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Il papa nella terra di Abramo

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Academic year: 2022

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(1)servizi quotidiani su: www.nuovascintilla.it Twitter e Facebook Anno 77 |n. 10 |14 marzo 2021| € 1,20 | Sede: Chioggia (VE), R.ne Duomo 735 | tel. 0415500562| www.nuovascintilla.com | nuovascintilla@gmail.com| Poste Italiane abb.post.D.L.353/2003 (L. 27/2/2004 n°46) art.1,c.1/ NE-PD. Anno LXXVII - n. 10 - 14 marzo 2021. Il papa nella terra di Abramo Un mosaico di culture unite dalla fede e ...un’alleanza in costruzione (pp. 3-4). l viaggio apostolico di papa Francesco in Iraq è certamente un evento storico sotto tanti punti di vista ed è presumibile che segnerà la storia prossima e futura non solo dei rapporti interni alle chiese cristiane di diversa confessione o dei rapporti interreligiosi, in particolare tra cristiani e musulmani, ma gli stessi rapporti politici e istituzionali a livello internazionale, a partire da quella nazione in cui i conflitti si sono manifestati e sono esplosi in maniera così lacerante in uno scacchiere in continua tensione e in sempre problematica evoluzione. Seguendo il papa nei suoi spostamenti in luoghi e co-. munità tutti fin troppo tristemente noti eppure così pronti e accoglienti verso parole di riconciliazione e di fiducia, si è avuta chiara la percezione di un passaggio provvidenziale che, pur preparato con ogni cura e attenzione e comunque non mancando di rischi ad ogni livello, ha posto e alimentato elementi importanti, anzi fondamentali, per il risanamento e la ricostruzione. Ritrovarsi tutti, con papa Francesco - lì genti e popoli diversi, culture e religioni differenti e da qui, come sinceramente partecipi verso un luogo guardato “da tutto il mondo” - nella “terra di Abramo” ha infuso una sensazione particolare, quasi un ritorno alle origini di una storia di alleanza e di salvezza che interessa tutti i credenti ma anche tutti i popoli. La valenza prima di tutto “umana” di questo viaggio “straordinario” - come l’ha voluto ben definire il direttore dei media vaticani - è apparsa chiaramente in al-. DIOCESI 12. CHIOGGIA 6. CAVARZERE 14. POLESINE 15. Un Centro parrocchiale. Polemiche su ferrovia. Scuola a Boscochiaro. Municipio restaurato. Nella parrocchia di San Giuseppe di Cavarzere pronto all’inaugurazione il Centro pastorale.. La linea Chioggia-Rovigo sempre più a rischio: ma occorre condividere le scelte di promozione.. L’assessore e vicesindaco Fontolan assicura la gente di Boscochiaro sulla scuola.. E’ tornato a splendere con un ottimo restauro il municipio “distaccato” di Donada (Porto Viro).. EDITORIALE. Futuro più fraterno di Vincenzo Tosello. I. cuni tra i gesti più eloquenti di vicinanza alla gente e alle persone più duramente colpite, dal sostare insieme nei luoghi più atrocemente e follemente distrutti dal più cieco estremismo; la valenza “cristiana” nell’affettuoso e ripetuto incoraggiamento alla misericordia e alla fortezza della fede; la valenza “ecumenica” nell’offrire occasione di rispettoso e amabile incontro a confessioni e tradizioni diverse (in particolare alla Chiesa di rito caldeo); la valenza “interreligiosa” - quella forse più éclatante - nei dialoghi amichevoli e costruttivi con le autorità civili e religiose (compresa la più alta e riconosciuta) di uno stato a grande maggioranza sciita e con l’orientamento, ribadito da ambo le parti di camminare con convinzione verso una vera fratellanza universale. Non va dimenticato che questo viaggio e questi incontri, ufficiali o particolari, sono stati preparati da un paziente e umile. lavoro di tessitura da parte delle rispettive ambasciate e di rappresentanti personali del papa, denotando dunque una volontà già radicata e producendo - anche se non ancora documenti pubblici - la decisione di altri incontri anche a Roma. Un grazie agli strumenti di comunicazione che hanno permesso di seguire costantemente e puntualmente tutti i momenti del viaggio. Ai grandi media, giornali e tv, che hanno dato risalto all’evento e, per parte nostra, grazie all’agenzia Sir, a Vatican News e a “Tornielli seguito papale”, che ci hanno permesso di rilanciare in tempo reale sui nostri social i loro preziosi tweet e video. V. T.. RIFLESSIONI DEL VESCOVO (p.11). *Confessione e conversione *Indicazioni per le celebrazioni pasquali. SPORTELLI DI:. Chioggia. Chioggia Mercato Ittico. Sottomarina. Viale Stazione, 53 Tel 041 5500980 chioggia@bccpatavina.it. Via Bellemo, 14 Tel 041 3036181 chioggiaittico@bccpatavina.it. Viale Venezia, 6 Tel 041 5507300 sottomarina@bccpatavina.it. www.bancapatavina.it.

(2) 2. domenica 14 marzo 2021. nuova Scintilla. ATTUALITÀ. NOTA POLITICA. La pandemia chiama a ulteriore sforzo il più possibile unitario. NOTA ECONOMICA. PRIMO ANNO DI PANDEMIA. Costato una novantina di miliardi tra ristori, spese sanitarie e potenziamento dei servizi pubblici. Incertezze dei partiti Una coperta sempre più corta. A. un anno dall’esplosione della pandemia in Italia, il virus non dà tregua. E’ una sfida che chiama tutti – istituzioni (europee, nazionali, locali) e cittadini – a un ulteriore sforzo il più possibile unitario. Il governo Draghi, insediato appena da un mese, è impegnato in una battaglia che si spera possa essere quella decisiva. La nascita di un esecutivo di alto profilo e appoggiato da una larghissima maggioranza – extrema ratio per evitare di andare a elezioni lasciando il Paese senza governo per molti mesi – è stata circondata da grandi attese e speranze sul fronte della lotta al Covid-19 e alle sue conseguenze sanitarie, sociali ed economiche. Tra gli effetti collaterali, potenzialmente virtuosi, di questo delicato passaggio istituzionale, quasi tutti gli analisti avevano segnalato anche l’opportunità di una tregua politica – questa sì, possibile – che avrebbe giovato in primo luogo alla guerra contro il virus e che avrebbe inoltre offerto ai partiti un’occasione quasi irripetibile per rigenerarsi e prepararsi al futuro, senza la tagliola di elezioni ravvicinate. Tanto più che anche l’appuntamento con il voto nelle grandi città e in Calabria è stato rinviato in autunno. Purtroppo i primi segnali non sono confortanti. Sul versante del centro-sinistra, la fine del Conte-bis ha avuto l’effetto di una deflagrazione che ha investito sia una formazione dalla storia recente come il Movimento 5 Stelle, sia un partito come il Pd che – per vari filoni – può vantare una storia lunga e un radicamento territoriale diffuso. Nel caso del M5S è in corso un chiarimento radicale sulla natura stessa di questo soggetto politico per il quale il sostegno a un governo guidato da una personalità come Mario Draghi rappresenta uno scarto di enorme portata rispetto alle origini, anche se si colloca sulla linea di quel voto a favore della nuova Commissione Ue che nell’estate del 2019 aveva segnato l’apertura europeista del Movimento. Decisamente meno prevedibile e anche meno immediatamente comprensibile è la crisi del Pd. Crisi di leadership e di linea politica per un partito che vanta i migliori rapporti a livello europeo e che, sulla carta, avrebbe dovuto riconoscersi in modo fisiologico nel nuovo governo. L’impressione è che ancora una volta stia riemergendo il problema genetico dell’amalgama tra la componente di derivazione diessina e quella di origine popolare. Problema con cui più o meno direttamente hanno a che fare le due scissioni subite dal Pd, quella di Leu e quella di Renzi. Sul versante del centro-destra, Forza Italia è quella che appare più a suo agio nel nuovo quadro politico. Ma lo schieramento deve fare i conti con la crescente rivalità-competizione tra la Lega e FdI. Quest’ultimo partito è rimasto fuori dalla maggioranza e, a livello europeo, si è schierato nettamente su posizioni sovraniste, contigue a quelle “illiberali” del premier ungherese Orban. La Lega è invece entrata a pieno titolo nella maggioranza – sospinta soprattutto dagli interessi produttivi delle Regioni del Nord – e ha ministri di peso nel governo, ma il suo leader continua a sostenere pubblicamente posizioni contestatarie sulle strategie antipandemia. E sull’Europa conserva un’ambiguità di fondo che prima o poi dovrà essere risolta. Stefano De Martis. C. on Mario Draghi stiamo passando dallo Stato “ristorante” allo Stato “sostenente”: insomma si cambia il modo in cui si aiutano i cittadini e le aziende ad affrontare i rigori economici della pandemia. In un primo momento e fino a ieri lo Stato ha garantito una serie di aiuti a pioggia e a fondo perduto (anche sotto forma di agevolazioni fiscali) a imprese e partite Iva – circa 30 miliardi di euro –; la cassa integrazione per i lavoratori fermi; la garanzia ai prestiti richiesti da chi si è trovato a corto di liquidità: al 100% fino a 30mila euro erogati dal sistema finanziario. Oggi, per forza, si cambia. Semplicemente perché i denari stanno scarseggiando. Il primo anno di pandemia è costato all’Italia una novantina di miliardi tra ristori, spese sanitarie e potenziamento dei servizi pubblici. Molti meno di Germania (ha speso il triplo), Gran Bretagna e Francia; ma quei Paesi non sono indebitati fino ai capelli come il nostro. Ora bisogna sistemare una coperta che si fa giorno dopo. giorno sempre più corta. E qui cambia il sostantivo: da ristoro a sostegno. Significa che soldi ne arriveranno ancora, ma molto più mirati, anche perché a disposizione c’è una dozzina di miliardi di euro, non di più. Risorse indistinte riguarderanno soprattutto famiglie (tutti siamo famiglia) e lavoratori, mentre le attività economiche vedranno quasi sicuramente rimborsati i costi fissi nel caso di perdite di fatturato generate dalla pandemia. E sullo sfondo sta l’idea draghiana che le risorse vadano a chi ha le potenzialità per ripartire, mentre chi è cotto. e decotto va lasciato al suo destino. Continuerà il sostegno tramite garanzie ai prestiti, che sta funzionando: chi chiede un prestito da rimborsare, lo fa nell’ottica di chiudere una falla e ripartire al più presto. La stima più pessimista parla di un quinto di prestiti che non verranno rimborsati: ci penserà quindi lo Stato, e altri 5-6 miliardi di euro serviranno per questo capitolo. Poi vaccini per tutti, o allo Stato italiano servirà infine l’olio santo. Nicola Salvagnin. SCUOLA. Disuguaglianze, dispersione scolastica, disagi psicologici. Aiuto, (di nuovo) la Dad!. A. iuto, la Dad!. Provate a mettervi nei panni di genitori che da un’ora con l’altra si trovano a dover rivoluzionare la propria organizzazione familiare perché le scuole tornano in modalità “a distanza” il giorno dopo. Con poche ore di preavviso. E’ solo l’ultimo atto di uno psicodramma che coinvolge ormai da tempo il mondo della scuola e quanto ci gira intorno e che pur giustificato dalle situazioni eccezionali che il nostro Paese si trova ad affrontare non può lascare indifferenti. Certo che i motivi di salute, la lotta alla pandemia, l’aumento dei contagi, la necessità di evitare i contatti e gli assembramenti… tutto questo può spiegare le decisioni sulla sospensione delle attività didattiche in presenza, tuttavia è innegabile che la scuola, le famiglie, i ragazzi e le ragazze stanno pagando un prezzo altissimo oggi e che avrà – è possibile immaginarlo – ripercussioni importanti anche per il futuro. Non si contano gli allarmi di psicologi ed esperti vari sulle conseguenze delle privazioni cui sono sottoposti i più giovani e in particolare gli adolescenti. Ma insieme bisogna tenere conto dello stravolgimento delle vite familiari che devono affrontare di volta in volta organizzazioni e riorganizzazioni – talvolta impossibili – per garantire la vita quotidiana, per sopravvivere allo stravolgimento di ritmi ed equilibri già raggiunti a fatica. Ecco, anche questo è la Dad. Non solo una questione didattica – con tutte le complicanze disciplinari che già denunciano insegnanti e dirigenti scolastici – ma soprattutto una questione sociale, con risvolti pesanti e difficili da quantificare. Tra l’altro, pur senza avere troppa fantasia, si può immaginare che le penalizzazioni maggiori saranno a carico di chi ha già difficoltà, come a validare quella famosa frase del vangelo per cui a chi ha sarà. dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. In sostanza. I più “poveri” – sotto diversi profili – finiscono per pagare di più. Chi ha meno risorse – di relazioni, di contatti, di cultura e chi più ne ha più ne metta – si trova e si troverà in maggiore difficoltà. Comunque, l’anno scolastico deve andare avanti e davvero è difficile trovare soluzioni al rebus della situazione venutasi a creare con la pandemia. Anche guardare all’estero rischia di diventare un puro esercizio accademico. Sapere che a Stoccolma le scuole non hanno mai chiuso e che invece a Napoli le lezioni si sono fermate un giorno sì e uno no serve tutto sommato a poco. Il quotidiano francese “Le Monde” ha comparato le situazioni diverse dei Paesi europei e il quadro è certamente interessante ma alla fine non giova molto, se non a confermare una situazione abbastanza drammatica complessiva – con l’aumento del disagio sociale ovunque – e la peculiarità italiana, primo tra i Paesi a chiudere gli istituti. Disuguaglianze, dispersione scolastica, disagi psicologici: quanto ci costerà la pandemia? Davvero è difficile quantificare. Forse le strade seguite non avevano, non hanno, alternative – e tutto sommato in questa sede non serve andare oltre – certo però guardando al futuro bisogna che il nostro Paese dia nuovo slancio alla scuola non solo a parole (queste non mancano mai). Dedichi più investimenti e attenzione, dimostri di credere davvero che dalle aule scolastiche passa il futuro. Sperando di recuperare anche i danni che ormai sono già in archivio. Alberto Campoleoni.

(3) CHIESA E SOCIETÀ VIAGGIO APOSTOLICO. domenica 14 marzo 2021. nuova Scintilla. 3. PAPA IN IRAQ. Card. Sako (patriarca) al Sir: “Le lacrime del Papa hanno commosso tutti gli iracheni”. Viaggio d’incontro con chi è diverso, perseguitato. Visita semplice e profonda Fratellanza religiosa. “S. tamattina mi sono recato in nunziatura a salutare Papa Francesco che partiva. Gli ho chiesto prima di andarsene: ‘Sei felice?’ Mi ha sorriso, e levando le sue braccia mi ha risposto “Sì, tanto!”. Io gli ho detto: “Santità, lei ha segnato la storia di questo Paese. Dopo tutto quello che abbiamo sofferto è arrivato il momento di cambiare la cultura e la mentalità del nostro Paese”. Il patriarca caldeo di Baghdad, il card. Louis Raphael Sako, racconta così il suo saluto a Papa Francesco poco prima del suo rientro in Italia, al termine del viaggio di 4 giorni in Iraq, il primo di un pontefice nella terra di Abramo. È ancora emozionato il cardinale. Al telefono parla di “una visita impreziosita dalla sua semplicità, dalla sua umiltà, e dal suo amore, ricca di messaggi molto profondi”. E ripercorre tutte le tappe del viaggio, Baghdad, Najaf, Ur dei calde, Mosul, Qaraqosh e Erbil: “sono stati tutti momenti commoventi con gli occhi del mondo intero puntati sull’Iraq. Il Papa ha toccato il cuore di tutti gli iracheni. Non dimenticheremo mai questi giorni. Le lacrime del Pontefice a Mosul, in mezzo alle macerie di questa città simbolo della violenza inaudita di Daesh, hanno commosso tutto il Paese”. Il dono più bello. “Il dono più bello di questa visita è stata la presenza stessa del Pontefice tra di noi. Un qualcosa di eccezionale che tutti hanno voluto assaporare” dice Mar Sako che rivela: “Alle messe hanno partecipato più di 150 musulmani e tutti hanno voluto il libretto per seguire le celebrazioni. Anche la gente rimasta fuori ha chiesto la stessa cosa. Sono state presenti tantissime autorità, diplomatici e ministri. Un fatto davvero. L. a visita del Papa in Iraq mi ha fatto rivivere, in emozioni e riflessioni, il viaggio compiuto in Albania il 21 settembre 2014. Sicuramente si tratta di due contesti differenti, ma uniti dalla multiculturalità e multireligiosità. Nel viaggio di ritorno dall’Albania, alla domanda di una giornalista sulla convivenza religiosa nel nostro Paese, il Papa pronunciò queste parole: “… tutte e tre. commovente”. Al termine della sua visita, aggiunge Mar Sako, “Il Papa ci lascia un mandato molto forte: quello ‘di essere strumenti della pace di Dio e della sua misericordia, artigiani pazienti e coraggiosi di un nuovo ordine sociale’, come ci ha detto ieri alla messa a Erbil. La sua visita ha rappresentato per noi e per tutto l’Iraq un momento storico”. Un momento storico. “Dobbiamo mettere a frutto quanto ci ha detto – sottolinea il patriarca caldeo -: siete e siamo tutti fratelli cui fanno eco le parole del Grande Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani ‘Voi siete parte di noi e noi parte di voi’. Siamo fratelli anche se diversi e per questo siamo chiamati a uscire fuori dalla spregevole mentalità del tradimento e del settarismo e ad accettarci a vicenda con amore, rispettando le ricche differenze di fede, cultura, etnia. Come ci ha detto il Papa: per costruire il futuro dobbiamo puntare più su quanto che ci unisce che su quanto ci divide”. Quindi “accogliere, comprendere, rispettare e perdonare: è un cammino lungo che siamo chiamati ad intraprendere per il bene dell’Iraq ma anche di tutta la Regione”. Un solo popolo. “In questi giorni tutti gli iracheni erano uniti come un solo popolo per. la presenza del Papa. Anche chi osteggiava la visita, chi era scettico, ha dovuto ricredersi. Siamo stati una squadra: la presidenza, il governo, le autorità sciite e sunnite, la chiesa, i servizi di sicurezza e i media. Poco fa – dice Mar Sako – il premier Mustafa al Kadhimi ha parlato in Tv e ha ribadito il suo impegno nel redigere una sorta di ‘magna charta’ per il futuro dell’Iraq che preveda il rispetto dei diritti e delle diversità, garantire la sovranità del Paese, ed altro ancora per la rinascita, il progresso e la prosperità del nostro Paese”. “Da parte mia – conclude il cardinale – ho proposto al presidente Barham Salih di promuovere un incontro per confrontarci sulla visita e vedere come metterla a frutto. Non dobbiamo arrenderci adesso. La nostra preghiera è che l’Iraq torni ad essere il Paese delle civiltà, delle religioni e della diversità”. Il primo frutto. Intanto nasce già un primo frutto della visita papale: in un tweet il premier al Kadhimi, ha dichiarato il 6 marzo Giornata nazionale della tolleranza e della coesistenza. Un modo per “celebrare” e ricordare gli storici incontri di Najaf tra l’Ayatollah Ali Al Sistani e Papa Francesco e di Ur dei Caldei, nella terra di Abramo. Daniele Rocchi (Foto Vatican Media/SIR). Sayyed Jawad Al-Khoei (sciita di Najaf), “presto ci recheremo in Vaticano”. Il dialogo non si fermi qui. L’. incontro tra Papa Francesco e il Grande Ayatollah al-Sistani è stato preparato da “molti anni di scambi tra Najaf e Vaticano”. E se al momento, all’orizzonte, non c’è la firma o la redazione di un documento comune, c’è però una promessa: “Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui”. A formularla, in un’intervista al Sir di bilancio al termine del viaggio del Papa in Iraq, è uno degli esponenti di spicco del mondo sciita iracheno, Sayyed Jawad Mohammed Taqi Al-Khoei, segretario generale dell’Istituto Al-Khoei di Najaf. Parlando dell’incontro a Najaf tra Papa Francesco e il Grande Ayatollah Al-Sistani, l’accademico sciita sottolinea come “sebbene questo sia il primo incontro nella storia tra il capo dell’establishment islamico sciita e il capo della Chiesa cattolica, questa visita è il frutto di molti anni di scambi tra Najaf e Vaticano e rafforzerà senza dubbio le nostre relazioni interreligiose. È stato un momento storico anche per l’Iraq”. Riguardo ai pas-. si futuri, Sayyed Jawad Mohammed Taqi Al-Khoei, dice: “Dobbiamo continuare a rafforzare le nostre relazioni come istituzioni e individui. Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui. Il mondo deve affrontare sfide comuni e queste sfide non possono essere risolte da nessuno Stato, istituzione o persona, da soli, senza il coordinamento e la collaborazione di tutti e in tutto il mondo”. E alla domanda sulla possibilità di arrivare ad un documento comune, come il testo firmato due anni fa ad Abu Dhabi, l’esponendo sciita risponde: “Non credo che ci potrà essere la firma di alcun documento, ma il messaggio dell’Ayatollah Al-Sistani è molto in linea con lo spirito e l’etica della fraternità umana che è al centro di questa iniziativa interreligiosa”. E poi conclude: “Il messaggio che Papa Francesco lascia all’Iraq è l’importanza di continuare a lavorare insieme, mano nella mano, per respingere la violenza e l’odio e abbracciarci come esseri umani”. (M.C.B.). le componenti religiose (in Albania) hanno dato testimonianza di Dio e adesso danno testimonianza della fratellanza”. Ecco la parola chiave, che il Papa ha voluto ribadire anche nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti”: fratellanza, che trova il suo humus comune non solo nella fede nello stesso Dio, ma anche nella stessa umanità. Le immagini trasmesse dall’Iraq ci hanno fatto vedere l’entusiasmo e la gioia della popolazione irachena, ma anche la gentilezza, sia dei capi di Stato sia dei rappresentanti delle religioni incontrate dal Papa. Ho visto in ciò un grande desiderio di normalità, di pace e di convivenza pacifica tra comunità di diversa fede ed etnia. I gesti compiuti dal Papa, gli incontri avuti con persone significative, ma semplici, del popolo iracheno, con le comunità martoriate, sono un segno di incoraggiamento che viene da chi ha dimostrato coerenza nel suo magistero in fatto di pace e di accoglienza delle persone sofferenti e perseguitate dalle guerre, costrette a oltrepassare i confini delle proprie terre per una vita migliore. Per tornare all’analogia tra il viaggio del Papa in Iraq ed in Albania, uno dei punti affrontati da Francesco è stato quello dell’allontanamento forzato dei cristiani dalle loro terre, dello svuotamento del Paese a causa della persecuzione e della precarietà. Penso allora a tanti giovani e professionisti che dall’Albania vogliono andare all’estero e mi risuona ancora attuale l’appello del Papa a cercare un futuro nel proprio Paese, nei Paesi di provenienza. Molti di coloro che vogliono andar via e vivere altrove, se da un lato seguono un diritto legittimo all’emigrazione, dall’altro devono però sentirsi responsabili di ciò che lasciano: dello sradicamento dalle radici culturali, religiose e storiche. È questo uno dei problemi più marcati dei Paesi poveri, non solo del Medio Oriente, ma anche dei Balcani ed in modo particolare dell’Albania. Per queste ragioni, chi ha responsabilità civili, politiche e religiose nei nostri Paesi ha il dovere di infondere speranza. E che sia una speranza concreta, che vuol dire lavoro, condizioni di libera impresa, possibilità di istruzione, ecc. Rimarranno impresse le immagini del Papa tra le macerie a Qaraqosh: suscitano fiducia per il futuro. Abbiamo infatti visto Pietro che conferma i suoi fratelli nella fede, soprattutto nei momenti di smarrimento e sofferenza. Come il Papa nell’introduzione della sua “Fratelli tutti”, ricordando il viaggio di Francesco d’Assisi ed il suo incontro con il Sultano Malik-al-Kemal, così abbiamo visto quest’altro Francesco che, dopo 800 anni, compie un viaggio di pace, di amicizia e d’incontro con chi è lontano, diverso, perseguitato e martoriato, ma pur sempre un fratello da amare e a cui stare vicino, particolarmente nei tratti più bui della Storia. Bisogna ringraziare il Papa per questo viaggio e per il coraggio nell’affrontarlo, nonostante soffiassero i venti contrari della pandemia e del terrorismo. Nell’era globale, fedele allo spirito della “Gaudium et spes”, ecco allora il compito della Chiesa di Cristo: proclamare la grandezza somma della vocazione dell’uomo e affermare la presenza in lui di un germe divino, offrire all’umanità la cooperazione sincera al fine di stabilire quella fraternità universale che corrisponde a tale vocazione (cfr. GS 3). Gjergj Meta vescovo di Rrëshen.

(4) 4. domenica 14 marzo 2021. CHIESA E SOCIETÀ. nuova Scintilla. VIAGGIO APOSTOLICO. PAPA IN IRAQ. L’Iraq, il mondo e Papa Francesco: la proposta di una visione unitaria. Biden, “un simbolo di speranza per il mondo intero”. La fede, non la religione. Un viaggio storico. I. “U. n un mosaico di culture, visioni religiose, modi di vivere e possibilità di esistenza, la proposta di una visione unitaria fondata su un elemento essenziale: la fede piuttosto che la religione. Così potremmo sintetizzare il viaggio apostolico compiuto da papa Francesco in Iraq. La proposta appare dirompente in un contesto in cui la religione è stata utilizzata come strumento di conflitto, come base per l’ eliminazione anche fisica di persone e comunità appartenenti a credi diversi, per distruggere strutture, opere educative e sanitarie, capolavori d’arte e finanche cancellare città e villaggi. Dirompente sul piano religioso o del confronto e della visione delle religioni, a cui non basta più proporre un semplice sentimento di coesistenza con la possibilità di dialogo, ma che adesso sono chiamate a dare prova di essere espressione effettiva di un modo di intendere la fede con gli elementi, i doveri, i comportamenti da essa discendenti, in un mondo che non apprezza la rilevanza di un credo o la sua possibile incidenza politica o sociale, ma domanda esempio e testimonianza. Dirompente sul piano politico in un contesto territoriale nel quale si cerca e si combatte una visione, quella dell’occidente, spesso ammantata da retorici e ipotetici desideri di pace, che puntando a destabilizzare regimi apertamente anti democratici e capaci solo di soffocare ogni diritto umano, ha frammentato piuttosto realtà che per secoli avevano ritenuto di poter convivere e coesistere nonostante le differenze e conflitti ritornanti. La stabilità di quei territori oggi auspicata, ma rincorsa solo attraverso le stesse armi che l’hanno provocata, non costituisce più un obiettivo raggiungibile. E questo Francesco l’ha messo chiaramente in evidenza fin dal suo arrivo nel Paese quando di fronte ai responsabili delle istituzioni irachene e ai rappresentanti diplomatici dei diversi Stati, ha tuonato contro l’inutilità del ricorso alla forza armata, la vergogna del commercio delle armi che supera ormai abbondantemente qualunque altra attività di ordine economico-finanziario nel mondo, la costruzione di muri o di qualunque altro elemento che semplicemente sia basato sulla categoria del nemico. Non si tratta di parole, né di circostanziate allocuzioni di fronte ad un cerimoniale previsto e considerato foro privilegiato per lanciare proclami. È piuttosto la volontà di sottolineare, ancora una volta, che non esiste una missione sacra di civiltà, ma esistono civiltà capaci di vivere e far vivere anche la sacralità di momenti e fatti, di far convivere comunità e persone, di riuscire a portare avanti obiettivi unitari, nonostante le diversità. Ancora più dirompente è stato l’approccio rivolto ai diversi gruppi e alle molte ispirazioni: nessuno è stato dimenticato in un contesto fatto di sciiti e sunniti, cristiani dei diversi riti e confessioni, curdi e yaziti, mandei e assiri. Francesco ha mostrato di essere certo che ognuna delle tessere del mosaico iracheno avrebbe – come di fatto ha – percepito secondo la propria visione quell’elemento comune a tutti, di grande spessore politico come è la pace, che ha però il sapore della fraternità. Abituati a leggere un contesto fatto solo di desideri di pace, di buona volontà, magari anche confortato e sorretto dal mesto ricordo di tante vite perdute, non possiamo dimenticare come tutto questo il Papa lo abbia tradotto nel desiderio di andare avanti, di proseguire oltre, nonostante i conflitti. Conflitti che certo non si concluderanno con questo viaggio, come pure le ferite che hanno provocato non saranno sanate da questa visita che forse già in queste ore ha perso l’appeal dei media e dei grandi commentatori che in poche ore si sono affannati a dire tutto ed ogni cosa possibile della presenza in Iraq del capo di una religione o per qualcun altro di un uomo di pace. Conflitti.  ! ! !# #)! ,&!"  #!  !" ! ! 9!

(5) " ! 9 !  64 C 4 G<HHB ! . ; C A . ;  $#&8 (&. III( $#&( B. # " ! 9 !  - ; C 4 G<HHB ! . .4 C A . .4 . # " !( $#&8 (&. che però avranno un punto di riferimento e forse un elemento di confronto che impedirà di leggerli come semplice manifestazione di volontà diverse, come atti di supremazia, o ancora come strumenti per garantire la democrazia o magari il pluralismo, anche religioso. Come pure non saranno possibili ordinarie analisi che confondono un cessate il fuoco traballante con la fine del conflitto: altra cosa, ci dice Francesco, è la pace. In un’area geopolitica crocevia di incontro e di scontri, la presenza del Vescovo di Roma ha sintetizzato la realtà di quei luoghi quando, ricordando la comune radice nella terra di Ur, lo ha fatto alla presenza dei rappresentanti delle diversità religiose che Ur ha generato. Diversità spesso in conflitto, ripetutamente prese da una volontà di potenza volta ad annullare l’altro. Eppure, la radice nel patto di Abramo è la stessa. È lui il nostro padre nella fede capace di lasciare ogni cosa “per andare verso una terra che non conosceva” (Francesco, Preghiera dei figli di Abramo, 6/03/2021). Lo ha fatto incontrando esponenti religiosi disposti ad una personale volontà di coesione, chiedendo loro di contagiare con lo stesso spirito quanti hanno vicini o che da loro dipendono. È la grande sfida non del semplice dialogo e neanche di una ipotetica fraternità, ma piuttosto la sfida di ritrovare la radice comune, riconoscersi in essa e di là ripartire. Certo diversi, ma allo stesso tempo pronti nel dare dimostrazione che la fede è l’elemento che unisce. Lo ha fatto disegnando ai cristiani, da sempre presenti in quei territori, non l’attesa di tempi migliori, e neanche incitandoli a confidare solo sulla palma del martirio, pur meritata dalle circostanze e dalla violenza che in nome di un Dio ha eliminato persone, luoghi di culto, speranza di vita. Ai cristiani ha affidato il compito di ricostruire le istituzioni chiedendo loro di “sporcarsi le mani”; li ha invitati ad essere artigiani di pace e cioè protagonisti di una rinascita per un Paese dalle grandi risorse ma che mostra solo potenzialità e non ancora una concreta possibilità di ripartire. Lo ha fatto ben sapendo che i cristiani sono una minoranza e tra loro stessi non mancano divisioni che, se non ritornano a rispecchiare diversità di riti, storie o culture diverse, rappresentano solo contrapposizione. Ed ecco che affida loro il compito di operare dal di dentro delle strutture esistenti che, pur fatiscenti, spesso fragili o magari tutte da costruire, sono l’unico luogo in cui il cristiano può veramente essere martire. Leggere il “pellegrinaggio presso una Chiesa viva” solo come un incontro interreligioso o tra religioni diverse o ancora tra uomini di religione, vuol dire sorvolare su ciò che di politicamente valido ed effettivo comporta: la fede e non l’appartenenza religiosa è protagonista di ogni azione e dei possibili cambiamenti. Guardando alla vita interna di un Paese in cui l’elemento minoritario costituisce lo struttura primaria della società civile e religiosa, e ancora allargando lo sguardo alla vita internazionale, quella dei rapporti tra i diversi Stati, con sano realismo il Papa ha detto ancora una volta che il riferimento alla fede, alla fede di ciascuno e di tutti, è l’elemento che unisce e crea la coesione necessaria in grado di dare un futuro ad un Paese o al mondo. La religione identificata unicamente nelle strutture e nella ripetizione di formule e modelli contrapposti, non potrà essere la forza che salva, né l’elemento che va salvato. È come Abramo che obbedisce con fede e per fede prosegue, anche di fronte al sacrificio che Dio gli chiede: questa la sfida che in terra irachena Francesco ha lanciato alle religioni, alla politica interna, estera e internazionale. Un nuovo patto da Ur, concreto, perché non si debba più dire: “abbiamo sbarrato le porte alla pace” (Francesco, Preghiera per le vittime a Mosul, 7/03/2021). Vincenzo Buonomo. C46. !#  : $ +& @ E 1 &( F &!#

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(11) $. n simbolo di speranza per il mondo intero”: così il presidente americano Joe Biden, commentando la visita di Papa Francesco. “Vedere Papa Francesco visitare antichi siti religiosi, incluso il luogo di nascita biblico di Abramo, trascorrere del tempo con il Grande Ayatollah Ali al-Sistani a Najaf e offrire preghiere a Mosul, una città che solo pochi anni fa ha sopportato la devastazione e l’intolleranza di un gruppo come l’Isis – ha detto Biden nella sua dichiarazione ufficiale -, è un simbolo di speranza per il mondo intero”. Il presidente americano ha definito il viaggio “storico” e ha elogiato l’incoraggiamento offerto dal Papa alla popolazione cristiana perseguitata: “Ha inviato un messaggio importante: che la fraternità è più durevole del fratricidio, che la speranza è più potente della morte, che la pace è più potente della guerra”. Biden ha espresso il suo apprezzamento per l’organizzazione del viaggio, ma anche la sua ammirazione per il Pontefice. “Mi congratulo con il governo e il popolo iracheno per la cura e la pianificazione che sono state utilizzate per organizzare questa visita – ha concluso – e continuo ad ammirare Papa Francesco per il suo impegno nel promuovere la tolleranza religiosa, i legami comuni della nostra umanità e la comprensione interreligiosa”.. Sul volo di ritorno... Donne ancora schiave. “L. e donne sono più coraggiose degli uomini, ma quello è sempre stato così. Ma la donna anche oggi è umiliata”. Così il Papa ha risposto alle domande dei giornalisti, durante la conferenza stampa sul volo di ritorno da Bagdhad a Roma. “Le donne si vendono, le donne si schiavizzano”, la denuncia di Francesco: “Anche nel centro di Roma il lavoro contro la tratta è un lavoro di ogni giorno. Nel Giubileo sono stato a visitare una delle tante case dell’Opera don Benzi. Ragazze riscattate, una con l’orecchio tagliato perché non aveva portato i soldi quel giorno, l’altra portata da Bratislava nel bagagliaio della macchina, schiava, rapita. Questo succede fra noi! La tratta della gente”. “Le donne sono schiave ancora e dobbiamo lottare, lottare, per la dignità delle donne”, l’invito del Papa secondo quanto riferisce Vatican News: “Sono coloro che portano avanti la storia, questa non è una esagerazione, le donne portano avanti la storia e non è un complimento perché oggi è il giorno delle donne. Anche la schiavitù è così, il rifiuto alla donna… Pensare che in un posto è stata fatta una discussione se il ripudio alla moglie deve essere dato per scritto o soltanto orale. Neppure il diritto di avere l’atto di ripudio! Ma questo. I viaggi si cucinano nel tempo. “I. o per prendere una decisione sui viaggi ascolto. Ascolto i consiglieri e alla fine prego, rifletto tanto. Poi la decisione viene da dentro, quasi spontanea ma come frutto maturo. È un percorso lungo. Alcuni sono più difficili o più facili”. Così il Papa ha risposto ad una domanda sulla genesi del suo viaggio in Iraq. “La decisione su questo viaggio viene prima dalla ambasciatrice, il medico pediatra che è ambasciatrice dell’Iraq, brava, brava, ha insistito”, ha rivelato Francesco: “Poi è venuta l’ambasciatrice in Italia, lei è una donna di lotta. Poi è venuto il nuovo ambasciatore in Vaticano. Prima era venuto il presidente. Tutte queste cose sono rimaste dentro”. Il Papa ha dichiarato di essere stato colpito da un libro sulla storia degli yazidi, scritto da Nadia Mourad: “Racconta cose terrificanti. Io vi consiglio di leggerla, in alcuni punti potrà sembrare pesante ma per me questo è il motivo di fondo della mia decisione. Quel libro lavorava dentro. Anche quando ho ascoltato Nadia che è venuta a raccontarmi delle cose terribili…”. “I viaggi si cucinano nel tempo nella mia coscienza”, ha sintetizzato Francesco: “Ho pensato tanto, ho pregato tanto su questo e alla fine ho preso la decisione liberamente, ma dopo la preghiera, e dopo la consapevolezza dei rischi. Dopo tutto”. Quanto a viaggi futuri, il papa ha risposto: “Non so se i viaggi si realizzeranno o no, solo vi confesso che in questo viaggio mi sono stancato molto di più che negli altri. Gli 84 anni non vengono soli, è una conseguenza ma vedremo. Adesso dovrò andare in Ungheria alla Messa finale del Congresso eucaristico internazionale: non una visita al Paese, alla messa. Ma Budapest è due ore di macchina da Bratislava, perché non fare una visita in Slovacchia? È così che vengono le cose”. (M.N.). #& " !  )( &( ( ,2- !( #  (7. #& " ! 9!( :"( #  ( 5 $( - 3( . #& ( 9!(  !3( 2

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(33) CHIOGGIA ABITAZIONI DI RIVA LUSENZO. (7LR]]R´9RJOLDPRSDJDUHFLzFKHqJLXVWRHFKLXGHUHTXHVWDVWRULDLQÀQLWDµ. Ancora molte famiglie non sono proprietarie della loro casa. “I. mmobilismo totale, in un anno il Comune non ha concluso nessuna pratica sulle case di riva Lusenzo”. A raccontare la disperazione dei residenti delle case “demaniali” della riva è Eros Tiozzo, capofila del comitato che si era costituito quando iniziò la battaglia delle 200 famiglie per ottenere la proprietà delle case dove vivevano da generazioni. La legge per regolarizzare le case di riva Lusenzo è datata 20 febbraio 2020, ma a 12 mesi di distanza, malgrado gli annunci dell’amministrazione comunale sull’imminenza dei primi rogiti, l’epilogo sembra ancora lontano. «E’ stata una delusione totale», racconta Tiozzo, «in un anno il Comune non ha fatto nulla, parandosi dietro la scusa della mancanza di personale. Poche settimane fa il vicesindaco ha annunciato che siamo pronti per rogitare, ma non è così. Ci siamo affidati tutti a dei tecnici per presentare la documentazione necessaria per chiedere di acquisire il terreno e sappiamo che nessuno è pronto con i rogiti. A luglio, nell’ultimo incontro in auditorium per spiegarci la procedura, era stato annunciato che entro fine anno il 60% delle famiglie avrebbe chiuso le pratiche diventando finalmente proprietario della casa. Non è stato così». La vicenda Lusenzo nasce negli anni Venti del secolo scorso quando il Magistrato alle acque di Venezia propose ai cittadini di effettuare a proprie spese la bonifica dell’argine del canale Lusenzo con l’intesa di ricevere, in cambio, l’appezzamento di terreno imbonito. Un passaggio però che non fu mai sancito da nessun atto formale, nonostante sulle aree siano stati poi costruiti degli immobili sui quali i cittadini hanno regolarmente pagato le imposte e che sono stati oggetto di atti notarili di compravendita regolari e di registrazione al catasto. Una decina di anni fa il Demanio iniziò a. contestare la proprietà delle case inviando cartelle esattoriali da centinaia di migliaia di euro con gli arretrati e iniziò la battaglia dei cittadini. Con la legge bipartisan del 2020 il caso è stato risolto, ma manca la procedura, che spetta al Comune, per calcolare i costi dei terreni e venderli a chi ha la casa sopra. «Noi la nostra parte l’abbiamo fatta», spiega Tiozzo, «ma in un anno non abbiamo mai visto nessuno fare un sopralluogo per verificare se i metri che abbiamo indicato siano veri. All’ufficio Demanio c’è un solo dipendente che a breve andrà anche in ferie. Ci continuano a dire che anche sui terreni demaniali di Bron-. dolo ci è voluto tempo, ma erano gli anni Ottanta, non c’era la tecnologia di oggi e si trattava di costruzioni abusive. Da noi non c’è nulla di abusivo. Casa mia, ad esempio, l’ha comprata mio nonno quando arrivò da Boscochiaro, l’ha ricomprata mio padre e poi io nel ‘98. Nessuno di noi vuole alcun regalo, vogliamo pagare com’è giusto il terreno e chiudere questa storia infinita. C’è chi aspetta per vendere, chi deve ristrutturare perché la casa cade a pezzi, chi vorrebbe sfruttare il bonus del 110%, ma nessuno può farlo perché non siamo ancora proprietari delle nostre case. E’ prima di tutto una questione di dignità. Vogliamo sentirci finalmente a casa nostra. Invece siamo allo stesso punto di un anno fa, l’unico lato positivo è che con la legge si sono bloccate le cartelle esattoriali, nel mio caso bollette da 380.000 euro». Elisabetta Boscolo Anzoletti. domenica 14 marzo 2021. nuova Scintilla. 5. UNITÀ NAZIONALE, COSTITUZIONE E BANDIERA. L’emblema della Repubblica attende di essere rinnovato. M. ercoledì 17 Marzo si commemora la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della Bandiera (vedi foto), istituita nel 2012, nella data della proclamazione a Torino - capitale del regno di Sardegna - il 17 marzo del 1861, dell’Unità d’Italia, con lo scopo di promuovere i valori di cittadinanza e di rinsaldare l’identità nazionale, attraverso il ricordo e la memoria civica. Il Tricolore é nato a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, per merito di Giuseppe Compagnoni, che suggerì l’adozione di una Bandiera verde, bianca e rossa e per tale motivo è conosciuto come il “Padre del Tricolore”. Il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, modificando le bande da orizzontali in verticale, la Bandiera verde, bianca e rossa - con caricato nel drappo centrale di bianco, lo stemma sabaudo - diventò il Vessillo nazionale dell’Italia unita. Nel 1946 - eliminato lo stemma di casa Savoia - fu adottata come Bandiera nazionale della neonata Repubblica. Venne anche ideato il nuovo emblema repubblicano, con numerosi errori araldici. E giustamente Giacomo Bascapè e Maurizio Del Piazzo, nel. monumentale volume “Insegne e Simboli, Araldica pubblica e privata medioevale e moderna”, pubblicato dal Ministero per i Beni Culturali, nel 1983, affermavano che: “L’affrettata ideazione dello stemma della. Repubblica, che intendeva esprimere il valore degli ideali su cui essa si fonda, ha creato un’insegna priva di caratteri e di stile araldico”. Nel 1987 con il Decreto Presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo, in Gazzetta Ufficiale, 13 marzo 1987, n. 60, fu promosso un pubblico concorso: “per l’innovazione dell’emblema della repubblica italiana”, ma i risultati sono stati quanto mai deludenti, come si apprende dalle cronache dell’epoca, con disegni e bozzetti irriconducibili alle norme araldiche e - di conseguenza - non se ne fece nulla. G. A.. Ricordo del poeta Vincenzo Boscolo Sassariolo. T. ristezza, dispiacere, cordoglio …sono questi i sentimenti che affiorano nella comunicazione tra i soci del “Gruppo Poeti Città di Chioggia “… Ci ha lasciati Vincenzo Boscolo Sassariolo, nostro collega di poesia dal lontano 1992 fino a qualche anno fa, poco dopo il suo novantesimo compleanno, un caro amico che si è fatto stimare per la sua personalità ed operatività. Marinante di nascita, dopo la vita lavorativa a Torino, era tornato con la famiglia nell’amata Sottomarina riprendendo amicizie ed inserendosi negli ambienti a lui congeniali. Amava la cultura, si rimproverava di non avere studiato abbastanza ai suoi tempi e ha pertanto cercato di sopperirvi in tanti modi. Frequentava l’Università Popolare, il nostro Gruppo Poeti, le varie manifestazioni culturali nonché funzioni ed eventi ecclesiastici nella parrocchia di San Martino. Sempre attivo apportava ovunque consigli e saggezza adeguatamente a luoghi e circostanze. Nei nostri “interventi di poesia a scuola”, amava recitare la poesia “Se tornesse indrio” in cui ripeteva con tono accorato e forza persuasiva un verso “Studia! Studia! E po’ ancora Studia!” (Canti dell’anima, vol. IX pag.27). Vincenzo scriveva, scriveva molto in italiano e in dialetto ed era orgoglioso delle sue più di cento composizioni poeti-. che, ordinatamente scritte in buona grafia, datate, numerate e sistemate in uno spesso quadernone raccoglitore. Nello scorrere le pagine, tra i vari temi emerge la poesia del ricordo. Il suo “Vecio mondo” con descrizioni dettagliate del passato: luoghi, persone, abitudini …la casa natale, lo stabilimento Margherita, la “Veceta del mercore de sera”, l‘ortolan Baldissera cui apparve la Vergine, San Martino ed ancora la Sottomarina dei “Murassi”, degli ortolani e dei sabbionanti … Quel “Vecio mondo“ vive nei suoi versi con accenti nostalgici ma anche con la soddisfazione di un presente risollevato dalle ristrettezze, grazie ai sacrifici di generazioni laboriose che, dagli orti ,hanno creato una moderna città balneare. Non mancavano composizioni intimistiche …la luna gli ispira spesso versi di profonda riflessione in cui egli dibatte interrogativi e sogni …alzare gli occhi al cielo è anche mettersi in contatto con le persone care che lo hanno preceduto: nei versi dedicati alla moglie, in un colloquio denso di emozione, egli esprime la speranza cristiana di ricongiungersi a lei per continuare a vivere nell’amore. Il signor Vincenzo ha dato un contributo positivo nel Gruppo Poeti; le sue poesie che compaiono dal primo al diciassettesimo volume dell’antologia “Canti dell’Anima” lo testimoniano: sono versi in cui è condensata una lunga esperienza di vita, ricca di valori, da accogliere come messaggio di cui far tesoro. Grazie, Vincenzo! Vivrai nel nostro ricordo! Guidina Borella Lando, presidente.

(34) domenica 14 marzo 2021. 6 nuova Scintilla. CHIOGGIA. INFRASTRUTTURE VENETE SRL. SPIAGGIA. A proposito del trasporto pubblico ferroviario e dell’utilizzo del bus sostitutivo. Il problema del ripascimento. Scenario non condiviso. Verso l’estate 2021. S. N. u incarico della Regione Veneto, Infrastrutture Venete srl sta predisponendo gli atti di gara europea per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico ferroviario locale e regionale sulle linee Adria Mestre, Rovigo Verona e Rovigo Chioggia, attualmente gestito da Sistemi Territoriali Spa su incarico della stessa Infrastrutture Venete (IV). Il nuovo servizio avrà inizio dal gennaio 2023. “Mentre per le linee Adria Mestre e Rovigo Verona la consistenza della utenza passeggeri è tale da giustificare il servizio, non altrettanto accade sulla Rovigo Chioggia. Quindi su questa linea si è privilegiato lo scenario cosiddetto “conservativo”, ovvero quello che prevede, anche se in presenza di un numero mediamente ridotto di utenti, il mantenimento delle corse su treno, con la eccezione delle ore di “morbida” (ovvero non delle ore di punta del mattino e del tardo pomeriggio), ove si prevedono servizi con autobus sostitutivi nella tratta compresa fra Adria e Chioggia” si legge nel comunicato della Regione Veneto nr. 360-2021 del 4 marzo scorso: “infrastrutture, nota di precisazione di Infrastrutture Venete srl sulla linea ferroviaria Chioggia-Rovigo”. La precisazione che prosegue poi con note tecniche sulla gara e sulle quattro ipotesi di gestione futura della tratta, nasce come risposta al comunicato stampa della consigliera regionale Erika Baldin 5Stelle del 4 marzo scorso, che commenta così l’ipotesi della sostituzione del trasporto su rotaia con quello su gomma nella linea Chioggia-Rovigo: “Tutto il. mondo va su rotaia, in Veneto torniamo al bus sostitutivo. È il fallimento dell’idea stessa di “amministrazione regionale”. Nel concreto si tratta di uno schiaffo al territorio del basso Veneto, considerato evidentemente di serie B. Ma è anche una promessa tradita: altro che SFMR, qui si va nel senso opposto. Abbandonare il ferro a favore del trasporto su gomma? Anacronistico, lotterò in ogni modo per riportare una prospettiva di buonsenso in Regione”. Nel comunicato c’è pure il commento dell’assessore ai Trasporti del Comune di Chioggia, Daniele Stecco, che aggiunge: “Siamo fortemente contrari alla prospettiva paventata dalla Regione, per il tramite di Infrastrutture Venete Srl, con il rischio concreto che il servizio ferroviario ChioggiaRovigo sia sostituito (dal 2022 al 2032) dal servizio di autobus. La Regione Veneto non ha affatto condiviso questo scenario con il territorio, è un’ipotesi irricevibile, anacronistica e scellerata nei confronti dei nostri concittadini”. L’assessore di Chioggia continua l’intervento attribuendo il drastico calo di utenti ai continui disservizi che vanno dai mezzi obsoleti messi a disposizione, alla mancata elettrificazione della linea, alla riduzione delle corse con la sostituzione del treno con l’autobus e ai conseguenti ritardi che fanno perdere le coincidenze. “Ma come? Mentre da anni si. chiede una nuova linea ChioggiaPiove di Sacco, che colleghi finalmente con una metropolitana di superficie la nostra Città servita malissimo anche dal punto di vista stradale, con Venezia e Padova, rischiamo di perdere anche la tratta Chioggia-Rovigo”. Se “il numero di utenze non giustifica il servizio” per Sistemi Territoriali Spa, immaginarsi per chi subentrerà... quali e quante saranno queste ‘ore di morbida’, sono domande che la gente si pone in questi giorni di polemica. Per il consigliere regionale Marco Dolfin “La scelta definitiva da attuare sulla linea Rovigo-Chioggia, che viaggia con vagoni vuoti o semivuoti, deve essere avallata dall’autorità di regolazione dei trasporti che dovrà effettuare la nuova realtà attraverso il controllo dei costi e benefici. A tutti i Comuni sono stati comunicati i dati per le osservazioni, ma l’unica che ha depositato osservazione è Trenitalia, mentre i Comuni hanno mostrato zero interesse. La tratta Chioggia-Rovigo, insomma, è fortemente in discussione”. R.D.. Terminati i lavori in via del Boschetto a Sottomarina. ...ma con alcuni problemi. F. initi i lavori, in questi giorni è stata aperta al traffico Via del Boschetto, strada a senso unico con direzione nord-sud, complementare a strada Madonna Marina a senso unico sud- nord. Una via strategica, prima molto stretta e con il passaggio per pedoni solo sul lato sinistro condiviso con i ciclisti. Ora è stata allargata e dotata di pista ciclabile. Sui lavori di riqualificazione, nel comunicato stampa del’8 marzo scorso, il consigliere della Lega Marco Dolfin fa alcune osservazioni. Secondo il Consigliere regionale e comunale Via del Boschetto purtroppo resterà “un’arteria incompleta oltre che pericolosa e forse un domani neanche più utile come lo è oggi”. Subito dopo spiega i motivi che lo hanno portato a questa conclusione: all’inizio essa è stata allargata quasi da sembrare una strada a doppia corsia ma, “nelle vicinanze della Casa di Riposo, comincia a restringersi vistosamente, creando non pochi problemi ai pedoni da una parte e agli stessi automobilisti dall’altra”. Per evitare questa situazione, secondo l’autore del comunicato, sarebbe stato il caso di chiedere ai privati qualche cessione delle loro proprietà. Oltre a diventare a metà percorso più stretta, poi, lungo tutto l’asse stradale in modo discontinuo ci sono degli “archetti” con la funzione di delimitare la pista ciclabile. Essi sono poco evidenziabili la sera o con scarsa visibilità. “Spero di sbagliarmi, - scrive il. Dolfin ma - questi di sicuro saranno spesso e volentieri causa di sinistri. Anche perché la stessa pista ciclabile presenta non poche incongruità. In direzione nord-sud essa costringe i ciclisti a manovre improprie e non opportune, come transitare sulla corsia stradale non riservata loro, utilizzare il marciapiede riservato ai pedoni e all’improvviso tagliare la strada ai veicoli in transito per immettersi nel tratto loro finalmente riservato. All’arrivo essi finiscono, poi, nell’area adiacente la scuola ‘B. Caccin’, dove le auto sono in manovra per uscire o entrare dal parcheggio”. Possibile, si chiede il Consigliere, che nessuno abbia visto o pensato a tutto questo? Lo stesso osserva, infine che il costo dell’opera poteva essere coperto dagli oneri di costruzione dei privati e non dalle casse comunali, “tra l’altro senza che ci sia stato un vero piano di sviluppo generale definitivo, visto che a lato è ancora presente una vera e propria discarica a cielo aperto, con oggetti abbandonati, comprese lastre d’amianto, già denunciato dagli addetti ai lavori. - Conclude il Dolfin. - Chiedo al sindaco oggi, tra l’altro paradossalmente rappresentante solo di una minoranza, come intende attivarsi per migliorare questa situazione ed apportare tutti gli accorgimenti del caso, per assicurare la tutela dei ciclisti, oltre che quella di tutti coloro che vi passano, oggi, purtroppo più che mai a rischio”. r. d.. el tratto sud della spiaggia di Sottomarina, dove il fenomeno dell’erosione è più evidente, sono iniziati in questi giorni i tanto attesi lavori di ripascimento. Cisa Camping (Faita Confcommercio) e Gebis (Sib Confcommercio), che da tempo li sollecitavano, plaudono all’avvio dell’intervento che purtroppo dovrà essere interrotto prima che sia terminato per lasciare modo agli operatori di preparare gli stabilimenti per accogliere al meglio i primi turisti dei ponti primaverili, nuove limitazioni per il coronavirus permettendo. “Dopo Isola Verde anche a Sottomarina si lavora in vista della prossima stagione, - spiega il presidente di Cisa Camping, Luciano Serafini, - questi lavori ci fanno guardare con ottimismo all’estate 2021. Abbiamo ricevuto le ordinanze della Capitaneria di porto che spiegano le modalità dell’intervento. E’ un’operazione massiccia, si tratta di movimentare e ridistribuire 200.000 metri cubi di sabbia, dalle foci del Brenta verso la zona centrale. Chiaro che non potrà concludersi tutto l’intervento in tempi compatibili con l’apertura di stagione. Abbiamo chiesto al Genio Civile di concentrarsi sulla zona più erosa, quella a sud, che va messa in sicurezza il prima possibile, poi spingersi anche verso la fascia centrale che, pur in misura minore, ma inizia a risentire dell’erosione. Secondo noi i lavori non potranno andare oltre fine marzo, inizio aprile, per poi permettere agli operatori di preparare con serenità le strutture”. “E’ importante il dialogo con la Regione, - spiega il presidente di Gebis, Gianni Boscolo Moretto, - in particolare con l’assessore al Bilancio Francesco Calzavara per rendere strutturali gli interventi di ripascimento dato che si tratta di una problematica che interessa l’intera costa veneta. Contiamo anche sull’appoggio dei tre consiglieri regionali chioggiotti, Erika Baldin, Marco Dolfin e Jonatan Montanariello, per far conoscere le necessità del nostro territorio”. Un dialogo fatto di botta-risposta tra l’Assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin e i consiglieri regionali PD Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, sul da farsi per proteggere al meglio la costa. Montanariello ancora a dicembre dello scorso anno invitava la Regione ad “utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per tutelare il litorale veneto. - Affermava. - E’ impensabile trovarci ogni anno di fronte alla stessa devastazione, con danni gravissimi. È necessario un piano serio e finanziamenti adeguati”. In questi giorni con la collega Zottis ritorna all’attacco dicendo: “I lavori sono partiti per tempo e questo è un bene... È evidente che il nostro litorale ha bisogno di altro per la messa in sicurezza, anche perché la situazione continua a peggiorare nel tempo a causa dei cambiamenti climatici, con eventi meteo sempre più frequenti e violenti sia in primavera che in estate, con la conseguenza di mettere in difficoltà il comparto turistico”. Pronta la risposta dell’assessore Regionale Bottacin. Nel comunicato stampa del 4 marzo scorso, a proposito della richiesta dei due consiglieri PD, di trovare soluzioni alternative e definitive alle modalità dei ripascimenti. L’assessore puntualizza così: “Spiace rilevare ogni anno la polemica sui ripascimenti e sulla richiesta di opere strutturali. Come ribadito dallo specifico studio dell’università di Padova, i ripascimenti meccanici non potranno mai essere evitati per quante opere strutturali verranno fatte. Non lo sostengo io come assessore, ma il professor Ruol, vero e proprio luminare nel campo. - E continua. - Ciò non significa che le opere strutturali non vengano eseguite, ma ricordo che tali opere prevedono un iter burocratico complesso e lungo. Ricordo altresì che la difesa delle coste è un tema tecnicamente molto complesso e che non può essere affrontato con tanta superficialità. Soltanto per fare un esempio, la diga soffolta realizzata dal Magistrato alle acque non ha dimostrato l’efficacia attesa. Aggiungo, poi, che fino al 2015 questi interventi erano realizzati dallo Stato. Dal 2015 la competenza è stata trasferita alla Regione senza però che siano stati trasferiti i fondi del Demanio che continuano ad essere incassati dallo Stato. Ecco perché abbiamo chiesto, tra i 155 progetti presentati al governo, anche progettualità in tal senso”. R.Donaggio.

(35) domenica 14 marzo 2021. CHIOGGIA FERMO PESCA. nuova Scintilla. 7. GUARDIA DI FINANZA. /DOHJJHGLELODQFLRKDSUHYLVWRULVRUVHÀQDQ]LDULHPD. /DOHWWHUDGLFRPPLDWRGHOOXRJRWHQHQWH. 6RVWHQLELOLWjHFRQRPLFDDULVFKLR 40 anni di servizio. P. er garantire la salvaguardia della fauna marina la legge di Bilancio ha previsto anche per quest’anno le risorse finanziarie per il fermo pesca, ai fini dell’erogazione del contributo ai sistemi di pesca invasivi (reti a strascico, divergenti e volanti) che, come ogni estate dovranno interrompere l’attività al fine di garantire la salvaguardia della fauna marina. L’inizio e la durata del fermo pesca nei mari italiani varia a seconda delle zone e delle coste. Per l’area dell’Alto Adriatico, da Trieste ad Ancona, denominata zona Fao 17, lo stop alla pesca partirà dal prossimo 31 luglio per finire il 29 agosto. Per l’Europa la zona interessata non solo è quella italiana tra Marche, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma. comprende anche la Slovenia e la Croazia. Ancora 30 giorni di fermo obbligatorio continuativo, quindi, nonostante i pescatori dell’Adriatico, avessero chiesto di ridurre per il 2021 le giornate di fermo pesca per il Mediterraneo occidentale, e dunque per il nostro Mare Adriatico. Il Covid anche per il settore ittico nazionale ha causato un calo del fatturato calcolato al 40% rispetto al 2019, dovuto al crollo dei prezzi per una generale contrazione dei consumi procapite e dal surplus di prodotto per la chiusura di alberghi e ristoranti. Una simile percentuale mette seriamente a rischio la sostenibilità economica necessaria a proseguire l’attività per molte imbarcazioni, la maggiore parte ad impresa famigliare. All’Italia. l’UE chiede pure di prolungare lo stop alla pesca di una settimana e di arrivare al 5 settembre. Questi cinque giorni verranno, comunque, tolti dal conteggio delle giornate aggiuntive. Non dobbiamo – spiega Carlo Muccio di Uila Pesca – farci sentire in Europa solo attraverso la protesta, ma dobbiamo essere bravi a portare a Bruxelles prove scientifiche che attestino che di pesce, in Adriatico ce n’è, e che loro invece si sbagliano con il voler ridurre all’estremo le giornate di pesca. Soprattutto, e si è visto con la pandemia, c’è bisogno di un ammortizzatore strutturato, ben funzionante, con il quale il pescatore può decidere di stare a casa anche nelle giornate di brutte condizioni meteo”. R.D.. BREVI DA CHIOGGIA. *INCIDENTE IN ROTATORIA. Nella nuova rotatoria di Viale Mediterraneo in via di completamento è già stato registrato il primo incidente: nella mattinata del 1° marzo un’auto è finita nell’isola centrale della rotatoria, ma non sono stati coinvolti altri mezzi. Atteso a breve il completamento dell’opera. *SOTTOPASSO BRONDOLO. Rispondendo ad un’interrogazione presentata dal consigliere Leonardo Ranieri (ChioggiaViva) il sindaco Ferro ha assicurato che il sottopasso pedonale e ciclabile sulla Roma a Brondolo che permette di raggiungere in sicurezza la zona del Clodì sarà completato entro l’estate. *ALESSANDRO SCARPA PRESIDENTE LIONS. Nuovo presidente del Lions Club di Chioggia Sottomarina è l’avv. Alessandro Scarpa dirigente dell’Uls3, succedendo al past president Luigi Ranzato. Vicepresidente Silvia Vianello e segretario Alessandro Vianello. Scarpa ha curato negli anni scorsi un progetto contro il cyber bullismo nelle scuole. Buon lavoro al neopresidente! *RIPASCIMENTO. Regolamentate nei dettagli dalla Capitaneria di Porto si stanno svolgendo le opere di ripascimento dei litorali chioggiotti, la cui conclusione è prevista per maggio. I dragaggi si potranno effettuare solo davanti alla diga S. Felice e presso le foci dove ci sono sedimenti. *PROGRAMMA VACCINAZIONI. Prosegue abbastanza celermente il programma di vaccinazioni all’ospedale di Chioggia grazie al personale sempre cordiale. I turni terminano alle 19: oltre agli anziani, i disabili del territorio e di cooperative come Prometeo e ANFFAS. Contattare i numeri verdi dell’ospedale. *INCIDENTE A CAVANELLA. E’ stata messa in coma farmacologico una ragazza 20enne urtata lunedì da un camioncino guidato da un 53enne di Canal di Valle a Cavanella vicino a casa sua. L’autista non si sarebbe accorto per la scarsa visibilità dovuta al sole troppo basso. Solo all’arrivo dell’ambulanza ha capito... *ELEZIONI A QUANDO? L’ipotesi ministeriale del rinvio elezioni da maggio-giugno a settembreottobre (causa Covid e per non danneggiare le scuole) coinvolgerà anche lo slittamento a Chioggia, dove però la situazione politica è traballante: si arriverà col sindaco in carica o col commissario? Il sindaco Ferro intende procedere fino a settembre approvando il bilancio e altri provvedimenti. Ma il leghista Dolfin lo ritiene impossibile (sia col sindaco sia col commissario) e ricorda questioni urgenti: i lavori in Romea sul Brenta e lo sbarramento anti cuneo salino. *PONTE CA’ PASQUA. In corso il miglioramento della viabilità sul ponte di Ca’ Pasqua tra Brenta e Bacchiglione: nuove barriere di sicurezza, ripristino del cordolo di bordo, barre di armatura; poi nuovo. impianto di illuminazione, sistemazione giunti stradali e altre barriere i via Ca’ Pasqua. *PROBLEMA FERROVIA. L’avv. Gioachina presidente del Comitato Romea-Ferrovia si esprime sul possibile azzeramento (o forte riduzione) del servizio ferroviario Chioggia Rovigo: in questo modo, senza passeggeri servirà solo per i container del progetto V-gate rifiutato a suo tempo dalla città. *RIMOZIONE PESCHERECCIO. Per la rimozione del relitto del peschereccio Adelinda dal canale S. Domenico vicino al Mercato Ittico tempi ancora lunghi: dopo l’autorizzazione concessa da Inail e Agenzia Entrate, ora emerge che anche l’Inps vanta dei crediti sul proprietario. Quindi bisognerà attendere... *ALBO ASSOCIAZIONI. L’albo triennale delle Associazioni del Comune di Chioggia viene rinnovato: da lunedì 8 marzo fino al 7 aprile 2021 si può presentare la domanda di iscrizioni per nuove associazioni o rinnovo per quelle già iscritte: invio per posta elettronica a chioggia@pec.chioggia. org. *PRATICHE VELOCI IN CAPITANERIA. Il comandante della Capitaneria di Porto di Chioggia, capitano di fregata Michele Messina, ha assicurato che i tempi per evadere le pratiche di richiesta rimborsi per il fermo pesca procedono celermente, nella media di quattro giorni dalla presentazione della richiesta. *SENSO UNICO ALTERNATO SUL BRENTA. Un cartello posto sul ponte del Brenta indica che sarà istituito il senso unico alternato dal 15 marzo per continuare i lavori di riqualificazione, ma non si sa fino a quando. Il sindaco sarà informato meglio martedì nell’incontro con l’Anas dopo quello con la Città metropolitana. *PULIZIA IN SACCA TORO. Domenica 7 marzo dalle 8.30 alle 12 un gruppo di 35 volontari hanno fatto pulizia nella zona “Sacca Toro” presso l’Arzerone, partendo dalla darsena Marina di Brondolo, organizzati dal “Progetto Laguna Pulita” di Nino Gobbetti, raccogliendo oltre 150 sacchi di plastica e spazzatura. *RIPASCIMENTI TEMPORANEI… Uno studio dell’Università di Padova citato dall’assessore regionale Bottacin conferma che non ci sarà rimedio definitivo all’erosione della spiaggia: ogni anno occorrerà qualche opera di ripascimento: la tendenza all’allargamento del litorale clodiense s’è fermata con le nuove dighe. *MISSIONE COMPIUTA. Entusiasmo e riconoscenza espressi l’8 marzo da Pippo Zaccaria (Tiziano Marchesan) per la “missione compiuta” in riferimento alla difficile operazione di cui aveva bisogno una ragazza africana: in pochi giorni raccolti i 7.500€ necessari, già spediti in Kenya. “Un grazie a tutti”.. E. gregi tutti, domenica 14 marzo, sarò collocato in quiescenza per raggiunti limiti di età e quindi, dopo circa 40 anni di servizio effettivo, di cui 24 trascorsi a Chioggia quale vicecomandante della locale Tenenza prima e Compagnia dopo, della Guardia di Finanza, terminerà il mio rapporto di lavoro con il Corpo. Avrei voluto salutarvi personalmente, ma la particolare situazione pandemica che stiamo vivendo, ci impone il rispetto del divieto di assembramento e ci consiglia di limitare, quanto più possibile, ogni tipo di incontro che non sia con i propri congiunti e, pertanto, vi lascio con un saluto epistolare ma vi assicuro non privo di sentimento e valore umano. Con la certezza di essere stato sempre fedele alle Istituzioni, di aver sempre osservato le Leggi dello Stato e di averle adempiute “con Disciplina e Onore”, orgoglioso di aver fatto parte della Guardia di Finanza, esprimo a tutti voi profonda gratitudine per la reciproca leale, corretta e incondizionata collaborazione e disponibilità dimostrate in tutti questi anni e vi porgo un sincero e caloroso augurio di un futuro pieno di soddisfazioni, sia dal punto di vista professionale che personale. Oltre che per le vicende di servizio, che più volte ci hanno visto compartecipi, per quanto riguarda i colleghi delle altre Forze di Polizia e Capitaneria di Porto, è stato un piacere e un onore, aver preso parte, molte volte, insieme a tutti voi, alle numerose cerimonie religiose, civili e militari tenutesi in tutti questi anni in città. Con i più alti sentimenti di stima ed affetto vi giunga il mio cordiale saluto Luogotenente Cariche Speciali Massimo Verdecchia Chioggia, lì 6 marzo 2021. NOTA PREVIDENZIALE. Aiuti economici. P. roroga opzione donna. La possibilità di fruizione è stata estesa alle lavoratrici che abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2020, invece del 31 dicembre 2019 previsto in precedenza. I requisiti necessari sono 35 anni di contribuzione e un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome) e una contribuzione pari o superiore a 35 anni. Il calcolo della pensione è interamente contributivo. (Fonte Epaca-Coldiretti). N.S.Lz. Quota 100. Si tratta di un’opzione introdotta dal Decreto legge 4/2019 che consente di accedere alla pensione con 62 anni di età e 38 di contributi; la misura ha carattere sperimentale e la sua validità si estende per il momento ai lavoratori (dipendenti, autonomi e iscritti alla gestione separata Inps) che matureranno i requisiti entro il 31 dicembre 2021. (Fonte Pensioni & Lavoro), N.S.Lz. Sostegno alle madri con figli disabili. E’ previsto per ciascuno degli anni 2021-2022 e 2023 il riconoscimento di un contributo mensile, fino ad un massimo di 500 euro netti, in favore delle madri disoccupate o monoreddito, che fanno parte di nuclei famigliari monoparentali, con figli con disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60%, a carico. (Fonte Epaca-Coldiretti), N.S.-Lz..

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