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Per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere la malattia oncologica

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Academic year: 2022

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• Psiconcologia Ivrea

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dott.ssa Amanda Panebianco 0119176017 apanebianco@aslto4.piemonte.it

Parliamone…insieme

Per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere la malattia oncologica

Dipartimento Oncologico ASLTO4

Struttura Complessa Oncologia ASLTO4

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Qualche suggerimento ai familiari

per parlare di malattia oncologica con i BAMBINI

Quando un familiare e' ammalato, comunicare ai bambini cio' che sta succedendo e' molto importante.

Se pensiamo che non sia facile... ecco alcuni suggerimenti

✓ parliamo ai bambini con parole semplici e chiare, nei modi adeguati all'eta' (un bambino di 4 anni e' diverso da uno di 10…)

✓ diamo le informazioni a piccole dosi, magari in tempi diversi, per dare al bambino il tempo di comprendere ed elaborare

✓ lasciamo spazio alle domande

✓ rispondiamo con cio' che sappiamo … un “non lo so, vediamo cosa succede” e' meglio di uno “stai tranquillo”, soprattutto se noi stessi non ci sentiamo tranquilli

✓ non diciamo bugie… i bambini “hanno le antenne” e si rischia di rovinare il reciproco rapporto di fiducia

✓ rabbia, paura e tristezza sono emozioni normali in questa situazione; lasciamo che le esprimano senza bloccarle per non far vivere loro inutili e dannosi sensi di colpa

Qualche suggerimento ai familiari

per parlare di malattia oncologica con gli ADOLESCENTI

L’adolescente vive una fase del ciclo di vita molto delicata: lo si può aiutare ad affrontare nel miglior modo possibile la malattia di un familiare...

diamo informazioni chiare: senza bugie ma senza inutili dettagli.

In tal modo evitiamo che l’adolescente cerchi risposte su Internet, spesso inesatte e devianti

lasciamo spazio alle domande

permettiamo e accogliamo l’espressione emotiva (rabbia, paura, tristezza…)

non responsabilizziamo troppo sulla cura della casa, dei fratelli e sui “doveri”, ma manteniamo le regole concordate con loro su come possono “dare una mano” e sentirsi partecipi alla vita quotidiana della famiglia

osserviamo con attenzione l’eventuale aumento di uscite o di momenti di isolamento: possono essere segnali che rappresentano modi di “fuggire”, per proteggersi, da un vissuto di tristezza; nell'immediato questi comportamenti appaiono utili, ma a lungo termine non sono funzionale né protettivi.

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