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HANDICAP DSA STRANIERI E ALTRI BES

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HANDICAP DSA

STRANIERI E ALTRI BES

Vademecum

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INDICE

PRIMA PARTE Introduzione generale al Vademecum pag. 4 Definizione di Bisogni Educativi Speciali

pag. 5 Approfondimento: certificare, diagnosticare e individuare SECONDA PARTE HANDICAP (Legge 104/1992): strumenti pag. 7 Diagnosi Funzionale

pag. 8 Profilo Dinamico Funzionale: compilazione pag. 9 Piano Educativo Individualizzato: compilazione pag. 10 La programmazione per un alunno con disabilità pag. 11 MODULISTICA HANDICAP

TERZA PARTE DSA (Legge 170/2010 e successivi decreti attuativi) pag. 13 Protocollo d'Intesa per l'attività di individuazione precoce dei casi

sospetti di DSA (DGRV n. 2438/13) - SCUOLA DELL'INFANZIA pag. 14 Protocollo d'Intesa per l'attività di individuazione precoce dei casi

sospetti di DSA (DGRV n. 2438/13) - SCUOLA PRIMARIA pag. 15 Piano Didattico Personalizzato: compilazione

pag. 16 MODULISTICA DSA

QUARTA PARTE ALTRI BES (DM del 27/12/2012 e CM 8 del 6/03/2013): strumenti

pag. 17 Griglia per l'osservazione ed analisi della classe, griglia per la rilevazione dei BES e PDP per BES

pag. 18 MODULISTICA BES

pag. 19 Approfondimento: valutazioni e verifiche

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QUINTA PARTE ALUNNI STRANIERI

pag. 20 Le fasi dell'apprendimento dell'italiano come L2 pag. 21 L'inserimento nella classe

pag. 22 Attività per alunni neo-arrivati

pag. 23 Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (Consiglio d'Europa, 2002)

pag. 24 Linee orientative per la valutazione degli alunni stranieri SESTA PARTE

pag. 28 Fascicolo personale dell'alunno

pag. 29 Scadenzario per gli insegnanti

pag. 30 Normativa di riferimento

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HANDICAP DSA STRANIERI E ALTRI BES

La Direttiva MIUR del 27/12/2012 e la Circolare MIUR del 6/03/2013 riconoscono la necessità di ampliare la cura educativa già destinata agli alunni con disabilità (Legge 104/1992) e con DSA (Legge 170/2010), includendo tutti quegli alunni che

manifestano una qualche forma di inadeguatezza a quanto proposto in ambiente scolastico, sia per comportamenti disadattivi, sia per un mancato raggiungimento dei risultati attesi. Sono alunni in sostanza che incontrano varie barriere bio-psico-sociali all’apprendimento e alla partecipazione scolastica (Gruppo Provinciale per i BES, 26/11/2013).

Nella definizione di BES (Bisogni Educativi Speciali) rientrano le seguenti categorie:

 DISABILITA’

(L.104/1992);

 DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E/O DISTURBI

EVOLUTIVI (L.170/2010): si intendono i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività (DDAI o ADHD), il funzionamento

intellettivo al limite che può essere considerato un caso di confine tra disabilità e disturbo specifico (C.M. 8/13), altre tipologie di deficit o disturbo, non

altrimenti certificate;

 SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO: famiglie di basse fasce di reddito, assenza di libri di testo e materiali didattici;

LINGUISTICO: alunni nati all’estero, adottati; alunni che parlano italiano solo a scuola;

CULTURALE: alunni con problematiche psicologiche, poco motivati, passivi, aggressivi, con scarsa autostima, che non fanno compiti, non hanno materiale didattico/sportivo, alunni con genitori problematici; non seguiti dalla famiglia, con genitori poco presenti/depressi/divorziandi/divorziati/separati.

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APPROFONDIMENTO

Nota del MIUR 22 novembre 2013

Distinzione tra:

 Ordinarie difficoltà di apprendimento: osservate per periodi temporanei.

 Difficoltà più stabili: presentano maggiore complessità ed impegno per essere correttamente affrontate.

 Disturbi di apprendimento che hanno carattere permanente e base neurobiologica (Legge 104/92 e Legge 170/2010).

CERTIFICARE

- Riferito alle disabilità (Legge 104/1992) - Clinico – DIMENSIONE BIO (ICF)

- Competenza dell’Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale (ULSS)

DIAGNOSTICARE

- Riferito ai DSA (Legge 170/2010 e DM luglio 2011) - Clinico – DIMENSIONE BIO-PSICO (ICF)

- Competenza ULSS e convenzionati

INDIVIDUARE

- Riferito ai BES (CM 8)

- Pedagogico-didattico – DIMENSIONE SOCIALE (ICF)

- Competenza del Consiglio di Classe e del Team con diagnosi clinica o su individuazione autonoma

Da “I bisogni educativi speciali – le azioni della scuola” (Seminario Bardolino, 29 ottobre 2013).

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INDIVIDUALIZZAZIONE

Mira ad assicurare a tutti gli studenti la possibilità di raggiungere le competenze fondamentali del curricolo mettendo in atto strategie di diversificazione dei percorsi di insegnamento. L’individualizzazione della didattica vuole far sì che certi obiettivi siano raggiunti da tutti.

Gli obiettivi sono comuni per tutti, ma le strategie di apprendimento possono essere diversificate per raggiungere le competenze.

PERSONALIZZAZIONE

Calibra l’intervento e le strategie didattiche sulla unicità e specificità a livello personale dei bisogni educativi, quindi volta a favorire l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno.

L’obiettivo è diverso per ciascuno, affinché ogni studente possa mettere in campo e valorizzare quello che già possiede.

Da “BES e inclusività” di E: Lampacrescia e L. Porfiri

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HANDICAP (Legge 104/1992)

DOCUMENTI

COMPILAZIONE DIAGNOSI FUNZIONALE DF

STRUMENTO

E’la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno in situazione di handicap e deve tenere particolarmente conto delle potenzialità registrabili.

CHI

Viene redatto dall’unità multidisciplinare (medico specialista nella patologia segnalata, dallo specialista in neuropsichiatria infantile, dal terapista della

riabilitazione, dagli operatori sociali in servizio presso la unità sanitaria locale) e trasmessa alla famiglia o, previo consenso di questa, direttamente alla scuola.

La Diagnosi Funzionale è il punto di partenza per la stesura del Profilo Dinamico Funzionale.

QUANDO

Viene rinnovata quando se ne ravvisano i presupposti ed è presentata alla scuola ad ogni passaggio di grado scolastico.

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COMPILAZIONE PROFILO DINAMICO FUNZIONALE PDF

STRUMENTO

Raccordo tra le conoscenze dal punto di vista sanitario, riabilitativo, educativo- didattico e familiare, per individuare obiettivi, attività e modalità su cui

articolare successivamente il Piano Educativo Individualizzato (Accordo di Programma per l’Inclusione Scolastica e Sociale degli studenti con disabilità per la provincia di Belluno, 2014)

CHI

Consiglio di Classe/Team, insegnante di sostegno, ULSS, famiglia e altre figure coinvolte nel processo educativo.

La scuola raccoglie le informazioni e le proposte della famiglia per la stesura del PDF, individuando e comunicando alla stessa le modalità di partecipazione alla sua elaborazione.

Il Consiglio di Classe/Team avrà cura di far visionare una bozza del documento ai Servizi dell’ULSS prima di giungere alla stesura definitiva.

Il documento definitivo verrà successivamente presentato dal docente di sostegno ai genitori, che in quell’occasione apporranno le firme.

QUANDO

- Dovrà di norma essere steso entro cinque mesi dal rilascio della Diagnosi Funzionale.

- Sono possibili aggiornamenti e verifiche intermedie su indicazione del dirigente e/o in presenza di significativi cambiamenti o evoluzioni a medio termine.

- Viene redatto a conclusione della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di primo e di secondo grado.

- In triplice copia (famiglia/segreteria/Servizi)

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COMPILAZIONE PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO PEI

STRUMENTO

E’ un documento di integrazione degli interventi predisposti da ULSS, Scuola, Famiglia e soggetti di volta in volta coinvolti, a favore dello studente per un periodo di tempo di norma annuale.

CHI

Per la predisposizione del PEI, viene calendarizzato almeno un incontro all’anno dell’intero gruppo di lavoro ed un altro a fine anno scolastico, con l’eventuale partecipazione dell’ULSS, per la verifica dei processi attivati e la valutazione formativa dei bisogni per il proseguimento dell’esperienza

scolastica (Accordo di Programma, 2014).

Ad esso viene allegata la programmazione educativo-didattica individualizzata della scuola secondo lo schema presente nel registro per l’insegnante di

sostegno adottato da questo Istituto.

Il Consiglio di Classe/Team avrà cura di far visionare una bozza del documento ai Servizi dell’ULSS prima di giungere alla stesura definitiva. Il documento definitivo verrà successivamente presentato dal docente di sostegno ai genitori, che in quell’occasione apporranno le firme.

Al termine dell’anno scolastico, il docente di sostegno avrà cura di redigere la

“verifica finale degli obiettivi del PEI” e di presentarla alla famiglia per le firme finali.

QUANDO

- Dopo la formulazione del PDF, di norma entro i primi due mesi dall’inizio dell’anno di scuola.

- In triplice copia (famiglia/segreteria/insegnanti).

-

Ha validità annuale.

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LA PROGRAMMAZIONE PER UN ALUNNO CON DISABILITA’

PROGRAMMAZIONE IN BASE AGLI

OBIETTIVI PREVISTI PER LA

CLASSE

La programmazione si riferisce agli obiettivi previsti per la classe. L’alunno

diversamente abile segue una

programmazione uguale a quella della classe (ma con OBIETTIVI MINIMI).

Sarà eventualmente adottata una

metodologia di valutazione adeguata alle capacità del bambino (es. test a risposta multipla, ecc.….)

PROGRAMMAZIONE SEMPLIFICATA O

RIDOTTA

Consiste nel rendere più semplici determinati contenuti disciplinari.

(Es.: se la classe legge e commenta il romanzo “I promessi sposi”, l’alunno diversamente abile evidenzia solo alcune caratteristiche dei personaggi, con una relazione scritta).

PROGRAMMAZIONE DIFFERENZIATA

L’alunno, per il quale si dovessero prevedere obiettivi differenziati, seguirà un

programma completamente diverso da quello previsto per la classe.

(Es.: se la classe svolge le equazioni di secondo grado, l’alunno diversamente abile esegue le quattro operazioni).

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ALLEGATI H

Allegato 1

SCHEDA DI PRIMA SEGNALAZIONE ALUNNO IN DIFFICOLTA’ (Ulss 2 di Feltre)

art. 3 dell’Accordo di Programma

RICHIESTA DI ACCERTAMENTO FINALIZZATA AL SOSTEGNO.

NON E’ POSSIBILE INVIARE I GENITORI DIRETTAMENTE AL SERVIZIO (TRANNE NEL CASO DI SOSPETTO DSA PER IL QUALE SONO RIPORTATE LE SPECIFICHE

INDICAZIONI NELLA APPOSITA SEZIONE).

LE SEGNALAZIONI PER IL SOSTEGNO HANNO PRIORITA’ RISPETTO ALLE ALTRE, ANCHE IN CONSIDERAZIONE DELLE SCADENZE FISSATE DALL’U.S.T. PER LA

RICHIESTA DEI DOCENTI DI SOSTEGNO.

E’ PREFERIBILE INVIARE LE SEGNALAZIONI ENTRO LA PRIMA PARTE

DELL’ANNO SCOLASTICO IN MODO DA AVERE A DISPOSIZIONE LE EVENTUALI CERTIFICAZIONI IN SEDE DI DEFINIZIONE DELL’ORGANICO DI DIRITTO.

Allegato 1 bis

SCHEDA DI PRIMA SEGNALAZIONE ALUNNO IN DIFFICOLTA’ (Ulss 8 di Valdobbiadene)

RICHIESTA DI ACCERTAMENTO FINALIZZATA AL SOSTEGNO.

LA FAMIGLIA E’ INFORMATA SULLE DIFFICOLTA’ RILEVATE ED ACCONSENTE ALL’INVIO DELLA PRESENTE SCHEDA AL SERVIZIO TERRITORIALE PER UN

APPROFONDIMENTO DIAGNOSTICO AI FINI DI UNA EVENTUALE CERTIFICAZIONE.

LA FAMIGLIA PRENDERA’ I NECESSARI CONTATTI CON IL SERVIZIO QUANTO PRIMA E COMUNQUE NON OLTRE IL 15 MARZO DELL’ANNO SCOLASTICO. IL SERVIZIO DARA’ RISPOSTA ALLA SCUOLA CIRCA L’ESITI DELL’APPROFONDIMENTO ENTRO IL 20 GIUGNO.

Allegato 2

PROFILO DINAMICO FUNZIONALE E LEGENDA

Allegato 3

PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO

Allegato 4

SCHEDA VERBALE INCONTRI a cura del docente di sostegno, il verbale, redatto ad ogni incontro, va inserito nel fascicolo personale dell’allievo

Allegato 5

SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE

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Allegato 6

AMBITI INDIVIDUATI AI FINI DELL’OSSERVAZIONE FINALIZZATA ALL’ELABORAZIONE DEL PEI essi contribuiscono a guidare l’osservazione. La scheda va considerata come indicativa, aperta alla raccolta di ulteriori dati

Allegato 7

ACCORDO DI PROGRAMMA 2014 della Provincia di Belluno

Allegato 8

LINEE GUIDA PER LA COMUNICAZIONE NELLA REALIZZAZIONE DEL PEI a cura del G.L.I.I.S. 2008/2010

Allegato 9

ALLEGATI DELLE LINEE GUIDA

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DSA

(Legge 170/2010 e successivi decreti attuativi)

DOCUMENTI

PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ATTIVITA’ DI

INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEI CASI SOSPETTI DI DSA (DGRV n. 2438/13)

Scuola dell’Infanzia

STRUMENTO

- Questionario osservativo di rilevazione precoce - Schemi di intervento con attività di recupero mirato

- Modelli di comunicazione tra la scuola e i servizi territoriali

- Linee guida regionali predisposte dal CTS per il monitoraggio e la verifica dell’applicazione della Legge Regionale 16/2010

CHI

Docenti dei bambini di 5 anni

QUANDO

- Entro novembre compilazione del questionario.

- Da gennaio ad aprile organizzazione di percorsi didattici mirati al recupero delle difficoltà.

- Nel corso dell’anno momenti di condivisione delle osservazioni e delle strategie di intervento tra insegnanti e genitori.

- A maggio osservazione finale.

- La segnalazione per una potenziale difficoltà di apprendimento assume carattere di eccezionalità.

- Le schede di osservazione di tutti i bambini vanno conservate nel registro del docente e inserite nel fascicolo personale dell’alunno.

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PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ATTIVITA’ DI

INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEI CASI SOSPETTI DI DSA (DGRV n. 2438/13)

Scuola Primaria

STRUMENTO

- Questionario osservativo di rilevazione precoce - Schemi di intervento con attività di recupero mirato

- Modelli di comunicazione tra la scuola e i servizi territoriali

- Linee guida regionali predisposte dal CTS per il monitoraggio e la verifica dell’applicazione della Legge Regionale 16/2010

CHI

I docenti delle classi prime e seconde della Scuola Primaria

QUANDO

- Entro gennaio compilazione del questionario.

- Da febbraio ad aprile organizzazione di percorsi didattici mirati al recupero delle difficoltà.

- Nel corso dell’anno momenti di condivisione delle osservazioni e delle strategie di intervento tra insegnanti e genitori.

- A maggio osservazione finale ed eventuale proposta di consulenza specialistica nel caso di difficoltà persistenti per gli alunni ritenuti a rischio.

- Le schede di osservazione di tutti i bambini vanno conservate nel registro del docente e inserite nel fascicolo personale dell’alunno.

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COMPILAZIONE PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PDP

STRUMENTO

E’ un piano didattico pensato e applicabile per alunni con DSA, nei quali la difficoltà non è nella capacità di apprendimento, ma nelle abilità di utilizzare i normali strumenti per accedere all’apprendimento, abilità che possono e devono essere supportate, secondo la normativa vigente, per il raggiungimento del successo formativo.

Personalizzato in quanto indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi e degli strumenti nella progettazione del lavoro di classe.

Stessi obiettivi curricolari con metodologie e strategie dispensative.

CHI

Il Consiglio di Classe/Team, acquisita la diagnosi specialistica di DSA, entro tre mesi redige il PDP.

La redazione del documento prevede una fase preparatoria d’incontro e di dialogo tra docenti, famiglia e specialisti nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Per gli alunni in via di certificazione è necessario redigere il PDP.

QUANDO

- Entro il primo trimestre scolastico.

- Ha validità annuale.

- Da aggiornare in itinere.

- Consegnato alla famiglia ai colloqui.

- In triplice copia (famiglia/segreteria/insegnanti).

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ALLEGATI DSA

Allegato 1

SCHEDA DI SEGNALAZIONE E RELAZIONE PER DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO (Legge 170/2010 e Accordo Stato-Regione DGRV 2723 del 24/12/2012)

IL PERCORSO DIAGNOSTICO VIENE ATTIVATO DOPO LA MESSA IN ATTO DA PARTE DELLA SCUOLA DEGLI INTERVENTI EDUCATIVO-DIDATTICI. GLI INTERVENTI EDUCATIVO-DIDATTICI DEVONO ESSERE OGGETTO DI UNA SPECIFICA RELAZIONE CHE LA SCUOLA CONSEGNA ALLA FAMIGLIA RICHIEDENTE (DGRV 2723).

La scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia: la scuola non ha e non può avere altro riferimento che la famiglia. É la famiglia unica titolare del diritto di “far valutare” un

bambino/ragazzo da uno specialista.

Allegato 2

PDP provinciale

Allegato 2 BIS PDP riconferma

Allegato 3 Legenda

Allegato 4

SCHEDA VERBALE INCONTRI

Allegato 5

PROTOCOLLO D’INTESA tra la Regione Veneto e l’Ufficio Scolastico

Regionale del Veneto per l’attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA (DGRV n. 2438/13)

ATTIVITA’ COMMISSIONE DSA INFANZIA (a.s. 2014/2015) ATTIVITA’ COMMISSIONE DSA PRIMARIA (a.s. 2014/2015)

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ALTRI BES

(DM 27/12/2012 e CM 8 del 6/03/2013)

DOCUMENTI

STRUMENTI

1. OSSERVAZIONE ED ANALISI DELLA CLASSE

2. GRIGLIA PER LA RILEVAZIONE DEI BES

3. PDP PER BES

E’ uno strumento privilegiato per indicare il percorso di apprendimento funzionale ai bisogni dell’alunno con BES.

“Non tutti gli alunni che hanno qualche difficoltà rientrano tra i BES e non per tutti quelli che hanno bisogno di una qualche forma di personalizzazione deve essere previsto un PDP” (a cura del Gruppo Provinciale per i BES,

26/11/2013).

La redazione è a discrezione del Consiglio di Classe/Team docenti e può avere anche carattere temporaneo.

CHI

“Va sostenuto il principio della collegialità della presa in carico da parte dell’intero consiglio di classe delle persone affidate alla scuola con conseguente affidamento al Consiglio di Classe del compito esclusivo di riconoscimento degli alunni con BES, eventualmente anche sulla base di documentazione clinica fornita dalla famiglia”

(Nota 7802 del 6/06/2013 dell’USR Veneto).

QUANDO

- All’individuazione dei vari casi.

- Da aggiornare in itinere.

- Consegnato alla famiglia quando vengono individuati i vari casi.

-

In triplice copia (famiglia/segreteria/insegnanti).

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ALLEGATI BES

Allegato A

GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEI MODELLI PROPOSTI dalla Commissione successo formativo e sostegno (a.s. 2013/2014)

PER UNA OSSERVAZIONE PIU’ OGGETTIVA DEGLI ALUNNI CHE POTREBBERO

PRESENTARE BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E QUINDI NECESSITANO DI INTERVENTI MIRATI PER FAVORIRE L’APPRENDIMENTO, E’ CONSIGLIATO L’UTILIZZO DELLE SCHEDE OSSERVATIVE PRODOTTE DALLA COMMISSIONE SUCCESSO FORMATIVO DELL’ISTITUTO PER LA CUI COMPILAZIONE E’ OPPORTUNO UN CONFRONTO TRA I DOCENTI DELLA CLASSE.

Allegato B

OSSERVAZIONE ED ANALISI DELLA CLASSE

Allegato C

GRIGLIA PER LA RILEVAZIONE DEI BES e dei punti di forza dell’alunno e della classe ai fini dell’individuazione delle risorse

Allegato D

PDP DSA adattato per altri BES

Allegato 1

SCHEDA DI SEGNALAZIONE SCUOLA-SERVIZI, SITUAZIONE DI RISCHIO PER IL MINORE

Conflitti - aggressività “bullismo” - scarsa disciplina, condizioni familiari carenti, difficoltà di apprendimento “fragilità” dell’alunno, bambino straniero di recente arrivo, “sospetti di trascuratezza o di reati contro il minore”

RICHIESTA DI ACCERTAMENTO NON FINALIZZATA AL SOSTEGNO.

DA INVIARE AL SERVIZIO PSICO-SOCIALE PER L’INFANZIA E L’ETA’ EVOLUTIVA DI FELTRE E PER CONOSCENZA AL RESPONSONSABILE DELLO SPORTELLO DI ASCOLTO PER IL CONTRASTO DEL DISAGIO SCOLASTICO

Allegato 2

SCHEDA DI RICHIESTA INCONTRO PER VALUTAZIONE “SOSPETTI DI TRASCURATEZZA O DI REATI CONTRO IL MINORE”

Allegato 3

SCHEDA VERBALE INCONTRI

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APPROFONDIMENTO: VALUTAZIONI E VERIFICHE

1. ALUNNI CON DISABILITA’

 Verifiche uguali, differenziate e calibrate sulla base del PEI.

 Valutazione secondo i criteri educativi e didattici stabiliti nel PEI, svolta da tutti i docenti del Consiglio di Classe o team insegnanti.

2. ALUNNI BES/DSA

 Verifiche coerenti con quanto stabilito nel PDP (tempi più lunghi, verifiche graduate, uso di strumenti compensativi, svolgimento di un numero minore di esercizi).

 Valutazione secondo quanto dichiarato nel PDP (prestando attenzione alla padronanza dei contenuti e prescindendo dagli errori correlati al disturbo).

 Massima flessibilità didattica nell’apprendimento della lingua straniera (DSA).

Condizioni dispensa lingua straniera scritta

 Certificazione con richiesta esplicita.

 Richiesta della famiglia.

 Approvazione da parte del Consiglio di Classe/Team docenti.

Condizioni per l’esonero della lingua straniera

 Certificazione con richiesta esplicita.

 Richiesta della famiglia.

 Approvazione da parte del Consiglio di Classe/Team docenti.

 Non conseguimento del titolo di studio ma dell’attestazione delle competenze.

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ALUNNI STRANIERI

(Neoarrivati e alunni con programmazione personalizzata)

 Sono prioritari interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua, solo eccezionalmente tradotti in PDP, soprattutto per i neo arrivati in Italia o perché sono chiamate in causa altre problematiche.

 Per gli alunni stranieri di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno, è possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti

compensativi e misure dispensative.

In tal caso si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario. Le misure dispensative

avranno carattere transitorio, privilegiando le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure compensative (DM 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con BES e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative).

Le fasi dell’apprendimento dell’italiano come L2

Gli alunni stranieri inseriti nella scuola attraversano in generale tre diverse fasi:

 la fase iniziale dell’apprendimento dell’italiano L2 per comunicare.

Corrispondente per la rilevazione iniziale e per la definizione degli obiettivi, alla descrizione dei livelli A1 e A2 del Quadro comune europeo per le lingue.

Si riferisce all’intervento specifico intensivo e con orario a “scalare”, più denso nei primi due/tre mesi, più diluito in seguito.

 La fase “ponte” di accesso all’italiano dello studio.

È questa forse la fase più delicata e complessa, alla quale dedicare una particolare attenzione, consolidando gli strumenti e i materiali didattici e affinando le modalità di intervento di tipo linguistico. L'obiettivo è duplice:

rinforzare e sostenere l'apprendimento della L2 come lingua di contatto e, nello stesso tempo, fornire all'apprendente competenze cognitive e metacognitive efficaci p e r poter p a r t e c i p a r e all'apprendimento comune.

In altre parole, l'allievo non italofono impara l'italiano per studiare, ma impara l'italiano anche studiando, accompagnato in questo cammino da tutti i docenti che diventano "facilitatori" di apprendimento e che possono contare oggi su

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strumenti da sperimentare, quali: glossari plurilingui che contengono termini chiave relativi alla microlingua delle varie discipline; testi e strumenti multimediali '"semplificati" che propongono i contenuti comuni con un linguaggio più accessibile; percorsi-tipo di sviluppo delle abilità di scrittura e di lettura/comprensione di testi narrativi.

 La fase degli apprendimenti comuni.

L'italiano L2 resta in questa fase sullo sfondo e fornisce ai docenti di classe chiavi interpretative per cogliere le difficoltà che possono permanere e per intervenire su di esse. Le modalità di mediazione didattica e di facilitazione messe in atto per tutta la classe e per gestire la sua irriducibile eterogeneità possono essere in gran parte efficaci anche per gli alunni stranieri. Anzi, il loro punto di vista diverso su un tema geografico, storico, economico, ecc, e la loro capacità metalinguistica, che nel frattempo ha avuto modo di allenarsi e che si è affinata, potranno essere potenti occasioni per introdurre uno sguardo interculturale.

L’INSERIMENTO NELLA CLASSE

Gli alunni stranieri vengono iscritti, in via generale, alla classe corrispondente all’età anagrafica.

L’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto tra l’altro, delle competenze, abilità e dei livelli di conoscenza della lingua italiana dell’alunno, avverrà in base a specifici criteri delineati dal collegio docenti. In questo caso è prevista l’assegnazione alla classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella anagrafica. (Art. 45 del DPR n. 394/199)

Qualora vi siano più sezioni, per la scelta della classe si dovranno tenere presenti i seguenti criteri:

 numero totale degli alunni della classe;

 numero di alunni stranieri già inseriti;

 numero di alunni con certificazione di handicap e situazioni di svantaggio;

 dinamiche relazionali all’interno della classe.

Ě auspicabile non separare a priori alunni della stessa lingua madre.

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ATTIVITA’ PER ALUNNI NEO-ARRIVATI

Per rispondere ai bisogni linguistici degli alunni stranieri non italofoni, è necessario, nella prima fase un intervento efficace che dovrebbe prevedere circa 8- 10 ore settimanali dedicate all’italiano L2 (circa 2 ore al giorno) per una durata di 3-4 mesi.

 I moduli intensivi iniziali possono raggruppare gli alunni non italofoni di classi diverse e possono essere organizzati anche grazie alla collaborazione con gli enti locali e con progetti mirati (laboratori linguistici all’interno della scuola stessa con apertura pomeridiana o nel corso delle mattinate).

 Gli obiettivi di questa prima fase sono:

 la capacità di ascolto e la produzione orale;

 l’acquisizione delle strutture linguistiche di base;

 la capacità tecnica di letto/scrittura.

Per la definizione dei livelli, degli obiettivi e della programmazione, è importante fare riferimento al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue che dà indicazioni utili per la conoscenza degli allievi, la rilevazione dei bisogni, la programmazione delle attività la valutazione (Consiglio d’Europa, 2002).

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LINEE ORIENTATIVE PER LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

(Si fa riferimento alla CM 24/2006 “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”)

In base all’art. 45 del DPR 394/1999 è previsto il necessario adattamento dei programmi d’insegnamento per gli alunni stranieri e questo prevede:

 l’attribuzione di priorità all’apprendimento della lingua italiana;

 la sospensione temporanea di alcuni insegnamenti (nel 1° quadrimestre), al momento valutati inaccessibili agli allievi, da riprendere e riproporre successivamente con contenuti essenziali;

 la sostituzione di discipline con altre attività, ad esempio di tipo laboratoriale

 l’integrazione o espansione di contenuti appresi in L1.

L’attuale Protocollo di accoglienza degli alunni stranieri, del nostro istituto dell’anno 2006/2007, per quanto concerne i percorsi individualizzati prevede quanto segue:

- in seguito agli interventi di prima alfabetizzazione il team docenti o il consiglio di classe programma percorsi di ulteriore facilitazione che potranno essere attuati sulla base delle risorse disponibili: ore di contemporaneità dei docenti; ore a disposizione per completare orario di servizio; utilizzo di ore di insegnamento con accesso al fondo d’istituto per percorsi di alfabetizzazione degli alunni stranieri.

Nel momento della valutazione di un alunno straniero è importante conoscere e considerare, se possibile:

 la storia scolastica precedente

 gli esiti raggiunti

 le caratteristiche delle scuole frequentate

 le abilità e le competenze essenziali acquisite.

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Inoltre bisogna tener conto dei seguenti elementi:

 la situazione d’ingresso relativa all’uso e alla conoscenza della lingua italiana

 i tempi di apprendimento dell’italiano come L2.

La circolare CM 24/2006 evidenzia l’importanza di una valutazione formativa rispetto a quella certificativa, pertanto bisogna prendere in considerazione:

 il percorso dell’alunno

 i passi realizzati

 gli obiettivi possibili

 la motivazione

 la partecipazione

 l’impegno

 la progressione e le potenzialità di apprendimento dimostrate.

Ě opportuno considerare tipologie diverse di prove da somministrare:

 prove oggettive

 vero-falso

 scelta multipla con una sola risposta

 scelta multipla con più risposte

 completamento

 un numero di items ridotti

 tempi di svolgimento più lunghi

 possibilità di consultare testi

 presenza di un tutor

Per quanto riguarda gli apprendimenti disciplinari è indispensabile tener conto:

 dei risultati e delle abilità raggiunte nei corsi di alfabetizzazione di italiano L2 che costituiscono parte integrante della valutazione d’italiano, intesa come materiale curricolare;

 delle conoscenze e competenze raggiunte in base alla personalizzazione dei percorsi, relativamente ai contenuti essenziali disciplinari previsti per la classe.

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CRITERI 1° QUADRIMESTRE

Per gli alunni stranieri di recente o recentissima immigrazione, che sono arrivati all’inizio o nel corso dell’anno scolastico l’insegnante può utilizzare questa dicitura:

 la valutazione non può essere espressa, perché l’alunno si trova nella prima fase dell’alfabetizzazione della lingua italiana.

 La valutazione fa riferimento ad un percorso personale di apprendimento, in quanto l’alunno si trova nella prima fase di alfabetizzazione della lingua italiana.

 Per le discipline il cui insegnamento e apprendimento è meno veicolato dalla lingua italiana (ad es. esercitazioni pratiche di tecnologia, arte e immagine, scienze motorie e lingua straniera) si procede alla valutazione dei progressi relativamente agli argomenti trattati.

 L’alunno/a ha acquisito una parziale/non completa competenza nel linguaggio specifico della disciplina (storia, geografia, scienze) mancandogli/le una completa padronanza della lingua italiana.

CRITERI PER LA VALUTAZIONE DI FINE ANNO

 La valutazione non può essere espressa, perché l’alunno si trova nella prima fase dell’alfabetizzazione della lingua italiana.

 La valutazione fa riferimento ad un percorso personale di apprendimento, in quanto l’alunno si trova nella prima fase di alfabetizzazione della lingua italiana.

 Per le discipline il cui insegnamento e apprendimento è meno veicolato dalla lingua italiana (ad es. esercitazioni pratiche di tecnologia, arte e immagine, scienze motorie e lingua straniera) si procede alla valutazione dei progressi relativamente agli argomenti trattati.

 L’alunno/a ha acquisito una parziale/non completa competenza nel linguaggio specifico della disciplina (storia, geografia, scienze) mancandogli/le una completa padronanza della lingua italiana.

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Indipendentemente dalle lacune presenti, verranno valutati i progressi compiuti e le potenzialità di recupero di ciascun alunno una volta acquisiti gli strumenti linguistici indispensabili, ammettendo alla classe successiva, nel caso tale valutazione risulti positiva. Il livello A2 del Quadro Comune Europeo delle lingue, può essere un indicatore di riferimento.

ESAMI DI STATO SCUOLA SECONDARIA DI 1°GRADO

La normativa d’esame non permette di differenziare formalmente le prove per gli studenti stranieri, ma solo per gli studenti con bisogni educativi speciali certificati o comunque forniti di un piano didattico personalizzato.

Ě importante che anche nella relazione di presentazione della classe all’esame di Stato, vi sia un’adeguata presentazione degli studenti stranieri e delle modalità con cui si sono svolti i rispettivi percorsi di inserimento scolastico e di apprendimento.

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FASCICOLO PERSONALE DELL’ALUNNO

 Previsto per tutti gli studenti della scuola, va integrato con i documenti

individualizzati e tutte le notizie utili a percorrere significativamente la storia dell’integrazione.

Accompagna lo studente nel suo percorso formativo e comprende almeno le certificazioni, le diagnosi funzionali, il profilo dinamico funzionale, i piani educativi individualizzati e i verbali degli incontri con gli specialisti.

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SCADENZARIO PER GLI INSEGNANTI

Entro 2 mesi dall’inizio della scuola

- Prima stesura PDF

(Scuola/ULSS/Famiglia)

-

PEI (Scuola/ULSS/Famiglia) Entro 3 mesi

dall’inizio della scuola

- Stesura PDP per DSA

Entro il 15 febbraio - Richiesta rinnovo certificazione alunni frequentanti

- Invio segnalazioni In corso d’anno - Aggiornamento PDF

- Verifica PEI

In corso d’anno

-

PDP per BES

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER DISABILITA’, DSA E ALTRI BES

 LEGGE 104/1992 (per disabilità)

 DPR 275/99 artt. 1 e 2 (autonomia didattica)

 LEGGE 53/2013 (tema della personalizzazione)

 D.Lgs. 196/2003 (riservatezza dati personali)

 LEGGE 170/2010 (per DSA)

 DM 5669/2011(linee guida DSA)

 DM 27/12/2012 (per BES)

 CM n. 8 Prot. 561 del 06/03/2013 (per BES)

 NOTA DEL MIUR 22/11/2013 (per BES)

NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER GLI ALUNNI IMMIGRATI

 DPR n. 722/1982 – Attuazione della direttiva (CEE) n. 77/486 relativa alla formazione scolastica dei lavori migranti

 DL n. 297/1994 – Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado

 Legge n. 40/1988 – Disciplina sull’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero

 DPR n. 394/1999 – Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’art.1, coma 6, del DL n. 286/1998

 CM n. 24/2006 – Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri

Trasmissione delle linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri

 DPR n. 122/2009 – Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia

 DPR n. 275/1999 – Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della legge n.59/1999

 Documento “Diversi da chi?”, redatto dall’Osservatorio nazionale per

l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura (istituito nel settembre 2014 dal ministro Stefania Giannini).

Riferimenti

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