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I RACCONTI DI GIULIA I RACCONTI DI GIULIA. Serie di GIULIA SCOTTO D ABBUSCO

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Academic year: 2022

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I RACCONTI DI GIULIA

Serie di

GIULIA SCOTTO D’ABBUSCO

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PROPRIET À LETTERARIA RISERVATA

Copyright © 2019 Giulia Scotto d’Abbusco Questa opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore

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È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.

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UNA CASA PER DUE

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«Il sole è alto nel cielo e non si vede ancora», esclamò un po’

stizzita Lola, «via, su, dovrò darle io la sveglia!»

Lentamente si spostò strisciando sull’erba del prato del giardino, trasportando la sua casetta sulla schiena come ogni brava chiocciola impara a fare senza sentire nessuna fatica. Arrivata nei pressi di alcune pratoline, ecco che scorse l’altra chiocciola sua amica o meglio ne scorse solo la sua casetta.

«Già so cosa starà facendo quella

“chiocciola da biblioteca” là…»

E, infatti, non si sbagliava affatto:

Sonia se ne stava rintanata nel suo guscio a leggere un libro: adorava leggere e immaginare un mondo diverso da quello in cui viveva e che non capiva completamente, perché le sue antennine erano molto più

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corte del normale e per questo non sentiva quello che le accadeva intorno.

Lola giunta davanti al suo guscio fu presa dalla voglia di bussare il più forte possibile, ma si trattenne, ricordandosi che Sonia non avrebbe sentito e, vergognandosi un po’, ricorse al trucco che avevano escogitato le due amiche. Da un forellino nel guscio di Sonia, Lola fece entrare un nastro bianco che, appena visto dall’altra, le fece capire chi c’era alla porta che l’aspettava.

Sonia ripose il suo amato libro e si affacciò timidamente e placidamente all’uscio della sua casetta, regalando un sorriso di saluto alla sua amica.

«Era ora!» disse Lola.

Sonia sorrise e fece spallucce, come per scusarsi ma anche per affermare che stava facendo altro.

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Sonia capiva Lola e a gesti le faceva intendere cosa pensasse lei. Lola indicò la sua piccola bocca e l’amica capì che era ora di pranzo e con un grosso sorriso le si avvicinò di più.

Allora Lola strisciò davanti a lei e si avviò, dondolandosi, verso l’erbetta più verde di quel giardino.

«Vedrai che abbuffata ci faremo!

Sarai così sazia dopo che non avrai voglia di fare nulla, nemmeno di leggere una sola riga del tuo libro», si girò quindi verso Sonia che la seguiva a breve distanza, guardandosi intorno con la sua solita aria un po’ spaesata e fuori dal mondo. “Beata te!” pensò tra sé e sé Lola, “Ascolti solo i tuoi pensieri e senti solo i tuoi desideri e nulla più!

Non sei bombardata, come me, dai mille e più suoni che mi tormentano, a volte, le povere antenne!”

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Mentre mangiavano placidamente, rosicchiando erbetta dolce e freschissima sotto le profumate pratoline, Lola fu attratta da un rumore secco, ripetuto, gracchiante, che le fece rabbrividire le antenne.

«E ora che succede?» si chiede ad alta voce guardando Sonia che, notando di essere osservata pensò di avere dell'erbetta al lato della bocca.

Sorrise ingenuamente arrossendo rivolta all'amica di antenne. Lei ovviamente non sentiva niente di quello che sentiva Lola che, nel frattempo, aveva smesso di mangiare per la paura.

«Dobbiamo andarcene di qua e alla svelta o non so che cosa potrebbe capitarci», disse continuando ad allarmarsi.

Sonia intanto continuava a rosicchiare con gusto la sua porzione

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di erbetta e solo dopo un po’ che Lola stava facendo di tutto per attirare la sua attenzione, si voltò verso di lei direttamente. Il suo masticare si bloccò nel vedere gli occhi sbarrati e le antenne dritte come fil di ferro dell’amica, ma ancora non capiva cosa stesse capitando intorno a lei.

«DOBBIAMO ANDARE! A-N-D-A-R- E!» urlava ormai Lola che aveva capito che il rumore che aveva sentito era provocato da un tagliaerba in azione che avanzava nel giardino, inesorabilmente, verso di loro, puntandole con il muso meccanico affamato. “Siamo perdute!” pensò la chiocciola che non sapeva come smuovere l’altra.

Si ricordò però che aveva una serie di nastri colorati per dare dei messaggi immediati a Sonia. Prese

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quello rosso e lo agitò. Questa dapprima sorrise pensando a un gioco, ma poi la sua espressione mutò e divenne seria. Aveva inteso il pericolo e si mosse: le due chiocciole strisciarono il più velocemente che potevano per sfuggire al terribile tagliaerba che era sempre più vicino, annunciato da quel rumore cigolante che Lola sentiva distintamente.

Le due piccole erano stanche, gocce di sudore si affacciavano sulle loro casette che portavano con sé, rallentandole moltissimo. “Non abbiamo altra scelta”, pensò Lola,

“dobbiamo lasciare le nostre case, o sarà la nostra fine!”

Ma sapeva già che Sonia non avrebbe mai lasciato la sua adorata casetta piena dei suoi libri e fu così che pensò di sacrificarsi per il bene

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della sua amica: Lola uscì dalla sua casa, abbandonando tutte le sue cose più care, e prese sulle sue spalle l’altra con la sua casa piena di libri strisciando via il più rapidamente possibile.

Sonia, dal canto suo, l’aveva vista improvvisamente lasciare il suo guscio e andarle incontro; si era sentita poi sospesa e, senza sapere neanche come, si era vista sollevare di peso e portare via dal giardino.

Stremata, Lola si fermò aldilà dello steccato del giardino. Erano in salvo, mentre in lontananza il tagliaerba continuava a falciare il prato senza pietà...ma ormai questo non aveva più importanza.

Lola riprese infine a respirare con più regolarità, ma si sentiva nuda come un verme, perché era veramente NUDA, senza più nulla

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addosso. Si guardò intorno, il suo sguardo si posò sulla sua amica Sonia che le mostrava quel nastro bianco che Lola usava per avvisare l’altra che era lei alla porta. Lola allora capì: sarebbero state un po’

strette, ma che cosa avrebbe importato, sarebbero state bene lo stesso. Sorrise ed entrò in casa di Sonia che da quel giorno divenne anche casa sua; lei stava già leggendo, Lola allora prese un libro, si accomodò, e cominciò a leggere anche lei.

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