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STATUTO. Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria

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Academic year: 2022

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STATUTO

dei

Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria

 Cap. 1 – NATURA, SEDI, CARISMA, SPIRITUALITÀ e FINI

 Cap. 2 – LA CONSACRAZIONE

 Cap. 3 – VITA di PREGHIERA e VITA APOSTOLICA

 Cap. 4 – VITA COMUNE

 Cap. 5 – RAPPORTI con la GERARCHIA ECCLESIASTICA

 Cap. 6 – FORMAZIONE e FORMATORI

 Cap. 7 – GOVERNO di SERVIZIO ed ELEZIONI

 Cap. 8 – AMMINISTRAZIONE dei BENI TEMPORALI

 Cap. 9 – SEPARAZIONE

 Cap. 10 – OBBLIGHI di OSSERVANZA dello STATUTO

« Strada facendo, predicate il Vangelo ! »

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STATUTO

1

dei «Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria»

Cap. 1 - NATURA, SEDI, CARISMA, SPIRITUALITÀ e FINI

1,1 Nel Nome del Signore: viene qui presentata, la forma di vita dei “PICCOLI FRATI E PICCOLE SUORE DI GESÙ E MARIA”:

NATURA

1,2 La natura ecclesiale della suddetta Comunità religiosa, avente come stile di riferimento quello delle prime comunità cristiane tradotto nella cultura odierna, è la seguente: “ASSOCIAZIONE PUBBLICA DI FEDELI”(cfr CIC 313) in vista di “ISTITUTO DI VITA CONSACRATA(cfr CIC304, §1-2; 312, §1; 605). L’“Associazione Pubblica di Fedeli”, è formata da soli fedeli cattolici, in due rami di fratelli e sorelle, entrambi celibatari che, mediante dei voti di castità, povertà e obbedienza, consacrano tutta la loro vita al Signore, a servizio della Chiesa Cattolica e del prossimo. I fratelli e le sorelle operano insieme2, vivendo però in abitazioni nettamente separate. I due rami principali compongono un’unica struttura giuridica propria, con un Servo Generale che ha autorità su tutta l’Associazione (cfr CIC 622), eletto dall’Assemblea Generale. Tale Servo Generale è assistito oltre che da una Serva Generale (per le sole sorelle) anche dal suo consiglio direttivo della quale essa fa parte (cfr Cap. 7, 5).

SEDI

Sede generale

1 , 3 La Casa madre della comunità si trova a Noto (Sr), diocesi di Noto, in via dei mille n° 108/A.

Sedi particolari

1,5 Le sedi particolari della Comunità sono erette nelle Diocesi in cui i suoi membri vengono richiesti e stabilmente accolti dal Vescovo proprio.

CARISMA

1,6IL CUORE DEL CARISMA DELL’ASSOCIAZIONE è stimolare le persone alla frequenza della vita sacramentale o verso una più intensa partecipazione ad essa. Per il raggiungimento di tale obbiettivo, i Fratelli e le Sorelle dell’Associazione si dedicano assiduamente sia alla preghiera biblica, approfondita nel silenzio contemplativo (il più ritirati possibili dal mondo), e sia alla vita attiva di un apostolato di evangelizzazione.

1,7IL CARISMA DELL’ASSOCIAZIONE SI ESPLETA, per la maggior parte delle volte, peculiarmente uscendo nelle strade in semplicità e povertà, ad imitazione di Cristo, che lungo la strada spiegava il senso delle Scritture ai discepoli di Emmaus, riconducendoli a quel banchetto Eucaristico, nel quale si aprirono i loro occhi non appena spezzò il pane (cfr Lc 24,31-32; LG 48).

SPIRITUALITÀ

1,8 LA SPIRITUALITÀ PRIMARIAMENTE CONTEMPLATIVA DELL’ASSOCIAZIONE, si fonda in primo luogo sull’esempio di Gesù nell’orto degli ulivi, dove Egli pregava intensamente il Padre per compiere la volontà di Dio (cfr Lc 22, 39-43), e in secondo luogo si rifà a Maria, sorella di Marta, che ascoltando Gesù, ha mostrato il primato dell’ascolto affermato da Cristo stesso (cfr Lc 10, 41-42).

1,9 LA SPIRITUALITÀ DELL’ASSOCIAZIONE È ANCHE ITINERANTE ATTIVA, che guarda a Gesù che va di villaggio in villaggio (cfr Mt, 9,35; Mc 6,6) e manda i discepoli a predicare il Vangelo ad ogni creatura (cfr Mc 16, 15-16.20),andando particolar-mente per le strade con sobrietà (cfr Mt 10, 7-10), semplicità (cfr Mt 10, 16)e competenza (cfr 1Cor 13,11; 14, 20).

FINI

1,10 I fini dell’Associazione sono i seguenti: tendere – attraverso i tre consigli evangelici della totale castità, povertà e obbedienza – verso il conseguimento della santificazione e perfezione evangelica, per la maggior gloria di Dio, e per la salvezza del maggior numero di anime possibile, meta questa e corona eterna della fede cristiana(cfr 1Pt 1,9), promuovendo continuamente, attraverso le opere di apostolato, la crescita e santificazione della Chiesa, sull’esempio del Signore Gesù, il quale per primo ha donato la sua vita per essa (cfr Ef 5,27).

1,11 Le opere di apostolato si svolgono oltre che nei pellegrinaggi di totale provvidenza, ordinariamente a due a due e senza portare nulla per il viaggio (cfr Lc 9, 1-6; Mc 6, 6b-13), anche nelle missioni parrocchiali di diverso genere, negli esercizi spirituali richiestici dalle parrocchie, nelle testimonianze organizzate o al soffio dello Spirito e nelle visite ai gruppi di preghiera (cfr Cap. 3, 9).

Il nostro motto

1,12 Il motto carismatico dell’Associazione, in sintesi, è il seguente: «Strada facendo, predicate il Vangelo!»3.

1 Cfr CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA, Schema generale delle costituzioni di una Associazione in vista di Istituto di Vita Consacrata, in FUSCO ROBERTO -ROCCA GIANCARLO (edd.), Nuove forme di vita consacrata, Ediz. UUP, Città del Vaticano 2010, pp. 268-272.

2 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica post-sinodale Vita Consecrata, San Pietro, 25 Marzo 1996, n. 62.

3 Motto voluto e dettato dal nostro Vescovo Referente, Antonio Staglianò.

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Cap. 2 - LA CONSACRAZIONE

CONSIGLI EVANGELICI ASSUNTI CON VOTI

2,1 La consacrazione totale a Dio ha il fine di conformare - in modo più pieno - la nostra vita a quella di Cristo,.che dona totalmente se stesso al Padre per la maggior gloria di Dio (cfr Gv 17, 4) e la salvezza del maggior numero di anime possibile (cfr Gv 3, 16.17). Tutto ciò viene vissuto con gioia (cfr Sal [118],16), attraverso i seguenti consigli evangelici di castità celibataria, povertà e obbedienza, assunti con voti (cfr PC 12-14).

La castità celibataria

2,2 LA CASTITÀ CELIBATARIA per il Regno di Dio (cfr CIC 599), è accolta come dono dell’amore di Dio ed è praticata secondo l’insegnamento della Chiesa, confidando anzitutto nella grazia di Dio e praticando la mortificazione e la custodia dei sensi (cfr PC 12). È vissuta come totalità del dono della propria vita a Dio, cioè dell'Amore assoluto per Lui, offerto per tutti i fratelli, a beneficio della Chiesa e dell’intera umanità, come mezzo di maggiore fecondità per la Chiesa (cfr Gv 15, 13.16). Il tutto nella piena disponibilità al servizio di Dio e del prossimo con un cuore indiviso (cfr 1Cor 7, 32. 38b), come richiamo e segno del mondo futuro (cfr Lc 20, 34-36)4. La castità celibataria comporta la perfetta continenza (cfr Mt 19, 12; Lc 18, 29-30).

La povertà evangelica

2,3 LA POVERTÀ evangelica (cfr CIC 600) volontariamente abbracciata, per mettersi alla sequela Christi (cfr PC 13), è vissuta sempre cum Deo et cum Ecclesia, ad imitazione di Cristo, che da ricco che era si fece povero per fare ricchi molti per mezzo della sua povertà (cfr 2Cor 8, 9). Gesù si è fatto bisognoso anche dell’acqua materiale della samaritana, al fine di poterle dare poi l’acqua spirituale, che zampilla per la vita eterna (cfr Gv 4,7-14ss). Tale povertà deve essere vissuta, in riferimento al Tesoro celeste che Gesù ha promesso (cfr Mt 19, 21.27-29), nell’affidamento quotidiano alla provvidenza Divina, come sfida al materialismo avido di possesso, sperando che chi veda si possa aprire non solo all’ascolto della Parola di Dio, ma anche all’amore per la Chiesa, per i suoi ministri e per i Sacramenti amministrati da essi.

2,4 PERCHÉ LA SCELTA DELLA POVERTÀ, ossia il distacco concreto dalle cose, non sia solo affettivo (cfr 1Tm 6,10), ma anche effettivo (cfr Mt 19,21), per la maggior gloria di Dio e la salvezza del maggior numero di anime possibile, deve essere vissuta alla maniera degli Apostoli (cfr Mt 19, 27.29; At 2, 44-45) e di Francesco d’Assisi5, dell’insegnamento del Concilio di Vienne6 e del Magistero Pontificio7, per evitare distrazioni dalla contemplazione e dalla preghiera (cfr At 6, 2), così da poter distinguere meglio ciò che realmente è la volontà di Dio (cfr Mt 7,21; Col 1,9) dalle semplici iniziative umane.

2,5 CON LA POVERTÀ EVANGELICA POSSONO ESSERE ATTRATTE tante anime affascinate da essa, al fine di dialogare più facilmente con loro e farle riflettere sulla bellezza della Chiesa Cattolica e sull’importanza fondamentale della vita sacramentale (cfr Gv 4, 7-15), che dona pienezza di salvezza (cfr Lc 1, 77; CCC 868; UR 3).

2,6 PER QUANTO RIGUARDA IL SOSTENTAMENTO ordinario dei Fratelli e delle Sorelle, vivano sempre di totale provvidenza8 - sull'esempio di Gesù aiutato dalle pie donne (cfr Lc 8, 1-3) e sulla sua esortazione a non preoccuparci di nulla, dato che come dice Lui stesso, l’operaio - che annuncia il Regno di Dio poveramente - è degno della sua mercede (cfr Mt 10, 7-10).

2,7 PRIMA DELLA PROFESSIONE TEMPORANEA chi avesse dei beni, pur mantenendone la proprietà, deve cederne l’amministrazione, l’uso e l’usufrutto a chi ritiene più opportuno; almeno prima della professione perpetua deve fare testamento e rinunciare anche alla proprietà di essi, secondo quanto prescritto al can. 668 §1-2.4.

L’obbedienza

2,8 L'OBBEDIENZA evangelica (cfr CIC 601; 590, §1-2) va vissuta in primis a Dio (cfr Dt 13, 5; 1Sam 15, 22), attraverso la sua Parola (cfr 1Cor 4, 6), la Chiesa Cattolica (cfr Ef 3, 21), il presente Statuto (cfr Ez 36, 27) e i superiori, nel rispetto della retta coscienza personale (cfr CCC 1778). Il tutto secondo l’esempio di Cristo che non è venuto per fare la propria volontà, ma solo la volontà del Padre. Perciò come Cristo, pur essendo di natura divina, seppe spogliare se stesso per il nostro bene, assumendo la condizione di servo obbediente, così sia anche per i Fratelli e le Sorelle verso i nostri superiori legittimi, quando questi comandano secondo la Sacra Scrittura e il presente Statuto, secondo il Diritto della Chiesa e secondo le giuste leggi civili. I superiori a loro volta devono ricordarsi che sono sempre a servizio della volontà di Dio e che dovranno rendere conto un giorno delle anime loro affidate (cfr PC 14), sulle quali non dovranno mai spadroneggiare, ma anzi vegliare e farsi modello del gregge sull’esempio di Cristo Pastore supremo (cfr 1Pt 5, 1-4).

CAMMINO VERSO LA CONSACRAZIONE

2,9 Inizialmente una serie di incontri permetteranno una prima conoscenza dei candidati, per capire se siano equilibrati e veramente alla ricerca della volontà di Dio. A ciò può fare seguito un’esperienza di almeno sei mesi in una casa stabilita (cfr Cap. 6, 4-5), per un iniziale discernimento vocazionale.

4 Cfr GIOVANNI PAOLO II,Es. Ap. Vita consecrata, Op. cit., n. 32; PIO XII, Enciclica Sacra Virginitas, II, 25 Marzo 1954; cfr PC 12.

5 Cfr BONAVENTURA, Leggenda maggiore, in Fonti Francescane 1120, Ediz. Messaggero P., Padova 19904, p. 890-891.

6 Cfr CONCILIO DI VIENNE, Decreto 38.sui Frati Minori, anni 1311-1312, in Conciliorum Oecumenicorum Decreta, Ediz. EDB, Bologna 20022, pp. 396-400.

7 Cfr BENEDETTO XVI, Discorso in occasione dell’850° Anniversario della Fondazione del Santuario di Mariazell. Vespri Mariani con i Sacerdoti, i Religiosi, i Diaconi e i seminaristi, Austria, 8 Settembre 2007, parag. 6;.Idem, Esortazione Apostolica post-sinodale Verbum Domini, Ediz. LEV, Città del Vaticano 2010, n. 48.

8 Cfr TOMMASO D’AQUINO, Summa Theologiae, II-II, q. 187, art.5.

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2,10 Si prosegue poi con un anno di prova, denominato prenoviziato, durante il quale si approfondisce il discernimento e si focalizza meglio l’aspetto della prassi evangelica, come anche la formazione umana e religiosa di base e la maturità psico-affettiva.

2,11 Superato questo periodo, se idonei – secondo il discernimento dei superiori maggiori – (cfr CIC 641), segue il noviziato di due anni, che prepara più prossimamente alla consacrazione per l’assunzione temporanea dei consigli evangelici (cfr CIC 648).

2,12 Al termine del noviziato si assumono i consigli evangelici emettendo ufficialmente la professione temporanea (cfr Cap. 2,18; CIC 653 §2), che avrà la durata di 1 anno per volta fino a 3 anni (cfr Cap. 2,18; CIC 655). Dopo di che si accede ai voti perpetui.

2,13 Dopo la conclusione dei voti temporanei, i membri riconosciuti idonei emettono la professione perpetua, altrimenti lasciano la nostra comunità, salvo un prolungamento della professione temporanea a norma del canone 657 §2 del CIC.

DOMANDA DEL CANDIDATO E ACCETTAZIONE DELLA COMUNITÀ

2,14 Sia per il periodo semestrale di esperienza, sia per il periodo di prenoviziato (o anno di prova), sia per i 2 anni di noviziato, come anche per i voti temporanei e perpetui, il candidato di volta in volta presenti una domanda scritta al proprio servo superiore, nella quale attesti – liberamente, coscienziosamente e senza nessuna costrizione – le proprie ferme intenzioni di voler compiere la successiva tappa di maturazione verso la consacrazione totale al Signore, mostrando gioia, docilità e rispetto, verso le norme del presente Statuto.

2,15 Il Servo Generale o il servo provinciale, dopo aver sentito il parere dei superiori delle case in cui il candidato ha vissuto durante la formazione, raduni in assemblea la comunità in cui risiede il candidato. Il servo superiore della comunità, in cui il candidato è rimasto negli ultimi tre anni (che non può essere il proprio formatore, in quanto questo è stato il direttore spirituale del candidato), presenterà a tale assemblea il candidato per ogni fase dell’iter di consacrazione. Tutti i frati presenti in assemblea possono esprimere valutazioni in merito all’idoneità o meno del candidato. Dopo tale presentazione del servo superiore designato e le osservazioni dei frati, se ci fossero discordanze, il superiore faccia votare a scrutinio segreto l'assemblea. In tal caso, per l’ammissione del candidato da parte del superiore maggiore ad ogni tappa è necessaria la maggioranza dei voti validi favorevoli (escluse, quindi, le schede bianche e nulle). La medesima procedura vale anche per il ramo femminile.

ESERCIZI SPIRITUALI

2,16 Il candidato si prepari, per ogni tappa dell’iter di consacrazione, con un periodo intenso di riflessione e preghiera, e anche con una settimana di esercizi spirituali.

FORMULE UFFICIALI DEI VOTI TEMPORANEI O PERPETUI

2,17 La seguente professione temporanea o perpetua, si professi durante la Santa Messa, usando a seconda dei casi una delle 2 formule ufficiali qui a seguire:

Formula ufficiale (pubblica) per la professione temporanea (cfr CIC 653 §2; 655)

2,18 « Io ………..… ……… nat.. a …….….………. Provincia di ……….……….. il ………, DOPO AVER COMPIUTO, dai " Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria”, IL PERIODO DI FORMAZIONE INTERNA E DEL NOVIZIATO, prometto pubblicamente davanti a Dio, alla Beata Vergine Maria, agli Angeli e ai Santi, e davanti a voi fratelli – per la maggior gloria di Dio e la salvezza del maggior numero di anime possibile – di voler vivere pienamente il Vangelo coi fatti e nella Verità, e nelle tue mani ……… ………..

per il 1° anno, dei tre di voti temporanei, per il 2° anno, dei tre di voti temporanei, per il 3° anno, dei tre di voti temporanei,

faccio voto di vivere in CASTITÀ, POVERTÀ e OBBEDIENZA, intendendo tutto secondo il presente Statuto. Promesso ciò, mi affido con tutto il cuore a Dio, a Maria e a questa fraternità di Piccoli, per attuare la mia totale consacrazione a Cristo,.a servizio del suo Corpo che è la Chiesa, per il bene di tutti coloro che il Signore mi darà la grazia di incontrare ».

Formula ufficiale (pubblica) per la professione perpetua (cfr CIC 657 § 1-3)

2,19 « Io ………..… ……… nat.. a …….….………. Provincia di ……….……….. il ………, DOPO AVER COMPIUTO,dai " Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria ”, IL PERIODO DI FORMAZIONE INTERNA, IL NOVIZIATO E I 3 ANNI DEI VOTI TEMPORANEI

(cfr Cap. 2, 18), prometto pubblicamente davanti a Dio,.alla Beata Vergine Maria, agli Angeli e ai Santi, e davanti a voi fratelli – per la maggior gloria di Dio e la salvezza del maggior numero di anime possibile – di voler vivere pienamente e per sempre il Vangelo coi fatti e nella Verità, e nelle tue mani ……….. fino alla morte, faccio voto di vivere in CASTITÀ, POVERTÀ e OBBEDIENZA, intendendo tutto secondo il presente Statuto. Promesso ciò, mi affido definitivamente con tutto il cuore a Dio, a Maria e a questa fraternità di Piccoli, per attuare la mia totale consacrazione a Cristo,.a servizio del suo Corpo che è la Chiesa, per il bene di tutti coloro che il Signore mi darà la grazia di incontrare ».

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2,20 I VOTI PERPETUI O TEMPORANEI, fino a quando quest'Associazione non sarà Istituto di Vita Consacrata, per essere resi pubblici, devono essere fatti nelle mani del Vescovo referente, tranne che questi deleghi il Servo Generale per la professione perpetua o il servo locale per quella temporanea.

ABITO RELIGIOSO9

2,21 L'abito è « segno di consacrazione » (cfr CIC 669, §1) e di conversione, i Fratelli e le Sorelle poveri lo accolgono soprattutto come un segno di conversione, come spiega Gesù nel Vangelo lucano: « Se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli operati tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti - vestendo il sacco - » (Lc 10,13). Naturalmente quest'abito, ad immagine del sacco evangelico, dev'essere sulla scia del Concilio Vaticano II, che a tal proposito afferma:

« L'abito religioso, in quanto è segno della consacrazione, sia semplice e modesto, povero e nello stesso tempo decoroso, come pure rispondente alle esigenze della buona salute e adatto sia alle circostanze dei tempi e dei luoghi, sia alle necessità dell'apostolato » (cfr PC 17).

2,22 L’abito religioso, dev'essere lungo fino ai piedi, di colore e tramatura simile al sacco di iuta. La stoffa dell’abito potrà variare leggermente a seconda del clima locale in cui ci si trova, ma con l’approvazione del Servo Generale e del suo consiglio direttivo. Ogni membro della comunità abbia due sai e non oltre, uno per usarlo ed uno per lavarlo in segno di sobrietà. Quest'abito dev'essere dotato essenzialmente, sia per i fratelli che per le sorelle, di uno scapolare, di una piccola borsa per la Bibbia, corda ai fianchi e sandali ai piedi, velo in testa per le sorelle e taglio di capelli a forma di corona per i fratelli. Tutti gli altri eventuali dettagli verranno descritti nel Regolamento interno.

9 Cfr CONGREGAZIONE PER I RELIGIOSI E GLI ISTITUTI SECOLARI, La vita religiosa nell’insegnamento della Chiesa, Vaticano, 31 Maggio 1983, n. 37.

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Cap. 3 - VITA di PREGHIERA e VITA APOSTOLICA

3,1IL SENSO E LA NECESSITÀ DI TUTTA LA PREGHIERA PER I FRATI E LE SUORE è quello di imitare Cristo orante, che attraverso la preghiera si relazionava col Padre per compiere la Sua volontà punto per punto. Perciò, dalla preghiera quotidiana deve scaturire tutta l’attività apostolica.

PREGHIERA

Preghiera – quotidiana – per ogni membro (cfr CIC 663 § 1-4)

3,2 LE PREGHIERE QUOTIDIANE che ogni piccolo frate o piccola suora dovrà fare comunitariamente o personalmente, nelle rispettive clausure o nel cenacolo, sono le seguenti (eccetto i casi di ritiri solitari e comunitari):

a) VEGLIA MATTUTINA di silenzio, possibilmente davanti al Santissimo Sacramento nelle rispettive clausure, per circa un'ora.

b) LA LITURGIA DELLE ORE ( Ufficio delle Letture, Lodi, Ora Media, Vespri ).

c) S.MESSA.

d) IL S.ROSARIO MEDITATO.

e) IL DIGIUNO (possibilmente “pane e acqua” o qualcos’altro di azzimo) due volte a settimana.

f ) PREGHIERA QUOTIDIANA per tutti i membri e responsabili della Chiesa a beneficio dell’intera umanità, senza tralasciare i nemici.

g) Le suddette preghiere, a volte – a discrezione del servo superiore locale – possono essere fatte, fratelli e sorelle insieme, in un luogo adatto (distinto dalle clausure maschili e femminili), o anche insieme ai gruppi di preghiera, come recita il seguente versetto: « Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù » (cfr At 1,14).

Preghiere – annuali – per ritiri spirituali dei fratelli e sorelle (cfr CIC663§5)

3,3 Le preghiere annuali comunitarie da fare – per quanto possibile – insieme agli altri membri della comunità presenti nelle varie diocesi della nazione, constano di almeno 1 o 2 ritiri spirituali l’anno. Tali ritiri saranno tripartiti possibilmente nel seguente modo: sul piano formativo, dottrinale e spirituale, in modo da favorire la comunione ed una migliore crescita in tutto e per tutto tra i membri delle comunità presenti nelle diverse diocesi di una stessa nazione. Il servo superiore locale può dare dispensa dalla partecipazione per ragioni ben fondate.

Preghiere – annuali – per Raduni Nazionali con i Gruppi di Preghiera

3,4 Nei sopradetti ritiri annuali nazionali, della durata di circa una settimana, si faccia in modo – se possibile – di concludere anche con un Raduno Nazionale dei Gruppi di Preghiera ADP-VV10. Naturalmente questi tipi di incontri e Raduni Nazionali, non potranno mai essere avviati senza il consenso favorevole del Servo Generale della comunità e del Vescovo della diocesi nella quale dovrebbero tenersi tali incontri. Inoltre, tali eventi, siano comunicati anticipatamente ai propri vescovi locali.

VITA APOSTOLICA

3,5 TUTTA LATTIVITÀ È SVOLTA PER LEVANGELIZZAZIONE11, specialmente per le strade del mondo come esplicato chiaramente dal Vangelo (cfr Mt 10,10, regola suprema dei piccoli frati e delle piccole suore (cfr CIC 662), dove Gesù chiama primariamente operaio chi annunzia – con molto distacco da questo mondo - il regno dei cieli (cfr Lc 10,7), senza preoccupazione di retribuzioni terrene.

Viaggi di totale provvidenza a breve e a lungo raggio

3,6 I viaggi a lungo raggio di totale provvidenza, come dice Gesù nel Vangelo (cfr Lc 9, 1-6), avvengono in occasione dei lunghi pellegrinaggi, a piedi o in autostop, verso una meta prefissata, come ad esempio un santuario mariano. Il tutto in vista d’incontrare ed evangelizzare tante persone. Così similmente è per i viaggi a breve raggio, solitamente in diocesi.

Missioni parrocchiali e simili

3,7 Dopo aver ricevuto il permesso del Vescovo della diocesi in cui risiediamo e la benedizione del Vescovo nella cui diocesi dovremmo svolgere la missione, stabiliti gli accordi anche con il Sacerdote della parrocchia che richiede la missione, giunto il periodo fissato, si inizia così: si gira al soffio dello Spirito per le strade stabilite (della diocesi o della parrocchia). Si attaccano manifesti in officine, pub, supermercati, ospedali, scuole ed ecc.. sempre al fine di evangelizzare (fuori e dentro le mura della chiesa) e di indirizzare le anime ai Sacramenti con più facilità anche da posti dove difficilmente si parla di Gesù.

Testimonianze12 organizzate o al soffio dello Spirito

3,8 Quando Sacerdoti, professori o presidi di scuole di diverso livello, presidenti di associazioni varie o gruppi e movimenti, o ecc.. richiedono testimonianze sulla scelta radicale e personale dei piccoli frati e delle piccole suore, si aderisce nei limiti del possibile. Il tutto sull’esempio pietrino che esorta ad essere sempre pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15).

10 ADP-VV è la sigla dei nostri gruppi laici di preghiera – mariana, chiamati « Alleati dei Piccoli -Volantini Verdi ».

11 Cfr PAOLO VI, Esort. .Ap. .Evangelii Nuntiandi, Roma, 8 Dicembre 1975, n. 14.

12 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Esort. Ap. Vita Consecrata, op. cit., n. 72.

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Visita ai Gruppi di Preghiera ADP-VV

3,9 La cura dei Gruppi Mariani di Preghiera sparsi in tutta Italia ed oltre permetterà ai membri dell’Associazione dei piccoli frati e delle piccole suore di viaggiare molto ed evangelizzare per le strade e per le case.

Relazioni coi Gruppi di Preghiera e aiuto concreto ai poveri

3,10 Le relazioni con i Gruppi di Preghiera e l'aiuto concreto ai poveri, si attua nel seguente modo:

a ) Le relazioni con i gruppi laici di preghiera, sono regolate da alcune clausole del presente Statuto (cfr Cap. 3, 4.9) ed anche con alcune clausole del loro statuto.

b) Le modalità di aiuto concreto ai poveri, di volta in volta, sono regolate da convenzioni con le Chiese particolari, a norma del can. 681 §2.

Nella Diocesi di Noto, in cui ha sede la Casa madre, in sintonia con le disposizioni del Vescovo, i piccoli frati e le piccole suore si occuperanno dell’evangelizzazione e dell’accompagnamento spirituale degli ospiti della Mensa Vicariale della Carità.

Lavori sui mezzi di comunicazione sociale

3,11 Molto del lavoro dell’Associazione è impostato sulla base dei mezzi di comunicazione sociale, i quali contribuiscono efficacemente a diffondere ed a consolidare il Regno di Dio (cfr IM 2)13.

3,12 Oltre la progettazione e la manutenzione del sito ufficiale www.fratipoveri.net, vi è anche un continuo lavoro di arricchimento, con l’aggiornamento dello stesso.

MEZZI

3,13 Le finalità dell’Associazione saranno raggiunte con i seguenti mezzi spirituali e materiali (cfr CIC 670):

3,14 DAL PUNTO DI VISTA SPIRITUALE,le suddette finalità saranno raggiunte attraverso la formazione e la preghiera nella specifica chiamata alla sequela Christi proposta dal Vangelo, che a riguardo di mezzi dice: « Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me ! » (Gv 14, 6). Questa sequela Christi, sia per i piccoli frati e le piccole suore il mezzo e la regola per eccellenza (cfr CIC 662) nella ritmica Preghiera Liturgica ed Eucaristica.

3,15 DAL PUNTO DI VISTA MATERIALE, le suddette finalità saranno raggiunte anche attraverso le opere di beneficenza da parte dei fedeli benefattori, tenendo presente che la Comunità e i singoli membri ad essa associati, non potranno mai possedere nulla di proprio; tuttavia, potranno accettare prestiti, o anche donazioni varie solo per i beni di prima necessità, dato che per tutto il resto, in casi limite, ci pensano i Gruppi di Preghiera, come spiegato al capitolo 8, 2-4 dello Statuto ed all'articolo 3, 2-3 del loro statuto14. Si tenga anche presente che i suddetti prestiti li possiamo accettare solo per il lavoro e il sostentamento, “escluso il denaro” (cfr Cap. 8, 2-4), come anche sono escluse la TV e la radio, per mantenere meglio un clima di raccoglimento.

13 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Vaticano, 24 Maggio 2009, par. 1.10.

14 Cfr Art. 3, 2-3 dello Statuto dell’Associazione Laica Onlus: « Alleati dei Piccoli - Volantini Verdi ».

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Cap. 4 - VITA COMUNE

VITA COMUNE TRA SOLI FRATELLI E TRA SOLE SORELLE

4,1 I piccoli frati, osservino la vita comune tra loro (cfr CIC 665, §1) all’interno delle proprie clausure, come descritto nell’orario stabilito dal servo locale e dal suo consiglio, secondo le necessità dello Spirito; per cui, fatte alcune eccezioni (cfr CIC 665, §1; cfr Cap. 3, 2), i frati condividano tutto: preghiere, pasti, apostolato, lavori e soprattutto partecipino insieme all’Eucaristia (cfr Cap. 3, 2c), a meno che per ragioni valide non siano scusati.

4,2 La vita comune tra sole piccole suore segua le stesse disposizioni date per la vita comune tra i soli fratelli.

4,3 Nessun piccolo frate, da solo o accompagnato, potrà mai entrare nelle abitazioni delle piccole suore (o viceversa), eccetto un eventuale permesso del servo locale, per motivi giustificabili.

ATTIVITÀ COMUNI TRA FRATELLI E SORELLE

4,4 I piccoli frati e le piccole suore perseguono lo stesso fine, ma nettamente separati nelle abitazioni. Pertanto,.i momenti in comune tra fratelli e sorelle, si svolgano nei seguenti modi :

Nel cenacolo interno

4,5 I fratelli e le sorelle nel luogo comune denominato « cenacolo interno », secondo l’orario stabilito in comune, possono avere la possibilità non solo di pregare insieme e condividere i pasti (o anche di lavorare, quando necessitasse farlo insieme), ma soprattutto di poter, nei limiti del possibile, condividere anche quotidianamente le meravigliose esperienze del Signore, sull’esempio degli Apostoli (cfr At 1, 14; 2, 46).

Nei viaggi

4,6 Nei viaggi, per quanto possibile, i frati viaggiano sempre in autostop a due a due e spogli del superfluo, come consigliato più volte dal Signore (cfr Mt 10, 5-14; Lc 10, 1-11). Nei casi in cui invece, si viaggiasse anche con le sorelle (cfr Lc 8, 1-3; Gv 2, 12), i frati facciano sempre appello alla prudenza, non lasciando mai le sorelle prive della dovuta protezione (cfr Tb 5, 17; Gal 4,14b).

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Cap. 5 - RAPPORTI con la GERARCHIA ECCLESIASTICA

Obbedienza al Papa e ai Vescovi

5,1 L’Associazione dei piccoli frati e delle piccole suore sarà sempre in obbedienza a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica di rito Latino, nei loro santi consigli e comandi, che saranno in comunione col Romano Pontefice, Vescovo di Roma, successore di Pietro (cfr LG 22).

Rapporti con i Vescovi

5,2 A proposito dei rapporti con i Vescovi e le varie diocesi, nessun piccolo frate e nessuna piccola suora operi in una diocesi in cui il Vescovo abbia parere contrario, sia quando si è in viaggio, sia quando si è accolti. In tali casi, specialmente nell'ultimo, ci si sposti da quel luogo e si vada in un'altra diocesi dov'è più utile il carisma, che però può essere accolto solo dal Vescovo con il nulla osta del Servo Generale della Comunità. Il tutto sempre mediante accordi scritti (cfr CIC 611).

5,3 Quando si va in gruppo in una qualsiasi diocesi del mondo per qualche ritiro (come anche nelle missioni o ecc..), si faccia in modo, prima dell’arrivo, di far sapere al Vescovo locale o a chi ne fa le veci, della presenza in diocesi dei piccoli frati e delle piccole suore e per quali motivazioni. Se questi poi, non avesse nulla in contrario, sarà come aver ricevuto una benedizione da parte del Signore, per operare temporaneamente anche in quella diocesi. A questo ovviamente, si eccettuano i casi di visita a parenti, amici, o luoghi di pellegrinaggio.

5,4 Per quanto concerne poi una breve visita di un paio di giorni ai gruppi di preghiera (di carattere non privato), basterà avvisare solo il parroco di zona.

Rispetto speciale per i Sacerdoti

5,5 Oltre l’obbedienza ai Vescovi, non deve mai mancare in nessuno dei membri uno speciale rispetto anche nei riguardi dei Sacerdoti, di tutte le diocesi, parrocchie e comunità varie, così come lo intendeva San Francesco d’Assisi15, non volendo mai fare nulla - senza il loro consenso positivo - quando ci trovassimo nei paraggi della loro parrocchia, salvo consigli o direttive diverse del Vescovo locale o del Papa.

Incardinazione Sacerdotale

5,6 L’incardinazione dei Sacerdoti dell’Associazione sarà fatta con l’accordo scritto tra il nostro Servo generale ed il Vescovo proprio a norma del canone 1016 del CIC. L'accordo scritto sarà incentrato specialmente sull'incardinazione diocesana in vista dell’erezione dell’Istituto di Vita Consacrata.

5,7 Per quanto riguarda l’attestato della casa di formazione (cfr CIC 1051) e le lettere dimissorie del Vescovo per il candidato al diaconato o al presbiterato (cfr CIC 1015, §1), siano date rispettivamente sia dal Servo superiore della casa di formazione del candidato, sia anche dal Vescovo referente della Comunità16. Il tutto a servizio della Chiesa particolare ed universale.

Assunzione di Uffici Ecclesiastici

5,8 Nell’esercizio dell’Apostolato, tutti i membri della Comunità, potranno assumere, con convenzioni scritte tra il Vescovo locale e il Superiore Religioso competente della comunità17, gli uffici ecclesiastici di aiuto-pastorale alla Diocesi, compatibili con il proprio carisma18 – a norma del can. 681 §2; 682 –.

15 Cfr FRANCESCO D’ASSISI, Regole ed Esortazioni. Testamento, in Fonti Francescane 112, op. cit., p. 131.

16 Cfr CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA, Schema generale delle costituzioni di una Associazione in vista di Istituto di Vita Consacrata, in FUSCO ROBERTO -ROCCA GIANCARLO (edd.), op. cit., p. 270.

17 CONGREG. PER I VESCOVI -CONGR. PER I RELIGIOSI E GLI ISTITUTI SECOLARI, direttorio: Mutuae Relationes, n. 57b-58, 14 Maggio 1978, in AAS, LXX (1978), 473-506.

18 Ibidem, n. 11.

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Cap. 6 - FORMAZIONE e FORMATORI

6,1 Tutta la formazione è un tempo di prova e di discernimento da parte del candidato e di discernimento da parte dei formatori. Quindi, si tratta di una responsabilità condivisa tra il candidato e i formatori. Il punto centrale della formazione è il discernimento vocazionale e la acquisizione di una sempre maggiore libertà del candidato, per potersi decidere responsabilmente a rispondere alla chiamata del Signore, volendo fare solo la Sua volontà.

Ugualmente i formatori debbono cercare solo la volontà di Dio e non l’incremento numerico dell’Associazione.

6,2 La formazione interna, di base e permanente,. si compirà – in sottomissione alla Chiesa – nello spirito o condizione di vita della comunità per tradurla nella pratica della vita. Essa, inoltre, sarà accompagnata da formatori, fermo restando che ciascuno dei membri rimane comunque il principale responsabile della propria formazione19, che avrà la seguente struttura.

FORMAZIONE DI BASE NEI PRIMI 3 ANNI E MEZZO

6,3 Questo periodo formativo di 3 anni e mezzo, lo si compirà nelle apposite case e con gli appositi formatori, a norma del presente Statuto e del Codex Iuris Canonici (cfr CIC 630).

Casa di formazione per i fratelli

6,4 LA CASA DI FORMAZIONE per i fratelli sia tripartita per quanto possibile nel seguente modo in un’unica struttura (o nella medesima città in luoghi distinti sempre per diverse aree):

AREA A) area esperienza e prenoviziato, con formatore specifico nominato secondo le norme del presente Statuto (cfr Cap. 7, 4b);

AREA B ) area noviziato, con formatore specifico nominato allo stesso modo;

AREA C) area studentato post-noviziato, con direttore possibilmente specializzato in Sacra Teologia Fondamentale, anche questo nominato nel suddetto modo.

Casa di formazione per le sorelle

6,5 LA CASA DI FORMAZIONE per le sorelle sarà strutturata esattamente come quella dei fratelli. Naturalmente, mai nello stesso luogo insieme ai fratelli.

Formazione nell’arco dei primi 18 mesi (periodo di esperienza e di prenoviziato) 6,6 Gli strumenti di discernimento sono cronologicamente i seguenti:

a) Per iniziare, 2 o 3 fine settimana di esperienza di reciproca conoscenza (esterna o interna alle clausure, secondo i casi).

b) Poi 15 giorni circa di esperienza.

c) A seguire, un’esperienza di minimo 6 mesi (prolungabili).

d) Fa seguito un 1 anno di prova detto prenoviziato.

Formazione spirituale:

6,7 a) L’ARTICOLATA PREGHIERA, da approfondire tutti i giorni con: Adorazione Eucaristica mattutina, Liturgia delle ore, Celebrazione Eucaristica, Rosario meditato e Sacramento della Penitenza settimanale.

b) STUDIO DELLA DOTTRINA CATTOLICA per tappe.

c) CORSO BIBLICO, secondo l’indole della comunità.

d) CORSO SPIRITUALE SPECIFICO, principalmente sulla spiritualità di San Francesco d’Assisi, S. Teresina di Lisieux, S.

Pio da Pietrelcina e S. Massimiliano M. Kolbe.

e) LA SPIRITUALITÀ SI ARRICCHISCA SEMPRE PIÙ con l’approfondimento della vita di altri santi. Tutto ciò, avvenga con serenità e gradualmente20.

Formazione esistenziale :

6,8 L’anzidetta formazione spirituale, sarà basata, non sul sabbioso fondamento di sole parole (cfr Mt 7, 26-27), ma sul fondamento roccioso della “concreta pratica” evangelica (cfr Mt 7, 24-25), come insegna Gesù (cfr Lc 6, 47-48).

Pertanto, tutta la formazione sarà accompagnata costantemente da esperienze pratiche di missionarietà ordinaria e straordinaria21.

Formazione nell’arco dei 2 anni di noviziato

6,9 Le condizioni richieste per essere ammessi nel noviziato sono le seguenti:

a) Piena comunione con la Chiesa Cattolica nella fede, i sacramenti e il governo.

b) Adesione convinta allo stile di vita espresso nel presente Statuto.

c) Aspirare alla santità, che ha in Cristo la sua fonte ed origine (cfr LG 40.47).

d) Età minima di 17 anni stabilita dal codice (cfr CIC 643).

e) Battesimo e confermazione, di cui si deve presentare il certificato.

f ) Una lettera di presentazione di un Sacerdote.

g) Maturità, indole e salute adatte a poter vivere appieno il carisma (cfr CIC 642).

19 CfrCONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Direttive sulla formazione negli Istituti Religiosi, Roma, 2 Febbraio 1990, n. 29.

20 Cfr Ibidem,n. 19-32.

21 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Esort. Ap. Vita Consecrata, op. cit., n. 67.

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6,10 Saranno oggetto di particolare approfondimento:

a) La Sacra Scrittura.

b) La teologia spirituale, specialmente della vita consacrata e dei consigli evangelici.

c) La storia della Chiesa in modo graduale.

d) Esperienze saltuarie di vita apostolica al di fuori della casa di formazione (cfr CIC 648 §2), così da approfondire meglio il carisma dei piccoli frati e delle piccole suore.

6,11 Il noviziato, per essere valido giuridicamente, deve essere compiuto in una casa regolarmente designata allo scopo, eccetto i casi particolari o modi di eccezione su concessione del Servo Generale con il consenso del suo consiglio, o in un'altra casa dell'Istituto sotto la guida di un religioso provato, che faccia le veci del maestro dei novizi (cfr CIC 647§2-3).

FORMAZIONE FILOSOFICO-TEOLOGICA

6,12 Anche questo periodo formativo, che nessuno può intraprendere senza il consenso almeno del servo provinciale, lo si compirà sempre nelle apposite case, sotto la responsabilità degli appositi formatori (cfr Cap. 6, 4-5; CIC 630).

6,13Per una più approfondita formazione intellettuale, i fratelli e le sorelle possono studiare sia in un seminario (cfr OT 4), sia in una università pontificia o in un istituto ad essa affiliato (cfr OT 18), oppure in un istituto di scienze religiose (cfr PC 18), o in altre scuole a carattere umanistico, secondo l’indole della comunità, l’attitudine personale e la situazione concreta della comunità. I candidati al sacerdozio debbono seguire l’iter formativo stabilito dal Codice di Diritto Canonico e dagli altri documenti dati della Santa Sede e dalla Conferenza Episcopale.

6,14 Se poi qualcuno dei fratelli o delle sorelle, allo scopo di offrire un servizio di evangelizzazione più qualificato, volesse proseguire ancora gli studi formativi fino al conseguimento della licenza o del dottorato, deve avere il permesso del Servo Generale o di un suo delegato. Tuttavia, è da non trascurare quanto disse S. Francesco d’Assisi a S. Antonio di Padova, primo formatore dei suoi frati: « Ho piacere che tu insegni la sacra teologia ai frati, purché in questa occupazione, tu non estingua lo spirito dell'orazione e della devozione, come sta scritto nella Regola »22.

FORMATORI

Competenze peculiari dei formatori e delle formatrici

6,15 Per quanto riguarda i formatori della comunità, benché tutti i membri siano al contempo e in certo modo formandi e formatori, si richiede tuttavia la presenza di alcuni membri (donne per il ramo femminile e uomini per il ramo maschile) con competenze o doti speciali, nominati a norma del Cap. 7, 4b del presente Statuto, per formare bene tutti i membri della comunità, cum Deo et cum Ecclesia23.

6,16 Naturalmente, nell’attesa che diversi membri della comunità conseguano la formazione teologica e spirituale specifica che li renda adatti al discernimento spirituale e alla formazione della coscienza, siano eletti formatori di fiducia dal Servo Generale, col consenso dei due terzi del suo consiglio direttivo.

Le caratteristiche e qualità spirituali dei formatori

6,17Quanto alle qualità spirituali, il formatore – come diceva San Francesco d’Assisi – dovrà essere: « di grande maturità.[…]. Coltiverà le virtù in se stesso e negli altri.[…] Diffidi - per metodo - di qualsiasi accusa, finché la verità non cominci ad emergere da una inchiesta coscienziosa […] Abbia cura di non mai rovinare un'anima per eccesso di rigore, né troppa mansuetudine incentivi il torpore […].Sia da tutti temuto, e da quelli stessi che lo temono, amato.[…]. Così siano anche i suoi aiutanti: nulla desiderino fuorché la lode di Dio, l'avanzamento dell'ordine, il bene della loro anima, la salvezza di tutti i fratelli »24.

Guida spirituale

6,18 Sin dall’inizio dell’esperienza semestrale nella comunità, ciascuno può scegliere liberamente - secondo coscienza – la propria guida spirituale, preferibilmente all’interno della comunità. La guida abbia conseguito, per quanto possibile, almeno il titolo di Baccalaureato in Sacra Teologia. Parimenti, non può essere guida spirituale nella comunità chiunque abbia ricevuto divieto temporaneo o perenne dal Generale e dai due terzi del suo consiglio direttivo.

FORMAZIONE PERMANENTE25

6,19 La formazione globale, senza mai tralasciare la semplicità e lo spirito di orazione, dev’essere coltivata gradualmente ed in modo permanente26.

22FRANCESCO D’ASSISI, Lettere. A frate Antonio, in Fonti Francescane 252, op. cit., p. 172.

23 Cfr CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Direttive sulla formazione negli Istituti Religiosi, op. cit., n. 30-32.

24 Cfr SPECCHIO DI PERFEZIONE, in Fonti Francescane 1775-76, op. cit., pp. 1389-1391.

25 Cfr CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, La vita fraterna in comunità, Roma, 2 Febbraio 1994, n. 43.

26 Cfr Idem, Istruzione Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio, Roma, 19 Maggio 2002, n. 15.

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Cap. 7 - GOVERNO di SERVIZIO ed ELEZIONI

7,1 L’autorità di governo nell’Associazione è concepita come spirito di servizio (cfr Mc 10, 42-45), secondo le direttive del Codex Iuris Canonici (cfr CIC 617-619).

STRUTTURA GIURIDICA DI GOVERNO DELL’ASSOCIAZIONE L’Assemblea Generale dell’Associazione

7,2 a) RUOLO ED AUTORITÀ DELL’ASSEMBLEA

- RUOLO DELL’ASSEMBLEA GENERALE: il suo ruolo è quello di eleggere il Servo Generale, la Serva Generale (che dovrà essere confermata dal Servo Generale) e il consiglio direttivo generale, eccetto il caso dei due vice generali al femminile e al maschile, che saranno eletti dal Servo Generale, col consenso del Consiglio.

- AUTORITÀ DELL’ASSEMBLEA (O CAPITOLO) GENERALE: l’assemblea è il supremo organo di governo, rappresentativa di tutto l’istituto, con potestà deliberativa e con le competenze che le sono assegnate dal Codice e dal diritto proprio (cfr CIC 631,§1-2), come segno di unità e di carità della comunità.

Assemblea questa, che insieme deve custodire il patrimonio del carisma originario, come fu dato alla Chiesa attraverso il fondatore (cfr CIC 578).

- RIUNIONI ORDINARIE DELL’ASSEMBLEA: l’Assemblea Generale è convocata ordinariamente ogni 6 anni per eleggere il Servo Generale e il suo consiglio direttivo; viene indetta in modo straordinario dal Servo Generale sulla base della richiesta di due terzi dei membri dell’Associazione per questioni particolari o gravi.

b) MEMBRI DELL’ASSEMBLEA GENERALE

- Finché i membri dell’Associazione non superino il numero di 40, sono membri dell’Assemblea Generale tutti i frati e suore della comunità di voti perpetui. Superato il numero di 40 membri, l’assemblea sarà formata da membri di diritto e membri eletti: membri di diritto sono il Servo Generale, il vice-generale, la Serva Generale e la vice-generale e i servi provinciali o i servi delegati per ogni territorio; membri eletti invece, sono coloro che sono stati eletti dalle assemblee provinciali a maggioranza assoluta di voti.

c) IL SEGRETARIO GENERALE

- Il segretario generale redige i verbali delle assemblee generali, sia ordinarie che straordinarie, delle riunioni del consiglio direttivo e convoca, dietro mandato del Servo Generale, l’Assemblea Generale e il consiglio direttivo, ossia il consiglio generale.

d) L’ECONOMO

- Il fattore “ECONOMO” è regolato da un responsabile dei gruppi di preghiera, come recita l'articolo 3 del loro statuto.

Assemblee provinciali

7,3 L’assemblea provinciale si riunisce ogni volta che è convocata l’Assemblea Generale: 1) per eleggere i delegati per essa, in proporzione al numero dei membri della Provincia, secondo quanto determinato nel Regolamento interno; 2) per mandare le proprie richieste all’Assemblea Generale. L’Assemblea provinciale è formata dal provinciale, dal suo consiglio, dai superiori/e delle case e da un delegato e una delegata per ogni casa, scelto dal superiore/a della casa.

Il Servo Generale e suoi vicari

7,4 a) QUALITÀ ESSENZIALI DEL SERVO GENERALE e dei VICARI (cfr Cap. 7, 7-8) - Fedeltà alla Parola di Dio.

- Fedeltà agli Insegnamenti della Chiesa Cattolica.

- Esemplarità di vita.

- Amore della verità.

- Persona di grande misericordia provata.

- Persona di giusto giudizio, che non prende decisioni per sentito dire (cfr Is 11, 3) e non si fa influenzare dagli altri (cfr Cap. 6, 17).

b) MODALITÀ DELL’ELEZIONE DEL GENERALE (cfr CIC 625 § 1) e DEI SUOI VICARI e RESPONSABILI (cfr CIC 625 §3; 626) - PER LELEZIONE DEL SERVO GENERALE occorrono a norma del presente Statuto, i due terzi dei voti validi

dell'Assemblea Generale, escluse le schede bianche e nulle. Tuttavia, dopo tre scrutini inefficaci, al quarto scrutinio la votazione verta solo sui due frati che hanno ottenuto il maggior numero di voti, procedendo alla scelta definitiva attraverso il ballottaggio (valido sempre coi 2 terzi dei voti).

- ECCEZIONE SUL FONDATORE:dopo la morte del fondatore, che è l'unico a rimanere Servo Generale a vita (insieme alla co-fondatrice), tutti i frati sacerdoti dell’Assemblea Generale, possono essere eletti alla carica di Servo Generale, secondo le qualità e virtù elencate nel Cap. 7, 4a e soprattutto secondo il consiglio evangelico di Gesù, che a tal riguardo ha detto: « Se uno vuol essere il primo sia il servitore di tutti » (cfr Mc 9, 35).

- ELEZIONE DEI VICARI E DEI VARI RESPONSABILI: il Servo Generale, col consenso dei due terzi del suo consiglio direttivo, nomina tutti i servi responsabili al maschile e al femminile, il maestro dei novizi e gli altri formatori, eccetto il caso della Serva Generale, che è nominata dall'Assemblea Generale.

c) DURATA DEL MANDATO DEL GENERALE e SUOI VICARI

- Il mandato del Servo Generale ha una durata di 6 anni, rinnovabili per una sola volta (cfr CIC 624 §1), eccetto il caso di un secondo rinnovo che potrebbe avvenire solo con il consenso della Santa Sede.

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- Termina, insieme al mandato del Servo Generale, la nomina del suo vice e parimenti quella della Serva Generale e della sua vice. Gli altri superiori, in genere sono nominati dal Servo Generale (come descritto al Cap. 7, 4b) per 3 anni, rinnovabili una volta (cfr CIC 624,§2) eccetto il caso di revoca (giustificata) dal Servo Generale col consenso dei due terzi del suo consiglio.

d) RUOLO E AUTORITÀ DEL SERVO GENERALE

- Il Servo Generale ha di diritto potestà su tutta l’Associazione, su tutte le province, su tutte le case e su tutti i membri maschili e femminili della comunità (cfr CIC 622).

- Ricopre anche la carica di Servo Generale dei frati, tramite il suo vicario.

- Al Servo Generale spetta la nomina del suo vicario generale, della serva vice generale, col parere e consenso del consiglio direttivo generale.

- Al Servo Generale spetta la nomina del segretario generale, il quale però è presente nel consiglio direttivo generale, per stenderne gli atti, anche se non ne è membro.

- Il Servo Generale ha il compito di presiedere l’Assemblea Generale.

- Il Servo Generale, col parere e consenso del suo consiglio direttivo, ha il compito di nominare tutti i servi responsabili maschili e femminili, il maestro dei novizi e gli altri formatori.

e) RUOLO E AUTORITÀ DEL DELEGATO DEL VESCOVO DI NOTO NEL GOVERNO DELL’ASSOCIAZIONE

- Il Vescovo di Noto nomina un suo Delegato con facoltà equae pariter al Servo generale nel governo dell’Associazione in ogni sua Sede.

Il consiglio del Servo Generale

7,5 a) MEMBRI DEL CONSIGLIO DEL SERVO GENERALE

- Il consiglio direttivo del Servo Generale è formato da: la Serva Generale e la sua vice, il servo vicario generale e altri quattro consiglieri eletti dall’Assemblea Generale.

b) RUOLO DEL CONSIGLIO

- DUPLICE RUOLO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE: il consiglio direttivo del Servo Generale ha un duplice ruolo:

ruolo di parere consultivo e ruolo di consenso.

- RUOLO CONSULTIVO:tale consiglio ha ruolo consultivo, in quanto all’ausilio prezioso per le decisioni del Servo Generale nel governo dell’Associazione: 1) per proporre la fondazione di nuove case; 2) per delicati spostamenti di membri o comunità; 3) per le relazioni diplomatiche nazionali ed internazionali;

4) per l'organizzazione di grandi eventi comunitari, come anche per missioni consistenti diocesane; 5) per proporre la rinnovazione di nuove nomine di responsabili e formatori; 6) per proporre tutte le eventuali urgenze o aiuti possibili per la crescita qualitativa della comunità.

- RUOLO DI CONSENSO:tale consiglio ha ruolo di consenso: 1) per la fondazione delle case; 2) per la nomina dei vari servi responsabili e formatori; 3) per dare nuove disposizioni nel caso decada l'associazione laica Onlus dei gruppi di preghiera ADP-VV, come descritto nel capitolo 8, 4 del presente Statuto.

- Naturalmente, anche nei casi in cui venisse richiesto solo il parere del consiglio direttivo generale, il Servo Generale, non prenda mai decisioni importanti, contro il parere concorde del suo consiglio direttivo (cfr Pr 24,6 b), salvo un maius iudicium della propria coscienza (cfr CIC 127 §2,2°).

c) DURATA DEL MANDATO dei MEMBRI DEL CONSIGLIO

- Il loro mandato scade con quello del Servo Generale, sia al maschile che al femminile, come anche quello della Generale e la sua vice e del vice generale.

STRUTTURA GIURIDICA PER CIASCUN RAMO

7,6 L’Associazione ha un unico Statuto, ma è distinta in due rami, ossia quello maschile e quello femminile. Le assemblee (generali o particolari) invece, sono formate da fratelli e sorelle insieme, per evitare troppi sezionamenti.

Il governo maschile

7,7 Il governo maschile attualmente, in attesa di divenire a pieno Istituto di Vita Consacrata, è governato dal Servo Generale, tramite il suo vice e i suoi delegati, secondo le norme del Cap. 7, 4b. Successivamente il governo sarà completato nel seguente modo:

a) Il SERVO GENERALE, che è affiancato da un suo vice generale - per tutta l’Associazione -.

b) I SERVI PROVINCIALI, che sono affiancati da un loro vice provinciale.

c) I SERVI LOCALI, che sono affiancati da un loro vice - solo per la comunità loro affidata -.

Il governo femminile

7,8 Anche il governo femminile attualmente, in attesa di divenire Istituto di Vita Consacrata, è governato dalla Serva Generale, insieme alla sua vice e le delegate (dal Servo Generale) per territori, secondo le norme del Cap.

7, 4b. Successivamente il governo femminile sarà completato similmente a quello maschile nel seguente modo:

a) LA SERVA GENERALE, che è affiancata da una sua vice - solo per l’intera comunità femminile -, ma sempre in comunione con il Servo Generale.

b) LE SERVE PROVINCIALI, che sono affiancate da una loro vice provinciale.

c) LE SERVE LOCALI, che sono anche esse affiancate da una loro vice - solo per la comunità loro affidata -.

d) Tutto ciò, sempre in comunione coi servi responsabili maschili preposti alla comunità dello stesso territorio.

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Cap. 8 - AMMINISTRAZIONE dei BENI TEMPORALI

AMMINISTRAZIONE DEI BENI TEMPORALI

8,1 Per quanto riguarda l'amministrazione dei beni temporali, facoltà esclusa dal presente Statuto, come permesso dal canone 634 del CIC, per ogni necessità pratica, è normativo il dettato descritto al capitolo 8, 2-4 del presente Statuto, laddove viene espletato il rapporto amministrativo dei gruppi di preghiera costituiti in associazione Onlus, a servizio della comunità e soprattutto per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

8,2 L’ELEMENTO CASSA” della comunità è già costituito dagli stessi gruppi di preghiera, Alleati dei piccoli, come è esplicitato nell’articolo 3 del loro statuto27 e nel vincolo amministrativo del capitolo 8, 4 del presente Statuto; ed ancor prima la “cassa” della Comunità è Dio, dal quale proviene ogni bene ed ogni sollievo da vane preoccupazioni umane (cfr Lc 12, 22-32). Pertanto, come consentito anche dal Codice di Diritto Canonico, con la presente clausola sono escluse dalle costituzioni la facoltà di possedere beni temporali e soldi, secondo quanto spiegato al can. 634 del CIC.

8,3 ELEMENTO ECONOMO”: tutte le spese che farà l'associazione Onlus ADP-VV, sono sotto la vigilanza del "vigilante V.V."

generale e locale (distinto dal superiore), che se pure, come descritto nei suddetti paragrafi (cfr Cap. 8, 1-2) - non potrà amministrare tali beni -, dovrà tuttavia controllare e garantire che tutte le entrate ed uscite (poche o molte che siano) di questi gruppi laici, vengano fatte con trasparenza e carità vera. Tutto al servizio della nostra comunità, della Chiesa e a beneficio della società. Naturalmente, al fine di evitare che per ogni minima esigenza dobbiamo ricorrere sempre ai gruppi, l'associazione Onlus ADP-VV – nei casi limite – potrà fare delle semplici convenzioni con degli enti locali del tipo librarie, copisterie, negozi di sandali ed ecc, memori dal consiglio paolino, che al riguardo dice: « in ogni circostanza ho fatto il possibile per non essere di aggravio a nessuno » (cfr 2Cor 11, 9).

8,4 VINCOLO AMMINISTRATIVO: nel caso in cui venisse a decadere l’associazione Onlus dei gruppi di preghiera, come descrive il loro statuto all’articolo 3, 2-3, « è naturale che tutte le opere di beneficenza e i possedimenti dell’associazione laica, passino - in modo transeunte (momentaneo) alla gestione della comunità dei Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria, in vista di nuove disposizioni decise dal suo Generale V.V. col consenso dei due terzi del suo consiglio direttivo, il quale dovrà fare in modo che il proprio Generale faccia trasferire al più presto tali possibili possedimenti (da una persona da lui fidata) ad una nuova associazione con le medesime finalità della precedente, dato che i Piccoli Frati e Piccole Suore non potranno mai possedere nulla su questa vita passeggera »28.

Cap. 9 - SEPARAZIONE

CASI ECCEZIONALI DI SEPARAZIONE O ESPULSIONE

9,1 Per tutti i casi di separazione dall’Associazione o di dimissione, si proceda sempre - per analogia - secondo l’iter indicato dai canoni 684-704 del Codex Iuris Canonici, tenendo sempre presente la specificità di caso per caso e l’infinita misericordia di Dio, che perdona all’infinito e tutti, quanto c'è un vero pentimento (cfr Sap 11,23; CCC 760.982). Per la perdita dello stato clericale, si applicano i canoni 290-293 del CIC.

Separazione (cfr CIC 684-693)

9,2 SEPARAZIONE DI PROFESSI DI VOTI TEMPORANEI: chi durante la professione temporanea chiede per grave causa l’indulto di lasciare l’Associazione lo può ottenere dal Servo Generale, che deve aver ottenuto il consenso del suo consiglio direttivo;

l’indulto per essere valido dev’essere confermato dal Vescovo della casa di assegnazione (CIC 688 §2).

9,3 SEPARAZIONE DI PROFESSI DI VOTI PERPETUI: un professo di voti perpetui, come descritto nel canone 691, non può uscire dalla comunità, se non per un grave motivo presentato su propria richiesta al Servo Generale e al suo consiglio direttivo.

Spetta poi al Vescovo della diocesi in cui è assegnato tale membro, concedere tale delibera con la quale cessano tutti i diritti e doveri nei riguardi della comunità. Parimenti, membro di voti perpetui non può uscire dalla comunità per entrare in un'altra, come descritto nel canone 684 §1, senza la concessione del Servo Generale della comunità dei piccoli frati e delle piccole suore e del Servo Generale della comunità che accoglie.

Casi eccezionali di espulsione (cfr CIC 694-704)

9,4 ESPULSIONE DI PROFESSI DI VOTI TEMPORANEI: rischia l'espulsione (dal Servo Generale e del consenso dei due terzi del suo consiglio) non solo chi fosse trovato ripetutamente da solo con una donna (o viceversa) in atteggiamento sospetto29, ma anche chi non si attenesse alle norme del canone 694 §1 del CIC. Comunque, se a seguire si vedesse in qualcuno di questi, un vero e proprio pentimento, allora lo si potrà riaccogliere in comunità, ma gradualmente e sotto il discernimento del Servo Generale e del suo consiglio direttivo, perché educarsi alla fraternità attraverso il perdono, significa edificare comunità profetiche, a servizio di una evangelizzazione nuova30.

9,5 ESPULSIONE DI PROFESSI DI VOTI PERPETUI: lo stesso procedimento di espulsione o di riammissione vale anche per i membri professi di voti perpetui, ma il Servo Generale in questo caso, prima di un'eventuale espulsione o riammissione, necessita anche del consenso dei due terzi del suo consiglio direttivo.

27 Cfr STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE LAICALE ONLUS, denominata: Alleati dei Piccoli - Volantini Verdi, Art. 3,1, registrata in Italia nell’Agenzia delle Entrate, Ufficio di Cosenza, il 12 Luglio 2010, al n. di protocollo 2533, della serie 3.

28 Ibidem, Art 3, 2-3.

29 Cfr FRANCESCO D’ASSISI, Regola ed Esortazioni. Degli sguardi impuri e dell'evitare la consuetudine con le donne, in Fonti Francescane 38, op. cit., p. 110.

30 Cfr STAGLIANÒ ANTONIO, Misericordia io voglio, Prima Lettera Pastorale alla Chiesa locale di Noto, Noto, 20 Ottobre 2011, nel XXVII Anniversario dell’ordinazione sacerdotale, p. 37.

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Cap. 10 - OBBLIGHI di OSSERVANZA dello STATUTO

OBBLIGO DI OSSERVARE LO STATUTO (cfrCIC94§2) Osservanza dello Statuto nello spirito evangelico

10,1 Per essere membro appieno della comunità è necessario rispettare e osservare il presente Statuto, nello spirito evangelico, dove è detto chiaramente che l’uomo non è fatto per il sabato ma il sabato per l’uomo (cfr Mc 2, 27), ossia i membri non sono fatti per lo Statuto ma viceversa, lo Statuto per i membri.

PER IL NON PRESCRITTO

10,2 Per quanto non previsto dallo Statuto, ci si regoli secondo quanto stabiliscono il Codice di Diritto Canonico e le altre disposizioni della Santa Sede. Amen.

Ad Maiorem Dei Gloriam et bonum animarum !

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BIBLIOGRAFIA

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Riferimenti

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