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Programma d’Intervento Urbanistico Fontana Candida a cura dell’ AdQ Fontana Candida

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Academic year: 2022

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Programma d’Intervento Urbanistico Fontana Candida a cura dell’ AdQ Fontana Candida

Abbiamo costituito l’Associazione di quartiere Fontana Candida nel Giugno del 2017 e abbiamo subito iniziato ad occuparci dei problemi del quartiere. Tra i nostri interventi più significativi la sicurezza, la pulizia, la viabilità, la salute e il decoro del quartiere in generale.

Ma sicuramente il nostro maggiore impegno consiste nel cercare di impedire che in una zona adiacente il nostro quartiere, nel versante Casilino del VI Municipio, che oggi è un’area di bella campagna romana, siano edificati oltre 200.000 mc di nuovo inutile cemento.

Il Programma d’Intervento Urbanistico Fontana Candida, approvato nel 2003 e portato avanti da Roma Capitale come una delle quindici “compensazioni” per le mancate costruzioni del parco di Tor Marancia, prevede infatti la costruzione di 24 nuovi palazzi, alti cinque piani e alcuni lunghi fino a 100 mt, alcune strutture commerciali e un’articolata rete viaria che prevede diverse rotatorie e un’arteria stradale che è previsto transiti addirittura all’interno della fascia protetta di un fosso locale.

Noi ci siamo subito opposti, in rappresentanza dei cittadini, a questo nuovo consumo di suolo che non serve, viste le moltissime case vuote nella zona, un’espansione demografica prevista da studi passati che non si è poi verificata, ma sopratutto perché il territorio dove viviamo è una delle zone in piena emergenza per eccesso di cementificazione, sovrappopolazione e carenza cronica di infrastrutture primarie come strade, trasporti pubblici, scuole, ospedali e altri servizi essenziali.

Oltretutto la zona dove si vorrebbe costruire è di rilevanza archeologica e paesaggistica: ci passava l’antica via Labicana e i reperti di un’antica villa romana sono stati ritrovati proprio dove dovrebbero sorgere i nuovi palazzi.

Il Municipio VI è dalla nostra parte e contrario alle nuove costruzioni: è incredibile come l’Istituzione più vicina ai cittadini possa oggi esprimere solo un’opinione, in questo caso disattesa.

Del Programma Urbanistico esistono due versioni: una originale del 2003, unica approvata dal Consiglio Comunale e un’altra rivista totalmente nel 2013 ad opera degli Uffici tecnici e dei proponenti e mai sottoposta a votazione. La seconda versione è molto più invadente dal punto di vista paesaggistico e territoriale per cui noi chiediamo che il Programma Urbanistico sia riportato in aula per essere sottoposto a nuova valutazione da parte dei Consiglieri Comunali.

Chiediamo che le cubature previste siano spostate in aree dismesse e abbandonate, come ad esempio quelle ex-militari: chiediamo che si dia seguito nei fatti alla rigenerazione del territorio. Sarebbe più vantaggioso anche per gli stessi proponenti perché si tratterebbe di aree interne al GRA, più collegate e quindi economicamente più valide.

Grazie al fondamentale supporto di Carte in Regola, che fin dall’inizio si è messa al nostro fianco, abbiamo aperto un dialogo con le Istituzioni: stiamo attivamente interloquendo con Roma Capitale, la Regione Lazio e la Soprintendenza archeologica e paesaggistica e speriamo si dia finalmente seguito al processo di partecipazione dei cittadini, previsto dal Piano Regolatore e mai in questo caso applicato.

Quello che è certo è che noi porteremo avanti questa battaglia di civiltà fino in fondo, per la salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dei diritti dei cittadini.

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