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Equazioni di secondo grado

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Academic year: 2022

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Equazioni di secondo grado

Sommario

1. Definizioni ... 1

1.1. Forma normale e formula risolutiva ... 1

1.2 La formula ridotta ... 2

1.3 Equazioni pure, spurie e monomie ... 2

1.3.2 Equazioni pure ... 2

1.3.3 Equazioni spurie... 3

1.3.4 Equazioni monomie ... 3

1.4 Parabola con asse parallelo all’ asse 𝑦. ... 3

1.5 Regola di cartesio ... 4

1.6 Scomposizione di un trinomio di secondo grado. ... 5

1. Definizioni

Un’ equazione di secondo grado è un’equazione in cui il massimo grado della variabile, solitamente indicata con 𝑥, è 2.

Per tale motivo in un’equazione di secondo grado si possono avere al massimo due soluzioni reali che chiameremo 𝑥1 ed 𝑥2.

1.1. Forma normale e formula risolutiva

La forma normale delle equazioni di secondo grado è: 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0, in cui 𝑎, 𝑏 e 𝑐 sono i coefficienti dell’equazione e, in particolare, 𝑐 viene detto termine noto.

Quando un’equazione di secondo grado è posta in forma normale, possiamo ricavare le sue soluzioni attraverso la seguente formula.

𝑥1=−𝑏−√𝑏2−4𝑎𝑐

2𝑎

(1) 𝑥1,2=−𝑏±√𝑏2−4𝑎𝑐

2𝑎

𝑥2=−𝑏+√𝑏2−4𝑎𝑐

2𝑎

Esempio

(𝑥 − 1)(𝑥 + 1) + 2𝑥 = 2 ⇒ 𝑥2− 1 + 2𝑥 − 2 = 0 ⇒ 𝑥2+ 2𝑥 − 3 = 0;

𝑥1,2=−2±√4+122−2±√162 =−2±42 ; 𝑥1 =−2−4

2 = −6 3

2 1= −3; 𝑥2=−2+4

2 = 1

Il termine interno alla radice: 𝑏2− 4𝑎𝑐 viene chiamato Δ (delta).

Il numero di soluzioni dell’equazione cambia al variare del segno del Δ.

(2)

• Se Δ > 0, avremo che √Δ ∈ ℝ, quindi l’equazione di secondo grado ammette due soluzioni1 reali e distinte.

• Se Δ = 0, avremo √Δ = 0, quindi l’equazione di secondo grado ammette due soluzioni reali e coincidenti2, date da: 𝑥1,2= −2𝑎𝑏;

• Se Δ < 0, avremo 3 √Δ ∉ ℝ, questo significa che non esisteranno soluzioni dell’ equazione nell’insieme dei numeri reali ℝ, ovvero 𝑥1,2∉ ℝ.

1.2 La formula ridotta

Consideriamo la forma normale delle equazioni di secondo grado: 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0, se il coefficiente 𝑏 è pari allora, per calcolare le soluzioni dell’equazione, possiamo applicare la seguente formula ridotta:

𝑥1,2=

𝑏 2±√(𝑏

2)2−𝑎𝑐

𝑎 ; in cui (𝑏2)2− 𝑎𝑐 =Δ4. In sintesi si ha:

𝑥1=

𝑏 2−√Δ

4

𝑎

(2) 𝑥1,2=

𝑏 2±√Δ

4

𝑎

𝑥2=

𝑏 2+√Δ

4

𝑎

1.3 Equazioni pure, spurie e monomie

1.3.2 Equazioni pure

Un’equazione di secondo grado in forma normale si dice pura se 𝑏 = 0 e, quindi, si presenta come segue:

(3) 𝑎𝑥2+ 𝑐 = 0

Si risolve semplicemente portando il termine noto a destra e dividendo per 𝑎.

Fatto questo le soluzioni della (3) saranno: 𝑥1,2= ±√−𝑐

𝑎. Considerazioni importanti:

• le soluzioni della (3) esistono se e solo se il segno di 𝑎 ed il segno di 𝑐 sono diversi;

• se, invece 𝑐 ed ha hanno lo stesso segno, la (3) non ammette soluzioni reali;

• la tre non ammette soluzioni coincidenti.

Esempio: 𝑥24

9= 0 ⇒ 𝑥1,2= ±2

3

1 Le soluzioni di un’equazione vengono chiamate anche radici, da non confondere con le radici dei radicali.

2 Si usa anche dire soluzione doppia.

3 Normalmente si usa dire che il radicale non esiste in ℝ

(3)

1.3.3 Equazioni spurie

Le equazioni di secondo grado spurie non presentano il termine noto.

(4) 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 = 0

Per risolvere queste equazioni bisogna raccogliere la 𝑥, ottenendo: (5) 𝑥(𝑎𝑥 + 𝑏) = 0.

Una delle soluzioni della (5) è 𝑥1= 0, l’altra si ricava ponendo: (𝑎𝑥 + 𝑏) = 0 ⇒ 𝑥2= −𝑏

𝑎. Esempio:3𝑥2− 9𝑥 = 0 ⇒ 3𝑥(𝑥 − 3) = 0 ⇒ 𝑥1= 0; 𝑥 − 3 = 0 ⇒ 𝑥2= 3.

1.3.4 Equazioni monomie

Nelle equazioni monomie si ha 𝑏 = 𝑐 = 0 e quindi queste si presentano nel seguente modo:

(6) 𝑎𝑥2 = 0 ⇒ 𝑥1,2= 0

1.4 Parabola con asse parallelo all’ asse 𝑦.

Una parabola con asse parallelo all’ asse 𝑦 ha la seguente equazione:

(7) 𝑦 = 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 𝑎, 𝑏 e 𝑐 sono i coefficienti della parabola.

Scopo di questo paragrafo non è trattare integralmente la teoria della parabola ma evidenziare tutti i nessi tra la parabola e le equazioni di secondo grado.

Graficamente la nostra parabola può essere rappresentata come segue:

Ponendo nell’equazione della parabola 𝑦 = 0 otteniamo proprio un’equazione di secondo grado.

𝑦 = 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 ⟶⏟

𝑦=0

𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0

Vediamo come le soluzioni di un’equazione di secondo grado cambiano al cambiare della posizione della parabola corrispondente parabola. Per semplicità consideriamo una parabola con 𝑎 > 0.

Le soluzioni dell’equazione di secondo grado, corrispondente ad una parabola, si trovano sull’asse 𝑥.

I coefficienti 𝑎, 𝑏 e 𝑐 determinano la forma della parabola. In particolare 𝑎 determina la concavità della parabola.

Se 𝑎 < 0 la parabola ha concavità verso il basso, se 𝑎 > 0 la parabola ha concavità verso l’alto.

(4)

Si possono verificare 3 situazioni che ci indicano quante soluzioni ha una parabola.

1. La parabola non interseca l’asse 𝑥.

2. La parabola ha il vertice4 sull’asse 𝑥

1.5 Regola di cartesio

Sia data un’equazione di secondo grado in forma normale 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0.

Confrontiamo tra loro i segni dei coefficienti 𝑎, 𝑏 e 𝑐.

Definizione: una permanenza si ha quando i coefficienti di un termine e del successivo hanno lo stesso segno (sono concordi).

Definizione: una variazione si ha quando i coefficienti di un termine e del successivo non hanno lo stesso segno (sono discordi).

4 Il vertice della parabola è il punto più basso (𝑎 > 0) o più alto (𝑎 < 0) della parabola stessa.

I valori delle ascisse corrispondenti ai punti 𝐴(𝑥𝑎, 0); 𝐵(𝑥𝑏, 0) sono proprio le soluzioni dell’equazione di secondo grado corrispondente alla parabola.

In questo caso l’equazione 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0 non ammette soluzioni.

In questo caso l’equazione 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0 ha un’unica soluzione che è l’ascissa del vertice 𝑉(𝑥𝑉, 0).

(5)

Esempio: 2𝑥2− 𝑥 − 2 = 0 ⇒ 1𝑣𝑎𝑟 (𝑎, 𝑏); 1𝑝𝑒𝑟𝑚(𝑏, 𝑐) Regola di Cartesio

Se abbiamo un’equazione di secondo grado ridotta in forma normale: 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0, con Δ ≥ 0

• ad ogni variazione dei coefficienti corrisponde una soluzione positiva;

• ad ogni permanenza dei coefficienti corrisponde una soluzione negativa.

Esempio: 2𝑥2− 𝑥 − 2 = 0 ⇒ 1𝑣𝑎𝑟 (𝑎, 𝑏); 1𝑝𝑒𝑟𝑚(𝑏, 𝑐) ⇒ 1𝑠𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑎; 1𝑠𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎.

1.6 Scomposizione di un trinomio di secondo grado.

Se abbiamo un trinomio di secondo grado 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 questo binomio può essere scomposto nel seguente modo: 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 𝑎(𝑥 − 𝑥1)(𝑥 − 𝑥2), in cui.

• 𝑎 è il coefficiente di 𝑥2 nel trinomio;

• 𝑥1 ed 𝑥2 sono le soluzioni dell’equazione di secondo grado 𝑎𝑥2+ 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0, corrispondente al trinomio.

Esempio.

Scomporre il trinomio 2𝑥2+ 3𝑥 − 2.

svolgimento.

• Scriviamo l’equazione 2𝑥2+ 3𝑥 − 2 = 0 e la risolviamo.

Δ = 9 + 16 = 25 ⇒ 𝑥1,2=−3±5

4 ⇒ 𝑥1= −8

4= −2; 𝑥2=2

4=1

2

• Scompongo il trinomio. 2𝑥2+ 3𝑥 − 2 = 2 ⋅ (𝑥 + 2) (𝑥 −1

2).

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