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Il mese di maggio Mese della Vergine Maria Mese del Rosario VITA, DOLCEZZA E SPERANZA NOSTRA

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Academic year: 2022

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Ann o I n. 3 – mag g i o 2 0 0 9

Parrocchia S.Nicolo’ di Bari –Zaffaria Me GIORNALINO PARROCCHIALE

Tel. e Fax 090/613181- HTT://WWW.PARROCCHIAZAFFERIA.IT

Il mese di maggio Mese della Vergine

Maria

Mese del Rosario

VITA, DOLCEZZA E SPERANZA NOSTRA

Siamo a maggio, mese bello per la natura in fiore e perché dedicato a Maria, la Madre che, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, interviene efficace- mente per salvare tutti coloro che la invocano con animo retto. "Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora pellegrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata" (LG 62). Ma il ritmo frenetico del vivere, le molte preoccupazioni, le delusioni e gli insuccessi, i diversi modi di pensare e di agire intorno a noi ci fanno avvertire spesso un profondo senso di disorientamento e di dispersione, ci fanno sentire disuniti nel nostro intimo, creano in noi una sensazione di insicurezza, talvolta di inutilità, di scoraggiamento e di paura. È facile in questi momenti smarrire il senso di quanto viviamo e facciamo, può subentrare un vivere rassegnato o superficiale, un vivere alla giornata. Ma è giusto rinunciare a tro- vare un senso più grande alla nostra vita e

a ogni istante della nostra esistenza? Siamo in balia di avvenimenti e situazioni, oppure possiamo riscoprire nuovi modi di speranza e nuove energie di vita per essere protagonisti della nostra storia? In questo mese di maggio con Maria di %azaret ciascuno di noi può avere, nella fede, la certezza di essere dentro un disegno di salvezza e di realizzazione piena, fondato sulla fedeltà e sull'amore di Dio. Per questo è importante lasciare illuminare la nostra vita e le situazioni che viviamo dalla parola di Dio. Fin dal primo momento Maria si affiderà a questo piano di Dio, rendendosi totalmente disponibile e trovando in esso la luce e la forza in ogni situazione della sua vita. Essere cristiani significa, come Maria, accettare questo piano di Dio, con al centro Cristo; significa collocare e recuperare ogni nostro progetto, ogni situazione e frammento della nostra esistenza - anche i più oscuri e faticosi - all'interno di un disegno ispirato e sostenuto dall'amore fedele di un Dio che è Padre. E’

stupendo poter pensare, sapere con certezza e dire che non si è nati per caso, quasi fossimo il risultato di una serie di combinazioni; che il nostro nome è pronunciato dall'eternità;

che Dio ci conosce e ci ama da sempre; che la nostra vita è affidata sì alla nostra responsabilità, ma non è solo nelle nostre mani: è anche sempre nelle mani di un Padre.

Perciò i cristiani invocano Maria Santissima come ''vita, dolcezza e speranza nostra", avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice. Essendo Madre spirituale di tutti coloro che Dio chiama alla salvezza, ella desidera tutti salvi e aiuta chi la invoca con fiducia e costanza. Come Madre di misericordia e rifugio dei peccatori, salva anche costoro, purché vogliano convertirsi.

Bisogna invocare Maria, amarla. Attaccarsi al suo manto materno, prendere quella mano che ci porge e non lasciarla mai più. Racco- mandiamoci ogni giorno a Maria, nostra madre; rallegriamoci, lavoriamo con Maria, soffriamo con Maria. Desideriamo di vivere e di morire tra le braccia di Gesù e di Maria

.

G G G

Glllli appuntamenti i appuntamenti i appuntamenti i appuntamenti

Ogni lunedi : ore 16.30 catechismo gruppo 6 anni

Ogni martedi : ore 16.30 catechismo gruppo 7 anni , ore 18,00 post comunione

Ogni mercoledi:

ore 17.00 catechismo preadolescenti ore 18.45 incontro Rinnovamento Ogni giovedi:

ore 16.00 catechismo gruppo 9 anni ore 18.45 Catechesi comunitaria ore 20.15 preparazione al matrimonio Ogni sabato:

ore 16.00 catechismo gruppo 8 anni Ogni Domenica dopo la SS.Messa catechismo gruppo adolescenti ORATORIO

OGNI SECONDA E QUARTA DOMENICA DI OGNI MESE ORE 16.00

ADORAZIONI EUCARISTICHE Ogni Giovedi – Ore 9.00-12,00 in parrocchia

Ogni secondo Venerdi del mese Ore 21.00 Chiesetta Ctr Cianciolo INCONTRI CARITAS

Ogni quarto venerdi del mese INCONTRI CENTRI DI ASCOLTO Ogni secondo venerdi del mese INCONTRI CATECHISTI Ogni terzo venerdi del mese ORARIO SS. MESSE Ogni giorno ore 18.00

Sabato SS.Messa ore 18.00 chiesetta ctr Cianciolo

Festivi ore 10.00 e ore 18.00

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eventi della parrocchia

Momenti particolari

I nostri migliori auguri ai battezzati nel mese di MAGGIO

CORONCINA DEL MESE DI MAGGIO

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +.

Amen

CON LA PRIMA PREGHIERA SI DOMANDA A MARIA IL SANTO AMORE.

Eccoci, ai tuoi piedi, SS. Vergine, noi tuoi figli, che desiderosi di presentarti in questi giorni un particolare ossequio, corriamo a te, e umiliati alla tua presenza, ti offriamo questo piccolo omaggio. Accettalo, o SS. Madre, ed ascolta la preghiera dei tuoi devoti i quali ti supplicano a voler concedere il tuo santo amore; infiamma i nostri cuori di questo sacro fuoco, affinché possiamo degnamente lodarti e benedirti non solo in questi giorni, ma in tutto il tempo della nostra vita onde poi goderti nella gloria del santo Paradiso. (Tre Ave ed un Gloria)

CON LA SECONDA PREGHIERA SI DOMANDA A MARIA LA FORTEZZA NELLA FEDE.

Maria SS., il vedere come ai nostri giorni tante povere anime ingannate dalle insidie del demonio corrono precipitose dietro le tenebre dell’errore abbandonando il lume della vera fede, ci affligge tanto; molto più vediamo trafitto il tuo cuore e squarciato il seno della Chiesa, sposa del tuo divin Figlio. Mentre, dunque, c’impegniamo a compensare in questo mese gli oltraggi dei peccatori, ti preghiamo ancora a mantenerci fermi nella fede, a darci forza e coraggio nel difenderla e ti supplichiamo a ricondurre nella retta via tanti figli traviati affinché camminando al lume della vera fede possano amarti in questa vita, e poi goderti nell’altra insieme al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. (Tre Ave ed un Gloria)

CON LA TERZA PREGHIERA SI DOMANDA A MARIA IL PERDONO DEI PECCATI

Maria SS., rifugio dei peccatori, noi miseri figli d’Adamo, dando uno sguardo alla nostra vita passata, la troviamo macchiata di tante colpe che hanno angustiato la tua benedetta anima e rinnovata la passione del tuo figlio Gesù. Noi le detestiamo nuovamente, Maria SS., e proponiamo con tutto il cuore di non offenderlo mai più. Ottienici dunque, potentissima nostra Avvocata, dal tuo Figlio un continuo dolore dei nostri peccati, la grazia di non più peccare e la perseveranza nel tuo santo servizio. (Tre Ave ed un Gloria)

La colpa, di noi miseri il Cristo al tronco appese; deh! ci conceda l’umile dolor di tante offese.Tu nostra mente illumina; splenda su noi un tuo raggio; prima che spiri il maggio, nostr’alma tua sarà Tu che di averno il dèmone calchi col santo piede, forza, coraggio impetraci nel sostener la fede.

Tu nostra mente illumina; splenda su noi un tuo raggio; prima che spiri il maggio, nostr’alma tua sarà

Volgii, o pietosa Vergine ai figli tuoi uno sguardo; l’alma ferisci, infiammaci d’un tuo amoroso dardo.Tu nostra mente illumina; splenda su noi un tuo raggio; prima che spiri il maggio, nostr’alma tua sarà

OFFERTA.

Madre SS., Regina del cielo e della terra, accetta oggi il fioretto, che i tuoi figli ti offrono come pegno dell’amore che nutrono verso di te. E’ vero, o SS. Vergine, che il dono è assai meschino, ma qualunque esso sia, siamo sicuri che tu lo accetterai, perché tu sei madre dell’umanità e non disdegni di ricevere anche l’umile fiorellino del campo. Ma è possibile che noi ci partiremo da te, lasciandoti così il piccolo dono?

Ah! no, affettuosissima nostra Madre, non ci allontaneremo oggi dai tuoi piedi se prima non ti faremo un’offerta che sia degna di te. Noi abbiamo un cuore, che tende sempre ad amare, e cerca un oggetto che possa saziarlo; se il nostro cuore gusterà le delizie del tuo santo amore, oh! certo non avrà più nulla da desiderare.

Tu ci domandi questo cuore. Tu lo vuoi, eccolo nelle tue mani. Accettalo, santificalo, riscaldalo col fuoco del tuo santo amore, innamoralo tutto di te. Ma sai, o Vergine SS., questo cuore che noi ti offriamo non è ancora totalmente distaccato dall’amore alle creature, esso ha qualche piccolo attaccamento alle cose terrene. Però, oggi che l’abbiamo donato a te deve essere tutta opera tua allontanarlo da qualunque affetto terreno che potrebbe impedire a noi l’acquisto di quelle sante virtù che un giorno dovranno condurci nella gloria del santo paradiso, ove ti potremo amare e godere insieme agli angeli per tutti i secoli dei secoli. Amen.

V. Prega per noi, santa Madre di Dio.

R. Perché diventiamo degni delle promesse di Cristo.

OFFERTA DEL MESE DI MAGGIO Nel vago Maggio in segno d’amore ( coro) tutti o Maria ti danno un fiore

Io ti presento la rosa mia ( assolo) Io ti presento la rosa mia ( coro) Quando dal cespo la distaccai (coro) Tutte le mani m’insanguinai

Sangue mi costa la rosa mia (assolo) Sangue mi costa la rosa mia (coro) Pongo ai tuoi piedi questa rosetta (coro) Perché benigna Tu pur l’accetta Sia sempre Tua; Tua sempre sia ( assolo) Sia sempre Tua la rosa mia (coro) In questo mese di tanti odori ( coro) Voglio o Maria svelare un fiore

Ma il fiore bello; il più bel fiore (assolo) Per te o Maria è il nostro cuore ( coro) Fra tanti fiori di mille odori ( coro) La rosa è il simbolo del tuo candore Ma il fiore bello; il più bel fiore ( assolo) Per Te o Maria è il nostro cuore ( coro) Date o fedeli date dei fiori ( coro) Son per Maria simbol dei cuori

Ma il fiore bello; il più bel fiore ( assolo) Per Te o Maria è il nostro cuore ( coro)

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OGNI GIOVEDI ALLE ORE 18.45 NEL SALONCINO PARROCCHIALE si tengono gli incontri del cammino biblico, siete tutti invitati a fare questo

percorso di approfondimento della conoscenza della Parola di Dio.

In questo piccolo spazio del nostro giornalino faremo una brevissima sintesi degli argomenti trattati negli incontri.

Leggere la BIBBIA vuol dire entrare nel vivo della Parola di Dio e fare una esperienza di Dio che entra nella storia dell’uomo. E proprio perché vogliamo leggere la Bibbia nello spirito che l’ha ispirata, chiediamo l’aiuto del Signore e la sua luce, chiediamo la Sapienza:

1«Dio dei padri e Signore di misericordia, che tutto hai creato con la tua parola,

2che con la tua sapienza hai formato l'uomo,perché domini sulle creature fatte da te

3e governi il mondo con santità e giustizia e pronunzi giudizi con animo retto,

4dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,

5perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,uomo debole e di vita breve,

incapace di comprendere la giustizia e le leggi.

6Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini,mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla.

7Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;

8mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,un altare nella città della tua

dimora,un'imitazione della tenda santa che ti eri preparata fin da principio.

9Con te è la sapienza che conosce le tue opere,che era presente quando creavi il mondo;essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti.

10Inviala dai cieli santi,mandala dal tuo trono glorioso,perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito.

11Essa infatti tutto conosce e tutto comprende,e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria.

Adesso con il cuore gonfio di amore possiamo cominciare………

Proseguiamo, anche in questo numero del nostro giornalino, con il cammino biblico cominciato nel numero scorso. Parleremo del Deuteronomio che è il terzo libro del Pentateuco. Pentateuco significa cinque astucci, cioè i primi cinque libri della Bibbia scritti su pergamena e custoditi in appositi astucci; il Deuteronomio.

Deuteronomio deriva dall’ebraico devarìm, "parole" e dal greco deuteronòmio, "seconda legge".

Dopo la Prima Legge, data da Dio sul monte Sinai, il Deuteronomio si presenta come la "Seconda Legge", la nuova Legge che Mosè consegna al popolo poco prima di morire. Questi nuovi precetti sono orientati a regolare la vita stabile, sedentaria, che di lì a poco il popolo d'Israele avrebbe iniziato all'arrivo alla Terra Promessa.

Il Deuteronomio invita a tradurre l'amore per Dio nella vita sociale e familiare, non limitandosi dunque allo stretto compimento della Legge. Non si hanno informazioni sufficienti per sapere se gli autori del libro sono sacerdoti, leviti o scribi.

L’attuale redazione è il risultato di un lungo processo di revisione. Il deuteronomio è un’opera fondamentalmen

te unitaria per le sue caratteristiche che si basa su una tradizione detta appunto deuteronomista che si caratterizza per uno stile discorsivo dove ritornano spesso le medesime formule ben fatte e per una dottrina che viene affermata costantemente:

tra tutti i popoli della terra Dio ha scelto Israele, come suo popolo, ma questa elezione e il patto che la sanziona hanno per condizione la fedeltà alla legge e il culto che deve essere reso a Dio in un santuario unico.

Il libro del deuteronomio consiste

principalmente di tre discorsi pronunciati da Mosè, poco prima della sua morte, agli Israeliti nella piana del Moab.

Primo discorso di Mosè: cap 1- 4,40.

Vengono ricordati i fatti più importanti del lungo pellegrinaggio nel deserto.

Secondo discorso di Mosè: cap 4,41 – 28,69 . Vengono ricordate le disposizioni per quando gli Ebrei si saranno stabiliti nella terra promessa.

Lista di benedizioni e maledizioni.

Terzo discorso di Mosè: cap 29-30.

Esortazione alla fedeltà. cap 31-34.

Ultimo saluto di Mosè alle tribù d’Israele.

Scomparsa del grande condottiero e profeta Lo scopo dei discorsi di Mosè non era solo quello di istruire il popolo, ma soprattutto di spingerlo ad essere fedele all’alleanza. Mosè insiste molto sull’amore di predilezione che Dio , ha avuto ed ha per Israele, perché esso corrisponda a questo amore, non solo mostrandosi fedele all’alleanza e al culto verso Dio, ma amandolo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (Dt 6,5).

Mosè dice al popolo che Dio non lascerà mai mancare al suo popolo, uomini, che , come lui, gli ricorderanno l’alleanza e i doveri verso Dio (Dt 18,15- 19).

Occorre prendere coscienza che Dio ci ama così come siamo, per essere, col tempo, così come Lui desidera che noi diventiamo, ricambiando da figli il suo amore di Padre, ascoltando la sua Parola, seguendo i suoi consigli, osservando i suoi comandamenti, sempre ovunque totalmente. L’ “ascolta Israele” del Deuteronomio deve potersi tradurre per noi così : “ascolta la Parola che oggi rivolgo anche a te, alla tua famiglia, alla tua comunità, ai tuoi amici, agli uomini del tuo tempo…”.

Ascoltare la Parola è anche ubbidire, amare, lavorare, gioire e camminare insieme con Dio ogni giorno per le strade del mondo.

diacono Carlo Mazzagatti

Tu non lo vedi eppure Lui ti guarda.

Tu non lo ascolti eppure Lui ti parla.

Tu non lo cerchi eppure Lui ti chiama.

Tu... tu sei lì

e Lui... Lui è vicino a te.

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`tÜ|t wÉÇÇt |Ç vtÅÅ|ÇÉ

Se i personaggi del vangelo avessero avuto una specie di contachilometri incorporato, penso che la classifica dei più infaticabili camminatori l'avrebbe vinta Maria. Gesù a parte, naturalmente. Ma si sa, egli si era identificato a tal punto con la strada, che un giorno ai discepoli invitati a mettersi alla sua sequela confidò addirittura: «Io sono la via». La via.

Non un viandante! Siccome allora Gesù è fuori concorso, a capeggiare la graduatoria delle peregrinazioni evangeliche è lei: Maria. La troviamo sempre in cammino, da un punto all'altro della Palestina, con uno sconfinamento anche all'estero.

Viaggio di andata e ritorno da Nazaret verso i monti di Giuda, per trovare la cugina. Viaggio fino a Betlem. Di qui a Gerusalemme, per la presentazione al tempio. Espatrio clandestino in Egitto. Ritorno guardingo in Giudea e poi di nuovo a Nazaret. Finalmente, sui sentieri del Calvario, ai piedi della Croce, dove la meraviglia espressa da Giovanni con la parola stabat, più che la pietrificazione del dolore per una corsa fallita, esprime l'immobilità statuaria di chi attende sul podio il premio della vittoria.Icona del camminare, la troviamo seduta solo al banchetto del primo miracolo. Seduta, ma non ferma. Non sa rimanersene quieta. Non corre col corpo, ma precorre con l'anima. E se non va lei verso l'ora di Gesù, fa venire quell'ora verso di lei, spostandone indietro le lancette, finché la gioia pasquale non irrompe sulla mensa degli uomini.Sempre in cammino. E per giunta in salita. Da quando si mise in viaggio verso la montagna, fino al giorno del Golgota, anzi fino al crepuscolo dell'Ascensione, quando salì anche lei con gli apostoli «al piano superiore» in attesa dello Spirito, i suoi passi sono sempre scanditi dall'affanno delle alture.Avrà fatto anche discese, e Giovanni ne ricorda una quando dice che Gesù, dopo le nozze di Cana, discese a Cafarnao insieme con sua madre. Ma l'insistenza con cui il Vangelo accompagna con il verbo "salire" i suoi viaggi a Gerusalemme, più che alludere all'ansimare del petto o al gonfiore dei piedi, sta a dire che la peregrinazione terrena di Maria simbolizza tutta la fatica di un esigente itinerario spirituale.Santa Maria, donna della strada, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate, ma non abbiamo traguardi. Siamo pellegrini come te, ma senza santuari verso cui andare. Camminiamo sull'asfalto, e il bitume cancella le nostre orme. Forzati del camminare, ci manca nella bisaccia di viandanti la cartina stradale che dia senso alle nostre itinerante. E con tutti i raccordi anulari che abbiamo a disposizione, la nostra vita non si raccorda con nessun svincolo costruttivo, le ruote girano a vuoto sugli anelli dell'assurdo, e ci ritroviamo inesorabilmente a contemplare gli stessi panorami.Santa Maria, donna della strada, fa' che i nostri sentieri siano, come lo furono i tuoi, strumenti di comunicazione con la gente e non nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra aristocratica solitudine. Liberaci dall'ansia della metropoli e donaci l'impazienza di Dio. L'impazienza di Dio ci fa allungare il passo per raggiungere i compagni di strada. L'ansia della metropoli, invece, ci rende specialisti del sorpasso. Ci fa guadagnare tempo, ma ci fa perdere il fratello che cammina accanto a noi .Santa Maria, donna della strada, segno di sicura speranza e di consolazione per il peregrinante popolo di Dio, facci capire come, più che sulle mappe della geografia, dobbiamo cercare sulle tavole della storia le carovaniere dei nostri pellegrinaggi. È su questi itinerari che crescerà la nostra fede. Prendici per mano e facci scorgere la presenza sacramentale di Dio sotto il filo dei giorni, negli accadimenti del tempo, nel volgere delle stagioni umane, nei tramonti delle onnipotenze terrene, nei crepuscoli mattinali di popoli nuovi, nelle attese di solidarietà che si colgono nell'aria.Verso questi santuari dirigi i nostri passi. Per scorgere sulle sabbie dell'effimero le orme dell'eterno. Restituisci sapori di ricerca interiore alla nostra inquietudine di turisti senza meta.Se ci vedi allo sbando, sul ciglio della strada, fermati, Samaritana dolcissima, per versare sulle nostre ferite l'olio della consolazione e il vino della speranza. E poi rimettici in carreggiata. Dalle nebbie di questa valle di lacrime, in cui si consumano le nostre afflizioni, facci volgere gli occhi verso i monti da dove verrà l'aiuto. E allora sulle nostre strade fiorirà l'esultanza del magnificat.

Come avvenne in quella lontana primavera, sulle alture della Giudea, quando ci salisti tu.

Mons. Tonino Bello

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CALENDARIO PARROCHIALE Dal 01/5/2009 al 30/05/2009

Domenica - 14 giugno 2009 SS. Corpo e Sangue di Cristo

In cammino con Maria

Inizia il mese dedicato alla Madonna

OGNI GIORNO ORE 17.30 IN PARROCCHIA ROSARIO E CORONCINA DEL

MESE DI MAGGIO ORE 18.00

LITURGIA DELLA PAROLA OGNI VENERDI ORE 18.00 IN PARROCCHIA

LITURGIA MARIANA

VENERDI 8 MAGGIO

SUPPLICA INDIVIDUALE O IN FAMIGLIA ALLA MADONNA DEL

ROSARIO DI POMPEI

GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI Domenica 24 maggio, Festa della Ascensione del Signore, è una data ormai fissa per celebrare la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest'anno ha come tema:

“Nuove tecnologie, nuove

relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di

amicizia”.

Giovedì 21 maggio, in Seminario, è previsto un incontro, sia per il clero che per tutti i laici, per approfondire meglio il messaggio del Santo Padre...

Domenica 31 Maggio PENTECOSTE

il calendario liturgico ci propone la solennità della Pentecoste, una delle principali solennità Cattoliche. In questa ricorrenza, la comunità religiosa di Zafferia vive con gioia ed emozione la Santa Messa dedicata ai fanciulli che riceveranno la Prima Comunione. Per la prima volta Ramona Pino, Davide

De Gregorio, Viviana Cannistrà, Roberta Settineri, Salvatore Capillo, Roberta Chiofalo, Giorgia Chiofalo, Alessandro Gangemi, Simona Cambria, Giorgia Rinaldi , Andrea Galletta, Annamaria Silvestro, Manuel Di Lorenzo, Giovanni Veraldi, Simona Collorà e Giuseppe Ferro

, potranno saziarsi del Corpo e del Sangue di Cristo accostandosi al Sacramento dell’Eucarestia.

Nel mese dedicato alla Mamma di Gesù e Madre nostra, noi festeggiamo anche le nostre mamme, anch'esse preziosissimo

dono del Signore....

ANNO PAOLINO DIOCESANO

Pellegrinaggi zonali di ringraziamento e chiusura diocesana

Carissimi, nella gioia del Cristo Risorto, ci apprestiamo a chiudere le celebrazioni e le manifestazioni che hanno segnato questo Anno Pastorale, particolarmente dedicato, per volere del Santo Padre Benedetto XVI, all’Apostolo Paolo.

È stato un anno ricco di eventi che hanno coinvolto, nella nostra Diocesi, larga parte del popolo cristiano: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, operatori pastorali.

Le iniziative, curate con impegno e dedizione dalla Commissione Diocesana presieduta da mons. Giuseppe Costa, hanno portato a conoscere e

a fare apprezzare

SEMPRE MEGLIO LA FIGURA E L’OPERA DI SAN PAOLO, SIA COME APOSTOLO E TESTIMONE DEL RISORTO, SIA COME SCRITTORE DI RICCHE E PREZIOSE LETTERE, SIA COME MISSIONARIO E FONDATORE DI

COMUNITÀ CRISTIANE.

GRATI AL SIGNORE PER IL BENE SEMINATO, VI INVITO A PARTECIPARE AI MOMENTI CONCLUSIVI DA ME PRESIEDUTI: ALL’ULTIMA TAPPA DELLA FORMAZIONE PAOLINA E AL PELLEGRINAGGIO DI RINGRAZIAMENTO, CHE SI SVOLGERANNO IN CIASCUNA ZONA PASTORALE DELLA DIOCESI; ALLA SOLENNE

CHIUSURA DIOCESANA DELL’ANNO PAOLINO NELLA BASILICA CATTEDRALE. NELL’ATTESA DI RITROVARCI NUMEROSI, BENEDICO TUTTI DI VERO CUORE,

+CALOGERO LA PIANA ARCIVESCOVO METROPOLITA

* P ELLEGRINAGGI ZONALI DI R INGRAZIAMENTO M

ARTEDÌ

12

MAGGIO

,

ORE

17,00: L

IPARI

(Isole Eolie)

S

ABATO

20

GIUGNO

,

ORE

18,30: B

ARCELLONA

S. P

AOLO

(Zona Tirrenica) L

UNEDÌ

22

GIUGNO

,

ORE

18,30: P

AGLIARA

(Zona Ionica) D

OMENICA

28

GIUGNO

,

ORE

21,00: M

ESSINA

(Città e Villaggi)

Veglia di Adorazione nella Chiesa “SS. Pietro e Paolo”

* C HIUSURA D IOCESANA DELL ’A NNO P AOLINO L

UNEDÌ

29

GIUGNO

,

ORE

18,30

Celebrazione Eucaristica nella Basilica Cattedrale di Messina

(6)

VICINO AL FUOCO VICINO AL FUOCO VICINO AL FUOCO

svago “ piccoli tesori per grandi attività”

DOLCI - BISCOTTINI DA TE' Ingredienti:

1 tazza di zucchero 2 tazze di farina 1 panetto di burro 5 cucchiai di latte 1 uovo

la punta di un cucchiaino di lievito in polvere

1 cucchiaino di vaniglia 1 pizzico di sale

gelatina di frutta, zucchero colorato o frutta candita (a scelta per decorarli)

Preparazione:

Accendere il forno e regolarlo a circa 190 gradi.

Setacciare la farina e metterla in una ciotola. Passare a setaccio lo zucchero e metterlo in un altra ciotola. Mettere il burro in una terza tazza un pò più grande e mescolarlo e sbatterlo finchè diventa morbido. Versare lo zucchero poco alla volta sul burro e continuare a mescolare con una forchetta.Rompere a parte un uovo in una tazza e versarlo nella mistura di zucchero e burro.

Aggiungere la vaniglia e poi lasciare da parte il composto per un minuto.

Prendere i 5 cucchiai di latte, aggiungere il lievito ed il sale e mescolare tutto bene in un recipiente a parte.

Ora ritornare alla ciotola principale,aggiungere un pò di farina, un pò di latte, mescolare bene e continuare così fino all'esaurimento della farina e del latte.

Mettere l'impasto in frigorifero per almeno un'ora.

Quando si è raffreddato,levarlo dalla ciotola e versarlo su carta oleata o su cartone coperto di farina.

Spargere un pò di farina sul mattarello e stendere la pasta assotigliandola quanto più possibile.

Usare adesso la rotellina o il coperchio di un barattolo per ritagliare le formine di pasta, disporle sulla piastra del forno precedentemente unta con burro e metterle al forno.

In dieci minuti i dolcini saranno pronti.

Quando le pastine sono cotte, possono essere decorate con zucchero colorato, gelatine di frutta o frutta candita. Buon divertimento

Dio creò la mamma

(Bruno Ferrero, 40 Storie nel deserto)

Il buon Dio aveva deciso di creare... la mamma. Ci si arrabattava intorno già da sei giorni, quand'ecco comparire un angelo che gli fa: "Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?". E Lui: "Sì, ma hai letto i requisiti dell'ordinazione?

Dev'essere completamente lavabile, ma non di plastica... avere 180 parti mobili tutte sostituibili... funzionare a caffè e avanzi del giorno prima... avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d'amore... e sei paia di mani". L'angelo scosse la testa e ribatté incredulo: "Sei paia?!". "Il difficile non sono le mani - disse il buon Dio - ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere". "Così tanti?". Dio annuì. "Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda "che state combinando lì dentro, bambini?", anche se lo sa già;

un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio "capisco e ti voglio bene lo stesso".

"Signore - fece l'angelo sfiorandogli gentilmente un braccio - va' a dormire.

Domani è un altro...". "Non posso - ripose il Signore - ho quasi finito ormai. Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni". L'angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: "E' troppo tenera", disse poi con un sospiro. "Ma resistente - ribatté il Signore con foga - tu non hai idea di quello che può sopportare una mamma!". "Sa pensare?". "Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi", ribatté il Creatore. A quel punto l'angelo si chinò sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: "Qui c'è una perdita", dichiarò. "Non è una perdita - lo corresse il Signore - è una lacrima". "E a che serve?". "Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio". "Ma sei un genio!", esclamò l'angelo. Con sottile malinconia Dio aggiunse: "A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì...".

VICINO AL FUOCO

Un giorno un tale si avvicinò a Gesù e gli disse:

«Maestro, tutti noi sappiamo che tu vieni da Dio e insegni la via della verità: Ma devo proprio dirti che i tuoi seguaci, quelli che chiami i tuoi apostoli o la tua comunità, non mi piacciono per niente. Ho notato che non si distinguono molto dagli altri uomini. Ultimamente ho fatto una solenne litigata con uno di essi. E poi, lo sanno tutti che i tuoi discepoli non vanno sempre d’amore e d’accordo.

Ne conosco uno che fa certi traffici poco puliti…..Voglio perciò farti una domanda molto franca: è possibile essere dei tuoi senza avere niente a che fare con i tuoi cosiddetti apostoli? Io vorrei seguirti ed essere cristiano ( se mi passi la parola ), ma senza la comunità, senza la Chiesa, senza tutti questi apostoli ».

Gesù lo guardò con dolcezza e attenzione.

«Ascolta», gli disse,« ti racconterò una storia:

C’erano una volta alcuni uomini che si erano seduti a chiacchierare insieme. Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna e accesero il fuoco. Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti. Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo. Si prese un tizzone ardente dal falò e andò a sedersi lontano dagli altri. Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava. Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi. L’uomo che sedeva da solo fu inghiottito dall’oscurità e dal gelo della notte. Ci pensò un momento poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni. Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo.

L’uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri. Si scaldò e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto».

Sorridendo, Gesù aggiunse:«Chi mi appartiene sta vicino al fuoco, insieme ai miei amici. Perché io sono venuto a portare il fuoco sulla terra e ciò che desidero di più è vederlo divampare».

E’ proprio questo, la Chiesa:

la garanzia di stare vicino al fuoco

Poesia a una mamma Vergine madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura nobilitasti si', che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si riaccese l'amore, per lo cui caldo ne l'eterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra mortali,

se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre

sua disianza vuol volar senz'ali.

Dante Alighieri

(7)

Caritas

Non distogliere mai lo sguardo

dal povero,così non si leverà da te lo sguardo di Dio Tobia 4,7) STORIA DELLA CARITAS PARROCCHIALE DI ZAFFERIA - STORIA DI DIO “Narrare le gesta del Signore significa lodarlo”

Nella vita della comunità cristiana è necessario “fare memoria” per trasmettere i ricordi di carità e raccontare le storie d’amore ricevute e vissute .

Infatti condividere il senso del passato,le tradizioni e le vicende vissute ampliano gli orizzonti della nostra vita e ci spingono a rispondere adeguatamente alle richieste di cambiamento e di conversione per evitare quell’appiattimento sul presente che rende sterili i cuori impedendoci di crescere. Nata nel ’94 la Caritas parrocchiale è, sorta per aiutare la comunità cristiana a vivere il precetto evangelico dell’amore e compiere gesti concreti di solidarietà , per questo sono nati il” cesto per i poveri “, il “centro ascolto delle esigenze “e le “adozioni a distanza Per coloro che partecipano ai funerali il gesto del “fiore che non marcisce” è stato da sempre nella nostra parrocchia anche un segno verso chi maggiormente è nel bisogno.Mentre per la “la visita agli ammalati” se ne occupava soltanto il parroco,l’accolito e qualche persona di buona volontà,ora è un servizio svolto anche dai ministri straordinari dell’ Eucarestia affiancati da altre persone e da alcuni giovani. In Avvento e Quaresima tempi forti dell’anno liturgico si è sempre in comunione con le iniziative proposte dalla “Caritas Diocesana”.

Il “cesto per i poveri “ (venne collocato entrando in chiesa a sinistra)vuole ricordare alla comunità che il sacramento dell’Eucarestia deve essere sempre legato alla conversione e all’attenzione verso i fratelli più poveri. In esso la comunità è invitata a mettere( la domenica) generi di prima necessità (pasta, zucchero, olio, latte.pelati..) che vengono poi consegnati dalla caritas a famiglie bisognose della comunità.

Il “centro d’ascolto delle Esigenze”è aperto ogni mercoledì in parrocchia, addetti della caritas ascoltano le persone che vengono nelle loro necessità, e a nome della comunità cercano di venire loro incontro.

Le” adozioni a distanza “sono segno concreto di un mondo più giusto e solidale. Dal 94 al 99 seguendo le proposte della caritas diocesana sono state fatte in gemellaggio con la diocesi di Dubrovinick in Croazia che ha pensato ai bambini e alle loro famiglie in difficoltà a causa della guerra. Dal 2OOO ad oggi le adozioni hanno focalizzato i bambini di due missioni comboniane in Etiopia e in Eritrea nelle città di Asmara e Adis Abeba dove viene portato avanti un programma di alfabetizzazione. Nella casa di accoglienza di Galati dal 1989 ad oggi alcuni membri della parrocchia sono presenti facendo volontariato.

Abbiamo avuto anche la gioia di incontrare le suore missionarie della Consolata tramite suor Rubiela,( originaria della Columbia) venuta tra noi diverse volte,invitata da p.Ettore,conosciuta da lui in Brasile. Un segno della nostra solidarietà e conversione venne inviato in Tanzania e alla loro missione in Somalia per emergenza cibo e medicinali dal 92 al 98.

Nel territorio della nostra parrocchia in contrada Fornaci è sorto il centro per malati mentali “Agorà” nel 99 con il quale la comunità cerca di porsi sempre in sinergia. Il 6 dicembre giorno di S.Nicola si distribuisce il pane benedetto segno della carità di S. Nicola, che ci chiama a vivere gli uni per gli altri ad imitazione di Gesù Cristo, ciò che viene ricavato dall’offerta viene destinato per opere di carità. Nel nostro cammino è stato importante per noi aver aiutato l’ass. AIFO per i malati di lebbra partecipato alla pesca di beneficenza presso i Missionari Comboniani organizzata dal gruppo “Goccia dopo goccia”.Ogni anno dal 2001 l’ass, laica “progetto nuovo”(che ha lo scopo di recuperare i tossicodipendenti e curare il loro reinserimento sociale) ci propone di riflettere su questa dipendenza e sostenere il loro lavoro di aiutare questi ragazzi a riappropriarsi della vita..

1COR 13,1-13:I O ALL’AMORE

1-3: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

4-7: La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

8-12: La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand`ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto.

13: Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Signore fammi buon amico di tutti, fa che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da te,a chi vorrebbe cominciare e non sa come,a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.

Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato.

Signore aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi stanno accanto,di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo.

Signore dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori;

Signore liberami dall’egoismo: perché ti possa servire,perché ti possa amare, perché ti possa incontrare in ogni fratello che mi fai incontrare

(8)

Zafferia vista da Lucia Scopelliti La parrocchia San. Nicolò di Bari in Zaffaria, negli ultimi anni ha subito un vera e propria

“rivoluzione”, demografica e umanistica. La prima dovuta all’incremento di costruzioni abitative; la seconda a don Riccardo, il ns. parroco che instancabile stimola tutti sempre con nuove iniziative.

Il territorio è stato ancora una volta defraudato di tanto verde. Giardini di agrumi trasformati in villette a schiera, colonne di condomini, nei quali le famiglie gareggiano per renderli visivamente gradevoli ,arricchendoli con giardini pensili.

Percorrendo la S.S. 114 e svoltando seguendo la segnaletica “Zaffaria”, la strada conduce al centro del villaggio Zaffaria. Che spettacolo magnifico si presenta agli occhi di chi da sempre conosce i luoghi, e ne rinnova l’emozione; ma neanche al primo visitatore, può sfuggire il quadro di queste colline dei Peloritani, ai piedi di Dinnammare che sovrasta lo Stretto di Messina.

La valle è splendida con tutte le sue sfumature di verde, e in ottobre sfoggia l’abito con i colori più belli: gialli e verdi in tutte le tonalità.La natura si offre morbida come i fianchi di una donna, e timida come una fanciulla in sboccio.Appena 500 metri e si intravede il campanile della chiesa, il cuore di chi , per lavoro, torna saltuariamente ha un balzo e gli occhi brillano d’emozione. Adesso le nuove costruzioni lo nascondono un po’, ma il paesaggio è ugualmente dolce e sereno.Una ripida salita conduce alla C.da Casciano. Un tempo la strada che conduceva a questa contrada, accoglieva con due grandissimi pini uno a destra e uno a sinistra, quando il tempo era cattivo e il vento soffiava di scirocco o di tramontana, passando a piedi incutevano paura col loro ondeggiare e fischiare più del vento, tutto intorno si coltivavano agrumeti e ortaggi, per questa strada si arrivava al forte e alla proprietà privata dove c’è il pino dalla grande chioma. Oggi la stessa strada nel suo percorso lascia a destra e sinistra villette e isolati, attraversa C.da Macchia ricongiungendosi con la strada principale, circa 500 metri più a monte.Così, completato un km, si può vedere sulla sinistra Villa Cianciafara, simbolo di un passato di nobiltà terriera, oggi la villa è stata riportata all’antico splendore da uno dei discendenti restituendo lustro e distinzione alla C.da Macchia/Cianciolo Più o meno allo stesso punto , ma sulla destra guardando in alto, troneggia con la sua lussureggiante chioma, un pino secolare, direi senza ombra di smentita, simbolo della contrada e riferimento geografico.

Mano a mano che si percorre la strada si vedono i nuovi insediamenti che hanno stravolto la bellissima e morbida collina sulla quale campeggiano i resti di un forte militare, Forte Giolitti, uno dei forti a guardia dello Stretto di Messina. Nella memoria visiva di chi scrive , è chiara l’immagine di campi di grano, di distese di ulivi e in primavera una larga parte della collina si ricopriva di purpurei fiori di sulla.

Prosegue il nostro viaggio alla riscoperta delle tradizioni di Zaffaria. Con questa quarta intervista, eseguita alla sig.ra Leonardi Maria, la nostra ricerca si arricchisce di particolari interessanti che impreziosiscono il patrimonio etno-antropologico di Zaffaria. All’intervista, avvenuta il 6 Luglio del 2008 ed eseguita come sempre da Giuseppe D’Urso e Massimo Ferrara, ha partecipato attivamente anche la Sig.ra Leonardi Domenica.

Da quanto tempo vive a Zaffaria?

Dal 18 Maggio del 1935, anno della mia nascita, quindi da settantatre anni.

Cosa ne pensa del paese ai giorni nostri?

Da un lato è migliorato perché è aumentata la popolazione, ma è anche peggiorato perché manca di sicurezza e tranquillità. In passato infatti tutti stavamo con le porte aperte e non c’era alcun rischio di furti. Oggi invece non è così.

Abbiamo dovuto mettere anche le grate alle finestre.

Quali erano le tradizioni per la festa di S. Nicola?

Non ricordo la festa di S. Nicola, ma ritengo giusto che debba essere ripristinata.

E di quelle della festa della Madonna dell’Itria?

La festa della Madonna dell’Itria si faceva a Settembre, durava otto giorni e così si suddivideva: c’era la Novena, la preghiera dei Vespri, la Messa Solenne, ma non si effettuava la processione. Fu solo dopo che la seconda guerra mondiale terminò che padre Mondello, in segno di ringraziamento, organizzò la processione del quadro per le vie del paese. La sera sul torrente di Monalla avveniva la rappresentazione “du Cavadduzzu e l’omu sarbaggiu” e lo sparo dei fuochi d’artificio (per lo più “i ruteddi”).

I visitatori provenienti da S. Filippo solevano recitare dei versetti in forma di sfotto, poiché per la festa si sparavano pochi fuochi d’artificio:

“Ficiru a festa a Munalla cu sette suffalori e na rutedda, i genti si ricugghieru a padda du culu ci nisceru li butedda”

Cosa si organizzava per Santa Sofia?

Per S. Sofia si celebrava una Messa Solenne ogni prima Domenica di Luglio. Poi, a Messa finita, si procedeva in processione in piazza con il quadro del Cuore di Gesù che veniva posto in un altare montato in piazza e si consacrava il paese a S.

Sofia.

Nell’ambito delle feste patronali cosa si cucinava?

Durante le feste patronali si usava cucinare “a canni ‘nfurnata” (la carne al forno).

Che ricordo ha delle celebrazioni degli Anni Santi?

Ho dei ricordi bellissimi. Noi siamo stati fortunati perché ne abbiamo visti tre, ma i miei genitori e i miei nonni non gli hanno visti perché dal 1800 sono trascorsi 150 anni perché si ripresentasse l’Anno Santo a Zaffaria. Gli Anni Santi sono avvenuti nel 1967, 1978, 1989

.

C’era tantissima gente che assisteva alle celebrazioni e per l’occasione la chiesa fece stampare immaginette e acquistò molte ceramiche.

Anticamente in paese si tramandavano leggende particolari?

No, non si tramandavano leggende particolari.

A Carnevale cosa si organizzava?

La gente si vestiva di Carnevale e girava per il paese. Un’usanza era che gli uomini si vestissero da donna e viceversa.

E’ dispiaciuta per le condizioni in cui versa la chiesavecchia?

Si, sono molto dispiaciuta, non dovevamo far ridurre la chiesavecchia in queste condizioni, poiché li sono sepolti i nostri antichi padri.

Nella chiesavecchia, infatti, c’era e c’è tutt’ora una fossa detta “fossa di S. Sofia” in cui venivano sepolte le persone che non erano ricche

(

era una sorta di fossa comune).

Chi invece era ricco, e i parenti potevano pagare tale servizio, veniva collocato nella cripta, situata sotto la chiesa. I defunti venivano sistemati in dei sedili posti a cerchio nelle stanze della cripta.

Cosa ne pensa del portone in bronzo?

E’ veramente bello, un’opera molto desiderata, perché da maggiore dignità alla nostra parrocchia che possiede un così grande privilegio.Cosa augura per il futuro a questo paese?

Posso solo augurare che Zaffaria possa migliorare.

GIUSEPPE D’URSO e MASSIMO FERRARA

UN PAESE IN RIME

ANNO SANTO

Sono molti i ricordi che affiorano alla mente di quando si era bambini e adolescenti;certo ognuno, nella propia comunità,qualche ricordo

bello avrà;

chi ha la fortuna di abitare a Zaffaria da tanti anni il ricordo che più sfiora la mente della gente e quello del privilegio giubilare,che per

noi di Zaffaria è l’unico punto cruciale.

C’è chi ricorda quello del ’67 quando in piazza una marea di gente con gioia nel cuore aprivano l’Anno Santo ringraziando Dio Padre nella semplicità per

questo dono concesso alla comunità;

c’è chi ricorda quello del ’78 quando le campane suonavano incessantemente per attirare tutta

la gente che da ogni parte venivano per ammirare il nostro paesello e per ascoltare con

tutto il cuore la Parola del Signore;

c’è chi ricorda invece quello dell’89 quando i pellegrini con molta generosità fede e

devozione,venivano da lontano per la prima volta e chi magari ritornava con la stessa fede di

allora e con lo stesso amore per ringraziare nostro Signore.

Noi come Comunità, il Papa di allora dobbiamo ringraziare e ogni giorno per lui pregare, per aver elargito a noi gratuitamente questo dono

per tutta la gente;

noi, ogni qual volta il 25 Marzo coincide con il Sabato Santo, con devozione e fede nel cuore per un anno intero ci onoriamo

di questo grande evento eccezionale.

Anche se ora tanti anni dovremo aspettare siamo certi che con fede speranza e carità

la nostra Comunità si preparerà.

Nunzia Puleo

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