Consumare la frutta e la verdura fresche:
come e quando
Popolazione mondiale ed agricoltura
Diminuzione del numero di “produttori” e aumento del numero di “consumatori” di prodotti agricoli maggiore produttività
i prodotti agricoli devono essere trasportati a grande distanza dalla zona di produzione e conservati per più tempo maggiore shelf life
Aumento della produzione alimentare mediante l’utilizzazione di nuove aree per l’agricoltura e maggior impiego di inputs esterni (acqua, fertilizzanti, pesticidi)
non sostenibile
Teodoro Cardi, CREA-ORT
I prodotti ortofrutticoli dopo la raccolta sono ancora degli organismi viventi e
continuano a ……
respirare traspirare
perdita di acqua avvizzimento
C
6H
12O
6+ 6O
26CO
2+ 6H
2O + calore
processo di degradazione
Agire sulla respirazione per prolungare la conservazione degli ortofrutticoli freschi
a) la bassa temperatura (refrigerazione) ostacolerà il procedere di questa reazione rallentandola;
b) un ambiente la cui atmosfera è stata resa più povera di ossigeno rispetto all’aria, sfavorirà il procedere della reazione rallentandola (conservazione in atmosfera controllata o modificata).
La riduzione della temperatura è il mezzo più importante
per la conservazione della qualità dei prodotti ortofrutticoli
freschi
La refrigerazione
Passando da 20°C a 5°C la velocità di respirazione si riduce del
• 90% circa in fragole e pomodoro
• 60-70% in lattuga
• 80% in kiwi
C
6H
12O
6+ 6O
26CO
2+ 6H
2O + calore
ciliegia, fragola, pesca, albicocca, mela, pera, asparago, broccolo, cavolo,
cavolfiore, lattuga, pisello, carota, spinacio
melone, agrumi e patata pomodoro è 6-10°C
banana
Temperatura ottimale temperatura di conservazione di
1 – 4 °C
4 - 9 °C
6 – 10 °C
12 – 13 °C
Ogni prodotto ha la sua temperatura ottimale
di conservazione
La composizione dell’atmosfera nell’ambiente di conservazione
1. Conservazione in atmosfera controllata
Si riferisce ad una riduzione della concentrazione di ossigeno e ad un aumento di quella di anidride
carbonica nell’ambiente di conservazione, rispetto alle concentrazioni presenti nell’aria.
E’ necessario un accurato controllo delle
concentrazioni di questi gas una volta raggiunti i livelli desiderati
Cambiamenti della concentrazione dei gas implicati nella respirazione di frutta e ortaggi (ossigeno e anidride carbonica) nell’aria (atmosfera) che li circonda,
possono essere impiegati per prolungare la durata della loro conservazione.
Es., conservazione delle mele
Di solito è usata in combinazione con la refrigerazione
C
6H
12O
6+ 6O
26CO
2+ 6H
2O + calore
2. Conservazione ortofrutta in atmosfera modificata
La composizione gassosa dell’atmosfera intorno al prodotto viene modificata, ma dopo la modifica non viene controllataatmosfera
modificatapassiva attiva
Frutta e ortaggi confezionati in materiale plastico
• si mette il prodotto nella busta
• si estrae l’aria dalla busta
• la si sostituisce con una miscela di gas di composizione nota.
Nel tempo, visto che i prodotti continuano a respirare, la
composizione dei gas all’interno della busta varierà, con un
aumento della concentrazione di anidride carbonica e una riduzione di quella dell’ossigeno.
• si mette il prodotto nella busta
• si sigilla la busta.
Grazie alla respirazione del prodotto, nel tempo la
composizione dei gas all’interno della busta varierà, perché
l’ossigeno verrà consumato mentre l’anidride carbonica verrà
prodotta.
Prodotti della I gamma ortofrutticoli freschi
Prodotti della II gamma conserve
Prodotti della III gamma ortofrutticoli surgelati
Prodotti della IV gamma ortofrutticoli lavati, tagliati, confezionati
Prodotti della V gamma ortofrutticoli cotti, confezionati
Esempio di prodotti confezionati in atmosfera modificata:
frutta e ortaggi della IV gamma
Ruolo fondamentale dei materiali di
confezionamento:
debbono svolgere
un’azione di barriera all’entrata dell’aria
dall’esterno nella busta, e alla fuoriuscita della miscela gassosa dalla busta stessa.
Ortofrutta della IV gamma
fenomeni di accrescimento
microbico risposte fisiologiche
favorendo stimolando
rapido decadimento degli attributi di qualità di colore, aroma (flavour) e consistenza
Le operazioni di lavorazione cui i prodotti ortofrutticoli freschi vengono sottoposti per la preparazione di prodotti della IV gamma,
li rendono ancora più deperibili
L’intervento tecnologico è diretto al contenimento di questi fenomeni,
estendendo la shelf-life («vita di scaffale») di questi prodotti attraverso l’impiego di adeguati materiali di confezionamento e della modifica
dell’atmosfera all’interno della confezione
Es., velocità di respirazione a 5°C della lattuga
tagliata è circa 2,5 volte quella della lattuga intera nelle
stesse condizioni.
Imbrunimento della frutta o delle verdure tagliate:
è il risultato dell’azione di enzimi ossidativi che la rottura delle pareti cellulari dovuta al taglio mette in contatto con substrati di
reazione.
Il confezionamento in atmosfera modificata permette di contenere questo fenomeno che, altrimenti, renderebbe il prodotto
inaccettabile da parte del consumatore
Principali fasi di lavorazione per la preparazione di ortofrutticoli della IV gamma
Ricevimento della materia prima
Stoccaggio
Cernita, mondatura, lavaggio Taglio
Asciugatura Confezionamento
Stoccaggio e distribuzione (a bassa temperatura)
La durata di vita
commerciale (shelf-life)
dell’ortofrutta di IV gamma è intorno a 1 settimana, ed è strettamente legata alla qualità della filiera di
distribuzione, soprattutto in termini di mantenimento e controllo della basse
temperature (refrigerazione)
SOSTENIBILITÀ
Impatto sulla pedosfera
Attività umane causa di degradazione del suolo
Impatto sull’idrosfera
Consumo di acqua dolce per vari usi
Diminuzione del numero di “produttori” e aumento del numero di “consumatori” di prodotti agricoli maggiore produttività
i prodotti agricoli devono essere trasportati a grande distanza dalla zona di produzione e conservati per più tempo maggiore shelf life
Aumento della produzione alimentare mediante l’utilizzazione di nuove aree per l’agricoltura e maggior impiego di inputs esterni (acqua, fertilizzanti, pesticidi)
non sostenibile
La produzione e il consumo di alimenti contribuiscono per il 19-29%
delle emissioni globali di gas ad effetto serra.
Questo dato comprende l’intera filiera produttiva: dalla produzione dei fertilizzanti, all’agricoltura, alla trasformazione, trasporto, vendita e gestione domestica dei prodotti alimentari, fino allo smaltimento dei rifiuti
Si stima che l’agricoltura
contribuisca per il 14-24% delle
emissioni di gas ad
effetto serra dovute
alle attività umane
14 Azoto (N2) e ossigeno
(O2), che costituiscono la quasi totalità della nostra atmosfera, non sono capaci di
assorbire molta radiazione
(contribuiscono poco all’effetto serra)
L’effetto serra
I gas con maggiore effetto serra sono:
il metano (CH
4) l’ozono (O
3)
il vapore acqueo (H
2O) l’ossido nitroso (N
2O)
L’anidride carbonica (CO
2) non ha un elevato “potenziale serra”, ma è molto più abbondante in atmosfera rispetto ad altri gas ed è per questo considerata uno dei maggiori responsabili dell’effetto serra
Si ritiene che le attività dell'uomo siano responsabili di un aumento
eccessivo di CO
2e metano, considerato responsabile dell'aumento
della temperatura terrestre.
Aumento della
concentrazione di CO
2nell’atmosfera legato al maggiore utilizzo di
combustibili fossili
Aumento della concentrazione di CH
4nell’atmosfera legato, ad
esempio, alla diffusione
dell’allevamento intensivo di
bestiame
I prodotti alimentari
vengono da tutte le parti del mondo Globalizzazione
dei mercati Destagionalizzazione dei
consumi
Progressiva perdita di consapevolezza del legame esistente tra qualità degli alimenti,
qualità dell’ambiente e qualità della vita
Aumenta la distanza tra chi produce
e chi consuma
Ci sono però dei cambiamenti in atto
Quanto siamo informati?
I marchi di qualità e di origine
A livello europeo sono stati adottati regolamenti comunitari, che definiscono i parametri merceologici minimi da rispettare affinché un prodotto possa essere commercializzato all’interno di tutti gli Stati membri della UE
Qualità merceologica o commerciale dei prodotti ortofrutticoli
Per ciascun prodotto le norme di qualità valutano alcuni parametri esteriori, come ad esempio la forma, il colore, il calibro ed individuano le modalità di presentazione.
In base alle valutazioni dei vari parametri sono definite le diverse categorie di
prodotto (extra, prima e seconda) e le relative tolleranze
Questi regolamenti fissano anche norme riguardanti le
indicazioni che debbono essere comunicate al
consumatore attraverso l’etichetta, quando i prodotti sono venduti in imballaggio, o su cartelli, quando i
prodotti sono venduti al pezzo, senza
imballaggio
La qualità è anche il risultato della combinazione di fattori ambientali e umani; è qualcosa di imprescindibilmente legato all’origine di un prodotto, ossia alle caratteristiche ambientali della zona di produzione e ai metodi di lavorazione risultanti dall’intervento dell’uomo in quel
territorio.
Denominazione d'Origine Protetta – DOP. Tutta la produzione, la
trasformazione e l'elaborazione del prodotto devono avvenire in un’area delimitata
Indicazione Geografica Protetta – IGP. Almeno una fase della produzione, trasformazione ed elaborazione deve avvenire nell'area delimitata
Agricoltura biologica. Un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse
naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per
prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.
Arancia rossa di Sicilia (IGP) è usata per individuare alcune varietà di arance (cloni diversi di più cultivar) coltivate in numerosi centri delle province di Catania, Enna, Ragusa e Siracusa (prodotto a più ampia diffusione)
L'arancia bionda di Ribera D.O.P. : 3 cultivar, coltivate in provincia di Agrigento e in piccola parte in provincia di Palermo. (Prodotto più «di nicchia»)
21
• la fertilità del terreno viene salvaguardata mediante l'utilizzo di fertilizzanti organici, la pratica delle rotazioni colturali e lavorazioni attente al mantenimento (o,
possibilmente, al miglioramento) della struttura del suolo e della percentuale di sostanza organica;
• la lotta alle avversità delle piante è consentita solamente con preparati vegetali, minerali e animali che non siano di sintesi chimica e privilegiando la lotta biologica;
• in zootecnia biologica gli animali vengono allevati con tecniche che rispettano il loro benessere e nutriti al pascolo e con prodotti vegetali ottenuti secondo i principi
dell'agricoltura biologica; si privilegia la prevenzione, ma se si deve ricorrere alle cure di eventuali malattie, si utilizzano rimedi omeopatici e fitoterapici, limitando i
medicinali allopatici ai casi previsti dai regolamenti.
Nella pratica biologica sono centrali soprattutto gli aspetti agronomici:
In agricoltura biologica è vietato l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM), dei quali è ammessa la presenza accidentale in misura non superiore allo 0,9%.
Oltre 37 milioni di ettari di superficie agricola a biologico nel 2010 (erano 31 milioni nel 2007)
L’Italia è tra i primi 10 Paesi al mondo per superficie dedicata all’agricoltura biologica
Con oltre 45.000 aziende, l’Italia è al
primo posto in Europa per numero di
produttori
17/10/2017 23
La filiera corta
Con "filiera agroalimentare" si intende tutto il processo che porta alla
realizzazione di un prodotto alimentare, a partire dalla materia prima fino ad arrivare sulla tavola del consumatore
Con filiera corta si può intendere un sistema di distribuzione e vendita di prodotti alimentari imperniato sul rapporto diretto e stretto tra produttore e consumatore:
• “mercati del contadino” (o farmer’s market)
• vendita diretta in azienda
• vendita on-line
• “gruppi di acquisto” dei consumatori
Questo tipo di distribuzione elimina le intermediazioni, offrendo dei vantaggi sia per il produttore che per il consumatore:
• privilegiare il prodotto locale e la stagionalità
• rapporto diretto tra produttore e consumatore
• prezzi più convenienti per il consumatore
• maggiori guadagni per il produttore
• minore impatto ambientale grazie alla riduzione dei trasporti e
degli imballaggi
In 9000 anni (12.000-3.000 AC) l’uomo passò da raccoglitore-cacciatore ad agricoltore.
Questo passaggio è avvenuto indipendentemente in dozzine di luoghi nel mondo.
Ad oggi è stato stimato che circa 2.500 specie sono state sottoposte al processo di domesticazione inteso come le modificazioni genetiche di una specie selvatica che portano alla creazione di una nuova specie che risponde ai bisogni dell’uomo
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SIT!!!
LA RIVOLUZIONE NEOLITICA
Elisa Vendramin, CREA-FRU
Quando è il momento giusto?
Globalizzazione dei consumi Sviluppo reti commerciali
Coltivazione in serra
Miglioramento delle tecniche di conservazione
Varietà che maturano in periodi diversi dell’anno