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Capitolo 2

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Academic year: 2021

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Capitolo 2

Gli attori della guerra

2.1 Le possibilità di Charles Wilson

Nei primi mesi di conflitto in Afghanistan il giornalista statunitense Dan Rather compì un reportage sul campo sulla situazione dei ribelli cercando di indagare in merito al ventilato coinvolgimento della CIA nel finanziamento dei mujaheddin.

Ciò che sconvolse Rather, ed in seguito Wilson, deputato democratico della Camera dei Rappresentanti, fu la visione delle condizioni in cui versavano sia gli afghani che cercavano disperatamente di resistere ai sovietici, sia i civili che tentavano di continuare le loro vite nei villaggi, nonostante il loro paese fosse invaso e sotto assedio.

Il servizio concludeva che il rifornimento alla resistenza, se pure c’era stato, si era rivelato totalmente inadeguato e gravemente insufficiente; l’Armata Rossa per dissuadere i ribelli dal combattere radeva al suolo quotidianamente numerosi villaggi dove la maggior parte di loro aveva una famiglia. I civili, concentrati in modesti agglomerati urbani, costituivano un obiettivo molto più accessibile rispetto alle bande di

mujaheddin che si nascondevano tra le montagne1. In base alle prime esperienze, il comando sovietico concluse che questo tipo di operazione richiedeva l’utilizzo di una delle armi aeree più sofisticate allora in forza nell’esercito russo ossia l’elicottero d’attacco “Mil Mi-24” in codice NATO “Hind”. Questo mezzo inizialmente incontrò alcune difficoltà nelle operazioni a volo radente poiché risultava scarsamente manovrabile. L’aviazione decise quindi, dopo aver aumentato la sua potenza di fuoco, d’ impiegarlo solo per voli ad alta quota.

1 G.Crile, Charlie Wilson’s War : The Extraordinary Story of the Largest Covert

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Figura 10: tavola prospettica dell’elicottero d’attacco sovietico “Mil Mi-24”.

I mujaheddin non possedevano certamente mezzi per arrestare la potenza distruttrice di un’arma del genere2

. Questo elicottero, forse ancor più delle truppe di terra, rappresentò per i ribelli prima e per gli Stati Uniti in seguito l’ostacolo maggiore contro cui battersi per inferire colpi decisivi all’Unione Sovietica.

Nonostante la disparità delle forze in campo, Wilson, che dal giorno della visione del servizio di Rather monitorava costantemente l’evoluzione della situazione afghana, si stupì nell’apprendere che la resistenza contro l’Armata Rossa non solo stava continuando, ma addirittura crescendo. Il deputato faceva inoltre parte, seppur non da molto, della potente “Sottocommissione stanziamenti per la difesa”3

, quando decise

2 Lungo 21,35 m e alto 5,47 m, l’ “Hind”, dopo il primo volo del 1969, entrò in servizio nel 1972. Poteva raggiungere una velocità massima di 335 km/h ed un’autonomia di 1120 km, ma ciò che lo rendeva più letale era la potenza di fuoco: una mitragliatrice da 12,7 mm e 1200 kg di armamenti comprendenti missili anticarro, bombe e razzi. 3 La “House Subcommittee on Defense” era composta da dodici membri che, tra i numerosi compiti, erano incaricati anche di gestire parte del finanziamento alle operazioni della CIA e del budget del Pentagono.

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33 autonomamente, ma comunque senza alcuna opposizione, il raddoppio

del budget congressuale previsto per l’anno fiscale corrente a favore delle operazioni afghane4.

Charles Wilson aveva la fama di essere uno dei parlamentari più dissoluti del Congresso, sia nei rapporti con le donne che con l’alcool. Conscio di ciò, comprese che questa reputazione poteva avere un’utilità politica come copertura delle manovre di bilancio che stava progettando per aumentare gradualmente il bilancio della CIA a favore dei ribelli afghani. La stampa, deduzione che in seguito si rivelò esatta, si sarebbe concentrata più sugli aspetti sensazionalistici della sua vita privata piuttosto che denunciare la disinvoltura con cui venivano eluse norme e regolamenti congressuali.

Cresciuto in Texas e ossessionato dal mito di Churchill, Wilson servì nella Marina durante la prima fase della Guerra fredda, periodo nel quale sviluppò un profondo anticomunismo ed un certo fascino per tutto ciò che concerneva l’arte militare. Decise quindi di darsi alla politica, militando nel Partito Democratico, riuscendo, nel 1973, a vincere le elezioni nel secondo collegio elettorale e ad approdare alla Camera dei Rappresentanti.

Da insegnamenti materni mutuò la convinzione, che in seguito divenne una regola di vita, che chiunque avesse i mezzi per migliorare le condizioni di vita altrui avesse il dovere di farlo5.

In base a ciò, prima della causa dei mujaheddin, Wilson ne abbracciò un’altra, quella di Israele, in coerenza, a suo vedere, con i suoi principi. L’ambasciata israeliana a Washington era il cuore della politica ma anche degli intrighi tra i due paesi. I suoi compiti principali consistevano nell’assicurare la sopravvivenza dello stato ebraico attraverso il costante

4 Questo fu il primo passo che coinvolse Wilson nella vicenda afghana; costituiva un atto senza precedenti dato che, dall’inizio della Guerra fredda, il Congresso aveva accordato il diritto di aumentare il budget della CIA solo al presidente. Dal punto di vista economico la manovra comportò il passaggio dello stanziamento da cinque a dieci milioni di dollari, cambiamento di cui nessuno o quasi si accorse in Afghanistan o a Mosca.

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La citazione che Wilson ebbe maggiormente presente durante il periodo di finanziamento ai mujaheddin era stata pronunciata da un altro suo mito, il presidente J.F.Kennedy e recitava :«Pagheremo qualsiasi prezzo, sopporteremo ogni fardello, affronteremo ogni privazione, sosterremo tutti gli amici, ci opporremo a qualsiasi avversario per assicurare la sopravvivenza e il trionfo della liberà.»

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34 afflusso di aiuti finanziari e militari concesso annualmente dagli Stati

Uniti tramite l’azione di lobbying portata avanti in tutti i livelli di governo, specialmente nel Congresso da senatori e deputati.

Solitamente è il personale dell’ambasciata ad essere convocato da un parlamentare che intende assicurarsi i voti della cospicua componente ebraica del suo collegio, ma nel caso di Wilson fu diverso6.

Il deputato stesso si mise in contatto con l’ambasciata che, dopo brevi ricerche, rimase perplessa nel constatare, oltre al fatto che Wilson non era ebreo, che nel suo collegio l’elettorato ebraico era praticamente assente. Il parlamentare espresse la volontà di compiere un viaggio in Israele e Zvi Rafiah7, addetto dell’ambasciata ai rapporto col Congresso, fu ben felice di accogliere questa richiesta che sancì l’inizio di una partnership fondamentale per il prosieguo della “campagna afghana”.

L’apporto della lobby ebraica fu fondamentale per permettere al parlamentare di entrare nella potente “Commissione stanziamenti”. A differenza di molte altre questa era una delle poche commissioni che aveva il compito di distribuire concretamente il denaro pubblico, nell’ordine dei cinquecento miliardi di dollari annui, secondo le decisioni dei cinquanta membri8.

Oltre a quella israeliana, Wilson entrò ben presto in contatto anche con un’altra lobby che si sarebbe rivelata molto importante per comporre il quadro politico delle sue relazioni.

Nel 1980 vennero ripristinate le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e l’Egitto in seguito agli “Accordi di Camp David” del 1978 ai quali seguì il “Trattato di pace israelo-egiziano” del 1979 che normalizzò i rapporti tra i due paesi. Uno dei lobbisti per l’Egitto al Congresso, Denis Neill, intravide in Charles Wilson la persona che poteva rappresentare gli interessi per Il Cairo come stava facendo per Israele e decise di metterlo in contatto con uno dei militari più in vista del regime, Mohamed Abd al-Halim Abu Ghazala.

6 J.J.Mearsheimer, S.M.Walt, The Israel Lobby and US Foreign Policy, New York, Farrar, Straus and Giroux, 2008, pp.74-75.

7 Oltre al ruolo ufficiale all’ambasciata, Zvi Rafiah faceva parte del Mossad e a svolgeva azioni di lobbying per la IMI.

8 J.E.Zelizer, The American Congress: The Building of Democracy, Washington, Houghton Mifflin Harcourt, 2004. Pp.421-424.

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35 Tra i due uomini nacque subito una fortissima intesa grazie anche alla

moltitudine di interessi comuni sia personali sia politici, i quali ben presto portarono gli Stati Uniti a fornire caccia F-16 alle forze aeree egiziane.

Allo stesso tempo il deputato, come molti altri all’interno della “Commissione stanziamenti”, cominciò a prendere contatti con il personale della CIA che curava i rapporti con il Congresso, il quale spesso veniva ricevuto allo scopo di perorare finanziamenti per operazioni nei paesi più disparati. In questo modo fu messo in grado di cominciare a comprendere i complicati meccanismi che governavano l’Agenzia.

Alla fine degli anni Settanta Wilson era uno dei parlamentari più conosciuti del Campidoglio e venne incluso nell’elenco delle dieci personalità più influenti nel Congresso9.

Uno degli interessi principali di Wilson era la politica estera, di cui si occupava ampiamente, spesso in favore dei suoi amici israeliani10 dal suo seggio in “Commissione stanziamenti”11. L’abile parlamentare era poi riuscito ad entrare nella Sottocommissione per le attività all’estero, che regolava la spesa del Dipartimento di Stato, e, nel 1980 al suo quarto mandato, nella già citata Sottocommissione stanziamenti per la difesa12. Il nome di Wilson cominciò ben presto ad essere conosciuto anche oltre i confini del Congresso data la sua abilità a farsi accettare nei circoli più esclusivi. In seguito, essendo stato eletto in uno dei collegi elettorali meno esigenti degli Stati Uniti, maturò un ingente numero di crediti da

9 J.Anderson, Who is driving the Congress?, “Washington Post”.

10 Gli USA garantivano ad Israele un finanziamento che si aggirava tra i 2,8 e i 3,2 miliardi di dollari annui.

11 La Commissione stanziamenti, data l’immane mole di lavoro che è chiamata a svolgere, è suddivisa per competenze in dodici sottocommissioni che rappresentano il livello di governo dove risulta più semplice attuare politiche di scambio o eludere l’esecuzione letterale di regolamenti ritenuti eccessivamente stringenti. Questo tipo di pratiche è diffuso a tutti i livelli del legislativo statunitense ma il fenomeno assume una certa importanza all’interno delle sottocommissioni incaricate della distribuzione di denaro pubblico.

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La United States House Approppriations Subcommittee on Defense è situate in una sala acusticamente isolata posta sotto la cupola del Campidoglio. La stanza è chiusa al pubblico e vi possono accedere solo i dodici parlamentari che ne fanno parte. Essi, essendo un numero esiguo e avendo il compito di gestire un budget di svariati miliardi di dollari, vengono sottoposti ad una potentissima azione di lobbying.

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36 una variegata rete di centri di potere del parlamento grazie a votazioni di

favore13.

Durante la primavera del 1982 le potenzialità di Wilson vennero colte da Joanne Herring, ricca ereditiera texana, attivista politica conservatrice e amica di vecchia data, la quale propose al parlamentare di sposare la causa dei mujaheddin afghani ormai al centro delle sue preoccupazioni da diversi anni; il parlamentare aveva programmato per l’autunno dello stesso anno un viaggio in Israele, pressato dalla lobby ebraica a Washington a causa delle avvisaglie di una guerra con il Libano. Wilson avrebbe aggiunto al viaggio un colloquio con il presidente Zia-ul-Haq14 ed una visita ad un campo profughi sul confine tra Afghanistan e Pakistan. Queste ultime fasi del viaggio vennero accuratamente preparate da Joanne Herring, amica intima del presidente pakistano, vista la loro importanza. Islamabad, al momento del viaggio di Wilson, non godeva dell’appoggio di nessun livello del governo americano mentre il presidente Zia veniva considerato un criminale simile a Saddam Hussein. Numerosi contrasti erano emersi tra le due diplomazie, entrambe impegnate nell’intento di ingraziarsi i favori dei sauditi e totalmente agli antipodi riguardo alla politica di non proliferazione nucleare. Si comprende quindi come potesse apparire decisamente inusuale l’incontro tra un deputato della Camera dei Rappresentanti ed il presidente di una nazione come il Pakistan.

Joanne Herring aveva però individuato nei due uomini alcuni tratti comuni, come il pragmatismo e la ferrea volontà di sconfiggere l’Unione Sovietica, che sarebbero potuti tornare molto utili per dare vita alla campagna che aveva in mente..

Zia e Wilson entrarono istintivamente in simpatia ed il colloquio venne tenuto in un linguaggio chiaro e diretto come richiedeva l’emergenza della situazione ed il temperamento degli interlocutori. Il presidente

13 Uno dei tasselli più importanti della rete di potere tessuta da Wilson era sicuramente lo speaker della Camera Thomas P.O’Neill. Il 97°Congresso, uscito dalle elezioni del 1981, vedeva un dominio repubblicano al Senato ma un’egemonia democratica alla Camera. Dopo l’ascesa di Reagan alla presidenza rimase l’unico centro di potere nel paese a non essere passato nelle mani dei repubblicani.

14 P.Sherwell, How Joanne Herring won Charlie Wilson’s War, “The Telegraph” dal

sito http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1571233/How-Joanne-Herring-won-Charlie-Wilsons-War.html.

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37 pakistano fece immediatamente presente che gli afghani combattevano i

sovietici da ormai tre anni e che quasi tre milioni di loro si erano rifugiati nel suo paese, soprattutto nel campo profughi di Peshawar, sul confine; Zia volle essere ben certo che il parlamentare comprendesse appieno il fatto che l’Afghanistan, e non Berlino o Cuba, era il vero fronte della Guerra fredda, l’unico fronte dove soldati sovietici combattevano e morivano. Messo in chiaro ciò gli Stati Uniti, qualora avessero deciso di impegnarsi seriamente, non avrebbero potuto fare a meno del Pakistan come base operativa per gli addestramenti della CIA e come stato protettore dei mujaheddin, che dovevano pur essere provvisti di un luogo dove rifugiarsi ed essere curati per poter continuare la loro resistenza15. Il Pakistan, in quel momento, stava sostanzialmente combattendo contro l’Unione Sovietica e a Mosca erano stati informati dell’appoggio di Zia ai ribelli. Tutto ciò provocò un rafforzamento dell’esercito indiano tramite finanziamenti sovietici, nonché diversi bombardamenti e sconfinamenti di alcuni MiG nello spazio aereo pakistano. Zia raccontò che a Mosca, ai funerali di Brežnev, il nuovo segretario del PCUS, Andropov, lo aveva improvvisamente preso da parte, minacciandolo di distruggere il suo governo se non avesse cessato l’appoggio ai ribelli. Questo episodio servì per chiarire ulteriormente a Wilson i rischi che si sarebbero corsi se gli Stati Uniti non avessero deciso di impegnarsi massicciamente nell’impresa. L’esperienza con il Vietnam del Sud insegnò a Zia a diffidare delle rassicurazioni americane e lo convinse a tenere il più possibile lontana la CIA sia dall’Afghanistan che dalle questioni interne del Pakistan.

Ancor prima dell’arrivo di Wilson, l’ISI fu incaricata di prendere contatto con l’intelligence statunitense e gestire il traffico di finanziamenti e rifornimenti attraverso l’Ufficio afghano, l’importante dipartimento dell’intelligence pakistana che si occupava dell’instabile stato confinante. L’accordo prevedeva che i carichi provenienti via mare approdassero a Karachi, mentre quelli via aerea vennero fatti giungere all’aeroporto militare di Islamabad. In questa prima fase la CIA impegnò trenta milioni di dollari, cifra molto limitata rispetto alle abitudini dell’Agenzia, ma

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38 comunque sufficiente per permettere alla resistenza di non cedere terreno

ai russi16. Questa situazione, perdurando ormai da troppo tempo sfiniva i

mujaheddin che cominciavano a dare segni di cedimento fisico, spossati

dalla profusione di mezzi e uomini messa sul campo dalla macchina bellica sovietica17. Alla fine del colloquio Wilson era quasi convinto che gli Stati Uniti avrebbero addirittura potuto provocare la sconfitta dell’Armata Rossa se avessero, coinvolgendo il Congresso e la CIA, adeguatamente addestrato e finanziato gli afghani anche attraverso l’ISI, come richiesto espressamente da Zia.

Come concordato Wilson fece anche visita al campo profughi di Peshawar, che ospitava la gran parte dei tre milioni di afghani che avevano deciso di abbandonare il proprio paese a causa dell’arrivo dei sovietici. Lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi lo lasciò senza parole: il campo era una distesa a perdita d’occhio di case di fango abitate da donne e bambini feriti gravi, lievi o moribondi a causa delle cosiddette “bombe giocattolo”18

.

La crudeltà insita in questo modo di combattere la guerra e la palpabile volontà degli afghani di qualunque età di avere una possibilità di tornare a combattere i russi ancor prima di richiedere assistenza sanitaria convinsero definitivamente Wilson a impiegare tutte le risorse di cui disponeva fino alla vittoria finale, cosa di cui, da quel giorno, non dubitò mai più.

La visita in Pakistan fu fondamentale per “arruolare” Wilson nella guerra afghana e certamente non sarebbe stata possibile senza l’intercessione di Joanne Herring presso Zia.

La ricca ereditiera in gioventù aveva sposato il petroliere Robert Herring e con lui aveva cominciato a compiere viaggi attraverso una moltitudine di paesi arabi nei quali era riuscita a tessere una fitta rete di rapporti

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La provenienza statunitense di armi e rifornimenti venne tenuta nascosta ai mujaheddin dalle autorità pakistane per molti anni.

17 A.Muhammad, An Army, Its Role and Rule: A History of the Pakistan Army from

Independence to Kargil from 1947–1999, Pittsburgh, Rosedog Books, 2005,

pp.231-245.

18 Dispositivo esplosivo intenzionalmente costruito con forme e colori atte ad attirare l’attenzione di bambini e finalizzate alla mutilazione. Lo scopo consiste nel costringere la madre ma soprattutto un potenziale combattente come il padre a prestare assistenza al figlio piuttosto che partecipare alla guerra.

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39 sociali e amicizie personali con re, sceicchi e capi dei servizi segreti

locali. La coppia, a metà degli anni Settanta, compì anche un viaggio in Pakistan durante il quale il ministro degli esteri, per risollevare l’immagine del suo paese negli Stati Uniti, propose il consolato onorario ad Huston prima al marito, che declinò, infine alla moglie che accettò senza esitazioni.

Joanne Herring interpretò quel nuovo ruolo in modo del tutto particolare, cercando di riabilitare l’immagine del Pakistan in patria e dandosi da fare per esplorare, capire e alleviare, per quanto gli era possibile, le sofferenze delle sacche di povertà più estreme del paese in coerenza con il suo fervente credo evangelico.

Con l’avvento di Zia molto del lavoro svolto per redimere l’immagine del Pakistan presso gli Stati Uniti andò perduto, ma tra i due si instaurò un rapporto di fiducia e stima reciproca che portò la Herring a divenire ufficiosamente il consigliere più ascoltato di Zia per quanto riguardava i rapporti con Washington.

Il presidente pakistano non perse tempo per tentare di ingraziarsi il console onorario, visto che, in un periodo di rapporti quasi inesistenti con Washington, una ricca ereditiera texana che si interessava agli affari di Islamabad era una fortuna inaspettata. L’interesse che la Herring maturò insieme al Pakistan fu l’Afghanistan, paese di cui aveva già sentito parlare ai tempi dei primi viaggi col marito e che l’aveva sempre affascinata anche attraverso la lettura de i racconti di Rudyard Kipling. Approfondendo il rapporto con Zia, Joanne venne gradualmente a conoscenza dell’importanza che rivestiva questo paese per il Pakistan e si decise a visitarlo, rimanendo incantata dalle usanze e dall’ospitalità dei suoi abitanti. Dopo l’invasione sovietica del 1979 la vicinanza della Herring al popolo afghano crebbe in modo direttamente proporzionale all’avversione verso Mosca, facendole maturare la decisione che, data la sua influenza, il suo impegno per la causa afghana e pakistana doveva subire un salto di qualità che si concretizzò nel coinvolgimento di Wilson, al quale poi seguì quello del Congresso e del governo americano. Tutti fattori che si rivelarono decisivi per l’estensione delle operazioni.

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