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){e.l nome. di À\,a1iia

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Anno IV - N. 10 Sped, in ebb. posi - Gr. 2·

ISTITUTO SAVERIA.NO MISSIONI ESTERE VICENZA VIALE TRENTO C. C. P. 9-4235 ,) Il

Foglio di

Amici e

informazioni per gli 1

1

La Pia Società di S. France- i Benefattori jdello sco 'Saverio per le Missioni Istituto Estere fu fondata nel 1895 dal

Servo di Dio Mons. Guido

Maria Conforti, Arcivescovo•

Vescovo di Parma.

Casa Madre dell'Istituto:

PARMA - Via S. Martino 8

Missioni affidate all'Istituto Cina: Cheng Chow (Honan), Loyang (Honan), I-chun (Ki-

angsi) -Giappone, Kishiwada (Osaka), Miyazaki - Africa : Sierra Leone.

GIAPPONE PAESE ;DELLA CORTESIA

15 MAGGIO 1951

){e.l nome. di À\,a1iia

Maggio: mese dei fiori, mese dotto agli infedeli d'Egitto; lo

I SUL' TR , EN O O PER CHIEDERE L'ELEMOSINA

dei cuori. Incanto di cielo e ha additato agli Apostoli e al-

di terra, sorriso di primavera, 1e turbe; 10 ha lasciato con 10

I un

rinascita Ma anche nelle anime c'è della natura. strazio nel cuore, nelle mani dei carnefici.

discorso di scuse di almeno cinque m1nut1

l'incanto e il sorriso, perchè La Chiesa si è propagata e r'I Maria. E' il suo mese. Da si è sviluppata sotto il suo per tutto c'è un altare a Lei sguardo e con la sua protezio- dedicato. ne. E la storia della Chiesa e E Maria - da questo altare dei suoi trionfi si identifica

irraggia la grazia e la bon- con la storia dei trionfi di Ma-

a

ta materna. ria. Non c'è vittoria che non Madre di Dio e Madre no- sia siglata col suo Nome. Tut- ' stra. Come Madre di Dio ab- ti i missionari partono con due O baglia la nostra debole vista; armi: il Crocifisso e il Rosa-

e

ma quando pensiamo che Es- rio. E non predicano il nome sa

e

anche Madre nostra, il di Gesù se non associato al no- ' cuore si allarga alla confidenza me di Maria.

tle

all'abbandono, Madre di tut- « Tutte le genti mi chiame-

a

ti, ma sopratutto Madre del ranno beata •, aveva Essa can- missionario e delle anime qpo- tata un giorno. La materna stoliche. Ed è naturale: Maria profezia è oggi una dolcissima ,,ede nel missionario il canti- realtà. Dove è arrivato Gesù, è

al

nuatore dell'opera della reden- arrivata Maria. Ogni popolo, :ione, la copia del Suo Figliolo ogni lingua canta le sue lodi.

ia

Gesù. Ma se Maria I! da per tutto,

Anche Maria fu missionaria, non è in tutti i cuori. Una , anzi la prima e la più gr(lnde gelida oscurità di morte avvol-

n,issionaria. La sua vita è in ge ancora più di mille milioni questa espressione: ha portato di anime, per le quali maggio Gesù al mondo. Qui è la sua sarà festa dei fiori, ma non fe-

e

grandezza inarrivabile e la ra- sta dei cuori. L'anno giubila-

·a

gione vera e profondà dei suoi re, esteso al mondo, deve esse- irrepetibili privilegi. re un anno di luce e di gra- E non solo Essa ha donato zia. I missionari lavorano e Gesù al mondo, ma lo ha fatto confidano. Le anime che ama- conoscere alle anime. Lo ha no Maria e le Missioni diano portato in casa di Elisabetta al loro mese mariano un signi- per santificare il Precursore; lo ficato apostolico, si che si af- ha messo nelle braccia dei pa- fretti, nel nome di Maria, il

!lori e dei Magi; lo ha con- trionfo della verità. Bar.

e

o Venerdì, 26 gennaio 1951, Kobe. - Il primo incontro coi nostri: P. Sinibaldi che è il Superiore Regionale, P. Timo- lina e P. Zamparo. Scendiamo sulla terra giapponese, con in cuore ancora il timore per quanto ci q,ttende: la vita nuo- va, lo studio della difficilissima lingua. Intanto scendendo dal battello, inciampo sulla spon- da, e cosi faccio il primo in- contro con il Giappone; a P.

Picci invece una ventata im- provvisa porta via il suo «Bar- bisio • nuovo, e siamo impres- , sionati nel vedere l'aitante ita- liano lanciarsi a gara con il : vento. Ma il popolo giappone-

se finge di non accorgersi delle

1 scenette che capitano agli stra- nieri, come norma di rispetto.

Il nostro sguardo è sorpreso dal vestito giapponese: il « ki- mono •, abbondante e solenne, indossato dalle ragazze e dalle mamme. Pranziamo nel primo ristorante che incontriamo: è alla maniera europea, perciò non siamo costretti a toglierci le scarpe; l'etichetta è quella del luogo: ci accolgono due cameriere a cui ordiniamo, ma

1::11 Il Il 1111111 lll!lll llUI Il UJIIII IIIIIIII IIIIIIII IUIIIII IJIIIIIIIIIIIIII IIIUIII UIIIIII IIIIIJll llllllll l!llllll tlllllll llllllll llllllll llllllll lfllllll llllllll l111111111111111111UIII IIHIIIIIHIIII

PRIMO BATTESIMO

UNA PIETRA A FORMA DI CRO . CE

Corrispondenza d i VINCENZO DI NAPOLI

Kisiwada, aprile. - Una te- lefonata improvvisa ci giunge

·• dal Kaizuka National Sanato- rium: « Il catecumeno Taro- San è grave; domanda del Pa- dre; vuole il Battesimo •.

Ho con me gli Olii Santi ed i/ Viatico e mi affretto verso la stazione. Una mezz'ora di tre- no mi ha portato al villaggio di Nagose.

Avrei desiderato tanto ripo- sare il mio $pirito su quel pa- norama ricco d'incanto, di ver- de, di acqua. Poche ca.e spar- se qua e là sulla collina. Bo- schi di bambù e pini fiancheg-

~I

giano la strada che conduce al Sanatorio.

Buio.

Una dopo l'altra, in quelle casette di legno, una debole luce viene ad illuminare la modesta cena di riso e pesce, che i giapponesi pigliano se- duti per terra.

li mio pensiero però è fisso ml letto di uno che sta per morire e che attende Cristo!

Lo troverò vivo? ... « O Signo- re, non darmi questo dolo- re ... ,, Gli dico, stringendoLo forte forte al mio petto.

•••

Una porta con su la scritta:

,Kaizuka National Sanato- rium • mi rapisce l'incanto del panorama e m'immette nel re- gno del dolore.

Migliaia di persone colpite dal male che non perdona, so- no Il ad aspettare ... la morte!

Case e baracconi addossati l'uno all'altro; piccoli fuochi sugli usci e gente che si aggi- ra affacendata. « Sono i paren- ti dei malati, che preparano lo- ro la cena •, mi si dice.

Alcuni vestiti di chimono ancora circolano per i corri- doi. Tanti invece sono a letto

con accanto il proprio piccolo mondo; una foto, una bambo- la, un vasetto di fiori, qualche piccolo Budda, amuleti e tan- ta povertà!

Appeso ad un letto ho visto un quadretto con l'immagine della Madonna: è di una cri- stiana! Di cattolici ce ne sono 55 e gli altri sono tutti pagani.

Non mi so dare pace finchè non chiedo di Taro-San.

«Shinpu-San, è vivo ancora ...

questa notte però morirà di si- curo I • - mi dice Agostino, un giovane cristiano malato -

• ... attende con ansia te per ricevere il Battesimo! •.

•••

« Taro-San, ikaga desu ka?».

(Come stai?).

· « Oh, Padre! Ti ho aspettato tanto: dammi il Battesimo •.

• Ma sei proprio deciso di abbandonare gli idoli? •.

« Sì, Padre, voglio essere cat- tolico •.

Il suo sguardo è diventato tanto sereno; ma gli occhi so- no gonfi di lagrime. Ha cerca- to di raccogliere tutte le sue forze per scandirmi il suo

• Credo •. Era lo sforzo di chi poneva una grossa pietra a si- gillo di trenta anni di pagane- simo.

« Padre, guardalo com'è fe- lice... presto sarà in Paradi- so ... •, mi dice sottovoce una cristiana.

• Nunzio Francesco, ti bat- tezzo nel nome del Padre, del Figliuolo, dello Spirito Santo,.

Gli ho dato con la vita della Grazia, anche il nome di mio padre! ..

...

I miei occhi ormai non si po- savano più sulla miseria che mi circondava, ma erano fissi in quelli purificati dall'acqua

battesimale, che mi sorrideva- no.

Gli amministro il Sacramen- to della Cresima e Nunzio Francesca sente ormai di esse- re perfetto cristiano e soldato di Gesù Cristo. E' proprio contento. Si fa mettere al cal- lo il piccolo Crocefisso e strin- ge tra le mani il Rosario che gli ho dato.

La stanza diventa una Cap- pella ed il piccolo tavolo un

altare.

Dal mio petto tolgo l'Euca restia!

• Ricevi, o fratello, per viati- co il Corpo di Gesù, che ti di- fenda dal demonio e ti con- duca alla vita eterna •.

La lampada di Nunzi() Fran- cesco arde. E' stata riempita, all'ultimo momento, di olio fresco e profumato. Lo Sposo Divino è alla porta. E' venuto a prendere colui che vigilava per introdurlo al Banchetto Divino.

•••

Prima di lasciarci piglia la mia mano calda e la stringe in quelle sue scarne ed ormai l fredde.

• Preghi per me - gli dico - perchè possa salvare tanti fratelli giapponesi •.

« Sì, Shinpu-san,... Sì... arri- vederci ... •.

• Arrivederci, arrivederci, Nunzio Francesco ... •. Ma do- ve? ... Certamente in Paradiso.

•••

Domani gli altri cattolici del

« Kaizuka National Sanato- rium • raccoglieranno le sue ceneri e le deporranno sotto una piccola pietra.

Questa però sarà a forma di Croce!

VINCENZO DI NAPOLI

s p o n d e n

prima che venga portato il pranzo, si presenta il padrone di casa e stando in piedi ci sa- luta con profondi inchini; do- po pagato l'importo vengono offerte in dono scatole di fiam- miferi, e andandocene, tutta la famiglia, cuoca, le due came- riere, il padrone fanno ripe- tuti inchini a cui noi rispon- diamo in forma più sbrigativa.

Sabato, 27 gennaio 1951, Kobe. - Si va a Kishiwada, dal nostro P. Romani che è Parro- co di quella Parrocchia, l'unica nostra in Diocesi di Osaka, la seconda città del Giappone, forse più importante che To- kyo. La Parrocchia di Kishi- wada è una fondazione dei Missionari di Parigi; il primo ci venne nel 1860. Bella la Chiesa, la casa parrocchiale, l'asilo con ricreatorio tenuto da suore giapponesi. In questa città di 300.000 abitanti sono 165 cattolici.

Domenica; 28 gennaio 1951, Kishiwada. - Alla Messa do- i menicale, quanto più ci im- pressiona è il canto dei cristia- ni: delicatissimo; tutti can(a- no. Un inno francese, e altri canti. Pregano a mani giunte, le donne coperte con velo bian- co, nella posizione solita al giapponese, senza scarpe che hanno lasciato alla porta della Chiesa. Dopo Messa alcuni van- no a salutare il Padre, molti si fermano a chiacchierare pa- recchio; alcuni sono venuti da lontano un'ora di treno per :t·

scoltare la Messa. Dopo mezzo- giorno ci portiamo con P. Si- nibaldi a Fuke dove siamo pro- prietari di un appezzamento sufficiente alla costruzione del- la Chiesa, casa, ricreatorio. E' una fondazione lusinghiera, per un missionario! P. Di Na- poli è il più entusiasta . Molte famiglie di pescatori; cristiani una sola famiglia. Il treno ci riporta a Kishiwada. P. Sini- baldi ci fa fare la prima visita in casa giapponese: l'educazio- ne ci obbliga a lasciare le no- stre scarpe sulla soglia della casa. Centro di conversazione è la musica; ci suonano alcuni dischi riproducenti musica ita- liana eseguita da orchestra e cantori giapponesi.

Lunedì, 29 gennaio 1951, Kish.iwada. - Il nostro animo è pieno delle migliori impres- sioni; quasi svanisce la preoc- cupazione della nostra riusci- ta, veramente difficile, come

z a d FAUSTO BARIIRI

m1ss10nan m Giappone; abbia- 1 l'alba passiamo per la stazione mo veduto P. Ronzani fare Ca- di Hiroshima , la città che ha techismo a piccoli gruppi di ricevuto la prima atomica! Di- giovani che spontaneamente cono che è ricostruita, in le- vengono per conoscere il Cat- gno. Scendiamo un momento:

tolicesimo. Il Padre ci disse: una folla di venditori di ciba-

• La Cina è la Missione del sa- rie intrecciano le loro voci e crificio ... è un campo d'aposto- i loro passi a lato dei finestri- lato diverso: occorre consu- ni. Sul treno, di tanto in tanto marsi per organizzare la pro- fanno la comparsa due ragazze paganda e per conservare i vestite a puhtino da cameriere, frutti; qui il quantitativo è e coi cesti di merce; compria- minore, ma non manca la qua- mo altri grappoli d'arance.

lità •. P. Ronzani è entrato in · Il controllore non manca, o- G!appone direttamente dalla gni quattro ore, di venire a Cma, dove era dal 1932. Eccet- farci il discorsetto di racco- to P. Di Napoli, noi tre ritor- mandazioni e di avvertimenti.

niamo a _Ko~e ~er prepara:ci Nelle stazioni poi, per sveglia- a prosegmre 11 viaggio. PaSS1a- re chi dovesse scendere e fos- mo la giornata coi missionari se addormentato, trilla un di Parigi. grosso campanello a sveglia, e

Martedì, 30 gennaio 1951, Kobe. - Guidati dal nostro P. Timolina, alle 19 montiamo sul treno di Miyazaki. Una spe- cie di vagone-littorina: Con garbatezza i viaggiatori ci fan- no posto.

Dopo le prime stazioni, ap- pare dal fondo del vagone un giapponese in vecchi vestiti militari, ha la stampella, ~ un Grande ferito di guerra, non è vecchio. Parla: una specie di predica per cinque minuti, a tutti i presenti. Dietro lui è un altro ferito. Il primo passa dal nostro vagone al seguente;

quasi tutti i viaggiatori prepa- rano della moneta, noi quattro facciamo altrettanto; passa il secondo ferito, le raccoglie da

cosi siamo svegli tutti.

Mercoledi, ,1 gennaio, 1951, Kyushu.

Ore 16, siamo in Miyazaki.

Ancora in treno ci impressio- na la vista del Collegio dei Sa- lesiani: un grande fabbricato bianco a tre piani sormontato da una splendida croce. I viag- giatori partecipano alla gioia che si. rivela dal nostro sguar- do. Ci accolgono P. Cavalca, P. Tartari , P. Perlini, P. Yang nostro confratello cinese, e un P. Salesiano. Chiesa e nostra abitazione sono al centro della città: sessant'anni fa quando furono costruite dai Missiona- ri di Parigi, erano le due co- struzioni più grandi in Miya- taki.

ciascuno . ringrazian~o. Finita A cena, ci si festeggia come questa pnma scena s1 ap;e an- si è soliti in queste circostan- cora ua P?rta: ~ una g1appo- ze, si parla a lungo di lingua n~se, quasi fanc~ulla che_ esor- e di metodi per apprenderla;

d1sce con un discorso d1 non immancabile il suono dei di- meno di cinque minuti prima schi italiani.

di presentarci una cesta di a-

rance, o sigari eccetera. lnfat - Venerdi, 2 febbraio 1951, ti ha la divisa di venditrice. Miyazalti. - I nostri nomi Compriamo anche noi una passano al Registro Comunale filza di arance, a buon merca- di Miyazaki, trascritti in carat- to. Terza scena: a capo al va- teri giapponesi e più o meno gone appaiono due controllori: trasformati nei suoni.

il più graduato inizia un breve' Tornati dal Palazzo di Pre- discorso, con cui deve chiede- fettura, P. Cavalca ci fa il do- re scusa per il servizio che vie- no delle sue esperienze per lo ne a compiere; deve averci studio del giapponese. I giorni detto che è qui per aiutarci, che seguiranno per molto e ma è necessario che anche noi molto tempo li spenderemo gli facilitiamo il lavoro di con- intensamente e esclusivamente trollo, e facciamo attenzione allo studio di questa lingua, e alle nostre valigie. I due con- sappiamo di essere aiutati dal- trollori passano, e finito, quel-

!

Ia Vostra Preghiera!

lo che si trova al centro della carrozza si cava il cappello per aggiungere altro: • La prossi- ma stazione è X, arriveremo tra tanto; auguro buona notte e buon viaggio •. Prima del-

A notte, fuori rullano alcu- ni tamburi, e persistono per parecchie ore; molto prima del- l'alba s'odono altri rumori ca-

•m11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111uu111u11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111u11111

denzati: queste sono funzioni religiose di una setta buddista che si dice la più vigorosa in Giappone; non sappiamo dire che impressione ci fanno le manifestazioni pagane, perchè ancora non ne intendiamo la portata. Può essere che non vengano più emanate le leggi contro i cattolici in Giappone, può essere che non ci siano più i martiri della Fede, ma urge sempre la parola di Ge- sù: • La messe è molta, gli operai sono pochi. Pregate! •.

I cattolici del Giappone sono 138.388 in una popolazione di oltre 73 milioni. La Preghiera della Chiesa - e i cristiani giapponesi ruegano bene! -, le Opere Mìssionarie, l'interes- samento di quanti desiderano la salvezza dell'umanità effet- tuano il Regno di Gesù in que- sta terra.

Bambine giapponesi nel costume tradizionale

(fot. di V. Di Napo!~ FAUSTO BARBINI

(2)

Cronac.he delle Mis s1on

TRAGICOMICHE DISPOSIZIONI DEL GOVERNO CINESE

Per consolidare la

~< cercano legna (vecchia)

rivoluzione

per il fuoco »

, Nello scorso dicembre fucilate trecentomila persone

Roma. - E' .questo il mot-

to nel quale i comunisti ci- nesi riassumono tutta la loro politica che ha fatto leva sul-

!' odio di classe per giungere rapidamente al potere, trasci- nando il povero popolo a riac- cendere tutte le sue antiche questioni . Una relazione d'un testimonio oculare, che ha avu- to modo d'assistere a numerose adunanze popolari ed a parec- chi giudizi, ce ne fornisce am·

pie spiegazioni.

Giovani agitatori marx1st1 educati a tutti i sistemi capa- ci d'eccitare la plebaglia con- tro gli onesti costringono i contadini ad assistere, di sera o di notte, a comizi in cui guardie armate inquadrano la massa alla quale si parla cosi:

« Compagni, è alfine giunto il tempo di regolare i vostri vec- chi conti circa i torti ed i livori coi . vostri vicini; se ave- te subito ingiustizie, denuncia- tele al Governo; se non vi s'è pagato il dovuto, se vi s'è im- pedito di far quel che voleva- te, se siete stati offesi, fate de- nuncia al quartierte generale comunista del luogo. Eccovi li- berati ed il partito comunista vi aiuterà a sopprimere i ric- chi, dominare i potenti ed ab- battere i vostri oppressori.

« Se diceste di non aver su- bito torti e poi se ne venisse a scoprire anche uno solo da voi non dichiarato al partito, esso vi punirebbe. O siete per la rivoluzione o siete contro di essa: non c'è via di mezzo; o lavorate pel Governo denun- ciando tutti i vostri rancori al Partito comunista, o questo terrà rancore con voi, trasci-

nerà in giudizio quanti gli

a-

vranno nascosto la verità e se i loro delitti son gravi, saran giudicati dai tribunali del po- polo che li condannerà a mor- te: non si dà rivoluzione sen- za spargimento di sangue! •.

Nel timore di minacciati ca- stighi, operai e contadini si ve- dono obbligati ad esporre, ben- chè a malincuore , le loro vec- chie querele agli agenti del partito, prima che questi tro- vin motivo di processo contro di loro. Questioni di mezzo se- colo fa riaffiorano così e ven- gono di nuovo giudicate dai tribunali popolari diretti dai comunisti e tutto ciò al solo scopo di rovinare, torturare, massacrare i ricchi, i potenti e quanti, in qualunque manie- ra, s'oppongono ali' influsso marxista.

Solo nel dicembre 1950 sa- rebbero state passate per le ar- mi, in Cina, 300 mila persone e l'ondata di sangue non ac- cenna a diminuire: la Cina, coi suoi 360 e più milioni di abitanti, è oggi un Paese ter- rorizzato dai quattro milioni di membri del partito comunista cinese.

LA MADONNA DI FATIMA ALLA FRONTIERA CINESE

Moncay (Vietnam) Il Vicario Apostolico di Haiphong, S. E. Mgr. Fran- cesco Gomez, O. P., allo sco- po d'infondere coraggio ai cristiani che si trovano sul- la frontierà, ha accompa gnato personalmente a Mon- cay una statua della B. V.

di Fatima. Il simulacro, tra-

Ragazze giapponesi vestite all'europea

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NELLA CINA DI MAO

Malgrado volgari espedienti

il fronte cattolico si mantiene compatto

ROMA - In Cina i catto- sionari nè opere americane:

lici persistono nel deciso ri- il Vescovo è un Lazzarista fiuto all'invito di fondare u- francese. Quanto alle attivi- na Chiesa scismatica e la tà antipatriottiche di Don loro resistenza comincia ad Chang possiamo dir questo : esasperare i comunisti. L'a- Era apparso sui giornali cit- desione al cosidetto <e movi- tadini un manifesto a firma mento di triplice indipen- sua che assicurava l'appog-

. denza », fatta da un gruppo gio dei cattolici al moviinen-

di protestanti, viene ora im- to della Chiesa indipenden- posta dai rossi a tutte le

I

te; l'aveva redatto un apo-

confessioni cristiane come stata di nome Chang King, atto di patriottismo, mentre allo scopo di raccogliere fir- si sa che tale « indipenden- me tra i cattolici e quando, za » non mira ad altro che a I ai primi di febbraio, Don creare in Cina una Chiesa Chang dichiarò pubblica- Cattolica separata da Roma . mente di non aver mai fir- A Tientsin un buon numero mato un simile manifesto, di Sacerdoti e di fedeli che venne posto in carcere e l'at- hanno respinto l'invito alla to d'accusa contro di lui, sti- apostasia sono stati messi in lato dai comunisti, qualificò carcere per... « attività anti- la sua fedeltà alla Chiesa rivoluzionarie » ed è partico- Cattolica come « attività an- larmente notevole il caso del tirivoluzionaria ». Questo ar- Sacerdote cinese Chang Sze resto e la sua motivazione Wen, impri_gionato co1:1e «sa- sono un'ennesima prova, sep-

~o~atore », m ~ezzo ai ca~to- pur ce n'era .ancor bisogno

!ICI, « del movimento patnot- . . . '

tico antiamericano ». che la llbertà rellg10sa tant?

Rileviamo anzitutto che a vantata dal regime comum- Tientsin non ci sono nè mis, sta è soltanto un mito.

sportato da Haiphong su un veliero di alcuni cristiani di Tra-co, è· stato ricevuto nel porto dalle Autorità civili e militari.

Celebrando la Messa nella piccola chiesa di Moncay, il Vescovo ha parlato in fran- cese ed in vietnamese a quanti vi assistevano ed il giorno seguente, dopo un suo discorso durante la Mes- sa solenne, se n'è tenuto an- che uno in cinese ai fedeli che dalla Cina confinante, e- ludendo la vigilanza delle sentinelle rosse, avevano var- cato la frontiera per venire ad onorare la Madonna.

Un episodio commovente si ebbe nella processione se- rale: giunta la Statua al pri- mo crocevia della città, il corteo si fermò ed i portato- ri della Madonna La volsero verso la Cina, mentre i cine- si presenti intonavano nella loro lingua la Salve Regina, implorando le benedizioni ce- lesti sul loro popolo oppres- so dalla tirannide comunista.

UNA CHIESA CATTOLICA

~ove scoppiò · l'atomica

Tokyo (Giappone) - Il 12 corrente al Club dell'Industria in Tokyo si riuniva per la pri- ma volta il Comitato costituito per l'erezione della cattedrale di· Hiroshima. Il Ministro nip- ponico delle Finanze, sig. Haya- to Hikeda, Presidente del Co- mitato, ha posto in rilievo il significato di questo monu- mento che verrà eretto alla memoria delle vittime della bomba atomica e dovrà insie- me essere simbolo di pace uni- versale, aggiungendo che la co- struzione era già iniziata , che all'estero si erano raccolti al- l'uopo 23 milioni di yen, che altri 7 si avranno quanto pri- ma e che i restanti 30 preven- tivati saranno dati dal Giappo- ne stesso.

Il gesuita P. H. Lassalle, parroco della « Memoria!

Church •, testimone e vittima , dell'esplosione atomica, spiega- va come avesse concepito il progetto di questa cattedrale il giorno stesso del disastro , come il Santo. Padre l'avesse incorag- giato nel suo viaggio a Roma e come avesse ricevuto adesio- ni da tutti i Paesi dell'Europa e d'America; originario tede- sco, il P. Lassalle ha recente- mente preso la cittadinanza giapponese.

Il sig. Kotaro Tanaka, Pre- sidente della Corte Suprema e Direttore onorario degli .azio- nisti del Comitato, spiegava in seguito il significato di questa opera ai fini della pace e da ultimo il Presidente della Ban- ca del Giappone, sig. Hisato Hichimada , Presidente onora- rio del Comitato, chiedeva la cooperazione di tutti i mem- bri, che gli veniva promessa all'unanimità.

Il Comitato è composto da una cinquantina di uomini d'affari di Tokyò e ne sono Vice presidenti i sigg. Ryutaro Takahashi, Presidente della Camera d'Industria e Commer- cio giapponese ed il sig. Ichi- ro lchikava, Presiç!ente della Federazione delle Organizzazio- ni economkhe giapponesi; tra gli invitati c'era anche il Go- vernatore della Capitale, sig.

Seiichiro Yasui.

Si spera che la cattedrale, i- nizia,ta lo scorso ottobre, possa venire aperta al culto sul prin- cipio dell'anno · venturo; nella sua cripta ci sarà l'Esposizione Eqcaristica perpetua e giorno e notte le Francescane del SS.mo Sacramento (Cleveland, Ohio) si alterneranno ai piedi dell'Altare per implorare da Dio la pace sul mondo.

In Giappone quasi tutte le case hanno il giardino

UNA LETTERA DEL P. ZAMPARO

Da quando ha lasciato l'Italia

non un Natale nello stesso luogo

Kobe (Giappone) aprile. - ll Padre Zamparo ci scrive dal Giappone:

« Solo le montagne stanno ferme, gli uomini invece... i Missionari poi... •

Sicchè anch'io, da quando sono partito dall'Italia, non ho passato ancora un Natale nel medesimo luogo; e ne sono passati già quattro!

Il primo Natale · posso dire di averlo passato un po' in ae- reo e un po' a Pechino, (1947).

Quante emozioni e novità in quei primi contatti con gli uo- mini della terra cinese!

Secondo Natale, all'Ospedale Sacro Cuore di Shanghai, dove ho subito un intervento chirur- gico. (1948).

Il terzo, nel cuore della mia nuova missione nel Kiangsi.

Ho trovato qui un carissimo friulano; il Padre Purino. A- vevo già intorno a me i miei Cristiani, affezionati e buoni.

Avevo appena dipinto il Pre- sbiterio della loro e mia Chie- setta ed allestito un grandioso Presepio, che li immagò per diverse · settimane, (1949).

E il Natale del 1950 mi tro- vò in Giappone. Sono arrivato a metà dicembre; non capisco un'acca di giapponese, ma mi hanno inteso benissimo i miei cari giapponesini quando, do-

,

po la Messa di mezzanotte, ho distribuito loro immaginette e dolciumi.

Mi ha fatto però tanto ma- le al cuore il dover forzata- mente lasciare la mia Cina!

Del resto là non ci si può più vivere, è vero; ma ci si poteva morire, e questo ce lo hanno impedito.

La vita era diventata un continuo stillicidio, resa impos- sibile per le continue restri- zioni. Confinato ormai nel mio piccolo villaggio, anzi nella

Il P. Davide Zamparo

mia residenza , ero impedito varcare la stessa soglia.

Se si domandava di visita un ammalato o un Confratell a~

vicino, qualsiasi scusa era bu na per dirmi di no. « Non h tempo, vieni domani •.

Colpito da malaria e no I potendo ristabilirmi , avrei d cc vuto cambiare aria, recandou ' più al nord, nella stessa mi, 0 sione. Ma il capo della Polii mi rispose: « Sono ammalai'11r anch'io, pure devo rimanere r mio posto!». Esempio veramen • te eroico, che dovetti imita n anch'io.

Così in questa forzata in- zione, ho ,veduto passare alcu ai mesi, e se tal voi ta J:i.o dclu .. 1 la loro sorveglianza, ordinaria mente per non comprometter n i Cristiani, ho dovuto obbedi n re. Ma fu davvero una cosa du 0

ral '

Ora mi trovo in Giappon s e precisamente a Kobe. Il cam 1 po di lavoro è immenso, ce n tr per tutti e per tutti i gusti.

Vi ho trovato alcune farni glie di italiani; anzi uno è 1 Villasantina; sono tutti ex ma n rinai, tutti buoni figlioli. 1 Ora sto studiando ques a nuova lingua e la spunterò ani f

che con questa . '

Il mio pensiero è sempr però orientato alla mia te 3 cinese e a quei Missionari e 0 ancora vi rimangono eroici ' mente: per loro preghiamo,.

Un villaggio giappone che v u o I e convertir

Nagano (Giappone) - A Ohinata, presso Karuiza, fam , so centro di villeggiatura,, u gruppo di 250 Giapponesi ri~ 1 patriati dalla Manciuria s'in • dustriano a sbarcare il lunari sulla montagna, sfr:._uttando tu ; ti gli angolucci di terreno co 1 tivabile. L'estrema indigen-t;

in cui questi contadini verse <

no ha attirato l'attenzione d d Francescani che hanno racco to soccorsi per loro tra i pr pri.i parrocchiani e gli abita11 di Karuiza. Gl'infelici, merat,IIO gliati al vedere stranieri intcnc ressarsi de Ile loro condizion

e

cercando di conoscerne il mot1tl vo . han finito per studiare , I

Cristianesimo: nel villaggi s'è già scelto il terreno doi'm:

costruiranno la loro chiesetta .. i

IIUIJllll lllllll lllllllll lllllll llllllll llllllll llllllll lll!IIIII IIUlll llllllll lltlllll llllllll ltlJlll••••••••I IIHllll lltlllll !lllillll l!lllll lllllill llllllll llllllll llll\lll lll!llll llllllll l!l\1111!11!1111 I ii c

PARADOSSALE FACCIATOSTA \

ACCUSATE LE SUÒRE CATTOLICHEr:

D'AVERE UCCISO BAMBINI CINESI

01 a i

Giudicata « assurda » la mancata confessione dei delitti da parte delle Suore

lei

,

Hongkong (Cina) - Cinque Suore canadesi dell'Immacolata sono state arrestate a Canton ed il loro orfanotrofio del Bam- bin Gesù è stato occupato dai comunisti: l'annunciava in pri- ma pagina lo « Honghong Ti- ger Standard •, quotidiano in- glese pubblicato qui da un gruppo di Cinesi, il 19 corren- te, citando un comunicato della Municipalità cantonese in data 17 marzo, secondo il quale verranno tradotte innan- zi al « tribunale del popol.o • le predette Suore « per essere punite secondo la legge • : gli è quanto dire che, secondo il solito, i comunisti han già condannato le loro vittime pri- ma di giudicarle.

L'associazione comunista che ha soppiantato le Suore nell'or- fanotrofio ha rivelato la sen- sazionale scoperta, d'una tom- ba comune di piccini cinesi ed i rossi accusano /a Superiora di tenere un atteggiamento

« del tutto irragionevole • col rifiutarsi di confessare l'as- sassinio di quei bimbi •, asse- rendo che • son deceduti per morte naturale •.

Nella loro ributtante ipocri- sia i comunisti fingono d'igno-

rare che poveri neonati mori- bondi, esposti all'ingresso d'un convento, possono soccombere per morte naturale! ...

Questo processo segna solo il colmo d'una campagna di ca·

lunnie che l'odio marxista lia condotto con sempre crescente violenza contro le opere della cristiana carità.

la figura di S. Goretti esaltata a Hong-Kong

Hong Kong (Cina) - Con la partecipazione di Mons. Si- mone Tsu Vescovo di Haimen, fu celebrata il 14 gennaio .scor- so nella Parrocchia S. G. Bo- sco di Shanghai la solenne fe- sta di Santa Maria Goretti, Ca- nonizzata nell' Anno Santo.

Non ostante il freddo intenso

(-7) le rappresentanze dei

gruppi di Gioventù Cattolica Femminile della Città si erano dato convegno fin dalle prime ore del mattino per l'assisten- za alla Santa Messa. Nel salo- ne par~occhiale si trattò il te- ma del giorno: « La purezza in Santa Maria Goretti, e co- me dobbiamo imitarla •.

Id

. . to

La d1scuss10ne del tema, pre[r, parata dalle · Figlie di Mari 1 Ausiliatrice , 'fu animata ed efer ficace, e chiusa con risoluzio veramente pratiche . La serai:. , fu rallegrata da la rappresen e tazione del dramma sul marti10 rio di Sant'Agnese. Da tutte 1111 presenti come rappresentan!:

delle Associazioni Cattolich <

cittadine, venne firmato un in F dirizzo di omaggio filiale

aie

Santo Padre.

TRISTE BILANCIO ui

Ottanta Sacerdot'~

uccisi in Core~

Seui (Corea;

Mons. Paolo Ro, Vicari Apostolico di Seul, ha fat. t to pervenire al Seminari i delle Missioni Estere Parigi un bilancio del! I perdite subite dalla Chie·

sa Cattolica in Corea. S apprende così che 80 sa cerdoti sono stati uccis • durante la guerra tra e 1

i Padri Cordesse, Colli Perrin e Pily delle Missio 1

ni Estere, uccisi a Taejo il 23 settembre scorso.

(3)

o GIRI? o GIRI I

ra strani ammalati

n' indigestione da capo - tribù

e

o s p o n d e n 'z a d PIETRO CALZA )fakeni, aprile - Padre Ca-

"lo Olivani, dopo cinque i di residenza in Africa ridentale, può mettersi a se-

·e per mezz'ora e raccontare lcosa di interessante sul

dispensario medico. E' Ilo che ho cercato di fargli , quando sono andato a ,mio; ma durante la nostra

ferenza si è alzato quattro 'le, perchè malati lo recla- 11ano.

:oggi ha un nome qui, che

·e lungo tutta la strada kanu Mabanta Gbinti Pen- bu, nel raggio dai cinquan- ai cento chilometri. Il suo

nsario è oggetto di ammi-

·me presso tutti i capi-vil- io; per questo deve pren- ,i la bicicletta, rimpinzare cassetta di pronto soccorso bottiglie e bendaggi e par-

tre, quattro volte la setti- a per strade che si svolto- nel denso della foresta, 1e la gente lo agogna come rero inviato di Dio. Quasi i mattina, alle cinque, an- a letto, il Padre deve met- fuori la testa assonnata a finestra e gridare: « Cal- e sangue freddo, signori! •.

uando sono andato a Gbin-

·ho trovato solo Padre Ste- i. • Non c'è il sior dutur? •.

,on ancorai E' andato a Ro- ,petto. E' arrivato dopo un d'ore. Qui ho capito su- i! calibro di questo gio- mantovano, secco come mba di un tavolo. In pae- e cominciato un saettare di i: • O giri! O giri! O giri!

'è, c'è, c'è!) • poi un corre- trascinarsi, saltellare di gen- mso la casa. Sono i pa·

ti venuti da lontano, e sa-

~ che il Padre non era a , s'erano fermati ad atten-

una parola sola da una 'Ila della strada: « O giri!».

no sulla strada, sotto la nda, sulla porta. Le do- qe scoppiano trepidanti:

giri? O giri? (C'è?) •.

...

isogna che ve lo presenti momentino.

. Olivani è nato a cavalcio- della gran ruota della for- . La Provvidenza lo ha al- to per questo: gli ha dato me del patrono universa- ei medici e dei dispensari ,lici: Camillo!

che da ragazzo aveva una ta simpatia per i pur- ili più amari e ripulsivi: li

,dern come fossero giug- r!

agazzotto promettente, di- a allievo Missionario nelle ioni di Parma, e per di- ,i anni frequenta i corsi di

·cina presso l'università ense e fa pratica nell'an-

ospedale.

~dente di teologia cade to a una gamba e per tro anni fa la spola tra il e il cortile dell'ospedale

\'enczia. Ha modo, pur es- lo malato, di osservare, stu- e impratichirsi di medi- e piccola chirurgia, ogni o, nell'ospedale dove è

·nte.

i in Scozia c'è un club di acisti e medici cattolici ogni due mesi gli inviano e provviste di medicinali nde. Il capo-villag!ìio di nti, Bai Leca, vista la ca- ità di quest'uomo, gli vuol .ruire un dispensario vicino scuola. La massima auto- del èlistretto, Mister Blake, missario del Governo In- ' gli stringe la mano con

effusione e gli promette aiuto con le parole più ghiere. Padre Olivani è

!iosa di aver in mano il dispensario cattolico in la Provincia.

...

che l'avete visto di scor- Padre Olivani si presenta onte con l'occhio tipica- e clinico d'un vecchio del

·ere: si fa sulla porta, la sua gente raggrinza itante il nasone, che asso-

miglia tanto a quello classico del suo illustre conterraneo Virgilio Marone, poi si volta verso il cuoco, suo braccio de- stro e interprete di fiducia per i casi più complicati, e dice u- na parola: ' « Cominciamo •.

...

Ce n'è di tutti i colori, sapo- ri e odori. In genere sono un po' tutti presi da terrore: te- mono quell'acqua nera che brucia come il fuoco, temono il coltello che taglia e scava con forza. La malattia più dif- fusa, che non ha bisogno di nessun commento da parte del cuoco-interprete, è la frambol- sia. Piedi e gambe scordcati da piaghe ributtanti. Spettacolo che fa gelare il sangue, quando qualcuno si presenta con la faccia corrosa letteralmente da queste macchie gialle che ge- minano pus. Malato da cinque anni, non ha mai avuto una disinfezione. Il Padre deve to- gliere con mano svelta e seve- ra tutto un marasma di foglie secche affondate nel pus, di poltiglia terrosa presa da una pietra rossa e che usano come medicina.

Ma la disinfezione servireb- be a ben poco: in questo caso vi sono le iniezioni che danno

·risultati sorprendenti con gua- rigioni assolute.

Altri casi frequenti: cuffi.tti di scabbia in testa, dissenteria, vermi, idrocele, casi di lebbra e la malaria nei suoi effetti più crudi.

Ecco come si svolgono gli in- terrogatori.

« Sekke yo! • dice il pazien- te. « Sekke, risponde il Padre, cos'hai?•. « Testa! •. « Avan- ti! •. « Pancia! •. « Cosa pan- cia?. Spiegati! •. « Lingua! •.

• Se parli cosi, non capisco •, insiste il Padre.

Allora il paziente, che aveva una mano dietro la schiena ti- ra fuori una latta da cinque litri.

« Voglio una medicina da be- ré, e allunga quel po' · po' di recipiente, mettila qua den- tro! •.

« Ma cos'hai? Come posso curarti colla medicina, se non so cos'è il tuo disturbo?>,

Allora il malato parla:

• Dammi quella medicina che hai dato all'altro uomo, la set- timana scorsa, che sta al mio villaggio. Oggi è guarito. Dal- la anche a me la medicina •.

• Ma tu, perchè la vuoi? •.

• La voglio per i miei dieci figlioli, perchè crescano sani e forti nel ventre! • .

E' la volta di tre ciechi.

Sono venuti insieme da lon- tano, guidati da una bambina.

Hanno sentito parlare nel loro villaggio dell'uomo bianco che

, ha una cosa prodigiosa che guarisce tutto. Hanno preso su una zucca ciascuno e sono par- titi alla volta di Gbinti.

« Cosa volete? •.

I ,tre ciechi allungano la zuc- ca e chiedono con voce piagnu- colosa e concorde: « Molta pe- nicillina. Vorremmo vedere un po' di sole, prima di morire •.

Quel giorno c'era un oapo tribù, una persona illustre con il suo seguito di quattro per- sone, recanti doni: una galli- na, una misura di .riso bianco, un cestino di uova e un cesti- no di arance.

La persona è illustre e per- ciò pretende di avere una ma- lattia illustre! Il Padre fatte al- cune domande capisce che è u- na semplice indigestione; ma sarebbe un affronto prospettare simile banalità a un'alta auto- rità della tribù. P. Olivani ha un guizzo intelligente negli occhi e dice: « Vediamo! •.

Entra nel suo sgabuzzino, affer- ra un volume del peso di quin- dici chili, dove sono elencate tutte le malattie, esce fuori, lo spalanca davanti al naso del Capo, che si bea felice per tan- ta considerazione, si siede, si rimbocca le maniche, inforca gli occhiali da sole e comincia a sfogliare per alcuni minuti, poi appoggia la testa alle tem- pia e pensa. Infine, guardando me, schiaccia l'occhiolino de- stro e scatta: « Eureka! •.

« Eureka! • ripete il capo- tribù.

Il Padre è scomparso ancora nello sgabuzzino, prende una bottiglietta, la riempie di olio di ricino, vi mette una zolletta di zucchero, e la porta con molta sicumera all'illustre pa- ziente!

« In genere è un lavoro mol- to ingrato, dice il Padre Oliva- ni, tutta questa gente che vie- ne, pretende di avere ogni co- sa gratis, dall'uomo bianco.

L'uomo bianco è venuto qui in mezzo a loro perchè è ricco e quindi deve dare tutto per nulla. Dopo la prima medica- zione, qualcuno non ritorna, perchè gli hanno fatto gola le belle bende bianche che il Padre ha messo attorno ai suoi polpacci: cosi belle, che il gior- no dopo non ha avuto cuo- re ... sciuparle cosi attorno alle caviglie, se le è slegate e ne ha fatto un collarino per sè e per altri cinque fratelli. Mai cosi felice in vita sua, come quando si mise quella cravatti- na. morbida di garza al collo.

Quando si viene alle iniezio- ni - che il Padre compera vol- ta per volta e perciò fa pagare - alcuni sono restii a tirar fuori i soldi. Pagano m1ez1one per iniezione e dopo la secon-

•IIIMll lttlflll!Mlllnr.11191fflllNIIM1+91IHlllal~Y•U1111 81UHUl.llntlll ltlnta11tnMII Ull:11:1111.11111rn11illUillUIIIII

e Rumoroso, cucino ofricono

da non tornano più. Denaro speso per medicine è denaro sciupato.

Una settimana fa, una per- sona malata di cuore, venne a chiedere una medicina da be- re. Fu richiesta di sborsare quindici scellini per una sca- tola di iniezioni: si rifiutò.

Dopo ' un mese, morì. I fune-

rali, con le celebrazioni acces- sorie, si aggirarono sopra le settanta s~erline. Si costruì per- sino una nuova veranda , dove gli amici e i parenti gozrovi- gliarono per cinque giorni in onore del defunto. Ma nè lui, nè i suoi vollero pagare un sol- do per prolungare la vita con la medicina.

Il villaggio dove il Padre la- vora è 'interamente mussulma- no. Gli faccio una domanda ingenua: « Quante conversioni col tuo dispensario? •.

Il Padre mi fa un sorriso a- )llarognolo: « Nessuna. Le la- scio a qualche altro. Ora spac- co foruncoli e dò via purgan- ti. Mi par di aprire una stra- da nel cuore di questa gente:

ne costruirò ,altre tre, cosl c'è il Crocevia. La cosa è fatta allora! Non siamo qui per questo? •.

LO HANNO DERUBATO!

Per gli am1c1 • • di P. Calza

Molti lettori ci hanno scritto più volte per chiederci un consiglio su un regalo che vorrebbero fare al P. Pie- tro Calza, mii;sionario in Sierra Leone.

Noi, anche perchè sapevamo i gusti del Padre, ave- vamo suggerito l'idea di inviargli due oggetti che sareb- bero stati graditissimi, e avrebbero avuto un significato di augurio: una macchina fotografica e una macchina da scrivere. E aggiungevamo che anche se si trattava di cose usate sarebbe stato lo stesso. Senonchè comin- ciarono ad arrivare offerte, per cui quando si arriverà ad una data cifra compreremo i due regali.

Il fatto nuovo è che al Padre Calza una notte, men- tre dormiva con le finestre aperte, i ladri gli hanno ru- bato parecchie cosette. Ma il suo rammarico è per la penna stilografica, ricordo d'Italia.

E poi senza penna come fa a scrivere gli articoli che voi tanto ammirate?

Quindi rendiamo pubblica la sottoscrizione per il Padre Calza in modo che gli possiamo mandare una penna stilografica, una macchina fotografica e una mac- china da scrivere. Il Padre Calza preferiliice la penna e la macchina fotografica. I suoi amici esprimano le loro in- tenzioni, che insieme al nome, verranno inviate al Padre in Africa.

E allora se volete leggere ancora scritti di Padre Calza, aiutatelo.!

PIETRO CALZA 1 1

lllllllll lllllllllllllll!!lllllllll llllil§IIIIIIIII IIIHlll lllllll lllll:I lllfl!IIIIIIILll l!lllllll lllllll llllllll lll/111111/1111111111:ll ;Jll'llll i!lllll ,lll!,II !111:11 !IIIIIIIIUllll !IIIIIII IIU!lll lllllllll lllllll llll!II

e IlNTERVJI§TJE 1H~WIENTA1I'IE )

Mons. Assuero Bassi

le sue mura dell'Est, sullo stra- done che porta a una delle dw!

stazioni, nel quartiere moder·

no. Dire la Missione Cattolica è poco, perchè si tratta di un vero paese, entro cui trovano posto tutte le opere di aposto- lato, senza contare la Cattedra- le e la residenza dei Padri.

. . . Si entra da un cancello, da c~valla~sz di. rivoluzioni, _di ro- cui parte un ampio vialone vine, d! lutti; ma_ la stona del- che termina su un vasto piaz- za st?rza. della Cina ~a la se- zale prospiciente la Chiesa.

renita. di un paes~ggi~ mver- Fiancheggiato da alberi fron- nale in una poesia di Wang dosi è delimitato a sinistra da W ei, e la malinconia. un ~lto muro che lo percorre

Loyang, aprile. - Loyang è stata una delle capitali della Cina': le memorie dei millenni si sovrappongono le une sulle altre per grandiosità e per bel- lezza, ricongiungendosi in una sinfonia nordica che scuote perfino i neroi. Ma basta guar- darsi attorno e torna la pace:

la storia della Cina è un ac-

Arrivando da Shanghai si

I

quasi per intiero, per inter- entra in Loyang dalla porta rompersi a tre quarti di stra-

de/l'Est. da, lasciando posto a un se·

La città, . come la maggior condo cancello, per quindi pro- parte dei centri cinesi, è divisa seguire.

t1osto a una profonda gioia spi- rituale.

Ora rapisco perchè dovun- que andassi nei dintorni, fos- sero cristiani o pagani, non smettevano mai di parlarmi di lui, della sua carità. E della sua cultura: voi saprete sen- z'altro che in Cina ci sono di- verse lingue la più difficile delle quali è quella letteraria.

Mons. Bassi passa dall'una al- l'altra con una facilità estrema, e questo non fa che accrescere la stima di cui è circondato, anche in tempi calamitosi ...

Alla domanda di prammati- ca: • Si ricorda dell'Italia?•, il vescovo gira lo sguardo fissan- dolo verso la facciata della Cattedrale. Ho l'impressione che si sia messo a pensare a tutt'altra cosa che alla mia do- manda, perciò subito attacco un nuovo discorso. Credo di in quattro porzioni da due Attraverso questo ingresso si

grandi strade che si incrociano entra nel cortile dei Padri:

al centro, all'estremità delle una volta ci staua un grosso quali si trova una porta; con· cane, che all'avvicinarsi di una

giunte tra di loro da mura stu- persona estranea si metteva a essere diventato rosso, come un pende, formate da enormi mal· ringhiare mettendo i brividi bambino colto in fallo. Ma toni grigi. Gli angoli invece mentre oggi non c'è più... quando già io sono lanciato a che essere a spigolo hanno un « E' morto? • chiedo al Pa- parlare dello sbigottimento rigonfiamento semicircolare, e dre Santi, un toscano basso ma provato a veder tanta gente questo significa che Loyang è tutto energia con un sorriso per le strade, Mons. Bassi ri- stata capitale dell'Impero Ci- malizioso che gli incornicia pe- volger1;do gli occ~i (ve~an!ente nese. rennemente il viso intelligente. dovrei parlare dt occhiali ne-

Dodici chilometri circa, pri- (E' il superi?re e dando~i il ri, ~he non gli .ho mai .visto ma di entrare dalla porta del- benvenuto si è dimenticato togliere) verso dt me, chiede:

l'Est, i lati della strada sono che venivo dall'Italia e si è « Ha detto l'Italia? Come disseminati da antiche vestigia, messo a _p_arlare in ~inese, sen'. vuole che non me ne ricordi?».

la più importante delle quali za darmi il tempo di spiegargli « Quante volte è tornato? •. è sel'/Za dubbio la Pagoda del la cosa). • Dovevo tornarci una va/- Cavallo Bianco, per ricordare Alla mia domanda se il cane ta ... • · ' e per onorare appunto il ca- fosse morto, mi sorrise (mi sor- a. Ormai la di

7

cussione è av-

vallo bianco che portò per la rise?), poi cercando di guarda- viata e lo lqscio parlare. Ca/- prima volta in Cina i libri sa- re altrove masticò: mo, con una voce che non tra- cri del buddismo. Perchè Lo- « No, non è morto • . disce nessun sentimento, come yan& ha anche questa _su_pre- E continua a sorridere, per se raccontasse i fat!i di un al- r'?'azta su t~tte le altre ntta .. Se significarmi che è inutile far tro, che ha conosciuto per ca- sz esclude zl cavallo dz Caliga· certe domande in Cina dove so.

La, che questi voleva fa~ sena- fa carestia ha aspetti terrifi- « Dovevo tornare il 1920.

tore, credo che non cz sta nes- canti. Mia madre mi aveva scritto sun aUrn caval!o · nella s.toria La casa dove àbita Mons. che mi avrebbe aspettato die- di tutti i tempi che abbia a- Bassi è una costruzione al- ci anni per poi morire. Ave-qo vuto tanto onore. quanto modesta. promesso che sarei ritornato,

Strana storia quella di Lo- « E' anzi troppo elegante • ma non potei mantenere la yang, anzi delle due Loyang, mi ha risposto lui, quando mi promessa. E il 1920 mia madre perchè a un certo punto, dopo venne incontro, solenne com'è morì. Noi missionari siamo in- un'ennesima distruzione, la e con un passo marziale, che grati verso le nostre mamme, città fu addirittura spostata e potrebbe trarre in inganno ma i cristiani cinesi hanno de/- costruita ex novo, s'intende... sul suo carattere mite e buo- le esigenze che non possiamo Fa sempre una certa impres- no. Veste molto dimessamente , trascurare. Non le pare?•. sione una città che si sposta! e se non fosse per la stupenda Non sePP!. mosa rispondere:

Ma credo che di Loyang ne barba, che in Cina è la carta quando aprtt glt occhi guarda- avete già sentito parlare JJa· d'identità della saggezza, lo si vo la Cattedrale di Loyang e recchio, delle sue meravigliose potrebbe confondere con uno le porte erano spalancate e grotte, di quella dei ventimila d.elle. centinaia di migliaia di tanta ge.nte, tanta gent.e. sosta_- budda, perchè io adesso vi di- cinesi che popolano Loyang. va fuo7:1. Ma erano v1s1 noti, ca le mie impressioni: del re- E invece è Mons. Assuero volti dt jJersone .!onta.ne ... ..

sto ho già notato che la gioia Bassi, n to sessantaquattro an- .. ._te mamme di tutti i mzssw- e in certo modo la sorpresa di ni fa ad Arezzo e in Cina dal nari della Cina han voluto por- vedere come nuove, all'opposto 1910. Non lo si può confondere tare quaggiù il loro cuore .e del_ "!ostr? mondo occidentale, con nessun altro, ha una per- la loro. ansi~ a . salvaguardia qui in Cina perdono ogni va- sonalità distinta e umile, che della vita dei figli ...

lare. nella conversazione si mani/e· . Vz notai an.che. la mamma Sono venuto a Loyang per sta in modo inequivocabile. di M.ons .. Bass_i, cieca, ma con salutare Mons. Assuero Bassi, Tanto che il visitatore, come u!" viso 1/l:11mnato da .un sor- Vescov.o della .città. . il modesto sottoscritto, che pe1< nso celestiale, che mi faceva

Anzitutto bisogna dire che la prima volta si trovi a di- cenn? con

_la

mano di starme- la Missione Cattolica ha poco scorrere con lui prova un cer- ne zitto, dz non dire a nessu- a che fare con /a città vera e to disagio, che però un istarz- no quello che avevo visto.

propria, perchè sorge fuori del- te dopo scompare per lasciare ARNOLDO FARINA

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