1/49 Struttura ricettiva turistica “Masseria Palettella”
C.da Coccaro – Fasano
Variazione destinazione urbanistica ai sensi dell’art. 8 del D.P.R. 160/2010.
VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VAS ed a VIA (art. 8, L.R. 14.12.2012, n. 44)
(art. 5, c.1, lett. b) del Regolamento Regionale n. 18/2013) (art. 16 L.R. 11/2001)
Committente/Proponente: MASSERIA PALETTELLA S.R.L., Via Rossi n. 7, 72015 Fasano (BR), Cod Fisc / p.iva 02510960749, legale rappr. Vittorio Ghirelli nato a Fasano il 09.05.1994, residente in Fasano (BR) al Viale degli Ulivi snc, località Selva di Fasano c.f. GHRVTR94E09D508Q
Progettista: Arch. Antonietta Simone – Viale Aldo Moro n. 69/17 – Monopoli (BA);
Redattore Rapporto preliminare: Arch. Antonietta Simone;
Autorità Procedente: Comune di Fasano;
Autorità Competente: Regione Puglia - Area Politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche – Servizio Ecologia - Ufficio Programmazione, Politiche energetiche, VIA, VAS.
Ipotesi di individuazione dei Soggetti Competenti:
- Regione Puglia: Servizio Assetto del Territorio; Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifiche; Servizio Urbanistica;
Servizio Tutela delle Acque; Servizio Reti ed Infrastrutture per la Mobilità;
- Provincia di Brindisi: Settore Ambiente, Settore Urbanistica, Assetto del Territorio, PTCP, Paesaggio, Genio Civile e Difesa Suolo;
- Ufficio Struttura Tecnica Provinciale (Genio Civile) di Brindisi;
- Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente (ARPA Puglia);
- Azienda Sanitaria Locale di Brindisi;
- Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Brindisi, Lecce e Taranto;
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia;
- Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia.
RAPPORTO PRELIMINARE DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VAS
(art. 8, L.R. 14.12.2012, n. 44)
(art. 5, c.1, lett. b) del Regolamento Regionale n. 18/2013) ed a VIA
(comma 1, art. 16, L.R. 20/2001)
Indice
Premesse e riferimenti normativi
1. Caratteristiche del “piano”
1.1 Lo Strumento Urbanistico Generale sovraordinato alla Variante in oggetto
1.2. L’area di intervento e l’immobile esistente 2. L’intervento in oggetto
3. Iter dell’istanza di PdC (titolo unico artt. 7 e 8 del DPR 160/2010 4. Il Contesto programmatico ambientale di riferimento
4.1 Aria 4.2. Suolo
4.2.1. Geomorfologia
4.2.2. Pericolosità geomorfologica ed idraulica 4.3. Acque
4.3.1. Idrografiasotterranea superficiale 4.3.2. Acque reflue urbane
4.4. Ecosistemi naturali
4.5. Paesaggio - La compatibilità con il PPTR
4.6 Gestione rifiuti
4.7 Agenti fisici (acustica ambientale)
5. Caratteristiche degli impatti e mitigazione.
6. Considerazioni conclusive
Criteri per la verifica di assoggettabilità a VAS di cui all’Allegato I alla Parte II del D.Lgs. 152/2006
3/49 Premesse e riferimenti normativi
La presente relazione costituisce il Rapporto Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS di cui all’art. 8 della legge regionale 14 dicembre 2012 (BURP n. 183/2012), nonché relazione di cui all’ar. 16 comma 1 della LR 11/2001 in materia di Verifica di Assoggettabilità a VIA.
VAS e VIA (D. Lgs 152/2006; L.R. 44/2012; R.R. 18/2013)
L’intervento in oggetto, al pari per la verifica di assoggettabilità a VIA di cui alla L.R. 11/2001, ovvero in quanto supera di poco il limite di 25.000 mc, ricade tra i casi di cui all’”Allegato IV- Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle provincie autonome di Trento e Bolzano”, giusta punto 8, lett. a)1., del D. Lgs 152/2006.
Detto decreto, all’art. 7 dispone che la valutazione di impatto ambientale è inoltre necessaria qualora, in base alle disposizioni di cui al successivo art. 20, si ritenga che i progetti elencati nell’allegato IV (tipo il progetto di che trattasi) possano produrre impatti significativi e negativi sull’ambiente. Ai sensi dell’art. 7, comma 3, sono sottoposti a VIA secondo le disposizioni delle leggi regionali, i progetti di cui agli allegati III e IV.
Lo stesso D. Lgs dispone all’art. 20, comma1, lett.c), che il proponente trasmetta il progetto preliminare all’autorità competente per la verifica di assoggettabilità a VIA di progetti rientranti, come nel caso di specie, nell’allegato IV.
Inoltre, l’art. 17 della L.R. 44/2012 in materia di “integrazione tra valutazioni ambientali”, dispone che la verifica di assoggettabilità a VIA di progetti di cui all’art. 20 del D. Lgs 152/2006 può essere condotta nell’ambito della VAS nei casi, come per quello di specie, di “procedimenti di approvazione di varianti urbanistiche ai sensi dell’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160 (Regolamento per la semplificazione e il riordino della disciplina sullo Sportello unico per le attività produttive, ai sensi dell’articolo 38, comma 3, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazione, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133);”.
Sempre in virtù dell’art. 17 della LR 44/2012, comma 62, ovvero dell’art. 4, comma 4 del R.R.
18/2013, le competenze per la Verifica di assoggettabilità a VIA e per la VAS sono della Regione Puglia e non operano le deleghe nei confronti di provincie e comuni previste dalla L.R. 11/2001.
18. Altri progetti
a) villaggi turistici di superficie superiore a 5 ettari, centri residenziali turistici ed esercizi alberghieri con oltre 30 posti-letto o volume edificato superiore a 25.000 m3 o che occupano una superficie superiore ai 20 ettari, esclusi quelli ricedenti all'interno di centri abitati;
2 6. Nei casi previsti ai commi 4 e 5 il comune, laddove risulti titolare della delega per entrambe le procedure, esercita la competenza per la VIA e la VAS. In tutti gli altri casi di procedure coordinate o comuni relative a piani, programmi e progetti la cui approvazione compete alla Regione o agli enti locali, la Regione esercita la competenza per la VIA e la VAS e non operano, in caso di contrasto, le deleghe nei confronti di province e comuni previste dalla legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale), in materia di VIA, e/o quelle di cui alla
Pertanto, il proponente deve predisporre il rapporto preliminare di orientamento volto alla definizione della portata e del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale e comprendente:
a) i principali contenuti (obiettivi, articolazione, misure e interventi), l’ambito territoriale di influenza del piano o programma e un quadro sintetico della pianificazione e
programmazione ambientale, territoriale e socio-economica vigente nel predetto ambito;
b) l’esplicitazione di come la VAS si integra con lo schema logico-procedurale di formazione e approvazione del piano o programma, tenendo conto delle forme di coordinamento delle procedure, con particolare riferimento alle attività di deposito, pubblicazione e consultazione;
c) una descrizione preliminare dei principali fattori ambientali nel contesto territoriale interessato dall’attuazione del piano o programma;
d) l’impostazione del rapporto ambientale e della metodologia di valutazione;
e) una preliminare individuazione dei possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano o programma;
f) l’elenco dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territoriali
interessati da consultare e le modalità di consultazione e di partecipazione pubblica previste.
L’autorità procedente (SUAP) avvia la procedura di VAS presentando all’autorità competente (Regione Puglia) l’istanza corredata della seguente documentazione su supporto informatico:
a) il rapporto preliminare di orientamento;
b) copia dell’atto amministrativo di formalizzazione della proposta di piano o programma, comprensiva del rapporto preliminare di orientamento;
c) elenco dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territoriali interessati da consultare;
d) eventuali elaborati del piano o programma utili alla valutazione;
e) i contributi, i pareri e le osservazioni pertinenti al piano o programma, eventualmente già espressi dai soggetti competenti in materia ambientale e dagli enti territoriali interessati, nonché gli esiti di qualsiasi altra forma di consultazione e partecipazione pubblica già
effettuata.
presente legge. Nel corso del procedimento, l’autorità procedente e l’autorità competente garantiscono che siano soddisfatte tutte le prescrizioni normative in materia di VAS e di VIA.
5/49 Verifica assoggettabilità a VIA (L.R. 11/2001)
L’intervento, pur avendo numero di posti letto (140 di progetto) inferiori a 300 ed estensione (18,7 ettari) inferiore a 20 ettari, ha volume fuori terra di mc 24.691,00 e volume interrato (vani abitabili al netto di depositi e garages) di mc 6.542,91, il cui totale è di mc 31.233,91 e quindi superiore al massimo di 25.000 mc di cui al punto “B.2.ax3 dell’elenco B (Progetti di competenza della provincia) allegato alla Legge Regionale n. 11/2001- Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale – secondo cui gli intervento di volumetria superiore a tale limite, come quello di che trattasi, sono da sottoporre a verifica di assoggettabilità a VIA di cui all’art. 16 della L.R. 11/2001, mediante presentazione della domanda all’autorità competente (per il caso di specie sarebbe la Provincia di Brindisi ai sensi dell’art. 6, comma 2, lett a), se non fosse che l’art. 17, comma 6 della L.R. 44/2012 dispone che le deleghe alle provincie ed ai comuni non operano per i casi di integrazione tra valutazioni ambientali, VIA e VAS, e pertanto l’autorità competente è la Regione Puglia) completa della documentazione richiesta:
a) il progetto preliminare dell'intervento od opera;
b) una relazione sull'identificazione degli impatti ambientali attesi, anche con riferimento ai parametri e agli standard previsti dalla normativa vigente, nonché il piano di lavoro per la eventuale redazione del S.I.A.;
c) una relazione sulla conformità del progetto alla normativa in materia ambientale e paesaggistica, nonché agli strumenti di programmazione o pianificazione territoriale e urbanistica;
d) ogni altro documento utile ai fini dell'applicazione degli elementi di verifica di cui all'articolo 17.
Ovvero, come stabilito all’art. 17 comma 1 della stessa LR 11/2001, le relazioni di cui all'articolo 16 devono avere, in particolare i seguenti contenuti:
1. Caratteristiche del progetto
Le caratteristiche del progetto di interventi e opere devono essere prese in considerazione in particolare in rapporto ai seguenti elementi:
a) dimensioni del progetto (superfici, volumi, potenzialità). Tali elementi sono considerati in particolare in rapporto alla durata e alla dimensione spaziale e temporale degli impatti;
b) utilizzazione delle risorse naturali;
c) produzione di rifiuti;
d) inquinamento e disturbi ambientali;
e) rischio di incidenti;
3B. 2.ax) campeggi e villaggi turistici di superficie superiore a 5 ha, centri turistici residenziali ed esercizi alberghieri con oltre 300 posti letto o volume edificato superiore a 25.000 mc., o che occupano una superficie superiore ai 20 ha, esclusi quelli ricadenti all'interno dei centri abitati;
f) impatto sul patrimonio naturale e storico tenuto conto della destinazione delle zone che possono essere danneggiate, in particolare zone turistiche urbane o agricole.
2. Ubicazione del progetto
La sensibilità ambientale delle zone geografiche che possono essere danneggiate dal progetto deve essere presa in considerazione tenendo conto, in particolare, dei seguenti elementi:
a) la qualità e la capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona;
b) la capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone:
1) zone costiere;
2) zone montuose o forestali;
3) zone nelle quali gli standard di qualità ambientali della legislazione comunitaria sono già superati;
4) zone a forte densità demografica;
5) paesaggi importanti dal punto di vista storico culturale e archeologico;
6) aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche;
7) effetti dell'opera o intervento sulle limitrofe aree naturali protette.
3. Caratteristiche dell'impatto potenziale
Gli effetti potenzialmente significativi dei progetti devono essere considerati in relazione ai criteri stabiliti ai punti 1 e 2 e tenendo conto in particolare:
a) della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione interessata);
b) dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto;
c) della probabilità dell'impatto;
d) della durata, frequenza e reversibilità dell'impatto.
Ne deriva la necessità di sottoporre all’autorità competente, per il tramite dell’autorità procedente, il Rapporto Preliminare di Verifica affinché la stessa autorità possa disporre delle informazioni atte a determinare l’opportunità o meno di assoggettamento del piano a procedura di VAS e/o di VIA.
Ai sensi dell’art. 17, comma 4 della LR 44/2012, la verifica di assoggettabilità a VIA di progetti di cui all’articolo 20 del d.lgs. 152/2006 può essere condotta nell’ambito della VAS, nel rispetto delle disposizioni contenute nella stessa legge, nei casi, come quello di specie, di procedimenti di approvazione di varianti urbanistiche ai sensi dell’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160 (Regolamento per la semplificazione e il riordino della disciplina sullo Sportello unico per le attività produttive, ai sensi dell’articolo 38, comma 3, del decreto legge 25 giugno 2008, n.
112, convertito, con modificazione, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133).
7/49 1 Caratteristiche del “piano”
1.1 Lo Strumento Urbanistico Generale sovraordinato alla variante in oggetto Il progetto in oggetto, la cui approvazione ai sensi del DPR 160/2010 determina adozione di variante al PRG vigente, ricade in zona Agricola del PRG Vigente ed in particolare in “zona a parco agricolo produttivo (E2)”
la quasi totalità della superficie territoriale (art. 74 delle NTA) ed in “zona agricola di salvaguardia e di interesse ambientale (E3)“ in piccola parte, ovvero quella su cui insite la masseria esistente Panettelle.
Stralcio PRG vigente con individuazione perimetro area d’intervento e zonizzazione
Detto PRG risulta essere adeguato alla L.R. 56/1980 ed è stato adottato con Delibere di C.C. n. 217 del 16.06.1988 e n. 255 del 17.10.1988, ed approvato con Delibera di C.C. n. 1.000 del 20.07.2001. La presa d’atto da parte del Consiglio Comunale della cartografia definitiva di adeguamento alla delibera regionale di approvazione del PRG è intervenuta con provvedimento n. 39 del 26.03.2004.
1.2 L’area di intervento e l’immobile esistente
L’intervento in progetto è ubicato in agro di Fasano, lungo la strada Comunale Burgo-Abbaterisi a distanza di circa 400 mt dall’incrocio tra la S.P. Fasano-Savelletri e la S.P. Coccaro-Egnazia, nonché a distanza di circa 2 km dal mare, ed interessa una superficie territoriale di 187.949 mq.
Perimetro area intervento
Zona agricola E2
Zona agricola E3
Stralcio IGM
foto aerea
9/49
Estratto di mappa catastale del Fg 122
L’intera proprietà si estende per mq 187.949 tra superficie coperta e superficie scoperta. In essa sono presenti n. 4 edifici, individuati in catasto al fg 122, p.lle 462, 473, 474 e 477. Di essi solo la p.lla 477 ha valenza architettonica e trattasi appunto dell’edificio denominato “masseria Panettella”. Il resto dei fabbricati sono assolutamente privi di qualsiasi interesse architettonico sia con riferimento alla tipologia costruttiva che ai caratteri architettonici, così come rilevabile dal rilievo fotografico che segue.
Rilievo fotografico
Punti di presa fotografici
Masseria Panettelle
11/49 Foto n. 1
scorcio Masseria Panettelle NCU fg 122 p.lla 477
Foto n. 2
scorcio edificio NCU 122 p.lla 462
Foto n. 3
edificio NCU fg 122 p.lla 462
Foto n. 4
edificio NCU fg 122 p.lla 462
Foto n. 5
edificio NCU fg 122 p.lla 462
Foto n. 6
Masseria Panettelle NCU fg 122 p.lla 477
13/49 Foto n. 7
Masseria Panettelle NCU fg 122 p.lla 477
Foto n. 8
Masseria Panettelle NCU fg 122 p.lla 477
Foto n. 9
Masseria Panettelle NCU fg 122 p.lla 477
Foto n. 10
Masseria Panettelle NCU fg 122 p.lla 477
Foto n. 11 scorcio immobile NCU fg 122 p.lla 474
15/49 Foto n. 12
scorcio immobile NCU fg 122 p.lla 473
Foto n. 13 scorcio immobile NCU fg 122 p.lla 473
La proprietà è individuata in catasto come segue:
Catasto Terreni
Fg p.lla Estensione
(mq)
Note
112 77 20.870
112 79 22.521
112 109 6.403
112 233 6.556
112 234 315
112 235 2.165
112 236 1.554
112 356 16.992
112 357 240
112 358 1.531
112 359 14.793
112 360 20
112 461 10.952
112 462 494 Ente urbano
112 472 72.592
112 473 191 Ente urbano
112 474 151 Ente urbano
112 475 8.862
112 477 750 Ente urbano
Catasto Urbano
fg p.lla sub cat cl Consistenza
112 473 F/3
112 474 F/3
112 477 1 F/3
112 “ 2 F/3
112 “ 3 F/3
112 “ 4 F/3
112 462 C/6 5 225mq
Le superfici delle aree interessate dall’intervento sono pari a mq 187.949 mq, comprensivi della superficie (tra coperto e scoperto) delle p.lle al catasto urbano.
Estratto di mappa catastale con perimetrazione dell’area interessata dall’intervento
17/49 Gli edifici esistenti, riportati in apposito elaborato grafico, vengono di seguito elencati graficamente:
Edificio NTU fg 112 p.lla 477 – Masseria Panettelle
Edificio NTU fg 112 p.lla 462 – Deposito
Edificio NTU fg 112 p.lla 474 – Deposito
Edificio NTU fg 112 p.lla 473 – Deposito
19/49 2 L’intervento in progetto
Il progetto prevede la realizzazione di diversi blocchi edilizi, individuati sull’elaborato grafico “Tavola n. 4 REV1 – planimetria” e così distinti:
Stralcio planimetria di cui alla “Tavola n. 4 REV1”
I dati metrici di detti edifici sono riportati in “Tav 13 REV1”.
Il progetto prevede la ristrutturazione integrale dell’edificio denominato “Masseria Panettelle” con ampliamento e la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica distribuiti nella estensione della proprietà affinché possano integrarsi e non impattare. Difatti, oltre ai singoli e ridotti volumi destinati a camere d’albergo, distribuiti tra gli alberi d’ulivo, la maggiore edificazione è stata prevista nella zona priva di alberature e lontana dalla percezione pubblica.
L’intervento in progetto è articolato in diversi corpi di fabbrica.
1
2 3
4
5 2
2
Di seguito vengono esplicitati gli interventi per blocchi ed in base alla destinazione d’uso.
Blocco M: Masseria – Reception – Ristorante.
IL Blocco M riguarda la parte principale dell’intero insediamento progettuale.
Situato all’ingresso della proprietà e vicino al parcheggio per gli ospiti, l’intervento riguarda principalmente la ristrutturazione della Masseria esistente con conseguente cambio di destinazione d’uso in reception e salette; la Masseria viene sopraelevata di un piano, nel quale vengono allocate due camere da letto con bagno, a cui si accede esternamene.
La ristrutturazione prevede in piano terra anche il recupero dei volumi attigui alla Masseria, ad oggi stalle abbandonate, in altre due camere da letto con servizi , con accesso diretto dalla corte.
La parte di nuova realizzazione, alla quale si accede attraverso un portico di collegamento è destinata al ristorante dell’albergo, con annesse cucine, depositi, e servizi igienici per il personale e per gli ospiti. Le parti esterne fruibili del ristorante, sono coperte da pergole ombreggianti tra gli ulivi esistenti.
L’intervento, che prevede una superficie coperta di mq. 982,86, tranne nella sopraelevazione della Masseria, è sviluppata tutta in piano terra, mitigata tra gli ulivi, e progettata in tufo scialbato a calce, così da rispettare la preesistenza.
Blocco P: Piscine e servizi
Il blocco P riguarda due interventi uguali, costituiti dalla piscina e dal volume di servizi, dislocati uno vicino al ristorante dell’albergo e l’altro in mezzo all’uliveto, ove vengono allocate le camere .
Le due piscine hanno una superficie di circa mq. 200,00 ciascuna con forma irregolare e sono servite da un blocco di servizi, dove trovano spazio i servizi igienici, il bar con annesso deposito e una zona d’ombra per gli utenti.
Ciascun fabbricato ha una superficie coperta di mq 99,23 sviluppati su un unico piano, con pergolato ombreggiante in legno.
Blocco A: Alloggi hotel
Nel progetto è previsto l’insediamento di n. 60 camere di albergo, con modulo singolo e autosufficiente, dislocate all’interno dell’uliveto esistente.
La scelta progettuale è ricaduta su questa tipologia, che ha una superficie coperta di mq. 79,26 ciascuna, perché ha consentito di disporre i volumi negli spazi vuoti esistenti tra gli alberi presenti in sito.
Gli alloggi, costituiti da un ingresso/soggiorno, con annesso bagnetto nel sottoscala, camera da letto con bagno, e pergolato ombreggiante, sono state progettate come se fossero piccoli alloggi rurali, nel linguaggio architettonico tipico delle nostre campagne.
21/49 L’accessibilità alle camere avviene attraverso vialetti tracciati nel terreno, ma ricoperti dalla sola ghiaia, in modo da consentire l’accesso ciclo pedonale e il transito di piccoli veicoli elettrici che circoleranno nel complesso a disposizione degli ospiti.
Blocco D: Alloggi Dipendenti
Il blocco D, è un volume di superficie coperta di mq. 462,42 sviluppata su due piani per alloggiare in fissa dimora i dipendenti impiegati nella struttura.
L’edificio è stato progettato sulla superficie in cui oggi insiste un capannone agricolo in pessimo stato conservativo, che ci si ripropone di demolire.
Gli alloggi sono costituiti da 18 camere da letto, una cucina e una zona pranzo.
Le camere da letto hanno tutte accesso indipendente e sono dislocate in piano terra e primo piano accessibile da due corpi scala posizionati all’estremità del fabbricato.
Anche per questo corpo di fabbrica, come visibile dai prospetti graficizzati sulle tavole di disegno, si è scelto un linguaggio costruttivo consono e tipico alle nostre campagne.
Blocco B: B1 Centro polifunzionale – B2 Beauty Farm
Il blocco B è in termini volumetrici quello più consistente, ma è anche quello che qualifica funzionalmente l’intero intervento.
I due blocchi sono stati progettati nell’unica zona dell’intera proprietà priva di qualsiasi tipo di alberatura, e nello stesso tempo la zona non è ubicata sulla viabilità locale, così da impattare il meno possibile con il paesaggio circostante.
Il blocco B1, progettato come centro polifunzionale, si sviluppa su una superficie coperta di mq. 1.193,40.
Al volume principale si accede attraverso un porticato con una doppia campata di ambienti voltati, che funge da luogo di incontro.
Il centro è stato progettato in modo da fornire sale per riunioni/conferenze di varie dimensioni, combinabili attraverso la presenza di pannelli scorrevoli che consentono l’uso idoneo delle sale a seconda delle richieste. La finestratura presente lungo tutto il perimetro consente in ogni caso di avere luce e aria sempre sufficiente.
È presente la reception, un bar con saletta attigua, due blocchi di servizi per gli ospiti e uno spazio esterno fruibile a seconda delle esigenze.
In progetto è prevista una cucina per banchetti di circa mq. 150,00 con annesso deposito e servizi.
Lateralmente al fabbricato è ubicata una rampa carrabile con la quale si accede ad un grande piano interrato, dove sono allocati depositi collegati con montacarichi al pianoterra e i servizi per i dipendenti direttamente collegati con il piano superiore.
Questo piano interrato è collegato anche al piano interrato del Blocco B2, dove è allocato il centro benessere della Beauty Farm e la piscina.
Al piano terra della Beauty Farm, che sviluppa una superficie coperta di mq. 920,32 si accede attraverso un porticato che conduce alla reception.
Dalla reception si accede ai due lati simmetrici della struttura, con una parte dedicata agli uffici dei medici e ad alcune camere per i trattamenti estetici, e dall’altra parte ci sono camere con bagni che servono agli ospiti prima e dopo i trattamenti.
Il piano terra è collegato con scale interne che conducono al piano interrato adibito a centro benessere, con una grande piscina parte interna e parte interna alla struttura.
Il progetto è stato studiato in modo da impattare il minimo possibile con l’ambiente circostante, infatti è una struttura che si sviluppa solo in piano terra.
Attraverso una grande rampa laterale, che fiancheggia l’edificio, con una passeggiata nel verde, gli ospiti dell’hotel possono accedere direttamene alla piscina e al centro benessere.
Modalità d’intervento
Il progetto prevede l’utilizzo di tecniche costruttive locali come il “cuci-scuci” per gli interventi sui volumi da ristrutturare e mantenere, il consolidamento delle volte e dei solai esistenti e l’edificazione dei nuovi volumi con murature portanti e coperture con volte di tufo a botte, a padiglione ed a crociera.
Nello specifico: le murature perimetrali saranno realizzate a doppio paramento con termoblocco portante ed rivestimento esterno in blocchi di tufo disposti a coltello e scialbati a calce per garantire l’aspetto architettonico tipico dei luoghi; -le coperture saranno a volte in tufo del tipo a botte, a padiglione ed a crociera; -i lastrici solari saranno rifiniti con pavimentazione in lastre di cursi su sottostante masso a pendio e lastre di eps dello spessore necessario per garantire l’isolamento termico richiesto dalle normative vigenti in materia di contenimento dei consumi energetici; -le pavimentazioni interne saranno realizzate su massetto di cls sovrapposto a lastre termoformate e lastre di eps per l’isolamento termico; -le facciate esterne con paramenti in tufo saranno rifinite con scialbatura a base di calce per garantire il rispetto dei caratteri architettonici tipici del contesto; - le verande coperte saranno realizzate con colonne in tufo scialbato atte a sopportare il carico della sovrastante struttura in travi di legno dipinte di bianco-calce, su cui poggerà la copertura con incannucciato a doppio strato con interposta una lastra di policarbonato alveolare; le pavimentazioni in pietra calcarea locale alternata a battuto di pastina a base di calce idraulica;
gli infissi esterni con porte-finestre in legno con vetro-camera basso-emissivo complete di persiane in legno dipinte in colore grigio chiaro nella tipica tradizione locale; nelle aree esterne, i percorsi pedonali saranno realizzati con basole calcaree, mentre i percorsi carrabili e le aree a parcheggio, al fine di conservare il loro carattere originario, saranno realizzati con battuto dello stesso materiale esistente in loco (terre,
23/49 stabilizzato, ghiaia, sabbia, ecc), con l’utilizzo della tecnica per il consolidamento ecologico di terreni naturali in sito mediante prodotti del tipo “Glorit” o “Grevelit”.
È previsto il mantenimento di tutti gli ulivi esistenti, siano essi monumentali o non, e verrà eseguita l’integrazione del verde con arbusti e siepi di essenze mediterranee.
L’intera struttura sarà dotata: -di impianto di riscaldamento a pavimento e di impianto di climatizzazione con fancoil incassati nelle murature, collegati alle pompa di calore (chiller) ad energia elettrica; -di impianto di produzione di energia alternativa mediante pannelli fotovoltaici posti sulle terrazze più elevate in posizione tale da essere mascherato dai parapetti di coronamento, di potenza superiore al minimo necessario per norma per interventi di ristrutturazione generale [P = (1 / K) x S)]; -di impianto idrico con adduzione tramite collegamento alla rete idrica dell’AqP; -impianto di produzione di ACS con pannelli solari posti in terrazza e boiler d’accumulo nei vani tecnici, dimensionato in modo da garantire oltre il 60% del fabbisogno; -impianto fognante con rete di collettamento alla rete pubblica; -impianto elettrico-allarme- telefonico-tvsat-wirless; -impianto antincendio completo di cisterna di accumulo, attività di DPR 151/2011 (n. 65 relativamente alla Beauty Farm; n. 66.a relativamente alla struttura alloggi dipendenti essendo superiore a 25 posti letto e fino a 50; n. 49a per produzione di energia elettrica sussidiaria superiore a 25 kW ed inferiore a 350 kW; n. 55a per deposito gas gpl per cucine.) -impianto di recupero delle acque meteoriche delle terrazze mediante tubazioni di collettamento e di adduzione alle cisterne esistenti con la funzione di accumulo di acque per l’irrigazione del verde;
Le piscine saranno dotate di vano tecnico interrato adiacente le stesse e di vasca interrata di compensazione, nonché di impianto di circolazione e depurazione costituito da bocchette a pavimento, bocchetta di fondo aspirafango con protezione antivortice, scarico di fondo, presa vacum puliscifondo per innesto canna galleggiante, filtri da 30-40 mc/h completi di manometro sfiato di diffusori e attacco per lavaggio ad aria, selettori multivie per operazioni di lavaggio di filtrazione e di ricircolo, completa di impianto per dosaggio automatico con controllo automatico ed autonomo per la disinfezione.
La destinazione d’uso di progetto rientra tra quelle previste per le “Zone per attrezzature ricettive turistiche” e pertanto si dovrà accedere ad una variante urbanistica di tipo puntuale ai sensi dell’art. 8 del D.P.R. 160 del 7.09.2010, con indici e parametri derivanti dal progetto in oggetto, ovvero:
Ift = 0,166 mc/mq (V/St= 31.233,91/187.949)
(notevolmente inferiore a quello delle zone turistiche di PRG, pari a 0,80) Iff= 0,174 mc/mq [V/(St – Sup. Stand)= (31.233,91/(187.949 – 9.287,87)]
Rc= 0,0492 mq/mq = [SC/(St – Sup stand)] = mq 8.791,12/(187.949 – 9.287,87) (notevolmente inferiore a quello delle zone turistiche di PRG, pari a 0,40)
Hmax = 7,50 per tutti i blocchi edilizi, fatta eccezione del “blocco M” (masseria esistente) la cui hmax è di 8,35 m St (superficie territoriale) = mq 187.949
Sf (superficie fondiaria) = mq 178.661,13
Sc (superficie coperta) = mq 8.791,12 (definizione da R.E.T.) Sl (superficie lorda) = mq 11.609,84 (definizione da R.E.T.) V (volume) = mc 31.233,91 (definizione da R.E.T.)
Superficie a standards = mq 9287,87 = Sl x 0,80mq/mq di 11.609,84 x 0,80
In virtù della destinazione urbanistica e dell’indice territoriale che eccede quello prettamente agricolo della zona in cui l’intervento ricade, la Società proponente richiede al SUAP la convocazione della conferenza di servizi di cui agli articoli da 14 a 14-quinques della legge 7 agosto 1990, n. 241 per l’approvazione della variante urbanistica ai sensi del DPR 160/2010.
L’immobile sarà destinato a struttura ricettiva di cui all’art. 4, comma 6 della L.R. 11/1999, ovvero ad
“albergo” classificabile a 5 stelle.
3 Iter dell’istanza di PdC (titolo unico artt. 7 e 8, DPR 160/2010)
L’istanza di PdC (titolo unico artt. 5 e 8, DPR 160/2010) verrà presentata al SUAP del Comune di Fasano unitamente al presente rapporto preliminare. Sarà cura dello stesso SUAP avviare i procedimenti amministrativi per giungere all’ottenimento della variante urbanistica prima e del PdC successivamente.
Pertanto ai fini della Conferenza di servizi di cui al procedimento dettato dal DPR 160/2010, si prevede che ai fini dell’ottenimento dell’Autorizzazione Unica da parte dello stesso SUAP, e dell’approvazione da parte del C.C., debbano preventivamente essere acquisiti gli assensi in sede di conferenza da parte:
1) UTC del Comune di Fasano per il Permesso di Costruire;
2) Regione Puglia per il “parere di compatibilità paesaggistica” di cui all’art. 96 delle NTA, previsto dal PPTR (art. 96, comma 1, lett. c)) per l’approvazione di varianti urbanistiche;
3) Responsabile Comunale dell'Ufficio Paesaggio, per l’Autorizzazione Paesaggistica di cui all'art. 146 del D. Lgs 42/2004, ovvero art. 90 delle NTA del PPTR, nonché Soprintendenza per le competenze in ordine alle citate autorizzazioni paesaggistiche.
4) ASL/BR1 – per parere preventivo S.I.P./SPESAL.
Il progetto di che trattasi si compone dei seguenti elaborati:
Relazione tecnica
Premesse
1. Ubicazione dell’intervento.
2. Gli immobili esistenti –Descrizione e rilievo fotografico 3. Descrizione dell’intervento
4. Dati di progetto (Dati catastali, dati edilizia esistente; dati edifici di progetto)
5. Riferimenti normativi e procedimento urbanistico e paesaggistico-ambientale. (PRG; PPTR; PAI; Verifica assoggettabilità a VIA ed a VAS; Acustica)
6. Gli impianti 7. Impianti natatori
8. Le norme edilizie (VV F; Igienico-sanitarie; Barriere architettoniche) 9. Compatibilità con il PPTR approvato
25/49
Relazione paesaggistica (D.P.C.M. 12/12/2005) x autorizzazione paesaggistica
Tav 1 - Tavola urbanistica (stralci IGM, aereofotogrammetrico, Catastale; Ortofoto; PRG, PPTR; PAI)
Tav 2 – Rilievo immobili esistenti; Rilievo fotografico
Tav 2bis – Volumi esistenti
Tav 3 – Stralci delle tavole PPTR di individuazione dei Vincoli e degli Ulteriori Contesti
Tav 4bis REV1 – Planimetria intero intervento con individuazione:
destinazione aree; aree a standards (DM 1444/68); aree a parcheggio (L 122/89)
Tav 6a – di Progetto – Blocco M – Masseria - piante
Tav 6b – di Progetto – Blocco M – Masseria – prospetti - sezioni
Tav 7 – di Progetto – Blocco P – Piscina e servizi Annessi – Piante – Prospetti - Sezioni
Tav 8 – di Progetto – Alloggio tipo – Piante – Prospetti – Sezioni
Tav 9 – di Progetto – Blocco D – Alloggi Dipendenti – Piante – Prospetti - Sezioni
Tav 10a – Blocco B – Beauty Farm e Centro Polifunzionale – Pianta Piano Interrato
Tav 10b – Blocco B – Beauty Farm e Centro Polifunzionale – Pianta Piano Terra
Tav 10c – Blocco B – Beauty Farm e Centro Polifunzionale – Pianta Piano Coperture
Tav 10d – Blocco B – Beauty Farm e Centro Polifunzionale – Prospetti
Tav 10e – Blocco B – Beauty Farm e Centro Polifunzionale – Sezioni
Tav 11 – Plan su ortofoto
Tav 12a – Blocco M fotovoltaico
Tav 12b – Blocco B fotovoltaico
Tav 12c – Blocco A fotovoltaico
Tav 12d – Blocco D fotovoltaico
Tav 12e – Blocco P fotovoltaico
Tav 13 REV1 – Riepilogo volumi progetto
Tav 14 – Urbanizzazioni primarie
Tav 15 – Simulazione
4.4.6 – Scheda conoscitiva … rurale – rilievo
4.4.6 – Scheda conoscitiva … rurale – progetto
Rapporto Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS ed a VIA
4 Il Contesto programmatico ambientale di riferimento
Nel presente paragrafo si intende descrivere, per ciascuna tematica ambientale considerata, lo stato ambientale contestualmente ai principali strumenti di piano e di programma vigenti nel territorio comunale. L’obiettivo è quello di evidenziare i principali elementi di sensibilità, vulnerabilità e criticità ambientale di diretto interesse per la scala di piano in esame e individuare coerenze ed eventuali difformità del progetto proposto rispetto alle previsioni degli strumenti considerati.
Gli strumenti di piano e di programma analizzati sono il Piano di Risanamento e Tutela della Qualità dell’Aria, il Piano di Tutela delle Acque (PTA Regione Puglia), la Pianificazione dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia e la pianificazione paesaggistica e territoriale.
4.1 Aria
Nell’ambito del Piano Regionale della Qualità dell’Aria, adottato con Regolamento Regionale n. 6/2008, la Regione Puglia ha definito la zonizzazione del proprio territorio sulla base dei dati – a partire dal 2005 – dei livelli di concentrazione degli inquinanti PM10 e NO2. I comuni del territorio regionale sono stati distinti in funzione della tipologia di emissioni presenti e delle conseguenti misure - di mantenimento o di risanamento - da applicare. Il territorio della Puglia è stato suddiviso ai sensi del primo PRQA in 4 zone, delimitate dai confini amministrativi comunali:
- ZONA A: comprendente i comuni con superamenti dei valori di legge degli inquinanti determinati dal fattore di pressione del traffico veicolare;
- ZONA B: comprendente i comuni in cui ricadono impianti industriali soggetti alla normativa IPPC;
- ZONA C: comprendente i comuni con superamenti dei valori di legge degli inquinanti determinati dal fattore di pressione del traffico veicolare, in cui ricadono, contestualmente, impianti industriali soggetti alla normativa IPPC.
- ZONA D: comprendente i comuni non rientranti nelle zone A, B e C.
Il Comune di Fasano è classificato in ZONA C. In tale zona ricadono i comuni nei quali, oltre alle emissioni da traffico auto veicolare, valutate attraverso superamenti dei valori limite di NO2 e stima delle emissioni non trascurabili (Inventario INEMAR), si rileva la presenza di insediamenti produttivi rilevanti. In tali comuni si applicano sia le misure di risanamento rivolte al comparto mobilità che le misure per il comparto industriale.
Zonizzazione del territorio regionale ai sensi del vigente PRQA Fonte: Piano Regionale della Qualità dell’Aria
27/49 Dall’analisi del Piano Regionale di Qualità dell’Aria non emergono indicazioni ostative per la realizzazione del programma costruttivo di che trattasi, dato che l’intervento genera emissioni nulle o trascurabili sia in fase di costruzione che di gestione.
La nuova normativa n materia di qualità dell’aria, il D.Lgs. n. 155 del 2010, stabilisce che nel territorio regionale siano individuate aree contraddistinte da omogeneità degli aspetti predominanti, valutati sulla base del carico emissivo, delle caratteristiche orografiche e meteo-climatiche e del grado di urbanizzazione del territorio:in primis gli agglomerati, sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densità abitativa e successivamente le altre zone.
Pertanto la Regione Puglia ha dato avvio all’aggiornamento del Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA), in collaborazione con l’ARPA Puglia, e ha effettuato il progetto preliminare di zonizzazione del territorio regionale, individuando le seguenti zone:
- Agglomerato di Bari, delimitata dai confini amministrativi del Comune di Bari e delle aree urbane minori contigue dei comuni di Modugno, Bitritto, Valenzano, Capurso, Triggiano;
- Zona collinare;
- Zona pianeggiante;
- Zona industriale, caratterizzata dall’elevato carico emissivo per la concentrazione di sorgenti puntuali di tipo industriale (poli industriali) oltre a sorgenti lineari, quali strade, porti ed aeroporti. Tale zona è stata delimitata sulla base dei confini amministrativi dei comuni in cui ricadono le aree industriali (Brindisi e Taranto-Statte), e dei comuni che, in base a valutazioni di tipo qualitativo sulla dispersione degli inquinanti, sarebbero maggiormente esposti alle ricadute delle emissioni prodotte da tali sorgenti.
Zonizzazione del territorio regionale ai sensi del D. Lgs 155/2010 Fonte: Regione Puglia – Servizio Ecologia (www.ecologia.regione.puglia.it)
4.2. Suolo
4.2.1. Geomorfologia
Dal punto di vista geologico, l’area di studio è localizzata nella parte sudoccidentale del Foglio 190
“Monopoli” della Carta Geologica d’Italia, in scala 1:100.000.
Stralcio del Foglio 190 della Carta Geologica d’Italia
I terreni affioranti sono essenzialmente rappresentati da calcari micriticistratificati appartenenti all’unità del Calcare di Bari, su cui poggiano in trasgressivo nei terreni pleistocenici appartenenti all’unità della Calcarenite di Gravina.
L’unità cretacea del Calcare di Bari affiora estesamente in tutta l’area delle Murge sud-orientali con uno spessore complessivo di alcune centinaia di metri;questa unità risulta costituita da una successione di calcari, calcari dolomitici e dolomie, ben stratificate, localmente fratturati ed interessati da fenomeni di dissoluzione carsica. Lo stato di fratturazione delle rocce calcaree è legata ai movimenti tettonici che hanno portato nel giro di alcuni milioni di anni all’emersione dell’Avampaese Apulo.
Analizzando le proprietà intrinseche, i calcari si presentano molto compatti, a grana fine, di colore bianco o grigio-nocciola, estremamente tenaci e con ottime caratteristiche geotecniche.
Dal punto di vista geologico, la natura e gli assetti delle successioni rocciose che affiorano in superficie non si differenziano molto da quelle dei limitrofi ambiti della Murgia Alta e della Murgia Bassa; dal punto di vista geomorfologico ed idrografico gli elementi fisici assumono in estese aree di questo settore caratteri originari e specifici.
In particolare, tra i caratteri morfologici di superficie, occorre evidenziare la marcata presenza di forme legate ai fenomeni carsici, come le doline e le valli carsiche, queste ultime anche di estensione rilevante, tanto da originare veri e propri “corridoi morfologici” (tra cui il cosiddetto “Canale di Pirro” che, orientato
29/49 in senso longitudinale a N-NE di Alberobello, si estende fra i centri abitati di Castellana Grotte e Putignano ad O-NO e la selva di Fasano ad E-NE).
L’area della “Murgia dei trulli”, così come individuata dal PPTR, è contraddistinta dalla presenza di depressioni carsiche e doline, dalla classica forma “ad imbuto” o “a scodella”; a queste forme si associano quelle legate all’idrografia superficiale, che si manifestano tuttavia in modo diverso in relazione alla loro prossimità o meno alla linea di costa.
Dal punto di vista geologico, sono presenti in superficie rocce carbonatiche cretacee, solo localmente ricoperte da lembi di depositi recenti di natura calcarenitica o argillosa, rappresentati tipicamente dalla
“terra rossa”, prodotto residuale della dissoluzione carsica che tende ad accumularsi nelle depressioni morfologiche.
Ulteriore elemento è quello della scarpata morfologica, presente con continuità alcuni chilometri all’interno rispetto alla linea di costa. Questa scarpata, con versanti ripidi e nettamente raccordati alla piana sottostante, è di origine tettonica maè stata anche modellata dall’azione marina in epoche geologiche. Essa raggiunge il massimo sviluppo in altezza in corrispondenza dell’area compresa tra il territorio di Monopoli e Fasano (ove è presente la cosiddetta “Selva di Fasano”), e man mano decresce fino a scomparire sia verso nord che verso sud, sempre in modo graduale.
L’area oggetto del presente intervento non risulta interessata direttamente da particolari “emergenze geologiche” ovvero da elementi strutturali litologici e fossiliferi visibili e/o di riconosciuto valore scientifico;
non si rileva alcuna variazione significativa dell’assetto morfologico dei suoli dovuto ad attività estrattive né alcuna singolarità geologica degna di specifica tutela.
Per quanto attiene poi alla presenza di “emergenze morfologiche”, cioè di siti con presenza di grotte, doline, puli, gravine, e lame, coste marine e lacuali e/o di altre forme geomorfologiche di riconosciuto rilevante valore scientifico, sull’area di intervento non si rileva la presenza di alcuno dei predetti elementi di pregio né l’area appare direttamente interessata dalla presenza di versanti e/o crinali ovvero da elementi caratterizzanti un particolare assetto geomorfologico o da forme geomorfologiche di riconosciuto rilevante valore scientifico.
L’area di intervento non ricade in un ambito costituente emergenza orografica e/o in un ambito soggetto a variazione orografica significativa, né ricade in un ambito del sistema dunale costiero.
4.2.2. Pericolosità geomorfologica ed idraulica
Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Puglia (PAI) è stato approvato il 30 novembre 2005. Obiettivo del piano è realizzare un quadro conoscitivo generale dell’intero territorio di competenza dell’Autorità di Bacino, ed effettuare un’analisi storica degli eventi critici (frane e alluvioni) che consente di individuare le aree soggette a dissesto idrogeologico, per le quali è effettuata una prima valutazione del rischio.
Il PAI si compone della Relazione Generale, della Relazione illustrativa, delle norme d’attuazione nonché della Carta delle aree soggette a rischio idrogeologico. In particolare sono state individuate e perimetrate sulla relativa cartografia le seguenti tipologie di aree a cui corrisponde una specifica classificazione della pericolosità da frana, della pericolosità idraulica nonché della derivata classificazione del rischio. Alla predetta classificazione è associata la relativa normativa di riferimento.
AREE A PERICOLOSITA’ DA FRANA
- PG3: aree a pericolosità da frana molto elevata - PG2: aree a pericolosità da frana elevata
- PG1: aree a pericolosità da frana media e moderata AREE A PERICOLOSITA’ IDRAULICA
- A.P.: aree ad elevata probabilità di inondazione - M.P.: aree a moderata probabilità di inondazione - B.P.: aree a bassa probabilità di inondazione AREE A RISCHIO
- R4: aree a rischio molto elevato - R3: aree a rischio elevato - R2: aree a rischio medio - R1: aree a rischio moderato
Con specifico riferimento alla cartografia allegata al Piano Stralcio per l’Assetto idrogeologico della Regione Puglia, si rileva che nel territorio comunale di Fasano:
- sono presenti piccole aree classificate a pericolosità geomorfologica - sono presenti aree classificate a pericolosità idraulica;
- sono presenti aree classificate a “rischio medio” (R2) e a “rischio molto elevato“ (R4).
Stralcio del PAI – Comune di Fasano - Fonte: www.adb.puglia.it
31/49 Relativamente al Piano di Bacino (PAI) approvato dall’Autorità di Bacino per la Puglia, si fa rilevare che l’area di intervento non è da esso interessata, atteso che se pur è presente a margine della proprietà il reticolo fluviale (dal PPTR individuato come reticolo RE), esso ha l’area golenale fisicamente delimitata da margini realizzati con muretti in pietra a secco e pertanto ai sensi dell’art. 104 delle NTA del PAI sono assoggettati a tutela i soli ulteriori 75 mt a partire dal predetto margine, consentendo comunque tutti gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici.
Sull’area di proprietà che ricade in detta fascia di 75 mt è prevista solo la cessione di standards urbanistici di cui al DM 1444/68 con destinazione a verde (ovvero così com’è attualmente) ed a parcheggi pubblici senza alcuna opera di pavimentazione impermeabile.
Ai sensi dell’art. 10 delle NTA del PAI, all’interno delle fasce di pertinenza fluviale sono consentiti tutti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio, a condizione che venga preventivamente verificata la sussistenza delle condizioni di sicurezza idraulica, come definita all’art. 36, sulla base di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica subordinato al parere favorevole dell’Autorità di Bacino.
L’art. 11 delle NTA del PAI dispone che ogni intervento debba essere preventivamente autorizzato.
La legge regionale 19 luglio 2013, n. 19, in materia di semplificazione dei procedimenti amministrativi, con l’art. 4, attribuisce ai Comuni l’esercizio dell’espressione dei pareri di cui ai commi 4 e 5 dell’art. 4 ed ai commi 4 e 5 dell’art. 11, limitatamente ad alcuni interventi.
Posto che gli interventi di specie, ricadenti nella fascia di pertinenza fluviale non attengono a demolizioni e/o ricostruzioni, ma prettamente ad interventi di manutenzione straordinaria, l’espressione del parere richiesto dalle NTA del PAI è da intendersi delegato all’Ufficio Tecnico Comunale.
Le restanti opere progettate, ivi compresi i nuovi volumi, non ricadono nell’area di pertinenza fluviale e quindi non sono da assoggettare al parere dell’AdB delegato ai Comuni.
Di seguito si riporta lo stralcio della Carta Idrogeomorfologica dell’AdB con la evidenziazione del perimetro di proprietà e del corso d’acqua prossimo all’area d’intervento.
4ARTICOLO 10 Disciplina delle fasce di pertinenza fluviale
1. Ai fini della tutela e dell’adeguamento dell’assetto complessivo della rete idrografica, il PAI individua le fasce di pertinenza fluviale.
2. All’interno delle fasce di pertinenza fluviale sono consentiti tutti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio, a condizione che venga preventivamente verificata la sussistenza delle condizioni di sicurezza idraulica, come definita all’art. 36, sulla base di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica subordinato al parere favorevole dell’Autorità di Bacino.
3. Quando la fascia di pertinenza fluviale non è arealmente individuata nelle cartografie in allegato, le norme si applicano alla porzione di terreno, sia in destra che in sinistra, contermine all’area golenale, come individuata all’art. 6 comma 8, di ampiezza comunque non inferiore a 75 m.
Stralcio Carta Idrogeomorfologica dell’AdB con individuazione perimetro area di proprietà e corso d’acqua del reticolo fluviale.
4.3. Acque
4.3.1. Idrografiasotterranea superficiale
Lo strumento di pianificazione di riferimento per le acque è Piano di Tutela delle Acque,
approvato nel 2009. Il Piano, partendo da una approfondita e dettagliata analisi territoriale, dallo stato delle risorse idriche regionali e dalle problematiche connesse alla salvaguardia delle stesse, delinea gli indirizzi per lo sviluppo delle azioni da intraprendere nel settore fognario-depurativo nonché per l’attuazione delle altre iniziative ed interventi finalizzati ad assicurare la migliore tutela igienico-sanitaria ed ambientale.
Il PTA ha individuato i corpi idrici sotterranei significativi; il territorio del comune di Fasano è ricompreso nell’Acquifero carsico della Murgia (stimato in 7.672 km2), le cui delimitazioni fisiche sono date superiormente dal corso del fiume Ofanto ed inferiormente dall'allineamento ideale Brindisi -Taranto.
Corso d’acqua agricola E3
33/49
Acquifero carsico della Murgia. Corografia di inquadramento Fonte: PTA della Regione Puglia
Le aree di affioramento delle rocce carbonatiche risultano fortemente condizionate, tanto in
superficie che in profondità, dal fenomeno carsico, che riveste una fondamentale importanza sia per l’alimentazione dell’acquifero (di qui la denominazione di falda carsica), che di idrodinamica dello stesso.
La storia geologica, le vicende tettoniche e i fattori morfoevolutivi delle forme carsiche di
superficie, non hanno consentito lo sviluppo di una idrografia superficiale. I segni del ruscellamento superficiale - reticolo idrografico fossile- ha originato netti solchi erosivi, diversamente profondi e di apprezzabile ampiezza, in cui si raccolgono e scorrono le acque di origine meteorica, in particolar modo in occasione di eventi pluviometrici intensi. Non tutte le acque che scorrono nelle lame hanno il loro recapito finale nel mare: spesso esse si perdono nel sottosuolo data l’elevata permeabilità delle rocce calcaree che costituiscono l’alveo naturale delle lame per cui queste, nella maggior parte dei casi, risultano quasi sempre asciutte.
Pertanto il sottosuolo pugliese centro meridionale è sede di una estesa e complessa circolazione idrica sotterranea, alimentata dalla acque di precipitazione meteorica. La circolazione idrica è spesso canalizzata in pressione, spesso a notevole profondità al di sotto del livello mare, con carichi idraulici ovunque alti (spesso dell'ordine dei 30÷50 m s.l.m.) e sensibilmente variabili lungo la verticale dell'acquifero. Anche le cadenti piezometriche, con le quali la falda defluisce verso il mare, sono alte (2÷8 per mille). I massimi carichi piezometrici si riscontrano nelle aree più interne dell'altopiano murgiano, ove si raggiungono valori di circa 200 m s.l.m.; carichi idraulici di 10÷15 m s.l.m. si osservano anche in aree situate ad appena pochi chilometri dalla linea di costa. L'irregolare distribuzione della permeabilità in senso verticale fa siche la
parte più alta della falda risulti talora frazionata in più livelli idrici sovrapposti, spesso modesti e separati da orizzonti rocciosi praticamente impermeabili e solo a luoghi permeabili, non di rado dotati di carichi idraulici e di mobilità sensibilmente diversi. Tali caratteristiche hanno svolto un ruolo di primaria importanza nella definizione di un complesso ambiente idrogeologico, quale risulta essere la falda carsica profonda.
Il PTA ha disciplinato le Aree di vincolo d’uso degli acquiferi: il foglio catastale n. 42, in cui ricade il PdL oggetto della presente valutazione, ricade nelle Aree interessate da contaminazione salina.
In tali aree (di cui alla Tavola B del Piano di Tutela delle Acque - Aree interessate da contaminazione salina, e indicate nella cartografia di dettaglio (Allegato 4a - Tab.2 – Figura 8), è sospeso il rilascio di nuove concessioni per il prelievo di acque dolci di falda da utilizzare a fini irrigui o industriali, mentre è consentito il prelievo di acque marine di invasione continentale per usi produttivi, (itticoltura, mitilicoltura) per impianti di scambio termico o dissalazione con il rispetto di alcune condizioni. Nel caso di concessioni esistenti, in sede di rinnovo devono essere sottoposte a verifica le quote di attestazione dei pozzi al di sotto del livello mare, e la portata massima emungibile non deve determinare una depressione dinamica del carico piezometrico assoluto superiore al 50% del valore dello stesso carico.
L’intervento in oggetto non prevede alcun emungimento di acque da falda.
L’area di intervento, pianura agricola prospiciente l’abitato di Savelletri, non risulta direttamente interessata dalla presenza di qualsiasi forma di idrografia superficiale (sorgenti, torrenti, fiumi, foci ed invasi naturali e/o artificiali, gravine, lame, zone umide, paludi, canali, saline, aree interessate da risorgenze e/o fenomeni stagionali).
L’area di intervento non ricade in un ambito di alimentazione delle falde acquifere né in un ambito di accumulo delle acque superficiali (aree di impluvio) né all’interno di un ambito di massima espansione dei bacini idrici e/o all’interno di ambiti di esondazione dei corsi d’acqua.
Per tutto quanto innanzi, non si rilevano disarmonie tra le previsioni progettuali del PdL ed il Piano di Tutela delle Acque, fermo restando l’ottemperanza alle prescrizioni regolamentari in ordine allo smaltimento dei
35/49 reflui depurati e delle acque meteoriche di cui all’Appendice A1al Piano Direttore – Decr. Comm. Del. n.191 del 16.06.2002.
4.3.2. Acque reflue urbane
Il comune di Fasano è individuato dal PTA come agglomerato per le acque reflue urbane con il codice 1607400701. L’agglomerato comprende l’abitato di Fasano e gli abitati di Forcatella, Madonna Pozzo Guacito, Montalbano, Pezze di Greco, Pezze di Monsignore, Savelletri, Speziale, Stazione di Fasano e Torre Canne per complessivi 61.130 a.e.
Agglomerato acque reflue urbane di Fasano Fonte: PTA della Regione Puglia
All. 4.1.4 Individuazione e perimetrazione degli Agglomerati urbani della Provincia di Brindisi
L’agglomerato è servito dal depuratore comunale (con una potenzialità di 25.845 a.e.) a cui è attiguo l’impianto di affinamento Fasano Forcatelle.
L’impianto comunale sottopone i reflui urbani del territorio comunale a trattamenti primari, biologici e di disinfezione, per perseguire i limiti previsti dal D.L.vo 152/2006 e dalle Autorizzazioni provinciali per lo scarico a mare in Tab. 1, senza condotte di allontanamento dalla costa.
Dei circa 6.000 mc/giorno di acque prodotte dal depuratore comunale, circa 350.000 mc/anno vengono prelevati ed inviati ai trattamenti terziari dell’impianto di affinamento di Fasano Forcatelle, per essere distribuiti in agricoltura. L’impianto di affinamento è attualmente in esercizio dal 2006.
Nel 2010, attraverso la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra Regione Puglia,l’Autorità d’Ambito Territoriale (AATO Puglia) e il Soggetto Gestore del Servizio Idrico Integrato (AQ.PSpA) per l’attuazione dell’Azione 2.1.1.”Adeguamento del grado di copertura e del livello qualitativo del S.I.I. per gli agglomerati
regionali in attuazione del Piano di Tutela delle Acque”del P.O. FESR 2007/2013, è stato ammesso a finanziamento il potenziamento dell’impianto di depurazione di Fasano Forcatelle per ulteriori 35.285 a.e.
Nello specifico si fa rilevare che l’intervento è finalizzato alla ricettività di n. 140 ospiti e pertanto, data l’esiguità del numero di abitanti equivalenti ed il previsto collettamento con la rete fognaria pubblica esistente sulle vicine strade, non si individuano impatti negativi sul sistema di smaltimento comunale dei reflui.
4.4. Ecosistemi naturali
Il comune di Fasano è interessato dalla presenza sul proprio territorio del Parco Naturale Regionale “Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo”, istituito con legge regionale n. 31 del 26.11.2006.
Il Parco si estende nei territori di Ostuni e Fasano per circa 1.000 ettari, lungo 6 km di costa e si inoltra verso la piana degli olivi secolari seguendo il corso di alcune lame. L’area tutelata comprende il complesso di aree umide (Fiume grande, Fiume piccolo, Fiume Morello) retrostanti il cordone dunale e il sistema delle lame che costituiscono l’ossatura del reticolo idrografico che attraversa la piana ulivetata retrostante.
Nell’area protetta sono presenti numerosi habitat, ciascuno corrispondente ai differenti ambienti naturali che si incontrano in successione: la Spiaggia, la Duna, la Duna consolidata, gli Stagni retrodunali, le Dune fossili e la Aree agricole interne.
L’area coincide parzialmente con il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT9140002 Litorale brindisino, individuato ai sensi della Direttiva Habitat, che è caratterizzato da alcune zone umide costiere che rivestono un importante valore per specie rare e minacciate dell’avifauna che vi si riproducono o vi sostano durante le migrazioni. Esse infatti esercitano anche un ruolo d’importanza internazionale per la salvaguardia delle specie migratorie, principalmente acquatiche, che transitano sull’Adriatico. Il paesaggio del SIC è costituito da deboli ondulazioni collinari che degradano verso la costa, con substrato di calcare cretacico. Il clima termo-xerofilo favorisce la presenza di una vegetazione substeppica lungo i declivi. Zona di dune con presenza di vegetazione della macchia mediterranea. Le aree substeppiche sono ricche di orchidacee, alcune endemiche. L'area della salina ospita alcune vecchie costruzioni un tempo adibite a deposito del sale. Il paesaggio costiero è dominato da una torre cinquecentesca a pianta quadrata. La vegetazione alofila e le dune sono di grande valore vegetazionale. Il sito comprende anche lembi di macchia mediterranea e un boschetto di lecci. Vi è la presenza di Garighe di Euphorbia spinosa.
Sul territorio comunale ricade anche il SIC IT9120002 Murgia dei Trulli, che si estende anche sui territori di Alberobello, Castellana Grotte e Monopoli. In questo caso il paesaggio è singolarmente caratterizzato dalle tipiche costruzioni a secco con tetto conico ("trulli") ormai note in tutto il mondo. Il sito e' caratterizzato dalla presenza di querceti di QuercustrojanaWebb e Quercus virgiliana con buona percentuale di copertura e discreto stato vegetazionale.
L’area d’intervento in oggetto non ricade in alcuna area protetta né in aree della Rete Natura 2000.
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Il Sistema delle Aree Protette e della Rete Natura 2000
4.5. Paesaggio - La compatibilità con il PPTR
Con delibera DGR n. 176 del 16.02.2015 (Burp n. 40 del 23.03.2015), la Giunta regionale ha approvato il PPTR (Piano Paesistico Territoriale Regionale) che ha come fine quello di assicurare la tutela e la conservazione dei valori ambientali e dell’identità sociale e culturale, nonché alla promozione e realizzazione di forme di sviluppo sostenibile del territorio regionale.
Il PPTR rientra nella “Pianificazione paesaggistica” di cui al Capo III del D. Lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), che all’art. 142, 143 e 144, disciplina i contenuti, le modalità di formazione e di approvazione del piano paesaggistico regionale ed il coordinamento della pianificazione paesaggistica con altri strumenti di pianificazione.
Il territorio comunale di Fasano ricade interamente nell’ambito “Murgia dei Trulli” ed in una delle “figure”
di tale ambito, denominata “La Piana degli olivi secolari”.
L’area d’intervento è interessata da:
- Componenti culturali insediative di tipo:
-BP - Immobili ed aree di notevole interesse pubblico (giusto vincolo paesaggistico DM 23.1.1976 (G.U. 313 del 24.11.1976), ai sensi ex lege 1497/1939), cod. PAEOO13;
-UC – Paesaggi rurali.
- Componenti dei valori percettivi di tipo:
-UC – Coni visuali
E solo marginalmente, nella parte in cui è stata ubicata la superficie a standards con destinazione verde pubblico ed a parcheggi:
- Componenti idrologiche di tipo:
-UC – Reticolo idrografico di connessione della R.E.R. (Rete Ecologica Regionale) (art. 143, comma 1, lett. e, del Codice) che consiste in corpi idrici, anche effimeri o occasionali, come delimitati nelle tavole della sezione 6.1.2, che includono una fascia di salvaguardia di 100 m da ciascun lato.
Stralcio PPTR tav. 6.2.2 - Componenti delle aree protette e dei siti naturalistici
Stralcio PPTR tav. 6.2.1 - Componenti botanico vegetazionali
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Stralcio PPTR tav. 6.3.1 – Componenti culturali e insediative
Stralcio PPTR tav. 6.1.1 – Componenti geomorfologiche
Stralcio PPTR tav. 6.1.2 – Componenti idrogeologiche
Stralcio PPTR tav. 6.3.2 – Componenti dei valori percettivi
Con riferimento alle NTA del PPTR, detti immobili rientrano tra le definizioni di cui:
- all’art. 75 – Definizioni dei beni paesaggistici di cui alle componenti culturali e insediative, in particolare al comma 1° - Immobili ed aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del Codice);
- all’art. 76 - (Definizioni degli ulteriori contesti riguardanti le componenti culturali e insediative), in particolare al comma 4°-Paesaggi rurali (art. 143, comma 1, lett. e, del Codice);
- all’art. 85 – Definizioni degli ulteriori contesti di cui alle componenti dei valori percettivi, in particolare al comma 4° - Coni visuali (art. 143, comma 1, lett. e, del Codice).