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Cap. 6 – Conclusioni
• Il presente lavoro ha avuto come obiettivo la verifica dell’applicabilità delle
principali correlazioni messe a punto in letteratura per individuare i tipi di terreno attraversati con prove penetrometriche CPT e CPTU e quindi definire l’andamento stratigrafico lungo una verticale. A tale scopo sono stati selezionati alcuni siti, quali:
1. Paganico (LU), per la formazione di cavità in seguito ad improvvisi gradienti idraulici in un terreno stratificato con limi, argille e ghiaie.
2. Il rilevato della strada provinciale SP3, Bientina-Altopascio, nella valutazione dei cedimenti e della stabilità del rilevato.
3. Il palazzo ACI in Pisa, per l’analisi di un evidente stato fessurativo evolutivo che non accenna ad arrestarsi.
4. Il porto di Livorno, ristrutturazione della Darsena Calafati per migliorare la funzionalità del porto.
• La CPT (Cone Penetration Test), prova standardizzata dall’ASTM (D3441-86),
è un mezzo d’indagine molto diffuso in Italia, permette la stima di una
successione stratigrafica lungo una verticale e di molti parametri geotecnici ad
un costo modesto, utilizzando, per questi siti, un penetrometro statico
piezocono CPTU prodotto dalla PAGANI GEOTHECNICAL EQUIPMENT,
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modello TG63/100 da 100 kN di spinta, con punta digitale, sistema di acquisizione TGAS06 e trasduttore di profondità. Vengono eseguite su tutti i tipi di terreno granulometricamente compresi tra le argille e le sabbie grosse, escluso ghiaie o ciottoli per possibili danneggiamenti.
• La punta ha al suo interno una serie di sensori che permettono di misurare oltre
alla resistenza di punta (q
c), l’attrito laterale (f
s) e la pressione interstiziale u
2, la deviazione dalla verticale (Tilt) e ricavare da queste i parametri di interesse.
• Dopo aver determinato i q
t, q
e, R
fe B
qdai dati acquisiti nelle varie verticali dei
siti, è possibile procedere all’interpretazione della stratigrafie mediante apposite carte di classificazione, quali:
1. BEGEMANN [1965] per le CPT 2. SCHMERTMANN [1978] per le CPT
3. ROBERTSON ed altri [1986] e [1990] per le CPTU 4. ESLAMI e FELLENIUS [1997, 2000] per le CPTU
e di verificarle con le stratigrafie pre-esistenti.
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• Dai risultati ottenuti possiamo dire che per le prove CPT la carta di
Schmertmann, da un buon riscontro, soprattutto in presenza di strati di sabbia e con presenza di ghiaie o ciottoli, mentre tende a non caratterizzare esattamente gli strati argillosi o limosi rimanendo anche in quel caso nel campo delle sabbie.
• Quella di Begemann riesce invece a seguire meglio la caratterizzazione stratigrafica, anche se perde di precisionein presenza di basi valori di q
Ced f
S.
• Per le prove CPTU notiamo che le due carte di Robertson ed Eslami-Fellenius
hanno un’ottima corrispondenza negli strati superficiali, restituendo la stessa valutazione ottenuta dall’indagine stratigrafica, in particolare di limo argilloso, limo sabbioso che si interrompe non appena abbiamo presenza di ghiaie o ciottolini. oltre i rischi della prova già descritti, entrambe le carte deviano dal reale riconoscimento del particolare strato all’aumentare della profondità.
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