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M Emilia Romagna: Mmg troppo costosi?

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c o n t r a p p u n t o

18 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXII numero 4 - Maggio 2015

Un medico di famiglia avrebbe un costo pari a due medici ospedalieri.

È quanto ha dichiarato di recente l’Assessore alla Salute dell’Emilia Romagna, ma le cose non sembrerebbero stare proprio così

Emilia Romagna: Mmg troppo costosi?

M

edici di famiglia troppo costosi. È questa la posi- zione dell’Assessore per le Politiche per la Salute dell’Emilia Romagna, Sergio Venturi: “uno di loro ci costa come due ospedalieri con un contratto full time”. Un’af- fermazione semplicistica secondo il Segretario regionale Smi dell’Emilia Romagna, Alessandro Chiari.

“Bisogna evitare di cadere in luoghi comuni - ha dichiarato Chiari - ed è importante porre la differenza tra il costo del medico e il guadagno del professionista. È facile sostenere che un Mmg costi più di un ospeda- liero. Evitiamo scivoloni, perché fino ad oggi gli studi medici o la struttu- ra gestita dal Mmg è in carico al medico stesso, mentre, nell’ambito della medicina ospedaliera, la strut- tura non è a carico del collega ospedaliero. Quelle di Venturi sem- brano essere dichiarazioni poco supportate da un’analisi dettagliata dei costi. Non dimentichiamo che il futuro della Medicina Generale in team multiprofessionali renderà sempre più difficile calcolare il cari- co di lavoro in rapporto all’onorario del medico e l’assessorato dovreb- be tenere in considerazione che il costo è spalmato su una serie di servizi di cui il medico è protagoni- sta. Si può quindi affermare che l’investimento sulla medicina terri- toriale è un bel semaforo verde:

porta a grossi vantaggi. Proprio per

questo è insufficiente valutare il costo di un professionista se non si tiene conto dei carichi di lavoro e della risposta assistenziale che un determinato costo assicura”.

La parola ai numeri

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Bruno Agnetti, Responsabile Smi per la Medicina Convenzionata, ri- sponde all’affermazione dell’Asses- sore con una serie di dati. “I costi della mia medicina di gruppo self made, cioè non collocata in una struttura pubblica - ha tenuto a pre- cisare Agnetti - nel 2008 sono stati pari a 58.000 euro; nel 2014 sono saliti a 131.000 euro. Cifre che fanno comprendere quanto il Mmg svolga un ruolo di collante sociale e come, proprio in questi anni di crisi, possa essere un motore economico rile- vante per la ripresa e la crescita del

territorio. Bisogna però tornare a valorizzarlo. Ma per chi ha scom- messo sulla medicina self made, i costi sono diventati insostenibili a fronte di altre cifre che confermano una categoria a più velocità. Recenti studi pubblicati sulla stampa di set- tore mostrano che un Mmg con 1.500 assistiti e con 27 anni di anzia- nità riceve una busta paga inferiore del 29% rispetto a quella di un col- lega dirigente di struttura sanitaria semplice con anzianità di 20-25 anni di servizio. Ciò non toglie che siamo disponibili a partecipare ai processi di crescita dell’assistenza di gruppo e territoriale a patto che ci sia la vo- lontà, il coraggio e la trasparenza di passare da un paradigma del rispar- mio tout court a uno fondato sugli investimenti, per favorire un settore di vera produttività economica. In quest’ottica, abbiamo modelli co- struiti sulla legislazione in vigore (Aft, Uccp, Case della Salute) e, ta- belle alla mano, siamo in grado di offrire significativi risparmi, a patto di ricevere un iniziale fondo di rota- zione, riassorbibile, secondo i nostri studi, nell’arco di 5-6 anni”.

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Attraverso

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il presenteQR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone l’intervista ad Alessandro Chiari e Bruno Agnetti

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