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2020_04_03_A01-PROGETTO PRELIMINARE-RELAZIONE TECNICA (11683 KB)

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(1)

Provincia di Treviso

Comune di Fontanelle

AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DEPURAZIONE ACQUE REFLUE INDUSTRIALI

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

PROGETTO PRELIMINARE

RELAZIONE TECNICA

Data: Marzo 2020 Cod.: 1612/01 Committente

Via Vallonto, 25 - 31043 Fontanelle (TV) Telefono: 0422 80.91.10 - Fax: 0422 80.91.20

e-mail: cantina.fontanelle@tiscali.it

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO

e-mail: contepegorer@gmail.com Sito web: www.contepegorer.it tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

Via S. Magno, 11 - 31046 ODERZO (TV) tel 0422815366 - fax 0422500014

e-mail: ambiente@studioecosol.it

A01

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\Vignaioli Veneto Friulani - cod. 1612 - DICEMBRE 2016\Ver_01 - Screening VIA - Gennaio 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

Pagina 2

INDICE

1 PREMESSA ... 4

1.1 IDENTITÀ DEL RICHIEDENTE ... 6

1.2 CRONISTORIA AMMINISTRATIVA ... 6

1.3 AUTORIZZAZIONE ATTUALE ... 7

1.4 PRESCRIZIONI DELLATTO AUTORIZZATIVO ... 7

2 INQUADRAMENTO DEL SITO (TAV.B01) ... 9

2.1 COLLOCAZIONE GEOGRAFICA ... 9

2.2 INDIVIDUAZIONE CATASTALE ... 10

2.3 INQUADRAMENTO URBANISTICO ... 10

2.3.1 Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) ... 10

2.3.2 Variante n. 6 del Piano degli Interventi (P.I.) ... 11

3 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ DEL PROGETTO ALLA PROCEDURA V.I.A. ... 12

3.1 DESCRIZIONE SOMMARIA DEL PROGETTO ... 12

3.2 VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE DI COMPETENZA STATALE. ... 12

3.3 VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE DI COMPETENZA REGIONALE O PROVINCIALE ... 12

3.4 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE DI COMPETENZA REGIONALE O PROVINCIALE ... 13

3.5 CONCLUSIONI ... 14

4 DIMENSIONI E CONCEZIONE DEL PROGETTO ... 15

4.1 STATO DI FATTO/AUTORIZZATO (TAV.B02ALL.A01.2ALL.A01.3)... 15

4.1.1 La Cantina sociale ... 15

4.1.2 L’attività della cantina... 15

4.1.3 Gestione delle acque ... 18

4.1.3.1 Acque meteoriche dei piazzali esterni e delle coperture ... 18

4.1.3.2 Acque reflue ed assimilabili ... 18

4.1.3.3 Acque miste ... 19

4.1.3.4 Acque di raffreddamento ... 19

4.1.3.5 Acque trattate dal depuratore aziendale ... 21

4.1.3.6 Acque scaricate nel Fiume Rasego ... 21

4.1.3.7 Approvvigionamento idrico da pozzo ... 21

4.1.4 Impianto di depurazione (All. A01.2 – All. A01.3) ... 23

4.1.4.1 Obiettivi di depurazione e dati dimensionali ... 23

4.1.4.2 Caratteristiche tecniche ... 23

4.1.4.2.1 Sezione fisica ... 25

4.1.4.2.2 Sezione biologica ... 32

4.1.4.2.3 Sistemi di dosaggio e sensori ... 36

4.1.4.2.4 Gestione dei fanghi ... 36

4.1.4.2.5 Mitigazione emissioni odorigene ... 37

4.1.5 Viabilità ... 37

4.2 STATO DI PROGETTO (TAV.B03ALL.A01.4ALL.A01.5) ... 39

4.2.1 Obiettivi ... 39

4.2.2 Interventi di adeguamento del complesso produttivo ... 39

4.2.3 L’attività della cantina... 41

4.2.4 Gestione delle acque ... 41

4.2.4.1 Acque meteoriche dei piazzali esterni e delle coperture ... 42

4.2.4.2 Acque reflue ed assimilabili ... 42

4.2.4.3 Acque miste ... 42

4.2.4.4 Acque di raffreddamento ... 43

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4.2.4.5 Acque trattate dal depuratore aziendale ... 43

4.2.4.6 Acque scaricate nel Fiume Rasego ... 44

4.2.4.7 Verifica della rispondenza della gestione delle acque alle norme del P.T.A. ... 44

4.2.4.8 Approvvigionamento idrico da pozzo ... 46

4.2.5 Ampliamento dell’impianto di depurazione (All. A01.4 – All. A01.5) ... 47

4.2.5.1 Obiettivi di depurazione e dati dimensionali ... 48

4.2.5.2 Caratteristiche tecniche ... 48

4.2.5.2.1 Sezione fisica ... 50

4.2.5.2.2 Sezione biologica ... 57

4.2.5.2.3 Sistemi di dosaggio e sensori ... 62

4.2.5.2.4 Gestione dei fanghi ... 63

4.2.5.2.5 Mitigazione emissioni odorigene ... 63

1.1.1 Scarico delle acque di raffreddamento ... 63

4.2.5.3 Caratteristiche delle acque di scarico ... 63

4.2.5.4 Punti di scarico ... 64

4.2.5.5 Valutazione del carico termico dello scarico finale sul sistema idrografico ricettore ... 65

4.2.5.6 Conclusioni – Proposta di monitoraggio ... 81

4.2.6 Viabilità ... 83

5 CUMULO CON ALTRI PROGETTI ... 84

5.1 PROCEDURA DI VALUTAZIONE DELLEFFETTO CUMULO ... 84

5.2 ELENCO PROGETTI INDIVIDUATI NEL RAGGIO DI 1 KM ... 85

5.2.1 Fonte: Regione Veneto ... 86

5.2.2 Fonte: Provincia di Treviso ... 88

5.3 CONCLUSIONI ... 88

6 UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI ... 89

6.1 RISORSE MINERARIE ... 89

6.2 RISORSE ENERGETICHE ... 89

6.3 RISORSE AMBIENTALI ... 89

6.4 CONCLUSIONE ... 90

7 PRODUZIONE DI RIFIUTI ... 90

8 INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI ... 91

9 RISCHIO DI INCIDENTI GRAVI ... 92

10 RISCHI PER LA SALUTE UMANA ... 94

10.1 CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE ... 94

10.2 EMISSIONI DI GAS, VAPORI, FUMI O POLVERI ... 94

10.3 DISPERSIONE ACCIDENTALE DI SOSTANZE NELLAMBIENTE... 94

10.4 RISCHI SUL LAVORO DEGLI ADDETTI ... 94

10.5 ALTRI RISCHI ... 95

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1 PREMESSA

La Società Vignaioli Veneto Friulani s.c.a., con sede legale e operativa in Via Vallonto, 25 - 31043 Fontanelle (TV), opera nel settore vitivinicolo ed in particolare svolge la vinificazione delle uve conferite dai Soci e vendita dei vini e relativi sottoprodotti.

L’attività di produzione del vino presenta una stagionalità legata ai cicli delle colture: si può suddividere in un periodo di vinificazione (da settembre a novembre) ed in un successivo periodo di conservazione e trattamento dei vini e dei mosti, nel corso del quale si provvede anche alla manutenzione degli impianti di vinificazione.

L’affermarsi della vendemmia meccanizzata ha portato ad avere tutta la produzione concentrata in pochi giorni dell’anno (non più campagne di vendemmia diluite nel tempo come avveniva in passato) rendendo difficile la gestione dell’impianto di depurazione che si trova ad affrontare picchi di lavoro nel periodo citato settembre – novembre.

Nonostante gli ultimi adeguamenti effettuati, il complesso produttivo necessita di un ulteriore intervento che garantisca un incremento della capacità di stoccaggio ed, in particolare, è necessario potenziare l’impianto di depurazione per far fronte ai nuovi picchi di trattamento.

L’impianto di depurazione è stato inizialmente autorizzato, per 4 anni, con Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 28/08/2012, n. 439.

La Ditta ha presentato, in occasione del rinnovo dell’autorizzazione allo scarico in scadenza per il 28/08/2016, una richiesta di rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale per la variante all’impianto di depurazione.

Contestualmente ha presentato alla Provincia di Treviso, previa proroga di 12 mesi della scadenza dell’autorizzazione allora vigente fino al 28/08/2017, istanza di verifica di assoggettabilità a V.I.A.

Con DDP n. 19/2017 del 24 luglio 2017 l’impianto è stato escluso alla procedura di VIA e con DDP n. 343/2017 del 14 settembre 2017 è stata rilasciata l’AUA.

La Cantina ha successivamente avanzato richiesta di installazione di 10 serbatoi nell’area Nord Est, quindi un incremento pari a 50.000 m3 per lo stoccaggio di vino finito senza intervenire sulla funzionalità del depuratore aziendale. L’istanza è stata autorizzata con DDP n. 152/2019 del 9 aprile 2019 di modifica dell’AUA.

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La Cantina ha presentato nel febbraio 2020 una domanda di permesso a costruire ex articolo 3 L.R. 55/2012 per installazione di nr. 17 serbatoi ad uso vino finito lato Sud Est del lotto. Contestualmente con il permesso a costruire la cantina ha presentato la richiesta di ampliamento del depuratore aziendale.

Tale ampliamento comporta l’utilizzo di 274,44 metriquadri di superficie in area a destinazione urbanistica industriale e 596,75 metriquadri in area residenziale.

A tale riguardo la cantina ha avviato una richiesta di variante urbanistica per il tramite dello sportello unico comunale.

L’intervento sul depuratore aziendale è da definirsi come variante sostanziale e, quindi, rientrante fra le categorie elencate nell’allegato IV della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i., relative ai progetti da sottoporre a verifica di assoggettabilità a V.I.A., ed in particolare nella seguente categoria: “v) impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 10.000 abitanti equivalenti;”.

La presente relazione descrive il progetto preliminare, come richiesto dall’art. 19 del D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. seguendo le linee guida riportate nell’allegato V della parte II e, più precisamente, le caratteristiche del progetto approfondite nei seguenti punti, ai sensi del comma 1 dell’allegato citato:

“1. Caratteristiche dei progetti

Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto, in particolare:

a) delle dimensioni e della concezione dell’insieme del progetto;

b) del cumulo con altri progetti esistenti e/o approvati;

c) dell’utilizzazione di risorse naturali, in particolare suolo, territorio, acqua e biodiversità;

d) della produzione di rifiuti;

e) dell’inquinamento e disturbi ambientali;

f) dei rischi di gravi incidenti e/o calamità attinenti al progetto in questione, inclusi quelli dovuti al cambiamento climatico, in base alle conoscenze scientifiche;

g) dei rischi per la salute umana quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelli dovuti alla contaminazione dell’acqua o all’inquinamento atmosferico.”

Il progetto preliminare prende in considerazione, non solo il depuratore aziendale, ma anche gli altri fattori d’impatto connessi all’attività della cantina come lo scarico dell’acqua di raffreddamento e la viabilità.

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1.1 IDENTITÀ DEL RICHIEDENTE

La proposta è avanzata dalla Ditta:

Vignaioli Veneto Friulani s.c.a.

sede legale:

Via Vallonto, 25 - 31043 Fontanelle (TV) sedi operative:

Via Vallonto, 25 - 31043 Fontanelle (TV) Via Bruna, 36 - stabilimento di Gaiarine (TV) Via Roma, 44 - stabilimento di Codognè (TV) 1.2 CRONISTORIA AMMINISTRATIVA

Di seguito sono riportati gli atti amministrativi che hanno interessato l’impianto di depurazione in oggetto.

 2010 – Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 16.06.2010, n. 266 che autorizza preventivamente la Ditta Vignaioli Veneto Friulani S.c.a. alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto di depurazione annesso allo stabilimento, nonché allo scarico dello stesso con recapito nel fosso interponderale confluente nel Canale Rasego.

 2012 – Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso del 28/08/2012, n. 439 che autorizza preventivamente con prescrizioni la Ditta alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto di depurazione con migliorie. L’autorizzazione ha validità 4 anni.

 2012 - Autorizzazione del Direttore del Consorzio di Bonifica Piave del 12/09/2012 (prat. Consortile n. 28829) allo scarico di acque depurate sul Fiume Rasego, con prescrizioni.

 2016 – Comunicazione della Provincia di Treviso del 12/10/2016, Prot.

N°2016/0085432 di proroga di 12 mesi della scadenza dell’Autorizzazione allo scarico dell’impianto di depurazione al 28/08/2017 ai sensi del DGR del 29/6/2016, n.

1020.

 2017 – DDP n. 19/2017 del 24 luglio 2017 – Esclusione alla procedura di VIA del progetto di modifica del depuratore aziendale.

 2017 – DDP n. 343/2017 del 14 settembre 2017 – Rilascio dell’AUA relativamente all’attività del depuratore aziendale, allo scarico delle acque depurate e delle acque di raffreddamento nel fossato interponderale, confluente nel canale Rasego, allo

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scarico delle acque di raffreddamento nella fognatura bianca e delle emissioni in atmosfera delle linee fanghi dell’impianto di depurazione.

 2019 – DDP n. 152/2019 del 9 aprile 2019 – Modifica dell’AUA a seguito dell’ampliamento della rete fognaria connesso all’impianto di depurazione conseguente all’installazione di 10 serbatoi di stoccaggio di vino già lavorato. Sono confermate le autorizzazioni allo scarico ed all’emissione in atmosfera.

 2019 – Nulla osta idraulico del 07 settembre 2019 del Comune di Fontanelle – Rilascio da parte del Comune di Fontanelle, quanto ente gestore, del nulla osta per lo scarico delle acque di raffreddamento della torre evaporativa R1 nella condotta pubblica di fognatura bianca.

1.3 AUTORIZZAZIONE ATTUALE

L’attività del depuratore aziendale, lo scarico delle acque depurate e le acque di raffreddamento nel fossato interponderale, confluente nel canale Rasego, lo scarico delle acque di raffreddamento nella fognatura bianca e le emissioni in atmosfera delle linee fanghi dell’impianto di depurazione sono attualmente autorizzate con provvedimento di A.U.A. rilasciato con D.D.P. del 9 aprile 2019, n.152 con scadenza al 15 settembre 2032, che ha revocato l’A.U.A. rilasciata con D.D.P. n. 343 del 14 settembre 2017.

In allegato è prodotto l’atto citato (ALL.A01.1:AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE VIGENTE – D.D.P.152/2019).

1.4 PRESCRIZIONI DELLATTO AUTORIZZATIVO

Il D.D.P. del 9 aprile 2019, n.152, che ha rilasciato l’A.U.A. vigente ed il relativo allegato tecnico contengono le seguenti prescrizioni principali:

“ART. 5 – I fanghi biologici e primari prodotti nelle operazioni di disidratazione devono essere allontanati nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 48 ore dalla loro produzione, nonché stoccati all'interno di contenitori chiusi.”

Prescrizione ottemperata e descritta al paragrafo 4.1.4.2.4.

“ART. 6 – L'impianto di depurazione acque deve essere costantemente presidiato dalla barriera osmogenica con nebulizzazione di prodotti antiodore (…).”

Prescrizione ottemperata e descritta al paragrafo 4.1.4.2.5

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“Scarico acque reflue industriali: valori limite di emissione e prescrizioni

La ditta, nell'effettuazione dello scarico delle acque reflue industriali provenienti dall'impianto di depurazione e dalle reti di raccolta delle acque annesse alle torri evaporative n. 1, 2 e 3 e alle pompe del vuoto dei filtri rotativi con recapito nel fossato interpoderale, confluente nel canale Rasego e nella fognatura comunale di acque bianche, deve rispettare le seguenti prescrizioni:

a) gli scarichi devono essere conformi ai limiti previsti dalla tabella 1, dell'allegato B, alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque;

(…)”

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2 INQUADRAMENTO DEL SITO (TAV. B01)

2.1 COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

Il contesto indagato rientra nella pianura compresa fra il Fiume Piave ed il Livenza, nella parte Nord orientale della provincia di Treviso.

Figura 1: inquadramento geografico del sito

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Il sito è ubicato in comune di Fontanelle in Via Vallonto, 25 in adiacenza del centro abitato capoluogo del Comune di Fontanelle.

2.2 INDIVIDUAZIONE CATASTALE

L’area oggetto dell’intervento è iscritta al Catasto Terreni come segue:

 comune di Fontanelle

 foglio 12

 mappali n. 151

2.3 INQUADRAMENTO URBANISTICO

L’adeguamento del complesso produttivo è oggetto di specifica autorizzazione comunale nel rispetto delle prescrizioni della pianificazione urbanistica.

2.3.1 Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.)

Il Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Fontanelle è stato adottato dal Consiglio Comunale in data 11/10/2011 con deliberazione n. 31. Il Piano è stato approvato dalla Provincia di Treviso con deliberazione della Giunta Provinciale n. 27 del 3.2.2014.

Negli elaborati grafici allegati al P.A.T. sono riportate le seguenti indicazioni per il sito in oggetto:

 TAV.1:CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

 Vincoli derivanti dalla pianificazione di livello superiore: Zona vulnerabile da nitrati di origine agricola ai sensi del Piano di Tutela delle Acque del 5/11/2009 – Art 6, commi 4, 5.

 Vincoli derivanti dalla pianificazione di livello superiore: Aree a rischio idraulico ed idrogeologico ai sensi degli artt. 57-60 del PTCP del 2010: P1 da piene storiche - Area di pericolosità idraulica moderata – Art 6, commi 12, 13.

 Altri vincoli: Classificazione sismica (classe n. 3) – Art. 7, comma 29.

 Fonti Vincoli: limite centri abitati – Art. 7 - commi n° 7, 8

 TAV.2:CARTA DELLE INVARIANTI

Nessuna indicazione per il sito in oggetto.

 TAV.3:CARTA DELLE FRAGILITÀ

 Compatibilità geologica: terreni idonei a condizione "C" – Art. 11, comma n. 4.

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 Aree a dissesto idrogeologico: aree esondabili o a ristagno idrico – Art 12, commi 1, 2.

 TAV.4:CARTA DELLA TRASFORMABILITÀ

 Ambiti Territoriali Omogenei: A.T.O. n. 7 "Fontanelle" – Artt. 20-29

 Le azioni strategiche: aree di riqualificazione e riconversione – Art 13, commi 5, 6.

2.3.2 Variante n. 6 del Piano degli Interventi (P.I.)

La Variante n. 6 del Piano degli Interventi (P.I.) è stata adottata con Delibera del Consiglio Comunale n. 31 del 20.9.2016.

Negli elaborati grafici allegati al P.I. sono riportate le seguenti indicazioni per il sito in oggetto:

 Il sistema produttivo: Zona D1 – Art 39

 Vincoli e fasce di rispetto: Limite centri abitati – Art. 32

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3 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ DEL PROGETTO ALLA PROCEDURA V.I.A.

3.1 DESCRIZIONE SOMMARIA DEL PROGETTO

Il progetto comporta il potenziamento del depuratore aziendale come riassunto nella tabella seguente:

Stato attuale

Stato di progetto

Portata giornaliera mc/d 175 250,00

Portata media mc/h 17,50 25,00

Portata di punta mc/h 35 50,00

COD spec. mg/lt 20.000 20.000

COD giornaliero Kg/d 3.500 5.000

BOD5 spec. mg/lt 10.000 10.000

BOD5 giornaliero Kg/d 1.750 2.500

3.2 VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE DI COMPETENZA STATALE.

L’allegato II “Progetti di competenza statale” della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i.

specifica le opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale.

La categoria dell’intervento NON RICADE fra i progetti da sottoporre alla procedura di V.I.A.

3.3 VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE DI COMPETENZA REGIONALE O PROVINCIALE

L’allegato III “Progetti di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano” della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i. specifica le opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale.

La categoria dell’intervento NON RICADE fra i progetti da sottoporre alla procedura di V.I.A.

L’intervento, in particolare, rientra nella seguente categoria progettuale ma si mantiene al di sotto della soglia dimensionale specificata:

“r) Impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 100.000 abitanti equivalenti.”.

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3.4 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE DI COMPETENZA REGIONALE O PROVINCIALE

L’allegato IV “Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano” della parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i. specifica le opere soggette a verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

Il progetto RICADE fra le categorie d’intervento elencate da sottoporre alla procedura di verifica di assoggettabilità alla V.I.A. ed, in particolare, nella seguente tipologia:

”7. progetti di infrastrutture

v) impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 10.000 abitanti equivalenti;”

La Legge Regionale 18 febbraio 2016, n. 4, che ha abrogato definitivamente la L.R. 26 marzo 1999, n. 10, correla le categorie d’opere sottoposte alla Valutazione di Impatto Ambientale (All. A1) o all’assoggettabilità a V.I.A. (All. A2).

Per l’intervento in oggetto, la seguente tabella individua l’ente competente alla procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A.:

A2: PROGETTI SOTTOPOSTI A VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ

ENTE COMPETENTE

alla verifica di assoggettabilità

v) impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 10.000 abitanti equivalenti;

Se gestiti da imprese private, per conto proprio, annessi agli insediamenti produttivi per il trattamento dei reflui liquidi ivi prodotti;

Provincia

In tutti gli altri casi Regione

In base alla ripartizione stabilita dalla normativa regionale, l’Ente competente alla procedura di Assoggettabilità di Valutazione di Impatto Ambientale è la Provincia di Treviso..

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3.5 CONCLUSIONI

Le caratteristiche tipologiche e dimensionali del progetto PREVEDONO l’applicazione della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi della normativa statale.

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4 DIMENSIONI E CONCEZIONE DEL PROGETTO

4.1 STATODIFATTO/AUTORIZZATO(TAV.B02–ALL.A01.2–ALL.A01.3)

4.1.1 La Cantina sociale

La cantina svolge l’attività di produzione e stoccaggio del vino prodotto dalle uve conferite dai vari soci. Il complesso occupa una superficie complessiva di circa 35.873 m2 ed è costituito da un corpo edificato principale, di circa 4.300 m2 dove sono istallate le vasche di stoccaggio, alcune cisterne di stoccaggio, i vinificatori, le presse ed altre attrezzature.

In tale struttura rientra, sul lato frontale, i locali amministrativi e di servizio e l’appartamento del custode.

Nell’area esterna, parte retrostante, sono presenti altre cisterne di stoccaggio, vinificatori, due sistemi di raffreddamento e, in un settore coperto da tettoia, pigiatrici, e altre presse.

Sono individuate, in particolare, 37 cisterne di stoccaggio da 5000 ettolitri, di queste, 10 sono in fase di installazione nell’area Nord.

Ai lati del capannone sono presenti a Ovest altri vinificatori, un sistema di raffreddamento e a Est n. 10 serbatoi da 1.000 ettolitri e un altro sistema di raffreddamento.

In prossimità dell’ingresso sono presenti due pese, una di entrata e una di uscita, con relativo ufficio per la registrazione dei carichi.

Tutte le strutture esterne citate sono installate su platee in cemento armato, mentre le aree destinate alla viabilità sono pavimentate in asfalto, che circonda edificio e le strutture di stoccaggio, dove i mezzi transitano a senso unico antiorario per svolgere le operazioni di scarico e carico. Una porzione del piazzale, pavimentata in cemento armato, è utilizzata per il deposito dei raspi di scarto.

In prossimità del confine Nord Est, dove scorre il fossato affluente al Fiume Rasego, è presente la struttura del depuratore, oggetto dell’istanza.

L’area rimanente è destinata a verde con sistemazione a prato e alberature sparse.

4.1.2 L’attività della cantina

La produzione del vino presenta una stagionalità legata ai cicli delle colture: si può suddividere in un periodo di vinificazione (da settembre a novembre) ed in un successivo periodo di conservazione e trattamento dei vini e dei mosti, nel corso del quale si provvede anche alla manutenzione degli impianti di vinificazione. Le attività lavorative svolte dal

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personale di cantina nel periodo di vendemmia consistono sostanzialmente nel controllo degli impianti di vinificazione che sono in gran parte automatizzati.

I soci conferiscono le uve alla cantina su carri. Appena varcati i cancelli dello stabilimento i trattori si dirigono in pesa per verificare il peso lordo. Successivamente si dirigono verso la piazzola di misurazione del grado e da qui sono smistati alle 6 pigiatrici. Qui i carri sono incatenati a pianali inclinabili e le uve in questi contenute sono rovesciate all’interno di tramogge dotate di coclee che provvedono a convogliarle alle pigiatrici. I trattori tornano a questo punto in pesa per la verifica della tara.

Nelle pigiatrici l’uva è sgranata ottenendo:

 pigiato che è inviato mediante pompe alle presse

 raspi di scarto; questi cadono in una tubazione interrata dove circola acqua (si tratta di un circuito chiuso che viene reintegrato costantemente). La tubazione li trasporta ad una coclea che provvede a depositarli in una porzione di piazzale dedicata. Sono, quindi, smaltiti da ditte terze (e impiegati per la produzione di tronchetti, ecc.)

Il pigiato è avviato alle presse di tipo pneumatico (principalmente vini bianchi) e/o ai vinificatori.

A seguito della fase di pressatura e vinificazione si ottiene:

 mosto (che continua ad esser lavorato dalla cantina)

 vinaccioli (che sono raccolti ed inviati in distilleria)

A questo punto della produzione i vini subiscono diverse trasformazioni in tempi successivi, che dipendono dal tipo di prodotto finale che si vuole ottenere. Queste trasformazioni consistono in travasi da una vasca all’altra (per far depositare il fondo) filtrazioni di vario tipo, centrifugazioni, precipitazioni, chiarificazioni e correzioni, flottazione, cristallizzazione.

I vini sono, quindi, stoccati e consegnati ai clienti che provvedono in proprio all’imbottigliamento.

La tipologia di lavorazioni svolta non comporta un significativo impiego di prodotti chimici.

Tra le materie prime ed ausiliarie impiegate si segnala:

 uve;

 lieviti e attivatori di fermentazione;

 anidride solforosa e metabisolfito di potassio (per la conservazione dei mosti);

 acido tartarico e acido citrico (per dare acidità ai mosti)

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 chiarificanti, flocculanti, bentonite (impiegati per far depositare il fondo o chiarificare i vini);

 perlite (impiegata nei 2 filtri sottovuoto);

 soda caustica (impiegata solitamente prima dell’inizio della stagione per rimuovere i cristalli di tartaro formatisi nelle vasche precedentemente piene di vino);

 prodotti di pulizia della cantina;

 prodotti per la gestione del depuratore.

Si riassumono i dati significativi di processo stimati sul 2020:

Parametro u.m. Valore

Periodo vendemmia d/anno 30

Uva lavorata complessivamente q 500.000-600.000

Vino prodotto (78% uva) q 390.000 – 470.000

Giorni raccolta d 25-30

Ore massime raccolta giorno h/d 16

Quantità media uva lavorata giorno q/d 15.000-20.000

Acqua totale vendemmia m3/anno 8.100

Acqua totale richiesta m3/anno 55.500

Imbottigliamento Non previsto

Periodo vinificazione d/anno 200

Massima acqua spurgo raffredd./giorn. m3/giorno 350

Si specificano le seguenti note:

 80% delle uve lavorate sono raccolte mediante vendemmia meccanizzata.

 80% delle uve raccolte sono costituite da prosecco o pinot grigio.

 l’effettiva produzione varia molto di anno in anno a secondo della produttività dei vigneti in funzione dei dati climatici. In linea di massima la cantina stocca i vini nei propri serbatoi finché ne ha la possibilità, quando tutti i serbatoi sono pieni il vino viene inviato in altre regioni dove vengono affittati dei serbatoi per stoccarlo.

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4.1.3 Gestione delle acque

Presso lo stabilimento sono gestite le seguenti tipologie di acque:

 acque meteoriche dei piazzali esterni e delle coperture;

 acque reflue ed assimilabili;

 acque esterne miste;

 acque di raffreddamento.

4.1.3.1 ACQUE METEORICHE DEI PIAZZALI ESTERNI E DELLE COPERTURE

Le acque dei piazzali sono raccolte da una rete di caditoie e tubazioni interrate e fatte confluire, assieme a quelle delle coperture, nei seguenti tre punti di scarico esterno:

 nella condotta fognaria di Via Vallonto: acque relative alla porzione Ovest del piazzale e di parte della copertura – Punto di scarico n. 1;

 in condotta interrata posta a Est che sversa nel fosso interponderale affluente del Fiume Rasego: acque del rimante piazzale che circonda l’edificio e della rimanente copertura del capannone – Punto di scarico n. 2;

 nel fosso interponderale affluente del Fiume Rasego: acque di altre aree pavimentate circostanti le aree di stoccaggio e acque della tettoia della pigiatura – Punto di scarico n. 3.

Si specifica che le portate scaricate tramite il punto 3 sono sottoposte a laminazione tramite un invaso di compensazione idraulica in fase di realizzazione.

4.1.3.2 ACQUE REFLUE ED ASSIMILABILI

Si tratta di reflui derivanti dalle lavorazioni e dalle operazioni di lavaggio, talvolta opportunamente deviate, eseguite in ambiente interno ed esterno. Fra queste sono comprese le acque domestiche del settore amministrativo e dell’abitazione del custode.

Queste acque sono inviate direttamente al depuratore aziendale e, dopo il trattamento, nel fosso interponderale affluente del Fiume Rasego tramite il punto di scarico n. 4.

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4.1.3.3 ACQUE MISTE

Si tratta di acque derivanti dal lavaggio delle vasche e dei serbatoi e dal dilavamento della porzione di piazzale destinata al deposito dei raspi di scarto.

Le acque di lavaggio delle vasche e dei serbatoi interni sono inviate direttamente tramite condotte interrate al depuratore. Si specifica che le operazioni di lavaggio sono effettuate in periodi definiti dell’anno.

La loro gestione è attuata, quindi, tramite sistemi a bypass in modo da consentire la deviazione delle acque al depuratore o, in alternativa, alla rete di smaltimento delle acque meteoriche quando non sono eseguite le operazioni di lavaggio.

4.1.3.4 ACQUE DI RAFFREDDAMENTO

Si tratta di acque utilizzate dagli impianti di raffreddamento e che non entrano a contatto con i prodotti ed altre sostanze e, quindi, sono da definirsi incontaminate se non solo dal punto di vista termico.

Presso lo stabilimento sono presenti i seguenti sistemi di raffreddamento:

 Circuito torri di raffreddamento TORRE 1 (R1);

 Circuito torri di raffreddamento TORRE 2 (R2);

 Raffreddamento pompe del vuoto dei filtri PADOVAN (R3, R4).

 Circuito torri di raffreddamento TORRE 3 (R5);

Le acque raccolte sono convogliate nella rete delle acque meteoriche e, quindi, scaricate nel fosso interponderale (punti di scarico nr. 2 e 3) e nella fognatura bianca di Via Vallonto (punto di scarico nr. 1). Quest’ultimo scarico è relativo al solo circuito R1.

Le acque in uscita dalle torri di raffreddamento presentano una temperatura di 20 ÷ 25°C e invece quelle utilizzate per il raffreddamento della pompa dei due filtri a vuoto presentano un incremento termico, rispetto al flusso in entrata di pochi gradi Celsius.

Gli spurghi delle acque di raffreddamento sono inviati al depuratore aziendale.

Di seguito le caratteristiche principali delle strutture citate, relativamente alla gestione delle acque:

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 Circuito torri di raffreddamento TORRE 1 (R1) Mod. TORRE AXT – 126 / 7 – Z

NR. TORRI 2

Il funzionamento di questo circuito è stagionale ed è strettamente legato alla temperatura ambiente e agli stoccaggi di prodotto presenti in cantina.

Il circuito funziona indicativamente da agosto a novembre e all’occorrenza in primavera, uno o due mesi.

Il consumo massimo giornaliero di acqua di reintegro 150 m3/giorno.

Lo spurgo massimo giornaliero di acqua è di 75 m3/giorno.

 Circuito torri di raffreddamento TORRE 2 (R2) Mod. TORRE TAA 84/6° - 2V

NR. TORRI 1

Il circuito viene messo in funzione durante il periodo della vendemmia per circa 2 mesi all’anno.

Il consumo massimo giornaliero di acqua di reintegro è di 80 m3/giorno.

Lo spurgo massimo giornaliero di acqua è di 40 m3/giorno.

 Raffreddamento pompe del vuoto dei filtri a pannello sotto vuoto PADOVAN mod. TAY LOO 40 (R3, R4)

I 2 filtri a pannello sotto vuoto vengono messi in funzione durante il periodo della vendemmia per circa 2 mesi all’anno.

L’acqua di raffreddamento delle pompe del vuoto è a perdere (ad un solo passaggio). Le quantità di acqua utilizzate per ogni filtro variano da: 1 m3/h a 2 m3/h.

Il consumo giornaliero di acqua necessario per il raffreddamento delle pompe del vuoto dei 2 filtri varia da un minimo di 48 m3/giorno ad un massimo di 96 m3/giorno.

Lo spurgo è uguale al reintegro.

 Circuito torri di raffreddamento TORRE 3 (R5) Mod. TORRE TMA-21-276 CT

NR. TORRI 1

Il consumo massimo giornaliero stimato di acqua di reintegro è di 80 m3/giorno.

Lo spurgo massimo giornaliero stimato di acqua è di 40 m3/giorno.

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4.1.3.5 ACQUE TRATTATE DAL DEPURATORE AZIENDALE

Riassumendo sono convogliate al depuratore aziendale:

 le acque di lavaggio vasche e pavimenti all’interno dei fabbricati;

 le acque meteoriche ricadenti in corrispondenza delle aree dove sono installati i serbatoi/vinificatori e le acque di lavaggio. Terminato il periodo dei travasi le acque piovane ricadenti ai piedi dei serbatoi sono equiparabili a normali acque meteoriche e pertanto mediante bypass sono convogliate direttamente nelle reti di raccolta delle acque dei piazzali e confluite nei punti di scarico esterni;

 le acque meteoriche che ricadono nella piazzola di deposito raspi durante la stagione della vendemmia. Terminata la stagione e ripulita la piazzola tali acque sono, anche in questo caso, equiparabili a normali acque meteoriche e sono convogliate mediante bypass direttamente nelle reti di raccolta delle acque dei piazzali e confluite nei punti di scarico esterni.

Le acque una volta depurate sono scaricate nell’adiacente fosso interponderale affluente del Fiume Rasego – Punto di scarico n. 4.

4.1.3.6 ACQUE SCARICATE NEL FIUME RASEGO

Riassumendo nell’adiacente fosso interponderale affluente del Fiume Rasego sono scaricate:

 la maggior parte delle acque meteoriche e indirettamente le acque di raffreddamento e le acque delle zone di stoccaggio e vinificazione nei periodi in cui non sono effettuate lavorazioni: Punti di scarico nr. 2 e nr. 3;

 le acque trattate dall’impianto di depurazione aziendale: punto di scarico nr. 4.

Il Fiume Rasego scarica le proprie acque nel Fiume Livenza tramite la confluenza presente nei comuni di Portobuffolè e Ghirano.

4.1.3.7 APPROVVIGIONAMENTO IDRICO DA POZZO

Presso lo stabilimento sono presenti tre pozzi, ubicati come indicato nella figura seguente:

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Quantità attuale di acqua attinta da pozzo

Pozzo n. 1: uso assimilato all’igienico sanitario (lavaggio attrezzature di lavoro e locali della cantina) e scambio termico (torre n. 1 e raffreddamento di n. 1 filtro Padovan).

Il consumo è di 21.000 m3/anno divisi in:

 7.000 m3/anno per il lavaggio locali interni alla cantina e pigiatrici

 14.000 m3/anno per il scambio termico di cui

 Torre 1  12.000 m3/anno

 Filtro Padovan  2.000 m3/anno

Pozzo n. 2: uso assimilato all’igienico sanitario (lavaggio vasche impianto di depurazione) Il consumo è di 2.500 m3/annui.

Pozzo n. 3: uso assimilato all’igienico sanitario (lavaggio attrezzature di lavoro) e scambio termico (torre n. 2, torre n. 3 e raffreddamento di n. 1 filtro Padovan).

Il consumo è di 16.000 m3/anno divisi in:

 4.000 m3/anno per il lavaggio delle attrezzature di lavoro

 12.000 m3/anno per il scambio termico

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4.1.4 Impianto di depurazione (All. A01.2 – All. A01.3)

4.1.4.1 OBIETTIVI DI DEPURAZIONE E DATI DIMENSIONALI

L’azienda in oggetto è un’industria enologica che effettua la vendemmia per circa un mese e le operazioni di vinificazione nel corso degli altri mesi. I reflui prodotti durante le operazioni di vinificazione sono collegabili ai lavaggi di serbatoi, attrezzature, etc. e non sono, quindi, continuativi.

Per la lettura dei dati esposti è da considerare, come già citato, la non continuità delle attività che producono reflui.

Il depuratore aziendale tratta una portata giornaliera di 175 m3/giorno, la resa depurativa è esposta nei seguenti dati:

Portata giornaliera m3/d 175

Portata media m3/h 17,50

Portata di punta m3/h 35

COD specifico mg/lt 20.000

COD giornaliero kg/d 3.500

BOD5 specifico mg/lt 10.000

BOD5 giornaliero kg/d 1.750

L’attività dell’impianto è diretta a produrre uno scarico che rientri nei limiti previsti dalla Tabella 3. “Valori limiti di emissione in acque superficiali e in fognatura”, dell’Allegato 5 della parte III del D.L. 152/06 (ripresa nel Piano di Tutela delle Acque: Tabella 1 dell’allegato B).

Come già citato, lo scarico finale è effettuato nel fosso interponderale affluente del Fiume Rasego, a sua volta, affluente del Fiume Livenza.

4.1.4.2 CARATTERISTICHE TECNICHE

L’impianto di depurazione è stato realizzato nel 2006 e successivamente modificato nel 2010, nel 2012 e nel 2018.

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Esso è costituito da una sezione fisica dove è attuata la sgrigliatura, la sedimentazione e l’ossidazione e una sezione biologica dove è attuata la filtrazione a membrana, la filtrazione a quarzo e carbone, l’ispessimento dei fanghi e la loro disidratazione.

L’impianto di depurazione aziendale produce in uscita:

 acqua depurata, immessa nel corso d’acqua;

 fanghi disidratati inviati allo smaltimento.

L’impianto è dotato di sistemi a ricircolo che determina il ritorno in testa di alcuni flussi limitando così la produzione di rifiuti e garantendo la massima efficienza del trattamento.

Lo schema a blocchi è riprodotto nell’allegato A01.3 e nell’immagine seguente.

Figura 2: Schema a blocchi dell’impianto di depurazione allo stato di fatto

Nello schema a blocchi sono riportati con diversa colorazione i seguenti flussi:

 in linea verde continua le linee di processo;

 in linea rossa continua i dosaggi;

 in linea arancione continua le linee fanghi;

 in linea blu continua l’acqua di rete;

 in linea ciano tratto-punto l’aria di rete;

 in linea nero tratto-punto le linee antiodore;

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 in linea magenta tratto-punto le linee elettro-funzionali.

Di seguito la descrizione dettagliata.

4.1.4.2.1 Sezione fisica

La sezione fisica ha l’obiettivo della separazione ed estrazione dei fanghi dalle acque ed è composta dai seguenti elementi:

 V15, V16, V0 – Accumulo grigliatura sollevamento

Sezione costituita da tre vasche in successione dove avviene l’accumulo ed il rilancio delle acque che arrivano dalla rete di raccolta.

Le vasche V15 e V16 hanno la funzione di decantazione a monte del depuratore al fine di bloccare le farine fossili eventualmente presenti sul refluo prima dell’ingresso all’impianto, mentre la vasca V0 ha funzione di grigliatura e rilancio delle acque alle sezioni successive.

Nella vasca V0 sono installati:

 nr. 1 sgrigliatore MG1

 nr. 2 pompe sommerse di sollevamento, SP1 e SP2 (SP2 pompa di scorta attiva) Le acque in arrivo sono trattate dallo sgrigliatore MG1 e successivamente inviate tramite le pompe SP1 e SP2 allo sgrigliatore rotante MG2 che tramite la microgriglia esegue la separazione dei solidi sospesi aventi dimensioni maggiori di 1 mm.

Le pompe sono comandate dal quadro di comando tramite regolatori di livello a galleggiante che fanno lavorare le pompe con sequenza 1 – 2.

Le acque, separate dalla frazione grossolana grazie allo sgrigliatore MG2, sono inviate alla Vasca V1.

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Figura 3: Le vasche di accumulo V15 e V16, la vasca di sollevamento V0 e lo sgrigliatore rotante MG2

La frazione solida raccolta è inviata all’ispessimetro IS1.

 V1 – Accumulo e equalizzazione

Vasca dove arrivano le acque, separate dalla frazione grossolana.

In essa sono installati:

 nr. 2 pompe sommerse di sollevamento, SP3 e SP4 (SP4 pompa di scorta attiva)

 nr. 1 Elettrosoffiatore RT1 Nella vasca è operato l’insuflaggio d’aria.

Le acque sono inviate alla Vasca V2.

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Pagina 27 Figura 4: La vasca V1

 V2 – Neutralizzazione Vasca con installata:

 nr. 1 agitatore intensivo AG1

La vasca è dotata di apertura su un lato che permette il flusso per gravità nel sedimentatore primario adiacente SD1.

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Figura 5: La vasca V2. È evidenziata anche l’adiacente vasca (ex V2) ora inutilizzata

Nella vasca è operato il controllo del Ph e l’additivazione con soda, coagulante e flocculante.

 SD1 – Sedimentatore primario

Vasca con funzione di separare e raccogliere i fanghi per sedimentazione.

In essa sono installati:

 nr. 1 carroponte, CPV1

 nr. 1 pompa sommersa di sollevamento, SP5

La vasca ha dimensioni 4,0 x 9,0 x 5,0 H m e volume utile di 120 m3.

La gestione dei fanghi sedimentati avviene tramite il carroponte sfangatore (CPV1) che provvede, con il funzionamento và e vieni, a convogliare i fanghi nella tramoggia di raccolta dei fanghi dislocata in testa al sedimentatore stesso. Esso è gestito in modo indipendente dalla logica di lavoro dell’impianto tramite il quadro di comando. Il carroponte è attivato in modo automatico quando una e/o tutte le pompe SP1, SP2 e SP4 sono attivate e/o disattivate in modo automatico dai regolatori di livello e/o da programma di lavoro.

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Si disattiva in modo automatico 30 minuti dopo che si sono fermate tutte le pompe SP1, SP2 e SP4.

Nella vasca è presente la pompa SP5 che esegue il trasferimento programmato di pausa/lavoro dei fanghi di supero dalla tramoggia di raccolta all’ispessitore IS2.

Nella vasca in oggetto arrivano, inoltre, le acque superiori dell’ispessimetro IS1. Le acque chiarificate (surnatante) defluiscono per gravità nell’adiacente vasca V3.

Figura 6: Il sedimentatore primario SD1

 V3 – Ossidazione

Vasca dove arrivano le acque chiarificate dal sedimentatore primario.

In essa sono installati:

 nr. 1 Elettroagitatore sommerso MX1

 nr. 1 Elettrosoffiatore RT2

Nella vasca è operato il controllo del Ph e l’insuflaggio d’aria. Il surnatante è inviato alle vasche V4 e V5

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Pagina 30 Figura 7: La vasca V3

In essa arrivano anche i fanghi prodotti dalla filtrazione della sezione biologica.

 V4, V5, V6 – Ossidazione

Vasche collegate idraulicamente per consentire la circolazione del surnatante.

In ogni vasca è installato:

 nr. 1 Elettrosoffiatore RT3, RT4, RT5

L’ossidazione è attivata mediante l’insuflaggio d’aria.

Figura 8: Le vasche per l’ossidazione V4, V5 e V6

La vasca V4 è in realtà suddivisa in due scomparti.

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Le vasche di ossidazione possono funzionare in serie e/o in parallelo a seconda delle condizioni operative.

 V7 – Ossidazione

Ultima vasca in cui è operata l’ossidazione per insuflaggio d’aria.

In essa è installato:

 nr. 1 Elettrosoffiatore RT6

In tale struttura avviene la ripartizione del surnatante in due flussi alle sezioni successive (filtrazione MBR), regolati da opportune valvole. La profondità della vasca è minore delle precedenti, in modo da garantire una maggiore portata per gravità in uscita.

Figura 9: La vasca V7: ossidazione e ripartizione liquidi

 IS1, IS2 – Ispessitore fanghi primario

L’ispessitore serve ad accumulare il fango primario ed è composto da due vasche V5 e V6 aventi forma tronco di piramide rovescia collegate idraulicamente.

In esso è installato:

 nr. 1 pompa sommersa di sollevamento, SP6 (IS2)

Nell’IS2 arrivano i fanghi raccolti del sedimentatore primario SD1 e nell’IS1 sono raccolte le frazioni solide separate dalla sgrigliatura iniziale. Dall’ispessimetro IS1 è inviato il surnatante sempre al sedimentatore primario SD1.

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STUDIOTECNICOCONTE&PEGORERVIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,731100TREVISO L:\Vignaioli Veneto Friulani - cod. 1612 - DICEMBRE 2016\Ver_01 - Screening VIA - Gennaio 2020\Relazioni\A01 - PROGETTO PRELIMINARE - RELAZIONE TECNICA.doc

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Figura 10: Ispessitori IS1 e IS2

I fanghi sono inviati alla vasca V13, della sezione biologica, tramite pompa sommersa SP6.

4.1.4.2.2 Sezione biologica

La sezione biologica, che serve per la rimozione degli inquinanti, si compone dei seguenti elementi:

 MBR - Filtrazione

Vasca suddivisa in tre comparti:

 V8: vasca membrane immerse

 V9: vasca membrane immerse

 V10: vasca di ricircolo fanghi In esse sono installati:

 Nr. 3 moduli membrane MM – V8

 Nr. 2 pompe sommerse SP6, SP7 – V10

 Nr. 1 Elettroagitatore sommerso MX2 – V10

 Nr. 3 moduli membrane MM – V9

Nella struttura arrivano le acque della vasca V7 ripartita nei due compartimenti dotati dei moduli membrane (V8 e V9).

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