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Domenica 22 Agosto 1852. Anno terzo — Niim. 54.

n Hi

ANCORA SULLA PARASSITA DELLE UVE Una grande allivilà sì maniTesIò negli uomini della scienza e negli uomini pratici per isludiare la maialila delle viti e cercarne il rimedio, e il giornalismo degli ullimi Ire mesi ha istituita una cronaca speciale per questo disgrazialo argomento.

Anche in Friuli, se meritano fede lo relazioni che abbiamo ricevule, il danno ò grave, e non poche esperienze furono tentale per farlo cessare o di- minuire. Noi ci sentiamo in dovere d'incoraggiare queste esperienze, e di lodare le cure del Governo in proposito, com' anche lo zelo de' Municipii e (Ielle Accademie. Ed in ispecialilà merita encomio uno scrino del dottor Giulio Andrea Firona rela- tore della CommiiJsione eletta dalla nostra Acca- demia per isludiare la malaltia delle uve dal lato teorico e dal lato pratico, scritto che speriamo di comunicare ai nostri lettori in un prossimo numero.

Intanto fed'ili al nostro olllcio registriamo qui sotto allre opinioni in continuazione alle già ennunciate.

Parte teorica

Il dottissimo nostro Italiano A. Bérenger da Pieve di Cadore, in un esteso ed altrettanlo in- teressante articolo inserito nel ColHcalore^ prendo dapprima a dimostrare che il micromicelc, che è causa del morbo odierno delle nostre uve, non è altrimenti la criplogania da altri descritta sotto i nomi di Picchiola^ dìdimi Tiickeri^ Mucor stolonifera ed altri ancora;, ma bensì quella indicata dal no- stro Filippo Rè nel suo Saggio sulle malattie delle piante col nome di Albugine^ anlcriormcnto chia- mata da Linneo col nome di Mucor Ertjsiphe^ da Persoon Sderntium Erysiphe^ da Yallroth Alphi- tomorpha^ e da altri Erysibe; e dichiara essere realmente la Erysiphe communis^ di cui si offre la descrizione dal Mei/eti che tanto quadra con le belle osservazioni del signor Giuseppe Gherardi di Asola.

^ Il carattere generale di questa parassita, se- condo il citato Mcijen^ è questo: nel suo nascere

\a mulfa è una tela delicatissima con fili per lo più disposti in ordine periferico-raggiante, i quali diramandosi ed intralciandosi a vicenda, formano delle macchie bianche forforacee, visibili ad occhio nudo. 11 microscopio fa vedere chiaramente che questi fili serpeggianti ed orizzontali generano nei loro rincontri degli appiccagnoli (^pylhmena') la laercò di cui si attaccano all' epidermide delle foglie.

„ Per un secondo grado dì evoluzione quei fili orizzontali emettono un numero più o meno grande- d'altri filuEzi che s'innalzano verticalmente e quasi lutti ad una medesima altezza. Dapprima sono un poco claviformi, quindi allungandosi, mostrano di avere qualche diaframma, e finnlmenle si conver- tono in fili articolali, i quali presentano alla loro sommità otricelli clinici, effetto di una disartico- lazione, e. per cui finiscono col distaccarsi dai fili stessi. E questi otricelli sono veri sporoidi^ allì a germogliare, come facilmente si può farne esperi- mento. Per Io più la crittogama si arresta in que- sto slato di evoluzione, in cui emana un odore spiacevole di muffa; ma pur sovente s'incammina alla sua perfezione. In quest' ultimo caso nascono dai fili orizzontali alcune vescichette proligere, tonde od elittiche, dapprima scolorale, poi gialle, brune e finalmente nere, circondate da un pirenìo Qperilecio') più o meno solido, dentro il quale tro- vasi una sostanza mucosa ed iin certo numero di vescichette, ciascuna delle quali racchiude da 3 a 4 spore. Da esso peridio si dipartono, in forma di raggi, alcuni altri fili, che diconsi fulcri^ e eèr-

\ono probabilmente ad alimentarlo. "

Parte pratica

„ Falli numerosi e sopratlutlo l'autorità di Meyen ci deve convìncere, vestire Valbugine un carattere puramente cpifitico^ sognalamcnte quando la paras- sita non giunga allo stalo di vera fruttificazione.

Per lo più questa malaltia si propaga nella dire- zione dei venli domìnanli e dall' allo al basso de- gli alberi ed arbusti per effetto di gravitazione.

La diffusione è quindi d'un contagio aereo, ossia di un trasporlo delle spore della parassita; e lo sviluppo si manifesta lanlo sulle parti provvedute di pori inalanti, come su quelle che non ne hanno. "

Dei rimedj proposti dalla R. Accademia di Agricoltura di Torino si crede utile di riportare la seguente conclusione:

y, Di tulli i mozzi slati raccomandali per pre- servare le viti da nuova invasione della crittoga- ma la potatura autunnale, sembra la più efficace.

Gioverà pure il togliere allo viti la vecchia scorza, sotto alla quale si possono annidare i seminoli della crittogama; e ben anche Io esportare lo strato superficiale della terra sottostante. La spesa s a - rebbe largamente compensala qualora si giungesse a distruggere le future generazioni della critto- gama slessa. Forse a ciò gioverebbe un rigido

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inverno. Ritengasi però altamente che la m»Ia!lia dominante è malaltia deW uva e non della vite^

onde il troncare le vili non può riuscire ciie a danno; in quanto Md incisioni praticale sul pedale la scienza non può approvarle. ''

C O S T U M I I.

risola 0~Taili

Presso che a mozza via tra l'America meri- dionale e la Nuova Olanda, in quella divisione del Globo che i Geografi con vario nome appellano Oceania, Malesia, o Polinesia, trovansi le Isolo della Società, fra cui la principale è 0-Taili. E tante lo sono d' alterno sorelle, Isolelle, e scogli, che il trailo di mare il quale le conlieno ed ab- braccia, chiamasi Arcipelago di 0-Taili.

Fu nel 1606 scoperta da Quiros^ uno di quei numerosi avventurieri, nuova specie di cavalieri er- ranli, che avidi di gloria e di oro si alfidano allo tempeste di un mare sconosciuto in cerca di qual- che frammento del Nuovo Mondo, pur allora, donato dall'italiano Colombo al re di Spagna, che per iuUa grotiludine lo caricava di catene.

Egli la chiamò Sagillaria : poi l'inglese Wallis ivel' 1763 le diede il nome del re Giorgio JU. poi lìòuga|nville noi 176S la ballezzò Nuova Citerà : poi nel 1773 gli Spagnuoli la chiamarono Amat:

linalmente Cook nel 1774 le restituì il suo vero nomo indigeno, col quale ò presenlemenle cono- sciuta. Cambiò diverse volte il padrone titolare:

fu per mezzo dei Missionarii soggetta al dominio inglese, dal quale si sciolse nel 1823: ed ora, con alcune delle allre isole che la circondano, cosliluisce un regno particolare sello il Prolello- Éalo Francese.

Ognuno che sa come i polenti lulelano i de- boli, può (acilmcate immaginarsi che razza di prolezione sia quella.

La corona vi è crodìlaria, comò vi è orodi- larift l'influenza e il pelerò di alcuue nobili fa- miglie,, discendenti dagli originarii capi-tribù, non tanto por riconosciuti diritti, quanto pel rispetto che conserva il popolo alla loro antichità ed allo storiche memorie della patria.

0-Taili ha 40 leghe di circuito; ed ai tempi di Cook, che la vide armala per una spedizione guerresca, melicva in mare oltre a 60 mila com- ballenti, ciò che l'indusse a calcolare che l'intera popolazione fosso di 200 mila. Oro, grazia ai civilizzalorì, al dominatori ed ai protcllori di Eu- ropa, ne conta appena ottomila. Egli è solo da pochi anni cho i Francesi finirono di sterminare i]n corpo di indigeni, i quali ritirali nella forte posiziono dì Tanlahun, vi difendevano la nazionale

indipendenza e non volevano saperne del loro proleltoralo.

il capo-luogo dell'isola è ora la piccola città dì Papeete, che colle sue giaziose abitazioni al- ternate da ameni giardini, si stende in riva al mare per lo spazio di circa un chilometro. Il pa- lazzo, dell'amministrazione francese ombreggia su- perbamente quello della regina, come palazzo di signore che torreggia sopra 1' umile abitazione del castaido.

Al pari di quasi tutte le grandi isole dell'O- ceania, avanzi o prodotti di estinti vulcani, 0-Taiti è circondala da arìdi scogli, tagliali a picco, eh©

le servono come di robusto bastione. Cosi difesa dalla natura, sembra destinala alla calma ed at riposo. A due o tre miglia dalla spiaggia, un vento fresco, spesso violento, commove ed increspa il mare; ma quasi arrestato da mano invisibile non lascia giungere a terra cho un sollìo mite e leg- giero, mentre le onde si frangono contro i coralli che imbiancano dì spuma. „ Sì direbbe, scrive un

„ viaggiatore un pò arcadico, che Venere abbia

^ steso attorno a quest' isola il suo cinto per

„ difenderla dalle procelle. "

L'interno si va gradatamente elevando incolli ed in monti, sui. quali piìi sublime si spinge il diadema, così chiamato, perchè sull' estrema sua vetta si innalzano delle punte che si vollero pa- ragonare ai raggi di una corona.

Ruscelli e fiumi di aqua dolce balzano in pit- toresche cascale da quelle alture, serpeggiano

per amenissimo valli, si raccolgono in limpidi la- ghi, si travolgono fra fiorilo sponde al mare, ed alimentano una vegetazione ollremodo vigorosa.

1! clima vi è caldo, ma senza ì soU'ocanli ardori dei tropici. Cresce ivi spontaneo il suc- culento igname, il fragrante ananas ed il doralo arancio : vi si coltiva cori mollo frutto il tabacco- e lo zuccaro ; e quei boschi ridondano di ogni più ricco dono di natura. Laonde vi trovi e l'al- bero del pane,-provvidenza pel viaggiatore smarrito»

nella solitudine di quelle selve - ed il banano, cui i botanici, quasi a significarlo derivalo dall'E- den, chiamarono musa paradisiaca - ed il bambù, canna gigantesca, sì ampia da farne otri, sì forte da mandar scintille sello i colpì della scure - ed il sandalo, legno preziosissimo alle arli ed alla medicina - ed il cocco, che solo basterebbe ai bisogni di quelle popolazioni

Il suo fusto serve alle travature delle case ::

le foglie, se intiere ne coprono il tetto, se ia- trecciate ne formano le stuoje, le imposte, i tap- peti. La corteccia del frullo si converte in filo, in cordnggi, in tela: la noce costituisce poco meno- che tulio il vasellame da tavola: h» mandorla ra- schiala ed impastata con altri farinacei compone il popoì) il più comune de'cibi ivi usati; e tor- chiata, dà un' olio buono per i' illuminazione e pìv la cucina. Il succo, cavalo con incisioni dalla corteccia, dello vino dì palma, somniiuislra una

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bevanda acìdula gralissimn., che colla fermentazione diventa spiritosa inebbrianle; ed j giovani ger- mogli si condiscono e si mangiano in ogni manìe"

ra isollo il nome di cavoli di cocco. Una di quelle immense foglie avvolta attorno alle reni tien luogo air indigeno di ogni vc^tìrnehlo : accarto'ccialn gli fa da capello: dirizzata ad un antenna, serve dt vela alla sua piroga.

• E se fra quella lussureggiante vegetazione, fra quegli alberi giganteschi cresce talvolta sten- talo ed intristito il legume od il fruito d'Europa, gli è che I soldati della guarnigione, e gli impie- gali dell' amministrazione ne portarono seco i semi nel lontano esìgilo, e con ogni cura cercarono di educarsi dappresso come un olezzo dei giardini nativi. Tanto è cara e dolce cosa la patria, e tanto amore gone V uomo in lutto ciò glie la r i - corda lontana.

II.

Gli Aù itati li

Gli abilanti dell' Oceania in generale appar- tengono alla razza o varietà umana che i nalu- ralisli chiamarono malese^ distinta da colorilo cu- preo od olivastro, occhio profondamente incavato sotto follo e rialzato sopracciglio, naso alquanto schiaccialo, labbra grosse ed ampia bocca con candidissimi denli, mento rolondeggiante, capelli folli e nerissimi. Gli uomini hanno alla e robusta corporalura, e le donne, specialmenio le Tailiane, sono rinomate pei loro vezzi, e per l'inimitabile loro grazia. Quanto al carattere morale, i malesi hanno fama di crudeli, di ingannnlori, di perfidi, di Iradilori; ma i viaggialori convengono in una ccceitione a favore di 0-Taìti, da allribuìrsi in- dubitamenlo, come osserva Vircy, alla benefica dolcezza di quel dima, «Ila slraordinaria bellezza dì quel suolo. Tanto è vero che spesso 1' uomo non ò se non lo specchio dì ciò che lo circonda.

Gli Europei portandovi la loro civiltà e r e - ligione ne raddolcirono i costumi; per cui cessa- rono i sacrificii di umane xiUìme e tulle le cie- che superstizioni ed i barbari riti, con cui i sel- vaggi anzi che venerare un Dìo di amoro, sem- brano voler scongiurare un Dio dì vendetta.

Ora i Tailiani hanno abbracciato il crìslìane- simo, del quale uno solo è il precetto che durano fatica ad osservare.

Scaldati da quel fervido sole - in mezzo ai balsamici eflluvii di un suolo privilegialo - nulrilì, presso che senza lavoro, dai fruiti più sostanziosi e più saporiti - invitali' all' ozio ed alla mollezza dall' eterno sorriso di quell' amenissima natura, essi non farebbero altro che imitare le tortorelle e dar ragione a Bongainville, che chiamò la loro isola Nuova Cilera.

àSiccome però la cosa non camminava secondo tutte lie formalità legali, così i Missionarj inglesi

cercarono di far loro intender ragione; mn essi

«srollavano le ìore ammonìzìotìì coììo stesso frutto uè più né meno, col quale «un avaro dormirebbe ad una predica sulla carila. Allora i Mìssìionnrii, imposero una multa sopra ogni contravvenzione al quinto comandamento, ed ordinarono un corpo di sbirraglia, incaricalo di fare una pesca, slmile a quella, che fece Vulcano di Marte. E la pesca riesciva copiosa: ma le cose andavano di male in peggio, giacché l'amore per pìitor pagare l'am- menda, dalle licenze poetiche era disceso alla pro- saica venalità. Fu toKa dunque l'ammenda in da- naro, ma si condannarono invece ì delinquenti ad una, a due, o più giornale di lavoro secondo il caso-, ed egli è per lai modo, che coi peccati delle Tailiane venne costruita una magnifica strada, che a poca distanza della costa circonda tutta r isola.

Le Tailiane Umano appassionatamente la mu- sica ed il ballo; ed è sorprendente e piacevole cosa il sentirle cantare con agilità ed espressione i mofim del Bellini e del Donizelti, spietatamchlo lacerandone però le parole, che non sitnno com- prendere e pronunciare. Meglio riescono nei balli, 0 poche forse delle nostre signore strisciano pifi mollemente il vallz ' od accentuano con maggior grazia la polka, che co! loro linguaggio tutto vocale, tulio armonioso chiamano potirila. Poi han- no le danzo nazionali, roupa-oupa ercdiiala per tradizione dai loro antichi, ed il paiaone.^ di in- venzione lulta recente, ed espressione coreografica della maraviglia e dell' ammirazione, destala dal battello a vapore. Due lunghe filo di dauKanli, rìu- nenlisi alle eslremilà, descrivono una elissi acuta dio raffigura il cossero: due gruppi sui lati rap- presentano le mole: un ballerino nel mezzo con un immensa pippa finge il camino e dirige lulta la macchina. Incomincia la musica - il corpo di ballo l'asseconda con un monotono canto - l'uo- mo-camino manda per aria enormi bulli dì fumo - le ruote si mettono in rapirlo movimento con strane sgambettale e telegrafici giri di braccia - ed il vivente battollo corro, si arresta, vira di hordo^ mtìnowa^ come piroscafo salìe acque. Vi- vaci di immaginazione, ma. non sapendo far odi e sonetti, quei popoli traducono cosi le proprie im-- pressioni in glissèz ed in balancès^ che pur hanno maggior poesia dì lanli e tanti dei nostri versi.

Queste fesfevoli adunanze, questi allegri con- vegni si tengono nei giardini della Piccola Polo-^

nia, quartiere per la massima parte abitato dagli ufficiali che per degnamente sostenere la fama della francese galanteria, si danno poi tulla la premura di accompagnare a casa Io in<tancabili e gaje lor ballerino. E siccome la bellezza di quel cielo sereno, la frescura del nollurnò venti- cello, e quelle misteriose ombre ìnbalsamale di inebbrianlì olezzi, sembrano invitare a romantiche conlemplnzioni ed a poetici passeggi, cosi si fanno dì ben longhi e ben lenti giri prima di giungere

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-

air abiltizione, e quei cocchi, quei banani, quegli ananas diventano testimonii di mille amorosi col- loqui! e dì mille sceao cminentemento anacreon- tiche. - Non c'è a che dire: 0-Taitì continua pur sempre a meritarsi il nome di Nuova Citerà.

Tra le varie arti portatevi dall' europea ci- viltà, bisogna menzionare la tipografica. La stam- peria di Papcete ha già pubblicalo diversi libri di divozione .0 dì elementare istruzione, e sta ora per dare alla luco u» saggio di lelteralura straniera, in capo al quale farà gemere una traduzione del presento articolo. E tra queste orti Iq meno ap- prezzativi sono quello del cnlzolajo e del sartore;

ì Taitiani non ne vogliono sapere. Gli uomini ve- stono un semplice pantalone di ilio indìgeno di gelso papirirero, o si cingono le reni d'una pez- zuola, .0 pili adamìticamente ancora d' una foglia di cocco: le donne portano un parco^ che dai fian- ehi scende poco oltre il ginocchio, ed una tapa^

specie di camìcia ampia ed ondeggiante, abbot- tonata al collo e sparala sul petto, che tutta le copre sino alla noce del piede. Ma di scarpe o di stivali nemmeno T ombra. È un lusso od un impaccio sconosciutovi.

La vaghezza del silo, la dolcezza del clima, la copia dei fruiti e la buona indole degli abitanti, riia specialmente d'elle bruno ed ardenti abitatrici, ha crealo ad 0-Tuiti la fama di un giardino d'Ar- mida; e la memoria e la speranza di quest'isola sorride al pensiero dei uaviganti, come il Paradiso di Maometto ai fedeli del Corauo.

IIL

La Regina

Coma ai tempi di Cook regnava in 0-Taili la regina Oberea, così vi regna ora S. M. la re- gina Wahina Pomarè sorella di Pomari) III, figlia di Pomarè II, figlio di Pomarè I, lìglio di non so chi, ultimo conline dì qualsiasi anche più nobile genealogia. Qui si verifica a punlino il famoso detto:

le rol régne^ ne gouoérue pas^ poiciiò chi governa di fallo 6 la Francia. La regina, olire al titolo ed agli onori, godo però moltissima morale inlliionza, oon solo sul suo microscopico regno, ma anche sulle popolazioni e sui capì di diverse vicine isole, che ne formavano parto una volta; poiché la me- moria e le tradizioni dei Popoli sono più polenti (?he non lo arliliciali divisioni della politica.

11. più illuslre do' suoi antenati ò senza ec- cezione Pomarò II., il quale dopo di avere per lungo tempo innslicato e digerito un codice eno- fobico ossia una raccolta di leggi contro l'ebbrezza,

deguo emulo di Alessandro e di Attila, lini col morire ubbrinco. Nel che non poteva mostrarsi più logico, perchè nulla doveva riuscire sì valevole ed elFicace a dissuadere i suoi amatissimi sudditi da questo bruito vizio, quanto il vederne lui stesso miserabile ed esemplare vitlinta.

La regina Pomarè ha oltrepassala la quaran- tina, e cogli anni ha acquistala molta gravità, molta posatezza e molla rotondità. Ben si ricordano ta- luni che una volta, quando non era che la bella, la giovane Aimala, andava pazza pei notturni pas-~

seggi, per l'ombra dei balani, e pei misteriosi in- contri: ben si sussurra che appena salila al trono aveva molto stentalo a cambiare abitudini e a de- gnamente emanciparsi dal fango delle volgari pas- sioni..., la regina Poniàrè è una di quello crea- ture cui, come alla Maddalena, sarà mollo perdo- nalo, ed ora in fin dei conti è una donna savis- sima ed esemplarissima, anzi un pò troppo esi- gente, un pò troppo severa.

Lo sa il povero Arii-Faitò suo principesco, suo presso che reale compagno, del quale si mo- stra terribilmente gelosa, poicbó sconoscente al- l'onore cui venne innalzato sL permette di trovar belle ed amabili anche le suddite, anche le plebee, e si studia di farsene amare un pochino. Essa lo fa sorvegliare da' suoi malois^ specie di polìcemens o di guardie, che se lo trovano' in arcadico col- loquio con qualche amadriado lo legano senza com- plimenti, e lo conducono a corte, dove, come sco- laro collo in fallo, viene assoggettato a certo nu~

mero di stallilate. La cosa ò storicamente vera : le slamiate ad 0-Taili formano uu interessante ca- pitolo del codice conjugale, codice pel quale la regina pretende una strettissima osservanza.

Arii-Faitè è più giovane della sua moglie ©•

signora, è grande, rabusto, tarchiato, ed un pò' dolce dì sale; ma siccome la regina ha inteso di' farne non un re ma un marito, cosi non è per nulla inferiore alla propria posizione.

Un Tenente di vasce-llo, che a bordo dell'A- slrolabio visitò nel 1850 0-Taiti, narra alcuni interessanti particolari che compendiamo dal suo giornale.

„ Avendo Pomarè accettato un invito a pranzo dal Comandante, noi avemmo l'onore di possedere- a bordo tutta la famìglia reale che vi fu ricevuta- cogli onori mililari, a suono di banda ed a sbaro di cannone. La regina si era in quel giorno abbi- gliata in cerimonia, portava una specie di mantO' di' seta nera ricamalo con assai cattivo gusto a fiori, aveva anelli carichi di brillanti alle dita, una corona di fiori gialli al capo, e, insolita cosa, calze- e scarpo ai piedi. Arii-Faitè, pur egli stivalato, sudava sangue ed aqua, sotto un cappello da g e - nerale, ed un abito blou con spallinì da capitano.

Era una vera maschera grottesca.

„ Al posto che doveva occupare la regina, si era apparecchiala, eminente sopra lo altre, una gran sedia d'appoggio coperta di velluto rosso, &

sormontata da una corona di fogliame, che cir- condava la sua cifra di fiori, attenzione che lo' chiamò sulle labbra un sorrièo di compiacenza»

Essa ha un porlamento pieno dì digiiilà: il suo- sguardo espressivo, e forse un pò duro, non con- serva più la traccia dei vulcanici ardori che di-

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vorarono la sua giovinezza ; il suo spirito si dice collo, pronto, e pieno di risorse nella conversazione.

Noi non potemmo giudicarne per prova, dncchè a .quel pranzo non pronunciò che due parole: he (sì) ed aita (nò), secondo che accellava o rifiutava ciò che le veniva oll'erto.

• 3, Il prìncipe-sposo parlò la metà meno dì sua motìrlie, guardandosi bene dal rispondere «j7a, qua- lunque cosa gli venisse porla dinunzi. 11 suo ap- petito è esemplarissimo; d'una coslajuola non fa- ceva che un boccone, ne faceva due dì un beef- aleak; e mangiò da solo duo terzi di un pasticcio e dite metà di uii dindio. Si dice anzi che quando sali a bordo non avesse che terminalo di far co- lazione, e che appena tornato a corte si sia messo a cena.

„ Un suo vicino di tavola gli domandò scher- zando, se la sera non sarebbe volentieri venuto con lui a cercarsi compagnia sotto certi banani di amorosa memoria. Ile liè^ rispose l'infedele marito cogli occhi accesi e colla bocca dilatala ad un sorriso di compiacenza; poi die di traverso un occhiata alla regina, per tema ohe l'avesse sentilo;

finalmente, tirando un sospiro di rassegnazione, e pensando forse ai matoìs^ fece macchinalmente il gesto d'un soldato che porta la mano alla giberna.

Sotto il materno regimo della Pomarè e la paterna protezione della Francia, spassandosi con- tinuamente, danzando, e facendo all'amore, i Tai- tiani dovrebbero essere perfettamente felici. Pur che volete...?

Come, lanciato un sasso nel lago, si diffon- dono intorno dei cerchii concenlrici, che sì vanno lentamente perdendo sulla placida superfici(5 dello acque, così le ultimo procelle d'Europa propaga- rono le estreme loro ondulazioni fino agli antipodi, e vi eccitarono delle velleità rivoluzionarie, dei pruriti di novità. Anche i Taitiani si scossero : e taluni - ingrati! - rinnegando la regina, preten- derebbero un vero re maschio, uiirì - bricconi ! - vorrebbero stabilire una repubblica. Noi vogliamo credere che non ne succederà nulla; e pieni di simpatia per la regina Pomarè, alla quale non sap- piamo rimproverare che il goloso abuso del con- jugale stallilo, speriamo che continuerà ad invec-

«hiare e ad ingrassare sul trono, per il bene mag- giore dei suoi popoli *).

*) 6li ultimi numeri de" giornali americani annunciavano elio la rivoluziono aveva sbalzato dal trono la reg-ina Pornaró : ma Hltr-i'iori notizie smentirono (ali dicerie.

Donna, perchè sì mesta,

E gli occhi hai pieni di profondo duol, E la gentil tua festa

Perchè abbaudonl reclinala al suol?

Non eri tu che lieta,

Mollo non è, tulli allielavi? Or di:

Qual mai nova 'e secreta

Cura ti strinse, e t'ange il cor cosi?

Ah tu non mi rispondi,

Che parole non trova il tuo dolor:

Ma ratta mi nascondi

Col volto fra le palme il tuo rossop.

La colpa tua .m' addila

L' aspetto, la vergona, il pianto invan Terso con pronte dita,

E il sospiro che stride infra le man.

Ahi poveretta, in quale

Abisso un alto sol ti trascinò!

Oh reo bacio fatale,

Troppo mentito e troppo debol no!

Mira che sovra sponda

D'orrendo precipizio hai spinto 11 pie\

E già già il cor seconda

L'urto, che verso al fondo altri gli die'-:

L' orlo è di mei profano

Asperso, il vaso d' amarezza è pien, Pianto òvvi dentro, e vano

Ridomandare irredimibil ben.

In fronte a te le chiome

Si rizzeran quando dovrai sentir Scherno alla plebe il nome,

11 nome tuo ciascuno maledir.

Se a' tuoi bambini un riso.

Un bacio chiederai confortator, Sol leggerai nel viso

Copia del padre, il maritai rigor;

E se r inconscio sposo

L' ignoto affanno tuo lenir vorrà, L' antico atto amoroso.

La parola del cor dove sarà?

0 misera e rea madre.

Quel de' tuoi parvoletli amor non è?

Or chi a' tuoi figli è padre,

E dì madre l'onor chi te Io die'?

Chi quando cederanno

Gli anni tuoi verdi alla cadente eia A cónforlaro il danno

Dell'egra tua vecchiezza resterà?

Non già colui, mei credi.

Che sta già per averli in suo poter, E presso ora li vedi

Picn di carezze e riso lusinghier.

Ben di crudi tormenti '

Ti sarà fabbro in gelosia dì te, Spesso avrà fieri accenli, '

E sazio alfìn ti romperà sua fé';

Sol quegli, a cui rapito

Sarà di tanti affetti il più bel fior, Avrà, fedel marito,

Aperto il seno a ricettarti aticor.

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Di dìii'onor,' di scorno,

D'eterna onlo moccliiala, in odio al CìeI, Qual rnai farnt ritorno '

Alle Iradite broccia, nlmn infedeli Forse a' snoi ligii avrai

Ne'ligll dell'error furalo il pan:

Con che cor slenderai

Sul lello del dolore a lor le man?

Ah cessa, e ti rinfranca

Neil' «nlico rigor di tua virtù:

Un passo sol li manca,

K non sei moglie, «è sei madfe più.

GrAMPlEHO ARCIPRETE DE DOMINI.

L' UOMO ED II. BACO

Trovandomi alcuni giorni fti presso un agro- nomo mio amico, osservava in un ampio apposito stanzone lo farfalle del filugello, che deponevano sovra distese lenzuolo la loro preziosa semente ; ed il mio spirilo si addormentava frattanto in una profonda meditazione.

E cosa, che a noi letterati, scienziati, filosofi.

e giornalisti succede molto spesso.

E così meditando... meditando, trovai cheli baco da seta è una perfettissima immagino dell'uomo.

Appena sbuccialo dal suo ovicino, e per tulio il corso delle suo prime età, il baco non sa che mangiare e dormire.

E che allro fa Y uomo ne* suoi giovani, o spesso anche no'suoi provetti anni, se non imitarlo?

Solo, corno animale più grosso, ha maggioro appelilu, non si nccontenla di nn cibo solo, e sì mangia spesso in brevissimo tempo qufinlo doveva bastare a manionerlo por tutta la vita. Poi, come essere ragionevole, dopo un buon pasto vuol an- che bere; e lauto se ne compiace, che dopo aver bevuto per bisogno, bevo poi per ozio, per ca- priccio, per vizio, per moda.

Quanto al dormirò... non avete che a guar- darvi nllorno e Iroverelo dei gran dormienti e a scuola, a prodica, allo studio, all'ullicio, dappertutto.

Vi sono perfino di quelli, che dormono leggendo VAlckiminta Friulano!

Il baco cambia quattro volle la pelle; l'uomo {homo prudens dì Linneo) non solo cangia pur egli pelo e vizio, malgrado il proverbio, ma si mostra talora straordinariamente docile a cangiare, per maggior suo comodo e vantaggio, anche abito, colore, opinione e linguaggio. - Sapete perchè Molastasìo sarà sempre più popolare d' Orazio?

Perchè è più facile tenere a mente:

Spesso è costanza il variar pensiero^

che stamparsi in petto:

Firmi et lenacìs proposHi vir.

Juslum et tenacem propositi virwn.

II bacò patisco una mezza dozzina di malallie:

l'uomo, l'essere più perfetto della creazione, ne patisce, giusta il calcolo fatto da Sagar, 2500.

Guardate quanti uscieri ha la morte.

Dopo di essersi ben pasciuto e fatto adulto^

il baco alza la sua testolina, la crolla in alto di disprezzo e-di sdegno sui biascicali avanzi della foglia e sul lello innaridilo, poi Iroyato un baston- cino, un fasccllo, vi si appiccica colle sue gambe e sale al bosco. Sublimìa pelil. Lassù in mezzo agli intrecciati ramoscelli si ravvolge con lento e pa- ziente lavoro nel bozzolo, rinchiuso nel quale, privo di luce e di cibo, cambia veste e natura, ed accovaccialo ed immobile nspella il tardo svi- lupparsi di una più alacre vita.

Così il giovanotto, dopo di essersi bene im- bevuto di sciènza, ossia dopo di aver falli in qual- che modo gli esami universìlarii, ciò che torna presso a poco lo stesso, torce fastidito il guardo dalle scolastiche pastoie, o grattandosi la cassa del cérebro e g'uardando all'insù, medita: quid fa- ciendiiin? Poi s'avvia anch'egli a fare il bozzolo, e per dirla in volgare si accantuccia praticante in uno studio, alunno in un uffizio, pappino in uno spedale, e vi lavora e suda - e prende un con- legno bm-ocratìco, un abito meno bizzarro, un faro più posato - e spinge talvolta l'abnegazione fino a tagliarsi l'invisa barba e i mustacchi - e suda e lavora gratis, amore Dei ~ e aspella... aspetta...

aspetta che la gli venga buona. - Dopo un lungo e paziente lavoro in ammollire e districare le av- viluppate fila della serica prigione, il baco, diven- tato farfalla, riesce alla luce, si dà una stiratina alle membra come uomo appena desio dal sonno, poi lutto gajo e superbo de' bei cornetti che gli ornano il cupo, d'un corpicciuolo più assestalo ed elegante, di più snelle gambe, e di due paja di ali,_

tulio si ringalluzza, e corre e svolazza d'attorno in cerca di una compagna.

Qui l'analogia è meno evidente. È ben vero che talvolta anche l'uomo all'uscir del suo bozzolo cambia la veste, sciupata al lavoro, in una magni- fica Ioga, in un bell'abito ricamato, o in qualche altra cosa di simile: ò ben vero che per meglio assomigliarsi al baco inl'arfallato si va anche egli allora generalmenlo buscando un lanlino di moglie;

ma quanto alle ali... sono cose estremamente rare.

Sono più comuni i cornetti.

Voli dunque pochissimi - alcuni salii - scap- pucci e capitomboli frequenti.

La farfalla finalmente corre pericolo di cader nelle mani di un bacofilo, di un entomologico, di un zootomisla, che le fa addosso nolomia e che la infilza con un ago in un quadro per mostrarsi intelligente di storia naturale. Così un povero ga- lantuomo quando uscito dallo mani dei medici o dei becchini crede di poter riposare in pace, da spesso nella penna di qualche necrologanlo che ne strazia la memoria in una biografia- e la conficca alla pagina di una gazzella.

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- srs

Che se, hf^niijni lellori, ammirando queste mio profonde medittìzionr, ed interessandovi ni loro autore desideraste sapere a quale stadio bacolo- gico io mi trovo, vi confesserò candidamente che sono ancora una povera crisalide, ma che spero e faccio ogni verso di poter uscire dal bozzolo prima che il gialdone ed il negrone mi vi calci- iiino del lutto.

CRONACA SETTIMANALE

Anche In Turchia quanto pn'ma sarù iillraverstila dalla locomotiva. Senza (lire fU>llii strada ferrala di Suoz i cui lavori occupano tante braccia, una nuova arteria sta per essere in- trapresa da Costantinopoli a Belgrado. La società inglese che ne ò nssunirice, qtiand'' anche non ancora munita del rescritto imperiale, considera V impresa come cosa certa e tratta coi Pusciii per la cessione dei fondi occorrenti. Pure che questa linea non ubbiu o riuscire che come una sezione d' un' altra ben più lunga, la quale dovrebbe mettere in comunicazione la Turchia europea col eentro deli' Asia ; cosa non del tutto, i n -

credibile quando si pensi che IJi le dillìcoltù del terreno, u segnatamente gli accidenti orografici non sono tanti e così serii Como sulle nostre strade, e che gli inlrnprendilori inglesi am- moniti dair esperienza, non si abbandoneranno così ftii'ilnicnle alla mania dei grandiosi edificii che nlteslano, se si vuole, il ganio dei tecnici ma non le virtù economiche degli Stali.

Il giovane macchinista signor II. lloe ha costruito per In stampa del giornale il New-Jorck-Nerald una macchina a va- pore dell'altezza non minore di venti piedi inglesi; essa con- tiene otto grandi . cilindri, e du' suoi torchi escono stampate veni' ottomila copio all' ora. Otto uomini lavorano quando la macchina è in atiivitA, e si calcola che a produrre T eifetto di questa macchina co' mezzi ordinar] sarebbe mestieri la mano d' opera di ottocento persone.

L' accademia di storia a Sladrid pubblicherà una collezione delle principali leggi, statuti e privilegi municipali (fuerqs) delle jìfovincie e delle grandi città di Spagna. Per raccogliere i testi di que' documenti, T accademia lia nominato una Commissione composta di vonli storici, legisti, orientalisti e paleografi, che rovisteranno a tal fine tulli gli archivj locali. Presidente della Commissione è il signor Pasquale Gayangos, autore di dotto ricerche sulla storia antica della Spugnò clui'unte il dominio dei Mori.

Una bibbia tedesca di Magonza stampata secondo gli uni nel 1 4 6 0 - 7 0 , secondo altri nel lfi()2-G7, è slata comperala da un bibliomane inglese, il marcliese di Blandfor<i, al prezza di 2000 lire sterline. Lo stesso marchese pagava, or fa qualche anno, 2260 lire sterline il solo esemplarci completo dell'edi- zione Valdofar del Decamcrono, stampalo nel l'17I a Venezia, lìgli possedeva già un esemplare dello slesso libro, ma era mancante di cinque foglietti.

L' accademia delle scienze, lettere od arti di Roncn ha data una medaglia d' oro di 500 franchi ni signor Lcsguillon in premio d' una sua memoria suU' influenza funesta della . consorteria nelle scienze, nelle letture e nelle arti e sui memi

per rimediarvi. Il signor Lesguillon era già stalo coronalo quest' anno all' accademia de' giuochi floreali a*^ Tolosa per il sua poema il Telescopio.

La seticoltura, questa miniera d' oro dell' Ifalia, pare vo- lersi ora Impiantare bene nell' Ungheria. Diccsi che ad Arad il conte fladik ha prodotto molta seta, ed ora ci si comunica, che a Nuova-Pest si pianterà un gran vivaio di gelsi, onde prov- vedere i futuri selicoltori della foglia.

Victor Hugo pubblicherà un libro inlllolato Napoleone il piccolo ! Come si perdono i grandi uomini ?

La Congregazione municipale di Venezia ha slabililo di promuovere uno stabilimento cospicuo di bugni in quella città, e a tal fine ha deciso di assicurare un doto interesse a chi nu assumerà l'impresa per un capitale non superiore ad un m i - lione di lire auHtriache; ed ho inoltre incaricoto il municipio di scegliere una commissione, che raccolti i progolli, ne faccia tema di studio, e speciale proposizione, da approvarsi in istra- ordinaria comune adunanza. Il concorso è stato aperto, e In GuMetla ufficiale di Veneùa.j N. 182 ne contiene le condizioni.

Allo sfabiliinenlo de bagni tiovrchWessernc. cggiunlo nn seconào al Lido nel quale co' meccanismi che oggidì si usano ne' bagni marini d'ollrcmonle, le persone potessero essere slancialo con- Iro l'onda del maro,' ciò elio é ricercato da molli o corno ri- medio prescritto in alcune malattie, o come sollazzo.

Il professore di fisica presso l' universitii di Post ha mo- strato il 30 luglio a' suoi allievi una batteria elettrica alla Grove, migliorala mediante esperimenti di varj anni e non lieve d i - spendio, colla quale è al caso di produrre de' prodigiosi ef- fetti elettrici. Diccsi aver destato la massima sorpresa il lume elettrico generato da questa batteria, la cui fiamma fro volte minore di quella di una comune candela stearica produsse una luce da 7 a 800 volte piìi intensa, dimodoché quantunque la sala per mezzo de' molti finestroui fosse rischiarata dal pieno giórno, gli oggelli che vi si trovavano riflettevano un' ombra separata.

Nella distribuzione de' prcmj fatta nella grand" nula del- l' I. H. Aci'nd(;mia di belle arti in Venezia T 8 agosto da S. E.

il liiojjfoleiienlu cavaliere di Toggenbnrg, il marchese Estense Selvatico, segretario e professor di estetica, ed ora . facenti) funzioni di presidente deirAccademiii, lesse un eloquente di- scorso siill'argomcnlo delle accademie,

U professore di fisica all' università di Praga, signor Pctrschipa, ha inventato in baso de! Iluido galvanico uno .slru- nienlo, su cui si può suonare come su d' nu cembalo. lll«l- tendovi in comunicazione ad una considerevole distanza un «Uro slinmenlo, risuona la stessa musica anche su questo. Il suono n' è simile a quello della fisarmonica,

A WorcciSler il collegio cattolico ò sialo consumalo dal fuoco. Una sola parlo dell' ala a levante fu salva. La jireziosa biblioteca in gran parie fu sotlratta allo fiamme. Il collegio avea più di 100 allievi, parecchi professori hanno perduto quanto possedevano: si calcola il danno in un milione e due cento cinquanta mila franchi.

A Firenze in una straordinaria adunanza di georgofili, furono distribuiti il 27 luglio prossimo passato le medaglie di premio ai toscani premiali nella grande esposizione dì Londra.

Quell' accademia farà un' esposizione generale a Firenze verso il 15 settembre de' prodotti do' giardini, de' broli e degli orti di tutta la Toscana.

Un giovano chimico di Basilea, il signor C. Meyer, ha scoperto testò il mezzo di accendere, e così pure di spegnerft lo fiammelle di;l gasso mediante il filo elettrico, in guisa, che nello spazio d' un minuto possono venir illuminali da una sola mano i .l'anali di una citlà intera,

Un meccanico di Vienna farà quanto prima nel Danubio degli esperimenti con una tonaca di salvamento inventata da ess", A quanto a.ssicnra 1' inventore chiunque veste una simiU tonaca non può colare a fondo e neppure venir sommerso per l'orza.

Nel giorno 29 agosto seguirà l'inaugurazione del monu- mento in onore di Pietro I., innalzato dalla nobiltà del governo di Vladimir nel villaggio di Viskovo sul lago l'icschlcjelf dovo si trovano gli aY\anzi della flotta del grande czar.

La Casa di ricovero in Oderzo, ridotta in caflive con- dizioni, fu sussidiata dal cavaliere Taddeo Wiel col dono d'un capitale fruttante austriache lire 3000,

In Mosca crollò una parie delle mura del Kremlino, sep- pcllindo alcune persone sotto le rovine.

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ACCADEMIA DI UDINE

La tornala do! giorno 15 corrente chiuse l'anno ncco- (lumico, In essa, an/.ichè colia relazione finale inopportuna I)er essersi assai lardi ravvivalo l'Istituto, alcune commis- sioni inlraltcnero l' adunanza comunicando i rìspcllivi ela- borati. Una, ri'fiTenle il prol'. Braìdolti, si sdebitò emetlcn- ilo il proprio giudizio sulP iitluauienlo delle scuole l'estive tecnico-agrarie; l'altra, rcforenlc il doti. Valussi, dicendo sulla utilità d( Ila memoria del socio Zimibelli intorno olla Pellagra; e la terza, referente il doti. Giulio Andrea l'irona, Irallando sull'attuale malattia delle uve. Quest'ullimo lavoro ese/ruilo in adempintenlo n ricerca dell" onorevole Muni- cipio verril accompagnalo alla della Rappresentanza col- P unanime e spontaneo voto dell' Accademia che sia fallo di pubblica ragiono slanlecbc tutto ne lo rende palpitante d' interesse.

Udine 17 agosto i852. Il Segretario

PARI

Cronaca dei Conìuni

Piii (Iella metà <Iel raccolto delle uve, clic quest'anno si faceva sperare abboiidanle, 6 pur troppo perduta a cagione della malattia :; P ultra melò, su non avvengono maggiori disgrazie, sarà vendemmiata. Noi abbiamo anche nello scorso anno posta In (Questiono sul tempo della vendemmia, e se debba lasciarsi ad ogni possidente la libertà di farla a suo capriccio, o se torni più opportuno di vincolare in qualcbe modo questa libertà. Uipe- tiamo dunque per tempo la nostra opinione la quale è che ogni Deputazione d'accordo co' più intclligcnli del Comune delermini li giorni della vendemmia pel propro circondario, e che le p o - polazioni si assoggeltiiin di buon grado ad una misura la quale torna od esse di utilità, senza il bisogno di mezzi coercitivi, elio sembrarebbcro termometro di poca intelligenza negli am- niiiiislralj.

Ronchis di Latisana 9 agosto ^852 Giorni Ta fu per noi un giorno d'insolita gioia, un giorno di t'omnne esultanza! Abbiamo avuto tra noi l'abate Paulo Barelli.

Quest' ollimo Sacerdote, or sono quattordici anni, si trovava qui quale Curato, e per più di Ire.lustri con infaticabile zelo, con indefesso cure pascolava queste pecorelle. Poi per oggetto di salute dovette mal suo grado desistere da tale suo uflìcio, e si ritirò in seno alla propria famiglia. Oh ! perchè il Signora non li accordò, buon ministro, piena vigoria di forze per con- tinuare a spiritualmente correggerci ! Ma troppo saremmo slati felici di possederli più a lungo : Iddio volle sperimentare la nostra virtù. - Ma veniamo al fallo. Di buon matliuo.re- sìiiiio Hurelli moveva alla volta di ttoncbìs, ed una folla di popolo era accorsa ad incontrarlo. I^ecalosi poi egli alla Chiesa ad offrire l' incruento Sacrificio, lulla fu piena zeppa di gente.

Oh SI! aveste vcduli questi buoni villici piangere dall' allegrezza di vedere, dopo il lasso di quattordici mini, V ollimo loro Cu- ralo: Oh «e aveste udite le benedizioni eh'esiii gli davano!

Kgli pure si provò più volte di parlar dall' aliare al suo di- letto gregge, ma non potè proferir verbo : tanta ora 1" interna sna commozione, lanlo è 1' affetto che ancor lo lega ai suoi figli prediletti I Dopo la santa messa a stento polo uscire dui tempio 1'ollimo Prete-, luUi volevano farsi a Ini di cosla, ta^ti volevano imprimere un bacio sulla sua mano -, tulli bra- mavano di udire una sua paròla.

UH elelto ingegno di qui gerisse pure in tale occasione uri componimenlo poetico, lodevole e per la nobiltà del con- cello e per la bontà de' versi. E fino gli infermi lo fecero sup- plicnrn di recarsi at loro letto, dicendo di non morife coittenli se non 1' avessero anche essi riveduto. Bgli ben Volentieri por»

tossi da quelli e loro disse parole di consolazione. Alla fesla concorsero anche molti dei principali signori di Latisana, dove il Burelli ministrò per circa due anni. Ala troppo breve fu il nostro contento, perchè egli il giorno dopo da noi diparti- vasi : dipurlivasi però accompagnalo dalle lagrime, e dallo benedizioni di lutti, e nella sicurezza che sebbene di persona noi lontani, i nostri cuori saranno sempre a lui unili.

R.

Cose Urbane

Sull'alba del 18 corrente il tuono del cannone annunciava agli Udinesi la ricorrenza del giorno natalizio di Sua Maestà I. R. A. IMIANCKSCO Giu-SEPPE I., e verso lo ore 10 e mezzo tulle le Autorità militari e civili, e i pubblici funzionarli d'ogni di- castero convennero in grande tenuta nella Metropolitana, dor*

fu celebralo il Divin Sacrifizio, e si cantò il Te Deum. In quella occasione solenne il 11. Delegalo conte Puuiovich invitò a pon- luoso banchetto le Autorità suddette nonché gli anziani dei corpi rappresentanti la città e provincia. Alla sera il Mercaloveccbio e la Piazza Conlarciia erano illuminati, o parava che tulla la popolazione cillailiua si trovasse raccolta in quelle due contrade;

e la compera delle cartelle per la pubblica tombola fu tala che la nostra Casa del Ricovero venne ad avere un ujuto di circa 3000 lire austriache. Oltre quest' opera di beneficenza più di cento poveri vennero in quel giorno convitali nella grande sala del Palazzo Municipale a spese del Comune.

— ISel giorno 30 corrente si radunerà il nostro Consiglio per la votazione delia Rappresentanza Municipale. Ripetiamo dunque quanto abbiam dello altre volle: si eleggano uomini di buon cuore o di rollo volere, idonei ad un ollìcio che porla con 8c tanti doveri, e in questa elezione lungi sicno i rancori privati e le private simpatie e antipatie. Si badi solo a nomi- nare i più degni, ailìncliè assicurino il meglio del Comune, nò si dica ch'eglino potranno poco, mentre una savia rappresen- tanza municipale è in grado di evitare molti danni e di prov- vedere a molti migtioramenli nella vita cilUulina.

— Le Suore della Carità pei primi di settembre p. v. assu- meranno il loro pietoso ullìcio presso il Civico Ospitale, e ogni buon cilludino fesleggicrà il giorno della loro venula come quello che segna un miglioramento nella pia istituzione.

— Il numero dei bambini esposti nel nostro Ospitale pur troppo si aumentò, e invece decresce il numero delle famiglie che una volta mediante un tenue compenso s'incaricavano di aumentarli e di addestrarli al lavoro. Specialmente nelle campo^

gne v' hanno persone che comhallono questa opera di miseri- cordia col prelesto dello scandalo, le quali invece dovrebbero adoperare la loro influenza ed- autorità perchè que' infelici fanciullelti fossero ricevuti e ben trattali. Noi incoraggiamo la zelante Direzione del Pio Luogo a sorvegliare la cosa e a chie- dere all' uopo energici provvedimenli, e speriamo che il Governo conlribuirà certo co' suoi mezzi a diminuire questa immoralità delle popolazioni, e uno di tali mezzi sarebbe per esempio il favorire ne' concoriii in caso di parila delle altre circostanze gli ammogliali.

— 1/ associazione dell' annuncialo giornale La RicreaiionB

dichiarasi, per cause imprevedulc, sospesa. «

VAlchimista Friulano cosla per Udine lire 14 annue anlccipale e in moneta sonante; fuori lire ttì, semestre e Irimeslve in proporzione.—.

A<i ogni pagamento 1' associalo ritirerà una ricevuta a stampa col timbra della Direzione. — In Udine si ricevono le associazioni dal (ìarriHle, in Mercaloveccbio Libreria Vendrame. — Lellete e gruppi saranno diretti franchi alla Direzione deWAlchimista Friulano.

C. doti. GiussAM direttore ' CARLO SEBENA gerente respom.

ODINE TIP. VENUnAMB

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