli anni e che partivano da alcuni assunti abbastanza chiari:

la diminuzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata, e sicuramente la chiusura del ciclo. Questi erano gli argomenti dei quali parlavamo dieci anni fa.

Rispetto a questo trittico, che era l’elemento che doveva governare la materia in dieci anni, almeno in dieci anni, non si è fatto niente, perché se la produzione dei rifiuti oggi cala per motivi diversi da quelli dell’impegno da parte delle Istituzioni, che comunque c’è stato, o dei cittadini a produrre di meno. I rifiuti diminuiscono perché siamo alla presenza di una crisi globale, che anche da quel punto di vista ha aiutato a raggiungere determinati punteggi.

La raccolta differenziata è sicuramente qualcosa che è andato incrementando nel corso degli anni perché, grazie a Dio, dopo i primi cinque-dieci anni di assoluto disconoscimento di quelle che erano anche le previsioni individuate, ogni Comune faceva come gli pareva, c’erano determinati accordi, anche perversi, tra i gestori delle

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