• Non ci sono risultati.

Peperoncini Sott olio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Peperoncini Sott olio"

Copied!
39
0
0

Testo completo

(1)

Peperoncini Sott’olio

Questa estate, saranno i postumi dei miei svariati hobby da Lockdown mi sono ritrovata con una piantagione di

peperoncini sul balcone, e quale modo migliore per

conservarli se non farli in barattolo? Bene eccomi qui a preparare i peperoncini sott’olio seguendo la ricetta di famiglia.

Ricetta calabrese di zia Marisa per la precisione!!!

È una ricetta molto veloce ed è perfetta se si vuole aggiungere quel tono in più a qualsiasi piatto.

(2)

Ingredienti

500 gr di peperoncini piccanti freschi olio di oliva extravergine

5-6 cucchiai di sale fino finocchietto selvatico qualche spicchio di aglio

Ecco come ho fatto i miei peperoncini sott’olio:

Dopo aver lavato ed asciugato i peperoncini li ho

tagliati e cosparsi con sale fino, il sale deve essere abbondante, ho lasciato riposare un’oretta.

Nel frattempo ho sterilizzato i barattoli facendoli bollire in una pentola.

Trascorso il tempo ho strizzato bene i peperoncini, li ho conditi con finocchietto selvatico e qualche spicchio di aglio ed ho invasato.

Le spezie sono facoltative e volendo si possono

aggiungere quelle che più si preferisce. Ho riempito i barattoli con olio evo fino a coprire bene tutti i

peperoncini, li ho chiusi e messi a bollire i barattoli per altri 30 min in pentola. Pronti!

Una volta aperti i barattoli, ricordatevi di rabboccare l’olio in modo che i peperoncini non vengano a contatto con l’aria e poi riporre i vasetti aperti in frigo.

(3)

Peperoncini Sott’olio – SerenaCucina

Peperoncini Viagra del Cile e Diavolicchio Calabrese

(4)

Peperoncini Jalapeno, Diavolicchio Calabrese

(5)

Peperoncini Sott’olio – SerenaCucina

Peperoncini sott’olio – Ricetta calabrese tradizionale

Per quanto riguarda la sterilizzazione vi lascio il link del Ministero della Salute sulla corretta procedura da utilizzare.

Taralli dolci glassati

(6)

Per la Domenica delle Palme in Calabria è tradizione

preparare i taralli dolci glassati calabresi. Sono dolci pasquali facili da realizzare. Le signore calabresi li preparavano e li appendevano ai ramoscelli di palme da portare in chiesa per farli benedire.

Di solito sono molto più grandi e assomigliano più a delle ciambelle che a dei taralli ed hanno il taglio centrale laterale molto più marcato, io li ho fatti un po’ più piccoli. Ecco la ricetta:

(7)

Ingredienti:

Per i taralli:

✅3 uova.

✅350gr di farina.

✅40gr olio di semi.

✅1/2 bustina di lievito.

Per la glassa:

✅150gr zucchero a velo (io ho usato L’eritritolo un dolcificante naturale senza alcun retrogusto)

✅1/2 albume montato.

✅Succo di 1/2 limone.

Vediamo come preparali:

Per preparare i miei taralli dolci glassati ho iniziato a sbattere bene le uova facendo incorporare aria, quando sono diventate belle montate e vellutate aggiungo l’olio e continuo a montare, gradualmente aggiungo anche la

farina, faccio incorporare.

(8)

Per ultimo aggiungo il lievito, impasto bene. Divido l’impasto in 2 pezzi e comincio a formare dei

salsicciotti che assottiglio fino a raggiungere un

diametro di circa 1 cm, taglio in pezzi ci circa 10 cm e li chiudo a formare i taralli. Per far venire il

classico taglio centrale, dopo aver tagliato il

salsicciotto l’ho leggermente schiacciato e ripiegato al centro.

(9)

Cucino in forno a 180 gradi per 15 min.

Per preparare la glassa monto a neve l’albume e

aggiungere lo zucchero a velo e qualche goccia di succo di limone. Glasso i taralli freddi aiutandomi con un

pennellino e lascio riposare in un luogo asciutto finché la glassa si sarà indurita.

(10)
(11)
(12)

Ciambelle fritte dolci o salate di patate

Ricetta calabrese

Oggi cucino le Ciambelle fritte dolci o salate di patate sono buonissime e si possono fare sia dolci che salate!

Fanno parte del mio background calabrese infatti questa è una ricetta della tradizione e si fa soprattutto nel

(13)

periodo natalizio, a Santa Lucia per la precisione.

In dialetto cosentino si chiamano “CUDDUREDDI” ed altro non sono che buonissimi ciambelle lievitate di pasta lievitata.

Una ricetta simile a questa e sempre della tradizione natalizia calabrese è quella delle “crispelle”, che però è soprattutto salata e la trovate a questo link

Ecco la ricetta delle ciambelle

Ingredienti

500 g farina

250 g patate lesse

(14)

2 uova

1/2 bicchiere latte 1 l olio per frittura 50 g burro

1 bustina o 1/2 cubetto di Lievito di Birra

Per preparare le mie Ciambelle fritte dolci o salate di patate, o cudderiddi, parto lessando le patate, le

lascio intiepidire, le pelo e le schiaccio con uno schiacciapatate.

Passo ora all’impasto vero e proprio, su di una

spianatoia in legno faccio la classica fontana con la farina, unisco le patate schiacciate, il burro morbido, le uova, il latte, il lievito ed inizio ad impastare.

Se l’impasto è troppo duro aggiungo un altro po’ di

latte, quando sarà bello compatto e sodo lo trasferisco in una ciotola, lo copro con della pellicola e lo lascio lievitare fino almeno al raddoppio.

Ad impasto lievitato inizio a fare dei salsicciotti che poi chiudo a ciambella, intanto in una padella alta o un pentolino metto a scaldare l’olio ed inizio a friggere le mie ciambelle facendole dorare per bene, metto a scolare su della carta assorbente. Pronte, ora bisogna solo “condirle”.

La cosa bella (e buona soprattutto) di questa ricetta è che a seconda se voglio un dolce o un salato posso

condire le mie ciambelle a piacimento aggiungendo

semplicemente zucchero o sale quando ancora sono calde!

(15)

Buona Natale!

Bocconotti calabresi

Oggi ricetta calabrese: i Bocconotti!

I Bocconotti, sono un tipico dolcetto della tradizione calabrese, nello specifico della provincia di Cosenza.

Sono realizzati di pasta frolla e ripieni, la ricetta tradizionale li vede farciti con marmellata di uva.

Adoro questi dolcetti, da piccola ricordo che mamma ne preparava a vagonate, insieme alla sua cara amica Ivana (nonchè mia madrina), ogni scusa era buona: un

compleanno di noi bambini, una festa, una qualsiasi ricorrenza, ogni momento era buono per ritrovarsi il pomeriggio, a casa dell’una o dell’altra, e mettersi all’opera…

Ovviamente “schiavizzavano” anche noi piccoli: io,

Stefano e Diana (quando da nanissima è passata ad essere nana, anche se a dire la verità tanto nana non lo è

stata mai… ora è alta solo svariati 180 cm più qualche spiccio) eravamo gli addetti alla farcitura ed alla chiusura

Che meraviglia!!! Questa è sicuramente una delle mie ricette del cuore e infatti la faccio raramente perchè tanto lo so che non saranno mai buoni quanto quelli e

(16)

non sarà mai bello farli quanto lo era allora <3

Che bei momenti… ma vabbè basta con la nostalgia, vi racconto una’altra delle ricette preferite di mamma

<3<3<3

Ingredienti

(17)

Ingredienti Bocconotti per dieci persone

1 kg di farina 400 gr di zucchero 6 uova

300 g di strutto

1/2 mezza bustina di lievito in polvere Marmellata

Cioccolata spalmabile 400 g di zucchero 6 uova

Inizio a preparare i miei Bocconotti partendo

dall’impasto. Su di una spianatoia in legno dispongo la farina a fontana e ripongo al centro, lo zucchero, le uova, il lievito e lo strutto, amalgamo bene il tutto.

Lavoro bene fino ad ottenere un impasto liscio e

morbido, lo ripongo quindi in una ciotola, ricopro e metto a riposare in frigo.

(18)

Nel frattempo imburro gli appositi stampini e preparo il mio ripieno, siccome non so scegliere ne farò una parte con la marmellata e la restante parte con la cioccolata spalmabile

Bene, passo ora a realizzare i miei biscotti. Prelevo dal mio impasto una pallina che modello e schiaccio

all’interno dello stampino in modo da foderarlo ed avere una parte concava al centro dove ripongo un cucchiaino di marmellata o cioccolato, prelevo una seconda pallina dall’impasto che schiaccio fino ad ottenere un disco di meno di 5 mm che uso per coprire, proseguo così fino a terminare tutto l’impasto.

(19)

Scaldo il forno a 200°, sistemo gli stampini pronti

sulla leccarda ed inforno per circa 15 min o cmq fino a che i bocconotti non saranno ben dorati.

Sforno e dopo qualche minuti li rimuovo dagli stampini, servo con una spolverata di zucchero a velo.

Pronti… mamma mia che buoni!!!

(20)

Pitta ‘mpigliata

Oggi ricetta natalizia: la Pitta ‘mpigliata, anche nota come pitta ‘nchiusa. Tipico dolce della tradizione

calabrese è una sorta di torta con frutta secca e miele.

Molto diffuso nella provincia di Cosenza, il nome pitta ha origine dall’ebraico e dall’arabo pita e significa schiacciata, proprio come la tipica forma bassa del dolce.

(21)

Ingredienti

500 g farina 100 ml olio evo 100 ml vino dolce

100 ml spremuta di arancia 2 cucchiaio zucchero

2 uova

1 pizzico cannella 1/2 bustina Lievito 1 pizzico sale 200 g noci gherigli 250 g miele

1 vasetto Cedro candito 200 g uva passa

50 g pinoli

1 cucchiaino cannella 1 tazzina liquore dolce

1 confezione Codette arcobaleno

Inizio a preparare la mia Pitta ‘mpigliata dal ripieno:

quindi col tritare al coltello tutta la frutta secca e l’uvetta precedentemente ammollata e strizzata, la

cannella, il cedro candito ed il liquore e lascio a riposare in modo che tutti gli ingredienti si

insaporiscano.

Passo ora a preparare la sfoglia preparare la sfoglia, unisco le polveri e su di una spianatoia faccio la

fontana, al centro ripongo uova, il vino, l’olio, un cucchiaio di zucchero, il sale, la cannella ed il succo d’arancia. Impasto il tutto fino ad ottenere un impasto liscio. Stacco un pezzo di pasta che stendo ed uso per ricoprire la base della teglia di 28 cm.

Al centro del disco spennello un po’ di miele e oli ed aggiungo il rimanente cucchiaio di zucchero.

(22)

Procedo ora a stendere la pasta che mi è rimasta, ne faccio delle strisce larghe circa 7-8 cm e lunghe una ventina. Al centro delle strisce dispongo il ripieno, ripiego la pasta per ottenere un salsicciotto aperto da un lato. Arrotolo, poi, il salsicciotto su se stesso, in modo da ottenere una spirale. Procedo così fino a

terminare tutti gli ingredienti.

Le rotelle ottenute le dispongo sul disco di pasta nella teglia.

Inforno a 180° per 40 minuti circa finchè non sarà bella dorata e croccante.

Guarnisco con qualche codetta colorata.

Peperoncini ripieni

(23)

Oggi apro un nuovo capitolo del mio blog, quello delle Conserve e lo faccio con i Peperoncini ripieni… da buona calabrese

Spesso a casa vedevo le mie nonne prima e la mia mamma poi, impegnate stagionalmente e ciclicamente, a

preparare questo o quella confettura, questo o quel sottolio e così via. Bene, ho deciso che la tradizione deve continuare e lo farà anche tra le pagine di questo blog!

(24)

Inizio l’argomento con una ricetta calabrese…

ovviamente, anche se in realtà non è propriamente una ricetta di famiglia… ma oh, l’orto ora ci propone i peperoncini e io assecondo l’orto e la stagionalità!

(piccola parentesi, molti dei prodotti di questa sezione saranno biologici e provenienti dalla “fighissima”

azienda biologica certificata “Il Melograno 2013”

La ricetta:

Peperoncini tondi piccanti 500 30 gr di Capperi

130 gr di olio

20 gr di filetti di alici sottolio olio

sale

aceto bianco vino bianco Alloro Origano

Aglio liofilizzato (quello che si trova nei barattolini di spezie)

(25)

La prima cosa da fare, per avere degli ottimi

Peperoncini ripieni, è sicuramente quella di affrontare i peperoncini di petto! Guanti alla mano, allora, lavo i peperoncini, li asciugo e piano piano, con l’aiuto di uno scavino/cutter, ne taglio via la parte superiore e l’interno. Una volta pronti li sbollento, un po’ alla volta, per 3 minuti in aceto, vino (io ho usato una Moscato di Terracina amabile, ma si può usare un vino bianco qualsiasi), un paio di foglie di alloro ed un po’

di sale.

Passati i 3 minuti li dispongo a testa in giù su di una tovaglia, dovranno scolare bene, io li ho lasciati così tutta la notte.

Il giorno dopo, quando i peperoncini saranno ben

asciutti, preparo i barattoli, seguendo le linee guide

(26)

riportate dal Ministero della Salute a questo link.

Preparati i barattoli, passo a preparare il ripieno dei peperoncini. In una ciotola, schiaccio con i rebbi della forchetta i filetti di alici, vi svuoto il tonno ben

scolato, l’origano, ed un po’ di aglio liofilizzato ed amalgamo bene.

Ora posso riempire i miei peperoncini, con un cucchiaino, quindi, inserisco un po’ di composto

all’interno del peperoncino, livello bene ed al centro posiziono un cappero. Proseguo fino a riempire tutti i peperoncini.

Riempiti tutti i peperoncini li dispongo nei barattoli disposti con il ripieno a contatto con il vetro estero del barattolo, riempio poi con l’olio extra vergine di oliva, avendo cura di lasciare vuoto circa un centimetro o poco meno dall’apertura del barattolo.

(27)

Chiudo per bene i miei preziosi barattoli e li dispongo nuovamente in pentola per la seconda bollitura, in modo che avvenga la pastorizzazione ed i barattoli prendano il sottovuoto. Anche per questo passaggio ho seguite le indicazioni del Ministero della Salute riportate a

questo link.

Polpette di melanzane alla

calabrese

(28)

L’estate è appena finita e con se si porta via tanti buoni prodotti, tra questi anche le melanzane

Allora vado contro corrente e per salutare l’estate e celebrare l’arrivo dell’autunno io preparo le polpette di melanzane.

Questa è una ricetta storica della mia famiglia, non le facevamo spesso, ma quando succedeva era sempre una

festa.

Mi ricorda le estati passate a casa in campagna con tutta la famiglia riunita e io che passavo le intere giornate in giro per campi e boschi come una vera

selvaggia. Rientravo la sera completamente impolverata e 9 volte su 10 con qualche ferita, mamma doveva quasi

infilarmi intera in lavatrice per farmi tornare un aspetto quasi umano XD

ehhh bei tempi!!!

Ma ora bando alle ciance ed ai ricordi smielati, vi racconto la ricetta, che è meglio…

(29)

550 g di melanzane 250 g di pane raffermo 2 uova intere

150 g di pecorino grattugiato ( o parmigiano) aglio

prezzemolo pepe nero sale

olio per friggere

Il primo passaggio da fare è lavare e tagliare a pezzi le melanzane, fatto questo le metto a bollire in acqua salata per 10 minuti.

Mentre le melanzane sono in pentola, metto a bagno il pane raffermo in acqua fredda.

(30)

Una volta cotte le melanzane le scolo per bene e le

lascio freddare in uno scolapasta in modo che continuino a scolare, una volta tiepide le strizzo ancora e le

trasferisco su un tagliere. Con un coltello grosso le trituro il più possibile.

Strizzo e scolo anche il pane ormai ben ammollato e lo aggiungo alle melanzane. Aggiungo anche il resto degli ingredienti ed amalgamo bene il tutto. Se l’impasto dovesse risultare troppo molle aggiungo del pane grattugiato.

(31)

Passo quindi formare le polpette. Metto a scaldare sul fuoco una padella con l’olio e quando è a temperatura inizio a friggere le polpette, appena diventano belle dorate e croccanti le tiro su e le metto a scolare su della carta assorbente per fritti.

Et voilà, le mie polpette di melanzane sono pronte e super buone!

(32)

Pasticcio di verdure in padella

Oggi vi racconto un’altra ricetta della tradizione della cucina povera

calabrese, una delle ricette tramandate negli anni

insegnatami dalle mie care nonnine.

E’ un pasticcio di verdure di campo con fagioli e pane raffermo che io ho però sostituito con il pangrattato, perchè crea una crosticina più croccante.

Che poi in realtà questo piatto è anche molto moderno, perfetto per un menù veg… quante volte tra gli scaffali del supermercato ci siamo trovati davanti a strani

“hamburger” vegetariani, a mio parere questo è un piatto perfetto che sostituisce alla grande tutti quei strani cosi (e con strani sono stata buona), è un piatto

completo ci sono i carboidrati del pane, le fibre e le vitamine delle verdure, le proteine dei fagioli e poi è anche buono, cosa vogliamo di più?! Se poi lo vogliamo anche vegano basta non mettere il formaggio e via!

Le mie nonne chiamavano nel dialetto di Maierà, come ormai saprete bene essere il mio paese di origine in Calabria, questo piatto “la ‘Mbrachiatedda”, ovvero appunto il pasticcio.

Vi racconto la ricetta…

(33)

Ingredienti:

500 g di verdura lessa (cicoria, spinaci, bietola, tarassaco) 100 g di pangrattato

100 g di parmigiano grattugiato 200gr di fagioli cannellini lessi olio e.v.o

1 spicchio di aglio

peperoni cruschipeperoncino sale

Procedimento:

La prima cosa da fare è lessare la

verdura e se non si usano i fagioli in scatola lessare anche quelli.

Solitamente io per questa ricetta

utilizzo un misto di erbe di campo, come per esempio le bietole, la cicoria, il tarassaco, l’amaranto o la borragine, in realtà però questo piatto si può fare con qualsiasi verdura a foglia, io preferisco quelle un po’ più amare anche perchè il

pane ed i fagioli ne smorzano un po’ quel sentore ma poi lo sformato rimane più saporito.

In una padella metto ad imbiondire uno spicchio di aglio ed il peperoncino. Una volta pronto levo l’aglio ed aggiungo

prima la verdura tagliata grossolanamente ed i fagioli e faccio andare a fuoco

medio schiacciando bene i fagioli.

Aggiungo in seguito il pangrattato ed il formaggio.

Mescolo bene fino a che si asciughi tutta l’acqua della

(34)

verdura e dei fagioli fe ottengo una sorta di impasto compatto. Se notate che l’impasto rimane

troppo liquido anche dopo averlo fatto cuocere aggiungere ancora una manciata di pangrattato.

A questo punto l’impasto risulterà quasi plastico, lo stendo allora bene sulla padella, (ah ovviamente la padella sarà unta dall’olio di prima, ma deve essere

antiaderente altrimenti si attaccherà tutto) quasi come se fosse una frittata.

Lascio asciugare e compattare ancora bene sul fuoco fino a che si sarà creata una bella crosticina, prima su un lato e poi sull’altro, giro il mio pasticcio come se fosse una vera frittata e lo servo a fette accompagnato dagli immancabili peperoni cruschi.

Che buono!!

(35)

Cannarituli di Zia Marisa

I cannarituli, sono dei

dolcetti natalizi tipici di Maierà, il mio paese di

origine, in provincia di Cosenza.

Questa è l’infallibile ricetta di mia zia Marisa…

strepitosi, fragranti, aromatici, ma soprattutto

moooolto pericolosi, si perchè non si riesce a smettere di mangiarli!!!

Ve li racconto…

Ingredienti:

1 bicchiere di olio

2 bicchieri di vino bianco o spumante 200 gr di zucchero

1 limone, scorza

1 bicchierino di sambuca 650 gr circa di farina miele

zuccherini colorati

Procedimento:

(36)

In una ciotola abbastanza capiente, verso l’olio, il vino e lo zucchero e amalgamo bene fino a farlo sciogliere, aggiungo anche la scorza grattugiata del limone e piano piano incorporo la farina, io ne ho usata circa 650 gr, ma zia dice di

“aggiungerne finchè se ne prende e non assuma la consistenza della pasta degli gnocchi”.

A questo punto passo l’impasto su di un tagliere e lavoro bene, una volta

ottenuto un bell’impasto compatto e

liscio inizio a fare dei rotolini che poi taglio a pezzetti come veri gnocchi, così per tutto l’impasto.

Metto intanto a scaldare dell’olio in padella, a temperatura, vi tuffo la scorza di un limone, questo trucchetto oltre a non far sentire troppo l’odore del fritto, donerà al dolcetto un buon retrogusto di limone, toglierò la scorza quando sarà ambrata e prima che bruci.

Tuffo nell’olio anche i miei gnocchetti che cuoceranno per pochi minuti, anche questi appena imbruniti li alzo e li adagio su un piatto con della carta assorbente, per eliminare l’olio in eccesso.

Fritti tutti i miei cannarituli rimane solo da condire e guarnire. Verso i dolcetti cotti e asciutti in una

padella e aggiungo il miele, faccio scaldare un po’ e

(37)

mescolo continuamente, in modo che il miele caldo e

sciolto si amalgami bene e penetri anche leggermente nel biscottino.

Una volta ben amalgamati al miele aggiungo per dare un po’ di colore degli zuccherini colorati e dispongo su di un vassoio.

Io ne ho fatte 2 versioni, una condita come vi ho raccontato con il miele di

api, meglio se di castagno ed una seconda versione con della melassa, o miele di fico, tipico sempre delle miei parti, proprio come vuole la ricetta originale.

Buonissimi!!!

Sarde salate

(38)

Sarde salate, prodotto tipico calabrese, molto antico, è più che altro un modo di conservare il pesce e farne scorte per l’inverno.

Spesso direttamente i pescatori, appena tornati a terra, conservavano per l’inverno il bottino appena pescato.

Affidando il pesce a sale e peperoncino, lo mettevano a stagionare in caratteristici barattoli di creta, al

fresco delle loro cantine.

Le sardine o sarde salate, così conservate sono ottime mangiate in purezza solo con un filo d’olio su una bella fetta di pane. Sono perfette per condire anche un primo piatto, ma sono anche ottime come base di un qualsiasi piatto di pesce per insaporire ed esaltarne il gusto e la sapidità.

Metodo di lavorazione

La ricetta di questo prodotto, come dicevo, proviene da una tradizione molto antica. Altro non è che un

antichissimo modo di conservare il pesce per l’inverno.

La lavorazione del pesce in questo modo è tipica di

Calabria e con qualche leggera modifica (loro non usano il peperone crusco, per esempio) anche della Campania.

Famose sono infatti le alici sotto sale di Cetara in

provincia di Salerno, da cui se ne ricava una buonissima colatura.

Tornando però alla nostra ricetta, questa prelibatezza si prepara prevalentemente tra marzo e settembre. Le sarde fresche di circa 12/13 cm pulite, eviscerate e

(39)

decapitate si ripongono in caratteristici barattoloni di creta o di vetro, una accanto all’altra. Vengono

ricoperte per ogni strato da abbondanti quantità di sale, chiuse e messe sotto peso.

Dopo circa sei mesi, vengono sciacquate con acqua dolce ed amalgamate con pepe rosso (piccante, un mix di

peperoni cruschi e un po’ di peperoncini secchi

macinati grossolanamente), quindi disposte nuovamente nei contenitori, a strati con altro pepe.

Segue una stagionatura di qualche settimana, necessaria prima del consumo.

Queste qui sotto sono quelle che hanno preparato la mia mamma ed il mio papà!!!

Riferimenti

Documenti correlati

[r]

Potenza raffreddo / Cooling Capacity 24000 Kcal/h Pompa PD Pressione Depressione HP p2 0,60 - 39 Lt 3,1 Bar Pump PD pressure and vacuum HP p2 0,60 - 39 Lt 3,1 Bar.. Capacità vasca

Per preparare i miei taralli dolci glassati ho iniziato a sbattere bene le uova facendo incorporare aria, quando sono diventate belle montate e vellutate aggiungo l’olio e continuo

Mi ricollego immediatamente ai contenuti trattati della professoressa Cri- stina Acidini perché il mio tema – L’olio tra bellezza e mercato – mi chiede di partire da

Non ci sono altri modi di preparare un ottimo patè: servono le migliori olive e l’ olio più genuino spremuto dalle stesse olive. In questo prodotto trovi entrambi perché farlo

trasporto e magazzinaggio attività dei servizi di alloggio e di ristorazione servizi di informazione e comunicazione attività finanziarie e assicurative attività immobiliari.

Confettura di peperoni 106ml Misto confetture 42gr (6 gusti) Miele di

la fibra tessile (lino), la sottospecie umile è invece usata per i semi (semi di lino ed olio di lino), mentre altre specie sono apprezzate anche come piante ornamentali, ma di