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“SCATOLE NERE” CHE FANNO LUCE SUGLI INCIDENTI STRADALI

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Academic year: 2022

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“SCATOLE NERE” CHE FANNO LUCE SUGLI INCIDENTI STRADALI

CMRT: Un procedimento per la lettura microscopica dei dischi odocronografici

L’odocronografo in generale

In tutta Europa, da anni, determinate categorie di veicoli stradali, sono obbligatoriamente equipaggiati con tachigrafo odocronografico (Fig. 1). A queste categorie appartengono gli autoveicoli pesanti, i trattori industriali, gli autoveicoli leggeri adibiti al trasporto professionale delle persone ecc. In Svizzera le caratteristiche e l’uso di queste apparecchiature sono

regolamentate dall’OLR (Ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo dei conducenti

professionale di veicoli a motore), dell’DFGP (Circolare dip. Fed. Giustizia e Polizia) e dell’OCE (ordinanza concernente la costruzione e l’equipaggiamento dei veicoli stradali:

Art. 13.5:

L’odocronografico deve iscrivere, su dischi uniformi, la velocità del veicolo, la lunghezza del percorso e la durata del servizio al volante. Inoltre deve permettere di stabilire il cambiamento dell’autista e la durata del lavoro del secondo autista ..

Art. 13.3:

Devono essere muniti di un odocronografo che permetta di controllare la durata del lavoro e del riposo e di chiarire un infortunio: ...

Negli stati della CEE le caratteristiche e l’uso di queste apparecchiature sono regolamentate dal VO (EWG) N° 3820/85 e VO (EWG) N° 3821/85 (EG-Tachograph).

Dischi odocronografici?

All’interno del tachigrafo odocronografico viene introdotto, direttamente dall’autista, il disco di registrazione (fig. 2): questo rimane poi a disposizione delle autorità in caso di incidente o

infrazioni. Ogni disco contiene la registrazione giornaliera (24 ore) con diverse indicazioni (velocità, spazio, tempo, durata del riposo e delle fermate, ecc.).

Il tachigrafo odocronografico registra, sull’apposito disco di registrazione, diverse informazioni relative agli spostamenti effettuati dal veicolo. La rotazione del disco (avanzamento della scrittura) avviene in funzione del tempo mentre tutte le altre grandezze vengono espresse su differenti scale radiali (fig. 3).

Senza mezzi particolari, o con l’uso di una semplice lente, è già possibile leggere ed ottenere dal disco diverse informazioni preliminari quali quelle relative ai tempi di riposo e di pausa, alle velocità massime raggiunte ecc. Questo tipo di lettura non è sufficientemente preciso e non permette la definizione di altri valori che invece possono essere elaborati tramite una lettura microscopica dei dischi.

La lettura microscopica dei dischi, possibile su ogni elemento registrato, viene di regola solo eseguita per l’elaborazione dei dati ottenibile dalla registrazione della velocità. Tale registrazione è del tipo velocità-tempo (fig. 4): da questa si possono ottenere, tramite calcolo, i relativi valori di spazio ed accelerazione particolarmente utili ai fini ricostruttivi.

Questa lettura viene eseguita tramite un apparecchio ottico-meccanico. In particolare viene effettuato un ingrandimento fotografico sul quale sono indicati, a mano, i punti per la lettura

considerati. Il disco viene poi posizionato sull’apparecchio di lettura e letto tramite una grossa lente di ingrandimento. La piastra d’appoggio del disco è collegata meccanicamente ad un micrometro;

tramite questo l’operatore manualmente fa ruotare il disco leggendo contemporaneamente sulla sua

Tagete n. 3-1997 Ed. Acomep

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scala l’avanzamento angolare che corrisponde al tempo relativo alla rotazione effettuata fra i punti prescelti.

Conosciuto il tempo intercorso fra due o più punti e la relativa velocità indicata sul disco, si passa poi all’elaborazione dei risultati ed al loro allestimento tabellare.

La precisione di lettura del tempo (secondi) e della velocità (km/h) nel sistema tradizionale di lettura microscopica si ferma alle unità, senza decimali. Questa grande imprecisione viene superata con l’uso del procedimento CMRT.

Il concetto del CMRT

Il CMRT (Computer microscopical reading of tachographs) è il nuovo procedimento di lettura microscopica informatizzata dei dischi odocronografici sviluppato di recente dall’Ing. Mauro Balestra e depositato come patente nel gennaio 1997.

Il procedimento CMRT permette la lettura microscopica e l’elaborazione delle registrazioni dei dischi odocronografici con:

La massima stabilità durante la lettura

Nella lettura la registrazione rimane assolutamente fissa ed immobile. Si evitano così le imprecisioni dovute ad eventuali giochi e movimenti di rotazione. Con il sistema tradizionale durante la lettura il disco viene fatto ruotare meccanicamente.

La massima precisione ed affidabilità

La registrazione odocronografica viene portata a video ed ingrandita piacimento senza alterare le linee e le loro caratteristiche. Nell’ingrandimento i profili delle linee di registrazione mantengono tutta la loro nitidezza: infatti durante l’ingrandimento a video lo spessore dei profili di linea rimane costante, indipendentemente dal valore di ingrandimento. Con il sistema tradizionale,

nell’ingrandimento aumentava proporzionalmente anche lo spessore della linea considerata.

Si ottengono ottimi risultati poiché si opera con ingrandimenti di almeno 100-200 volte. Il sistema tradizionale opera con ingrandimenti 10 volte inferiori. I punti prescelti e le relative quote angolari (definizione del tempo) e quelle radiali (definizione della velocità) sono definiti ed

elaborati direttamente ed automaticamente sull’ingrandimento massimo. La quotazione angolare ha una precisione al millesimo di grado (si opera addirittura fino al decimillesimo di grado). Anche la misurazione radiale usa precisioni analoghe. Il sistema tradizionale non permette simili precisioni.

La possibilità di verifica

L’indicazione dei punti quotati e la relativa quotazione di precisione può essere verificata a video in qualsiasi momento, anche a posteriori. Questo dettaglio di elaborazione può anche essere stampato direttamente. Con il sistema tradizionale si deve far fede al solo occhio dell’operatore. La misura e l’indicazione del punto misurato non sono automatiche e contemporanee: l’apparecchio ottico-meccanico non le può protocollare.

L’uso di installazione informatiche (hard) usuali

Le installazioni informatiche usuali sono in particolare computer tipo PC delle ultime

generazioni (Pentium ecc.), schermo e scheda grafica di qualità, scanner ad alta risoluzione, camera digitale od altro apparecchio analogo, stampante laser, a getto d’inchiostro, ecc. La qualità delle installazione informatiche, che ha un’influenza diretta sulla qualità degli elaborati e sui tempi di elaborazione, rientra comunque in quella usuale oggi in dotazione agli studi di ingegneria. Con il sistema tradizionale sono invece necessarie costose apparecchiature specifiche, usabili solo a questo scopo.

L’uso di programmi informatici (soft) oggi già in commercio

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L’uso di programmi applicativi informatici oggi già i commercio, evitando l’uso di costose applicazioni specifiche incide sui costi del servizio. Un programma informatico specifico per l’applicazione del procedimento potrebbe essere pensabile: tuttavia non è indispensabile vista la reale possibilità di poter fare capo già oggi a programmi a larga diffusione, non specificamente concepiti a questo scopo.

Procedimento

Spesso l’apparecchio di digitalizzazione (scanner, ecc.) anche se ad alta risoluzione, pone dei problemi dovuti alla necessità di una grandissima intensità di dpi (dots per inch) per ottenere poi una sufficiente risoluzione dell’immagine negli ingrandimenti. In questo caso il metodo CMRT prevede una fase preliminare fotografica: in questa si effettua un primo ingrandimento fotografico professionale del disco (ricerca della massima precisione). Questo ingrandimento, circa 1x10, si concentra sul settore di registrazione da elaborare.

A seconda dell’apparecchio a disposizione (scanner, camera digitale, ecc.) l’immagine del disco, o il suo ingrandimento, viene importata a video tramite digitalizzazione (fig. 7 - trasformazione in file).

Per la lettura di precisione è necessario disporre dell’immagine in un file di formato vettoriale (fig. 6): questo formato garantisce precisione ed affidabilità durante i successivi ingrandimenti, nelle operazioni di lettura e quotatura di precisione.

Utilizzando un applicativo informatico in grado di quotare con la necessaria precisione (quote angolari e radiali) si fissano i punti di lettura sul massimo ingrandimento e si quotano gli stessi tramite soft (fig. 8). Si quantifica così lo spostamento angolare del disco (rotazione) fra ogni punto considerato: questo avanzamento è funzione diretta del tempo trascorso. Si procede pure ad una quotatura di riferimento (per esempio angolo corrispondente ad 1,00 ore di registrazione) per l’elaborazione dei dati. La quotatura radiale, eseguita per ogni punto prescelto, elaborata indicherà la velocità del veicolo in quell’istante.

Una volta effettuata la quotatura di precisione si conoscono i seguenti fattori d’elaborazione:

valore angolare del tempo di riferimento (di regola 1,0 ora), ampiezza angolare fra i punti quotati (intertempo), quotazione radiale di ogni punto (velocità), lettura dell’orario. Dagli stessi si ottiene, per calcolo, l’intero quadro degli spostamenti del veicolo e più precisamente: orario, velocità in ogni punto considerato, spazio percorso fra ogni punto e spazio totale, tempo intercorso fra ogni punto e tempo totale, accelerazione, decelerazione o velocità costante fra i punti considerati.

La rappresentazione finale dei risultati viene eseguita a gradimento si in forma tabellare (fig. 9) che in forma grafica (fig. 10) e può essere accompagnata da un commento tecnico che evidenzia eventuali particolarità.

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