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A PROPOSITO DI ESPERO . . .

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Academic year: 2022

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Considerazioni sull'adesione al Fondo "ESPERO"

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A PROPOSITO DI ESPERO . . .

Brevi considerazioni personali, per suggerimenti non vincolanti circa l’adesione o meno al Fondo ESPERO

di Giorgio Catano, dalla Gilda di Chieti, 10/3/2005

Coloro che al 31/12/1995 avevano 18 anni di contribuzione obbligatoria (contributi utili alla pensione) si trovano in pieno regime retributivo e pertanto, NON devono optare per la previ- denza integrativa.

Coloro che sono stati assunti a tempo indeterminato dopo il 31/12/2000 quindi in totale regime contributivo e già in regime di TFR DEVONO aderire ad Espero.

Il problema di “coscienza” se aderire o meno, si pone per tutti i colleghi che alla fine di dicem- bre 1995 avevano meno di 18 anni di contribuzione e quindi inseriti nel sistema MISTO (retri- butivo/contributivo); è del tutto inutile rammentare che trattandosi di “riforma” l’importo pen- sionistico contributivo risulta essere notevolmente inferiore al retributivo, comunque mante- nendo il regime TFS (BUONUSCITA) come si deduce in fondo al cedolino dello stipendio.

TFS (indennità di buonuscita) corrisponde all’incirca a poco meno di una mensilità dell’ultimo stipendio per il numero di anni di servizio svolto (pertanto si rivaluta in base ai rinnovi econo- mici contrattuali) che, dovrebbe tenere conto non solo dell’inflazione ma, anche dei “riconosci- menti” economic i al ruolo degli insegnanti!!!

TFR ha un accantonamento annuale in base ai ¾ dell’indice ISTAT dell’inflazione + 1,5%, e- sempio: se l’inflazione ufficiale ISTAT è stata del 2% diventa 1,5% + 1,5%= 3% (rivalutazione annua).

Quindi il regime TFR è un po’ più aleatorio del TFS perché il rendimento è variabile in funzione dell’inflazione ed è competitivo solo in condizioni di bassa inflazione e se l’ISTAT ……..

Chi opta per il fondo Espero si vedrà cambiato il regime di trattamento da TFS a TFR che non sarà versato in Espero ma, accantonato presso l’INPDAP (contributi figurativi) versati ad Espe- ro solo all’atto del pensionamento e comincerà ad accantonare 1,5% sulla retribuzione utile IBU (80%) + il 2% retribuzione utile TFR, + 1% a carico dello Stato + 1% (aggiuntivo Stato per solo 12 mesi) + 1% a carico del lavoratore (esempio: per un reddito annuo di € 20.000,00

= € 1.240,00), al fondo però saranno versati solo 600 € cioè i versamenti Stato e lavoratore, poiché gli altri 640 saranno trattenuti dall’INPDAP con l’impegno di farli rendere con un tasso almeno pari alla media dei rendimenti netti di un “paniere” comprendente i migliori fondi di

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previdenza complementare sul mercato e poi versati in ESPERO al momento del pensioname n- to (o cessazione del rapporto di lavoro).

Il costo quindi per il lavoratore è del solo 1% (può ovviamente aumentare la quota volontaria- mente sino ad una % da stabilire forse il 3%) che si detrae fiscalmente nel Mod. 730 (23%) con una quota associativa di € 2,58 e un costo di gestione annuo max dello 0,12% (una venti- na di €) e rammento però una rinuncia ad una consistente parte di buonuscita.

Il fondo sarà soggetto alle leggi di mercato tant’è che sul prospetto informativo si cita “in nes- sun caso l’associato ha la garanzia di ottenere, al momento dell’erogazione delle prestazioni, la restituzione integrale dei contributi versati ovvero un rendimento finale corrispondenti alle a- spettative”.

All’atto del pensionamento si potrà optare tra il percepire tutta la somma accumulata in rendita vitalizia oppure riscuotere sino al 50% sotto forma di capitale (che viene tassata al 12,50% at- tualmente, forse abbassata all’11%).

Torniamo al dilemma dei colleghi, Si ritiene umilmente di suggerire quindi (ognuno è libero di investire e/o rischiare i propri soldi, come meglio ritiene opportuno) chi aveva al 31/12/1995:

16-17 anni contribuzione di NON aderire, gli mancano ad oggi ai 40 anni solo 14-13 anni pochi per un fondo d’investimento; 12-15 è la banda di maggiore indecisione 18-15 anni d’investimento su un Fondo di Categoria “garantito e prudente” ma, sicuramente a basso re n- dimento per una ovvia non alta quota (1/4 ?) di investimenti di rischio (azioni, prodotti deriva- ti, obbligazioni estere o nostrane non AAA, ecc.) si ripete si può o meno aderire deve essere una scelta PERSONALE; dagli 11 anni in giù Si ritiene che, ci si trovi costretti ad aderire.

La materia non è semplice né tantomeno scientificamente inoppugnabile, comunque, spero di essere stato abbastanza chiaro e più importante intellettualmente onesto in base a quel poco che ho compreso della questione in oggetto.

Giorgio Catano GILDA CHIETI

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